Sei sulla pagina 1di 3

ESCHILO

Eschilo nasce ad Eleusi nel 525 a.c in seno ad una famiglia aristocratica. La sua città di
origine, è nota soprattutto per i suoi riti misterici. Il clima di religiosità che caratterizza Eleusi
lo spinge a coltivare con attenzione la sua spiritualità.
Esordisce molto giovane come attore e poi come autore di drammi, vincendo il primo premio
alle gare tragiche, tenute nel 484. La Grecia in questo periodo è sconvolta dalle guerre
contro i persiani, ed Eschilo partecipa alle famose battaglie di Maratona, Salamina e Platea,
al fianco dei suoi due fratelli. Eschilo finisce anche con il raccontare le battaglie a cui
partecipa nelle tragedie: "I persiani" e "Sette contro Tebe".
Nella trilogia dell’ Orestea eschilo mette in scena le vicende degli atridi, dinastia segnata da
un’interminabile serie di omicidi e conseguenti vicende di sangue. la condizione di
sofferenza vissuta dai personaggi diviene l’occasione per trattare tematiche di portata
generale. Una massima del cosmo eschileo è “chi agisce patisce”
Atene è sotto la proiezione eschilea poiché è una città in cui i più brutti istinti possono essere
trasformati secondo le nuove regole giudiziarie della polis.
Le due leggi del kosmos eschileo:
-la fiducia nell’idea che ogni punizione sia la giusta conseguenza di un errore commesso
dell’uomo;
-l’uomo non può sottrarsi all’azione, soprattutto se ordinata da un dio.
Si spiega così la massima <chi agisce patisce> (δρασαντι παθειν) enunciata dal coro dopo
una lunga riflessione delle leggi del γένος.
Altre massime sono:
-άνευ δε λύπης ουδαμού καταστροφή> non c’è decisione senza sofferenza;
-sofferenza è mezzo di conoscenza.

ORESTEA
nella dinastia dell’Orestea Eschilo mette in scena le vicende degli atridi, una dinastia
segnata da omicidi e vendette di sangue. la condizione di sofferenza dei personaggi diventa
l’occasione per trattare tematiche generali ovvero gli errori umani e di conseguenza la
punizione divina ad essi. Agamennone ha deciso di sacrificare la figlia Ifigenia per seguire la
volontà degli dei che altrimenti avrebbero continuato ostacolare la partenza degli achei alla
volta di Troia.
L’omicidio della figlia gli costerà una punizione divina per mano della moglie Clitemestra che
lo ucciderà. Alla luce del principio secondo cui la colpa si trasmette di padre in figlio, la
vendetta si batte sul figlio di clitemestra, Orestre , rientrato in patria dopo un lungo esilio si
ricongiunge sulla tomba del padre con la sorella elettra con una commovente scena di
riconoscimento preparandosi a vendicare il padre uccidendo la madre Clitemestra e
l’amante Egisto.
Oreste viene assolto all’aeropago ovvero il tribunale della polis nella quale è possibile
assolvere i crimini che sarebbero stati risolti con la violenza; per questo sempre ad atene le
erinni , divinità della vendetta si trasformano in eumenidi, divinità benigne del diritto cittadino
. Atene divenne così nella proiezione eschilea , la città in cui più brutti istinti di vendetta e le
leggi del γένος , violenza, sono convogliati in un ordine del tutto nuovo regolato nella
giustizia della polis.

Testo: conoscere attraverso il dolore , l’Agamennone


la scena iniziale dell’agamennone inizia difronte la dimora degli Atridi ad Argo. Sulla scena
compare anche il coro a cui è affidato il compito di raccontare la vicenda con cui
agamennone è stato costretto ad uccidere Ifigenia, sua figlia. Il sacrificio di Ifigenia è alla
base della tragedia che ha colpito di Atridi.

Una guardia in una posizione sopraelevata della casa degli Atridi ad Argo veglia attendendo
il segnale luminoso che dovrebbe annunciare la presa di Troia. Finalmente questo si
materializza nel buio e la sentinella è contenta così di unirsi alla festa generale dovuta al
ritorno del loro re Agamennone.La sentinella conclude il suo soliloquio con una reticenza
che lasci intuire gli eventi futuri. Entra il Coro formato dagli anziani d’Argo. Questo con un
procedimento a ritroso ripercorre alcuni momenti che precedettero l’avvio della spedizione
achea, soffermandosi su un cruento presagio allora verificatosi: una lepre, gravida, è
inseguita e sbranata da due aquile. L’interpretazione del prodigio da parte dell’indovino
Calcante fu inequivocabile: Troia, che dentro di sé aveva accumulato tanta potenza, sarebbe
stata distrutta dai due Atridi (le due aquile), ma l’indovino aveva ammonito ad evitare che la
collera della dea Artemide, irata per la crudele morte della “lepre”, coprisse di tenebrosa
notte l’esercito acheo. Unico mezzo per placare l’ira divina – profetizzò ancora Calcante –
era il sacrificio della vergine Ifigenia, figlia d’Agamennone. E Agamennone scelse alla fine
d’essere re, sacrificando la figlia, piuttosto che padre, rimanendo fedele ai canoni dell’etica
degli eroi. Viene poi invocato Zeus e lo stesso Coro afferma che solo attraverso il Signore
dell’Olimpo si arriva alla saggezza e che il dolore è lo strumento della conoscenza.

I punti di vista di agamennone e clitemnestra sono diversi : agamennone=è mosso dalla


ragione dello stato e sacrifica la figlia per il bene del popolo. Egli si trova schiacciato tra
l’ereditarietà della colpa, eredita le colpe commesse dal padre ed è obbligato a pagarne il
prezzo, e il libero arbitrio poiché la decisione di uccidere Ifigenia è del tutto consapevole
Clitemnestra: è mossa dal dovere umano della pietà verso i figli, uccide il marito per
vendicare la morte della figlia.

Accanto al bisogno di vendetta di clitennestra di uccidere il marito, c’è una spinta esterna, il
demone della casa degli atridi , vendicatore di una colpa originaria dalla rivalità tra i fratelli
atreo e tieste, che deve essere lavata con una catena di delitti infinita. L’ate è l’accecamento
della ragione provocato dagli dei e la punizione della ύβρις stessa (non rispetto del volere
divino) . Nel testo il coro si preoccupa della sepoltura di agamennone che sicuramente non
sarà fatta dalla moglie. Nei versi precedenti clitemestra descrive gli eventi cruenti non
rappresentabili a teatro perché ritenuti in contrasto con la sacralità dello spettacolo .

Testo chi agisce patisce agamennone


nell’ultimo episodio domina la figura di clitemnestra che esprime con facilità le motivazioni
del suo omicidio: agamennone ha pagato per aver ucciso la figlia e per aver offeso la moglie
portando con se Cassandra come concubina. Clitemnestra è consapevole di aver compito
l’omicidio spinga da un demone con cui spera di scendere a patti. Ma , invano, la morte di
agamennone non sarà l’ultimo anello di una catena di mali per gli atridi.

Testo il riconoscimento
Elettra entra in scena accompagnata dal coro: le donne portano libagioni sulla tomba di
Agamennone per ordine di Clitemestra che cerca di placare l’anima di Agamennone
onorandone la tomba. Elettra invoca la vendetta per il padre e si augura il ritorno del fratello
oreste, che è già presente sulla scena in disparte. In una scena di riconoscimento si compie
il l’incontro tra i fratelli. Elettra dapprima vede sulla tomba del padre una ciocca di capelli e
poi un’impronta e pensa che possano essere del fratello. La sua incertezza si risolve con la
comparsa di quest’ultimo che le rivela la sua intenzione di vendicare il padre spinto dal
volere divino.

Potrebbero piacerti anche