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Nel luglio del 1922 si tiene il secondo congresso del partito comunista che
diede modo a Maring di esprimersi dinanzi al Comitern sul partito
comunista cinese che ritenne incapace di svolgere un ruolo nella
rivoluzione in Cina e partendo da questo punto suggerì al pcc di aderire al
partito nazionalista cinese . I comunisti cinesi non erano favorevoli a
questa collaborazione e si limitarono ad adottare una linea politica di
appoggio esterno al partito nazionalista. Il comitern non tollerò questa
presa di posizione cinese che venne superata con l’approvazione della
strategia del blocco all’interno durante il terzo congresso del pcc tenutosi
nel giugno del 1923. Con la nascita del fronte unito il partito comunista
cinese è impegnato nella collaborazione con Sun yat-sen ma allo stesso
tempo di accrescere l’influenza all’interno del fronte unito. Non
trascurabile era anche far leva sul movimento operaio e contadino con il
quale riuscì a consolidare i rapporti nel Sud della Cina.
La morte di Sun Yat- sen priva il fronte unito di quella figura capace di
mantenere la coesione tra le fazioni presenti nel partito nazionalista come
i comunisti , come chi non vede di buon occhio questa collaborazione e
infine chi è scettico dell’appoggio sovietico. Nell’estate del 1927 il
governo rivoluzionario guidato da Kaishek reduce dal successo della
spedizione militare contro il Nord accelera la caduta del partito comunista
che oltretutto diventa oggetto una vera e propria guerra intrapresa dalla
Repubblica di Cina nei confronti dei comunisti rimasti costretti a operare
in clandestinità. Tra il 1925 e il 1927 si tennero altri due congressi
nazionali. Nel corso del quarto si guardava positivamente al crescente
ruolo del movimento di massa e si dichiarava che le componenti rurali
erano forze indispensabili alla rivoluzione. Il quinto congresso si svolse in
un clima di terrore dovuta alla repressione condotta da Kaishek nel corso
dell’ultima campagna di annientamento dei comunisti. In seno al
congresso si discusse della questione contadina condannando le
requisizioni violente della terra violente.
Gli anni del dualismo: centralità operaia e soviet rurali -1927-1931
Dal 1927 il partito comunista cinese da l’avvio a una fase che investe sia
l’organizzazione del partito sia la strategia politica da attuare
successivamente dopo il periodo della repressione del governo di
Nanchino e le divisioni interne. Nell’agosto del 1927 oggetto di una
conferenza erano l’elezione di un nuovo gruppo dirigente e la definizione
di una nuova strategia politica. In seno alla discussione forte era la
contraddizione tra chi sosteneva la via di una rivoluzione rurale e chi
voleva ancora una forma di collaborazione con il partito nazionalista
cinese. Quest’ultima era in particolare sostenuta dal Comitern e anche
perché una parte del pnc era interessato a un’alleanza con i comunisti.
Durante la conferenza era emersa anche una dura critica al fallimento
della leadership cinese causata dall’aver tralasciato le indicazioni dettate
da Mosca. La parola d’ordine del partito in questa fase è segretezza. Tra i
nomi più importanti da ricordare tra coloro che formavano l’ufficio politico
vi erano: Mao Zedong, Zhou Enlai e Li Lisan. La strategia che consiste
nell’insurrezione urbana parte all’inizio del mese di agosto da Nanchang
ed è un fallimento perché gli insorti sono costretti ad abbandonare la città
e fuggirono verso la provincia del Guandong. Anche qui l’insurrezione
fallì . A questo punto si optò per avviare la riforma agraria che prevedesse
la distribuzione della terra dai proprietari ai contadini al fine di mobilitarli
e dando avvio a rivolte che puntavano ai centri urbani. Questa fase è nota
come Insurrezione d’autunno.
Questa strategia non funzionò e gli insorti si diressero verso la zona dei
monti dello Jinggang. La leadership del partito decise di concentrare
l’attenzione a Canton che venne occupata e si instaurò la Comune di
Canton la quale ebbe vita breve. Da questo momento in poi si punta ad
accrescere il ruolo dei contadini. Si pensa che occorre riorganizzarsi dalle
campagne dalle quale doveva partire la strategia della guerriglia
contadina. Tra giugno e luglio del 1928 si tenne il sesto congresso dal
quale si auspicava che una nuova fase rivoluzionaria aspettava la Cina e il
partito doveva concentrarsi a consolidare i rapporti con le masse. Alla
base di questa nuova fase rivoluzionaria si introduceva il soviet come base
territoriale da creare nelle campagne . Nel frattempo continuavano
stravolgimenti nell’Ufficio politico del partito a capo del quale venne
indicato Li Lisan e si segna anche la fuoriuscita di Mao Zedong che
dissidente ne fuoriesce. La fazione di cui fa parte Mao sviluppa l’idea che
solo la classe contadina può guidare la Cina verso il socialismo reale. I
contadini sono la massa della rivoluzione. Vicini a Mao ci sono 3
personaggi importanti perché rappresenterà la classe dirigente fino alla
proclamazione della Repubblica popolare cinese del 1949: Zhou Enlai, Lin
Biao, Zhue De.
A partire dal 1928 la costituzione dei soviet si diffonde sempre di più . Mao
nella Cina rurale riesce a creare queste basi territoriali e a farne il punto di
partenza per la rivoluzione. In queste basi si mobilitano i contadini e si
distribuisce la terra . Questa strategia permette di costruire uno
strumento per mantenere il controllo politico e militare. Il sostegno dei
contadini permette di mobilitare un’ armata rossa. Tutto questo piano
Mao e chi gli sta più vicino soprattutto Zhu Dhe lo mette in piedi senza il
sostegno dell’Unione Sovietica. Dal 1927 fino a più o meno la metà degli
anni trenta l’Unione sovietica è completamente assente. Riepilogando
sono tre sono i presupposti della strategia da cui far partire la rivoluzione:
la creazione di una base territoriale dove si insedia il governo comunista,
l’esercito rivoluzionario per mantenere il controllo della base e infine
riforma agraria che prevede la requisizione della terra a chi non la coltiva
per redistribuirla a piccoli contadini e braccianti.
Nel 1928 la prima base viene creata nella provincia dello Jangxi poi tra il
confine dello Hunan e dell’hubei e anche tra lo Hubei, lo Henan e lo
Anhui. Nel frattempo il partito comunista ufficiale guidato da Li Lisan prese
atto che una nuova fase era in corso e volle assumere la guida dei soviet
accantonando la strategia della guerriglia urbana . L’attacco ai centri
urbani era sempre il punto di arrivo ma si concluse con l’ennesimo
fallimento. Critiche dure anche da Mosca colpirono Li Lisan tantè che il
Comitern decise di imprimere una svolta nel partito sostituendo l’attuale
dirigenza con studenti cinesi che si erano formati in Unione Sovietica e per
questo detti gruppo “degli studenti di ritorno” o dei “ventotto bolscevichi”
con lo scopo di assumere il controllo delle basi sovietiche. Il
consolidamento dei Soviet fu reso complicato dalle campagne di
annientamento del governo di Nanchino che però alla fine del 1930 e del
1931 durante la prima e la terza campagna l’armata rossa era riuscita a
imporsi sull’esercito di Kaishek.
Nel novembre del 1931 viene proclamato il soviet dello Jangxi con Mao
Zedong presidente, è un vero e proprio stato che definisce la nuova
Repubblica sovietica cinese come dittatura democratica del proletariato e
dei contadini . La classe operaia presente in quest’area era composta in
realtà da piccoli artigiani. Come nelle altre basi rosse anche in questa zona
viene applicata la riforma agraria e a facilitarne l’introduzione aiutarono
gli studi di Mao che aveva svolto ricerche dalle quali era emerso che il 70
% della popolazione erano contadini molto poveri, circa il 20 % contadini
medi che vivevano in una situazione di autosussistenza e il resto piccoli
artigiani e lavoratori, i proprietari terrieri circa il 4 %. L’applicazione della
riforma agraria non fu uniforme, il successo dipese da diversi fattori ad
esempio dalla qualità della terra, dalla realtà sociale che non era cosi
uguale nelle zone dove si instaurarono le basi rosse. A tutto ciò si
aggiungeva il fatto che la riforma agraria era parte di un processo che si
completava con la mobilitazione contadina.
La lunga marcia durò un anno e condusse le truppe dal sud al nord del
paese. Nel gennaio 1935 nella città di Zunyi si tenne una conferenza che
elesse Mao presidente del Pcc alla presenza anche di Zhu De, Liu Shaoqui,
Zhou Enlai, Peng Dehuai e Deng Xiaoping e anche residui del gruppo dei
28 bolscevichi come Bo Gu e Zhang Wentian i quali ne uscirono indeboliti.
Da gennaio a giugno 1935 lo scontro nel partito fu animato perché c’era
chi come Mao sosteneva lo spostamento delle truppe verso il Nord in
modo da favorire la creazione di nuove basi rosse e chi come Zhan
Guotao sosteneva lo spostamento verso l’est del paese dove nel corso del
1936 subisce una disfatta dalle truppe nazionaliste e per questp motivo
viene espulso dal partito.
Nello scontro prevalse la posizione di Mao che portò a una crescente
ostilità nei confronti di Zhang. Alla fine del 1935 la lunga marcia si era
conclusa nella provincia dello Shanxi dove peraltro esisteva un soviet.
Zhang invece si dirigeva con le truppe verso Sud. Mentre i rapporti tra
Mao e Zhang si complicarono ulteriormente, la strategia venne riadattata
tenendo conto dei contesti locali nei quali si applicava , si trascurava
l’aspetto della mobilitazione di massa.