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Le masse mobilitate dalla guerra (influenzate dalla propaganda, abituate alla violenza, alla morte,
all’obbedienza), nel momento in cui la guerra finisce, ritengono di aver acquisito un credito nei
confronti della politica, delle classi dirigenti e dello Stato.
Dunque, la politica stessa non può ignorare questo credito; ciò significa adeguare la politica ai
valori tramandati dalla guerra, alle risorse simboliche usate per combattere e ai nuovi
strumenti di organizzazione politica.
Per questo motivo, la guerra toglie il filtro che esisteva tra la politica e la dimensione di massa. Ciò
prevede un nuovo coinvolgimento delle società civili.
La guerra per la prima volta salda il rapporto tra IDEOLOGIA-RIVOLUZIONE-PARTITO,
grazie al fatto che la guerra è intervallata da un processo che cambia la vita del sistema politico;
questo processo è la Rivoluzione bolscevica 1917.
In quanto, per la prima volta un partito realizza una rivoluzione, quindi, realizza l’ideologia
(da puro simbolo a fatto storico) e costruisce sulla base di questa ideologia un nuovo regime
politico.
Questo terzo aspetto produrrà due conseguenze in molti dei paesi coinvolti nel conflitto:
1. Radicalizza tutta la dialettica politica, infatti dopo la Prima guerra mondiale tutta la
politica diventa più radicale e ideologica. La politica dopo la Prima guerra mondiale è
caratterizzata da un alto tasso ideologico.
2. Nascita di partiti simili al partito di Lenin (partiti rivoluzionari).
Gli storici hanno individuato tre nuove forme di organizzazione politica e partitica, nel periodo tra
due guerre, grazie alle conseguenze della Prima guerra mondiale:
1. PARTITO DI AVANGUARDIE RIVOLUZIONARIE (Lenin - partito Comunista in
Italia)
2. PARTITO MILIZIA (affonda le sue radici nei valori e nel progetto post-bellico –
Movimento dei fasci di combattimento)
3. PARTITO DI MASSA (evoluzione del partito di integrazione sociale, a seguito delle
trasformazioni prodotte dalle guerra – partito popolare italiano)
Il Partito di Avanguardie Rivoluzionarie lo studiamo partendo da tre livelli di analisi:
1. Il contesto in cui nasce il partito – origini
2. Come si definisce quel progetto politico – evoluzioni
3. Che tipo di partito è
ORIGINI:
Il partito di Lenin dipende:
Contesto storico
Basi teoriche del pensiero di Lenin
Per quanto riguarda le basi di partenza: Russia Zarista. La riflessione di Lenin, parte dal contesto
storico della Russia Zarista. Un sistema caratterizzato da una profonda arretratezza; un sistema
autocratico, in cui il livello di sviluppo economico era molto basso (struttura agricola) e dove lo
sviluppo industriale era stato “guidato dall’alto” per influenza di capitali esteri e investimenti dello
Stato. Dunque, ciò significa, che in Russia non vi è la borghesia capitalistica (di cui parla Marx). Lo
sviluppo industriale era concentrato solo in alcune zone molto distanti tra di loro, e quindi, la
comunicazione tra le classi operaie (molto piccole) manca. Eppure, in Russia, in questa cornice
esiste un partito socialista. Nel 1898, è stato fondato nel congresso di Minsk: il PARTITO SOCIAL
DEMOCRATICO RUSSO. Questo partito socialista è articolato in due componenti:
o Una componente MASSIMALISTA: componente più estrema, il cui capo è Lenin
(antiborghese, anticapitalistica e rivoluzionaria)
o Componente MODERATA/RIFORMISTA: Martoff.
Queste due correnti si divideranno è da una parte una darà vita al partito bolscevico, l’altra a quello
menscevico.
Lenin militando nelle file del partito, inizia a definire la sua STRATEGIA ovvero quale deve
essere l’azione del partito socialista che vive nel contesto della Russia zarista.
Nell’opera “il che fare” (1901-1902), Lenin inizia a definire la sua strategia rivoluzionaria e getta le
basi teoriche (con cosa si fa la rivoluzione), ovvero parla dello strumento con cui attuare la
rivoluzione. Ovviamente, Lenin, parte da Marx, ma lo declina sia sul piano strategico che sul
piano ideologico, tenendo conto delle condizioni della Russia zarista.
Lenin parte da una doppia critica:
1. Nei confronti della social democrazia europea (critica l’SPD, e tutti quei partiti che hanno
tradito la rivoluzione).
2. Tutte le correnti revisioniste (es: Bernstein) e gli anarchici.
Partendo da questi presupposti, inizia a delineare la sua teoria. Il suo punto di partenza è: adattare
il marxismo alle condizioni della Russia, declinando il marxismo sul piano ideologico.