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Il 1917 non è solo uno degli anni più duri della Prima Guerra Mondiale (l’entrata
degli Stati Uniti in guerra e la sconfitta di Caporetto), ma anche il momento
storico in cui, nei “dieci giorni che sconvolsero il mondo”, la rivoluzione in
Russia fa cadere il regime zarista ed instaura uno stato comunista, ispirato alle
teorie di Karl Marx. La rivoluzione, che prende corpo in un paese autocratico ed
arcaico, posto sotto il controllo dello zar Nicola II, vede le forze rivoluzionarie
divise in vari orientamenti: dai bolscevichi (maggioritari all’interno del partito
operaio socialdemocratico, e guidati da Lenin) ai menscevichi (minoritari, e
fautori di una fase intermedia di “rivoluzione borghese”), dai "cadetti", che
chiedono riforme costituzionali e il suffragio universale, fino ai socialisti
rivoluzionari, con forte radicamento nelle campagne. Le sconfitte militari e la
crisi economica fanno precipitare la situazione: nel febbraio 1917 una prima
rivolta, partita da Pietrogrado, porta alle costituzione dei primi “ soviet”
(consigli elettivi dei rivoluzionari); il governo provvisorio passa a L’vov e
Kerenskij, mentre lo zar abdica e Lenin torna in Russia, diffondendo le famose Tesi
di Aprile. I tumulti del luglio 1917 e l’arresto di molti bolscevichi favoriscono
la svolta conservatrice del governo e sono il preludio alla Rivoluzione di Ottobre
(24-25 del calendario russo) e per le durissime condizioni della pace di Brest-
Litovsk (3 marzo 1918).