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LA RUSSIA DALLA RIVOLUZIONE ALLA DITTATURA

LE RIVOLUZIONI DEL 1917 6.1

La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale aveva evidenziato che già da tempo era in crisi
nonostante il paese fosse già avviato verso la crescita economica e verso la modernizzazione ed il governo
avesse realizzato alcune riforme economiche la popolazione russa continuava a vivere in condizioni di
povertà.

Nel 1914 lo zar Nicola secondo scelse di entrare in guerra accanto all’intesa perché pensava che il conflitto
avesse breve durata, ma dopo tre anni la Russia registro enormi perdite di mezzi e di uomini.
Ciò aumentava lo stato di insofferenza della popolazione infatti dal 1915 si susseguirono proteste, scioperi
causati dalla mancanza di prima necessità, ma anche perché vi fu l’aumento dei prezzi.
Nel 1917 la situazione peggiorò poiché scoppiò una protesta a Pietrogrado contro la carestia, ciò dilagò in
tutto il paese trasformandosi in una sommossa contro lo zar, prese il nome di rivoluzione di febbraio. In
seguito si formò un governo liberale provvisorio sotto la presidenza del principe L’lvov che indusse Nicola
II ad abdicare per poi arrestarlo.

A fianco del governo liberale conservatore, le forze popolari e socialiste ricostruirono i soviet, le assemblee
formate da rappresentanti degli operai, dei soldati e dei contadini. I soviet furono composti da delegati
eletti dai lavoratori delle fabbriche e dei corpi dell’esercito, scelti tra i più accesi rappresentanti sia socialisti
rivoluzionari sia socialdemocratici, divisi in bolscevichi (che accettavano la rivoluzione borghese liberale) e
menscevichi (miravano all’abbattimento del regime zarista e della costruzione della dittatura del
proletariato).

Molto presto vi fu un dualismo tra il governo ed il soviet di Pietrogrado che raccoglieva operai, soldati,
partiti e organizzazioni socialiste e democratiche (ciò diventò un’alternativa al potere centrale).
La decisione del governo di continuare la guerra fece aggravare la protesta sociale. La situazione ebbe una
svolta quando il capo bolscevico Lenin dopo l’esilio in Svizzera rientrò a Pietroburgo dove annunciò le tesi
di aprile che sostenevano un’immediata rivoluzione proletaria e comunista. A tale scopo doveva
interrompersi ogni intesa tra le forze rivoluzionarie del governo di L’lvov in modo che quest’ultimo cadesse
(tutto il potere doveva passare i soviet, espressione di proletari e popolari che trasformarono la rivolta di
febbraio in rivoluzione socialista). Le tesi di Lenin prevedevano anche “la terra ai cittadini”, ma anche la
necessità di stipulare una pace immediata.

Gli insuccessi sulla linea del fronte causarono sempre più il malcontento popolare mi fa infatti un ondata
di disordini che fecero dimettere L’lvov. Sei al governo socialdemocratico Kerenskij. Il nuovo governo si
trovò a gestire una situazione difficile sia per la conflittualità con i soviet sia con le varie proteste popolari.
In questo periodo in seguito a tutte queste situazioni si ricercava una figura di che sapesse gestire tutto ciò,
questa figura fu Kornilov inseguito al suo colpo di Stato. A questo punto entrarono in gioco i bolscevichi
con Lenin che organizzarono la resistenza ottenendo autorità sui soviet. Lenin quindi approfitto di questa
situazione per rovesciare il governo e conquistare il potere.

Rientrato clandestinamente a Pietro grado nella notte tra il sei e il 7 novembre 1917 “la guardia rossa”
(armata Rossa degli Operai e dei Contadini, in forma abbreviata Armata Rossa, fu il nome dato alle forze armate
russe dopo la disintegrazione delle forze zariste nel 1917. L'aggettivo “rossa” fa riferimento al colore tradizionale del
movimento socialista e comunista) occupò i centri critici della città ed infine l’8 novembre diede l’assalto al
Palazzo d’Inverno, sede del governo. Ciò prese il nome di rivoluzione d’ottobre che mirava anche alla
formazione di un governo rivoluzionario fatto di operai e soldati.
DALLO STATO SOVIETICO ALL’URSS 6.2

Il successo avuto con la rivoluzione d’ottobre consentì a Lenin di mettersi a capo dello Stato russo. Il nuovo
governo voleva dare una svolta alla vita borghese. I commissari del popolo presero il posto dei ministri e
del governo fu chiamato consiglio dei commissari del popolo. Lenin fu il presidente mentre Stalin e il
commissario delle nazionalità e Trackij commissario dell’esteri.

Il consiglio si occupava del nuovo Stato sovietico, basato sui soviet. Ed uno dei primi obiettivi fu quello di
avviare varie trattative di pace, però il nuovo governo si ritrovò ad affrontare i problemi con la politica
interna, difatti le elezioni per l’assemblea costituente diedero un risultato sfavorevole (25%). Di fronte a
questo Lenin decise che il potere dei soviet era da considerarsi superiore difatti l’assemblea viene sciolta
d’autorità il 18 gennaio 1918. Il nuovo governo dovette anche affrontare la questione della guerra ancora in
corso, difatti iniziarono così trattative con l’Austria con la Germania che si conclusero il 3 marzo 1918 alla
pace di Brest-Litovsk che portò alla Russia a riposare in Polonia, Lituania, province baltiche e ad una parte
della Bielorussia, ma anche il riconoscimento dell’indipendenza della Finlandia e dell’Ucraina.

Lenin si ritrovò anche ad affrontare una guerra civile interna durata fino al 1921. I protagonisti furono i rossi
Da una parte, sostenitori del nuovo governo e di bianchi (=chiamati così per il colore della divisa)
favorevoli al regime zarista e che avevano dato vita all’armata Bianca (esercito anticomunista).
La situazione divenne molto caotica e ciò permise ai bolscevichi di eliminare l’ex sovrano insieme a tutta la
famiglia reale. Alcuni giorni dopo la REPUBBLICA SOCIALISTA FEDERALISTA SOVIETICA RUSSA
venne programmata del PARTITO COMUNISTA RUSSO venne imposto come partito unico.

Nel frattempo per fronteggiare le armate bianche il governo dei soviet organizzò l’armata Rossa sotto
Trockij. Questa guerra civile causò gravi problemi milioni di morti e carestie.
Nonostante questa situazione Lenin credeva che fosse possibile trarre vantaggio dalla guerra, per questo
motivo nel 1919 fu creata la terza internazionale con il compito di coordinare i partiti comunisti al fine di
diffondere su scala mondiale la rivoluzione proletaria.

Durante gli anni della guerra civile Lenin emanò diversi provvedimenti che presero il nome di
‘comunismo di guerra’. Per respingere gli attacchi dell’armata Bianca Lenin sottopose a controllo forzato
tutta la produzione. Sul piano sociale fu soppressa la libertà d’opinione, il divieto di sciopero fu introdotta
insieme al lavoro forzato nelle fabbricheàvenne chiamato COMUNISMO DI GUERRA.
Venne creata una polizia politica la CEKA che fu molto spietata.
Ciò fece crollare la produzione agricola industriale e ciò di conseguenza causò una resistenza da
parte dei contadini a cui Lenin rispose con la repressione e con il terrore poliziesco. Con
quest’episodio si è concluso il comunismo di guerra.
Di fronte all’insuccesso del comunismo di guerra a partire dal 1921 Lenin diede corso alla NEP
(nuova politica economica).
La prima dopo fu quella della fine dell’inquisizione forzata degli alimenti e ciò favorì il benessere
dei contadini ma anche agevolò la produzione (tanto da ritornare come prima). I provvedimenti
della NEP riguardarono anche la grande industria la quale industrie iniziarono a godere di una
libertà d’azione.
La NEP ebbe risultati anche in politica estera poiché contribuì ad attenuare i contrasti tra lo Stato
sovietico e le potenze occidentali.

Bisogna dire che però non ci fu nessuna apertura in campo religioso tanto che fu negato al clero di operare
in campo educativo. Il regime dall’altra parte però stava svolgendo una lotta contro l’analfabetismo.

Altro obiettivo di Lenin fu quello di dare un’organizzazione politica e territoriale al paese. Per questo
motivo nel 1922 venne creata L’UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE (URSS) con
capitale a Mosca.

Il nuovo Stato ebbe anche una Costituzione istituita il 31 gennaio 1924.


Il nuovo Stato era retto da un Consiglio o Soviet, che deteneva il potere legislativo, e da un Consiglio dei
Commissari del Popolo, che deteneva il potere esecutivo. Il potere giudiziario invece viene affidato ad una
corte suprema dei soviet e dei suoi tribunali. La costituzione prevedeva un unico partito politico che era
quello COMUNISTA.
LA COSTRUZIONE DELLO STATO TOTALITARIO
DI STALIN 6.3

Nel 1924 Lenin morì proprio mentre all’interno del partito bolscevico si scontravano due linee
quella della rivoluzione permanente da diffondere su scala mondiale difesa da Trockij e quella del
‘socialismo in un paese’ sostenuto da Stalin, per il quale bisognava consolidare l’economia
socialista e lo Stato Sovietico, in modo tale che la Russia sarebbe diventata il modello ideale in
vista di una rivoluzione mondiale. Lo scontro tra questi due indirizzi si svolse a favore di Stalin.
Quest’ultimo divenne nel 1922 segretario generale del PCSU, si impose alla guida del partito e
dello Stato eliminando tutti avversari politici.

In campo economico Stalin decise di procedere a una rapida industrializzazione del paese, per
questo motivo interruppe la NEP e impose la collettivizzazione forzata della terra che prendeva
dal settore agricolo le risorse necessarie per trasformare l’economia in senso industriale.
Lo Stato assunse così il controllo totale sulle campagne attraverso lo sterminio azione dei kulaki
(=piccoli e medi proprietari terrieri che formarono uno strato sociale agiato grazie alla riforma
agraria attuata dallo zar tra il 1906 il 1910). In seguito predispose i piani quinquennali che avevano
lo scopo di incrementare la produzione industriale. I kulaki furono obbligati ad entrare
nell’azienda agricole dipendenti dallo Stato, i kolchoz (= azienda agricola in cui i contadini
coltivavano collettivamente la terra). La collettivizzazione doveva essere la base dei piani
quinquennali che dovevano lo scopo di organizzare tutte l’economia verso uno sviluppo
industriale.

L’unione sovietica in pochi anni grazie all’industria pesante nel settore siderurgico, metallurgico
ed elettrico, riuscì a realizzare grandi città industriali con comunicazioni ferroviarie e stradali, ma
anche con centrali idroelettriche e raffinerie di petrolio. Tutto ciò fu reso possibile grazie lo
sfruttamento della forza-lavoro. Fu impiegato ogni mezzo per sollecitare l’impegno dei lavoratori
tanto da dare vita a un movimento chiamato stachanovismo dal nome di Stachanov (= latore che
aveva avuto il merito di aver estratto quantità assurde di carbone).

Mentre consolidava la crescita economica Stalin trasformò la Russia in uno Stato totalitario
controllato da un partito unico sotto l’osservazione di Stalin stesso. Questo Stato era fondato sul
controllo della società, della cultura, della vita civile da parte del partito comunista, su una
massiccia propaganda intorno al quale si costruì un vero e proprio culto della personalità.
Negli anni 30 i governi occidentali si trovarono alle prese con la crisi economica del 1929. La svolta
tra l’Urss e le potenze occidentali si ebbe a causa dell’evento del nazionalsocialismo in Germania e
nel timore di una possibile ripresa dell’espansionismo tedesco. Nel 1933 l’Urss venne ammessa
nella società delle nazioni e riconosciuta dagli Stati Uniti in cambio di un’unità di azione fra
comunismo e borghesia ‘democratica’ contro il fascismo.

IL TERRORE STALINIANO E I GULAG 6.4

Per portare avanti la sua strategia economica e politica Stalin utilizzò l’ARMA DEL TERRORE E
DELLA REPRESSIONE prima contro operai poi contro i contadini e pii anche contro i membri
dello stesso partito.

Iniziò così il periodo delle grandi purghe caratterizzato da processi e condanne a morte contro i
membri della vecchia guardia bolscevica tra le vittime vi furono Trackij e Bucharin.

Come mezzo repressione degli oppositori politici di Stalin, vennero utilizzati i GULAG cioè dei
campi di lavoro forzato che si trovano in posti isolati ed inospitali. In questi luoghi vennero
rinchiuse tutte le persone accusate di essere ‘nemiche del popolo’. I detenuti dovevano costruire
strutture destinate al popolamento di quelle regioni.
Inoltre vivevano in condizioni disumane. Vivevano e lavoravano in catene, le loro baracche erano
fredde e umide, erano malnutriti, non venivano curati.

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