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LA RIVOLUZIONE RUSSA

Prima guerra mondiale: una svolta mancata, legata due avvenimenti:


 1) nel 1917 c'è l'ingresso in guerra degli Stati Uniti che sposta gli equilibri a favore dell'intesa,
ma solo nel corso del nel 18, perché ci vuole del tempo che i due milioni di soldati americani (che
combatteranno durante il primo conflitto) vengono dispiegati soprattutto sul fronte occidentale;

 2) l'altro avvenimento del 1917 che sposta gli equilibri è la Rivoluzione Russa (Ottobre 1917),
mentre, secondo il calendario russo, la rivoluzione era associata al mese di novembre.

Abbiamo anche una seconda rivoluzione, che avviene in Russia nel 1917, che è quella decisiva (una
prima rivoluzione era avvenuta nel febbraio dello stesso anno)
Perché la Rivoluzione Russa ha a che fare con la guerra? Perché la rivoluzione di ottobre determina
l'uscita della Russia dal conflitto (nel gennaio del 1918 la Russia firma una pace particolarmente
vantaggiosa per sé stessa ed esce dal conflitto)

In realtà, dal punto di vista militare, l'uscita della Russia non sarà sfruttata al meglio dalla
Germania (dagli imperi centrali) perché la Germania aveva conquistato tutta una parte di territorio
dell'impero russo e, i tedeschi, avevano deciso di mantenere dispiegate una parte delle loro
divisioni (del loro esercito) su quel fronte, anche dopo l'uscita della Russia dal conflitto, e questo
fece sì che i tedeschi non sfruttassero al meglio, dal punto di vista militare, l'uscita della Russia dal
conflitto.

Qual era la situazione dell'impero russo al momento dell'entrata in guerra?


La Prima guerra mondiale, è stata una guerra devastante per tutti vincitori e vinti (per tutti i paesi
impegnati nel conflitto), ma fu ancora più devastante per chi già era entrato nel conflitto con una
serie di problemi: questi paesi erano entrati in guerra non ben consapevoli di quale sarebbe stata
la durata e la natura della guerra stessa!

A seconda delle condizioni in cui i paesi erano entrati nel conflitto, il conflitto aveva pesato in
forma diversa: chi stava peggio di tutti era l'impero Russo, un impero enorme dal punto di vista
territoriale (circa 1/6 delle terre emerse a livello mondiale) ma, allo stesso tempo, un impero
molto arretrato, c’erano poche aree industrializzate  sostanzialmente, attorno a Mosca e a San
Pietroburgo (che poi prenderà il nome di Pietro Grado, e poi di nuovo cambierà nome in
Leningrado) l'economia era quasi tutta agricola
 un’economia molto arretrata con milioni di contadini e, secondo le stime, oltre il 90% della
popolazione si dedicava all'attività agricola, ma era una un'attività agricola svolta in condizioni di
semi schiavitù, con le terre possedute dai latifondisti.
 Non c'era stata nessuna liberalizzazione a livello di concessione di diritti civili e questo impero,
oltre a essere enorme dal punto di vista territoriale, era anche molto variegato dal punto di vista
della composizione etnica, con minoranze etniche/linguistiche presenti in vari territori dell'impero,
soprattutto a sud ovest e a ovest.
Queste minoranze non avevano nessun diritto a livello politico.

L’enorme burocrazia che gestiva questo impero era poi particolarmente inefficiente: in una guerra
delle proporzioni di cui abbiamo detto, uno stato con queste caratteristiche era destinato ad
andare incontro a una serie di problemi, quindi  la Russia scelse di entrare in guerra sulla base
del sistema di alleanze particolari, nel caso della Russia, del tradizionale legame che c'era tra la
Russia e la Serbia;
Quindi  quando la Serbia viene aggredita dall’Austria per non aver rispettato/accettato tutte le
condizioni dell’ultimatum (imposto dall'Austria e dall’Ungheria) l'Austria dichiara guerra alla Serbia
e la Russia interviene in aiuto della Serbia stessa.

Cos'è che legava la Serbia e la Russia? Era la comune appartenenza alla fede cristiano-ortodossa (e,
per esempio, la Serbia è tra i primi paesi che hanno ricevuto il vaccino Sputnik, prodotto dalla
Russia, e perché l’ha ricevuto? Sempre in nome di un’alleanza tradizionale tra questi due paesi, la
quale dipende da questa comune appartenenza religiosa)

Riassumendo: la Russia entra in guerra e l'esercito subisce una serie di perdite umane gravissime,
perché molto male armato e molto mal vestito anche dai comandi militari, finché si arriva ad una
serie di scioperi nelle città e nelle campagne, le quali portano allo sciopero generale di marzo del
1917 (vale a dire, la prima rivoluzione Febbraio Marzo 17) che provoca l’abdicazione dello Zar.

Fra i protagonisti degli scioperi del nostro Febbraio del ‘17 ci sono:
 DONNE protagoniste degli scioperi, non solo in Russia, ma anche in tanti altri paesi;

 SOLDATI: ciò che avviene è il rifiuto dei soldati di sparare sulla folla (come era successo in
passato di fronte in altre situazioni di protesta)

Si forma un governo provvisorio che è in mano a una delle forze socialiste: i diversi partiti socialisti
sono raggruppati in tre formazioni politiche: che sono i MENSCEVICHI, i BOLSCEVICHI e i
SOCIALISTI RIVOLUZIONARI
Fra queste forze, in questa fase della rivoluzione di Febbraio-Marzo 1917, prevalgono i moderati
 quindi non i bolscevichi, che sono i più inclini ad una trasformazione dello stato in senso
socialista, ma essi saranno i protagonisti della successiva rivoluzione di ottobre.
LA RUSSIA IN GUERRA (1916)

Mappa della situazione militare della Russia nel 1916: le frecce indicano le linee dell’avanzata delle
forze degli imperi centrali.
Inoltre, l'impero russo comprendeva anche tutta una serie di stati che, alla fine della Prima guerra
mondiale, diventeranno autonomi, tra cui la Polonia (la quale verrà ricostituita come stato
indipendente alla fine della Prima guerra mondiale)

Alla fine della Prima guerra mondiale, c’è la formazione di 15 stati nazionali (o nuovi o ricostituiti)
come nel caso della Polonia e  la scomparsa degli imperi e la formazione di stati nazionali, sarà
una delle grandi trasformazioni prodotte dalla guerra;
 infatti, le rivendicazioni dei movimenti nazionalisti sono stati uno dei fattori che aveva
precipitato l'Europa in guerra.

Cosa sono i Soviet e cosa c’entrano con la rivoluzione?


SOVIET = CONSIGLI  Sono delle assemblee formate da contadini e operai che si opponevano alla
continuazione della guerra e chiedevano un profondo cambio a livello politico.

I Soviet erano composti da diversi partiti: i Bolscevichi che, all'inizio della rivoluzione sono
minoritari e, dopo l’abdicazione dello zar, si forma un governo guidato dai moderati (dai
Menscevichi)
Cosa succede? Questo governo decide di proseguire nello sforzo bellico, nonostante stava
diventando insostenibile per le grandi perdite umane e anche per la difficile situazione economica
del paese.

Abbiamo quindi una situazione tra la prima Rivoluzione di febbraio e quella trionfante di ottobre
1917 che possiamo definire “UN DOPPIO POTERE”  si forma un governo centrale provvisorio
guidato dai partiti moderati, e ci sono i Soviet, delle assemblee di base, in cui sono protagonisti i
soldati e i contadini, che chiedono la fine della guerra e l'assegnazione delle terre agli stessi
contadini che le lavoravano.

Tutto cambia quando, in Russia, rientra (dall’esilio in cui si trovava in Svizzera) il leader del partito
Bolscevico Lenin, con le famose tesi di aprile, che si chiamano così perché furono diffuse nel mese
di Aprile del 1917, e Lenin cambia l'agenda politica della Russia, cioè non si accontenta
dell’abdicazione dello zar, ma vuole andare oltre con la rivoluzione, verso la trasformazione
socialista.

Questi sono i tre slogan principali contenuti nelle tesi di Aprile, che sono il programma politico dei
Bolscevichi per una nuova fase rivoluzionaria.
Lenin  rientra in Russia, dall’esilio, grazie all'appoggio soprattutto dei tedeschi.

Cosa c'entrano i tedeschi? Erano interessati a provocare il caos in Russia, quindi a favorire un
ulteriore scenario rivoluzionario, perché volevano l’uscita della Russia dal conflitto anche se, una
volta fuori, i Tedeschi non ne approfitteranno.

Situazione molto complessa: in cui abbiamo un governo provvisorio e abbiamo (dentro ai Soviet)
un partito, quello Bolscevico, che poi cambierà nome in partito Comunista, che vuole andare oltre
ma, soprattutto, vuole uscire dal conflitto e ottenere la trasformazione dello Stato in uno stato
controllato dai Soviet.
In questa situazione, si verificano una serie di momenti in cui l'autorità politica dimostra di non
avere più il controllo della situazione, con i soldati che si rifiutano di impedire l'occupazione delle
terre e il moltiplicarsi degli scioperi.
In questo contesto, in cui il paese sta per precipitare in una situazione di anarchia, soprattutto
perché i soldati cominciano a rifiutarsi in massa di combattere e anche di reprimere le proteste
che scoppiano nelle città, Lenin decide che è arrivato il momento di prendere il potere.

PALAZZO D’INVERNO  si trova a San Pietroburgo, era la sede del potere zarista, e prendeva il
nome dal fatto che, inizialmente, era la sede d'inverno, perché il sovrano si spostava in questo
palazzo si nei mesi invernali, che poi diventò la residenza ufficiale dello Zar.
Era un palazzo di dimensioni enormi  questo perché doveva rappresentare, anche
simbolicamente, l'enorme estensione dell'impero.

Le prime decisioni di Lenin dopo l’ascesa al potere dei Bolscevichi:


Dopo l’abdicazione dello Zar  la caduta degli imperi si traduce in una trasformazione, in senso
repubblicano, degli stati: una volta fatti fuori i sovrani, fatti fuori anche fisicamente, nel senso che
la famiglia dello Zar fu assassinata dopo la presa del potere da parte dei Bolscevichi, si passò ad
una forma istituzionale repubblicana.
Lenin mantiene i patti, ovvero mette in pratica il programma con cui si era presentato al rientro in
Russia, quindi la pace verrà siglata poi, formalmente, nel gennaio del 1918.
 Si iniziano a distribuire le terre ai contadini e vi è tutta un'altra serie di passaggi:
 Inizia il processo di nazionalizzazione delle banche e delle principali Industrie: vi è l'applicazione
del programma marxista rivoluzionario, che prevede l'acquisizione del controllo dei mezzi di
produzione.

Problema della Repubblica Sovietica: quello di dare il potere ai Soviet, ai consigli formati da operai
e contadini (in realtà, questo potere ai Soviet non verrà mai dato e si costituirà uno stato verticale
con il partito comunista che detiene tutto il potere)

Dal punto di vista territoriale, uno dei principi delle tesi di Aprile era l'autodeterminazione dei
popoli (verrà concetta l’indipendenza alla Polonia e alla Finlandia)
Questa decisione di Lenin però implica, assieme alle condizioni imposte dalla Germania (imperi
centrali) al momento della firma di una pace, la perdita di vastissimi territori
(i territori che la Russia perde, dopo la firma del trattato, sono circa 1/5 del totale)
 questo significa anche una perdita di tutta una serie di risorse, in particolare agricole, perché
alcuni dei territori, in particolare l'Ucraina e la Russia, erano tra le aree più produttive dell'impero
russo sul piano agricolo.

Le conseguenze di queste decisioni e della firma della pace, in questi termini, sono molto pesanti
sul fronte interno  c'è molta opposizione alla politica di Lenin, tanto che si vedrà lo scoppio di
una guerra civile tra le forze cosiddette rosse (le forze rivoluzionarie) e quelle dei bianchi (I contro
rivoluzionari)
Mappa di com’era l'impero Russo nel 1914: questa enorme estensione che comprende anche una
serie di stati che poi diventeranno indipendenti (la Polonia: Varsavia è la capitale della Polonia che
poi prenderà anche territori dell'ex impero tedesco; la Finlandia, e tutta una serie di altri stati che
poi diventeranno appunto e stati indipendenti)

“Guerra civile” significa una serie di cose sia sul piano economico, sia sul piano politico e lo stato di
guerra consente, al partito Bolscevico comunista, di instaurare una dittatura, quindi di eliminare
una delle tesi di aprile: quella di consegnare tutto il potere ai Soviet, tesi sulla base della quale
anche Lenin aveva ottenuto una serie di accordi e di consenso.

 I Bolscevichi organizzano un esercito chiamato “L’armata Rossa”, guidato da uno dei


protagonisti della rivoluzione TROCKIJ

 Lenin sarà uno dei protagonisti dello scontro che ci sarà ai vertici del partito comunista, insieme
ad un altro leader Oliverio che, alla fine, uscirà vincitore e imporrà la trasformazione dello Stato
con un regime totalitario.
La fase della guerra civile  fase terribile, che vede milioni di morti, provocati soprattutto dalla
carestia.
Lenin ordina la requisizione dei prodotti agricoli nella campagna: un po’ per alimentare l'esercito
(l'armata rossa) e un po' per sostenere le popolazioni urbane però, il risultato di queste
esportazioni forzate, sarà il crollo della produzione (anche perché la situazione di guerra, che
riguardava tutta una serie di territori, provocò il caos anche sul piano della produzione)

L'armata rossa guidata da Trockij che, in queste circostanze, si dimostra un abilissimo comandante
militare, avanza e si riprende tutta una serie di territori.

Il sogno di Lenin di esportare la rivoluzione in Europa è un sogno che si infrange


 ci sarà una presa del potere momentanea in Ungheria, con uno dei leader della rivoluzione Béla
Kun che, alla fine della Prima guerra mondiale, prenderà brevemente il potere, ma l'Ungheria sarà
invasa poi dai vicini che si riprenderanno una parte dei territori ungheresi e la fase rivoluzionaria si
concluderà.

Negli altri paesi dove scoppiarono tentativi rivoluzionari, come per esempio in Germania, i
comunisti non riuscirono a prendere il potere quindi, in questa fase, il partito Bolscevico
comunista si consolida, alla fine del processo della guerra civile, solo in Russia,
e le conseguenze, in termini di perdite di vite umane (soprattutto per la carestia), sono terribili.

ANNO 1920: Vi sono una serie di questioni legate alle interpretazioni del conflitto, al fatto che,
dopo la fine della guerra, bisognava stabilire chi fossero i vincitori, i quali dovevano stabilire di chi
fosse la colpa e chi dovesse pagare i danni.

Lenin  il protagonista della rivoluzione russa, aveva sostenuto che l'imperialismo (inteso come
sinonimo di colonialismo = quindi conquista e sfruttamento di territori, di paesi) ne fosse la causa
L'interpretazione di Lenin: la guerra era una guerra imperialista e le potenze capitaliste la
conducevano in nome di un principio: l'affermazione territoriale ai fini dello sfruttamento di altri
paesi, a cui il Leninismo e poi il Comunismo contrapporranno un altro principio, che è quello
invece internazionalista.
Dopo la fine della Prima guerra mondiale, verrà creata la terza internazionale  un organismo di
coordinamento dei partiti comunisti, che chiamava tutti gli operai e le classi popolari dei diversi
paesi a lottare, non più in nome di un principio nazionale o imperialista, ma in nome di un principio
internazionale di affermazione del sistema comunista  quindi in un rovesciamento di quelle che,
secondo Lenin, erano state le cause della guerra.

 Alla fine della guerra, alla Germania verrà attribuita l’intera responsabilità del primo conflitto
mondiale!

FRANCESCO NITTI  uno dei protagonisti della politica italiana nella fase liberale (la fase
giolittiana) scrive libri che sono piuttosto evocativi, che ci ricordano quella che è stata la Prima
guerra mondiale e quali sono le interpretazioni di chi l'ha vista come una tragedia, e come l’inizio
della decadenza dell'Europa.

La Prima guerra mondiale interrompe il periodo conosciuto con il nome di “Belle Epoque”, una
fase lunga di pace (almeno sul territorio europeo), una fase in cui le potenze europee si erano
impegnate nello spartirsi l'Africa e l'Asia, per costruirsi quegli imperi coloniali che facevano sì che i
tre quarti del mondo fossero sotto il controllo delle principali potenze europee;

Nitti non è l’unico a pensare che, con la guerra, quel mondo sia finito e che la guerra sia l'inizio di
una fase nuova.
Sintesi dell’impatto della guerra in diversi ambiti:
 geopolitico: la dissoluzione di quattro imperi: l'impero tedesco, l’impero russo, l’impero
austrungarico e l’impero ottomano;

A livello economico  tutti gli Stati, compresi i vincitori, si sono indebitati fortemente
Per poter fare la guerra, servono molti soldi e per averli, ci sono solo due modi: o si aumentano le
tasse o si fa debito;
 Il debito, ovviamente, provoca anche un aumento dell'inflazione, cioè la moneta vale sempre di
meno (situazione di pesante inflazione ci saranno per esempio in Italia e in Germania)

Scioperi: non ci sono solo in Russia, ma anche in tantissimi paesi (anche quelli che, dal punto di
vista del riconoscimento dei diritti politici, erano molto più avanti rispetto alla Russia)
 In Inghilterra ci sono rivolte perché l’Irlanda chiede l'indipendenza;
 In Italia ci sono scioperi per l'inflazione in carovita, cioè l'aumento dei prezzi e dei prodotti
(come il pane)

Ma l'impatto della guerra provoca tutta una serie di conseguenze, e vi è anche il successivo
periodo di riconversione: ci sono decine di milioni di uomini che si trovano a combattere in quattro
anni e mezzo di guerra nelle trincee  questi uomini poi devono tornare a casa e riconvertirsi alla
vita civile, alla vita quotidiana (la guerra ha significato una profonda trasformazione anche da
questo punto di vista)

Fenomeno del profugato  spostamenti forzati di popolazioni, costretti a vivere fuori dalle loro
case in campi di “prigionia”, di internamento forzato, in condizioni misere;

La trasformazione della politica  i fenomeni di democratizzazione  la guerra è uno dei motori


del processo di democratizzazione che porta alla concessione del diritto di voto in diversi paesi (a
ridosso della Prima guerra mondiale)

Date della concessione di voto alle donne anche in paesi non belligeranti: la Danimarca, i Paesi
Bassi e la Svezia, a ridosso della conclusione della guerra, o durante essa.

Questo ci dice che è in atto un processo più vasto di democratizzazione delle società europee e
non europee  sappiamo che il movimento per il riconoscimento del diritto di voto alle donne è
un movimento politico che si sviluppa tra la fine dell'800 e l’inizio del 900;
 Il movimento delle cosiddette suffragette: DONNE che chiedevano la concessione del suffragio,
che non è prettamente legato al ruolo che le donne hanno nel corso del conflitto, perché sennò
non si spiega perché, per esempio, in Italia e in Francia (due paesi pesantemente coinvolti nel
conflitto, in cui anche le donne sono impegnate a sostituire gli uomini nella produzione industriale)
il diritto di voto alle donne verrà concesso solo dopo la Seconda guerra mondiale e in Inghilterra
(un altro paese capofila nell’impegno delle donne in sostituzione o accompagnamento degli
uomini in tutta la serie di lavori) il diritto di voto alle donne verrà concesso solo a chi aveva più di
30 anni ;

Discorso in onore della Festa della Donna (08/03/2021)


Discorso tenuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: tra la legislazione e poi la realtà
dei costumi e dei comportamenti (Mattarella si riferiva alla violenza sulle donne e ai femminicidi)
c'è uno scarto, nel senso che, anche se c'è una tutela legislativa, poi i comportamenti sono altri.
C’è uno scarto anche tra l'effettiva partecipazione delle donne (in tanti, come lavoro) alla vita dei
diversi paesi e il riconoscimento legislativo che può venire in ritardo, quando già le donne sono
protagoniste della vita economica, però il legislatore solo tardivamente riconosce il in questo caso
in diritto di voto.

L’altro problema è quello che ha di nuovo richiamato il presidente del consiglio Draghi, cioè il fatto
che, al di là che ci sia una parità, per esempio nell’accesso al mercato del lavoro poi, di fatto,
l'ascesa dentro alle diverse professioni in femminile è molto più complicata, perché c'è tutta una
serie di ostacoli  quei famosi ostacoli che la costituzione si ripromette o si impegna a rimuovere,
ma che in realtà non sono stati rimossi (che significa per esempio: assenza di un certo tipo di
welfare che consenta alle donne di conciliare la vita familiare con quella lavorativa, e con la
progressione di carriera, o anche le disuguaglianze nei salari, le quali sono spesso legate al fatto
che le donne hanno una progressione di carriera molto più complicata)

Tuttavia, questa slide ci richiama un processo fondamentale che sta avvenendo in tutti i principali
paesi occidentali  che è la profonda trasformazione, in senso di accesso delle masse, alla vita
politica.
Quindi  le società occidentali si stanno trasformando in società di massa in cui, non solo la
produzione vede impegnate uomini e donne, ma anche l'accesso alla vita politica non è più
riservato a pochi, nel caso dell’Italia l'ho, c'è un ritardo da questo punto di vista:
il suffragio maschile sarà concesso prima della Prima guerra mondiale e quello femminile sarà
concesso solo dopo la Seconda.

La questione geopolitica  una profonda trasformazione che si dà negli assetti dell’Europa in,
seguito alla Prima guerra mondiale.
Processo  è un processo di creazione di tutta una serie di stati nazionali;
I movimenti nazionalisti erano una stati uno dei fuochi accesi che avevano poi alimentato il
processo che porta allo scoppio della guerra (l'attentato di Sarajevo è opera di un nazionalista
serbo che faceva parte di un movimento che voleva creare la cosiddetta grande Serbia, quindi un
movimento nazionalista. La Serbia era praticamente autonoma dall'impero Austrungarico, però
alcuni di questi movimenti volevano di più: la riunificazione, attorno allo stato Serbo, di tutta una
serie di altri territori dei Balcani, come avverrà alla fine della Prima guerra mondiale, si formerà
attorno alla Serbia questo nuovo stato, che dal 1929 prenderà il nome di Iugoslavia)

Uno dei problemi che rimane alla fine della Prima guerra mondiale è il fatto che si creano molti più
confini  con la dissoluzione degli imperi, solo dall’ex impero austrungarico, si formano: Austra,
Ungheria, Cecoslovacchia e la Iugoslavia (l’Unione delle repubbliche socialiste e sovietiche e gli
Stati che si formano al confine occidentale, con territori in parte e ex appartenenti all'impero russo
e in parte sottratti alla Germania)

Tra Polonia e Germania ci sarà un problema  sì introduce nella Seconda guerra mondiale; una
questione irrisolta nel 1919 che l'Europa poi si trascinerà fino al 1939.

Tra gli imperi che si risolvono c’è l’impero ottomano:

OGGI  È una delle aree più complesse a livello geopolitico. In Siria, da 10 anni, si combatte una
guerra civile (avvenuta non solo per colpa dei trattati di pace, ma le potenze europee si
spartiscono questa area, dando forma a stati che non erano omogenei dal punto di vista della
composizione etnica o religiosa)
Quello che è importante ricordare è che il principio, in base al quale vengono ridisegnati i confini
dell'Europa, è quello dell'autodeterminazione dei popoli  Cosa vuol dire? Vuol dire “ogni nazione
uno stato” = Ogni unità linguistica/culturale deve avere un suo stato;
Cosa succede? Succede che in molti contesti in Europa, e anche nell’ex impero ottomano, non è
possibile far corrispondere i confini nazionali (molti dei confini tracciati dalle potenze europee) con
perfettamente (con un righello) perché non sono confini naturali! (come quelli dell’Egitto, per
esempio, e degli stati che confinano con l'Egitto)

Solitamente  i confini erano ritagliati sulle appartenenze linguistiche, culturali e religiose però
non sempre, e questo faceva si che non ci fossero minoranze.
Soprattutto le minoranze tedesche (quindi persone di lingua e cultura tedesca che vivevano nei
diversi paesi, che vengono creati dopo la dissoluzione dell'impero austrungarico) saranno alla base
delle rivendicazioni di Hitler dopo la sua ascesa al potere in Germania nel 1933.

Impero ottomano  si verifica una vera e propria spartizione dell’ex impero ottomano, che era un
impero, come quello russo, già fortemente indebolito perché, i territori che appartenevano
all'impero ottomano, vengono assegnati alle principali potenze, con una formula nuova e di diritto
internazionale che è quella del “mandato”.

Cos'è il mandato? Il mandato è un istituto che esisteva già prima, ma che viene applicato su larga
scala dalla fine della Prima guerra mondiale, in base al quale una potenza assume il controllo, il
governo di un altro paese, che viene considerato non in grado di gestirsi in autonomia.
Potremmo dire, con un termine meno corretto dal punto di vista del diritto, che un mandato è una
specie di supervisione;
 Alle potenze europee, in particolare la Francia e l’Inghilterra, viene data una supervisione, una
gestione di questi paesi, sulla base di cosa: degli interessi delle stesse potenze europee e di una
“teorica” omogeneità dei territori che vengono, in questo modo, suddivisi.

Perché “teorica”? Perché, se noi andiamo a vedere la composizione etnica e religiosa dei diversi
mandati (nel caso della Francia: la Siria e il Libano. nel caso della Gran Bretagna: la Palestina e in
parte l'Egitto che, in realtà, era ormai autonomo) in realtà, queste suddivisioni rispettavano molto
poco le divisioni etniche e religiose.

Citazione dei libri di Francesco Saverio (guerra vista come: la tragedia dell’Europa, la decadenza
dell'Europa)  quindi c'è la percezione che l'Europa, che ha perso anche autorevolezza nel
momento in cui la guerra ha provocato 10 milioni di morti e quindi, non è più affermabile l'idea
colonialista della supremazia europea, quindi del diritto degli europei basato sulla loro superiore
civilizzazione a dominare e governare gli altri paesi;
 quindi, c'è una parte della classe dirigente che percepisce che la guerra ha messo in crisi tutto
questo, però nella pratica si continua la gestione del mondo, ed essa continua a essere condotta
sulla base del principio che era stato alla base del colonialismo dei decenni precedenti.

MANDATO  “Istituto previsto dal patto della Società delle Nazioni allo scopo di sottoporre a una
forma di governo internazionalmente regolata i territori sottratti alla Germania e alla Turchia dopo
la Prima Guerra Mondiale, affidandoli a tutele e all’amministrazione di alcune delle potenze
vincitrici”

Alla fine della Prima guerra mondiale  tutti i paesi si sono indebitati, non solo i paesi sconfitti, ma
anche i paesi vincitori: l'Italia, la Francia, l’Inghilterra si sono indebitati con gli Stati Uniti, che
emergono alla fine della Prima guerra mondiale come la maggiore mondiale, ma emergono come
la maggiore potenza mondiale e, nel mentre, gli europei pensano di continuare a spartirsi il mondo

Cioè  la logica che viene adottata alla fine della Prima guerra mondiale era la stessa che era
adottata in precedenza e quindi, nel caso della Germania, le vengono sottratte tutte le colonie che
vengono spartite tra i vincitori;
Nel caso dell'impero ottomano  avviene la dissoluzione e la spartizione di territori che erano, in
quella fase, promettenti per un certo tipo di risorse energetiche (per esempio il petrolio  negli
anni tra le due guerre, non era ancora la fonte principale di energia, ma già si profilava come una
risorsa importante e strategica; la motorizzazione di massa era ancora molto indietro in Europa
negli anni 20, ma era già molto avanzata negli Stati Uniti, che erano già una società, non solo di
produzione, ma anche di consumi di massa)
(Negli Stati Uniti invece  c’è un anticipo di decine di anni nella profonda trasformazione
dell'economia, della produzione e del consumo)
Quindi, abbiamo un non allineamento nei comportamenti delle potenze europee, rispetto a quello
che era emerso durante la Prima guerra mondiale: due esempi di due delle aree più complicate a
oggi: la Siria in cui c'è una guerra civile da 10 anni e la Palestina, attuale stato di Israele:

 Con “invenzione” intendo far riferimento alla questione riguardante i confini della Siria (che
sono stati tracciati anche dal punto di vista fisico quindi, non si tratta di un confine naturale ma è
un confine deciso sulla base di logiche diverse)

Quello che succede  alla Francia vengono assegnati un insieme di territori, che erano Stati con
caratteristiche diverse, dal punto di vista della composizione etnica e soprattutto religiosa;
uno di questi Stati, precedenti alla creazione della Siria, era lo stato degli ALAWITI (un gruppo
religioso che appartiene alla grande famiglia sciita: il mondo musulmano si divide in due grandi
famiglie, che sono gli sciiti e i sunniti, e dentro al mondo musulmano, gli sciiti sono una minoranza
(attorno al 20% circa complessivamente dei musulmani)
E, dentro a questa minoranza del mondo musulmano, c'è un’ulteriore minoranza che sono gli
Alawiti, cui appartiene l'attuale presidente siriano ASSHAD.

In tappe successive, per decisione della Francia, la Siria viene assemblata.


 Per meglio governare questo territorio, la Francia unifica queste organizzazioni territoriali
preesistenti, che erano legate ad appartenenze etnico-religiose, e quello che fa è creare,
sostanzialmente, uno stato nuovo con l’ammissione dello Stato degli Alawiti al resto dei territori
che erano stati unificati nel 1925 in Siria.
Perché “guerra civile”? Perché se andiamo a vedere, le suddivisioni delle parti e i diversi interventi
di potenze straniere, ci riportano alla situazione di pre-creazione della Siria ovvero: gli scontri sono
originati da una contrapposizione  attorno a i nuclei che erano gli Stati precedenti alla creazione
della Siria, si sono aggregati i contendenti o parte dei contendenti, dell'attuale conflitto civile in
Siria.
La fine della guerra civile è datata 2018 ma, in realtà, sappiamo che la situazione in Siria non è per
nulla pacificata.

(Inoltre, si calcola che ci siano circa due milioni di profughi siriani, che sono sparsi sui territori
confinanti, in particolare in Turchia; c’è un fenomeno di profugato  infatti, molti
profughi/rifugiati siriani si sono ha trasferiti in diversi paesi europei, come la Germania, la quale ne
ha accolti centinaia di migliaia)

Il mandato della Gran Bretagna in Medio Oriente (in particolare il caso della Palestina = il nucleo
dell’attuale stato di Israele, che è una delle aree più complicate e conflittuali del Medio Oriente)

Prima del 1914, la Palestina era un territorio misto dal punto di vista religioso, abitato sia da arabi
che da ebrei. Entrambi questi gruppi avevano fame di rivendicazioni di tipo nazionalista (negli anni
dei decenni, prima della dello scoppio della guerra mondiale, il nazionalismo è ovunque)

Cosa succede nel corso della guerra? Per mantenere sotto controllo la situazione, la Gran
Bretagna, attraverso il suo ministro Balfour, fa questa famosa dichiarazione “la dichiarazione
Balfour” che, sostanzialmente, è una dichiarazione di appoggio degli Inglesi all’immigrazione
ebraica in Palestina.
Quello che si sta verificando In Europa, in particolare nei territori dell'impero russo e in Europa
orientale in generale, era una serie di fenomeni, quindi di persecuzioni nei confronti delle
minoranze ebraiche, che avevano dato il via ad un movimento di trasferimento di ebrei verso la
Palestina e non solo, ma anche nelle Americhe.

Ma cosa succede in questo contesto della Palestina? Alimentata da questa dichiarazione,


l'emigrazione degli ebrei verso la Palestina aumenta in modo esponenziale e, negli anni ’20 e ’30,
si verifica tutta una serie di scontri tra Arabi e Ebrei (N.B = parallela crescita di un nazionalismo
arabo e un nazionalismo ebraico)
Durante la Seconda guerra mondiale, c’è stata la scioà, che è stato lo sterminio di sei milioni di
Ebrei in Europa, e viene decisa la formazione di uno stato degli Ebrei, che sarà lo stato di Israele
ma, in realtà l’Onu, che sarà la nuova società delle Nazioni formata dopo il secondo conflitto
mondiale, deciderà la formazione di due stati nel territorio dell'antica Palestina: questi due stati
non arriveranno mai a formarsi e, nel 1948, gli stati arabi che erano attorno allo stato di Israele, lo
attaccheranno e sarà l'inizio  da un lato, del conflitto israelo-palestinese (dentro al territorio di
Israele) e dall’altro, del conflitto arabo-israeliano
 Ovvero, tra lo stato di Israele e gli Stati Arabi che, o sono al confine con Israele, o comunque
appartengono alla lega araba di un conflitto che dura fino ai nostri giorni.

Alla fine del conflitto, i vincitori decidono che la colpa della guerra è della Germania perché,
andando a vedere, la Germania aveva invaso il Belgio (che era neutrale) per cercare di arrivare a
Parigi (Piano Schliffen che in realtà, dal punto di vista militare, era un piano vecchio e non era
adatto al reale funzionamento della guerra, contesto caratterizzato: dalla crescita degli armamenti,
dalla formazione di eserciti di milioni di soldati, ecc…)

Quindi, c'è questa attribuzione di colpa e ciò fa si che, a Versailles, si riuniscano solo i vincitori,
mentre i vinti vengono esclusi dalle trattative.
 Oltre al fatto che i vinti vengono esclusi dalle trattative, c'è un atteggiamento che potremmo
definire “punitivo”, di una parte dei vincitori, in particolare della Francia.
Fra i vincitori, ci sono anche gli Stati Uniti, che intervengono nel 1917 e schierano circa due milioni
di soldati (complessivamente) nei primi mesi del 1918 e, gli Stati Uniti, sono entrati in guerra con
un programma ben preciso per il dopo (la fine del conflitto), che sono i famosi 14 punti del
presidente americano Wilson.
 Fra questi 14 punti c'è di nuovo (fondamentale): il principio del rispetto della nazionalità, quello
che Lenin chiamava “l'autodeterminazione dei popoli”. Quindi, non dovevano più esserci quelle
situazioni di interi multietnici, che erano stati nell’interpretazione di tanti, una delle cause dello
scoppio della guerra, nel senso che avevano alimentato movimenti nazionalisti aggressivi come, ad
esempio in Serbia (e non solo) e quindi erano una potenziale minaccia anche al ristabilimento della
pace.

I 14 punti del presidente americano Wilson, si differenziano profondamente dall’atteggiamento


delle potenze europee: un po’ perché Wilson era una figura di intellettuale, che era effettivamente
animato da una serie di principi sani;
e un po’ perché, oggettivamente, tra gli interessi degli Stati Uniti, non c'era quello di avere delle
acquisizioni territoriali, e nemmeno l’interesse di ottenere dalla Germania la riparazione dei danni
di guerra (interesse che aveva, fortemente, la Francia)

I 14 punti ci dicono che Gli Stati Uniti si presentano al mondo come una prima potenza mondiale,
ovvero hanno un programma che esula ormai dal continente americano.
Fino alla Prima guerra mondiale, gli Stati Uniti erano stati considerati, nell’ambito delle relazioni
internazionali, una potenza isolazionista, ma sulla base di cosa?
Sulla base di un’altra dottrina (una specie di 14 punti dell'Ottocento) che era stata proclamata dal
presidente Monroe e questa dottrina, in sintesi, conteneva un principio molto diverso che era:
“L’America agli Americani” – “L’Europa agli Europei” e, nel corso dell’800, gli Stati Uniti avevano
messo in pratica questa dottrina Monroe, avanzando territorialmente = la famosa conquista del
West, quindi  l'avanzata verso la costa del pacifico, con la colonizzazione e l’immigrazione
europea)

Alla fine dell'Ottocento, questo processo di ampliamento territoriale, in particolare dopo la guerra
civile americana (1861-1865), aveva ricevuto un forte impulso e gli Stati Uniti, da quel momento in
avanti, si erano mossi soprattutto in centro America (fuori dai loro confini) per mettere sotto
controllo determinate aree o per esempio, nel caso di Panama, gli Stati Uniti creano uno stato
attorno al canale di Panama (questo canale permette di far viaggiare le merci dall’atlantico al
pacifico, saltando la circumnavigazione del continente, che è una svolta tanto grande quanto lo
era stata, nella seconda metà dell’800, l'apertura del canale di Suez, quindi la comunicazione tra il
Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, che aveva contribuito a creare un mondo più globale, dal punto
di vista della possibilità di far viaggiare uomini e merci più velocemente)

I14 punti di Wilson  rappresentano quindi una grande svolta nella politica estera americana, nel
modo in cui gli statuti si rapportano al mondo. Gli Stati Uniti prendono coscienza del fatto che si
affermano al mondo come la prima potenza economica mondiale.
(Tanto che, si calcola che, alla fine di una guerra mondiale, metà del PIL, quindi del prodotto
mondiale, fosse appunto prodotto negli Stati Uniti)

Cosa contenevano questi 14 punti? Soprattutto, il principio di nazionalità che secondo Winston
doveva essere la base per la costruzione di un mondo di pace.
I principi fondamentali per gli Americani erano: la libertà di commercio e la libertà dei mari
Gli Stati Uniti Sono la prima potenza mondiale e, da sempre, quelli che vogliono togliere i dazi
doganali e vogliono commerciare liberamente, sono quelli a cui va molto bene
Quand’è che gli Stati Uniti hanno cambiato questa politica della libertà dei mari, ma soprattutto,
della libertà di commercio? Nell’era del presidente Donald Trump, con gli Stati Uniti in forte
difficoltà;
Nel contesto della seconda globalizzazione, la prepotente avanzata della Cina, che ha guadagnato
posizioni nell'economia mondiale, ha indotto il presidente Trump a tentare di intervenire con
l'introduzione di dazi per proteggere le merci americane.
Quindi, l’assenza della libertà di commercio vuol dire sostanzialmente quello: la possibilità per tutti
di esportare le proprie merci, senza che i paesi verso i quali queste merci si esportano, non
pongano dei dazi (delle imposte) sull’importazione delle merci stesse.

L'altra idea fondamentale che aveva Wilson era quella della cosiddetta associazione di nazioni:
 Alla fine della Prima guerra mondiale, verrà formata quella che possiamo considerare la
progenitrice dell’uomo che si chiamava “Società delle Nazioni”, ma questa società delle Nazioni
sarà fallimentare.

L'altro elemento contenuto nei 14 punti: era la riduzione degli armamenti e la fine della
diplomazia segreta. Nell’uno e nell'altro campo il successo è stato nullo!
 Wilson non è riuscito a imporre questo principio.
In ogni caso, questo programma è molto importante, perché ci parla di un movimento verso la
creazione di organismi internazionali, che prende avvio dopo la Prima guerra mondiale (o
comunque, se non prende avvio riceve forte impulso) quindi, c'è un doppio movimento alla fine
del primo conflitto mondiale:
A) Da un lato si moltiplicano gli Stati nazionali, dove si afferma il principio di nazionalità;
B) Dall'altro si lavora per formare organismi sovranazionali perché, nello stato nazione si
individua una delle cause, se non la causa principale, dei conflitti.

Società delle Nazioni “Un fallimento annunciato”, perché? Un po' perché si può dire che il
programma di Wilson fosse troppo avanzato, nel momento in cui più le potenze europee
ragionavano in altri termini, anche perché ci sono interessi:

 Gli Stati Uniti sono interessati alla libertà di commercio e poco interessati alle conquiste
territoriali in Europa o in Africa, eventualmente sono interessati a conquiste non territoriali, ma a
controllo dei paesi dell'America Centrale e, in parte, anche dell'America Latina
America Latina  che, secondo una nota definizione, è sempre stata considerata dai
nordamericani come “il cortile di casa”, quindi l'area di loro diretto interesse, in cui gli Stati Uniti,
anche se non hanno esercitato un imperialismo di tipo coloniale, hanno però esercitato il
cosiddetto “imperialismo informale” quindi una forma di controllo economico o anche
indirettamente politico, su stati di alcuni che, in alcuni casi, erano stati molto deboli dal punto di
vista territoriale e demografico.

14 PUNTI DI WILSON  Un programma forse troppo avanzato, quando le potenze europee si


muovevano ancora secondo logiche diverse: mandati, acquisizione di territori, controllo di stati
che potevano fornire risorse o che erano utili dal punto di vista economico.

“Società delle Nazioni”: perché un fallimento annunciato? Perché ci sono delle tare iniziali:

 Inizialmente, vengono escluse la Russia (dove è scoppiata la rivoluzione e si è affermata la


Repubblica Sovietica con Lenin e, ovviamente, uno stato di tipo comunista non era molto gradito a
Occidente)
-poi viene esclusa la Germania (responsabile della guerra e quindi non inclusa nella Società delle
Nazioni)
M poi  gli Stati Uniti non aderiscono alla Società delle Nazioni (anche se tra le nazioni) perché il
presidente americano Wilson, che aveva pure affermato la necessità di creare questo organismo
internazionale, non ha il potere di decidere in autonomia ma deve presentarsi al congresso per
queste decisioni che hanno a che fare con la collocazione internazionale del paese.
Wilson si presenta al congresso (quindi al Parlamento americano) chiede il voto favorevole
all'adesione e non lo ottiene, perché?
Perché: se la dottrina Monroe, vale a dire, la tradizione della politica estera americana
isolazionista, quindi l'opinione pubblica americana, era tradizionalmente poco incline a intervenire
in questioni o poco interessata a tutto quello che esulava dal contesto americano, i parlamentari si
facevano interpreti di questo “sentire comune” dell’opinione pubblica americana, che è sempre
stata sfavorevole a interventi fuori dal territorio americano.

Perché gli Stati Uniti entrano nella Prima guerra mondiale? Non per ragioni di principio, ma
entrano nel primo conflitto mondiale solo nel momento in cui i tedeschi cominciano ad affondare
navi mercantili che arrivano a bordo con merci americane o anche con persone di cittadinanza
americana; quindi, sono, in un certo senso, trascinati nella Prima guerra mondiale!
E nella Seconda guerra mondiale cosa succederà? Succederà la stessa cosa. Gli Stati Uniti non
interverranno nel secondo conflitto mondiale fino quando i giapponesi non affonderanno parte
della flotta americana a Pearl Arbour, quindi quando saranno aggrediti per la prima volta ed essi
reagiranno entrando nel conflitto.

Quindi, per la creazione di una pace duratura, il presidente Wilson ha in mente questi due grandi
principi:
A- La creazione di un organismo che possa risolvere eventuali contenziosi prima che si arrivi
all’uso delle armi;
B- L’autodeterminazione dei popoli;

Ma non riuscirà ad affermare nessuno dei due principi;


Due processi paralleli/opposti molto importanti: da una parte, si crea tutta una serie di nuovi stati
nazionali, che dovrebbero rispettare il principio di nazionalità e, in parte, anche lo rispettano però,
in realtà, generano tutta una serie di problemi (quelli segnati sono alcuni stati esempio)

Vi sono anche due stati che, oggi, non esistono più, per ricordarci che la situazione della guerra
risolve certi problemi, creando stati sulla base dei confini nazionali, ma ne genera altri:
 la Cecoslovacchia, in realtà, era l'assemblaggio di due stati, la Repubblica Ceca e la Repubblica
Slovacca quindi, in questo caso, ci sono due omogeneità che vengono unite (cechi e slovacchi)

Nel caso della Iugoslavia, la situazione era ancora più complicata:


 Attorno al nucleo della grande Serbia vengono aggregati, quelli che sono oggi, gli attuali stati
della Bosnia, della Slovenia, e della Croazia che vengono assemblati in questo nuovo organismo
sociale che si costituisce alla fine degli anni ’20.
Oltre ai trattati di Versailles del 1919, ci sono tutta una serie di trattati successivi che vanno a
delimitare i confini di tutta una serie di altri stati, e poi, dopo la caduta del comunismo nel 1989,
nel 1991 cominceranno una serie di guerre che porteranno 1) prima al distacco pacifico della
Slovenia e della Croazia dalla Iugoslavia, 2) poi alla dissoluzione della Iugoslavia, attraverso guerre
civili sanguinose.
 Questo per quanto riguarda la formazione di nuovi stati nazionali, con le complicazioni che
molti di essi avevano al loro interno (= la disomogeneità dal punto di vista etnico o linguistico o
religioso o tutte queste cose, come nel caso della Jugoslavia)
Appartenenza cristiana/ortodossa dei Serbi: la Bosnia era un miscuglio, dal punto di vista etnico e
religioso, con una forte presenza musulmana, una forte presenza di una componente cattolica e
una presenza anche di serbi, quindi: cristiano ortodossi, cattolici e musulmani entrano all'interno
della Bosnia, la quale entra a far parte della Jugoslavia, e che sarà teatro della sanguinosa guerra
che si combatterà negli anni ‘90, e che porterà alla dissoluzione definitiva dello stato iugoslavo.

 L’altro processo è quello della formazione di organismi sovranazionali, quindi due processi che
vanno in un senso opposto, ma con un obiettivo unico: impedire lo scoppio di nuovi conflitti
provocati da rivendicazioni di tipo nazionalista.
La Germania individuata come unica responsabile della guerra, in realtà, non era unicamente la
Germania: corsa agli armamenti, imperialismo aggressivo da parte di tutti gli Stati (ricordiamoci il
libro “I Sonnambuli”) la diplomazia segreta, e secondo Clarke  gli Stati europei precipitano
dentro la Prima guerra mondiale senza essere consapevoli e di quello che vanno a provocare.

In base a questa attribuzione di responsabilità alla Germania, vengono decise una serie di cose:
 alla Germania vengono sottratti i territori a ovest, ch’essa aveva conquistato nella Guerra
Franco prussiana del 1870, e la Francia è la più decisa a far pagare alla Germania, non solo i posti
finanziari della guerra, ma anche la Francia è animata da questo spirito di rivincita che la
condiziona, cioè condiziona la gestione delle prospettive da parte della Francia (del leader
francese)
 ma, la cosa diciamo più grave che viene decisa, che è legata alla creazione del nuovo stato della
Polonia, è lo smembramento della Germania in due parti: il territorio orientale della Prussia viene
separato dal resto del territorio tedesco dal cosiddetto corridoio polacco: in questo modo, viene
garantito uno sbocco al mare, alla Polonia (alla città di Danzica) quindi il Mare del Nord (Mar
Baltico) e in questo modo la Germania si ritrova con il suo territorio spezzato in due.

Già abbiamo un problema  si era detto che si doveva formare il principio di nazionalità e si divide
un pezzo del territorio tedesco dall'altro, creando un corridoio in cui c’è una forte minoranza di
popolazione tedesca perché, questo territorio (tutta la parte della Polonia occidentale) faceva
parte dell'impero tedesco, quindi c'erano popolazioni di lingua e cultura tedesca.
Altre decisioni sono prese a Versailles  la regione carbonifera della Saar, che è una regione
occidentale della Germania, viene assegnata alla Francia in gestione.
Cosa vuol dire? Che i Francesi hanno diritto di sfruttare le miniere di carbone per 15 anni.
 Alla Germania vengono tolte tutte le colonie, che però non vengono trasformate in stati
indipendenti, ma vengono assegnate agli altri paesi vincitori.
 L'esercito tedesco viene sostanzialmente smobilitato: da milioni di uomini, l’esercito tedesco
viene ridotto solo a 100.000 (effettivi)
 La Germania viene privata di tutta la flotta e, inoltre, viene costretta a pagare risarcimenti di
proporzioni enormi

Questioni irrisolte dai trattati di Versailles  la presenza evocata delle minoranze etniche
(l'esempio della Cecoslovacchia, l'esempio della Polonia e del corridoio della città di Danzica) ma le
minoranze presenti (quelle tedesche) alimenteranno tutta la serie di rivendicazioni pangermaniste,
come era chiamato il movimento di tipo nazionalista che mirava a riunificare in un unico stato
tutte le popolazioni di lingua e cultura tedesca, ed è il problema fondamentale che c'è nel cuore
d'Europa.
Poi, più in generale, le decisioni prese a Versailles hanno conseguenze pesantissime sulla
Germania, destabilizzandola non solo sul piano economico, ma anche sul piano politico
(destabilizzando la giovane Repubblica che si forma, nella Germania, dopo la dissoluzione
dell'impero)

A Berlino c'è anche un tentativo rivoluzionario  Uno degli slogan che circolavano in Europa era
quello di “fare come in Russia”, quindi le rivendicazioni sociali (le grosse difficoltà che avevano
dovuto affrontare le classi popolari, in particolare, nell’impero tedesco, ma non solo, che danno
origine a tutta una serie di rivendicazioni)
Il tentativo rivoluzionario a Berlino viene soffocato, ma la situazione in Germania è molto difficile,
come lo è in tutta Europa (= un continente devastato dal conflitto
KEYNES  riconosciuto come il più grande economista del ‘900, che fa parte della delegazione
degli inglesi a Versailles ma, ad un certo punto, lascerà la delegazione e se ne andrà sconcertato
dalle decisioni che i vincitori hanno deciso di prendere.
In particolare, Keynes é convinto che la pace imposta dalla Germania, le riparazioni dei danni di
guerra, ma anche la privazione delle colonie, la privazione della flotta  sia un danno, non solo
per la Germania, ma per l'Europa intera.

Si impone alla Germania di pagare enormi danni di guerra, nel momento in cui si priva la Germania
della possibilità di pagarli (ricordare che gli viene sottratta la regione carbonifera, che era la
principale area di produzione del carbone, che alimentava industria tedesca = la Germania era
prima potenza industriale in Europa)

Ragionamento di Keynes. ci parla di un fenomeno  La prima globalizzazione. Secondo Keynes, i


paesi vincitori, punendo la Germania, non stavano solo punendo lei, ma stavano punendo anche
loro stessi, distruggendo l’economia europea! Perché? Perché le economie dei paesi europei erano
già profondamente integrate.
C'è in atto la cosiddetta “prima globalizzazione” e Keynes ci spiega che  il carbone prodotto nella
regione della Saar serve per alimentare l'industria tedesca. I francesi possono prendersi quel
carbone, ma non sanno cosa farne (perché, in realtà, tanti dei prodotti industriali ormai, di quelli
che circolavano in Francia, erano fabbricati in Germania)
Alla Francia, quel carbone non le serve a niente o le serve a poco, mentre i tedeschi (ai quali il
carbone serve) non hanno più il carbone per continuare.
Quello che bisogna ricordare  è la profonda integrazione delle economie europee, già alla volta
della Prima guerra mondiale.
Secondo Keynes  le decisioni prese a Versailles, disarticolano il sistema tedesco: ad esempio, la
stessa privazione delle colonie e della flotta, fa sì che l'economia tedesca sprofondi.
E vedremo che, infatti, dopo alcuni anni, l'economia tedesca sprofonderà in una crisi inflazionaria
terribile

 Non è che Versailles determini lo scoppio, sia la causa della Prima guerra mondiale: quello che è
importante è capire come, alla fine del primo conflitto mondiale, in base a delle decisioni che sono
state prese, ma che potevano non essere prese, si determina un contesto assolutamente
problematico in Europa.

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