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MARXISMO-LENINISMO-STALINISMO

MARXISMO:
Il Marxismo è l’insieme delle dottrine economiche, politiche, filosofiche elaborate da K. Marx (e da
F. Engels) e i loro sviluppi a opera degli intellettuali che si sono richiamati a esse. E’ il movimento
sociale e politico fondato sull’interpretazione materialistica e dialettica della storia, formulata
da K.H. Marx (1818-1883) e F. Engels (1820-1895), secondo i quali il fattore economico
promuove la lotta di classe e la dittatura del proletariato come momento di passaggio a un
tipo futuro di società comunista.

LENINISMO:
Il Leninismo è la dottrina teorico-politica, consistente nell'interpretazione del marxismo elaborata
da Lenin, il padre della Rivoluzione bolscevica (1917). Per Lenin la classe operaia era in grado
di sviluppare una coscienza soltanto sindacale, che la portava a battersi per obiettivi limitati e
concreti che ne miglioravano la condizione sociale e ne spegnevano la spinta rivoluzionaria: la
coscienza politica rivoluzionaria (la consapevolezza, cioè, di dover abbattere l'intero sistema
capitalistico) poteva venire alla classe operaia soltanto dall'esterno, per opera di un partito di
rivoluzionari di professione (il Partito comunista), che la doveva guidare alla conquista del
potere. Il nuovo Stato comunista, guidato dal partito attraverso la dittatura del proletariato,
avrebbe dovuto assumere la forma di una democrazia di Soviet, ossia di consigli di lavoratori
che si autogovernano. Altra dottrina fondamentale del leninismo è la visione dell'Imperialismo
come fase suprema del capitalismo, che precede il suo crollo.

STALINISMO:
Lo Stalinismo è l'interpretazione del marxismo-leninismo propria di Stalin che, in
contrapposizione alla teoria della rivoluzione permanente di Lenin, affermò il principio
dell'autosufficienza della rivoluzione russa, e la corrispondente prassi politica, adottata dallo
stesso Stalin a partire dalla fine degli anni Venti, con lo scopo di promuovere
l'industrializzazione del Paese e la modernizzazione del suo sistema produttivo, ritenute
condizioni indispensabili per procedere alla trasformazione della società russa in una società
socialista. Tali obiettivi furono realizzati nel corso di un trentennio, attraverso la
collettivizzazione forzata dell'agricoltura e l'enorme dilatazione dell'apparato burocratico
dello Stato, cui fu associato l'esercizio di un illimitato potere personale (giustificato in nome
della difesa del socialismo contro reali o presunti nemici) che, attraverso la propaganda e il
controllo poliziesco, impose il conformismo in ogni sfera della vita politica, sociale e culturale e
ricorse all'uso di metodi repressivi contro chiunque, specialmente all'interno del partito,
manifestasse qualche forma di opposizione o di dissenso.

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