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La poesia e il tempo
I poeti hanno da sempre espresso la consapevolezza della profonda diversità tra la durata della vita
di ogni singolo uomo e quella del mondo in cui si trova.
Giacomo Leopardi nell’Infinito accosta e distingue questi diversi spazi temporali
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Orazio, poeta latino, allontana il pensiero della morte e invita a vivere ogni singolo momento della
vita, senza preoccuparsi del futuro, perché questo è incerto, mentre l’uomo può avere certezza
solo del presente, di cui deve imparare a godere appieno.
Alda Merini, poetessa contemporanea, dichiara di voler vivere solo il presente, rifiutando l’idea di
un tempo segmentato in ieri, oggi e domani. Ci sono tuttavia anche poeti, come Attilio Bertolucci,
che guardano con serenità al passato, consapevoli che esso è prezioso, perché è un tempo che è
stato vissuto e di cui hanno fatto parte.
Nella poesia del primo Novecento il tempo è spesso quello della coscienza, vissuto dall’io lirico,
svincolato sia dal tempo lineare, sia dal tempo della storia. Molti poeti di quegli anni mettono in
primo piano non il tempo che «batte al polso», come Montale definisce il tempo lineare, ma quello
più intimo e personale del proprio mondo interiore.
La memoria
Nella mente umana nulla viene cancellato, nessun momento della vita è perduto: il meccanismo
della memoria immagazzina e conserva. Dimenticare non significa eliminare, ma solo mettere da
parte. A volte la memoria rievoca consapevolmente il passato, a volte invece i ricordi riemergono
inaspettatamente. Può bastare un suono, un odore, un sapore, un’immagine per riportare alla luce
fatti o persone che erano svaniti, che non ricordavamo in alcun modo, ma che sono stati parte della
nostra vita.
La memoria è parte integrante dell’identità dell’uomo, costituita sia da un passato comune a tutti gli
uomini sia da un passato individuale, di nessuno dei quali egli può fare a meno. La perdita traumatica
della memoria comporta infatti un totale disorientamento, non solo della personalità ma dell’identità
stessa della persona, che deve ricostruire tutto il proprio percorso di vita.
La memoria è inoltre un’arma contro il passare del tempo, tiene vivo il proprio mondo affettivo anche
quando le persone che ne hanno fatto parte non ci sono più. Per gli esseri umani il timore di essere
dimenticati è molto forte e vivere nella memoria degli altri viene considerato un modo di sopravvi-
vere alla propria morte.
La memoria a volte deforma nel tempo le immagini del passato e non sempre ciò che si ricorda cor-
risponde esattamente alla realtà: le immagini spesso si conformano all’idea di passato che si adatta
meglio ai nostri desideri. Idealizzare il passato è un rischio della memoria, ma essa è anche uno stru-
mento per riviverlo criticamente, per scoprirne, alla luce delle esperienze successive e del presente,
significati del tutto nuovi o che all’epoca dei fatti non si era stati in grado di cogliere.
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La poesia e la memoria
Nel mondo greco e latino la poesia è stata il luogo della memoria: vicende di popoli e di eroi sono
state tramandate oralmente in racconti la cui composizione in versi ne favoriva la memorizzazione;
Mnemosine, madre della Muse, era la dea della memoria, quasi a significare che proprio l’arte sia
depositaria del passato degli uomini, e che da esso prenda vita.
Montale scrive che «La poesia fu un genere letterario / quando ancora non era nata la scrittura» (La
memoria); ad essa infatti è stata spesso affidata la memoria storica dei popoli.
Ugo Foscolo, uno dei maggiori poeti dell’Ottocento italiano, attribuisce alla poesia il compito e il
merito di rendere eterno il ricordo dei grandi uomini contro l’implacabile distruzione del tempo:
senza i versi di Omero la memoria della guerra di Troia, dei suoi eroi, vincitori e vinti, sarebbe
andata perduta.
La memoria non è però nella poesia solo rievocazione storica, ma svolge anche un ruolo molto più
personale e intimo. Nella poesia lirica la memoria è rievocazione del passato del poeta, che rivive
momenti e incontri della propria vita e spesso li riconsidera alla luce del presente. La memoria dei
poeti corre frequentemente all’infanzia, rivissuta nostalgicamente come momento mitico o felice,
che a volte coincide con un mondo che ormai non c’è più, superato dalla storia e dal progresso
tecnologico.
Nella poesia di Leopardi così come in quella di Montale il ricordo ha un ruolo fondamentale. Le-
opardi vede nella lontananza temporale un filtro che gli consente di rivivere in modo più sfumato
anche gli aspetti più dolorosi della propria vita.
Nelle prime raccolte di Montale la memoria ha una dimensione tutta personale: è il tempo delle
«occasioni», momenti in cui i ricordi del passato affiorano inaspettatamente e dai quali il poeta si
aspetta una chiave di lettura per la propria esistenza.
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UN TESTO SPIEGATO
Eugenio Montale
NON RECIDERE, FORBICE, QUEL VOLTO
Le occasioni, 1939
I temi del tempo e della memoria occupano uno spazio importante nell’opera di Montale. Nella
raccolta Le Occasioni il ricordo di una persona o di una situazione scatta improvvisamente e dà
la possibilità non solo di rivivere, ma soprattutto di comprendere momenti del passato.
Questa lirica, scritta nel 1937, fa parte dei Mottetti, brevi componimenti di origine musicale, in
cui il poeta parla di una figura femminile, Clizia, che emerge nella sua memoria.
In questo mottetto, uno dei più famosi, il tema è lo smarrimento e il dolore di fronte allo sfumare
del ricordo della donna. La memoria soccombe davanti alle forbici del tempo, e non lascia al
poeta la possibilità di recuperare e comprendere il proprio passato.
La sensazione della perdita è netta e dolorosa.
Metrica: due quartine, ciascuna costituita da tre endecasillabi e un settenario
1. recidere: tagliare in modo netto. 6. acacia: albero dai fiori bianchi a grappolo; è detto anche
2. si sfolla: il volto della donna era l’unico (solo) a resistere nella robinia.
memoria, che va perdendo tutti quei volti e quei ricordi, che 7. guscio: della cicala è rimasto attaccato alle foglie solo il gu-
prima la riempivano, la affollavano. scio, il rivestimento duro che copre il corpo dell’insetto.
5. Un freddo: può riferirsi al clima dell’inverno (Novembre), 8. belletta: fanghiglia; il termine, colto, ricorre sia in D’An-
o alla sensazione di freddo che prende il poeta, ma anche nunzio, che intitola una sua poesia Nella belletta, sia in Dan-
alla lama che taglia il ramo dell’acacia e al dolore provato te, che colloca un gruppo di dannati nella belletta dello Stige,
dall’albero; svetta: taglia i rami dell’albero, ma anche spicca, uno dei fiumi infernali (Inferno, canto VII).
emerge per la sua violenza.
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R ACCOGLIAMO LE IDEE
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1. Leuconoe: una delle donne amate da Orazio; il nome significa 4-6. Ti abbia … scogli: sia che Giove ti conceda molti anni di
«dalla mente candida» e forse, implicitamente, «ingenua»; ille- vita (inverni, è una metonimia) sia che questo sia invece il
cito significa che non è consentito, non è permesso agli uomini tuo ultimo inverno, quello che ora porta burrasche (affatica)
conoscere il proprio destino (qual fine). sul mare Tirreno.
3. oroscopi babilonesi: gli astrologi venivano spesso dalla Me- 6-7. tronca … breve: lascia perdere ogni speranza proiettata
sopotamia, e per questo sono definiti babilonesi. nel tempo, in una vita che è invece breve.
7. astioso: nemico; in latino l’aggettivo è invida, invidioso.
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Analizzare e comprendere
1. Individua ed elenca quali cose il poeta invita a non fare.
2. L’invito a Leuconoe a «filtrare vini» è un invito a:
occuparsi di cose concrete
lavorare
divertirsi
pensare al domani
3. Per quale motivo il poeta invita a non avere speranze?
Perché la vita è breve
Perché non vi è certezza del domani
Perché comunque il destino umano è già deciso dègli dai
Perché comunque verranno deluse
s Individua attraverso quale figura retorica semantica sottolinea questo concetto.
4. In che cosa consiste la saggezza alla quale il poeta invita Leuconoe?
5. Perché il tempo è considerato astioso per l’uomo?
Scorre troppo in fretta
Sottrae vita all’uomo
Non porta all’uomo ciò che desidera
Non consente all’uomo di fare ciò che vuole
Riflettere
6. Secondo te il consiglio di Orazio di vivere giorno per giorno e di cogliere tutto ciò che il momento
offre è determinato:
dalla paura della morte
dal desiderio di godere di tutto ciò che la vita può offrire
dall’ansia di non riuscire a fare tutto ciò che desidera
dalla convinzione che ciò di cui non si gode vada irrimediabilmente perduto
Spiega la tua risposta.
7. Secondo te la concezione di Orazio esprime una visione ottimistica o pessimistica della vita? Spiega
la tua risposta.
8. L’idea di vivere giorno per giorno ignorando il passato e senza pensare al futuro può essere, secondo
te, condivisa a ogni età della vita?
Sì, perché …
No, perché …
9. Secondo te la concezione del tempo espressa da Orazio lascia spazio per i ricordi del passato? Spiega
la tua risposta.
Scrivere
10. Scrivi un testo argomentativo di almeno 150 parole esprimendo la tua opinione sull’espressione di
Orazio carpe diem e sulla concezione del tempo che essa esprime.
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TESaTIFRONTO
CON IL TEMPO DELL’UOMO
Giuseppe Ungaretti esprime in questi versi dell’Allegria la percezione della brevità e della temporaneità
della vita umana contrapposte all’eternità dell’Universo.
Sereno
bosco di Coupon, Luglio 1918
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
immortale
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Constantinos Kavafis
CANDELE
Poesie, 1896-1910 Lingua originale greco moderno
La misurazione ossessiva del tempo è spesso collegata all’idea della morte:
più il tempo scorre più si sente la vita accorciarsi, fuggire via. Fermare il
tempo significa quindi concedere più spazio alla nostra esistenza.
Il poeta greco Constantinos Kavafis (1863-1933) paragona la vita a una
fila di candele: spente quelle che indicano il passato, accese quelle che si
riferiscono al futuro.
Il suo sguardo in avanti è dettato soprattutto dalla consapevolezza che la fila
di candele del tempo passato è molto lunga e che il futuro gli riserva quindi
un tempo sempre più breve.
Ritratto del poeta greco Metrica: quattro strofe di versi liberi sia nel testo originale sia nella traduzione.
Constantinos Kavafis.
Κεριὰ
Analizzare e comprendere
1. Individua ed elenca le parole appartenenti ai due campi semantici relativi alle candele accese e a
quelle spente.
candele accese candele spente
............................................................................. .............................................................................
............................................................................. .............................................................................
............................................................................. .............................................................................
Riflettere
6. Perché il poeta ha scelto proprio le candele per rappresentare l’idea del tempo? Non poteva ad esem-
pio pensare a strumenti che misurano il tempo, come gli orologi o la clessidra?
s Ci sono altri oggetti che ti fanno pensare al tempo che passa?
7. Quale sentimento provoca nel poeta la memoria del passato?
tristezza nostalgia paura rimpianto
8. Quale ti sembra l’atteggiamento del poeta nei confronti del futuro?
fiducioso timoroso pieno di aspettative
privo di speranze sfiduciato rassegnato
Spiega la tua risposta facendo riferimento alle parole del testo.
9. Il fatto di vedere alle proprie spalle molti anni passati è comunque secondo te un fatto negativo, in-
quietante?
Sì, perché … No, perché …
Scrivere
10. Scrivi un testo argomentativo di almeno 200 parole sul seguente argomento: «La mia idea del futuro,
l’idea del mio futuro».
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Attilio Bertolucci
GLI ANNI
Lettere da casa, 1951
In questa poesia di Attilio Bertolucci lo sguardo verso il passato è sorridente. Il poeta osserva,
forse dal tavolino di un caffè, l’andirivieni delle persone sui marciapiedi della sua città di provin-
cia. Le figure di oggi si alternano lietamente a quelle di ieri e il loro ricordo è sereno.
Metrica: tre strofe di versi liberi
Analizzare e comprendere
1. Dove si trova il poeta?
s Il poeta dice che è autunno. Individua tutte le parole del testo che rimandano a questa stagione.
2. Che cosa e chi ricorda il poeta?
s Che cosa sollecita il suo ricordo?
3. Quali somiglianze e differenze avverte il poeta tra passato e presente?
4. Individua quali elementi costruiscono l’atmosfera che circonda il poeta nella mattina d’autunno.
s Definisci questa atmosfera con due o tre aggettivi.
5. Individua nel testo rime, ripetizioni di parole, assonanze, consonanze e inseriscile nella tabella.
figure retoriche parole del testo
rime
..............................................................................
..............................................................................
ripetizioni di parole
..............................................................................
..............................................................................
assonanze
..............................................................................
..............................................................................
consonanze
..............................................................................
..............................................................................
Riflettere
6. Qual è lo stato d’animo del poeta nel momento descritto?
s Da che cosa è determinato secondo te?
7. Quale ti sembra il rapporto del poeta con il passato?
s Ha nostalgia di quel tempo?
8. Che cosa significa secondo te che le ore del passato (quelle d’allora) scorrono in un pacifico tempo?
9. Quale atteggiamento credi che sia necessario per poter guardare al passato con serenità?
Scrivere
10. Scrivi un testo descrittivo/narrativo di circa 200 parole sul seguente argomento: «Una mattina a scuo-
la, negli anni delle elementari».
Cerca di ricostruire l’atmosfera della classe, le tue emozioni di allora, mettendo in luce ciò che di
quegli anni ti è rimasto nel cuore.
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TESaTIFRONTO
CON TEMPO CHE PASSA
A volte sono piccoli fatti quotidiani che danno la sensazione del tempo che passa, di un tempo che non
potrà più ritornare. In questa poesia di Luciano Erba l’ultimo giorno di scuola della figlia è, per motivi
diversi, un giorno di addii sia per il poeta sia per la bambina. Entrambi hanno la consapevolezza che il
tempo presente si avvia a diventare passato.
Gli addii
Potrebbe essere l’ultima volta che li vedo
mi dici dei tuoi compagni di classe
che ti hanno fatto far tardi
oggi che è finita la scuola
dovrei sgridarti e sto invece ad ammirare
i tuoi quaderni ben ordinati
(con qualche sbavatura d’inchiostro
di dita sudate di giochi di giugno)
in autunno andrai alle superiori
e questa tua bella scrittura un po’ tonda
potrebbe essere l’ultima volta che la vedo.
L. Erba, Il cerchio aperto, Scheiwiller, Milano 1983
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Giacomo Leopardi
ALLA LUNA
Canti, 1831
Il tema del tempo, che travolge ogni aspetto della vita umana e la condanna all’oblio, e quello
del ricordo, che sfuma gli aspetti dolorosi del passato, sono centrali nel pensiero e nell’opera di
Leopardi. Rimembrare e ricordanza sono parole del lessico leopardiano. La rimembranza è per
il poeta sempre positiva, perché attribuisce alle cose e ai fatti un senso di indeterminatezza, di
indefinito che li rende piacevoli e, togliendo loro confini netti e precisi, dà spazio alla facoltà
dell’immaginazione. Alla luna, pubblicata per la prima volta nel 1826 su un giornale, in un primo
momento si intitolava La luna o la ricordanza e ancora La ricordanza nell’edizione dei Canti del
1831. Le ricordanze è anche il titolo di un’altra poesia di Leopardi.
Metrica: idillio di endecasillabi sciolti. L’idillio è un breve componimento poetico, di origine greca,
che ha per oggetto la descrizione della natura, in genere di tipo pastorale o campagnolo.
1. graziosa: bella e cara; Dante usa l’espressione «animal gra- vagliosa) era la mia vita e lo è tuttora, né cambia modo di
zioso e benigno» nel V canto dell’Inferno. essere (cangia stile).
2. or volge l’anno: or è trascorso un anno, un anno fa; il colle è il 10. diletta: amata.
monte Tabor, presso Recanati, che viene citato anche nell’In- 11. noverar l’etate: rievocare tutti i momenti del mio dolore.
finito. L’espressione volgere l’anno è di uso letterario; Petrarca 12. grato occorre: gradito arriva il ricordare (rimembrar); oc-
nel Canzoniere scrive: «Or volge… l’undecimo anno»(LXII). corre è un latinismo.
3. venia: venivo. 13-14. quando … corso: quando la speranza (speme) ha un
4. pendevi: eri sospesa. lungo cammino davanti a sé mentre la memoria lo ha bre-
5. siccome or fai: come fai adesso. ve, perché ancora breve è il tempo vissuto; speme è un ter-
6-8. nebuloso e tremulo … apparia: ma il tuo volto appariva mine letterario.
ai miei occhi (luci) offuscato e tremolante per il (dal) pianto 16. ancor che triste: anche se dolorose e anche se il dolore (af-
che sorgeva sulle mie ciglia (ciglio). fanno) dura ancora; triste si riferisce a passate cose, ed è
8-9. che travagliosa … stile: poiché piena di affanni (tra- plurale femminile di tristo.
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Analizzare e comprendere
1. Tema della poesia è il «ricordo». Individua le parole chiave che rimandano a questo significato.
s Verifica sul dizionario se si tratta di parole di uso comune, colto, letterario, ecc.
2. Il poeta afferma che la sua vita non è cambiata nel giro di un anno ed è rimasta travagliosa. Individua
nella poesia il campo semantico che rimanda a questo concetto.
3. Il testo è divisibile in tre parti. Individuale, riassumile brevemente e dai a ciascuna un titolo, comple-
tando la tabella.
versi riassunto titolo
la descrizione del luogo
Riflettere
6. Il poeta non accenna nella poesia ai motivi della sua vita travagliosa. Leggi la sua biografia in Appendi-
ce e individua quali possono essere stati i motivi della sua affermazione. Ricorda che la poesia è stata
scritta negli anni tra il 1819 e il 1820.
7. Perché secondo te il poeta si rivolge alla luna?
s Quale rapporto sembra avere con lei?
8. Qual è la funzione del ricordo per il poeta?
Attenua i dolori passati Aumenta i dolori passati
Attenua i dolori presenti Aumenta i dolori presenti
9. Sei d’accordo con l’affermazione che ricordare è comunque piacevole?
s Secondo te il ricordo attenua il dolore provato nel passato o lo rende più vivo e quindi ancora più forte?
Scrivere
10. Leggi i brani dello Zibaldone proposti nella rubrica Le parole dei poeti, alla pagina seguente. Scrivi
quindi un testo espositivo di 200 parole sul seguente argomento: «La funzione del ricordo secondo
Leopardi».
11. Scrivi un testo narrativo/argomentativo di almeno 150 parole sul seguente argomento: «Un ricordo
della mia infanzia dal quale non so separarmi».
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Un oggetto qualunque, per esempio un luogo, un sito, una campagna, per bella che sia, se
non desta alcuna rimembranza, non è poetica punto a vederla. La medesima, ed anche un
sito, un oggetto qualunque, affatto impoetico in sé, sarà poetichissimo a rimembrarlo. La
rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro, se non perché
il presente, qual ch’egli sia, non può esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si
trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago (14 dicembre 1828).
Per la copia e la vivezza delle rimembranze sono piacevolissime e poeticissime tutte le im-
magini che tengono del fanciullesco e tutto ciò che ce le desta. E son piacevoli per la loro
vivezza anche le ricordanze d’immagini e di cose che nella fanciullezza ci erano dolorose o
spaventose. E per la stessa ragione ci è piacevole nella vita anche la ricordanza dolorosa, e
quando bene la cagion del dolore non sia passata (25 ottobre 1821).
G. Leopardi, Zibaldone, vol II, Mondadori, Milano 1996
TESaTIFRONTO
CON IL PASSATO
In questa poesia Emily Dickinson invita a guardarsi dal passato. Ricordarlo può far rivivere momenti
felici o dolorosi, e il ricordo, secondo la poetessa, può anche essere molto pericoloso. Il testo originale
inglese è ONLINE.
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Marina Cvetaeva
UN GIORNO, MERAVIGLIOSA CREATURA
Versi per la figlia, 1919 Lingua originale russo
La poetessa russa Marina Cvetaeva visse nella prima metà del Novecen-
to. Ebbe una vita difficile, oppressa da una costante e terribile miseria;
inoltre il suo carattere naturalmente ribelle rese difficili i suoi rapporti
con gli altri, per i quali non sempre era semplice aiutarla.
In questa poesia dedicata alla figlia Ariadna, detta Alja, fa un autoritrat-
to di se stessa da giovane, affidando alle parole il compito di sopperire
alla memoria della figlia, aiutandola così a non perdere l’immagine della
sua giovane mamma.
Metrica: sei distici di versi liberi
La poetessa
Marina Cvetaeva.
3. occhi-turchina: la memoria è associata allo sguardo, attra- 10. sedizione: ribellione del popolo contro l’autorità.
verso il quale la figlia conserverà l’immagine della madre. 11. innalzate dalla sventura: rese più grandi e più forti; l’an-
6. apoteosi: esaltazione; il fumo della sigaretta conferisce im- no tremendo si riferisce a quelli successivi alla rivoluzione
portanza al profilo della poetessa, quasi fosse una cornice russa, durante i quali la poetessa fu costretta a vivere a Mo-
che ne mette in risalto i lineamenti. sca lontana dal marito con due bambine piccole, di cui una
7. intriga: affascina. morì nel 1917 di denutrizione; solo nel 1922 poté raggiun-
9. soffitta-cabina: la soffitta in cui abitavano era così piccola da gere il marito in Germania.
sembrare un cabina.
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Analizzare e comprendere
1. Nell’ultima strofa c’è una ellissi del verbo. Individua di quale verbo si tratta e fai la parafrasi dei due versi.
2. Nel tratteggiare il proprio ritratto, la poetessa unisce tratti fisici ad altri propri del carattere. Individua
gli uni e gli altri e inseriscili nella tabella.
tratti fisici tratti del carattere
.............................................................................. ..............................................................................
.............................................................................. ..............................................................................
Riflettere
6. L’immagine della mamma che la bambina custodirà nella memoria passa attraverso lo sguardo, che
la poetessa associa proprio al ricordo (memoria occhi-turchina). Quali delle caratteristiche elencate
avranno secondo te maggiormente colpito la bambina e perché?
7. Quale immagine di sé la poetessa vuole che rimanga nel ricordo della figlia?
8. La poetessa definisce la propria attività creativa con attributi in antitesi tra loro; definisce infatti ope-
raia la propria mano e poi divina la confusione creata dalle sue carte. Quale concezione della poesia
rivelano questi due aggettivi?
9. Secondo te per quale motivo la poetessa ha voluto lasciare questo ritratto di sé e di quegli anni alla
propria figlia?
Scrivere
10. Che cosa pensi che un giorno, quando magari non ci sarà più, ricorderai di una persona che ami? Scrivi
un breve testo poetico costituito da almeno quattro distici, ognuno dei quali inizia con le parole «Di
te ricorderò…».
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Tiziano Rossi
STANZA
Miele e no, 1988
La distanza di tempo consente spesso di rivolgere uno sguardo a oggetti o fatti marginali del
passato e di scoprirvi un’importanza che all’epoca non era stata compresa.
In questa poesia Tiziano Rossi, poeta contemporaneo, rivisita e rivaluta luoghi e momenti della
propria infanzia. La casa di allora porta i segni di un mondo passato, semplice e povero, verso
il quale si può provare un senso di superiorità. Il tempo trascorso consente invece di guardare
a quelle serate tranquille con una maggiore consapevolezza e di fissarle nella memoria, come
pezzi fondamentali della propria vita.
Metrica: due strofe di versi liberi
1. Quatte: senza farsi sentire, leggere. dipinto con precisione, senza particolari abbellimenti; la
3. sognante: riferito alla madre. miniatura (da minio, una vernice rossa) era un genere di
4. che tutto ammirava: il padre era pittore e il poeta stesso lo pittura usata nei secoli XIII e XIV per decorare i codici di
definisce «portato più alle fantasticherie che alle cose pra- pergamena.
tiche». 12. disistimare: sottovalutare.
8-9. pensierini … Francia: sono i compiti a casa. 13. da distanza: a distanza di tempo; guardando le cose a di-
10. combaciava: trovava una sua armonia, riuscendo a mette- stanza di tempo si è maggiormente in grado di valutarle e di
re insieme tutti i membri della famiglia, anche se ciascuno apprezzarle o meno.
immerso nel proprio mondo. 16. discreta eternità: il pupazzo è stupito della propria durata,
11. Pulita miniatura: l’immagine della stanza, spettatrice discreta perché poco visibile ai più.
delle ore serali della famiglia, sembra un piccolo quadro
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Analizzare e comprendere
1. Individua ed elenca quali persone sono presenti nella stanza e che
cosa fa ciascuna.
s Di quale stanza può trattarsi?
s Individua ed elenca tutte le parole che rimandano al periodo
dell’anno cui si riferisce l’immagine.
s Nei primi due versi è presente un’antitesi. Individuala e spiega qua-
le significato sottolinea.
2. Tutti gli elementi costitutivi della stanza sembrano essere piccoli, di poca importanza. Individua nel
testo tutte le parole che costruiscono questa idea di un mondo fatto di piccole cose.
3. La conclusione della poesia è costituita da una doppia figura retorica: una similitudine e un’antitesi.
Spiega il loro significato.
4. Nei versi ricorre spesso la figura retorica dell’anastrofe. Individua quelle presenti nel testo.
s Quale effetto hanno sul ritmo della poesia?
s Quali figure retoriche foniche concorrono a costruire il ritmo?
s Come definiresti il ritmo della poesia?
Riflettere
5. A chi è rivolto il «tu» del poeta?
6. Quale immagine di vita familiare viene tratteggiata nella prima strofa? Puoi scegliere due opzioni.
felice
comica
serena
originale
quotidiana
semplice
Spiega la tua risposta.
7. Perché il quadro di vita familiare ricostruito dal poeta potrebbe essere sottovalutato?
s Perché invece il poeta invita a non sottovalutarlo? Quali valori positivi può avervi riconosciuto?
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8. La prima strofa è descrittiva, la seconda riflessiva. Quali differenze di linguaggio puoi notare tra l’una
e l’altra?
9. Ritieni anche tu che la distanza di tempo aiuti a valutare meglio persone e fatti del passato?
Sì, perché …
No, perché …
Scrivere
10. Scrivi un testo descrittivo-argomentativo di almeno 150 parole che presenti un luogo o una situazione im-
portante e indimenticabile, o, a tua scelta, da dimenticare, della tua infanzia. Segui la seguente scaletta:
– breve descrizione del luogo o della situazione;
– elementi che lo/la resero importante o meno allora;
– elementi che lo/la rendono importante oggi.
T. Rossi, VanniRossiBiografia,
www.comune.pontesanpietro.bg.it/images/stories/.../VanniRossiBiografia.pdf
Aleksander Veliscek,
Freud, 2008.
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VERIFICA FORMATIVA
Alda Merini
IL MIO PASSATO
La Terra Santa, 1983
La percezione della fugacità della vita e la volontà di viverla appieno
comportano anche una diversa concezione del tempo. In questa poesia
la poetessa Alda Merini dichiara con enfasi di non voler vivere di ricordi
e di voler vivere solo il presente, annullando ogni dimensione temporale.
La poesia procede attraverso una sequenza di affermazioni forti,
che tolgono valore a ogni momento che non sia quello presente,
dell’istante che si sta vivendo.
Metrica: versi liberi, variamente rimati
14. effimere: che durano poco; la parola deriva dal greco ephéme-
ros, composto da epí (in) ed heméra (giorno).
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Analizzare e comprendere
1. Nel corso della poesia la poetessa dà alcune definizioni di quello che secondo lei è il passato. Indivi-
duale e spiegale.
2. Le parole che si riferiscono al passato e al futuro hanno tutte un senso negativo. Individuale ed elencale.
s Individua quale parola invece connota il presente.
3. Che cosa pensa la poetessa del futuro?
4. I versi della poesia sono liberi. Individua le rime presenti, specificando di che tipo di rima si tratta;
le ripetizioni di parole; le assonanze.
Riflettere
5. Secondo te perché secondo la poetessa si deve vivere di ricordi solo quando sono rimasti pochi giorni?
s Leggi la biografia di Alda Merini in Appendice; quali motivi possono essere alla radice della sua
affermazione?
6. Con quali delle definizioni di passato individuate nella risposta 1 sei d’accordo?
s Quali invece ritieni discutibili e perché?
7. Che cosa intende la poetessa definendo il futuro un’illusione?
s Pensi che si possibile vivere senza l’idea del futuro?
8. La poetessa dice che vuole liberarsi del tempo. Quale concezione del tempo può rendere possibile
questo suo desiderio?
un tempo continuo, non misurabile
un tempo continuo privo delle stagioni
un tempo che scorre senza incidere sulla vita degli uomini
un tempo in cui non esiste la dimensione del passato
9. La concezione del tempo e del presente espressa nella poesia è secondo te simile o diversa rispetto
a quella espressa da Orazio nella poesia che puoi leggere a p. 218?
Scrivere
10. Scrivi un testo espositivo (200 parole circa) sul seguente argomento: «Il tempo nelle parole dei poe-
ti». Fai riferimento ai testi letti in classe, cercando di individuare quali esprimono concezioni simili.
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