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IN DIFESA DI ARCHIA

Il testo preso in esame si configura come un trattato giuridico sviluppato da Cicerone, oratore e filosofo
romano del II/I sec. a.C., nel quale, mediante un’approfondita analisi degli espedienti politici e letterari, egli
muove una ferrata difesa in favore del poeta Archia. Quest’ultimo per l’appunto era stato accusato da
Grazzio di usurpatio civitatis, ossia di non possedere la cittadinanza romana e risiedere conseguentemente
in modo illecito nei territori appartenenti all’Impero.

Nel corso dell’orazione, in particolar modo nella seconda parte della tractatio (dedicata all’elogio della
letteratura), l’autore ricostruisce la carriera politica dell’imputato per il caso preso in esame,
presentandone la figura di poeta civile intento alla realizzazione di opere celebrative (poemi epico – storici).
Viene invece tralasciata la produzione epigrammatica contenente 28 opere in totale, caratterizzate tuttavia
dall’abilità di Archia nell’arte della variatio che viene sottolineata anche da Cicerone. Nella seconda parte
della difesa mossa, quale la narratio, vengono ripercorse invece le principali tappe della vita del poeta,
evidenziando il trasferimento a Roma nel 102 a.C. dove poté stringere un forte legame con gli esponenti
della gens Lucullo che lo accolsero offrendogli l’incarico di pedagogo. Nella sfera culturale romana le
capacità letterarie di Archia vennero subito apprezzate dagli uomini più influenti del tempo, catturando
l’attenzione anche di coloro i quali si mostravano ostentatamente insensibili ai valori della poesia e della
cultura. Fu durante tal periodo che si recò ad Eraclea dove ottenne la cittadinanza in base a quanto
prescritto nella Lex Plautia Papiria, ma di cui purtroppo i registri dell’anagrafe andarono perduti nel corso
del Bellum sociale.

Lex Plautia Papiria => estendeva la cittadinanza anche agli adscripti e a coloro i quali avessero avuto un
domicilio stabile a Roma e si fossero recati di fronte ai pretori per la registrazione entro 60 giorni.

Cicerone all’epoca del processo disponeva di un’auctoritas personale che divenne il fulcro attorno a cui
venne costruita la difesa, la quale assieme al processo in sé sembrerebbe celare un retroscena di tipo
politico vista la profonda vicinanza da parte dell’imputato alla fazione degli optimates opposta a quella di
Grazzio (equites) a favore di Pompeo sulla sfera politica. Per far fronte a tale discordia, Cicerone promuove
entrambe le figure politiche elitarie delle fazioni (Lucullo e Pompeo), proponendo una posizione di
conciliazione in cui si riflette il pensiero politico ciceroniano, al fine di realizzare così l’ideale politico della
concordia ordinum. In proposito si riportò anche un parallelismo tra Archia e Teofane che ottennero la
cittadinanza per le stesse motivazioni.

۞ Cicerone probabilmente realizzò tale difesa per vedere realizzato un elogio contenente le
medesime imprese da Archia.

L’orazione in difesa di Archia si connota a tutti gli effetti come opera giudiziaria, tuttavia è necessario tenere
in considerazione la bipartizione attuata da Cicerone della tractatio:

Argumentatio ad causa

Dedicata agli argomenti legali (8 – 11) dove si dimostra Archia sia a tutti gli effetti un cittadino romano;

Nella narratio Cicerone traccia un profilo biografico di Archia e nel finale riporta il testo della Lex Plautia
Papiria chiarendo come Archia avesse assolto alle ultime due condizioni poste dalla legge e giustificando la
mancanza di testimonianze documentarie. Arriva persino a screditare queste ultime per paradosso
sostenendo siano soggetto di manomissioni e affermando la supremazia detenuta dalla testimonianza di
uomini influenti e meritevoli di fiducia. Con la designazione di mancate prove scritte si segna il passaggio
brusco alla seconda parte della tractatio.
Argumentatio extra causam

Dedicata all’elogio della letteratura e di Archia in quanto poeta (12 – 30) in cui viene sottolineato che
l’accusato avrebbe ottenuto in ogni caso la cittadinanza per i meriti dimostrati in campo culturale.

Suddivisibile a sua volta in due parti: la prima dedicata all’elogio dell’humanitas, mentre la seconda viene
dedicata a celebrare il valore civile della poesia.
I riferimenti rivolti all’humanitas sono dislocati rispettivamente in punti nevralgici del testo, al fine di
presentare la cultura come elemento ini grado di accomunare imputato, avvocato e giuria.
Cicerone in tal sezione annulla la tradizionale opposizione tra otium e negotium, segnalando che la cultura
non costituisce un interesse fine a se stesso, ma al contrario ha ricadute immediate nella prassi politica;
l’otium diventa dunque funzionale al negotium. Ad un certo punto però l’Arpinate pare inserire
un’osservazione contradditoria ipotizzando che la letteratura non possa offrire altro che un mero piacere
estetico. Tuttavia il ragionamento condotto per assurdo, implica un’idea di humanitas che trova la sua vera
ragion d’essere all’interno di una prospettiva pragmatica, e dunque politica.

Il passaggio dalla prima alla seconda parte dell’argumentatio extra causam è segnalato da un nuovo
riferimento al carattere inconsueto dell’orazione. Dopo aver dimostrato il valore politico detenuto
dall’humanitas necessaria per formare l’homo novus, il discorso torna a concentrarsi sulla figura di Archia e
sulla poesia presentata come un dono degli dei. I poeti sono ritenuti conseguentemente sancti, ovvero
inviolabili/sotto uno stato di tutela.

Nel corso della seconda parte dell’argumentatio extra causam Cicerone passa da un generico elogio della
letteratura a un elogio della letteratura nella sua dimensione civile.

Cicerone entra nel vivo dell’argomentazione presentando il nesso presente tra letteratura e politica,
dimostrando come gli uomini politici abbiano sempre apprezzato gli elogi delle proprie imprese e
parallelamente rompendo il nesso tra poesia encomiastica e comandante valorizzando invece la portata
collettiva che non riguarda il singolo comandante. In tal modo poté allontanare eventuali comportamenti
astiosi palesati dai sostenitori di Pompeo a seguito dell’elogio proposto da Archia nelle medesime opere a
Lucullo.

Exemplum:

- Temistocle/Mario = dimostrano come gli uomini abbiano sempre apprezzato gli elogi nei loro
confronti;

- Alessandro Magno/Pompeo = due “uomini d’azione” accomunati dalla grandezza delle imprese
(sfrutta tale parallelismo per fare un pubblico elogio a Pompeo);

- Silla/ Cecilio Metello = che confermano quanto intenso sia l’amore per la gloria in chi esercita il
potere.

Siffatti exemplum si dimostrano necessari per evidenziare il grande valore della letteratura nel servire lo
stato, esaltando le imprese dei suoi capi e quindi dell’intero popolo. Si mostra il valore propagandistico
della letteratura.
La difesa di Archia viene principalmente incentrata sul principio di auctoritas che emerge in particolar modo
nel riepilogo finale svolto da Cicerone sui punti fondamentali posti a sostegno della difesa:
- Importanza delle amicizie;
- Doti intellettuali;
- Le caratteristiche legali della causa;
- Nel municipium di Eraclea;
- Nella testimonianza di Lucullo;
- Nei registri di Quinto Metello.

Nella difesa vi è però un altro aspetto in cui il ricorso al principio di auctoritas riemerge, ossia la studiata
auto- rappresentazione di Cicerone. Infatti l’autore colloca in primo piano sé stesso descrivendo le
medesime doti oratorie, proponendo un’immagine ideale di sé che gli consentisse di sfuggire agli attacchi
dei populares.
La poesia viene infine presentata come detenente il potere di rendere eterno il ricordo delle azioni e delle
imprese compiute dagli uomini, diventando un mezzo per superare l’alternativa socratica circa il destino
dell’anima dopo la morte.

Exordium
1 Si apre con una studiata auto – rappresentazione di Cicerone che mette in
primo piano la figura di avvocato.
Cicerone fa leva sul principio di auctoritas, perno della sua strategia difensiva.
Elenca le qualità di oratore: ingenium, exercitatio dicendi, la ratio.
2 L’espediente dell’occupatio prevede una qualsivoglia obiezione sottolineando
che Archia non spicca nell’oratoria ma nell’arte poetica.
Postula la presenza di un legame tra tutte le arti che compongono la cultura.
L’Humanitas indica propriamente tutto ciò che accomuna l’essere umano
distinguendolo da barbari ed animali.
3 Cicerone chiede di poter pronunciare un’orazione inusuale rispetto alla
consuetudine forense, parlando anche dell’amore per la letteratura e la
cultura.
4 L’Exordium si chiude con un ragionamento per absurdum affermando che se
anche non avesse avuto la cittadinanza, Archia l’avrebbe ottenuta.

Narratio
4b
5 Vengono narrati i fatti salienti riguardanti la vita dell’imputato.
6
7

Tractatio
8 – 11 Argomenti legali/argumentatio de causa
12 – 30 Argomenti letterari/ digressio/ argumentatio extra causam

Archia => Aulo Licinio (nome romano con cui Cicerone lo identifica nell’exordium)

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