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DISCIRMINAZIONE DI SECONDO GRADO

La discriminazione di prezzo di primo grado non risulta praticabile se le differenze nella disponibilità
a pagare dei consumatori non si possono osservare. Una tariffa in due parti è inefficace: consente ai
consumatori di barare.
Se supponiamo di avere acquirenti ad alto e basso reddito, il monopolista non sarà in grado di
distinguerli. Gli acquirenti ad alto reddito faranno finta di essere a basso reddito per pagare quote di
ingresso inferiori ricavando così un guadagno.
Infatti i consumatori ad alto reddito ricavano surplus del consumatore acquistando il pacchetto
dell’altro gruppo di consumatori: il surplus in tal caso è pari alla disponibilità a pagare ingresso +
numero di drink nel pacchetto dei consumatori a basso reddito meno il prezzo del pacchetto.

Il venditore deve ricorrere ad un compromesso: discriminazione di prezzo secondo grado (o menu


pricing) per evitare problemi di identificazione e adi arbitraggio.
La discriminazione di secondo grado è attuata mediante sconti sulle quantità indirizzati a tipologie
diverse di consumatori.
Il monopolista andrà ad offrire dei menu di prezzi tale per cui:
a. i consumatori rivelano il proprio gruppo di appartenenza e scelgono il pacchetto quantità
b. ai consumatori ad alto reddito viene concesso un surplus che otterrebbe con il pacchetto per i
consumatori a basso reddito.
Offrendo i pacchetti a consumatori ad alto reddito con il surplus che essi otterrebbero acquistando il
pacchetto per consumatori ad alto reddito si determina uno sconto sulle quantità.

Vincolo di compatibilità degli incentivi

Vincolo di compatibilità degli incentivi: ogni pacchetto offerto ai consumatori con bassa domanda
(basso reddito) vincola l’abilità del monopolista di estrarre surplus dei consumatori ad alta domanda
(alto reddito).

Di conseguenza per il monopolista sarà più conveniente ridurre il numero di quantità offerte nel
pacchetto dei consumatori a bassa domanda, al fine di aumentare il prezzo applicato ai consumatori ad
alta domanda.
La perdita dei profitti dei clienti con bassa domanda è più che compensata dall’aumento di profitto
ottenuto sui consumatori ad alta domanda che offre pacchetti più costosi.
In extremis il monopolista potrebbe decidere di non servire i consumatori a bass domanda in quanto
servirli impone un limite ai prezzi praticabili agli altri clienti. Se il monopolista abbia o meno un
incentivo a servire i clienti con domanda bassa dipenderà dal rapporto tra consumatori ad alta
domanda/consumatori a bassa domanda: se è relativamente alto, il monopolista potrebbe preferire
servire solo i consumatori ad alta domanda (appropriandosi del loro surplus massimo).

Surplus e discriminazione di secondo grado

a. la discriminazione di secondo grado consente all’impresa di appropriarsi di parte del SC in


modo meno efficiente rispetto alla discriminazione di primo grado (compatibilità degli
incentivi);
b. l’impresa estrae il surplus totale dei consumatori con più bassa domanda tra quelli serviti, ma
lascia un surplus alle altre tipologie di consumatori.
Benessere sociali e Tipi di discriminazione
Tutte le discriminazioni hanno come scopo di aumentare il profitto del monopolista
Discriminazione:
1. primo grado: massimizza il benessere sociale anche se il SC diviene tutto SP
2. secondo grado: non c'è un effetto determinabile a priori sull'output aggregato che dipende dal
numero di consumatori a bassa e alta domanda. Se vi sarà un aumento di output aggregato
allora si avrà un aumento di efficienza.
3. terzo grado: il benessere sociale rimane indifferente.

Distinzione discriminazione primo-secondo grado:

Primo grado.
a. i consumatori sono facilmente identificabili (alta/bassa domanda);
b. il surplus dei consumatori diventa tutto profitto dell’impresa;
c. l’impresa offre il livello di output socialmente efficiente (QC).
Secondo grado:
a. necessità di sconti sulla quantità (menù) che inducono i consumatori ad autoselezionarsi nel
gruppo a bassa o alta domanda;
b. l’impatto sul welfare non è chiaro a priori;
c. prevede una quantità prodotta/consumata inferiore a quella efficiente (QC) per tutte le
categorie di consumatori ad eccezione di quella che ha massima disponibilità a pagare.

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