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Principio di scarsità

Principio costi-benefici
Razionalità limitata ed economia comportamentale

Economia Politica I
2. Principi della microeconomia

Giuseppe Vittucci Marzetti1

Corso di laurea in Scienze dell’Organizzazione


Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca

A.A. 2015-16

1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via


Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
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Principio di scarsità
Principio costi-benefici
Razionalità limitata ed economia comportamentale

Layout

1 Principio di scarsità

2 Principio costi-benefici
Principio costi-benefici e surplus
Costo opportunità
Benefici marginali e costi marginali

3 Razionalità limitata ed economia comportamentale


Principio degli incentivi e violazioni del principio costi-benefici
Razionalità limitata
Economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

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Principio di scarsità
Principio costi-benefici
Razionalità limitata ed economia comportamentale

Principio di scarsità

L’economia è la scienza che studia il comportamento umano come


relazione tra fini e mezzi scarsi adatti ad usi alternativi.
(Robbins, 1945)
TANSTAAFL: There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch.

La scarsità delle risorse genera trade-off.


Non esistono “pasti gratis” e la scelta comporta compromessi tra
interessi alternativi (no free lunch principle).

Trade-off
Situazione in cui il miglioramento di un aspetto o qualità può prodursi
solo a discapito di altri aspetti o qualità.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Principio costi-benefici e surplus

Nella risoluzione dei problemi di scelta, l’economia utilizza il


principio costi-benefici: una determinata azione va compiuta se e
solo se i benefici aggiuntivi sono almeno pari ai costi aggiuntivi ad
essa associati.
L’applicazione rigorosa del principio costi-benefici richiede che:
gli individui riconoscano e valutino tutti i costi e i benefici associati
alle diverse azioni;
tali costi e benefici siano aggregabili e confrontabili, attraverso ad
esempio la loro misurazione in termini monetari (monetizzazione).
Surplus economico: beneficio dato dal compiere un’azione al netto
dei costi ad essa associati.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Costo opportunità

Costo opportunità (Opportunity cost)


Il costo opportunità di una scelta è il valore della migliore alternativa
sacrificata nel compiere tale scelta.

In aggiunta ai costi diretti, ogni azione comporta costi indiretti, dati


dalla perdita del guadagno potenziale dalle azioni alternative a cui si
rinuncia nel compierla.
Il costo opportunità esprime la relazione fondamentale tra scarsità e
scelta.
Risorsa scarsa per eccellenza è il tempo.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Un semplice esempio

Vi siete innamorati di un vestito particolare e volete acquistarlo oggi.


Potete acquistarlo:
a) nel piccolo negozio sotto casa, pagandolo e 100;
b) in un outlet distante da voi 30 Km e raggiungibile attraverso uno
speciale bus navetta (con biglietto andata/ritorno del costo di e 5)
in circa 30 minuti, pagandolo e 80.
In base al principio costi-benefici, sceglierete di recarvi all’outlet se e
solo se i costi sono minori dei benefici (il risparmio di e 20);
Quali sono questi costi?
costi diretti di trasporto: biglietto dell’autobus (e 5);
costi indiretti: costo opportunità derivante dall’ora di tempo spesa
negli spostamenti.
Se l’ora di tempo vale per voi:
meno di e 15, acquisterete il vestito all’outlet;
più di e 15, acquisterete il vestito nel negozio sotto casa.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Un semplice esempio

Per capire quanto vale per voi quell’ora, dovete dare un valore al
miglior utilizzo alternativo che potreste fare di quel tempo.
Esempio: la vostra alternativa migliore è
1 stare in casa a far niente, annoiandovi
⇒ la vostra ora non vale niente (costo opportunità pari a zero)
⇒ acquistate il vestito nell’outlet;
2 stare in casa con il vostro ragazzo/la vostra ragazza, approfittando
del fatto che siete soli
⇒ se siete disposti a pagare fino a e 10 per questo, il costo
opportunità è pari a e 10
⇒ acquistate il vestito nell’outlet;
3 dare un’ora di ripetizioni di microeconomia, venendo pagati e 20 e
sostenendo un disagio nel farlo che monetizzate in e 3
⇒ il surplus economico a cui rinunciate (il costo opportunità
dell’andare all’outlet) è pari a e 17
⇒ acquistate il vestito nel negozio sotto casa.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Pensare al margine

Spesso dobbiamo decidere quanto portare avanti una certa azione:


1 Quanti boccali di birra ordinare al pub;
2 Quanti cm di pizza ordinare in una pizzeria al metro.
Per rispondere è necessario ragionare “al margine”:
beneficio marginale: beneficio associato a un’unità aggiuntiva di una
certa attività (es. utilità associata a un bicchiere di birra in più o un
cm di pizza in più).
costo marginale: costo associato a un’unità aggiuntiva di una certa
attività (es. incremento dei costi derivato da un bicchiere di birra in
più o un cm di pizza in più).
Il principio costi-benefici suggerisce di aumentare il livello finché il
beneficio marginale supera il costo marginale.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Esempio 1: birra al pub


Il beneficio fornito da boccali di birra aggiuntivi diminuisce
all’aumentare del livello assoluto di consumo di birra (legge
dell’utilità marginale decrescente);
Assumiamo che i benefici monetizzati e i costi della birra siano:
Numero di Beneficio (in e) Costo (in e)
boccali Totale Medio Marginale Totale Medio Marginale
1 10 10 10 4 4 4
2 16 8 6 8 4 4
3 18 6 2 12 4 4
4 18 4,5 0 16 4 4

Quanti boccali acquistare? 2 boccali;


Il terzo non va acquistato: beneficio marginale (e 2) minore del
costo marginale (e 4);
Il beneficio medio non va considerato nelle scelte di acquisto di
ulteriori boccali di birra: superiore al costo medio e marginale della
birra (e 4) anche per 4 boccali.
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Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Esempio 2: pizza al metro


Assumiamo che:
il beneficio monetizzato apportato dai cm di pizza consumati (x) è
rappresentato dalla seguente funzione (Fig.(a)):
300x − x 2
U=
1000
la pizza costa e 0,2 al cm (Fig.(b)): C = 0, 2 x

(a) Utilità monetaria dei cm di pizza (b) Costo totale della pizza ordinata
consumata

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Esempio 2: pizza al metro

La quantità ottimale di pizza è quella in corrispondenza della quale il


surplus economico (benefici al netto dei costi) è massima:
 
max U(x) − C (x)
x

Condizione di primo ordine:

d  dU(x) dC (x)
U(x) − C (x) = 0 ⇒ =
dx dx dx
Nel punto di ottimo, il beneficio (o utilità) marginale della pizza è
uguale al costo marginale della pizza:
beneficio (o utilità) marginale ( dU(x)
dx
): incremento dell’utilità
collegato al consumo di un cm di pizza aggiuntivo;
costo marginale ( dCdx(x) ): incremento dei costi collegato all’acquisto
di un cm di pizza aggiuntivo.

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Principio di scarsità Principio costi-benefici e surplus
Principio costi-benefici Costo opportunità
Razionalità limitata ed economia comportamentale Benefici marginali e costi marginali

Esempio 2: pizza al metro


Nel nostro caso:
dU(x) d 300x−x 2
utilità marginale: dx
= dx 1000
= 300−2x
1000
;
dC (x) d
costo marginale: dx
= dx
(0, 2x) = 0, 2
Quantità ottimale di cm di pizza:
300 − 2x ∗
= 0, 2 ⇒ x ∗ = 50
1000

(a) Utilità (blu) e costo (rosso) (b) Utilità marginale (blu) e costo
marginale (rosso)

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Principio degli incentivi e violazioni del principio costi-benefici
Principio di scarsità
Razionalità limitata
Principio costi-benefici
Economia comportamentale
Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Principio degli incentivi e violazioni del principio


costi-benefici
In generale, si accetta che un soggetto è:
più probabile compia un’azione se i suoi benefici aumentano;
meno probabile compia un’azione se i suoi costi aumentano;
⇒ gli incentivi contano.
Nonostante il principio costi-benefici dovrebbe valere come principio
normativo e possa valere come principio positivo delle scelte
individuali, vi sono importanti eccezioni;
L’applicazione stretta del principio richiede che gli agenti siano
perfettamente (o illimitatamente) razionali, ovvero:
1 conoscano o siano in grado di scoprire le alternative rilevanti;
2 abbiano le conoscenze e le capacità computazionali necessarie per
calcolare i costi e i benefici connessi alle diverse azioni, in condizioni
di certezza ed incertezza;
3 siano in grado di confrontare i diversi costi e benefici.
Spesso le persone agiscono in modo solo limitatamente razionale,
non conformandosi in modo stretto al principio costi-benefici.
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Principio di scarsità
Razionalità limitata
Principio costi-benefici
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Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Razionalità limitata
Il termine razionalità limitata (bounded rationality ) è utilizzato “per
designare la scelta razionale che tiene in considerazione le limitazioni
cognitive degli agenti – limitazioni di conoscenza e capacità
computazionale” (Simon, 2008);
Le teorie di razionalità limitata (es. Cyert & March, 1963;
Williamson, 1975; Hogarth, 1980; Nelson & Winter, 1982; Simon,
1982) rilassano uno o più assunti della teoria dell’utilità:
la scoperta delle alternative rilevanti può essere un processo lungo e
costoso ⇒ Si cercano alternative “soddisfacenti” o che migliorano lo
status quo (satisficing strategy );
l’assunto di massimizzazione del surplus, impone un carico
computazionale eccessivo sugli agenti ⇒ Adottate euristiche che a
volte conducono a comportamenti inconsistenti.
Le teorie di razionalità limitata mirano a:
determinare il processo di scelta di fatto adottato dagli agenti;
il risultato della decisione finale.
Razionalità limitata è tema centrale dell’economia comportamentale.
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Principio di scarsità
Razionalità limitata
Principio costi-benefici
Economia comportamentale
Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Economia comportamentale

Economia comportamentale (Behavioral economics)


Programma di ricerca che investiga le relazioni tra
psicologia e comportamento economico (Gul, 2008). Amos Tversky
(1937-1996)

Tra gli iniziatori, Kahneman & Tversky (1974, 1979):


identificano bias sistematici ed euristiche nelle scelte
in condizioni di incertezza;
analizzano gli effetti di contestualizzazione (o
Daniel Kahneman
inquadramento) (framing effect) sulle decisioni;
(1934)
sviluppano una teoria alternativa della scelta in
condizioni di incertezza, la teoria del prospetto
(prospect theory ). Nobel Memorial
Prize in
Economics 2002
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Principio di scarsità
Razionalità limitata
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Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Errori comuni nel processo decisionale:


misurare costi e benefici in termini relativi
Situazione 1
Immaginate di dover acquistare una giacca che costa e 125 e una
calcolatrice che costa e 15. Il venditore vi informa che la calcolatrice è in
offerta a e 10 in un altro negozio della stessa catena, raggiungibile in
auto in circa 20 minuti. Andreste fino all’altro negozio?

Situazione 2
Immaginate di dover acquistare una giacca che costa e 15 e una
calcolatrice che costa e 125. Il venditore vi informa che la calcolatrice è
in offerta a e 120 in un altro negozio della stessa catena, raggiungibile in
auto in circa 20 minuti. Andreste fino all’altro negozio?

Si dichiararono disposti al viaggio per risparmiare e 5 nella Situazione 1 il


68% degli intervistati, mentre nella Situazione 2 solo il 29% (Tversky &
Kahneman, 1981).
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Principio costi-benefici
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Errori comuni nel processo decisionale

Errori comuni nel processo decisionale:


misurare costi e benefici in termini relativi

Le persone spesso misurano costi e benefici in termini relativi invece


che in termini monetari assoluti.
Nelle Situazioni 1 e 2 il surplus economico è lo stesso (e 5) e quindi
la scelta dovrebbe essere la medesima.
Il fatto che le persone ragionano in termini relativi può spiegare
perché la deviazione standard osservata dei prezzi di vendita dei
prodotti è proporzionale al loro prezzo medio
(Pratt, Wise e Zeckhauser, 1979).

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Principio costi-benefici
Economia comportamentale
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Errori comuni nel processo decisionale

Errori comuni nel processo decisionale:


non ignorare i costi irrecuperabili
Situazione 1
Immaginate di aver deciso di andare ad assistere a una rappresentazione
teatrale il cui biglietto d’ingresso costa e 10. Entrando nel teatro vi
accorgete di aver smarrito una banconota da e 10. Siete ancora disposti
a spendere e 10 per acquistare il biglietto?

Situazione 2
Immaginate di aver deciso di andare ad assistere a una rappresentazione
teatrale e di aver acquistato il biglietto d’ingresso, che costa e 10.
Entrando nel teatro vi accorgete di aver smarrito il biglietto. Il posto non
è numerato e il biglietto non può essere recuperato. Siete disposti a
spendere e 10 per acquistarne un altro?

L’88% dei soggetti intervistati ha risposto sı̀ nella Situazione 1, mentre


solo il 46% nella Situazione 2 (Tversky & Kahneman, 1981).
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Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Errori comuni nel processo decisionale:


non ignorare i costi irrecuperabili
Costi irrecuperabili, sommersi o affondati (Sunk cost)
Costi sostenuti in precedenza e che non è possibile recuperare.

Nello scegliere se compiere una determinata azione, gli unici costi


che andrebbero considerati sono quelli evitabili rinunciando all’azione
⇒ I costi irrecuperabili non dovrebbero influenzare la scelta.
Le persone spesso cadono nella fallacia dei costi irrecuperabili (sunk
cost fallacy ): “they throw good money after bad”.
Esempi:
Andare ad un concerto anche se quel giorno non ne abbiamo voglia,
perché “ormai abbiamo comprato il biglietto”;
Mangiare di più in un buffet a pagamento rispetto ad uno gratuito;
Nella Situazione 2 del teatro, rinunciare ad acquistare un altro
biglietto anche se si è disposti ad acquistare il biglietto quando si è
più poveri di e 10 (Situazione 1).
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Principio degli incentivi e violazioni del principio costi-benefici
Principio di scarsità
Razionalità limitata
Principio costi-benefici
Economia comportamentale
Razionalità limitata ed economia comportamentale
Errori comuni nel processo decisionale

Errori comuni nel processo decisionale:


sottovalutare il costo opportunità
In un esperimento, Kahneman, Knetsch e Thaler (1990) hanno:
1 offerto a un primo gruppo di soggetti di scegliere tra ricevere una
tazza decorata (venduta a 6 dollari nella libreria dell’università) e una
certa somma di denaro, rispondendo a una serie di domande per
determinare la cifra che avrebbe reso loro indifferenti le due opzioni;
2 prima consegnato la tazza ad un secondo gruppo di soggetti, che poi
sono stati sottoposti ad analogo interrogatorio per determinare la
somma che avrebbero accettato per cedere l’oggetto posseduto.
Il risultato, confermato anche da altri esperimenti, è stato che il
valore monetario medio della tazza è stato molto più elevato nel
secondo caso (7 dollari contro 3,5 dollari);
L’effetto per cui si tende a valutare di più ciò che già si possiede è
noto come effetto dotazione (endowment effect) (Thaler, 1980);
Una delle possibili spiegazioni di tale effetto è che le persone tendono
a considerare meno il mancato guadagno (il costo opportunità del
mantenere l’oggetto) rispetto ai costi affrontati per l’acquisto.
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