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Come si parla del futuro nelle grammatiche della lingua spagnola per stranieri e
nei manuali didattici1 più usati? Quali potrebbero essere le attività più efficaci per
favorire l’acquisizione dei modi di parlare del futuro? Queste sono le prime due
domande che ci siamo posti al momento di affrontare questo lavoro. La risposta alla
prima questione l’abbiamo sviluppata all’inizio di questo articolo; nella seconda parte
abbiamo avanzato una serie di proposte a partire dagli studi di Francisco Matte Bon 2
sul funzionamento di alcuni degli operatori grammaticali coinvolti nell’espressione
del futuro, il Futuro semplice, la Perifrasi “ir+a+infinito” e il Presente3.
1
In questo lavoro usiamo il termine “manuale” in due sensi diversi. Nel titolo intendiamo per “manuali” sia i manuali di
grammatica sia i libri di testo su cui si organizza un corso di lingua. A questo significato generico opponiamo quello
specifico, quando chiamiamo “manuali” soltanto i libri di testo che si adoperano nelle classi di lingua. Non useremo,
quindi, il termine “grammatica” come nella tradizione italiana, per riferirci ai libri di testo adoperati nella classe, ma per
i libri che descrivono sistematicamente il funzionamento della lingua.
2
Francisco Matte Bon, Gramática comunicativa de la lengua española, Edelsa, Madrid 1995 (nuova edizione) e
Francisco Matte Bon, “Maneras de hablar del futuro en español entre gramática y pragmática. Futuro, ir + infinitivo y
presente de indicativo: análisis, usos y valor profundo”, redELE n. 6, Febbraio 2006 (d’ora in poi Matte Bon 2006).
3
Per evitare la confusione tra il nome degli operatori grammaticali e i concetti temporali di presente e futuro che questi
possono esprimere abbiamo scelto di indicare con le maiuscole gli operatori grammaticali e con le minuscole i concetti.
4
Teniamo a chiarire che non rientra nei nostri obiettivi il criticare gli autori e le opere citate, meritorie del massimo
rispetto in quanto si tratta di studi fondamentali nell’ambito della didattica della lingua spagnola; l’obiettivo è piuttosto
quello di far emergere alcune questioni metodologiche sull’analisi e la descrizione della lingua spagnola.
5
M. Carrera Díaz, Grammatica spagnola, Laterza, Bari 1997. Si tratta di uno studio contrastivo tra la lingua spagnola e
la lingua italiana.
283
estudiante de español6 (GBEE) e la Gramática cognitiva para profesores de español
L2 (GC) di Ángel López García7. Inoltre, abbiamo esaminato tre dei libri di testo
comunicativi più diffusi: Gente8, Abanico9, Rápido, Rápido10 e un’opera di
impostazione più tradizionale su base grammaticale quale è il Curso de
perfeccionamiento11. In questi testi analizzeremo tre aspetti alla luce delle relazioni
che si stabiliscono tra il sistema linguistico e i dati del contesto pragmatico12.
6
AAVV, Gramática básica del estudiante de español, Difusión, Barcelona 2005. L’impostazione di questa grammatica
non è contrastiva; è rivolta a tutti gli studenti di lingua spagnola come L2.
7
A. López García, Gramática cognitiva para profesores de español L2, Arco/Libros, Madrid 2005. Anche se nel titolo
l’autore sembra rivolgersi a professori di lingua, nell’introduzione afferma che è rivolta anche agli studenti di lingua
spagnola che parlano lingue tipologicamente lontane dallo spagnolo.
8
AAVV, Gente 1,2,3, Difusión, Barcelona 2004 (nuova edizione).
9
AAVV, Abanico, Difusión, Barcelona 1997. Questo manuale dedica uno spazio piuttosto marginale al microsistema
del futuro.
10
AAVV, Rápido, Rápido, Difusión, Barcelona 2002.
11
AAVV Curso de perfeccionamiento, SGEL, Madrid 2000.
12
Per quanto riguarda la relazione tra sistema linguistico e pragmatica sulla quale si fonda la nostra ricerca vedi M.V.
Escandell Vidal, Introducción a la pragmática, Ariel, Barcelona 1996.
284
Presente con il Futuro ma non il Presente con la Perifrasi né la Perifrasi con il Futuro.
Il mancato confronto può determinare, come vedremo, una limitata differenziazione
dei valori nel sistema di questi tre operatori
Un’altra delle difficoltà dovuta all’unica prospettiva di analisi dipende
dall’organizzazione strutturale; se scorriamo gli indici delle grammatiche, vediamo
che non sono organizzati per provvedere all’esigenza degli studenti stranieri di
“trovare” un operatore grammaticale che non conoscono ancora e che sia appropriato
a esprimere una certa idea (v.g. di futuro, di probabilità, ecc.)13. Facciamo un
esempio. Se chi consulta queste grammatiche ancora non conosce l’operatore “Ir a +
infinito” ma vuole sapere in che modo si può presentare in spagnolo un’azione futura
come un’intenzione, dovrà sfogliare tutta la grammatica per trovare l’operatore
pertinente poiché gli indici sono articolati a partire dagli operatori grammaticali e non
dalle idee che questi possono esprimere.
Alle obiezioni precedenti si sommano quelle riferite ai manuali. La maggioranza
dei libri di testo presenta un problema inverso rispetto a quello delle grammatiche:
offrono soltanto una prospettiva onomasiologica che parte dall’idea di futuro e
descrive l’uso degli operatori (Presente, Futuro e Perifrasi) limitandosi
all’espressione di quest’idea, senza offrire una visione globale delle potenzialità
espressive di ogni operatore (espressione della concessione, della probabilità…). Nei
manuali la prospettiva semasiologica è ridotta di solito alla morfologia di questi
tempi verbali. Fanno eccezione i materiali di impostazione più tradizionale, come il
Curso de perfeccionamiento, che continuano a presentare gli usi da una prospettiva
semasiologica debitrice delle grammatiche per stranieri e, in alcuni casi, delle
grammatiche per i parlanti nativi.
In quest’unica prospettiva onomasiologica la difficoltà per uno studente straniero
si pone quando questi volesse capire tutte le possibilità di uso di un operatore senza
limitarsi all’idea del futuro. Ad esempio, l’operatore Futuro può esprimere l’ipotesi
13
Questa critica è già stata sollevata da Francisco Matte Bon a proposito delle grammatiche di lingua spagnola
pubblicate in Italia (vid. Francisco Matte Bon, “El análisis contrastivo en algunos manuales de gramática española
publicados en Italia en los últimos años” Mots Palabras Words 6, 2004 (in corso di stampa)).
285
nel presente, la concessione, ecc., ma, in un manuale come Gente, il Futuro
cosiddetto “concessivo” non viene descritto né nel capitolo dedicato al futuro, né nel
capitolo dedicato alla concessione o alla contrapposizione di informazioni14. Manca
una visione semasiologica che completi la descrizione di questo operatore
linguistico15.
Uno dei pericoli che si può manifestare a causa di un’unica prospettiva
onomasiologica consiste nel fatto che lo studente identifichi un contesto d’uso con il
valore dell’operatore nel sistema; così, per esempio, l’utente abituato a consultare i
manuali potrebbe pensare che il valore dell’operatore linguistico “Futuro semplice” si
limiti all’espressione di un’azione futura, oppure che la Perifrasi “Ir a + infinito”
soltanto serva per esprimere delle intenzioni.
Analizziamo un esempio di questo problema riguardante il Presente e il Futuro.
Nel testo della GBEE si afferma che:
También usamos el Presente para hablar del futuro cronológico cuando queremos presentar la
información como segura y totalmente controlada. Hablamos de algo que conocemos y que no
depende del tiempo para ser verdad. Declaramos así lo que sabemos sobre el futuro o
preguntamos lo que otros saben. Cómo es el FUTURO:
INFORMACIONES YA SEGURAS. Mi novio vuelve mañana. Si quieres, nos vemos esta tarde.
[Altri esempi] Lola, ¿qué haces mañana por la tarde? ¿trabajas?
INSTRUCCIONES: Mira, sales por esa puerta, giras a la izquierda y sigues hasta el final...
[Altri esempi]. Si queremos presentar la información como una predicción, usamos el Futuro:
A las cuatro estaré allí16.
Gli autori esemplificano così dei contesti in cui si usa il Presente, cioè per parlare
di qualcosa che già sappiamo oppure per chiedere quello che gli altri già sanno,
contesti che non vanno confusi con il valore dell’operatore Presente, per almeno due
motivi. Primo, perché se fossero “valori” di questo operatore sarebbero in
contraddizione tra di loro; cioè si userebbe il Presente con valore futuro per parlare di
quello che già sappiamo ma anche per chiedere quello che non sappiamo.
14
Gente 3:150-151.
15
In realtà non sempre un manuale segue la stessa prospettiva. Per esempio, nella descrizione del funzionamento del
sintagma nominale l’operatore LO, in Gente 3:128, è presentato in una prospettiva semasiologica.
16
GBEE:109. La sottolineatura risponde al carattere in grassetto del testo originale.
286
In secondo luogo, perché in questi contesti si potrebbero usare anche gli altri
operatori; vale a dire che, per parlare di qualcosa che già sappiamo oppure per
chiedere quello che gli altri già sanno, possiamo usare anche il Futuro o la Perifrasi,
come si può vedere in: Mi novio volverá mañana. Si quieres, nos vemos esta tarde /
Lola, ¿qué harás mañana por la tarde? ¿vas a trabajar? / Mira, saldrás por esa
puerta, girarás a la izquierda y seguirás hasta el final..17. Non entreremo adesso ad
analizzare i differenti effetti espressivi dovuti all’uso del Futuro o della Perifrasi.
Quello che vorremmo dimostrare è che in questi contesti –anche se con intenzioni
diverse- è possibile usare altri operatori di futuro. Non si tratta, quindi, di valori del
Presente, ma di contesti d’uso.
In realtà, nel testo esaminato non si afferma esplicitamente che si tratti di valori
del Presente; ma nemmeno si indica che si tratti di contesti in cui si possono usare gli
altri operatori. Questo silenzio potrebbe indurre lo studente a pensare che ci sia una
relazione univoca tra i contesti e il valore dell’operatore Presente, oppure che si tratti
di diversi valori del Presente. Forse sarebbe stato utile discernere tra la descrizione
dei contesti e la descrizione del valore del Presente in quei contesti.
Altro problema legato al confronto onomasiologico parziale in questo testo
riguarda il Futuro e la Perifrasi. La mancanza della comparazione con la Perifrasi ci
impedisce di capire che il valore ipotizzato per il Futuro –presentare l’informazione
come una previsione- è comune alla Perifrasi e, quindi, non si tratta di un valore
esclusivo del Futuro, come si può notare nelle previsioni: “Va a perder las próximas
elecciones”/ “Perderá las próximas elecciones”.
Dunque, nella pratica, anche questa visione limitata dei manuali rappresenterebbe
un doppio problema per lo studente, il quale, come abbiamo appena affermato, se
vuole conoscere tutte le potenzialità espressive di un operatore, v.g. del Futuro,
potrebbe non trovarle oppure trovarle incomplete. Dall’altra parte, lo studente
dovrebbe conoscere a priori le potenzialità di un certo operatore, poiché potrebbe
consultarle soltanto se le conosce; cioè, solo se sa che il Futuro può avere un valore
17
Esempi dell’autore.
287
concessivo, andrebbe a cercare nei capitoli dedicati all’espressione della concessione
per verificare se il Futuro può essere usato con questo effetto espressivo.
In conclusione, per quanto riguarda l’unicità del punto di vista (onomasiologico
oppure semasiologico) i confronti parziali e poco sistematici che abbiamo osservato
ci fanno dubitare dell’efficacia didattica di questo tipo di impostazione. La
comparazione onomasiologica dovrebbe essere completata da una descrizione
semasiologica degli operatori che illustrasse le loro potenzialità espressive.
2. Nelle opere prese in esame non viene distinto il valore profondo di un operatore
nel sistema dagli effetti espressivi che esso può esprimere in un contesto determinato.
Questa questione si manifesta in diversi modi. In alcuni casi si presentano gli effetti
espressivi come se fossero il valore di un operatore nel sistema. Per esempio, nel
testo della GBEE che abbiamo precedentemente citato: Usamos el Presente para
hablar del futuro cronológico cuando queremos presentar la información como
segura y totalmente controlada. [...] Si queremos presentar la información como una
predicción, usamos el Futuro18 è stato selezionato uno degli effetti contestuali
(presentar la información como segura y totalmente controlada) senza un accenno, in
questa sezione dedicata a illustrare gli usi del Presente, al suo valore nel sistema.
La confusione tra il valore profondo di un operatore e gli effetti espressivi
dovuti al contesto d’uso è il sintomo di una visione debole della grammatica che non
sembra essere in grado di creare negli apprendenti una comprensione autentica del
suo funzionamento. Questa debolezza dell’approccio metodologico si manifesta nelle
diverse versioni che si possono offrire come spiegazioni del fenomeno di cui adesso
ci stiamo occupando: l’espressione della sicurezza. Per l’autore della GC, per
esempio, il Futuro si userebbe in contesti in cui l’enunciatore vuole esprimere un alto
grado di sicurezza:
El pasado simple “vine” significa un enunciado cuyo mundo referido no coincide con el
momento de la enunciación]. […] El equivalente del pasado simple “vine” es el futuro simple
18
GBEE:109.
288
“vendré”, el cual significa un enunciado cuyo mundo referido no coincide con el momento de la
enunciación […]. En cualquier caso, el empleo del futuro pide contextos en los que el hablante
tenga seguridad razonable de que los acontecimientos expresados por dicho futuro se cumplirán:
decimos indistintamente” el próximo verano iremos / vamos a ir / vamos a Ibiza para las
vacaciones”, pero “¿qué vas a hacer este fin de semana?” o “¿qué haces este fin de semana?”
se prefieren claramente a “¿qué harás este fin de semana?” porque no se tiene la seguridad de
lo que vamos a hacer19.
Nella GBEE, invece, abbiamo visto che si afferma che è il Presente, e non il
Futuro, l’operatore che si usa per indicare “sicurezza”. Altri autori20 ipotizzano anche
che la differenza tra la Perifrasi, il Presente e il Futuro sarebbe il grado di sicurezza
espressa sui fatti annunciati; ma secondo la loro visione dei fatti, il massimo grado
corrisponderebbe al Presente, alla Perifrasi corrisponderebbe un grado intermedio ed
il grado minimo al Futuro. Inoltre, è facile trovare esempi di Futuri o di Presenti in
contesti chiaramente dubitativi come in: No sé si iré a Madrid, no me apetece mucho;
¿Será verdad lo que dice?; Qué hago, ¿voy o no voy de vacaciones? Es que no tengo
mucho dinero; ¿Qué haces mañana?.
Come sostiene Matte Bon21, queste incoerenze sono dovute al fatto che la
sicurezza è un effetto espressivo dipendente dal contesto e non solo dal tempo verbale
utilizzato nella comunicazione; sia il Presente che il Futuro o la Perifrasi, infatti,
possono contribuire, senza perdere le loro rispettive caratteristiche, a costruire
contesti interpretabili in termini di “sicurezza”, come in: Mañana es mi cumpleaños;
Estoy convencido de que Juan estará ya allí cuando lleguemos nosotros; El domingo
vamos a ir a la playa ¿quieres venir con nosotros?. Non si tratta, quindi, di un effetto
espressivo legato all’uso di un solo operatore linguistico.
Un altro dei problemi legati alla descrizione del valore di un operatore nel sistema
è che spesso viene preso come valore profondo uno degli effetti contestuali: quello
temporale. Conseguentemente può diventare difficile percepire le differenze tra
19
GC: 154-156.
20
Almeida e Díaz citati in Matte Bon 2006:17.
21
Per le argomentazioni di Matte Bon contro la confusione tra i valori profondi e gli effetti espressivi di questi operatori
si veda Matte Bon 2006:1-17.
289
questi operatori, per cui diventano addirittura operatori quasi “sinonimi”
nell’espressione del futuro. Così vengono presentati nella GS:
[Si usa il futuro]1. Per indicare che un’azione o evento avrà luogo con posteriorità rispetto al
momento dell’enunciazione: (1) Mañana saldremos a las tres = Domani usciremo alle tre.
In questo uso, soprattutto nella lingua parlata, il futuro spagnolo subisce la concorrenza di altri
operatori verbali:
-il presente indicativo: come in italiano, i parlanti usano spesso questo tempo con il valore di un
futuro, specie se accompagnato da referenti temporali espliciti come mañana, el año que viene,
el domingo, ecc.: (2) Mañana salimos a las tres = Domani usciamo alle tre.
-la perifrasi ir a + infinito, nella quale il verbo ir perde il valore originale di movimento.
Introduce spesso una sfumatura di intenzionalità: (3) No voy a decirte nada = Non ti dirò
niente.
-in certe zone della Spagna (Galizia) e soprattutto in America, la perifrasi haber de + infinito:
(= No le he de decir nada = Non gli dirò niente)22.
22
GS: 242. Tutte le sottolineature nei testi citati sono nostre.
23
GS: 30.
24
Per una critica a questa spiegazione della variazione geografica legata all’uso della Perifrasi e del Futuro, vid. Ramón
Trujillo, Principios de semántica textual, Arco/Libros, Madrid 1996, pp. 241-242.
290
siguientes frases por otro tiempo, donde sea posible; Transforma el infinitivo en un
tiempo (cualquiera) que dé sentido al texto25.
Un altro dei limiti di questo tipo di concettualizzazioni è collegato al fatto che, a
volte, si fanno dipendere dai valori temporali altri valori che difficilmente derivano
da questi. Ad esempio, nella seguente descrizione di Gente:
Expresar futuro. – (1) El Futuro de Indicativo se usa para hablar propiamente del futuro, de
situaciones o de acontecimientos futuros que se presentan sin relación con el momento presente:
“Mañana lloverá en la parte sur del país”. “A partir de hoy tendremos un servicio nocturno”.
– (2) Usamos la perífrasis ir a + infinitivo cuando queremos relacionar el futuro con el momento
presente. La acción futura se presenta como una intención, un proyecto o una previsión.
[…]”Vamos a organizar un viaje. ¿Quieres participar?”.”Voy a hacer lo que me pide, pero no
lo veo claro”. –(3)Usamos el Presente de Indicativo para expresar futuro, normalmente junto
con expresiones del tipo “ahora mismo”, “enseguida” o “en un momento”. En estos casos el
futuro se vincula al presente por diversas razones: Hecho presentado como inmediato. “Ahora
mismo voy”; “Enseguida le atiendo”; “Vuelvo en un minuto”; Hecho presentado como
resultado de una decisión: “¿Qué hacéis mañana?” “El año que viene me caso”; Parte de un
ciclo que se repite. “Este año Semana Santa es en marzo”. “Mañana miércoles está cerrado”.
Resumiendo Futuro: Hechos objetivos:“¿Le has dicho ya a Fernández lo que ha pasado? No.
Se lo diré esta tarde”; Ir a + infinitivo: Intenciones:”¿Le has dicho ya a Fernández lo que ha
pasado?- No. Ni se lo he dicho ni se lo voy a decir”; Presente de indicativo: Decisiones:
“Deberías hablar con Fernández.-Vale. Mañana se lo explico todo”26.
25
Curso de perfeccionamiento: passim.
26
Gente 2:148.
27
Nell’introduzione del Curso de Perfeccionamiento (Curso de Perfeccionamiento:5) leggiamo: Este manual va
dirigido a estudiantes que quieren perfeccionarse a través de la ampliación de vocabulario, la matización de algunos
términos, la elección de las formas verbales, el uso desviado de los tiempos, etc. In questo senso si considerano “usi
propri” quelli temporali; ad esempio, il Futuro che esprime futuro cronologico; il Futuro con un valore ipotetico nel
291
questa ottica, il valore temporale sarebbe quello centrale e gli altri usi sarebbero usi
“deviati” da questo. Ma, come abbiamo osservato, queste priorità non permettono di
spiegare gli usi “deviati”; per esempio, l’interpretazione del Futuro come ipotesi nel
presente entra in contraddizione con il valore profondo temporale proposto per il
Futuro che “coloca la acción dependiendo de un “después de algo”, es decir, es un
tiempo venidero respecto al presente del hablante”28. Nell’opera in questione non
vengono studiati i valori comuni che hanno tutti questi usi né tanto meno spiegati
quali meccanismi determinano queste interpretazioni contestuali (“futuro de
probabilidad”; “futuro de extrañeza o reprobación”; “futuro concesivo”; “futuro de
mandato”)29.
presente, invece, sarebbe considerato un “uso improprio”. Questa concezione della questione è frequente negli studi di
grammatica spagnola.
28
Curso de perfeccionamiento:33.
29
Op. cit.: 33-34.
292
sguardo agli indici delle grammatiche oppure alle appendici grammaticali dei
manuali)30 e a partire da frasi estratte fuori da ogni contesto. Come abbiamo appena
osservato, si tratta di una concezione della lingua che dimentica il processo
comunicativo; ma la grammatica non può limitarsi a studiare gli operatori linguistici,
che funzionano come meccanismi di contestualizzazione, come se agissero in contesti
unici, isolati da tutto il resto e senza tenere presente tutto quello che c’è già
nell’universo comunicativo in cui si inserisce ognuno dei suoi usi. Ricordiamo, a
modo di esempio, come l’interpretazione “concessiva” del futuro dipende dal fatto
che sia già stata presentata nel contesto (o presupposta) la relazione predicativa
soggetto-verbo come un dato, in Presente: - Es caro. - Será caro, pero me lo
compro31.
Concludendo, i testi consultati presentano un’incompleta descrizione degli usi di
questi operatori che non distingue tra il valore nel sistema e gli effetti espressivi e non
spiega sufficientemente i meccanismi a cui si devono le interpretazioni contestuali.
30
L’indice della GS è articolato come segue: Capitolo 4. L’indicativo presente (I). 1. Il verbo e la coniugazione in
spagnolo; 2. L’indicativo; 3. L’indicativo presente. 3.1. Forme – 3.2. Funzioni. […]; Capitolo 19. L’indicativo futuro.
1. Preliminari; 2. Il futuro semplice; 3. Il futuro anteriore. […]; Capitolo 30. Le perifrasi con l’infinito. 1. Preliminari;
2. La perifrasi del futuro prossimo; L’indice della GBEE è simile al precedente: Sección 4- Verbos. Capítulo 21.
Presente de indicativo. A. Verbos regulares; b. Verbos con alteraciones vocálicas; c. Verbos con alteraciones
vocálicas; d. Primera persona irregular; e. Primera persona irregular y otras alteraciones; f. Verbos totalmente
irregulares; g. Usos. Afirmar el presente; h. Usos. Afirmar el futuro; i. Usos. Afirmar en general; […] Capítulo 28.
Futuro. A. Significado; b. Formas regulares; c. Verbos irregulares; d. Usos. Predecir el futuro; e. Usos. Suponer el
presente. […] Capítulo 37. Perífrasis verbales. A. Ir a+infinitivo. Per quanto riguarda la GC, anche se si presentano gli
argomenti da una nuova prospettiva, quella visuale, non si propone un ripensamento delle osservazioni tradizionali per
quanto riguarda questi operatori, studiati soltanto da una prospettiva semasiologica e per compartimenti stagni.
31
Matte Bon 2006: 34-35.
293
II.A. Effetti espressivi legati a un atto linguistico: la minaccia32.
Presentiamo una serie di testi riconoscibili come minacce e chiediamo agli
studenti, in un primo momento, di identificare questi atti linguistici; poi, di discutere
sugli aspetti che hanno in comune e le differenze tra le diverse strategie messe in atto
dagli enunciatori33. L’esercizio vorrebbe propiziare il riconoscimento degli atti
linguistici, degli esponenti linguistici con cui essi si compiono, delle loro differenze
e, infine, stimolare la capacità di formulare ipotesi di spiegazione dei fenomeni
linguistici.
1) [Conversazione colloquiale. Antonio sta per dire qualcosa ai genitori che Miguel
non vuole che essi sappiano] -Antonio: Se lo voy a decir a papá y a mamá.
Miguel: ¡Como digas algo, las llevas!
2) [Conversazione colloquiale. Juan non vuole andare a scuola]- Juan: Que no voy.
Padre: Si no vas, te llevo a rastras…
32
Secondo la definizione del Dizionario della lingua italiana di Tullio De Mauro, la minaccia è “un discorso che ha lo
scopo di annunciare a qualcuno un danno, un male, un castigo, specialmente allo scopo di intimorire o costringere a
fare o non fare qualcosa”. Abbiamo scelto quest’atto linguistico perché è proiettato verso il futuro ed è possibile
osservare chiaramente le differenze d’uso dei tre operatori. Nelle esercitazioni si potrebbe proporre anche l’analisi di
altri atti come, ad esempio, i giuramenti, le promesse, ecc.
33
Come prerequisito per poter arrivare a cogliere il tipo e il grado di intervento dell’enunciatore e le operazioni
metalinguistiche di cui sono traccia il Presente indicativo, la Perifrasi IR A + infinito e il Futuro indicativo, è necessario
che gli studenti conoscano i seguenti principi sul funzionamento della comunicazione linguistica (seguo qui l’approccio
e la terminologia di H. Adamczewski che si può consultare, tra le altre opere, in Adamczewski H.- Delmas C,
Grammaire linguistique de l’anglais, Armand Colin, Parigi, 1982): a) la centralità dell’enunciatore. L’enunciatore è
l’unico vero responsabile del suo progetto enunciativo, delle strategie, della scelta delle opzioni grammaticali offerte dal
sistema. Ha un’intenzione comunicativa ed è immerso in una situazione extralinguistica (io, qui, adesso); b) la lingua
come sistema di contestualizzazione. La comunicazione linguistica funziona come un sistema di contestualizzazione in
cui tutto quello che è comparso precedentemente fornisce una chiave di interpretazione e una base per tutti gli enunciati
posteriori. c) la relazione predicativa. Lo studente dovrà spostare la sua attenzione dall’ordine superficiale della catena
lineare (l’enunciato come prodotto finito) alle operazioni di costruzione degli enunciati (la loro genesi). Così, dovrà
sapere che l’enunciatore individua e isola, fra tutte quelle teoricamente possibili, due nozioni fondamentali per la
costruzione di una sua Relazione Predicativa: la nozione destinata a svolgere, nell’enunciato finale, la funzione di
soggetto e quella destinata a svolgere la funzione di predicato, ed intreccia fra loro una relazione. Vedi anche G.
Gagliardelli Elementi di grammatica enunciativa della lingua inglese, CLUEB, Bolonia 1999.
34
REAL ACADEMIA ESPAÑOLA: Banca dati CREA (“ Corpus de referencia del español actual”) [on line].
<http://www.rae.es> . La consultazione di questo corpus è avvenuta il 18 Febbraio 2006.
294
ofrecen una imagen dantesca. Los bomberos han tenido que derribar los muros de
las casas del piso bajo para buscar los cuerpos de una mujer embarazada y de sus
dos hijos.[…]. Los chavales que ayudan en las tareas de rescate reparten esfuerzo e
indignación a partes iguales. “A ése le haces una foto y te parto la cara”, grita una
chica. Ése es el marido de una de las víctimas, que abandona el lugar de la tragedia
ayudado por dos voluntarios de Cruz Roja.
4) [Conversazione colloquiale tra una madre e sua figlia] Madre: Ya estás recogiendo
tu habitación o no sales.
295
6) [Conversazione colloquiale tra madre e figlio] Madre: ¡Niños a dormir! ¡Ya está
bien de jaleo!
Antonio: Mamá, Felipe me ha pegado…
Madre: Y más te voy a pegar yo, si no te callas…
9) [Monologo inserito in un romanzo- (Banca dati CREA)] Apenas una hora después
el niño veía cómo aquel hombrón, al que no conocía, mataba a golpes a su padre. No
entendió por qué discutían, y con el tiempo llegó a olvidar que discutían y sólo
alcanzó a recordar la brutalidad la brutalidad de los golpes, aquel gemido del
cuerpo inconsciente antes de que la enorme piedra le aplastase la cabeza, aquellas
piernas inmóviles, sus infantiles esfuerzos por mover la piedra, y, sobre todo, su
amenaza, desde lejos, dirigida a aquel hombre que lo miraba con mucha atención:
“Algún día te mataré con mis propias manos”. Una voz escalofriante por proceder
de un niño y que había sonado como ajena a él, como si hubiese salido de él sin su
participación.
296
- Cuando amanezca, no. ¡Ahora!
- ¡Estás loco! Exclamó.
- Escucha – le advirtió – Si llegamos al pozo de Sidi-el- Madia, vivirás. Si no
llegamos, te mataré aunque la culpa no sea tuya. –Dejó que meditara en lo que
acababa de decir, y añadió por último-: Y recuerda que soy un inmouchar y
cumplo siempre mi palabra.
-
11) [Monologo di teatro-(Banca dati CREA)] ¿Cómo he podido ser tan tonta? Mi
hermana prepara un falso rapto para quitarme mi herencia y Aniceto se lía con la
rubia y aprovecha la ocasión para quedarse con el dinero… ¡He estado ciega! ¡Oh,
insensata!, ¡estúpida! ¡Ojalá nunca me hubiera tocado en suerte esta herencia
maldita que no trae más que desgracias!. ¡Pero, no! ¡Se acabaron los lloros! Aunque
me hayan engañado yo me vengaré de todos ellos. Y a Dios pongo por testigo que
nunca volverán a reírse de mí.
297
Le intuizioni degli apprendenti devono essere confrontate in una discussione-
formulazione finale in cui si illustra il valore degli operatori nel sistema 35. A tale
scopo consigliamo di commentare gli esempi.
Nei testi 1), 2), 3) e 4) gli enunciatori esprimono delle minacce che si
presentano come dati che non si vogliono negoziare, come decisione ferme, già prese,
ma le strategie di presentazione dell’azione che si vuole evitare sono diverse. In 1)
Miguel presenta l’azione temuta (como digas algo) come una informazione condivisa
con il suo interlocutore perché è nell’aria (forse suo fratello è solito accusarlo),
mentre la minaccia (las llevas) è presentata come un dato che deriva automaticamente
dall’azione di Antonio. Anche il padre, in 2) esprime la minaccia come una
conseguenza dell’azione del figlio; ma, al contrario di Miguel, non presuppone
l’azione temuta; è una prima menzione veicolata dall’operatore “si” e l’Indicativo
Presente . Si tratta di una minaccia presentata come il frutto di un ragionamento non
negoziabile.
Un po’ diversa è la strategia dell’enunciatore nell’esempio 3). Il giornalista che
fa il reportage sembra che porti con sé una camera fotografica e stia per fare una
fotografia a una delle vittime della catastrofe; la ragazza, per evitare che faccia questa
foto, lo minaccia presentando come due dati nuovi le relazioni predicative tra
<tú>/<hacer fotos> e <yo>/<partirte la cara>. Nessuna di queste relazioni è
presentata virtualmente. La ragazza presenta l’azione temuta come un’informazione
nuova per il suo interlocutore, informazione che avrebbe potuto presentare come
acquisita, alla stregua dell’enunciatore dell’esempio 1), poiché era un’idea che stava
“nell’aria” in quella situazione comunicativa. In realtà, presentandola in questo modo,
rifiuta di condividere con il suo interlocutore la semplice possibilità di mettere
insieme le nozioni <tú> e <hacer fotos>. Non ci sono elementi che bloccano il
riferimento al mondo extralinguistico, quindi si ha la sensazione che la ragazza stia
informando su fatti concreti, descrivendo fatti oggettivi. Inoltre, la minaccia non si
presenta esplicitamente come una condizione, come un dato che deriva
35
Per illustrare i valori nel sistema si può usare lo schema proposto da Matte Bon (in Matte Bon 2006: 38).
298
automaticamente dall’azione della persona oggetto della minaccia (come avviene in
1) o 2)). L’enunciatore presenta le due azioni (l’azione temuta e l’azione minacciata)
in correlazione coordinante. Le azioni sono presentate come indipendenti ed è
lasciata l’interpretazione della sua relazione condizionante all’interlocutore.
Una strategia che va nella stessa direzione della precedente è quella che segue
l’enunciatore di 4); ma in questo caso non si presenta l’azione temuta ma l’azione
desiderata dalla madre. Quest’ultima è presentata attraverso un operatore che blocca
il riferimento al mondo extralinguistico: estar + gerundio. Questo costrutto esprime
in questo caso proprio quello che non succede nel momento dell’enunciazione, cioè
che la figlia non sta riassettando la sua stanza. La madre presenta alla figlia la
minaccia come conseguenza della eventuale scelta di non fare quello che lei vuole
tramite un Presente, dato-informazione che si presenta come oggettivo e già stabilito.
In sintesi, con il Presente è più importante la dimensione concreta e le
conseguenze pratiche dell’informazione che costituisce la minaccia, che l’annuncio di
qualcosa di nuovo riferito al futuro, come succede, invece, con la Perifrasi e il Futuro.
Come è già stato segnalato da Matte Bon36, gli usi dei tempi verbali negli atti
linguistici sembrano essere fortemente codificati. Nelle minacce abbiamo potuto
notare che è più probabile che si realizzino attraverso il Presente37. L’uso del Futuro o
della Perifrasi sembra generare un’interpretazione di questo atto linguistico più vicina
a un annuncio.
Negli esempi 5), 6), 7) e 8) le minacce vengono espresse attraverso la Perifrasi.
La prima differenza rispetto al Presente è la maggiore implicazione dell’enunciatore;
questi sembra presentare la relazione predicativa soggetto-verbo come qualcosa che
non si produce da sola, spontaneamente e senza problemi, segnalando che è
36
Matte Bon 2006: 24-29.
37
Grazie a una ricerca nel corpus CREA sulla frequenza di questi operatori in espressioni verbali che avessero un valore
inequivocabile come minacce, come ad esempio: “Te mato”, “Te pego”, “Te parto la cara”, “Te doy una hostia”, “Te
dejo en el sitio”, abbiamo potuto verificare che su 10 minacce, 6 sono in Presente, 2 in Futuro e 2 con la Perifrasi. I
risultati di questa piccola ricerca approssimativa sulla minaccia sono: “Te mato” (93 casi) – “Te voy a matar” (14 casi)
– “Te mataré” (17 casi); “Te pego…” (22 casi) – “Te voy a pegar…” (4 casi) – “Te pegaré…” (0 casi); “Te parto la
cara” (10 casi); “Te voy a partir la cara” (3 casi); “Te partiré la cara” (1 caso); “Te doy una/dos hostias” (2 casi); “Te
voy a dar una/dos hostias” (0 casi); “Te daré una/dos hostias (0 casi); “Te dejo en el sitio” (2 casi); “Te voy a dejar en
el sitio” (0 casi); “Te dejaré en el sitio” (0 casi). Le percentuali in questo piccolo campionario sono: in un 76 % degli
299
l’enunciatore a farsene carico. In mancanza del Presente che dà la sensazione di
informare su dei fatti concreti, la Perifrasi provoca l’effetto di maggior
concentrazione sulla relazione predicativa. A seconda delle caratteristiche della
situazione comunicativa in cui avviene l’atto linguistico, l’uso della Perifrasi può
essere interpretato come segno di garanzia da parte dell’enunciatore del compimento
della minaccia, come succede negli esempi 5) , 6) e 7) oppure come qualcosa di
sorprendente, di inaspettato come in 8). Vediamo perché.
Nell’esempio 5), l’enunciatore si presenta nella scena con una falce in mano e
con evidenti intenzioni di uccidere, dopo aver già ucciso altre due persone e la finalità
del suo atto è annunciare il suo progetto di uccidere una terza persona. In questa
minaccia, che si compie in una situazione comunicativa in cui è inequivocabile
l’intenzione dell’enunciatore, la Perifrasi segnala che dietro la relazione predicativa
tra <yo> e <matarte> c’è il suddetto enunciatore con falce e coltello e in
atteggiamento aggressivo, contribuendo a dare maggior garanzia di realizzazione
della minaccia. Anche in 6), la mamma si fa garante della relazione predicativa che
enuncia. In 7) Juan segnala che dietro la relazione predicativa tra le nozioni <yo> e
<enfadarme> c’è lui come garante; tentando una parafrasi è come se l’enunciatore
dicesse “il fatto che io voglia mettere insieme le nozioni <yo> e <enfadar> e me ne
faccia carico dovrebbe essere per voi che mi conoscete una minaccia”.
Invece, l’uso della Perifrasi nell’esempio 8) non si può interpretare come una
implicazione dell’enunciatore che dà garanzia del compimento della minaccia. Al
contrario, l’enunciatore usa la Perifrasi per minacce che non ha intenzione di
compiere. Si tratta di un’implicatura dovuta alla massima di sincerità. La figlia
suppone che la madre non stia minacciando di ucciderla, e quindi che abbia messo in
relazione le nozioni <yo> e <matarte> per dirle qualcos’altro, come segnalare la sua
arrabbiatura. Così, la Perifrasi contribuisce a quest’interpretazione in un modo
diverso dagli esempi precedenti, indicando che la relazione tra queste due nozioni
non è spontanea, che queste nozioni non si attraggono come delle calamite, ma è la
esempi si usa il Presente; in un 12,5 % la Perifrasi e in un 10,71 % il Futuro. Sono dati da prendere con la dovuta
cautela ma ci permettono di riflettere sulle strategie comunicative legate a questo atto linguistico.
300
madre quella che sta dietro alla loro associazione non per farsene garante, ma per
attirare l’attenzione sulla forzatura che si è imposta nel mettere in relazione queste
due nozioni.
Con il Futuro l’enunciatore si muove sempre sul piano dell’annuncio, ma non
evidenzia, come con la Perifrasi, la sua partecipazione o la sua responsabilità su
quello che dice. Si tratta dell’attribuzione di un predicato virtuale al soggetto. In
alcuni contesti questa attribuzione virtuale può interpretarsi come l’intenzione di
differire il compimento della minaccia. Questo rinvio della minaccia può essere
motivato, ad esempio, dal fatto che non si è in condizioni di realizzarla, come nel
testo 9) dove l’enunciatore, un bambino, di fronte all’assassino del padre, rimanda la
vendetta, o nell’esempio 10) dove l’uccisione avverrà dopo il mancato
raggiungimento di un obiettivo.
Negli esempi 11) e 12) l’interlocutore è un pubblico (il lettore del romanzo
oppure, nel caso del monologo teatrale, il pubblico del teatro) e non le persone
oggetto della minaccia, per cui l’enunciatore si limita ad annunciare in un modo
neutro l’intimidazione che pesa sugli altri personaggi. L’uso del Futuro implica una
minore partecipazione dell’enunciatore nell’attribuzione della relazione predicativa.
301
mondo virtuale, quando sarà adulto e potrà attuare questa minaccia uccidendo
l’assassino di suo padre.
Mentre il Futuro rimanda la relazione predicativa ad un mondo non coincidente
con la situazione enunciativa, il Presente (Algún día te mato con mis propias manos)
la rappresenta come un dato che si verifica nelle condizioni in cui avviene
l’enunciazione. Da questa prospettiva la minaccia non sembra molto appropriata,
poiché il soggetto continua a essere un bambino con le sue piccole mani di fronte alla
potenza adulta dell’assassino. La poca adeguatezza del Presente in questo contesto
non sembra dovuta ad un problema temporale legato alla espressione algún día, che
riporta a un tempo indefinito rispetto al presente dell’enunciazione, e all’uso del
Presente, poiché è possibile profferire una minaccia usando questo operatore e
l’espressione temporale algún día, come si può vedere in: Si sigues hablando mal de
mí, algún día te dejo en el sitio/te pego una hostia, ecc..
Con la Perifrasi (Algún día te voy a matar con mis propias manos), invece,
l’enunciatore non rimanda a un modo virtuale, ma vuole manifestare esplicitamente
che lui è l’origine della relazione predicativa; cioè, non presenta la relazione tra <yo>
e <matar> come spontanea, ma è il risultato di una sua implicazione. Come si può
vedere, questa intenzione comunicativa, diversa comunque rispetto a quella espressa
dal Futuro, non entra in contrasto con il contesto, come succedeva con l’Indicativo
Presente.
38
Nel punto 3 della prima parte.
302
L’osservazione delle dinamiche contestuali che generano questo tipo di implicature
sarà l’obiettivo di quest’ultima esercitazione. Rimanendo ancora nell’ambito della
minaccia, esamineremo i seguenti testi:
2) - Te voy a decir una cosa, Nicanor. Yo no maté a mi hermano. Pero como Tamara
se entere de esto, como escuche una sola palabra, aunque sólo sea un rumor, como
se te ocurra decirle alguna vez que yo maté a su padre, te voy a matar a ti – entonces
levantó el vaso y se bebió la mitad de un trago, mientras percibía que esa violencia
desmedida y congénita que tanto había sorprendido siempre a todos, que tanto le
había sorprendido siempre a él, afloraba a su rostro con la mansuedumbre de un
perro bien adiestrado cuando escucha el sonido de un silbato-. Acuérdate siempre de
lo que te estoy diciendo, porque te lo estoy diciendo en serio. Como Tamara se entere
303
de esto, te mato, Nicanor. Recuérdalo. Porque te juro que no he dicho nada más en
serio en toda mi vida.
Questa minaccia si manifesta inizialmente con il pieno coinvolgimento
dell’enunciatore attraverso la Perifrasi; in un secondo momento, l’enunciatore vuole
compiere un passo in avanti rappresentandola con il Presente come un dato, una
decisione ferma non negoziabile.
Come conclusioni finali, concordiamo con gli studiosi che riconoscono la
necessità di un maggior approfondimento delle dimensioni tanto onomasiologica
quanto semasiologica nella descrizione dell’uso di questi operatori. Per quanto
riguarda la tipologia delle attività di riflessione metalinguistica, sarebbe utile
costruire delle esercitazioni su tutti i fattori per il momento individuati che
intervengono nell’interpretazione degli effetti espressivi: la dinamica comunicativa,
la semantica dei verbi, il calcolo di plausibilità, la persona, l’intonazione, la
conoscenza del mondo… In questo modo potremmo fornire strumenti per l’uso
autonomo della lingua da parte degli studenti stranieri.
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