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Bibliografia consigliata
• Antono Calvani, Come fare un progetto didattico. Gli errori da evitare, Carocci Faber, Roma, 2015
Antonio Argentino
Antonio Argentino
In riferimento alle attuali tendenze storiche e culturali, la promozione di un sapere nozionistico ed
enciclopedico, statico e fine a se stesso, risulta essere davvero anacronistica.
Un sapere poietico, che comporti una vera e propria valorizzazione della dimensione artistico-
creativa nel processo della sua stessa acquisizione e che, come tale, consenta la modifica, la
rielaborazione e la reimpostazione delle conoscenze apprese, in vista del soddisfacimento di
esigenze e situazioni problematiche caratterizzate da un grado sempre maggiore di complessità.
Si evidenzia l’attualità del pensiero di Morin, che denuncia un’inadeguatezza sempre più
ampia, profonda e grave tra i nostri saperi disgiunti, frazionati, suddivisi in discipline da una
parte, e realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, multidimensionali,
transnazionali, globali, planetari dall’altra.
Morin afferma che “la separazione delle discipline rende incapaci di cogliere ciò che è tessuto
insieme, cioè, secondo il significato originario del termine, il complesso.
C'è complessità quando sono inseparabili le differenti componenti che costituiscono un tutto e
quando c'è un tessuto interdipendente, interattivo e inter-retroattivo fra le parti e il tutto e fra il
tutto e le parti.
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Il problema per Morin è che questa caratteristica disgregante insita nella separazione dei saperi si
ripercuote nel sistema d’insegnamento con la conseguente perdita da parte dei giovani delle loro
capacità naturali a contestualizzare e a integrare i saperi.
Gli uomini hanno bisogno di sapere, hanno bisogno di sapere quantitativo, cioè di informazioni, hanno
bisogno contemporaneamente della qualità del sapere, ma la conoscenza è tale solo quando sarà risolto
il problema essenziale dell’organizzazione del sapere, quando saremo in grado di integrare le nostre
conoscenze per indirizzare le nostre vite.
Secondo l’approccio teoretico della filosofia dell'educazione occorre sottolineare gli aspetti formativi,
sistematici e contenutistici dei saperi disciplinari.
È necessario trovare il giusto equilibrio tra un modello utilitaristico, caratterizzato da una costruzione
funzionale dei saperi strumentali allo sviluppo della società tecnologica, ed un approccio umanistico che,
senza trascurare l'essenzialità della cultura strumentale e conoscitiva, analitica e descrittiva, continui a
presentare il sapere scolastico (l'apparato disciplinare) secondo una prospettiva globale, che tenda
all'unità del sapere ed alla ricerca del senso della vita.
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Didattica
La didattica è la scienza che studia l’organizzazione
dell’insegnamento (strategie, tecniche, strumenti) che ha
luogo, soprattutto, ma non solo, nella scuola come
ambiente privilegiato di trasmissione culturale.
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Didattica
La Didattica Generale interessandosi del sistema delle
procedure impiegate nel rapporto educativo, attiva, di
fatto, un processo all’interno del quale non è possibile
distinguere in maniera netta il come insegnare
(metodologie e modelli) dal che cosa si insegna (contenuti ed
epistemologia dei saperi) e dal perché lo si insegna (fini).
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La Didattica generale pone sotto i riflettori della propria riflessione
teorica e della propria progettazione empirica:
sia i modelli organizzativi (la ramificazione dei tempi e degli spazi, dei moduli
formativi, delle autonomie e altro),
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Didattica disciplinare
La didattica disciplinare pone al centro della propria riflessione teorica e della
propria progettazione empirica i saperi scolastici (le materia d’insegnamento) e le
relative strategie di trasmissione delle conoscenze.
Questo significa che la didattica disciplinare è quella parte della didattica
chiamata a tenere conto:
sia delle dimensioni di sviluppo degli studenti (i loro potenziali linguistici, logici,
scientifici, creativi, socioaffettivi),
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Situazione tipica della didattica
Prodotto
Antonio Argentino
L’insieme della Didattica
La Didattica:
Relazione/Processo
Valutazione insegnamento-apprendimento
Modelli, Architetture,
Metodi, Strategie,
Formati, Tecniche…
Mappe cognitive
e costruzione degli
apprendimenti Ambienti di
apprendimento e
società della
conoscenza
Storia ed
Epistemologia
della Didattica
Antonio Argentino
Educazione
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I processi comunicativi
dell’educazione È competente chi ha le
capacità, l'esperienza, le
conoscenze necessarie per
L'educazione si realizza svolgere una determinata
attraverso processi attività.
comunicativi che regolano il
rapporto tra un membro più
competente e uno meno
competente.
Le modalità di ragionamento
trasmesse attraverso i processi
educativi sono storicamente Conseguentemente i
determinate, cioè dipendono sistemi educativi
dall'identità ideologica che permeano l'intera
caratterizza in quel momento struttura sociale
storico la società Antonio Argentino
Il processo della formazione
Processi
comunicativi
Formazione
Apprendimento La formazione è
(Risultato di una relazione a
carattere educativo) vita
che prende forma
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Il concetto di formazione rimanda e rinvia ad una riflessività che esprime pienamente la sua
carica teorica quanto più si misura con la vita degli uomini che si danno forma all’interno di
contingenze storiche e sociali che sottende un’adesione ad una struttura di riferimento.
(V. Burza, La formazione tra marginalità e integrazione. Processi, percorsi, prospettive, Periferia, Cosenza, 2002)
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Educazione e formazione
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Apprendimento
I processi comunicativi
consentono l'apprendimento il
quale è l'esito naturale di una
relazione a carattere educativo
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L’ apprendimento è un processo complesso e articolato di attività mentali che
rappresentano il sistema che ogni soggetto utilizza in maniera costruttiva per
acquisire e impiegare nuove conoscenze;
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Principio educativo
Il (postulato del) Principio educativo inquadra l’insegnamento-
apprendimento come quel processo all’interno del quale l’educazione è
considerata quel tipo d’apprendimento che si dà come formazione
d’abitudini astratte o di secondo ordine; oppure, riprendendo lo slogan
coniato da Baldacci, “l’educazione riguarda ciò che si apprende
mentre si sta imparando qualcos’altro”.
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Livelli di apprendimento
Il cambiamento prodotto è determinato da prove ed errori che Bateson struttura in livelli
d’apprendimento da zero a tre.
L’apprendimento zero consiste nell’esclusivo apprendimento delle conoscenze, questo significa
che si apprende unicamente se una cosa c’è o non c’è, senza giudizio di valore che, appunto per
questo, esclude l’errore.
L’apprendimento uno (protoapprendimento) è rappresentato dall’insieme degli eventi che
scaturiscono conoscenze le quali determinano il cambiamento dell’apprendimento zero. Questo
tipo di apprendimento si caratterizza in determinate condizioni che possono ripetersi e, in virtù di
ciò, rendere omogenei i comportamenti conseguenti che a loro volta possono modificarsi a causa
del riconoscimento degli errori compiuti: si è in presenza dell’apprendimento delle abilità.
L’apprendimento due (deuteroapprendimento) rappresenta il processo del cambiamento
dell’apprendimento uno. E’ determinato da una serie di azioni che tendono sostanzialmente ad
imparare ad apprendere e consiste principalmente nell’apprendimento di abitudini mentali ed
emotive che determinano le qualità della persona.
L’apprendimento tre consiste nel cambiamento del processo dell’apprendimento due.
Rappresenta la modificazione delle abitudini astratte (mentali ed emotive) che attiva il
processo dell’apprendere a imparare ad apprendere, si tratta in definitiva della comprensione di
come si è formato l’apprendimento due.
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Insegnamento… l’ oggetto della Didattica
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La nostra riflessione rimanda alla ricerca-intenzione di un processo
formativo in grado di disegnare la giusta forma per l'uomo che vive
nella società globalizzata, complessa e multietnica, il quale deve
avere la capacità di:
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La formazione: valorizzazione delle differenze
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Il modello e la forma: insidia dello scarto tra teoria e prassi
Il modello e la forma a cui tendere non possono non tenere conto dell'insidia, sempre in
agguato, dello scarto tra la teoria e la prassi.
Tra l'intenzionalità e l'agire pratico del processo formativo, inscritto in una complessa
fenomenologia intrecciata alla vita degli uomini e conseguentemente:
alle vicende esistenziali
ai modi di pensare
alle aspettative
alle utopie
ai bisogni
ai sogni
alle perdite
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Intenzionalità e legittimazione
Si evidenza il valore e la forza
dell'intenzionalità educativa finalizzata alla
progettazione di un modello educativo.
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dal Strutturalismo e Poststrutturalismo al Costruttivismo
Strutturalismo-Poststrutturalismo Costruttivismo
Idea guida del costruttivismo:
Strutturalismo: (in antitesi all’Idealismo, alla Fenomenologia, all’Esistenzialismo, al la realtà è costruita (sistema
Pragmatismo e al Marxismo)
simbolico-culturale) dal nostro modo di
alcune strutture di pensiero (modi di pensare) non sono
conoscerla.
prodotte dagli individui, ma preesistono ad essi perché
indipendenti dalla loro volontà o capacità. Generalizzando, il costruttivismo ritiene
La realtà è un sistema di relazioni i cui termini componenti non che ciò che noi chiamiamo realtà sia
esistono di per se stesso, ma solo in connessione tra loro. semplicemente il risultato di
un'interazione tra soggetto e oggetto.
Poststrutturalismo: l’elemento centrale è l’insistenza del
concetto di produzione.
Tutto ciò è il risultato del rapporto
Le differenze a cui lo strutturalismo aveva affidato il compito di
circolare e dinamico del binomio
garantire la conoscibilità della struttura vengono ora valutate
individuo-cultura all’interno del quale la
come principi dinamici (l’attività simbolica è produttrice di differenze).
cultura plasma il Sé e, quest’ultimo,
La produzione non è un processo soggettivo, ma l’effetto di
contribuisce a costruire il sistema
una forza impersonale, come le pulsioni di Freud, la volontà di
simbolico-culturale.
potenza di Nietzsche, le forze produttive di Marx.
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Il curricolo
In termini sommari, il curricolo consiste nel percorso formativo di un grado scolastico (il curricolo della
scuola primaria o secondaria, per esempio) o di una disciplina (curricolo di matematica, per
esempio).
Nell’uno come nell’altro caso, il curricolo può essere considerato sia sotto il profilo dei contenuti
formativi di tale percorso, e allora di identifica con la nozione di programma, sia sotto quello della
sua organizzazione didattica, e in tal caso coincide con la programmazione.
La teoria del curricolo prevede una sintesi funzionale di questi due aspetti (di programma e
programmazione).
Valenza degli effetti formativi del curricolo complessivo (apprendimenti nascosti: abitudini mentali
durevoli) rispetto al curricolo della singola disciplina.
Il tutto è più della somma delle parti
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La prospettiva della promozione
Nella prospettiva della promozione, la Ciò implica mettere l’allievo in
questione della motivazione e condizione di fare esperienze di riuscita,
dell’interesse dell’allievo diventano proponendo compiti che egli possa
centrali: dal momento che effettivamente portare a termine,
l’apprendimento è favorito quando gli traguardi realistici.
allievi sono molto motivati e coinvolti, il
vero problema è come suscitare e Un ruolo importante rivestono anche la
alimentare le motivazioni e gli interessi capacità metacognitive dell’allievo: se
degli allievi. adeguatamente stimolato dall’educatore
su questo versante, l’allievo può
Una strategia per prevenire o ridurre sviluppare un maggiore autocontrollo e
disinteresse e disaffezione, ritenute tra le un maggior grado di autonomia.
cause principali di possibili problemi di
condotta, è allora quella di orientarsi
verso la scelta di contenuti e attività,
legati agli interessi personali degli allievi.
Fondamentale è anche alimentare la
fiducia dell’allievo in se stesso, la sua
autostima, aiutandolo a sviluppare un
concetto di sé positivo e orientato al
successo.
33
L’effetto Pigmalione
La scuola Comportamentista si interessa del comportamento osservabile, si sofferma cioè all'esame di quei
comportamenti che si manifestano in maniera visibile.
Lo studio della mente e dei suoi contenuti sono tralasciati, non perché ne è negata l’esistenza, ma in
quanto non osservabili in maniera diretta ed oggettiva.
L’apprendimento, secondo questo tipo di approccio, consiste in una modificazione del comportamento più o
meno stabile nel tempo
Nella scuola comportamentista le variabili cruciali dell’apprendimento sono gli stimoli presenti in una certa
situazione e le risposte che ad essi seguono.
In base alle modalità con cui queste variabili si muovono la scuola comportamentista ha individuato due tipi di comportamento:
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1) Pavlov (Ivan Petrovic) e il condizionamento classico (o rispondente)
Pavlov, mentre stava studiando, per fini fisiologici, i processi digestivi del cane si
accorse che l'animale cominciava a salivare alla sola vista dell’assistente che di
solito gli portava il cibo.
il suono di un campanello (detto stimolo neutro perché normalmente non evoca risposta di
salivazione nel cane), viene presentato contiguamente ad uno stimolo incondizionato,
(in questo caso il cibo che provoca naturalmente una risposta incondizionata) cioè la salivazione.
(incondizionato perché è un fatto naturale che avvenga la salivazione alla vista del cibo)
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2) Skinner (Frederic) e il condizionamento operante (o comportamento operante).
Con il condizionamento operante di Skinner ad essere "condizionate" sono le azioni volontarie , e non le risposte
riflesse.
Infatti le azioni messe in atto (animale o uomo) in relazione alle sollecitazioni prodotte dallo stimolo, sono
volontarie.
Skinner prende in considerazione l'effetto provocato da un determinato comportamento. Infatti fa risalire proprio
all’effetto la causa dello stabilirsi del nuovo legame associativo tra stimolo e risposta.
Skinner per i suoi esperimenti utilizzava gabbie in cui rinchiudeva animali affamati.
Le gabbie erano munite di leve che, se premute, mettevano in contatto l’animale con il cibo.
Inizialmente l'animale premeva la leva casualmente, successivamente utilizzava la leva in modo intenzionale,
cessava di farlo solo quando era sazio di cibo.
Esempi: del campanello e dell’apertura della porta e della parola “gatto” detta dal bambino di fronte ad un cane
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La scuola Cognitivista
Al contrario dei comportamentisti in cui l'indagine condotta sull’apprendimento si ferma all’esame esteriore del comportamento
osservabile, i cognitivisti spingono l’indagine ad un livello interno, interrogandosi su quelli che sono i processi mentali messi in
atto durante la procedura dell’apprendimento, processi mentali che di fatto sono responsabili di quei comportamenti che i
comportamentisti osservano.
Generalizzando, possiamo dire che un episodio di apprendimento inizia con l’elaborazione delle stimolazioni che
colpiscono i nostri recettori sensoriali ( udito, vista, ecc.) e termina con l’utilizzo, attraverso la memoria, di ciò che si è
appreso.
Tra inizio e fine di questo processo è interposta una serie di funzioni cognitive che permettono l’elaborazione ed il transito della
nuova informazione in ingresso.
Lo studio dei cognitivisti, è rivolto, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti d’indagine, a dare risposte a diverse domande fra cui:
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Problem
solving
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Il modello lineare di memoria
Agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso, i cognitivisti, hanno proposto
un modello per spiegare il percorso di elaborazione dell'informazione,
a partire dall'informazione che proviene dall'esterno fino al momento in
cui è “immagazzinata” in modo permanente.
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Memoria sensoriale
Questo non avviene per tutte le informazioni perché, per un principio di economia, le informazioni che
non vengono più riutilizzate (“richiamate” dalla memoria) dopo un certo periodo di tempo si dimenticano,
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e questo, appunto, per far spazio alle nuove informazioni in ingresso.
Memoria esplicita (o dichiarativa) e Memoria implicita (non dichiarativa)
1) Sono compiti di memoria episodica quelli che richiedono che il soggetto recuperi consapevolmente le
informazioni relative al contesto spazio-temporale di uno specifico evento, ad esempio, un determinato
episodio della vita passata.
2) La memoria semantica comprende invece informazioni sulla rete dei significati collegati ad ogni parola,
nonché sulla conoscenza generale del mondo (ambiente).
Nella memoria semantica ed in quella episodica sono conservate la maggior parte delle nostre conoscenze.
La memoria implicita è quel tipo di memoria che si riflette in una modificazione del comportamento senza
richiedere una rievocazione consapevole di quanto precedentemente appreso; comprende:
1) abilità eterogenee (motorie, in particolare come l’andare in bicicletta),
2) il fenomeno del priming
3) alcune forme di condizionamento classico. Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
Antonio Argentino
La selettività è la capacità di inibire tutte
le fonti di stimolazione irrilevanti per
portare a termine il compito di
apprendimento, consentendo così
l’orientamento adeguato delle risorse
cognitive di ogni persona.
Fonte: COTTINI
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
La stabilità porta in primo piano un' altra caratteristica specifica
dell' attenzione: quella di mantenersi per un certo tempo centrata
su un compito o su un' attività, al fine di consentirne
l’espletamento.
È evidente che egli non ha necessità di pensare a tutte le operazioni connesse alla capacità tecnica di lettura che avvengono in
automatico, a meno di non essere nelle prime fasi dell'apprendimento.
Questo gli consente di concentrarsi sugli aspetti legati alla comprensione del brano.
Ammettiamo che finisca per incontrare nel testo delle parole scritte in lingua straniera che non sa leggere per sintesi diretta: egli
è costretto a spostare l'attenzione sulla decodifica di tali parole per poi tornare rapidamente agli aspetti semantici del testo.
Allo stesso modo può concentrarsi su delle immagini a corredo del brano, che diventano degli elementi che lo aiutano a fissare i
concetti centrali, anche se deve tornare rapidamente a occuparsi della parte scritta.
Ci possono essere poi delle espressioni o delle situazioni che richiamano conoscenze personali già padroneggiate, per cui è
portato a recuperarle dalla memoria a lungo termine, arricchendo o modificando lo schema comprensivo che va costruendosi.
Oltre ciò, può essere costretto a inibire volontariamente una risposta automatica fortemente predominante, come il pensiero
della partita di calcio prevista per il pomeriggio.
In concreto deve mettere in campo varie operazioni, che vanno dalla pianificazione delle attività, allo spostamento
rapido dell'attenzione, al mantenimento prolungato della concentrazione, al recupero di informazioni rilevanti,
all'inibizione di stimoli poco funzionali, anche se molto significativi.
Tutte queste procedure vengono denominate funzioni esecutive, perché messe in atto a opera dell'esecutivo centrale.
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Fonte: COTTINI
controllo magazzino
articolatorio fonologico
span verbale
Controllo articolatorio.
Esso entra in funzione quando l'individuo è impegnato a eseguire dei compiti specifici, il cui numero è comunque sorprendentemente elevato.
Alcuni esempi:
1. quando desideriamo immagazzinare un numero telefonico e ce lo ripetiamo silenziosamente, è a questo sottosistema che facciamo
ricorso;
2. quando ci stiamo predisponendo a parlare e facciamo affluire le parole che poi pronunceremo e via dicendo.
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Fonte: COTTINI
Il blocco per appunti visuospaziale
È un sistema multiforme costituito da due componenti: quella visiva e quella spaziale.
La componente visiva è legata agli aspetti visivi dell'immaginazione, risponde a domande sul che cos’è (what
system)
La componente spaziale è responsabile della localizzazione degli stimoli e risponde a domande circa il dove
(where system).
Anche per questo sistema valgono gli stessi principi della capacità limitata e del rapido decadimento della
traccia.
Il blocco per appunti visuospaziale gioca un ruolo fondamentale per la gestione delle immagini e per
l'effettuazione di operazioni su di esse (ad esempio, ruotarle o spostarle mentalmente), per l'orientamento
geografico e per la soluzione di compiti spaziali, tanto frequenti nella vita di ogni giorno.
Anche per questa componente della memoria di lavoro valgono gli stessi principi della ridotta capacità e del
rapido decadimento della traccia.
In realtà non si è ancora riusciti a specificare compiutamente quali siano i limiti del sistema e come funzionino i meccanismi di rehearsal
visuospaziale, anche se si sono appurate alcune analogie con il funzionamento del ciclo fonologico, con un magazzino visivo passivo e
temporaneo e una componente spaziale che necessita di una ripetizione continua per aggiornare di volta in volta le informazioni dinamiche
e per regolare anche la componente visiva.
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
L'ultima componente della memoria di lavoro è
il buffer episodico (episodic buffer)
In sostanza, questa componente viene utilizzata come un'interfaccia tra vari sistemi tra cui il ciclo fonologico, il
taccuino visuospaziale e la memoria a lungo termine i quali utilizzano codici differenti che devono essere integrati in
una rappresentazione che tende ad assumere caratteristiche episodiche.
Si tratta, anche in questo caso, di un sistema a capacità limitata controllato dall' esecutivo centrale, che provvede a
memorizzare episodi mettendo insieme informazioni provenienti da una varietà di fonti, modificandole e
manipolandole in una rappresentazione che tiene conto anche dei parametri spaziali e temporali.
ciclo fonologico
controllo magazzino Memoria a lungo
articolatorio fonologico termine
Buffer
(interfaccia)
taccuino visuospaziale
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
Si tratta di un sistema di memoria estremamente complesso a cui non è demandato soltanto il compito di
mantenere un grandissimo numero di dati e informazioni, ma anche quello di conservare una serie di
meccanismi e processi mentali a lungo termine che agiscono su tali dati e che guidano gran parte del nostro
comportamento.
I contenuti della memoria a lungo termine riguardano anche programmi necessari per l'esecuzione di varie
attività motorie -come camminare, correre, eseguire azioni relative a sport, andare in bicicletta, guidare l'auto ecc.-, oltre ad attività mentali utili ad
acquisire nuove informazioni, a riconoscere una configurazione percettiva e a realizzare elaborazioni complesse
quali, ad esempio, la soluzione di problemi mai affrontati.
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
Squire (1987) ha elaborato un modello nel quale prevede una distinzione fra memoria
esplicita e memoria implicita.
La seconda (implicita), invece, riguarda quelle prestazioni di tipo mnestico previste in compiti
di vario tipo (ad esempio, percettivi, motori o cognitivi), che vengono messi in campo in modo
automatico, senza che il soggetto faccia un consapevole riferimento a esperienze precedenti.
Sia la memoria esplicita che quella implicita prevedono ulteriori articolazioni interne, in
relazione al tipo di attività e di situazione; importante, ad esempio, quella proposta da Tulving
(1972), nell' ambito della memoria esplicita, fra una memoria relativa a episodi specifici
memoria episodica e una memoria relativa alle conoscenze che l'individuo possiede memoria
semantica.
Antonio Argentino
La memoria episodica è la memoria autobiografica, nella quale vengono registrate tutte le nostre esperienze
(eventi che si sono verificati, incontri con persone, regali ricevuti ecc.). In generale questi ricordi sono ricchi di
dettagli, con particolare riferimento alla dimensione spazio-temporale.
Al contrario, la memoria semantica è una specie di enciclopedia mentale, l'insieme di conoscenze organizzate che
possediamo a proposito delle parole e degli altri simboli verbali, del loro significato ecc.
Caratteristica fondamentale della memoria semantica è quella di poter essere utilizzata senza alcun riferimento
agli aspetti spaziali e temporali connessi alle informazioni ricordate.
La memoria procedurale
Un'ulteriore differenziazione che è stata operata a livello di memoria a lungo termine è relativa alla possibilità di
distinguere un terzo tipo di memoria che Cohen e Squire (1980) chiamano col nome di memoria procedurale, la
capacità cioè di ricordare tutte le routine che permettono di eseguire compiti più o meno complessi, dal giocare
al pallone ad aprire una scatoletta ad attivare un computer.
Fonte: COTTINI
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
Come funziona la memoria a lungo termine
Antonio Argentino
Fonte: COTTINI
LE STATEGIE DI MEMORIA
Fra le varie strategie di memoria usate con maggior sistematicità nelle diverse situazioni della
vita di relazione, un ruolo prioritario può essere attribuito alle seguenti:
reiterazione;
codifica;
associazione;
mediazione (parola chiave);
organizzazione.
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La reiterazione consiste nella ripetizione mentale del materiale da memorizzare.
Tale procedura non ha effetti durevoli sulla memoria, ma è utile nei compiti che coinvolgono la memoria di lavoro e rappresenta il primo
passo verso l'uso di strategie più complesse.
La codifica è l'organizzazione che viene operata sul materiale da ricordare in relazione a indici strutturali o semantici (o a entrambi).
Se si deve ricordare una parola e vengono presentate varie alternative, gli eventuali errori che un individuo commette non sono casuali,
ma riflettono la modalità utilizzata per codificare il materiale.
Si ritiene che la codifica semantica permetta effetti più duraturi nella memoria a lungo termine.
L'associazione si ha nel momento in cui un termine viene connesso a un altro al fine di facilitarne la memorizzazione e il ricordo.
In questo caso il recupero può avvenire risalendo al termine connesso, il quale deve possedere grossa familiarità per il soggetto.
Facciamo l'esempio in cui la parola da ricordare sia "cosmo" e le alternative fornite siano "universo" (parola con lo stesso significato) e
"rombo" (parola con una struttura simile).
In questa situazione, gli eventuali errori nel ricordare la parola consentono di capire a che tipo di codifica è stato sottoposto il materiale.
La mediazione è un processo attraverso il quale un individuo utilizza un concetto molto conosciuto in grado di far da tramite fra altri
due concetti che si devono memorizzare. Sulla base di tale principio è stata strutturata la mnemotecnica della parola chiave.
Il concetto di organizzazione è già stato evidenziato come fondamentale ai fini della strutturazione di un funzionale sistema di
memoria. Si tratta di un ampliamento del concetto di associazione che interessa due informazioni. Qui le connessioni si allargano fino
a investire numerosi elementi.
In estrema sintesi, quindi, le strategie di memoria altro non sono se non sistemi per organizzare e sequenziare opportunamente il
materiale da memorizzare e recuperare.
Richiedendo uno sforzo attivo del soggetto impegnato in compiti mnemonici e una focalizzazione prolungata della sua attenzione,
permettono delle prestazioni molto significative.
Antonio Argentino
Gli organizzatori anticipati
Antonio Argentino
L’organizzatore anticipato — detto comunemente anche organizzatore di
contenuto o di concetti, mappa o rete — viene definito dalla letteratura
come rappresentazione visiva della conoscenza, ossia un modo di strutturare
l’informazione, o di organizzare gli aspetti importanti di un concetto o di un
argomento in uno schema che utilizza le definizioni.
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L’insieme della Didattica
La Didattica:
Relazione/Processo
Valutazione insegnamento-apprendimento
Modelli, Architetture,
Metodi, Strategie,
Formati, Tecniche…
Mappe cognitive
e costruzione degli
apprendimenti Ambienti di
apprendimento e
società della
conoscenza
Storia ed
Epistemologia
della Didattica
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I Esempio
Antonio
Argentino
I Esempio
il giallo, il magenta e il
ciano per quella
sottrattiva
Antonio
Argentino
Processi metacognitivi di controllo e conoscenze metacognitive
PROBLEMA: Un mattone pesa un chilo più mezzo mattone. Quanto pesa il mattone?
Processo di controllo Conoscenza metacognitiva
(stati di metacognizione)
Problematizzazione: questo non è un gioco di parole, ma pone un problema So che questi sono gli elementi tipici dei problemi
Comprensione: il problema consiste nel trovare il peso di un mattone in base a Di solito bisogna guardare al quesito posto
due dati forniti
Collegamento: evoco problemi basati su equazioni Rientra nei problemi con incognita
Stima della difficoltà: abbastanza difficile, ha comunque una soluzione So che in problemi di questo genere per me confondersi
Definizione del livello di aspirazione: riuscire a risolverlo in un tempo Mi pare di potercela fare (anche se penso che molte persone potrebbero non
ragionevole farcela)
Generazione delle alternative: si può tentare il ragionamento linguistico o la Riconosce e posseggo strategie appropriate
predisposizione di una equazione
Decisione: provo con la prima strategia, poi se fallisco, proverò la seconda La strategia algebrica richiede uno sforzo iniziale e l’uso di carta e penna:
preferisco posporla
Implementazione: dunque i dati sono che… L’importante è partire dai dati disponibili
Antonio Argentino
X = 1 + X/2
Antonio Argentino
1- STRATEGIE
Anche se è vero che le strategie hanno minore carattere di universalità e una meno definita base biologica, è
pur vero che esse giocano un ruolo critico, decisivo del comportamento umano
2- STRATEGIE
Processi = f (strategia)
Caratteristica di una strategia (Cornoldi 1986)
1. Essa costituisce un uso particolare della memoria generalmente, ma non necessariamente, consapevole e
deliberato che utilizza principi cognitivi che di solito sono funzionali al ricordo
2. La strategia si caratterizza per un programma d’azione preciso, paragonabile ad un software di computer,
che è definibile, ripetibile, anzi ricorsivo
3. La strategia è distinta da un più generale atteggiamento strategico che compie valutazioni, decisioni e dà
avvio in maniera flessibile all’uso di strategie, anche se è certo che tale atteggiamento costituisce il terreno
su cui può maturare l’uso di strategie
4. La strategia si differenzia da un piano per il fatto che quest’ultimo è più complesso, può di volta in volta
basarsi su una diversa combinazioni di strategie più semplici, oltre che di altri tipi di componenti
5. L’uso di una strategia implica generalmente il consumo di notevoli risorse cognitive e si contrappone quindi
a forme di ritenzione e recupero più passive o meccaniche che possono richiedere meno sforzo
6. L’uso di una strategia è connesso strettamente alle caratteristiche del memorandum e alla familiarità che di
esso possiede il soggetto, per cui non sempre è facile distinguere fra linea del programma e contenuti
specifici
Si evidenzia come tra i processi di controllo e le strategie esistono diverse comunanze e il rinvio a meccanismi
cognitivi comuni
Lo studente strategico: il metodo di studio
gestire il tempo
auto-osservativo
gestire gli spazi
quando studio mi comporto così l’ascolto
gli appunti
elaborazioni semantiche rime e ritmi
globale
immagini
analitica
parole chiave
associazioni
survey
mappe concettuali question
mappe mentali read
schemi recall
tabelle
diagrammi review
Tratto da: Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia,
linee del BES e DSA, La scuola di qualità per tutti, Libriliberi,, Firenze 2013
CONCETTO
• Pensiero, in quanto concepito dalla mente, più in particolare idea, nozione esprimente i caratteri essenziali e costanti di una data realtà che
si forma afferrando insieme i vari aspetti di un determinato oggetto che alla mente preme aver presenti nel suo complesso (Enciclopedia Treccani)
• Una regolarità, un insieme di caratteristiche costanti riscontrata negli eventi o negli oggetti e designata con un nome. (J.D. Novak, 1984)
• Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze di eventi o oggetti, definita attraverso un’etichetta. (J.D. Novak, 1998)
I concetti si dividono in:
a) Concetti di ordine superiore (più comprensivi e generali)
b) Concetti di ordine inferiore (più specifici e meno generali)
PROPOSIZIONE
a) Identifica un’unità semantica in cui due o più concetti sono legati tra di loro (J.D. Novak, 1984)
b) Relazione tra concetti. Essa ci dice come gli oggetti o eventi funzionano o come sono strutturati. (J.D. Novak, 1998)
La costruzione di significato attorno ad un concetto non è mai riconducibile ad un’acquisizione del tipo tutto-o-nulla, ma
è descrivibile piuttosto come uno sviluppo, un evolversi di un sistema di proposizioni e collegamenti
MAPPA CONCETTUALE
a) Una rappresentazione della conoscenza
b) Uno strumento utile per far emergere i significati insiti nei materiali da apprendere
c) Rappresentazione della rete di informazioni riguardanti la struttura della conoscenza
(Novak, 1984; Novak, 1998)
Antonio Argentino
Mappe concettuali
I concetti sono le unità di base delle conoscenze, nella memoria rappresenterebbero i nodi di una rete,
collegati tra loro da relazioni.
Questo, sembra, è quello che avviene nella mente quando apprendiamo: immettiamo un concetto nuovo ed
andiamo a collegarlo ed a relazionarlo con gli altri già esistenti.
Strategie
Antonio Argentino
COME SI COSTRUISCE UNA MAPPA CONCETTUALE
1. Identificare l’argomento/tematica/domanda focale e fare poi la lista dei concetti generali e specifici
2. Mettere in ordine i vari concetti individuando le gerarchie
3. Rivedere la lista e, se necessario, aggiungere altri concetti
4. Iniziare a costruire la mappa dall’alto verso il basso
5. Sistemare i concetti specifici/subordinati sotto ogni concetto generale
6. Creare i legami collegando i concetti con linee etichettate con parole legame
7. Rielaborare la struttura della mappa, aggiungendo, sottraendo o cambiando i concetti
8. Cercare di creare legami trasversali
9. Applicare ai concetti degli esempi specifici
10. Realizzare altre mappe in modi diversi…
Antonio Argentino
LE MAPPE CONCETTUALI SONO UTILI PER CHI IMPARA E PER CHI INSEGNA
L’ ALUNNO PER:
Collegare nuove e vecchie conoscenze
Organizzatore anticipato
Schematizzare e rendere espliciti i significati nascosti dentro una rete di proposizioni
Mettere a fuoco le idee chiave
Pianificare le operazioni da compiere
Sintetizzare ciò che è stato imparato
Stimolare la creatività
Favorire l’apprendimento metacognitivo
Sfruttare la potenza della memoria visiva
Se costruite da gruppi di studenti negoziazione di significati
Favorire la discussione
L’INSEGNANTE PER:
Concordare e organizzare con gli studenti i significati
Identificare: conoscenze pregresse; conoscenze sbagliate/incomplete/naïf/misconcezioni
La valutazione: Quantitativa e Qualitativa
Antonio Argentino
Le mappe concettuali di NOVAK e la teoria di AUSUBEL
come strategia di facilitazione per l’apprendimento
APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
la nuova informazione si collega a concetti rilevanti già posseduti, preesistenti nella struttura cognitiva della persona.
APPRENDIMENTO MECCANICO
la nuova conoscenza può essere acquisita attraverso la pura e semplice memorizzazione e venire incorporata arbitrariamente nella
struttura cognitiva senza che ci sia interazione con ciò che essa già contiene….
L’informazione acquisita meccanicamente non può essere ancorata ad elementi importanti della struttura cognitiva….
Fase di cancellazione
Con il passare del tempo la maggior parte delle informazioni che apprendiamo vengono dimenticate e non sono più recuperabili.
La quantità di informazioni ricordate dipende principalmente dal grado di significatività del processo di apprendimento.
Antonio Argentino
Apprendimento significativo
È basato sull'esperienza più che sulla ricezione ed è capace di attivare interessi vitali nel soggetto arrivando a modificarne,
a volte, la personalità.
La locuzione nasce con la sottolineatura data da Ausubel (1983) al fatto che a scuola la forma prevalente di
apprendimento consiste nel "ricevere" materiale verbale (o scritto) significativo in quanto esso viene più o meno
adeguatamente organizzato.
D. Ausubel, Educazione e processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, Milano, F. Angeli, 1987
Antonio Argentino
I VANTAGGI DELL’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
Le conoscenze vengono ricordate più a lungo
La classificazione delle informazioni aumenta la differenziazione dei concetti classificatori, rendendo più facile il successivo
apprendimento di argomenti simili.
L’informazione che viene ricordata dopo che è avvenuta la fase di cancellazione lascia comunque un effetto residuale sul
concetto classificante e di fatto sull’intera struttura relativa dei concetti. In questo modo è più facile ricordare delle informazioni
collegate anche quando si è perso il ricordo di un elemento subordinato specifico.
L’informazione appresa in modo significativo può essere applicata a un’ampia varietà di nuovi problemi e contesti, è possibile
un’elevata generalizzazione delle conoscenze, e questa è una caratteristica indispensabile del pensiero creativo
DIFFERENZIAZIONE PROGRESSIVA
È il processo di perfezionamento dei concetti all’interno della struttura cognitiva, che fornisce loro maggiore precisione e
specificità e continua per tutta la vita.
Non solo semplice aggiunta quantitativa ma anche qualitativa
Nuove connessioni trasversali.
CONCILIAZIONI INTEGRATIVE
Nuove e vecchie idee si integrano e si conciliano
Antonio Argentino
Apprendimento per scoperta
Si basa sull’idea che Jerome Bruner sviluppò nel 1960: l'apprendimento tramite scoperta o apprendimento euristico, una
teoria costruttivista
Per Bruner era importante generare cambiamenti nell'insegnamento che permettesse di superare i vecchi modelli dei
comportamentisti, che vedevano gli studenti come meri destinatari passivi della conoscenza.
In questo modello, gli studenti sono motivati a scoprire i fatti da soli e a costruire le loro conoscenze da ciò che già sanno.
Il contenuto da apprendere non è dato ma è scoperto dallo studente prima che egli lo faccia proprio e gli assegni
un suo posto significativo nella sua struttura cognitiva.
La prima fase di questo tipo di apprendimento comporta un processo completamente diverso da quello della ricezione
pura e semplice.
Il discente deve riordinare le informazioni, integrarle con il bagaglio cognitivo preesistente e riorganizzare o trasformare
questo amalgama in modo da dare il risultato finale desiderato e scoprire l'anello mancante tra i mezzi e il fine.
A differenza dei modelli educativi tradizionali, questo sistema afferma che il contenuto da insegnare non dovrebbe essere
mostrato nella sua forma finale, ma dovrebbe essere scoperto progressivamente dagli studenti.
Dopo che il processo di scoperta personale si è concluso, il contenuto scoperto assume un significato per lo più allo
stesso modo in cui lo assume il contenuto di una conoscenza acquisita non per scoperta.
D. Ausubel, Educazione e processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, Milano, F. Angeli, 1987
Antonio Argentino
Teoria dell’educazione di NOVAK
Lo scopo principale dell’educazione è quello di consentire a chi impara di farsi carico della propria personale costruzione di significato.
Qualsiasi evento educativo rappresenta un’azione condivisa per cercare uno scambio di significati e di emozioni tra alunno e docente.
Ogni volta che alunno e docente riescono a concordare e condividere il significato di un’unità di conoscenza si verifica un apprendimento
significativo.
“L’apprendimento significativo è alla base dell’integrazione costruttiva di pensieri, sentimenti e azioni e induce all’empowerment finalizzato
all’impegno e alla responsabilità”. (J.D. Novak, 1998)
L’apprendimento significativo, inteso come decisione di mettere in relazione delle nuove informazioni con le conoscenze che già possiede
RICHIEDE
Conoscenze precedenti
Materiale significativo
Decisione consapevole di apprendere in modo significativo
Antonio Argentino
D. Ausubel, Educazione e processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, Milano, F. Angeli, 1987
Antonio Argentino
Le condizioni per realizzare la modificazione concettuale
Comunque venga intesa, perché si realizzi una modificazione concettuale
sono necessarie alcune condizioni:
Sul piano della strumentazione e delle procedure è molto importante riconoscere il ruolo svolto dai procedimenti
analogici e metaforici per la realizzazione di mutamenti concettuali.
La ragione si comprende facilmente, se si considera che analogia e metafora possono funzionare come efficaci
ponti tra le conoscenze già possedute e nuove conoscenze da apprendere.
Antonio Argentino
Ausubel critica il fatto che l'apprendimento scolastico corra a due velocità:
1. quella minima dell'apprendimento meccanico per ricezione, che consiste nell'ingurgitare materiali e nozioni non
strutturate tra loro o caratterizzate da associazioni superficiali;
2. quella più elevata dell'apprendimento per scoperta, esaltato dalle applicazioni didattiche della ricerca
psicologica, poco pratico o praticabile.
In questo modo, egli sostiene, si rende un cattivo servizio alla scuola, perché si dimentica che la massima parte di ciò
che si apprende a scuola non è materiale scoperto, ma ricevuto attraverso una più o meno organizzata comunicazione
orale o scritta.
Ausubel propone di sottoporre ad analisi: non solo la coerenza logica interna del materiale che si trasmette, ma
anche i nessi che intercorrono tra i diversi tipi di organizzazione mentale dell'allievo e le logiche diverse che
organizzano il materiale o i testi da apprendere.
Ausubel "distingue", infatti, tra la significatività logica presente nel materiale da apprendere, che si esprime nella
presenza di collegamenti non arbitrari, e la disponibilità (nell'allievo) di idee intorno alla (sua) struttura cognitiva, che
possono essere attivate e riferite al materiale da apprendere.
(Pontecorvo, 1983).
Antonio Argentino
Metacognizione
A questo punto è necessario farsi una domanda: avere una buona conoscenza delle strategie è
sufficiente per garantire un buon apprendimento e una buona prestazione?
Sembra che la semplice conoscenza non sia sufficiente: la possibilità di impiegare una strategia
in modo efficace dipende strettamente dalla metaconoscenza. Quindi una capacità di utilizzare
al meglio le conoscenze.
Si parla di metaconoscenza quando si fa riferimento a ciò che noi conosciamo del funzionamento
dei nostri processi di conoscenza (per questo il prefisso meta).
Antonio Argentino
Globale/analitico Dipendente/indipendente
Risolutore/assimilatore Verbale/visuale
Stili cognitivi
Sistematico/intuitivo Convergente/divergente
Impulsivo/riflessivo
STILI COGNITIVI
chi adotta uno stile impulsivo ha bassi tempi decisionali e generalmente maggiore tendenza a soluzioni
precipitose e non ottimali, chi adotta uno stile riflessivo risponde in modo più lento e accurato.
chi adotta uno stile sistematico cerca soluzioni prendendo in considerazione una variabile per volta e
cercandone tutte le possibili connessioni col sistema di conoscenze già in proprio possesso, chi
adotta uno stile intuitivo procede per singole ipotesi che cerca di confermare o confutare
chi adotta uno stile risolutore tende a privilegiare l’azione e la concretezza nell’affrontare un problema
cercando di ottenere soluzioni soddisfacenti con il minimo dispendio di tempo e risorse, cercando
nell’informazione a disposizione ciò che serve a risolvere la necessità contingente; chi adotta uno stile
assimilatore privilegia la ricerca di soluzioni esaustive e articolate, non necessariamente di utilità
pratica e non limitate alla necessità contingente
chi adotta uno stile convergente parte dalle informazioni disponibili per convergere verso una
soluzione unica al problema, chi adotta uno stile divergente parte dall’informazione a disposizione per
procedere in modo creativo generando una varietà di risposte o soluzioni originali e flessibili
chi adotta uno stile verbale predilige l’uso del codice linguistico, ossia testi, registrazioni sonore ed
impara per lettura e ripetizione, chi adotta uno stile visuale predilige l’uso di codice visuospaziale,
ossia immagini, statiche e in movimento, schemi riassuntivi, diagrammi, tabelle
chi adotta uno stile indipendente dal campo tende ad isolare i singoli argomenti dal resto, chi adotta
uno stile dipendente dal campo tende ad esaltare i collegamenti tra il contesto in cui l’argomento è
inserito e l’argomento stesso; lo stile dipendente dal campo pone l’ accento sulle relazioni tra i singoli
concetti
chi adotta uno stile globale preferisce avere prima una visione di insieme del materiale da imparare per
poi muovere verso il particolare, chi adotta uno stile analitico preferisce partire dai dettagli per
ricostruire man mano il quadro generale
Antonio Argentino