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LEZIONE 6

MANIFESTI ELETTORALI NELL’ITALIA REPUBBLICANA DAL 1948 AI GIORNI D’OGGI


ETÀ D’ORO DEL MANIFESTO POLITICO
Nel dopoguerra (1945-1960 periodo della ricostruzione) l’Italia è un paese sconfitto che esce dalle
distruzioni immani provocate dalla Seconda guerra mondiale ma che può godere in qualche modo della
posizione di rendita di Paese di frontiera tra i due blocchi:
- Blocco occidentale a guida americana;
- Blocco sovietico.
La frontiera che corre in Friuli-Venezia Giulia tra questi due e ancor di più il ruolo dell’Italia quale prima
frontiera rispetto a un Medio Oriente che negli anni 50-60 ribolle e rappresenta uno dei luoghi centrali della
disputa geopolitica della guerra fredda, consente al nostro paese di mettere a frutto questa strategicità per
ottenere migliori condizioni di pace e una più rapida integrazione del paese all’interno delle economie
occidentali e per ottenere notevoli aiuti dagli stessi Usa. Aiuti che non sono solamente di tipo economico
finanziario, che avremo con il piano Marshall, ma anche in un aiuto dal punto di vista della stabilizzazione
del panorama politico attraverso un appoggio politico dato da una super potenza come gli USA a un partito
e a una coalizione di partiti di centro guidati sostanzialmente dalla democrazia cristiana attorno al quale la
nostra democrazia si consoliderà e riuscirà a ricostruirsi in democrazia compiuta.
Il piano Marshall si configura come una vera e propria scelta politica: sono aiuti economici, ma anche un
forte condizionamento politico: nell’estate del 47 l’Italia si trova in piena campagna elettorale quindi, per
l’appoggio dato dagli USA alla democrazia cristiana, il piano Marshall rappresenta un volano di consensi a
favore della stessa democrazia cristiana. Il piano Marshall, che aiuta l’Italia ad uscire dalla miseria,
costituisce uno strumento di propaganda a disposizione della democrazia cristiana da opporre ai comunisti.

CAMPAGNA ELETTORALE 18 APRILE 1945


Dominata dal manifesto quale medium comunicativo, fino a un certo punto perché è ancora una campagna
in cui la parola continua ad avere un ruolo decisivo.
Gli strumenti di propaganda nel ’48 sono differenti:
- Manifesti affissi ai muri;
- Giornale parlato;
- Comizi;
- Feste popolari;
- Propaganda spicciola (scritte sui muri, affissione giornali di partito).
Nel ’48 uno dei problemi principali è quello di far conoscere i nuovi partiti politici agli italiani: i manifesti dei
nuovi partiti politici puntano a imitare composizioni, modi stilistici visti altrove e immagazzinati già nella
memoria visiva in quanto non esiste un professionismo nella grafica; nella pratica coloro che si occupano di
costruire manifesti sono quasi sempre militanti di partito, con preparazione dilettante.

Due sono i “campi” che si contrappongono nel ‘48:


• I partiti d’ordine, i partiti stabilizzatori, che si rifanno al modello occidentale che si rifà negli USA,
essenzialmente la Democrazia Cristiana più un insieme varia di partiti di centro laici;
• Il fronte delle sinistre, Partito Comunista e Partito Socialista che nel 48 si proporranno insieme nel
fronte popolare.
• LA DEMOCRAZIA CRISTIANA

Il tema principale dei manifesti della


democrazia cristiana è l’anticomunismo:
puntano tutto sulla paura di una rivoluzione
comunista, quindi il ritorno ad una miseria e
l’allontanamento della prosperità propria degli
USA. I due temi sono quindi: la paura da ciò
che arriva dall’est che è la morte, la miseria. Il
comunismo non può che portare alla
dissoluzione della famiglia…

▪ IL FRONTE DELLE SINISTRE

Racchiuse nel simbolo di Garibaldi, insistono sul mito


positivo dell’Unione Sovietica come terra di libertà,
uguaglianza sociale e luogo di pace e giustizia.

ELEZIONI 1953
Si svolgono in un clima diverso: gli anni 50 sono gli anni tra i più duri della prima fase della Guerra Fredda,
siamo alla fine della guerra di Corea.
Le elezioni sono caratterizzate dal grande tema dello scontro attorno alla nuova legge elettorale, nel 1953
prima delle elezioni la democrazia cristiana di De Gasperi, che sta perdendo la centralità assoluta che aveva
acquisito nel 48, di fronte a questo rischio, De Gasperi fa votare una legge elettorale di tipo maggioritario
che immagina la possibilità di attribuire una maggioranza alle liste di partiti apparentati tra loro che
possano raggiungere il 50% + 1 voto.
Le elezioni, tuttavia, non vengono fatte con questa legge, ma ancora con la vecchia legge proporzionale.
Nel caso di ottenimento da parte dei partiti apparentati nelle stesse liste del 50 + 1 % allora scatterà il
premio maggioritario e la legge entrerà in vigore.
Tutta la discussione politica si incentra intorno a questo fatto e i comunisti e i socialisti definiscono questa
legge come la “legge truffa”, nel richiamare i pericoli del ritorno del fascismo, anche perché dopo appena 5
anni cambiare la legge elettorale sembra quasi richiamare il colpo di mano fatto dai fascisti nel ‘23 con il
passaggio al maggioritario attraverso la Legge Acerbo.
Sarà uno scontro molto duro:

➢ DC: In queste elezioni la democrazia cristiana si ritrova a dover in parte a dover mutare i propri
messaggi espressi tramite manifesti elettorali. Questo perché alla destra democrazia cristiana, tra il
‘51 e ‘53 è molto cresciuta l’opposizione del movimento sociale italiano che intercetta molti dei
malumori della destra cristiana (es. operazione Sturzo). La campagna elettorale per manifesti si
sviluppa tutta attorno alla necessità di difendere la repubblica dal doppio pericolo: fascista e
comunista.
➢ PCI: I comunisti parlano invece di “mal governo democristiano”, producono una
serie di manifesti molto efficaci. Insistono sul mal governo democristiano e sulla
loro propensione a truffare gli elettori attraverso mezzi non validi. Il malgoverno
democristiano è rappresentato dalla “scopa” che indica la necessità di spazzare via,
esigenza di purificare la scena politica.
Un altro elemento contro la Legge Truffa è quello
del baro della democrazia cristiana che tiene in
mano le varie carte che sono i vari altri partiti
della coalizione del governo (PRI, PSD, PLI)
trattate come elemento di scambio e dal polsino
esce fuori la carta della legge truffa.

1958
La situazione è più tranquilla dal punto di vista politico: siamo ancora in piena Guerra Fredda ma i toni si
sono addolciti, il paese sta vivendo il boom economico. I temi diventano per i moderati, raccolti in una
democrazia cristiana e il PCI e PSI diventano di fatto due:
• Progresso senza avventure: slogan diffuso dalla democrazia cristiana;
• Lotta per la pace: tema su cui insiste il partito comunista.

• DC: “Le destre mi fanno ridere, voterò per il


DC”, si mantiene il tema classico della
democrazia cristiana: proteggere il paese; “PC
e PSI nella tasta dell’esercito sovietico”; “muro
che difende la patria e che schiaccia il
comunista e il fascista”.

• COMUNISTI: insistono sul tema della pace: siamo in piena Guerra Fredda, si fanno testimoni della
pace contro la presunta aggressività degli americani (americani mandano missili), nel ‘58 inizia
anche l’impegno militare americano rispetto a Cuba. Una serie di motivi che spingono una parte
importante dell’opinione pubblica come un agitatore.

1963
Il grande tema che si impone all’interno del dibattito politico italiano e quello del centro sinistra:
allontanarsi dopo il 58 dei socialisti dall’alleanza con il partito comunista e l’avvicinarsi progressivo all’area
di governo, tutto il tema è legato alla possibilità di un accordo organico (in segno del progresso) tra
democrazia cristiana e partito socialista.
Evoluzione della grafica del manifesto, si passa ad una grafica più complessa non più a disegni ma negli anni
60, amando a passo con un Italia che si sta aprendo alla modernità anche la grafica diventa più moderna.
1968
Arriva la contestazione del 1968: contestazione che cammina
sulle gambe del movimento studentesco, studenti che agitano la
necessità di un rinnovamento della scuola, società e che hanno
tra i motivi di mobilitazione anche la lotta contro l’imperialismo
americano in Vietnam.
Grafica più complessa, uso fotomontaggio, fotografia.

1970
Gli anni 70 sono gli anni della violenza politica e dell’acquisizione dei diritti. La grafica
è più Complessa e molto più disordinata ma c’è una ricerca di innovazione molto
forte. Gli anni 70 sono gli anni delle stragi fasciste (bimbe piazza Fontana, strage treno
Bologna Firenze). Uno dei temi maggiormente mossi dal partito comunista è il
pericolo del ritorno al fascismo che queste stragi lasciano intendere. Uso maniera
simbolica colore rosso e nero.
Anni 70 vedono protagonismo legge donne, unioni civili, aborto…

MOTIVI DI FONDO DELLA COMUNICAZIONE PER IMMAGINI MURALI ITALIANE


Per molto tempo la comunicazione politica italiana e la più arretrata in Occidente.
Ragioni di fondo:
1. Contesto italiano: scarsa organizzazione dell’opinione pubblica caratterizzata dal fatto che gli
italiani leggono poco, i giornali continuano ad essere poco venduti. Gli italiani non hanno
un’opinione rispetto ai fatti, mentre invece continuano a mantenere un ruolo importante
l’organizzazione di partito. Anche la tv forma poco rispetto alla spera della politica; la tv, infatti,
rimane una tv controllata in maniera molto stretta dal partito di maggioranza relativa alla
democrazia cristiana, non fa politica esplicita quindi.
L’opinione pubblica si forma attraverso altri strumenti:
• i partiti che fino agli anni 70 hanno una straordinaria presa in Italia. L’Italia è ai primissimi posti per
quanto riguarda la militanza politica (passaparola, porta a porta...) i partiti infatti avevano tantissimi
militanti.
• Le organizzazioni collaterali (parrocchia, circoli...) che insegnavano a votare, costruiva l’ideologia e
l’identità di politico e faceva sì che il messaggio politico passasse non attraverso i media ma
attraverso canali interni.
• I leader sono amati ma non carismatici che riassume l’intero partito significa che non è
fondamentale la parola del leader, ma questa deve essere integrata all’interno di una serie di canali
comunicativi.
Fuori dall’Italia, specialmente in USA, assistiamo ad un processo di modernizzazione:
• nel 1952 il candidato repubblicano Eisenhower utilizza uno spot televisivo (in Italia primo spot nel
1985);
• Fin dal 1955 la tv è a colori e i partiti si affidano ad agenzie pubblicitarie (Italia tv colori 1970).

ATTENZIONE! Non c’è un gap tecnologico perché la stessa tecnologia usata in America è disponibile MA i
feriti della Rai, legati alla democrazia cristiana, ritengono che l’immissione del colore nella tv possa favorire
lo svilupparsi di una mentalità edonista, consumista, che la democrazia cristiana, che si rifà ai valori
cattolici, ritiene non utile per lo sviluppo Complessivo del paese.
Il modello americano è un modello che in altri paesi europei viene recepito molto velocemente, in Italia no:
le campagne elettorali italiani rimangono basate sulla militanza, basate sui giornali e sulle affissioni murali.

LA RAGIONE DI QUESTA ARRETRATEZZA:


1) Si conserva un quadro politico fortemente ideologizzato che favorisce militanza, contrapposizione…
Questo quadro politico trova un riscontro nei manifesti nella contrapposizione netta tra le
scelte comunicative fatte dalla democrazia cristiana e quelle fatte dal partito comunista
italiano.
• DC: nel leggere i manifesti della DC dobbiamo guardare sia la costruzione
interna (contenuto, quello che il manifesto vuole raccontare, il messaggio)
e la costruzione formale (la composizione grafica).
Dal punto di vista dei contenuti la DC imposta la sua comunicazione
politica attraverso lo schema della “favola”: la tendenza a sintetizzare e a
costruire dei racconti di tipo favolistico con schemi ore ordinati, con uno
schema narrativo riprodotto continuamente (pericolo, eroe coraggioso,
armonia ritrovata).
Dal punto di vista formale la DC sceglie uno stile narrativo che fonda le
radici nel fascismo (stessi artisti del periodo fascista) e che predilige in
particolare la costruzione di manifesti semplici che usano il realismo e il
disegno che spesso trasformato in caricatura, ancora più semplice. In
occasione delle elezioni del 48: grafica suggerisce stereotipi e richiama i
manifesti del ventennio con disegno, uso colori in maniera simbolica (i
garibaldini sono disegnati in canoni molto realistici e
Tognatti nella sx in maniera caricaturale ricordando in
maniera evidente il modo con cui la grafica fascista
disegnava gli ebrei: naso grosso, occhiali, orecchie
appuntite). Messaggio del manifesto che lo spirito dei
garibaldini uscirà dalle tombe per scacciare gli stranieri
(comunisti).
Atro tema importante del DC è la difesa dei valori, famiglia
cristiana.

- PCI: si trova in una condizione di difficoltà oggettiva sia formale che di contenuti: la
costruzione interna dei contenuti e difficile perché, al contrario della DC che si presenta come
partito che difende i valori cattolici quindi essendo il cattolicesimo l’identità del popolo italiano,
difende l’Italia, il PCI si trova in difficoltà perché i suoi messaggi non sono solidi tanto quanto
DC.
Il PCI e il partito della classe operaia che secondo la tradizione marxista sarà la classe che
rinnoverà la società mondiale, portando a compimento la rivoluzione sociale, però al tempo
stesso e anche un grande partito nazionale patriottico, protagonista della resistenza contro
l’invasione nazista, con le radici quindi nel passato migliore del paese.
Non è soltanto il partito che vuole creare attraverso la rivoluzione un futuro migliore, ma è
anche un partito che pretende di essere continuatore, colui che lega passato, presente e
futuro.
Il PCI e una forza modernizzante e vettore del progresso: il messaggio è contraddittorio: se e
vettore del progresso, come si pone rispetto a tutta quella parte della società che è
rappresentato sempre come conservazione (mondo contadino), non progresso e comunque nei
confronti del progresso è diffidente? Se i contenuti sono ambigui, anche la comunicazione lo
sarà. La costruzione formale non a caso fa ricorso a stili differenti che accentuano l’ambiguità
del messaggio. Ci sono semplificazione e schematismi legati al fatto che il PCI vuole essere
pedagogico nei confronti delle masse. Manifesti disegnati, caricatura e in alcuni casi però ci
sono manifesti molto moderni per rifarsi al paese delle avanguardie (Unione sovietica).
Il PSI è quindi un partito degli intellettuali, dell’Italia moderna e in divenire oppure deve
assolvere al compito storico di educare le masse? CONTRADDIZIONE CHE NON VIENE SCIOLTA.
Dal punto di vista della grafica questa contraddizione si nota sempre.

Manifesto della federazione comunista molto simile al manifesto sovietico degli stessi anni.

I TRADUTTORI DEL LINGUAGGIO DELLE AVANGUARDIE IN ITALIA


1. Remo Muratore
2. Albe Steiner
3. Max Huber
Figli dello studio Boggeri di Milano. Manifesti colori
fine estetico, non simbolico (come per il DC che il
rosso stava per il cattivo ecc.) fotomontaggio,
elementi simbolici (non colori), senso di movimento
con diagonali.

LA RAGIONE DI QUESTA ARRETRATEZZA


2) I partiti di massa sono organizzazioni che sviluppano soluzioni interne: la comunicazione politica viene
sviluppata all’interno dei partiti, non affidandosi a professionisti.
Nel 53 Dino Valliani diventa il direttore della filiale italiana Lintas, principali agenzie pubblicitarie
americane a Milano. Nel dopoguerra sbarcano in Italia le grandi agenzie di comunicazione. Il mercato
va benissimo per la pubblicità commerciale ma risulta assolutamente chiuso per quello politico. Le
agenzie pubblicitarie americane a Milano faticano.
Questo perché dobbiamo tenere conto che in Italia i partiti politici sono organizzazioni forti, molto ben
strutturate organizzate che si dotano subito di propri organi interni per gestire la comunicazione.
• PCI: Nel PCI c’è una sezione stampa e propaganda che produce in proprio tutto il materiale poi
usato nella comunicazione politica. All’interno di questa sezione ci sono delle figure che si
specializzano nella professione, ovviamente non fanno studi specifici.
• DC: Il DC si affida alla SPES, una sezione interna, servizio propaganda e stampa che organizza tutte
le linee interne delle campagne elettorali ed è la SPES che decide quale sarà la linea comunicativa, i
messaggi diffusi.
Nel 1963 la DC decide di cercare di svecchiare l’immagine del partito: si affida a Ernest Dichter
che crea un manifesto con una giovane donna 20 come anni della DC. Il messaggio è ribaltato e
la DC ritorna ad affidarsi al proprio personale interno.

Un cambiamento importante sarà nel rinnovamento dei codici portato nel 1968
questo perché la comunicazione die movimenti giovanili e una comunicazione
estremamente innovativa:
• Uso volantini, strumenti comunicativi “poveri”, di basso costo e forte riproducibilità
• Linguaggio diretto e immediato, privo di sfumature
• Tono aggressivo e beffardo
• Riproduzione abbastanza fedele del linguaggio grafico utilizzato nel maggio
francese (durante questi movimenti inizia a nascere una nuova generazione di
militanti appassionati di grafica, che poi spesso sceglieranno la comunicazione come
professione).

AFFIDARSI A PROFESSIONISTI:

1. MICHELE SPERA: disegna molti marchi (Maserati, tg2,


Treccani, Rai) nel 1962 diventa art direct del partito repubblicano
italiano; quindi, il PRI è il primo che si affida ad un vero
professionista della grafica per curare l’immagine Complessiva del
partito (tessere, manifesti…).

2. ETTORE VITALE: anche partito socialista italiano PSI


si affida a lui per l’immagine della grafica e della
linea generale comunicativa dell’immagine del
partito (garofano simbolo PSI, ex elemento della
tradizione socialista 800centesca).

BETTINO CRAXI
Precursore campagne elettorali attraverso manifesti.
Leader del PSI negli anni 80, primo grande innovatore perché introduce in novità nel linguaggio politico dei
partiti italiani, per la prima volta il viso del leader compare nei manifesti, primo a usare tv partecipando
come ospite o facendosi riprendere in dimensioni privata, spezzata via la seriosità della politica (sorrisi,
familiarità…), primo che accetta di affidarsi a professionisti nella cura dell’immagine.
SILVIO BERLUSCONI
Il maestro della comunicazione politica italiana, il grande innovatore.
Interviene in politica a partire dal suo famosissimo video messaggio del 25 gennaio 1994. Grande maestro
pe rea professionalità: Berlusconi porta una professionalità nel modo di comunicare la politica che nessun
politico italiano e nessun partito politico italiano aveva mai avuto. Non inventa nulla, utilizza per la prima
volta in Italia in maniera sistemata quello che è il patrimonio di rapporti, di conoscenze tra politica e
comunicazione politica che in particolare negli USA si era già sedimentato come patrimonio della politica
sin dagli anni 50. Se l’Italia è rimasta arretrata ora con Berlusconi si recupera quel gap tutto insieme. La sua
professionalità consiste nel fatto che si affida ai professionisti della comunicazione politica:
• viene usato il marketing elettorale
• Usati i focus group per capire quali sono gli atteggiamenti del pubblico/ elettori
• Uso del sondaggio per imporre un’agenda, un elenco di priorità dei temi da discutere e per capire
punto di vista
• Sviluppo del concetto di campagna permanente: la campagna elettorale si fa sempre!
• Pronta una programmazione accurata nella comunicazione politica
Gli riesce tutto benissimo perché è a capo non soltanto di un grande gruppo comunicativo che si occupa di
televisione (MEDIASET) ma soprattutto perché ha la possibilità di utilizzare la professionalità die
pubblicitari. All’interno del gruppo c’è “Publitalia” che ha come scopo quello di organizzare la pubblicità che
poi viene vendita all’interno delle reti televisive Mediaset.

CULTURA DELLE IMMAGINI TOTALMENTE NUOVA


Cultura delle immagini totalmente nuova che si riverbera nei manifesti di Forza Italia.
Si va verso la creazione di un prodotto originale:
• Riutilizzo di slogan e temi già presentati in passato, quindi più facilmente
assimilabili (ciò già presente nel nostro archivio visivo è molto più facile che venga
accettato e venga ricordato rispetto a ciò che è nuovo a partire dal titolo stesso)
• Si costruisce la familiarizzazione del “mercato politico” attraverso l’uso della tv
commerciale: per la proposta nuova di Berlusconi che nasce dal nulla, che non ha alcun
tipo di precedenti, la tv commerciale fondamentale per poter imporre la presenza di un
nuovo marchio in pochissimo tempo.
• Uso monopolistico della tv per imporre il proprio brand, nonché per indebolire
finanziariamente i rivali che devono acquistare spesi pubblicitari: il fatto di possedere le
reti televisive permette a Berlusconi di finanziare anche utilizzando i soldi dei rivali, i quali
devono acquistare spot pubblicitari e quindi finanziano l’oppositore politico.
• Creazione di un immaginario specifico, nutrito da scenari e da situazioni ricorrenti
• Nell’uso di manifesti abbatte la barriera tra pubblico e privato: immagine di
serenità, sorriso che diventa iconico, sfondo uguale azzurro con cielo, pose identiche (tutti
che copiano Berlusconi), i manifesti sono piccoli racconti riconoscibili e stereotipati con
famiglia felice, pensionati felici, meno tasse…
LE RISPOSTE DELLA SINISTRA
Le risposte della sinistra sono molto più confuse.
I caratteri generali:
• Immagini retrò (uso bianco e nero per ricordare l’esistenza di
un passato)
• Messaggio meno diretto, maggiore uso figure retoriche, più
lente da comprendere
• Immagine di cordialità e disponibilità
• Più che promuovere il proprio prodotto si finisce per cercare di
screditare quello dell’altro

Eccezione: campagna 2008, elezioni Veltroni.


• Colore preciso: verde
• Immagini riprodotte in maniera seriale
• Stesso viso Veltroni

ELEZIONI 2001
Esempio di come i manifesti elettorali possono essere utilizzati in maniera straordinaria anche in un’epoca
in cui prevale internet e tv.
Le elezioni del 2001 sono caratterizzate dal fatto che nel febbraio 2000 il parlamento vota la “par condicio”
legge che regola l’uso della televisione a scopi elettorali, propagandistici. In particolare, impone limiti ben
precisi di tempo per l’emissione di spot pubblicitari in precise fasce orarie e con tempi di spesa. È una legge
apposta per ridurre il vantaggio competitivo di Berlusconi che può contare sulle reti Mediaset.
In questo caso la campagna del 2001 per Berlusconi è dominata da manifesti come strategia comunicativa.
Grandissimi manifesti stradali occupando tutti gli spazi pregiati, in luoghi dove non possono sfuggire. Le
affissioni iniziano con largo anticipo per “occupare” gli spazi strategici per “rubarli” agli altri partiti.
I vantaggi di questa campagna elettorale tramite manifesti:
• Economicità: pianificazione con largo anticipo a meno prezzo
• Il mercato degli spot televisivi costa tantissimo a causa della par condicio
• La presenza ossessiva dell’immagine di Berlusconi sfrutta il processo di replicazione “creativa”
dell’immagine (i cosiddetti memi odierni).
• La tv fa politica cercando di non dire piuttosto che dire, minimizzando i problemi esistenti, parlando
di moda, successi, no politica;
• Tra 1968 e 1977 viviamo un periodo di fermento comunicativo (giovani) scarsamente, tuttavia,
recepito dai partiti italiani.

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