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Recentemente, si è assis=to ad una prevalenza del negoziato come mezzo di risoluzione delle
controversie. Il negoziato tra le par= può condurre alla conclusione di un accordo che dia
sistemazione al confli4o di interessi. Il negoziato raramente si traduce in un accordo di mero
accertamento, che risolve la controversia secondo diri4o; più spesso conduce ad una soluzione di
compromesso che innova il diri4o preesistente, cosicché l’accordo si configura come fonte di nuovo
diri4o nei rappor= tra le par=.
Nell’inchiesta le par= affidano ad un terzo l’accertamento imparziale dei faM che possono essere
all’origine della controversia. Di regola l’inchiesta si conclude con un rapporto indirizzato alle par=,
che non ha valore obbligatorio. L’accertamento imparziale di un fa4o aiuta ovviamente a risolvere
la controversia. L’inchiesta può essere parte di un ulteriore procedimento di soluzione della
controversia.
Nella mediazione, il terzo ha il compito di cercare di avvicinare le posizioni delle par=, in modo da
ridurre il contrasto di interessi e facilitare la soluzione della controversia.
Mediante la conciliazione, viene is=tuito un procedimento volto alla soluzione della controversia, di
regola per mezzo di una commissione composta da individui. La procedura si conclude con un
rapporto, contenente una o più raccomandazioni in ordine alla soluzione della controversia. Il
rapporto della commissione non è vincolante per le par=.
L’arbitrato invece si conclude con un a4o che comporta la soluzione obbligatoria della controversia.
Il Tribunale arbitrale è cos=tuito da uno o più individui scel= di comune accordo tra le par= ed
opera secondo una procedura specificata dalle par= all’a4o dell’is=tuzione del tribunale o fissata
dal tribunale stesso, oppure prestabilita da un accordo preesistente all’insorgere della controversia.
La giurisdizione si dis=ngue dall’arbitrato poiché la soluzione della controversia è deferita ad un
organo permanente compostada individui indipenden= ed operante secondo le regole prestabilite.
La prima ipotesi è disciplinata dall’art.62 dello Statuto ed amme4e l’intervento del terzo, il quale
ri=ene che un suo interesse di natura giuridica possa essere pregiudicato dalla decisione della
Corte. Lo Stato interveniente non diventa parte in senso processuale e la sentenza non ha efficacia
di cosa giudicata nei suoi confron=.
La seconda ipotesi è disciplinata dall’art.63 dello Statuto e riguarda l’intervento del terzo in un
controversia rela=va all’interpretazione di una convenzione mul=laterale di cui esso sia parte. In
questo caso, il terzo interveniente è vincolato dall’interpretazione della convenzione resa nella
sentenza della CIG.
L’art.41 dello Statuto abilita la Corte ad indicare misure cautelari per la salvaguardi dei diriM delle
par= in lite. La Corte giudica in base a diri4o, secondo quanto stabilito dall’art.38 par. 1, del suo
Statuo. Ha anche la facoltà di giudicare ex aequo et bono sele par= così decidano.
Le sentenze della Corte sono defini=ve ed hanno efficacia di cosa giudicata in senso soggeMvo e in
senso oggeMvo. Esistono due mezzi di gravame diversi dall’appello, consisten= nell’interpretazione
o nella revisione della sentenza. Il primo ha luogo in caso di contestazione sul significato e la
portata della sentenza; il secondo può essere promosso, sempre ad istanza delle par=, nel caso in
cui si alleghi la scoperta di un fa4o di natura tale da cos=tuire un evento decisivo per la revisione.
La revisione deve essere richiesta entro sei mesi dalla scoperta del fa4o nuovo e la domanda non
può più essere presentata trascorsi dieci anni dalla data dell’emanazione della sentenza.
La CIG ha anche una competenza consul=va, può infaM essere richiesto un parere consul=vo, su
qualsiasi ques=one giuridica, dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di sicurezza. Anche gli altri
organi delle NU e le is=tuzioni possono chiedere un parere consul=vo, ma solo su ques=oni che
insorgano nell’ambito della loro aMvità.
Gli Sta= non sono legiMma= a chiedere pareri alla Corte, ma possono sempre presentare un
proge4o di risoluzione in Assemblea Generale, affinché questa chieda un parere. Il parere sarà
decisivo, cioè risolverà la controversia tra le par= con effeM giuridici vincolan=.
3) Una situazione in cui uno più crimini sia deferita alla Corte. Un procedimento dinanzi alla
Corte può essere messo in moto da:
• Stato parte;
• Consiglio di sicurezza;
• Procuratore.