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La contrattualistica internazionale - Avv.

Giampaolo Benedetti Pearson


Modulo 1 – Il contratto internazionale e la legge applicabile
Definizione di contratto secondo l’art. 1321 Cod. civ.  il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare
o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. Suoi elementi sono l’accordo, la causa, l’oggetto e la forma.

Contratti nazionali e internazionali


Un contratto può (no normativa internazionale precisa) definirsi internazionale quando presenta uno o più elementi di
estraneità rispetto all’ordinamento nazionale italiano fra soggetti della medesima nazionalità; si tratta di elementi tali
da rivelare l’esistenza di punti di collegamento con uno o più Stati diversi.

Elementi di estraneità
 La nazionalità dei contraenti o, in caso di persone  Il luogo dell’esecuzione della prestazione
giuridiche, il luogo di costituzione; contrattuale;
 La sede di affari dei contraenti;  Il luogo in cui si trova la merce oggetto del contratto;
 Il luogo di conclusione del contratto;  Il luogo in cui deve essere effettuato il pagamento.

Legge regolatrice del contratto


 Diritto Internazionale Privato (Legge 31 maggio 1995, n. 218  Articolo 57 prevede che le obbligazioni
contrattuali siano regolate dalla Convenzione di Roma del 19 giugno 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni
contrattuali). La funzione di questa legge è individuare, nell’ambito di un rapporto contrattuale nel quale sono
presenti elementi di estraneità, quale debba essere la Legge applicabile a quel determinato rapporto.
 Convenzione di Roma sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (1980), oggi sostituita dal Reg. UE n.
593/2008 (cd. “Roma 1”)  l’articolo 4 prevedeva che, in mancanza in scelta esplicita effettuata dalle parti
contrattuali, il contratto era regolato dalla legge del paese con quale presentava il collegamento più stretto, che si
presumeva essere quello in cui la parte che doveva fornire la prestazione caratteristica aveva, al momento della
conclusione del contratto, la propria residenza abituale o, se si trovava in una società, associazione o persona
giuridica, la propria amministrazione centrale.
 Clausola tipo;

 Norme di necessaria applicazione.


“Salvo l’applicazione di norme inderogabili di legge” 
- Legge 31 maggio 1995, n.218;
- Articolo 16 – Ordine pubblico: 1) La legge straniera non è applicata se i suoi effetti sono contrari all’ordine pubblico; 2) In tal caso
si applica la legge richiamata mediante altri criteri di collegamento eventualmente previsti per la medesima ipotesi normativa. In
mancanza si applica la legge italiana.
- Articolo 17 – Norme di applicazione necessaria 1. È fatta slava la prevalenza sulle disposizioni che seguono delle norme italiane
che, in considerazione del loro oggetto e del loro scopo, debbono essere applicate nonostante il richiamo alla legge straniera.
N.B. La Convenzione di Roma è stata sostituita dal Regolamento Comunitario UE n.593/2008
Il Regolamento riprende e ribadisce il medesimo concetto espresso dalla Convenzione di Roma sulla libertà per le
parti di scegliere la legge che dovrà applicarsi al loro contratto/rapporto. La vera novità del regolamento è che questo
individua con precisione, in caso di assenza di scelta delle parti, quale dovrà essere la legge che regolerà il
contratto/rapporto.
 I Regolamenti Comunitari non hanno bisogno di una legge nazionale che vada a tradurre il contenuto del
Regolamento all’interno del singolo paese (NO tradurre in legge nazionale), mentre Direttive Comunitarie
hanno bisogno di una Legge di recepimento (attraverso Decreto Legislativo) che traduca nel singolo paese le
disposizione previste nella direttiva.

Il Regolamento UE n. 593/2008 prevede che:


 Un contratto di vendita di beni è regolato dalla legge del paese nel quale il venditore ha la residenza abituale;
 Il contratto di prestazione di servizi è regolato dalla legge del paese nel quale il prestatore di servizi ha la sua
residenza abituale;
 Un contratto di distribuzione è regolato dalla legge del paese nel quale il distributore ha la sua residenza abituale.

Modulo 2 – La giurisdizione
La giurisdizione individua quello che dovrà essere il tribunale competente a derimere una controversia di un contratto
internazionale.
 Diritto Internazionale Privato (Legge 31 maggio 1995, n.218):
 L’articolo 3 prevede la sussistenza della giurisdizione italiana, in generale, quando il convenuto è
domiciliato o residente in Italia o vi ha un rappresentante autorizzato a stare in giudizio.
 L’articolo 4 sancisce che, la giurisdizione italiana sussiste anche quando le parti l’abbiano
convenzionalmente accetta e tale accettazione sia provata per iscritto, ovvero il convenuto compaia nel
processo senza eccepire il difetto di giurisdizione nel primo atto difensivo.
 Regolamento (CE) n. 44/2001.
 (Articolo 23): qualora le parti, di cui almeno una domiciliata nel territorio di una Stato membro, abbiano
attribuito la competenza di un giudice o dei giudici di uno Stato membro a conoscere delle controverse,
presenti o future, nate da un determinato rapporto giuridico, la competenza esclusiva spetta a questo
giudice o ai giudici di questo Stato membro. Detta competenza è esclusiva salvo diverso accordo tra le
parti. La clausola attributiva di competenza deve essere conclusa: a) per iscritto o oralmente con conferma
scritta; b) in una forma ammessa dalle pratiche che le parti hanno stabilito tra loro; c) nel commercio
internazionale, in una forma ammessa da un uso che le parti conoscevano o avrebbero dovuto conoscere e
che, in tale campo, è ampiamente conosciuto e regolarmente rispettato dalle parti di contratti dello stesso
tipo nel ramo commerciale considerato.  La forma scritta comprende qualsiasi comunicazione con mezzi
elettronici che permetta una registrazione durevole della clausola attributiva di competenza (point & click
nel commercio elettronico).
 L’articolo 2 sancisce la regola generale in base alla quale le persone domiciliate nel territorio di un
determinato Stato membro sono convenute, a prescindere dalla loro nazionalità, davanti ai giudici di tale
Stato membro.
 L’articolo 5 prevede poi che, in materia contrattuale, la persona domiciliata nel territorio di uno Stato
membro possa essere convenuta in un altro Stato membro: a) davanti al giudice del luogo in cui
l’obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita; b) ai fini dell’applicazione della presente
disposizione e salvo diversa convenzione, il luogo di esecuzione dell’obbligazione dedotta in giudizio è:
- Nel caso della compravendita di beni, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i beni sono stati
o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto;
- Nel caso di prestazione di servizi, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i servizi sono stati
o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto.
 Norme di necessaria applicazione  “Salva l’applicazione di norme inderogabili di legge”  norme sostanziali
a salvaguardia dell’organizzazione politica, sociale ed economica dello Stato che, in considerazione del loro oggetto
e del loro scopo, debbono essere applicate nonostante il richiamo contrattuale ad una norma straniera.
 Clausola tipo di devoluzione ad un’autorità giudiziaria  Ogni controversia relativa al presente contratto sarà
devoluta alla competenza esclusiva del Foro del luogo in cui la Società ha la propria sede legale. A parziale
eccezione di quanto precede, la Società potrà, a proprio insindacabile giudizio, agire nei confronti della controparte
presso qualsiasi Foro avente giurisdizione su quest’ultima.
 Clausola-tipo di devoluzione ad un arbitrato  clausola arbitrale elaborata dalla Camera Internazionale del
Commercio:
- Tutte le controversie derivanti dal presente contratto o in relazione con lo stesso saranno risolte in via
definitiva secondo il Regolamento d’arbitrato della Camera di Commercio Internazionale, da uno o più
arbitri nominati in conformità di detto Regolamento.
- Nella stessa clausola arbitrale sarà quanto mai opportuno stabilire il diritto applicabile al contratto, il
numero degli arbitri, il luogo e la lingua dell’arbitrato.

Devoluzione delle liti


- Vige il principio della libertà delle parti la quale, tuttavia, incontra diverse limitazioni.
- Non sempre l’autorità giurisdizionale indicata nel contratto come competente risulta effettivamente legittimata a
dirimere la controversia.
- Nella scelta dell’autorità giurisdizionale o di un arbitrato occorre allora tenere conto dell’eventuale esistenza di
norme di applicazione necessaria.

Esecuzione all’estero di decisione giudiziaria


 Il Regolamento 44/2001 ha reso più celere e semplice rispetto al passato l’iter per ottenere l’esecuzione delle
decisioni adottate da un’autorità giurisdizionale in ambito comunitario.
 La parte che intende eseguire una sentenza resa in un ordinamento estero si rivolgerà all’autorità competente nel cui
distretto è situato il domicilio della parte contro cui viene chiesta l’esecuzione o deve avvenire l’esecuzione stessa.
 Il procedimento ha generalmente natura di volontaria giurisdizione.
1. Il primo stadio del procedimento si svolge inaudita altera parte (articolo 41) ed il Giudice è chiamato a svolgere un
controllo meramente formale.
2. Il provvedimento, comunicato alla parte ricorrente, dovrà essere notificato alla parte contro la quale è chiesta
l’esecuzione;
3. Dal momento della notifica deve trascorrere il termine di un mese (due se la notifica viene effettuata all’estero=
previsto dall’articolo 43 per l’impugnazione: ciascuna delle parti può infatti proporre ricorso contro la decisione;
4. Il ricordo introduce una fase eventuale del procedimento, che si svolge in contraddittorio tra le parti. Avverso la
sentenza che pronuncia sul ricorso è proponibile un ulteriore ricorso davanti l’autorità giurisdizionale superiore.

Modulo 3 – Strumenti esecutivi


Il Titolo Esecutivo Europeo

Il Decreto Ingiuntivo Europeo

Credito non contestato


Ai fini della certificazione come titolo esecutivo europeo, il credito si considera non contestato se:
 Il debitore l’ha espressamente riconosciuto mediante una dichiarazione o mediante una transazione approvata dal
giudice o conclusa dinanzi al giudice nel corso di un procedimento giudiziario; o
 Il debitore non l’ha mai contestato nel corso del procedimento giudiziario, in conformità delle relative procedure
giudiziarie previste dalla legislazione dello Stato membro di origine; o
 Il debitore non è comparso o non si è fatto rappresentare in un’udienza relativa a un determinato credito pur
avendo contestato inizialmente il credito stesso nel corso del procedimento, sempre che tale comportamento
equivalga a un’ammissione tacita del credito o dei fatti allegati dal credito secondo la legislazione dello Stato
membro d’origine; o
 Il debitore l’ha espressamente riconosciuto in un atto pubblico.

Certificazione del titolo esecutivo europeo


Una decisione giudiziaria relativa ad un credito non contestato pronunciata in uno Stato membro è
certificata, su istanza presentata al giudice di origine, come titolo esecutivo europeo se:
- La decisione è esecutiva nello Statto membro di origini;
- La decisione non è in conflitto con le norme in materia di competenza giurisdizionale in materia di
assicurazione e di competenza esclusiva;
- Il procedimento giudiziario svoltosi nello Stato membro d’origine è conforme ai requisiti minimi previsti
dal Regolamento (in relazione alla notifica al debitore ed alle informazioni fornite a quest’ultimo, ecc.);
- La decisione giudiziaria è pronunciata nello Stato membro del domicilio del debitore, allorché un credito
sia considerato non contestato e il debitore sia il consumatore.

Modulo 4 – La vendita internazionale


Vendita
 Articolo 1470 Codice Civile italiano  “La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento delle
proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo prezzo”.

Convenzioni applicabili alla vendita internazionale


 Convenzione di Roma del 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali, sostituito da Regolamento
UE n. 593/2008 (“Roma 1”);
 Convenzione de L’Aja del 1955 sulla legge applicabile alle vendite internazionali di cose mobili corporali  si
applicano per il solo fatto che sia stato adito il giudice di uno Stato contraente della Convenzione e nel loro ambito
di applicazione si sostituiscono alle norme interne di diritto internazionale privato;
 Convenzione di Vienna del 1980 sui contratti di vendita internazionale di beni mobili, che reca norme di diritti
materiale uniforme che hanno carattere speciale e dunque prevalgono sulle norme di diritti internazionale privato.

Modulistica prestampata e Battle of Forms


Nella prassi dei rapporti commerciali accade di frequente che insorgano “conflitti” tra i diversi modelli contrattuali
utilizzati dalle parti contraenti, non ancora sottoscritti ma solo inviati a titolo di proposta (ad esempio dal venditore al
compratore e viceversa): è la cosiddetta BATTLE OF FORMS (“battaglia dei modelli”).
Lo scontro tra moduli ha dato luogo ad un intenso dibattito giurisprudenziale e dottrinario, che può essere risolto second
uno dei due orientamenti prevalenti:
- La “Last Shot Doctrine”  L’orientamento della “Last Shot Doctrine” è quello accolto dall’articolo 1326 del
codice civile italiano e dunque applicabile quando entrambi i contraenti siano italiani. La “Last Shot Doctrine” segue
il principio in base al quale un’accettazione non conforme alla proposta equivale ad una nuova proposta. Si
attribuisce pertanto prevalenza alle condizioni generali o al modello contrattuale richiamati per ultimi.
- La “Knock-out Doctine”  L’orientamento della “Knock-out Doctine” (seguito, ad esempio negli Usa e in
Germania) predilige invece l’approccio in virtù del quale le clausole discordanti si elidono (eliminano) a vicenda.
Il contenuto del contratto è pertanto determinato solo dalle clausole sulle quali le parti hanno raggiunto un accordo.

Aspetti della vendita da considerare nella predisposizione del contratto


 Tempo e modo della consegna della merce e dei relativi documenti;
 Passaggio della proprietà (riserva);
 Passaggio dei rischi;
 Pagamento del prezzo (forma, modo, garanzia).

Modulo 5 – Il contratto di agenzia


 Articoli 1742-1752 del codice civile;
 Il contratto di agenzia consente al produttore di spedire la merce o la fornitura direttamente al cliente finale, sulla
base di un ordine d’acquisto raccolto e trasmesso dall’agente in loco. Quest’ultimo, grazie anche alla sua
conoscenza del mercato di promuovere e di sviluppare le vendite dei prodotti dell’azienda esportatrice nella zona
assegnatagli, procurando al tempo stesso nuovi clienti al preponente ed aumentando il giro d’affari con i clienti già
esistenti nel territorio affidatogli. L’agente svolgere il proprio mandato come soggetto indipendente dal preponente,
senza alcun vincolo di subordinazione.

La remunerazione dell’agente: la provvigione


Tutte le attività di promozione di affari, incluso, ad esempio, le visite alla clientela e la partecipazione alle fiere nel
territorio, sono svolte dall’agente, salvo patto contrario, a propri rischi e spese.
La remunerazione dell’agente consisterà in una provvigione previamente concordata. Si raccomanda di specificare
che all’agente spetteranno le provvigioni solo relativamente agli affari conclusi per effetto del suo intervento ed andati
a buon fine con i clienti stabili su territorio durante la vigenza del contratto e che il diritto alla provvigione sorgerà
solo con l’integrale pagamento della fornitura del cliente.
Agente con rappresentanza
L’agente con rappresentanza è autorizzato a concludere affari e compiere atti in nome e per conto del preponente con
effetti vincolanti per quest’ultimo. Si consiglia particolare cautela nell’attribuire all’agente potere di rappresentanza:
quest’ultima potrà essere semmai specificatamente e previamente attribuita per iscritto di volta in volta, per singoli
affari la cui opportunità sia già stata valutata dal preponente.

Accordi economici collettivi (AEC)


Gli AEC sono accordi normativi di origine sindacale che hanno avuto la funzione di integrare le norme del Codice
Civile. Gli AEC in materia di agenzia (26 febbraio 2002 – Settore Commercio; 20 marzo 2002 – Settore Industria) si
applicano ai singoli contratti tra agenti e preponenti nelle seguenti due ipotesi:
 Ove richiamati dalle parti nel testo del contratto d’agenzia (o tacitamente applicati in via continuativa);
 E, nel caso di agenzia fra preponente ed agente entrambi italiani, ove le parti aderiscano ad associazioni di
categoria che, rispettivamente in rappresentanza degli agenti e dei preponenti, abbiano stipulato gli AEC.

Accordi economici collettivi e cessazione del contratto


I nuovi AEC prevedono due voci di emolumenti connessi alla cessazione del rapporto di agenzia:
1) L’indennità di risoluzione del rapporto, sempre dovuta salvo le ipotesi di ritenzione indebita di somme dovute
al preponente, di concorrenza sleale o di violazione dell’esclusiva;
2) L’indennità suppletiva di clientela, comprensiva di:
- Una componente sempre dovuta calcolato sull’ammontare globale delle provvigioni e delle altre somme
corrisposte all’agente;
- Una componente meritocratica dovuta a condizione che, alla cessazione del contratto, l’agente abbia
apportato nuovi clienti al preponente e/o abbia sensibilmente sviluppato affari con i clienti esistenti, in
modo da procurare al preponente sostanziali vantaggi derivanti dagli affari con tali clienti anche dopo la
cessazione del contratto.

Modulo 6 – Il contratto di distribuzione


Il contratto di concessione di vendita, pur essendo tra quelli di maggiore diffusione commerciale, salvo rari casi (es.
Belgio) non è regolato da una disciplina positiva, cioè né da una legge statale né da Convenzioni Internazionali in
vigore.

Caratteristiche del contratto di distribuzione


 Il concessionario acquista i prodotti del concedente per rivenderli in nome e per conto proprio alla propria
clientela di imprenditori-professionisti e/o consumatori, assumendo in proprio i rischi dell’attività);
 Al concessionario viene affidata una zona di competenza in esclusiva o non in esclusiva. Dall’esclusiva discende
l’obbligo per il concedente di non effettuare vendite nella zona del concessionario, salvo nei confronti dei cosiddetti
clienti direzionali se espressamente riservati al concedente nel contratto;
 La collaborazione che si instaura tra concedente e concessionario è duratura, essendo stabilita per un tempo
determinato, normalmente per periodi superiori all’anno, oppure a tempo indeterminato;
 Il concessionario assume contrattualmente una serie più o meno ampia di obbligazioni che hanno come beneficiario
diretto lo stesso concedente oppure i propri clienti.

Disciplina comunitaria Antitrust (disciplina la concorrenza)


Il Regolamento 2790/1990 prevede le esenzioni all’applicabilità della disposizione fissata nell’articolo 81 del Trattato
CE, stabilendo che tali regole sono dichiarate inapplicabili agli accordi o alle pratiche concordate conclusi tra due o più
imprese, operanti ciascuna, ai fini dell’accordo, ad un livello differente della catena di produzione o di distribuzione,
e che si riferiscono alle condizione in base alle quali le parti posso acquistare, vendere o rivendere determinati beni o
servizi (“gli accordi verticali”, tra i quali vi sono tipicamente quelli tra concedente e concessionario).
A condizione che la quota di mercato detenuta dal fornitore non superi il 30% del mercato rilevante in cui esso vende
i beni o i servizi oggetto del contratto.

Clausole non ammesse dalla normativa Antitrust


L’esenzione si cui all’articolo 81 del Trattato CE non si applica agli accordi verticali che prevedono, ad esempio:
- La restrizione della facoltà dell’acquirente di determinare il proprio prezzo di vendita;
- La restrizione relativa al territorio in cui, o ai clienti ai quali, l’acquirente può vendere i beni o i servizi oggetto del
contratto;
- Un obbligo di non concorrenza (diretta o indiretta che imponga all’acquirente, una volta giunto a scadenza l’accordo,
di non produrre, acquistare, vendere o rivendere determinati beni o servizi) la cui durata dia indeterminata o
superiore ai cinque anni.

Modulo 7 – Il contratto di subfornitura


Legge 18 giugno n.192, Disciplina della subfornitura nelle attività produttive (disciplinato solo da legge italiana).
Con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a effettuare per conto di una impresa committente
lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime fornite dalla committente medesima, o si impegna a fornire
all’impresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque ad essere utilizzati nell’ambito dell’attività
economica del committente o nella produzione di un bene complesso, in conformità a progetti esecutivi, conoscenze
tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi forniti dall’impresa committente.

Tipologie di subfornitura
Secondo il tipo di collaborazione che si instaura tra committente e subfornitore, si può avere un contratto di subfornitura:
i. Nel quale il subfornitore si impegna a trasformare materie prime del committente;
ii. Nel quale il committente mette a disposizione del subfornitore attrezzature specifiche;
iii. Avente ad oggetto la realizzazione di studi e/o di servizi a beneficio del committente.
Ciascuna tipologia di subfornitura richiede specifiche clausole contrattuali per le diverse esigenze.
Modulo 8 – Clausole contrattuali maggiormente ricorrenti nei contratti
La lingua del contratto
Il contratto internazionale può essere sottoscritto in tante versioni quante sono le lingue prescelte; è comunque opportuno
dichiarare prevalente una sola delle versioni contrattuali. In alternativa, è possibile concordare l’utilizzo di una lingua
estranea ad entrambe le parti (come spesso accade con la scelta dell’inglese).

Efficacia, durata e cessazione del contratto


L’ENTRATA IN VIGORE – viene normalmente fatta coincidere con la data in cui entrambi (o tutti) i contraenti hanno
sottoscritto il contratto (termine iniziale). È tuttavia possibile procrastinare l’entrata in vigore del contratto ad una data
futura oppure all’avverarsi di un evento ulteriore (open-ended).

CONDIZIONI RISOLUTIVE DEL CONTRATTO - possono operare immediatamente, per il solo avverarsi dall’ipotese
prevista o riferirsi ad inadempimenti contrattuali che richiedono una notifica formale. Quest’ultima è la clausola
risolutiva espressa nella quale le parti contraenti convengono, al momento della predisposizione della disciplina
contrattuale, che al ricorrere di determinati inadempimenti l’altra parte potrà dichiarare la risoluzione del contratto.

IL TERMINE ESSENZIALE – viene apposto per l’adempimento di una o più obbligazioni contrattuali (es. consegna).
Il mancato raggiungimento del termine essenziale può determinare l’insorgere, a favore dell’altra parte, del diritto di
chiedere la risoluzione del contratto oltre al risarcimento del danno.

Clausola di Esclusiva
Una o entrambe le parti garantiscono di operare esclusivamente a favore della controparte contrattuale. Normalmente è
associata ad una esclusiva territoriale. È particolarmente utilizzata nelle fattispecie contrattuali di intermediazione
commerciale (concessione di vendita, franchising e agenzia).
In via generale deve essere stabilita espressamente per iscritto, a meno che questa non possa considerarsi connessa in
modo essenziale al contratto cui accede.
Esempio di clausola di esclusiva in un contratto di agenzia

Minimi garantiti
Possono essere contrattualmente previsti dei minimi garantiti di acquisto (es. nei contratti di vendita) o di affari (es. nei
contratti di agenzia e distribuzione); tale previsione comporta l’obbligo di ordinare determinati quantitativi di merce o
di realizzare un dato fatturato nel periodo di tempo determinato (ad es. un anno di durata contrattuale o stagione di
vendita). Tale clausola è frequentemente collegata al diritto di esclusiva riconosciuto alla controparte contrattuale.
La violazione dei minimi pattuiti può essere contrattualmente prevista come giusta causa di risoluzione anticipata del
rapporto.
Modulo 9 – Mancato raggiungimento dei minimi nei contratti di agenzia
Per ogni anno di durata del presenta contratto viene anticipatamente convenuto per iscritto tra le parti un quantitativo
minimo di affari, espresso in termini di fatturato netto di Prodotti venduti nel Territorio, che l’Agente si impegna a
raggiungere. In caso di mancata pattuizione, resta inteso che tale minimo di affari non può essere inferiore a quello
concordato per l’anno precedente, aumentato del XX%. Ai fini del raggiungimento del suddetto minimo non sono tenuti
in considerazione gli ordini trasmessi dall’Agente relativi a clienti insolventi o ad affari non andati a buon fine per fatti
non imputabili alla Preponente.

Mancato raggiungimento del minimo di affari


Il mancato raggiungimento del minimo convenuto costituisce giusta causa di risoluzione anticipata del presente contratto.
In alternativa, la Preponente può a propria scelta far venir meno l’esclusiva concessa all’Agente ai sensi del presente
contratto ovvero ridurre l’estensione del Territorio, mediante comunicazione all’Agente a mezzo di raccomandata a.r..
È fatto slavo il diritto della Preponente al risarcimento dei danni subiti in conseguenza del mancato raggiungimento del
minimo convenuto.

Minimo di acquisto nel contratto di distribuzione


Per ogni anno (semestre; stagione; ecc.) di durata del presente contratto, il Distributore dovrà acquistare dalla Società
un quantitativo minimo di Prodotti pari a quanto stabilito nell’Allegato. Per Prodotti acquistati di intendono quelli ritirati
nel periodo considerato e regolarmente pagati.

Mancato raggiungimento del minimo di acquisto


In caso si mancato raggiungimento da parte del Distributore del quantitativo minimo di cui al presente Articolo, la
Società potrà, a propria discrezione, tramite comunicazione da inviarsi al Distributore a mezzo raccomandata a.r.:
- Risolvere il presente Contratto ai sensi del successivo Articolo .. (risoluzione enticipata);
- Ridurre l’estensione del Territorio;
- Ridurre la gamma dei Prodotti.

Prezzo consigliato
Nel contratto di distribuzione, il concedente può suggerire il prezzo di rivendita nel prodotto indicando un prezzo
raccomandato o una fascia di prezzi, ma avendo l’accortezza di lasciare al rivenditore un margie di discrezionalità. Si
ricorda che l’imposizione di un prezzo (minimo o fisso) è severamente vietata e sanzionata dalla disciplina comunitaria
Antitrust (articolo 4 del Regolamento 2790/1999/CEE). La relativa previsione sarebbe nulla ed esporrebbe il concedente
alla comminazione di onerose sanzioni pecuniarie.

Obbligo di non concorrenza


Clausola con la quale il concessionario si obbliga a non vendere prodotti in concorrenza con quelli del concorrente. Più
frequentemente nella prassi commerciale, il concessionario si impegna a comunicare al concedente i rapporti contrattuali
già in essere al momento della conclusione del contratto e a non stipularne di nuovi, salvo preventiva autorizzazione del
concedente.
Sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale
Le clausole per lo sfruttamento di diritti di proprietà intellettuale sono quelle con le quali una parte concede all’altra i
propri diritti relativi a machi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di unità, disegni, diritti d’autore, know-how,
brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale.
Le clausole per lo sfruttamento di diritti di proprietà intellettuale determinano la circolazione del patrimonio intellettuale,
ivi compreso il know-how tecnologico. Esse producono, nell’ambito di una singola fattispecie contrattuale e quindi
necessariamente in un contesto totalmente diverso, effetti analoghi a quelli prodotti da contratti di licenza di know-how
e di joint venture.
Le clausole in materia di sfruttamento di diritti intellettuali possono essere inserite in diverse fattispecie contrattuali e
devono tenere conto dei diritti di privativa che fanno parte del portafoglio dei beni immateriali del concedente.

Modulo 10 – Garanzie per l’adempimento


Le clausole recanti le reciproche garanzie fra le parti (ad esempio del compratore per il pagamento del prezzo e del
fornitore per la tempestività della consegna, il collaudo della fornitura, il raggiungimento di determinati standard di
produzione, ecc.) assumono particolare rilievo nei contratti di fornitura.

1) Fideiussione  fideiussore va a garantire l’adempimento di una determinata prestazione da parte del terzo. Si ha un
contratto tra concedente e distributore  può essere stabilito che ci sia una fideiussione a garanzia del pagamento
del valore dei prodotti al concedente (fideiussore è la banca che emette la garanzia). Caratteristiche:
- Accessorietà all’obbligazione principale;
- Legame con i rapporti tra le parti;
- Estinzione per scadenza dell’obbligazione principale.

2) Garanzia autonoma
- Autonomia rispetto al contratto ed alle parti;
- Astrattezza rispetto al contratto sottostante;
- Escutibilità a semplice richiesta del beneficiario.

3) Payment guarantee
È utilizzata per garantire al venditore il pagamento della merce / del servizio oggetto del contratto in caso di
inadempimento dell’acquirente. La banca emittente (banca dell’acquirente) si impegna per un determinato periodo
di tempo ad eseguire il pagamento a favore del beneficiario a semplice richiesta della banca presso la quale è stata
aperta la garanzia.

4) Advance payment guarantee


È la garanzia della restituzione dell’acconto contrattualmente previsto prestata da una banca su richiesta del
venditore e a favore dell’acquirente. L’acquirente che abbia pagato l’acconto avrà diritto alla restituzione in caso di
inadempimento del venditore. Viene utilizzata in particolare nei rapporti con acquirenti nei paesi in via di sviluppo
e nella vendita di beni o nell’esecuzione di servizi di importo assai rilevante con pagamenti dilatati nel tempo (es.
contratti di fornitura impianti “chiavi in mano”).
5) Bid Bond
Garanzia emessa da una banca a favore di un cliente partecipante a una gara di appalto (bid) per la fornitura di beni
e/o servizi all’estero. Ha per oggetto il pagamento di una soma nel caso in cui la ditta aggiudicataria dell’appalto
non intenda stipulare il contratto e comprova la serietà dell’offerta. In caso di vincita dell’appalto, il bid bond si
considera automaticamente decaduto e viene sostituito da una garanzia performance bond (garanzia dell’esecuzione).

6) Performance bond
Cosiddetta garanzia dell’esecuzione. È la garanzia autonoma fornita da una banca, per conto del proprio cliente, a
favore dell’acquirente al fine di garantire a quest’ultimo l’esatta esecuzione delle obbligazione contrattuali in caso
di inadempimento.

Riserva di proprietà
È la clausola ai sensi della quale i beni oggetto del contratto (di vendita o di somministrazione) restano di proprietà del
fornitore sino al momento dell’integrale pagamento del prezzo convenuto. La legge a cui fare riferimento per la riserva
di proprietà (in fatto di valida costituzione, di efficacia e di eventuale esercizio della stessa) è quella dell’ordinamento
nel cui territorio è collocato o comunque si trova il bene sottoposto a riserva di proprietà che andrà dunque attentamente
verificata. Caratteristiche principali:
 Il bene gravato dalla riserva di proprietà è consegnato al compratore che ne ha facoltà di godimento;
 Il compratore diventa proprietario del bene solo al momento del pagamento dell’ultima rata e cioè solo a seguito del
versamento integrale del prezzo;
 I rischi relativi al bene venduto passano dal venditore al compratore al momento della consegna.

Clausola tipo di riserva di proprietà

Accorgimenti in base alla legge italiana


In forza di quanto previsto dall’articolo 11 del Decreto Legislativo 231/2002 è sempre opportuno che il creditore
inserisce nelle proprie fatture relative alla fornitura oggetto di riserva di proprietà un riferimento alla clausola di riserva
di proprietà, tale da permettere di individuare con certezza il bene sottoposto alla riserva ed in contratto di vendita. Ad
esempio:
Modulo 11 – Termini di resa e modalità di pagamento
I termini di resa determinano la disciplina del trasporto, della spedizione e della consegna dei beni oggetto del contratto
e della loro eventuale assicurazione, oltre alla ripartizione dei rischi e dei costi. La relativa disciplina può essere
individuata con l’uso degli Incoterms della Camera di Commercio Internazionale (ICC), regole uniformi per
l’interpretazione dei principali termini commerciali di resa nella vendita internazionale di beni. Esso sono costantemente
rivisti ed aggiornati dalla ICC.

Principali forme di pagamento internazionali


Le condizioni di pagamento che dovrebbero essere definite al momento della stipulazione del contratto sono almeno
quattro:
i. Tempo (in via anticipata, posticipata o contestuale);
ii. Modo (modalità utilizzata per il trasferimento del denaro al venditore indipendentemente dalla forma di
pagamento, ad es. Swift);
iii. Moneta nella quale avverrà il pagamento;
iv. Forma.

1) Bonifico internazionale;
2) Assegno bancario o circolare e titoli di credito;
3) Incasso documentario (D/P  Documents Against Payment);
4) Incasso elettronico (LCR per Francia, IEF per Spagna e Lastchriften per Austria e Germania);
5) Crediti documentari (lettera di credito ordinaria e lettera di credito stand-by).

IF and WHEN
MANLEVA

RESPONSABILITA’
NEL CONTRATTO DI AGENZIA NEL CONTRATTO DI FORNITURA

Modulo 12 – Clausole cd. “onerose”


Per clausole “onerose” o vessatorie si intende quel tipo di clausole che, predisposte da uno dei contraenti di un contratto,
prevedono predisposizione sfavorevoli a carico della controparte contrattuale. Sono clausole previste all’articolo 1491
del Codice Civile.

1) CASO FORTUTIO e FORZA MAGGIORE


Il Venditore non è responsabile nel confronti dell’Acquirente di alcun inadempimento, compresa la mancata o
ritardata consegna, causato da accadimenti al di fuori del proprio ragionevole controllo o comunque riconducibili a
caso fortuito o a forza maggiore, quali, a titolo meramente indicativo, mancata o ritardata consegna dei materiali di
lavorazione da parte dei fornitori, scioperi ed altre azioni sindacali, atti di terrorismo, sospensione dell’energia
elettrica o difficoltà nei trasporti.

2) PENALI
L’istituto della penale, nel nostro ordinamento ed in quelli esteri, ha la funzione di predeterminare in sede
contrattuale il risarcimento per i danni subiti da una parte in caso di inadempimento contrattuale dell’altra. La penale
deve essere proporzionata rispetto al valore complessivo del contratto e congrua rispetto all’inadempimento cui è
connessa, in una parole, “equilibrata”. Per essere valida, la pensale deve essere espressamente stata accetta dalla
parte contro la quale va ad operare. L’accettazione deve essere inserita nel contratto con la cosiddetta sottoscrizione.

3) RISERVATEZZA
L’inadempimento della parte a carico della quale è prevista la riservatezza può essere contrattualmente previsto
come giusta causa di risoluzione del contratto oppure può determinare il diritto a richiedere una penale.

4) HARDSHIP
Regola le conseguenze dell’alterazione dell’originale equilibrio economico delle obbligazioni dei contraenti
verificatosi per circostanze sopraggiunte durante l’esecuzione del contratto, imprevedibili ed estranee alla volontà
delle parti (es. eccezionale aumento del costo della prestazione di una delle parti o aumento del costo della materia
prima). Per effetto della clausola, le parti si impegnano, in tali casi, ad una revisione del contratto e dei termini del
loro rapporto in modo da ricondurlo agli originari equilibri.
Sottoscrizione ex art. 1341 c.c. (clausole onerose)
Ai sensi dell’articolo 1341 c.c. sono onerose le clausole che
 Stabiliscono a favore di colui che le predispone:
 Limitazioni di responsabilità;
 Facoltà di recedere dal contratto o
 Di sospenderne l’esecuzione
 Ovvero sanciscono a carico dell’altro contraente:
 Decadenze;
 Limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni;
 Restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi;
 Tacita proroga o rinnovazione del contratto;
 Clausole compromissorie o
 Deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria.

Con riferimento alle condizioni generali di contratto e, in generale, ai contratti predisposti unilateralmente da uno dei
contraenti senza che vi sia stata negoziazione fra le parti, il secondo comma dell’articolo 1341 del c.c. italiano, prevede
l’obbligo della specifica approvazione scritta da parte dell’Aderente delle clausole cosiddette onerose o vessatorie. È
questo il motivo pei il quale, in calce ai contratti per adesione, è generalmente prevista la doppia sottoscrizione
dell’Aderente, il quale è chiamato ad apporre una prima firma in segno di accettazione delle Condizioni nel loro
complesso ed una seconda firma per la specifica approvazione delle clausole onerose in esse contenute.

Esempio di clausola di adesione

Clausole onerose nei contratti internazionali


L’obbligo della doppia sottoscrizione delle clausole onerose non trova alcuna corrispondenza negli ordinamenti esteri
né nelle Convenzioni internazionali (ad es. Convenzione di Vienna). La giurisprudenza italiana, pur ribadendo che la
specifica approvazione di cui all’articolo 1341 non è necessaria in un contratto internazionale, ha tuttavia subordinato
l’efficacia delle clausole onerose contenute nelle condizioni generali all’esistenza di “serie garanzie di consapevole
adesione da parte del contraente che non le ha predisposte”.
Sarà dunque comunque opportuno che l’Aderente sottoscriva per espressa accettazione le condizioni generali di
contratto predisposta dall’altro contraente.

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