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RISERVE

 L’art. 2, lett. d) Conv. Vienna definisce la riserva: La riserva è la dichiarazione unilaterale di uno
Stato in cui esso esprime la sua volontà di vincolarsi ad un trattato multilaterale ma al contempo di
escludere o ridurre l’obbligatorietà nei suoi confronti di una o più clausole contenute nel trattato
stesso

La riserva può essere :


-riserva eccettuativa: dichiarazione di uno Stato di non accettare una o più clausole del trattato
- riserva modificativa: di accettarle solo entro certi limiti applicativi
- riserva /dichiarazione interpretativa: accettarle soltanto secondo una determinata
interpretazione

 ammissibilità delle riserve

-vi era una disciplina diversa prima e dopo la conv. Di vienna del ’69:

1) prima CVT: principio dell’integrità del trattato

“Lo Stato che formulava la riserva poteva divenire parte al trattato solo se:

- il testo del trattato espressamente prevedeva la facoltà di apporre determinate riserve

- la riserva di uno Stato veniva accettata da tutte le altre parti contraenti (= nuova proposta)”

quindi Il DI classico ammetteva solo le riserve che fossero già previste nel testo negoziato e approvato
del trattato

Riserva al momento della FIRMA Sì

Riserva al momento della RATIFICA - No

2) Dopo CVT: principio di flessibilità

“sono consentite le riserve anche quando la facoltà di apporre riserve non è prevista espressamente nel
testo approvato del trattato. “

Riserva al momento della FIRMA Sì

Riserva al momento della RATIFICA Sì

riserva tardiva (dopo entrata in vigore ) NO


OGGI ART 19 C.V. Art. 19 Formulazione delle riserve

“Uno Stato, al momento della firma, della ratifica, dell’accettazione, dell’approvazione di un trattato o al
momento dell’adesione, può formulare una riserva, a meno che:

a)la riserva non sia vietata dal trattato;

b) il trattato disponga che si possono fare solo determinate riserve, tra le quali non figura la riserva in
questione; o

c) in casi diversi da quelli previsti ai commi a) e b), la riserva sia incompatibile con l’oggetto e lo scopo del
trattato”

vi è all’interno dell’art 19 il principio di flessibilità nella parte in cui prevede che Se il trattato nulla dice
circa la possibilità di apporre riserve, la riserva è di regola ammissibile, purché non sia vietata dal
trattato o contraria “all’oggetto e allo scopo del trattato” (art. 19, c CVT )

Es. Caso ammissibilità riserve: ICJ, Riserve alla Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di
genocidio, Parere del 28 maggio 1951: uno Stato che ha apposto una riserva respinta da una o più parti
della Convenzione, ma non da altre, può essere considerato parte della Convenzione se la riserva è
compatibile con l’oggetto e lo scopo del trattato”

 effetti riserve

-Art. 20 Conv. Accettazione delle riserve ed obiezioni alle stesse

1. Una riserva autorizzata espressamente da un trattato non deve essere accettata successivamente
dagli altri Stati contraenti, a meno che il trattato non lo preveda.

2. Quando risulti dal numero limitato degli Stati che hanno partecipato ai negoziati, nonché dall’oggetto
e dallo scopo del trattato stesso, che l’applicazione dei trattato nella sua interezza tra tutte le parti è
condizione essenziale per il consenso di ciascuna di esse ad essere vincolata dal trattato, una riserva
deve essere accettata da tutte le Parti.

3. Quando un trattato è un atto costitutivo di una Organizzazione internazionale, ed a meno che in esso
non sia altrimenti previsto, una riserva esige anche l’accettazione dell’organo competente
dell’organizzazione in questione.

4. Nei casi diversi da quelli previsti dai paragrafi precedenti e a meno che il trattato non disponga
altrimenti: a) l’accettazione di una riserva da parte di un altro Stato contraente rende lo Stato autore
della riserva parte del trattato nei riguardi di tale altro Stato se il trattato è in vigore o quando esso
entra in vigore per gli altri Stati summenzionati; b) l’obiezione ad una riserva sollevata da un altro Stato
contraente non impedisce al trattato di entrare in vigore tra lo Stato che ha formulato l’obiezione e lo
Stato autore della riserva, a meno che non sia stata chiaramente espressa una intenzione contraria da
parte dello Stato che ha formulato l’obiezione; e) un atto che esprima il consenso di uno Stato ad
essere vincolato dal trattato e che contenga una riserva diventa efficace dal momento in cui almeno un
altro Stato contraente ha accettato la riserva.

5. Ai fini dei paragrafi 2 e 4 e a meno che il trattato non preveda altrimenti, si ritiene che una riserva sia
stata accettata da uno Stato qualora quest’ultimo non abbia formulato obiezioni alla riserva, sia allo
scadere dei dodici mesi successivi alla data in cui ne ha ricevuto notifica, che alla data in cui ha espresso
il proprio consenso ad essere vincolato dal trattato, quando quest’ultima sia posteriore.

Art. 21 Effetti giuridici delle riserve e delle obiezioni alle riserve

“1 Una riserva formulata rispettando le regole della con vienna con un’altra parte:

a) modifica, per lo Stato autore della riserva, nelle sue relazioni con quest’altra Parte le disposizioni
del trattato sulle quali verte la riserva, nella misura prevista da detta riserva;
b) ) modifica nella stessa misura tali disposizioni per quest’altra parte nelle sue relazioni con lo Stato
autore della riserva.
( disciplina i rapporti con stati che non hanno obbiettato)

2. La riserva non modifica le disposizioni del trattato per le altre parti del trattato nei loro rapporti
inter se. ( disciplina ) Rapporti fra gli altri Stati inter se)

3. Quando uno Stato che ha formulato un’obiezione ad una riserva non si è opposto all’entrata in
vigore del trattato tra se stesso e lo Stato autore della riserva, le disposizioni oggetto della riserva
non si applicano tra i due Stati, nella misura prevista dalla riserva stessa”
( disciplina i Rapporti con lo Stato che ha formulato una obiezione)

NB SULLE SLIDES DELLA PROF CI SONO VARI ESEMPI DI RISERVE D TRATTATI CHIEDI SE LE DEVI
SAPERE

 disciplina delle riserve nei trattati sui diritti dell’uomo


-Art. 57 CEDU
«1. Ogni Stato, al momento della firma della presente Convenzione o del deposito del suo
strumento di ratifica, può formulare una riserva riguardo ad una particolare disposizione della
Convenzione, nella misura in cui una legge in quel momento in vigore sul suo territorio non sia
conforme a tale disposizione.
Le riserve di carattere generale non sono autorizzate ai termini del presente articolo.»

- La Corte EDU ha ritenuto inammissibili le riserve che tendono a restringere la propria competenza
ratione loci e ratione materiae o a ricevere ricorsi individuali
Secondo la Corte le norme attributive di competenza sono una garanzia per la protezione dei diritti
enunciati nel trattato stesso e, per ciò, essenziali alla realizzazione dell’oggetto e dello scopo del
trattato.
considera come non apposta (nulla) la riserva inammissibile,anche se la sua formulazione non ha
sollevato obiezioni fra gli Stati contraenti, si ritiene che lo Stato riservante è comunque vincolato al
trattato.
Questa interpretazione (riserva inammissibile= nulla) vale solo per i trattati sui diritti dell’uomo,
visto il loro scopo particolare
E non è certo che corrisponda al DI consuetudinario e che si applichi anche a trattati di altra natura

Esempio di invalidità di una riserva nel caso 1988


La Svizzera, denunciata per violazione art. 6, CEDU, si difendeva adducendo che al momento di
ratificare la CEDU aveva formulato una dichiarazione che la garanzia del giusto processo dell’art. 6
era “volta unicamente ad assicurare un ultimo controllo da parte degli organi giudiziari sugli atti e
sulle decisioni delle autorità pubbliche in relazione … ai diritti e obblighi o alla determinazione del
capo di imputazione..”
La Corte EDU ha ritenuto che tale dichiarazione non soddisfacesse i requisiti dell’art. 64 CEDU (ora
art. 57) e l’ha considerata invalida
- il Comitato dei diritti umani (ONU) ha elaborato una prassi in base alla quale sono considerate
inammissibili le riserve alle clausole che concernono il funzionamento del meccanismo di garanzia
internazionale previsto dal Patto ONU sui diritti civili e politici del 1966 e del Protocollo opzionale al
Patto

 a Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle


donne (CEDAW) costituisce lo strumento pattizio fondamentale in materia di diritti delle donne,
offrendo una prospettiva globale del fenomeno della discriminazioNE
vale la pena sottolineare che all’articolo 2 gli Stati parte della Convenzione si impegnano non
solo ad eliminare la discriminazione derivante dal corpus normativo nazionale, ma anche quella
praticata da “persone, enti e organizzazioni di ogni tipo”, nonché a prendere ogni misura
adeguata per modificare costumi e pratiche consuetudinarie discriminatorie.
Ciò rappresenta un elemento di grande importanza nel panorama del diritto internazionale dei
diritti umani, in quanto lo Stato diventa giuridicamente responsabile non solo delle misure che
mette in atto (obblighi positivi) o che si astiene dal mettere in atto (obblighi negativi) al fine
di prevenire una discriminazione nei confronti delle donne; ma anche delle discriminazioni
perpetrate da individui e organizzazioni oppure frutto di particolari tradizioni o pratiche culturali.
Lo Stato è quindi chiamato a intervenire nei casi in cui elementi che solitamente rientrano
nella sfera privata, quale il credo religioso o l’appartenenza a un gruppo etnico, minino al pieno
godimento dei diritti della donna. Questa interferenza in ambiti anche non specificamente
pertinenti alla sfera giuridica, ma radicati nel tessuto sociale di un Paese ha determinato un alto
numero di riserve apposte a questo articolo, specialmente nei casi in cui tali consuetudini o
pratiche erano intimamente legate alla struttura politica e sociale di un Paese. Niger, Emirati
Arabi Uniti, Egitto, Algeria, Bahrain, Bangladesh, Libia e Marocco, ad esempio, hanno apposto
riserve all’articolo 2 invocando il suo presunto contrasto con alcuni elementi della Shari’a
( insieme di regole dettate da dio per la comunità islamica morali dei fedeli)
L’alto numero di riserve di cui sono oggetto alcuni articoli della Convenzione pregiudica
l’integrità e l’universalità della stessa. La questione della riserva, ossia una dichirazione
unilaterale apposta da uno Stato al fine di escludere o a modificare l’effetto giuridico di una o
più disposizioni del trattato, è regolata dall’articolo 28. L’articolo, in linea con quanto stabilito
dalla Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, ammette la possibilità per gli Stati di apporre
riserve purché esse “non siano incompatibili con l’oggetto e lo scopo della Convenzione”. Un
aspetto particolarmente delicato a questo proposito riguarda la questione dei criteri per stabilire
se una riserva sia o meno ammissibile, non essendovi in questo caso un organo preposto a
svolgere questa funzione, che viene rimessa agli stessi Stati, i quali possono solo formulare
obiezioni all’apposizione delle riserve.
Sebbene la Convenzione non vieti l'inserimento di riserve, quelle che contestano i principi centrali
della Convenzione sono contrarie
alle disposizioni della Convenzione e al diritto internazionale generale. In quanto tali possono
essere impugnate da altri Stati parti.
Gli articoli 2 e 16 sono considerati dal Comitato disposizioni fondamentali della Convenzione.

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