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John Dewey si occupava, tra le altre cose, di studiare cos'è l'uomo ed il suo comportamento nei confronti

degli altri individui. Secondo Dewey l'individuo esiste perché esiste la società: per autorealizzarsi, egli non
può prescindere dalla società. Profondamente influenzato dal pensiero Darwiniano e dal pragmatismo
americano, Dewey elaborò una propria filosofia che univa queste due antesignane correnti di pensiero.

CHI ERA JOHN DEWEY?

John Dewey era uno studioso di filosofia del Vermont. Studiò in giovane età le opere del pragmatismo, una
corrente di pensiero che sosteneva l'attività pratica come comportamento mentale o scientifico diretto alla
realizzazione di un fine concreto. Dopo la laurea si dedicò all’insegnamento nelle università del Michigan e
poi di Chicago. E proprio a Chicago fondò la scuola-laboratorio, uno dei primi e più riusciti esempi di scuola
nuova, cioè di applicazione del metodo pedagogico attivo secondo criteri teorizzati dallo stesso Dewey.
Sempre a Chicago, Dewey sviluppò i principi dello strumentalismo, in collaborazione con G.H. Mead e altri.
Insieme diedero vita a un indirizzo logico-filosofico denominato, appunto, Scuola di Chicago.

LO STRUMENTALISMO

Lo strumentalismo era il pensiero filosofico e pedagogico elaborato da John Dewey. Esso si basava su una
concezione dell'esperienza come rapporto tra uomo e ambiente. Secondo Dewey l'uomo non è uno
spettatore passivo. Egli interagisce con ciò che lo circonda. L’uomo interagisce con l’ambiente circostante e
sviluppa un’esperienza sociale. L'individuo reagisce all’ambiente e agisce sull’ambiente. Ne deriva che
l'esperienza educativa dell’individuo parte dalla quotidianità.

La persona fa esperienza, sperimenta. Dopo aver sperimentato, l’esperienza deve assumere una forma più
piena e organizzata. Questo perché l'esperienza è realmente educativa nel momento in cui produce
l'espansione e l'arricchimento dell'individuo, conducendolo verso il perfezionamento di sé e dell'ambiente.
Un ambiente (sociale) in cui si accettano le pluralità di opinioni di diversi gruppi in contrasto tra loro. Un
ambiente che favorisca lo sviluppo progressivo delle caratteristiche dell'individuo.

LA FILOSOFIA SECONDO JOHN DEWEY

Dewey analizza anche la condizione di precarietà dell'essere umano. Da questa condizione sfavorevole
nascono il bisogno del trascendente e della fiducia nel progresso. Dewey è critico nei confronti dei sistemi
filosofici tradizionali, a suo dire incapaci di vedere l'interezza della realtà e di valutare con obiettività ciò che
è irrazionale. Per ovviare a questo problema, secondo Dewey bisogna guardare alla dottrina
dell'evoluzione. In essa si annida la speranza del progresso continuo dell'uomo. Il ruolo assegnato alla
filosofia è quello di "supervisore". Essa deve innanzitutto rinnovare i valori e solo in un secondo momento
perseguire la conoscenza del mondo reale.

Dewey rintraccia nella coscienza il fulcro di ogni mutamento. Il comportamento umano è un'attività
influenzata a sua volta dall’attività precedente. È dunque un’attività acquisita. Contiene dentro di sé un
certo ordine o una certa sistemazione dei minori elementi di azione. È un’attività progettante, dinamica,
tesa alla manifestazione. e che è operativa in qualche forma subordinata e nascosta, anche quando non è
attività ovviamente dominante. Il comportamento è, secondo Dewey, un abito. Ed ogni uomo ne indossa
uno.

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