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Gli USA e gli alcolici non hanno un buon rapporto.

La lotta per limitarne e vietarne il consumo si è fatta


serrata nel primo trentennio del XX secolo. Uno degli stati che ha preso particolarmente a cuore la
questione è stato il Kansas. L’escalation che ha portato a quella che oggi è la legislazione vigente in Kansas
ha inizio verso la metà del XIX secolo.
Nel 1850 nacque l’Ordine Indipendente dei Buoni Templari. Fu la prima organizzazione. Nel 1878 il
cosiddetto movimento per la temperanza, portato in auge dall’Ordine Indipendente dei Buoni Templari,
aveva riscosso consensi ed era supportato da diverse organizzazioni che avevano come obiettivo un divieto
a livello costituzionale. In quel periodo – parliamo dell’ultimo ventennio del XIX secolo – i repubblicani del
Kansas avevano fatto propri i principi di temperanza. John St. John divenne governatore dello stato e
durante il suo primo discorso, chiese a gran voce un’azione risolutiva nei confronti della questione.
Il legislatore prese a cuore le dichiarazioni di St. John e approvò un emendamento costituzionale che
vietava la fabbricazione e la vendita di liquori inebrianti nello stato. Nel dicembre del 1880, la maggioranza
degli elettori lo ratificò. L’entrata in vigore dell’emendamento rese il Kansas il primo stato a emanare un
divieto costituzionale statale sull’alcool.
Questa prima vittoria non scoraggiò tuttavia i commercianti, che continuarono a tenere aperte le rispettive
attività, pagando una multa di 100 dollari e contribuendo alla circolazione dei liquori.
Nel 1890 il movimento per la temperanza iniziò a perdere consensi, ma le organizzazioni continuarono a
lottare per una migliore applicazione delle leggi che tentavano di sradicare l’alcol dallo stato. Stanchi di
aspettare l’intervento delle istituzioni, i virtuosi del Kansas si armarono e, sotto la guida di Carrie Nation,
intrapreso una vera e propria crociata.
Il 5 giugno del 1900, Carrie Nation ebbe una rivelazione. Una voce bassa e morbida le disse: «Vai a Kiowa. Ti
starò accanto.» Giunta a Kiowa, Carrie capì cosa la voce volesse da lei. Si recò al saloon di Dobson, raccolse
un pugno di pietre e le scagliò contro le vetrate, urlando: «Uomini, sono venuta a salvarvi dal destino di un
ubriacone!»
Questa prima ma significativa azione portò un’escalation di violente rappresaglie che culminarono in un
record di arresti. A seguito di un raid a Wichita, il marito di Nation scherzò sul fatto che Carrie avrebbe
potuto usare un’accetta, la prossima volta, in modo da fare più danni. Carrie rispose: «Ѐ la cosa più sensata
che hai detto da quando ti ho sposato.» Da quel momento, la Nation cominciò ad assaltare i saloon con
un’accetta, sfasciando infissi e cantando inni. Sul manico dell’arma fece incidere queste parole: DEATH TO
RUM.
Nel 1901 si recò nel Missouri, a Kansas City, una città notoriamente contraria al movimento di cui si faceva
portavoce. Lì fracassò bottiglie di liquori in quantità. Arrestata e portata in tribunale, la condannarono a
pagare 500 dollari. Sanzione che il giudice sospese a patto che la Nation non mettesse più piede in città.
Nel 1919, con la ratifica del 18° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, il divieto entrò in vigore a
livello nazionale.
Sarà poi abrogato nel 1933.
Nel ’48 gli elettori approvarono un emendamento della Costituzione del Kansas che permetteva al
legislatore di autorizzare e tassare la produzione e il trasporto di liquori. La vendita di liquori era consentita
solo in club privati e non nei locali aperti al pubblico.
Nel 2003 la Corte del Distretto di Wyandotte stabilì che il divieto che proibiva la vendita di alcolici di
domenica fosse incostituzionale. La Corte Suprema del Kansas confermò la sentenza. Da allora, due contee
e 23 città adottarono legislazioni che permettevano la vendita di liquori di domenica.
Ad oggi permane il divieto di vendita per quei liquori che superino la soglia del 3,2% di gradazione alcolica.

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