Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Learning outcome
• Ricordare le diverse modalità di determinazione del prezzo
• Ricordare l’importanza del prezzo e la sua percezione nel processo di
acquisto
• Ricordare le diverse strategie di prezzo attuabili dalle imprese e
trovare esempi di applicazione di queste strategie nel settore
vitivinicolo
1
16/05/2023
2
16/05/2023
Si possono individuare due intervalli di elasticità rispetto al prezzo: a) se |ɛ| > 1, si parla di
domanda elastica o tendenzialmente elastica; b) se |ɛ| < 1, si parla di domanda rigida o
inelastica o tendenzialmente rigida19
3
16/05/2023
L’elasticità rispetto al prezzo cambia con il livello dei consumi (Figura 5.4) (Mauracher et
al., 2008). Lungo la domanda, infatti, i consumi diventano via via più insensibili al prezzo
(Figura 5.4, caso a): consumi bassi sono associati a prezzi elevati e domanda elastica
mentre a consumi elevati corrispondono a prezzi bassi e domanda rigida.
Nella realtà si osserva un’ampia varietà di domande in relazione al prodotto e ai
consumatori. Ad esempio, le domande tendenzialmente elastiche potrebbero
caratterizzare vini basic o popular ovvero mercati molto concorrenziali (Figura 5.4, caso b)
mentre quelle tendenzialmente rigide vini premium, mercati meno concorrenziali o vini di
marche note (Figura 5.4, caso c).
4
16/05/2023
1. Prezzo e costi
La sostenibilità economica di un’impresa dipende, in primo luogo,
dalla sua capacità di coprire i costi di produzione che rappresentano
un limite inferiore del prezzo.
Un produttore deve infatti essere in grado di remunerare tutti i fattori
produttivi impiegati per la produzione di vino.
In merito ai costi appare opportuno soffermarsi su tre processi
produttivi:
la coltivazione del vigneto e la produzione di uva,
la trasformazione dell’uva in vino sfuso,
la seconda lavorazione (invecchiamento, spumantizzazione,
imbottigliamento).
Sotto il profilo metodologico, il costo pieno (full costing) o totale coglie tutte le
componenti di costo sostenute e consente di confrontare aziende diverse (Tabella
5.6).
10
5
16/05/2023
A differenza dei costi diretti che sono specifici di ogni attività, quelli
indiretti sono relativi a fattori produttivi comuni o indivisibili perché
non riconducibili ad una specifica attività.
Per questi ultimi è necessario procedere ad un’attribuzione secondo
dei criteri soggettivi (es. ore di lavoro, unità prodotte, superfici
coltivate, ecc.).
Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla stima dei costi impliciti
che, contrariamente a quelli espliciti, non sono esborsi reali perché
relativi a fattori produttivi o forniti dall’imprenditore (es. lavoro,
capitale).
In linea generale, la gestione dell’impresa si estende su un orizzonte
temporale, noto come breve periodo, entro il quale diventa utile fare
una distinzione tra costi fissi e costi variabili. I primi non dipendono
dalla produzione mentre i secondi crescono all’aumentare del volume
produttivo.
11
1. Prezzo e costi
Una volta noti i costi, si possono determinare quattro livelli di prezzo
3 che si basano sui costi
1a) Prezzo soglia,
1b) Prezzo di pareggio
1c) Prezzo obiettivo,
12
6
16/05/2023
Con questo prezzo, il profitto è negativo, non sono coperti i costi fissi (es. costi
dei macchinari, degli impianti, amministrativi, ecc.) e si possono sostenere
solo i costi diretti di produzione.
Nel caso di una cantina, il prezzo soglia di una bottiglia di vino copre i costi
della materia prima (uva), del packaging (bottiglia, etichetta, tappo), del lavoro
effettuato per la vinificazione (cantiniere, enologo, ecc.), ma non quelli legati
all’investimento cantina (ammortamenti, assicurazione, manutenzioni) o quelli
generali (es. spese amministrative).
13
14
7
16/05/2023
15
16
8
16/05/2023
17
In linea generale, il metodo del punto di pareggio, può essere utilizzato per
calcolare il volume di pareggio (Qbep). In questo caso si assume che il prezzo e i
costi siano dati (Figura 5.5).
Si parte dall’equazione:
18
9
16/05/2023
19
2. Il ricarico o mark-up
Il prezzo di ricarico o mark-up è ottenuto sommando al prezzo di
pareggio o al costo medio di produzione un valore addizionale, detto
appunto ricarico o mark-up. Assumendo che CM sia il costo medio di
produzione, comprensivo dei costi fissi e variabili, il prezzo finale (P)
viene ottenuto:
Dove il mark-up viene generalmente espresso come percentuale del
prezzo:
20
10
16/05/2023
Questo metodo è molto semplice ma ignora gli effetti della domanda o della
concorrenza.
Il mark-up viene utilizzato soprattutto dalle aziende della distribuzione e della
ristorazione.
In questo casi, il costo medio di produzione corrisponde al costo di acquisto
del prodotto detto anche costo della merce (cost of merchandise) al quale si
aggiunge un mark-up che dovrebbe coprire le spese del punto vendita
(negozio, cassiere, ecc.) o del ristorante (locale, camerieri, cuochi, ecc.) e
assicurare un profitto.
In questo caso il prezzo di vendita finale (Pf) diventa:
21
Per mark-down si intende una riduzione del prezzo di vendita (strategia promozionale) che si
traduce in un minor ricarico.
I supermercati hanno ampi margini di manovra sul mark-up e mark-down grazie all’elevato
numero di referenze offerte anche nello scaffale dei vini.
Nell’esempio, riportato in Tabella 5.7, si assume che il costo di una bottiglia di vino sia di 3,0 euro.
L’ipotesi di mark-up standard applica un ricarico di 3,0 euro che corrisponde al 50% del prezzo
finale (6,0 euro).
Nell’ipotesi di una promozione, pari al 10% del prezzo di vendita (0,6 euro), il mark-up si riduce a
2,4 euro ossia al 44,4% del prezzo finale.
22
11
16/05/2023
Attenzione!
23
27
12
16/05/2023
3) Prezzo e concorrenza
La capacità di modificare il prezzo dipende infine dalla concorrenza.
Come già illustrato, la concorrenza (numero di imprese, dimensione
media, barriere all’entrata) cambia lungo la filiera vitivinicola mentre la
configurazione dei mercati tra gli anelli della filiera condiziona il potere
di mercato dei venditori e degli acquirenti.
28
30
13
16/05/2023
33
34
14
16/05/2023
a) Potere di acquisto
Il potere di acquisto è un fattore oggettivo e strettamente correlato con l’entità e
distribuzione del reddito.
Paesi con reddito pro-capite elevato (es. paesi scandinavi, Giappone, ecc.)
potrebbero orientarsi verso vini con prezzi relativamente più elevati.
La distribuzione del reddito10, invece, incide fortemente sulla segmentazione del
mercato dei vini: in Cina, ad esempio, il reddito è fortemente concentrato mentre
non lo è nei paesi scandinavi.
Tuttavia, il potere di acquisto e la sua distribuzione sono condizioni necessarie ma
non sufficienti per accrescere le vendite o le esportazioni di vino a prezzi elevati.
Nella fattispecie, la Germania ha un potere di acquisto elevato ma i consumi di vino
sono concentrati nella fascia inferiore ai 3 euro al litro.
35
b) Coinvolgimento (1)
Il coinvolgimento viene definito dalla “rilevanza che un consumatore
attribuisce ad un prodotto secondo i suoi bisogni, valori, interessi” e si
può riferire al prodotto o alla decisione di acquisto.
Il coinvolgimento (involvement) incide sulle decisioni di acquisto
(Charters e Pettigrew, 2006) e sulla disponibilità a pagare.
In letteratura si distinguono i consumatori tra:
highly involved consumers and lowly involved consumers
In linea generale, si osserva una correlazione positiva tra coinvolgimento
e prezzo. Ad esempio, nei vini con prezzi relativamente contenuti (basic e
popular premium), il coinvolgimento del consumatore non esperto
potrebbe essere modesto.
Charters S., Pettigrew S. (2006). Product involvement and the evaluation
of wine quality. Qualitative Market Research: An International Journal,
9(2): 181-193
36
15
16/05/2023
c) Conoscenza
Nella letteratura, numerosi studi empirici riportano la distinzione tra due
principali segmenti di consumatori di vino in base alle loro conoscenze:
i non esperti e gli esperti.
Questi due gruppi danno una grande importanza al prezzo ma con
motivazioni diverse.
Secondo alcuni autori (Gergaud e Livat, 2007; Charters e Pettigrew, 2006;
ecc.), i consumatori poco esperti hanno una conoscenza limitata che si rifà
per lo più alla familiarità che a competenze specifiche e si affidano molto
al prezzo.
Man mano che le conoscenze aumentano cala l’importanza riposta sul
prezzo in quanto vengono utilizzati altri attributi (marca, varietà, annata,
ecc.). Al di sopra di una certa soglia di conoscenza, il prezzo ritorna ad
essere un indicatore prioritario della qualità (correlazione positiva prezzo-
qualità).
38
39
16
16/05/2023
40
42
17
16/05/2023
45
46
18
16/05/2023
47
1) I prezzi soglia sono livelli di prezzo al di sopra o al di sotto dei quali si possono
verificare significativi cambiamenti nelle vendite. Questi prezzi, cui si rimanda al
paragrafo delle strategie di pricing, sono individuati dai prezzi vicini ai numeri tondi
come il 5, 10 o 100.
Ne deriva anche l’ipotesi della forchetta o fascia di prezzo accettabile:
19
16/05/2023
49
50
20
16/05/2023
51
52
21
16/05/2023
LE STRATEGIE DI PREZZO
Una prima importante distinzione va fatta tra
strategie di prezzo sul mercato di consumo,
Strategie di prezzo sul mercato business
Discriminazione di prezzo
Si parla di discriminazione quando, per uno stesso prodotto o servizio, si
applicano prezzi diversi ovvero quando per prodotti o servizi differenziati per
caratteristiche apparenti (imballaggio, colore...) o per il modo in cui sono
venduti (in grandi o piccole quantità, al consumatore finale o a
intermediari...) si adottano prezzi diversi, le cui differenze non sono però
giustificate dai differenti costi relativi.
La discriminazione di prezzi che può avvenire anche in base a:
canale della distribuzione
caratteristiche commerciali dell‘acquirente
volume d’affari raggiunto dall’operatore
modalità di pagamento
54
22
16/05/2023
55
1.Mercati separati
La separabilità dei mercati è garantita quando sono soddisfatte
due condizioni:
• i) i mercati corrispondono a gruppi di consumatori diversi per
preferenze o geograficamente lontani;
• i) non c’è arbitraggio (quando i consumatori acquistano su un
mercato e rivendono sull’altro lucrando la differenza di
prezzo).
56
23
16/05/2023
Mercati separati
• L’impresa fissa un prezzo per il prodotto destinato al mercato
principale (segmento primario) e un prezzo più basso per i prodotti
destinati ad altri mercati (segmento secondario).
• Rientrano in questa categoria i prodotti di “primo prezzo” destinati al
mercato secondario (es. segmenti di consumatori con reddito basso).
• Alcune imprese vinicole, specie quelle di medio o grandi dimensioni,
possono sfruttare l’eccesso di capacità produttiva e, quindi senza un
aggravio di costi fissi, per realizzare prodotti a prezzi inferiori venduti
con marchio del distributore (es. private label) o con marchi di
fantasia (es. reserve brands).
57
2. La negoziazione
• Da ricordare infine che i prezzi possono risultare diversi per effetto
della negoziazione ovvero il processo di contrattazione tra venditore e
acquirente.
• Questa modalità di compravendita interessa soprattutto i prodotti B2B
ossia la vendita di vino tra le imprese di trasformazione e la
distribuzione moderna, sia nazionale che estera, il dettaglio
specializzato o gli importatori nel caso di vendite all’estero.
• La negoziazione potrebbe coinvolgere, almeno in parte, il consumatore
finale nella vendita diretta, negli acquisti di gruppo (es. gruppi di
acquisto solidale o GAS), o taluni acquisti in internet.
58
24
16/05/2023
59
60
25
16/05/2023
61
Tensile pricing
• Indipendentemente dalla tipologia di sconto, le imprese al dettaglio
possono adottare la strategia del tensile pricing dove il venditore
dichiara una riduzione di prezzo entro un intervallo prestabilito.
• Esempi di tensile pricing sono
• “sconti dal 20 al 50%”
• oppure “sconti fino al 50%” che producono un forte effetto
comunicativo e attrattivo generalizzato sui potenziali clienti.
63
26
16/05/2023
64
65
27
16/05/2023
66
67
28
16/05/2023
68
69
29
16/05/2023
70
71
30
16/05/2023
72
31
16/05/2023
74
75
32
16/05/2023
76
77
33
16/05/2023
78
I prezzi tradizionali
• Questa strategia nota come customary pricing, fissa il prezzo di un
prodotto sulla base delle aspettative percepite dai clienti.
• Questa modalità di determinazione del prezzo interessa prodotti che
hanno un mercato consolidato e dove una lunga tradizione di consumo
ha creato delle aspettative sul prezzo.
• Ad esempio, le aspettative sul prezzo su uno spumante ottenuto con il
metodo Charmat sono molto inferiori a quelle di uno spumante
realizzato con il metodo classico, il prezzo atteso di un Barbera è
inferiore a quello di un Barolo come pure il prezzo atteso di un vino IGT
è inferiore a quello di un vino DOC o DOCG.
79
34
16/05/2023
I prezzi di prestigio
• Questo metodo di fissazione del prezzo interessa i vini di lusso
(icona e ultra premium). Il prezzo elevato di questi vini32, è associato
a elementi funzionali (eccellenza, scarsità, profilo sensoriale, ecc.) e,
soprattutto, a componenti esperienziali (emozioni e sensazioni
legate a esperienze come l’enoturismo, corsi di degustazione, ecc.) e
simboliche (storia e tradizioni, terroir, artigianalità, pareri della
critica, punteggi delle guide, ecc.).
• Secondo alcuni autori (Okonkwo, 2007; Kapferer, 2008; Berthon,
2009) il prezzo elevato è riconducile alle componenti socio-
psicologiche che giustificano l’elevata disponibilità a pagare di un
particolare segmento del consumo.
80
81
35
16/05/2023
82
83
36
16/05/2023
84
85
37
16/05/2023
86
Approfondimento 5.2
87
38
16/05/2023
88
Leadership di prezzo
• Si parla di leadership di prezzo, in condizioni di oligopolio, in una
duplice accezione:
• la prima riguarda la funzione di un’impresa nella formazione del
prezzo di un prodotto su un particolare mercato;
• la seconda attiene al ruolo guida di una piazza nella formazione del
prezzo di un prodotto o di una categoria di prodotti.
89
39
16/05/2023
Leadership di prezzo
• La leadership di prezzo equivale ad un quasi-accordo, cioè all’attivazione
di un comportamento all'insegna della cooperazione tra le imprese del
mercato.
• Più semplicemente, l’impresa leader adegua il prezzo al costo; tale
prezzo orienta il mercato e funge da riferimento o barometro per le
imprese piccole
• L’ipotesi di fondo è che l’impresa dominante tragga dei vantaggi nel
lasciare una quota di mercato alla schiera concorrenziale che ricopre
segmenti o nicchie di mercato. Questo comportamento equivale ad una
sorta di cooperazione indicata anche con il termine di coopetizione
(cooperazione nella competizione) in quanto le imprese grandi e piccole
continuano a competere sul lato della differenziazione e innovazione del
prodotto
90
91
40
16/05/2023
92
93
41
16/05/2023
94
95
42
16/05/2023
96
97
43
16/05/2023
• Nel caso di trasporti su distanze più brevi o via terra, si può adottare la
strategia del prezzo franco fabbrica o prezzo franco destinazione. Nel
primo caso i prezzi escludono i costi del trasporto che restano a carico
del compratore mentre nel prezzo franco destinazione il produttore si
assume anche le spese di spedizione del prodotto.
• In alternativa, un’impresa potrebbe decidere di adottare la strategia
dei prezzi geografici uniformi in cui tutti i clienti pagano lo stesso
prezzo indipendente dalla località in quanto il prezzo viene calcolato
sul costo medio di spedizione per tutti i clienti. Questa strategia ha il
vantaggio di non caricare elevati costi di trasporti sugli acquirenti
geograficamente più distanti.
98
99
44
16/05/2023
100
101
45
16/05/2023
102
103
46
16/05/2023
104
Learning outcome
• Ricordare le diverse modalità di determinazione del prezzo
• Ricordare l’importanza del prezzo e la sua percezione nel processo di
acquisto
• Ricordare le diverse strategie di prezzo attuabili dalle imprese e
trovare esempi di applicazione di queste strategie nel settore
vitivinicolo
105
47