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vita come noi, ovvero abbiano gli stessi valori, comportamenti, idee
nostre.
-Perché: siamo molto più esposti al nostro punto di vista, e nella nostra
vita attiriamo persone simili a noi, perciò nella nostra mente saranno
molto più accessibili ricordi relativi a persone simili a noi, il che ci porterà
a pensare che molte persone siano così.
Teorie implicite di personalità (Schneider): schemi mentali per i quali
alcuni tratti di personalità sono associati ad altri (es. estroversione-
generosità, cauto-timido).
-Perché: sono perlopiù culturalmente determinate (praticamente degli
sterotipi), in più sono influenzate dal nostro vissuto e dalle nostre
conoscenze.
Inferenza corrispondente: Attribuire uno o più tratti a una persona sulla
base di un suo comportamento osservato (es. quello l’ha picchiato perché
è un violento). In altre parole, attribuire arbitrariamente il
comportamento di una persona a fattori interni. Questo viene
denominato anche errore fondamentale di attribuzione o errore di
corrispondenza.
-Perché: Abbiamo bisogno di avere una rappresentazione delle persone
stabile, in modo da essere almeno un po’ in grado di poter predire il loro
comportamento, vedere le persone in termini di tratti stabili facilita
questo, dunque la nostra visione degli altri è più ordinata e meno
complessa.
Bias di conferma: tendenza a confermare le nostre supposizioni attraverso
una selezione e una elaborazione imparziale delle informazioni salienti.
-Perché: stesse motivazioni di sopra, siamo fortemente motivati a voler
vedere le cose in modo stabile, a volte a scapito della correttezza delle
informazioni.
Positive testing: l’atto di investigare circa un’ipotesi in linea col bias di
conferma, in favore della propria supposizione iniziale. Chi lo fa si
concentra sull’ipotesi di lavoro, piuttosto che sull’ipotesi alternativa.
-Perché: Stesso di sopra
Effetto di omogeneità dell’outgroup: tendenza a vedere i membri di un
outgroup come più omogenei in termini sia fisici che di personalità
rispetto all’ingroup.
-Perché: Siamo motivati a voler avere una rappresentazione organizzata e
semplice di quelli che sono i gruppi sociali così da poter basare i nostri
comportamenti su schemi preesistenti, è cognitivamente economico.
Inoltre, siamo molto più esposti all’ingroup, e abbiamo dunque modo di
esperirne la diversità.
Teoria dell’autocategorizzazione (Tuner): La nostra categorizzazione non è
stabile, ma mutevole sulla base di diversi fattori. Questa dinamicità
dell’autocategorizzazione segue i principi di accesso normativo e accesso
comparativo. Si parla di accesso comparativo quando percepiamo noi
stessi come appartenenti a un gruppo piuttosto che a un altro in base alla
sua salienza nel contesto in cui ci troviamo (es. donna italiana in treno
pieno di uomini [salienza donna] vs donna italiana in un treno pieno di
stranieri di genere misto [salienza italiana]). L’accesso normativo invece
prevede che l’autocategorizzazione sia influenzata anche da fattori stabili,
e che dunque abbiamo delle categorizzazioni preferenziali per noi stessi
(es, se sono una femminista militante, tenderò a categorizzarmi più
frequentemente e preferenzialmente in questa categoria).
Accesso normativo e comparativo interagiscono per determinare come ci
categorizzeremo sulla base di tutti i fattori interagenti.
Autoefficacia percepita (Albert Bandura):
- Si può migliorare attraverso esperienze e feedback positivi
- È correlata (ovviamente) col livello di benessere
- Ha transfert, ovvero avere successo in un ambito per noi importante
ci accresce l’autoefficacia percepita, che dunque risulterà essere
maggiore anche in altri ambiti e per altre sfide.
Si evolve in
≠
Pregiudizio sessuale: pregiudizio basato sull’orientamento sessuale