Sei sulla pagina 1di 3

LEZIONE 3 DEL 08.03.

22 DIRITTO
PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA ART.3 nello statuto albertino, c’era anche il
principio “tutti i regnicoli sono eguali davanti alla legge…”, ma era un principio di
eguaglianza che poteva essere interpretato secondo una misura discrezionale da
parte dei poteri pubblici. Di fatti, nella prassi normativa e applicativa, veniva
declinato con grande discrezionalità quando andava bene ne tenevano conto,
altrimenti no… al punto tale che quel principio è stato declinato come principio di
eguaglianza meramente informale. Era un principio di forma e sostanza. La forma è
l’aspetto esteriore di un determinato atto o comportamento. Anche nel linguaggio
comune “accidenti come sei formale, come ti limiti senza badare alla sostanza”.
Quindi la forma è un aspetto esteriore, sta fuori. Nelle discipline giuridiche, la forma
si manifesta soprattutto attraverso 3 elementi:
1) l’autorità
2) la procedura
3) il nome proprio dell’atto

Forma intesa come profilo formale  è un abito


Come profilo sostanziale, ciò che sta all’interno dell’abito, è la sostanza. Di regola, la
sostanza attiene al contenuto di un determinato atto o comportamento. Devo dire
che devo seguire la regola per adottare un atto (profilo esteriore), quando adotto
quell’atto la forma deve avere una sostanza quindi devo adottare un contenuto.
Quando siamo in presenza di un principio di eguaglianza formale, nel contenuto 
ha un valore (statuto alb.); invece nella costituzione repubblicana, la capovolge. Già
siamo passati a cittadini, poi “senza distinzione di sesso, lingua” è una categoria
sostanziale, condizione oggettiva dove esprimiamo la nostra soggettività, c’è un
superamento di quel principio contenuto nello statuto albertino. La dignità, ad
esempio, è una condizione personale. Es. la malattia è una forma di costrizione, è
limitante. Descrivo una situazione che ha un valore sostanziale (sesso, lingua,
religione, razza antecedente logico negativo (in riferimento a ciò che è avvenuto
prima), dovremmo dare per scontato il superamento di razza. Nella Treccani, la
definizione di razza fa riferimento ai tratti somatici. Fino al 1962, c’era divieto di
partecipare ai concorsi di magistratura delle donne. L’articolo si apre a tutti i
cittadini. Il secondo, invece, apre alla società pluralista. Per razza, non dobbiamo
dare un senso obsoleto piuttosto ci consente di superare la formula del principio di
eguaglianza non limitato ai soli cittadini ma esteso a tutti coloro che si trovano in
una particolare condizione. Tutto ciò ha riscontro anche nel cosiddetto PRINCIPIO
DEL GIUSTO PROCESSO a prescindere dalla condizione, le garanzie che vengono
riconosciute a tutti i cittadini vadano estesi a coloro che sono stranieri. Il diritto di
difesa o azione non è condizione esclusiva del cittadino ma è una condizione estesa
a tutti coloro che in un momento del territorio italiano, devono subire o adibire ad
un processo. Il diritto inviolabile della difesa lo ha il cittadino italiano così è un diritto
fruibile dallo straniero. Questa norma trova un’immediata applicazione ai casi
concreti (es. davanti al giudice e invoco l’articolo 3, il giudice non può negarmelo).
C’è un superamento del principio albertino. Es. accesso delle donne alle
magistrature limite rimosso grazie all’intervento della Corte costituzionale. Le
condizioni sono mutate grazie all’interpretazione e all’applicazione del secondo
comma dell’art. 3 (comma capoverso, quando cambia soggetto e oggetto. In
genere, varia e dovrebbe essere numerato ma non sempre è così). Accade che ci
sono situazioni oggettive, di palesi uguaglianze che possono riguardare le differenti
condizioni in cui noi potremmo trovarci. Il secondo comma muove il principio delle
pari opportunità cioè la garanzia che tutti possano fare qualcosa al pari degli altri e
coloro che non sono nella condizione ottimale, occorre che gli venga garantita.
Afferma le condizioni di eguaglianza che però è considerata qualcosa di sostanziale.

ART 3 Cost.

primo comma principio di eguaglianza, è un mix formale e sostanziale sotto il


profilo delle fattispecie tipiche su questo, ha un’efficacia immediata sulle
fattispecie.
secondo comma tensione verso la sostanza, interviene la Repubblica (nonché tutti
i soggetti istituzionali) è qualcosa che deve venire e che non esiste già. Dunque,
abbiamo “limitando di fatto” è una condizione vera. Quindi eguaglianza
sostanziale efficacia differita nel tempo (cioè viene dopo). Occorre che intervenga
qualcuno quando c’è un ostacolo.
es. di ostacolo la borsa di studio mi consente di frequentare l’università questo
è un intervento che rimuove un ostacolo. “Limitando di fatto” senza l’intervento
di un soggetto pubblico, non posso soddisfare determinate esigenze. Quindi ho un
diritto all’istruzione. La Repubblica interviene per risolvere un caso di ordine
economico affinché possa fruire del diritto all’istruzione. È ad efficacia differita
perché è differita all’interno dello Stato.
Questo discorso può avere un valore sia a livello individuale sia può avere una
valenza collettiva può individuare una collettività. Un esempio è l’Università della
Calabria istituita con legge speciale per far sì che i calabresi potessero avere
un’università. “Di fatto” non ho le sostanze economiche per frequentare
l’università. Essa ha acconsentito l’istruzione a molti calabresi a livello economico.

DOMANDA: l’ordine economico cammina insieme al livello sociale? Che effetto


produce?  produce l’eguaglianza sotto il profilo sociale. Questo discorso si
manifesta in ogni ambito: ad esempio, l’anno scorso si è manifestato all’inizio della
pandemia la presenza di tante persone sottratte alla possibilità di istruirsi a distanza
con la mancanza delle tecnologie. Lo Stato intervenne rimuovendo un ostacolo di
ordine economico.
L’articolo 3 parla di un principio teologico devo svilupparlo. Si tratta dello
sviluppo della personalità. Devo svolgere degli elementi e avere dei parametri.
es. le persone con disabilità abbiamo un servizio all’università per la disabilità
faccio in modo che le persone disabili possano usufruire di questo servizio.
L’Università è uno dei soggetti che ha questo obbligo. Il soggetto disabile deve fruire
dello stesso diritto allo studio di cui fruiscono gli altri, rimuovendo un ostacolo. Si
elimina un ostacolo perché questa è una dimensione oggettiva. L’obiettivo è
garantire le pari opportunità.
Art. 3 condiziona l’esercizio di tutte le altre libertà. Quest’articolo è molto distante
dallo statuto albertino. Nello S.A., non c’era alcun obbligo di intervenire. L’art. 3 non
solo afferma la questione di stato centrico e socio centrico (cioè l’uomo posto al
centro di ogni cosa) ma lo Stato deve anche farsi carico di coloro che non possono
fruire in modo eguale di una serie di diritti (a partire dal diritto all’istruzione al diritto
alla salute). Se uno non sta bene, non gode delle proprie libertà.

Art. 2 Cost.
“ove si svolge” si tratta di uno svolgimento in termini di libertà.

Potrebbero piacerti anche