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Tentativi di definizione

Le definizioni sono una chiave per interpretare la realtà e la rendono comprendibile. Abbiamo 3
piste interpretative.

Morin: agli inizi degli anni 60 identifica lo spirito del tempo con la cultura della società di massa e
postula una riforma del pensiero da attuare attraverso una trasformazione dell’educazione,
auspicandosi una ricomposizione unitaria del sapere, ormai frammentato. Identifica le modalità
della cultura di massa non come fuga dal mondo ma come una precisa modalità di partecipazione
alla realtà

Debord (67) preconizza il concetto di società dello spettacolo, determinata dal ruolo dominante
dell’economia, dove la realtà viene sostituita dalla pubblicità e il concetto di essere di essere si
identifica con l’apparire e non avere. È un mondo rovesciato, in cui l’uomo consuma delle illusioni.
20 anni più tardi affronta il tema della disinformazione, utilizzata dagli stati totalitari per
disinnescare ogni forma di critica alla verità ufficiale rendendo il falso un momento del vero
(Feuerbach). Il risultato di ciò è che in tutti gli ambiti sociali prevale l’incertezza in cui tutti può
accadere a causa della distruzione della logica delle persone che costruiscono la loro visione del
mondo attraverso le immagini proposte da altri.

Bell (73): Parla di società post-industriale che poi definirà come società dell’informazione in cui il
ruolo dell’economica deriva dall’informazione. In questa società diventa cruciale il capitale sociale
e la conoscenza. Università, istituti di ricerca e lo stato hanno un ruolo importante per la
promozione di questa società, essenzialmente per scopi militari (Deep Web e Internet nascono in
questo ambito). Bell aveva pensato da una riforma dell’educazione partendo dall’esperienza di
alcune univeristà americane.

1.2
La guerra delle informazioni
Le tecnologie hanno un ruolo centrale nelle attività umane: occupa il 60% della forza lavoro e
rappresenta una materia prima per realizzare servizi. La conseguenza di tutto ciò è la guerra delle
informazioni, il nuovo campo di battaglia in cui si confrontano gli stati che tentano di conquistare i
mercati e le pubbliche opinioni delle altre nazioni per attirare risorse e generare occupazione. La
politica internazionale è segnata dalla disinformazione (intervento usa Kuwait e Iraq). Nel 1997 si
parlava di infromation dominance in base alla quale si afferma che la manipolazione della notizia è
fondamentale nelle strategie globali. La guerra delle informazioni incide molto sulla formazione
delle pubbliche opinioni e sulle visioni del mondo dei cittadini. La guerra delle informazioni è una
rappresentazione della società della disinformazione che si pone, sul piano individuale, attraverso
algoritmi che profilano gli utenti. Secondo Cambridge Analytica, bastano 70 like per tracciare il
profilo di una persona. I Big data, dunque, sono dimostrazione che l’eccesso dell’informazione
genera disagio sociale, psicologico, psichiatrico e porta all’esclusione dalle decisioni politiche:
troppe info = blocco decisioni/decisioni sbagliate. Floridi > Concetto di iper-storia= descrivere una
fase in cui il benessere collettivo dipende in buona parte da un’efficace gestione delle informazioni.

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