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Gli alcheni sono idrocarburi contenenti due atomi di carbonio con ibridazione sp 2, tra i quali si instaura un
doppio legame. Sono pertanto idrocarburi insaturi, la cui formula generale è C nH2n.
La presenza del doppio legame impedisce la libera rotazione degli atomi di carbonio e costringe sia questi
sia quelli a essi legati a giacere su un unico piano. L'ibridizzazione sp 2 impone inoltre angoli di legame di
120°.
A partire del terzo termine della seria (n=4) si verifica, relativamente alla posizione del doppio legame nella
catena carboniosa, l’isomeria di posizione: in tal caso il nome dell’alchene deve essere preceduto da un
numero che indica la posizione del doppio legame, tenendo presente che la numerazione della catena
carboniosa deve iniziare dall’estremità più vicina al doppio legame. Per l’esene (C 6H12), esistono tre isomeri
di posizione:
CH2=CH-CH2-CH2-CH2-CH3 1 – esene
CH3-CH=CH-CH2-CH2-CH3 2 – esene
CH3-CH2-CH=CH-CH2-CH3 3 – esene
Si noti che il 2-butene può presentarsi in due forme stereoisomere a seconda di come sono disposti i gruppi
sostituenti rispetto al doppio legame:
Gli stereoisomeri di alcheni sostituiti invece asimmetricamente sul doppio legame vengono in generale
indicati con i prefissi E- e Z-, che fanno riferimento alle regole di priorità. Per esempio, i due isomeri del 3-
metil-2-pentene sono:
Anche gli alcheni possono dare origine a radicali, per perdita di un atomo di idrogeno; anche per i radicali,
accanto al nome IUPAC, viene largamente impiegato il nome tradizionale.
Se l’alchene è ramificato, si seguono le stesse regole viste per gli alcani, in particolare:
si individua la catena lineare più lunga che però contenga il doppio legame;
si numerano tutti gli atomi della catena partendo dall’estremità più vicina al doppio legame;
si assegna il nome della catena che deve contenere la posizione del doppio legame;
prima del nome della catena si inseriscono, se sono presenti, la posizione e il nome dei sostituenti.
Addizione elettrofila
La reazione caratteristica degli alcheni è l'addizione elettrofila. Un alchene con elettroni mobili
(nucleofilo) reagisce con un elettrofilo carente di elettroni. In questo primo stadio gli elettroni vanno a
legare un elettrofilo (per esempio H+) attraverso un legame σ e formando un carbocatione (elettrofilo).
Nel secondo stadio il carbocatione (elettrofilo) reagisce con un nucleofilo (per esempio Cl -).
La reazione è detta addizione elettrofila perché abbiamo addizionato ad un alchene un elettrofilo (anche se
nel secondo stadio addizioniamo un nucleofilo).
Alcune addizioni elettrofile seguono la regola di Markovnikov secondo la quale l’elettrofilo (ione positivo) si
lega al carbonio che lega il maggior numero di atomi di idrogeno, perché così si formano dei carbocationi
più stabili.
Nel secondo stadio avviene l’attacco della molecola d’acqua (nucleofilo) al carbocatione (elettrofilo)
attraverso un doppietto elettronico dell’ossigeno.
L’ossigeno, diventato con carica positiva per aver condiviso un elettrone con il carbocatione, richiama un
elettrone dall’atomo di idrogeno a sé legato liberando lo ione H + e formando un alcol (2-butanolo).
Polimerizzazione
Un polimero (dal greco polús, molto, e méros, parte) è una macromolecola costituita da una catena di un
gran numero di gruppi molecolari uniti mediante la ripetizione di un legame covalente.
La reazione di polimerizzazione degli alcheni decorre con un meccanismo di addizione radicalica, avviene in
presenza di perossidi organici, di calore (temperatura maggiore di 100 °C), e consiste nell’unione di piccole
molecole (monomeri) per formare macromolecole (polimeri). Se i monomeri sono tutti uguali si ha un
omopolimero, se i monomeri sono di tipi diversi si ha un copolimero.
Dalla reazione si ottiene il polietilene, costituito da lunghissime catene risultanti dall'unione di decine di
migliaia di molecole di etilene: n CH2 = CH2 → - ( - CH2 – CH2 - )n –
Una reazione di polimerizzazione importante è quella che partendo dall’etilene, in condizioni di elevata
pressione, porta alla formazione del polietilene, un polimero trasparente molto resistente e flessibile,
utilizzato per i contenitori di alimenti e per gli imballaggi.
La polimerizzazione dell’etilene avviene in tre fasi successive:
nello stadio di inizio si ha la rottura omolitica, fornendo calore, del legame covalente tra due atomi
di ossigeno nella molecola del perossido organico, con formazione di due radicali;
nello stadio di propagazione un radicale molto reattivo si addiziona al doppio legame carbonio –
carbonio dell’etilene, con formazione di un radicale del carbonio che essendo molto reattivo
reagisce con una nuova molecola di etilene per formare un nuovo radicale del carbonio;
nello stadio di terminazione, due radicali del carbonio reagiscono tra di loro con formazione del
polietilene.
Gli alcheni che contengono più di due doppi legami vengono generalmente chiamati polieni.
Interessanti derivati biologici dei dieni sono i terpeni. Essi sono costituiti da più unità di isoprene (2-metil-
1,3-butadiene) che, ripetute, formano catene o cicli. Assieme ai terpenoidi, ovvero terpeni con gruppi
funzionali supplementari, sono presenti in molti principi attivi delle piante, alle quali, in particolare,
conferiscono il profumo.