Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2012/2013
• Definizione, finalità e caratteristiche dei sistemi di controllo
Contabilità analitica : definizione e obiettivi
• Sistema dei costi
Definizione di costo
Classificazione dei costi
• Costi variabili e costi fissi
• Costi diretti e costi indiretti
• Costi di produzione e costi di periodo
• Metodologie di calcolo del costo di prodotto
Direct costing
Direct costing evoluto
Full costing
• Il costo pieno di produzione
• Processi produttivi e sistemi tradizionali di determinazione dei costi
Sistema per commessa (job‐order costing)
Sistema per processo (process costing)
Stefano Pedrini
Agenda della lezione pagina 3
• La contabilità per centro di costo di produzione e di servizio
• Sintesi della lezione
Stefano Pedrini
pagina 4
Definizione, finalità e caratteristiche dei sistemi di controllo
Stefano Pedrini
Contabilità Esterna vs Contabilità Interna pagina 5
• La contabilità esterna, in quanto strumento “standard”, non porta
informazioni specifiche del processo sottostante e quindi sottrae elementi
utili ai fini del processo decisionale interno.
• Analogamente, in quanto strumento intrinsecamente “integrale”, ha scarsa
utilità ai fini della determinazione delle specificità dei processi d’impresa,
non consentendo una azione correttiva di tipo “chirurgico”.
• La contabilità esterna è strumento “consuntivo”; quindi possiede una
valenza storica e non prospettica. E’ strumento che guarda al passato e
quindi non veicola informazioni inerenti al futuro dell’impresa.
• E’ strumento oggettivamente molto preciso (formalmente), ma in quanto
tale è oggettivamente “lento” e quindi sempre meno adatto ad essere
utilizzato come strumento di gestione in un ambiente orientato al rapido
cambiamento.
• Infine, in quanto strumento destinato all’ “esterno”, non può veicolare
informazioni di tipo confidenziale, che tuttavia potrebbero
essere utili ai fini della gestione d’impresa.
Stefano Pedrini
Contabilità Esterna vs Contabilità Interna pagina 6
Sistema di Contabilità
(Accounting System)
Informazioni di natura
amministrativa e gestionale
Utilizzatori esterni Utilizzatori interni
Managerial Accounting
Financial Accounting
(Contabilità Direzionale)
(Contabilità Esterna)
Informazioni per il supporto alle
Informazioni di natura economica,
decisioni e per il controllo delle attività
patrimoniale e finanziaria
di un’organizzazione
Stefano Pedrini
Contabilità Esterna vs. contabilità Direzionale pagina 7
Stefano Pedrini
Finalità del controllo di gestione pagina 8
• Il controllo di gestione è un processo organizzativo che produce
informazioni utilizzate dal management per prendere decisioni allo scopo di
programmare, implementare, misurare e correggere le attività
dell’organizzazione
• In altri termini, è un sistema di tecniche utilizzate dal management
Per pianificare gli obiettivi aziendali
Per verificare con continuità se il comportamento dell’impresa (e delle
singole unità organizzative al suo interno) sia in grado di raggiungere gli
obiettivi stabiliti in sede di pianificazione
Per rilevare lo scostamento tra obiettivi pianificati e risultati conseguiti
in modo da introdurre gli interventi correttivi eventualmente necessari
Stefano Pedrini
Ciclo di controllo in senso classico pagina 9
• Pianificazione
Si determina un insieme di
obiettivi Pianificazione Correzione
• Misura dei risultati
Si misurano i risultati e si
effettua un’analisi della
differenza tra gli obiettivi ed
i risultati effettivi
• Correzione
Si introducono effetti
correttivi per riportare i
risultati verso gli obiettivi
Misura dei risultati
Stefano Pedrini
Complessità e controllo – L’impresa come pagina 10
sistema ad anello chiuso
Dimensione Strategica
Impresa
+ Δ
Budget Decisioni output (t)
Scostamenti Misura
‐ e correzione
Dimensione Organizzativa
input (t)
Costi
Dimensione Economica
mercato
Controllo di Gestione
Stefano Pedrini
Complessità e controllo – L’impresa come pagina 12
sistema ad anello chiuso
scostamento
anello aperto (no SCG)
obiettivo
(es. budget
ricavi annui)
effettivo
(es. ricavi annui
effettivi)
t
effettivo
Stefano Pedrini
Complessità e controllo pagina 13
• Imprese con i processi fuori controllo (no misura, no controllo)
Al termine dell’esercizio, osservando il bilancio, sovente in perdita, il
management si domanda cosa è successo attribuendo la responsabilità
alla “congiuntura economica” o al “sistema economico” o al “sistema
creditizio” o alla fiscalità …
• Imprese che subiscono i processi (misura, ma non controllo)
Il management osserva ciò che avviene, ma non interviene
tempestivamente con fattori di correzione; il risultato può essere simile
al precedente
• Imprese che governano i processi (misura e controllo)
il management si pone obiettivi
pianifica i processi primari e alternativi
pianifica le risorse
pianifica le verifiche e i controlli
fanno sì che “le cose accadano” nei modi e nei tempi stabiliti
Stefano Pedrini
Trade-off tra precisione e costo del pagina 14
controllo di gestione (1)
• Come nel caso di qualunque misurazione, le informazioni ottenute dalla
contabilità direzionale sono approssimate; in generale l’accuratezza
richiesta alla contabilità direzionale è inferiore rispetto a quella della
contabilità esterna, in cambio della tempestività nel fornire le informazioni
(trade‐off tra precisione e tempestività)
• Uno dei compiti principali del management è prendere decisioni in tempi
rapidi; spesso ciò comporta non avere a disposizione tutti i dati necessari o
averli in modo approssimato. Il management prende decisioni sulla base di
informazioni incomplete o approssimate
Stefano Pedrini
Trade-off tra precisione e costo del pagina 15
controllo di gestione (2)
Costo
Alto
Costi totali
Costi per il progetto, la
Costi per decisioni non realizzazione e la gestione del
ottimali a causa sistema di rilevazione dei
dell’approssimazione costi
dell’informazione
Basso
Precisione
Bassa Situazione ottimale Alta
Stefano Pedrini
Contabilità Analitica: elementi di base pagina 16
• La contabilità generale ha per oggetto l’impresa nel suo complesso
È sufficiente per fornire informazioni sintetiche sull’andamento
dell’azienda ai soggetti esterni (clienti, fornitori, finanziatori della società,
azionisti, Stato, comunità sociale) …
Ma è troppo aggregata come strumento interno di supporto decisionale :
infatti, non consente di capire quali prodotti e quali unità organizzative
siano responsabili dei risultati dell’impresa
• La contabilità analitica viene introdotta per superare questo limite della
contabilità generale
E’ un sistema di rilevazione dei costi dove le voci di costo non sono
classificate “per natura” come nella contabilità generale (ad esempio :
acquisto di materie prime, costo del personale, ammortamenti) …
Ma sono classificate “per destinazione” : ogni volta che una risorsa viene
consumata, il sistema di contabilità analitica ne associa il costo relativo a
un oggetto di costo, ovvero all’unità organizzativa e/o al prodotto che ne è
responsabile
Stefano Pedrini
Contabilità Analitica: obiettivi specifici pagina 17
• Grazie alla classificazione per destinazione, la contabilità analitica consente
di rilevare l’assorbimento di risorse da parte di ciascun prodotto/unità
organizzativa e pertanto di misurarne il costo
• La determinazione del costo di prodotto/unità organizzativa a sua volta
consente di raggiungere 3 diversi obiettivi
Determinare correttamente il valore delle scorte di prodotti finiti e di
semilavorati (perché nella contabilità analitica viene registrato quale
prodotto consuma quali risorse)
Rilevare il livello di profittabilità dei prodotti, utile per decidere
correttamente il mix produttivo di un’azienda (perché la contabilità
analitica, rilevando i costi di ciascun prodotto, consente di confrontarne
costi e ricavi e, quindi, di misurarne la profittabilità)
Misurare le prestazioni di un’unità organizzativa (perché la contabilità
analitica identifica le risorse utilizzate da un’unità – i costi – e i risultati
che essa produce – i ricavi)
Stefano Pedrini
pagina 18
Sistema dei costi
Stefano Pedrini
Il concetto di costo pagina 19
• Cosa significa la frase : “Il costo del new iPad 3G 16 GB è 599 euro”?
• La frase in sé non significa nulla se non è chiarito il contesto.
è il costo di “produzione” per Apple?
è il costo del solo tablet?
incorpora altri costi oltre al costo del tablet, delle cuffie e della
confezione?
incorpora anche i costi dei servizi di assistenza?
incorpora anche i costi delle future release del sistema operativo iOS?
Stefano Pedrini
Definizione di costo (1) pagina 20
• Il costo è la misura monetaria delle risorse utilizzate per un qualche scopo
• La misura del costo è espressa in termini monetari
La moneta fornisce un denominatore comune che permette di sommare
quantità diverse di risorse differenti
Ad esempio, le risorse impiegate per fare il pane sono gli ingredienti,
l’utilizzo delle macchine per impastare e per cuocere, le ore impiegate;
il costo delle singole componenti è il denominatore comune che
permette di ottenere, sommandole, il costo di un chilogrammo di pane
Stefano Pedrini
Definizione di costo (2) pagina 21
• Il costo misura l’impiego di risorse
Quantità di prodotto, ore di lavoro, impiego di attrezzature, etc.
(Cost is a resource sacrificed or forgone to achieve a specific objective)
• La rilevazione di un costo ha sempre a riferimento uno scopo. L’oggetto del
costo (cost object) è il termine tecnico per indicare il prodotto, il progetto, il
servizio, il cliente, il canale distributivo, l’unità organizzativa o qualunque
altra entità per la quale si desidera conoscere il valore monetario delle
risorse che sono state utilizzate per realizzarla
(A cost object is anything for which a separate measurement of cost is
desired)
Stefano Pedrini
L’oggetto del costo pagina 22
• Oggetto del costo (cost object) è il termine tecnico per indicare
genericamente il prodotto, l’unità organizzativa, il cliente, il progetto o altra
attività o scopo per il quale i costi sono misurati.
Prodotto Un capo d’abbigliamento taglia 48, colore rosso
Linea di prodotti Un gruppo coerente di capi d’abbigliamento
Marchio Tutti i capi di abbigliamento Burberry
Agente Un venditore
Canale Un insieme omogeneo di punti vendita
Servizio Un volo aereo Ryanair da Bergamo a Londra
Progetto Un aeromobile assemblato dalla Boeing
Cliente Una catena distributiva
Attività Un test per rilevare il controllo di qualità
Unità organizzativa Il reparto manutenzione
Stefano Pedrini
Classificazione dei costi pagina 23
• I costi possono essere classificati in modi diversi a seconda dell’obiettivo per
cui sono considerati o possono essere utilizzati
Economic Financial Accounting
Cost Accounting Concept
Concept Concept
Costi variabili Costi diretti Costi di produzione o di
(Variable costs) (Direct costs) prodotto
(Production /product costs)
Costi non di produzione o di
Costi fissi Costi indiretti periodo
(Fixed costs) (Indirect costs) (Non production /period
costs)
Stefano Pedrini
Costi e volume di attività pagina 24
I costi variabili sono costi il cui valore I costi fissi sono costi il cui valore
complessivo varia in misura complessivo non varia al variare del
proporzionale al volume di attività volume di attività
• quantità di farina in un panificio (al • stipendi dei dirigenti
variare della quantità di pane
• energia elettrica per la climatizzazione
prodotta)
• costi di sorveglianza dei fabbricati
• energia elettrica per gli impianti di
produzione (al variare delle ore di • tassa di circolazione di un autocarro
funzionamento degli impianti)
• canoni di locazione degli immobili
• spese di spedizione (al variare del
numero e del peso dei colli spediti)
Determinanti dei costi (cost drivers)
Stefano Pedrini
Alcuni cost drivers pagina 25
Stefano Pedrini
Costi variabili e costi fissi : totali e unitari (1) pagina 26
Costi variabili totali Costi fissi totali
CV = CVu * Q
CV CF
Q Q
Costi variabili unitari Costi fissi unitari
CFu
CVu CFu = CF / Q
Q Q
I costi variabili totali variano proporzionalmente I costi fissi totali sono fissi (in un determinato
al volume di attività mentre il costo variabile intervallo di rilevanza) mentre il costo fisso unitario
unitario è fisso diminuisce con il volume di attività
Stefano Pedrini
Costi variabili e costi fissi : totali e unitari (2) pagina 27
2.000
1.000
200 500 Q 200 500 Q
Costi variabili unitari Costi fissi unitari
CFu
CVu
5
10
2
200 500 Q 200 500 Q
Stefano Pedrini
9 Costi variabili e costi fissi pagina 28
Quale dei seguenti costi è variabile rispetto al numero di Happy Meal
venduti al negozio di McDonald, in piazza Duca d’Aosta a Milano?
A. Lo stipendio del gestore
B. Il costo del pane per la preparazione degli hamburger
C. Il costo dell’energia elettrica per l’illuminazione del locale
D. Il costo del giocattolo associato all’Happy Meal
E. I costi di pulizia del locale
Stefano Pedrini
Oggetto del costo: costi diretti e costi pagina 30
indiretti
COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI
• Costi che possono essere facilmente ed • Costi che non sono direttamente
oggettivamente attribuibili ad un riconducibili ad un solo oggetto del
oggetto del costo (ad esempio ad un costo (ad esempio ad un prodotto o ad
prodotto o ad un reparto) in quanto da un reparto) ma debbono essere allocati
esso causati (suddivisi) in modo opportuno in
quanto causati da più oggetti del costo
• Esempio : il costo della vernice • Esempio : il costo della campagna
metallizzata nel reparto di verniciatura pubblicitaria istituzionale della catena
della Audi RS5 è attribuibile di alberghi Hyatt non è riconducibile
direttamente al costo del modello direttamente, ad esempio, allo Hyatt
stesso Hotel di Las Vegas
Stefano Pedrini
Costi diretti e indiretti in funzione pagina 31
dell’oggetto del costo
Voci di costo Prodotto Reparto Divisione
Materie Materie prime 1.000 Materie prime 1.000
700 300
prime
M.O.D. 500 M.O.D. 500
M.O.D. 200 300
Materie prime 1.000 Amm.to Amm.to impianto
C Diretti 900 600 400 400
impianto
Manodopera
500
diretta (M.O.D.) Costi indiretti Stipendio Stipendio
80 80
caporeparto caporeparto
Amm.to
400 Amm.to impianto 400
impianto Manutenzioni Manutenzioni
120 120
tecniche tecniche
Stipendio Stipendio
80 80
caporeparto caporeparto Costi diretti 2.100 Stipendio Dir.
130
Manutenzioni divisione
120 Manutenzioni
tecniche tecniche
120 Costi indiretti Pubblicità 200
Stipendio Dir.
130 Stipendio Dir. Stipendio Dir.
divisione 130 130 Costi diretti 2.430
Divisione Divisione
Pubblicità 200 Pubblicità 200 Pubblicità 200 Costi indiretti
Stefano Pedrini
9 Costi diretti ed indiretti pagina 32
Quali dei seguenti costi dovrebbe essere considerato un costo diretto nella
produzione di serie della Ferrari 430 Scuderia?
A. Lo stipendio dei collaudatori di linea della 430 Scuderia
B. L’assicurazione dello stabilimento di Maranello
C. Il costo del navigatore satellitare (optional)
D. Lo stipendio di Luca Cordero di Montezemolo (presidente della società)
E. Le quote di ammortamento dell’impianto di verniciatura dedicato
Stefano Pedrini
Confronto tra costi diretti e costi variabili (1) pagina 34
• Sebbene molto spesso i costi diretti di un prodotto (materiale e lavoro)
sono anche costi variabili, i due concetti sono distinti:
“diretto” significa oggettivamente attribuibile
“variabile” significa dipendente dai volumi produttivi
• Allo stesso modo, sebbene molti dei costi indiretti sono fissi, i due concetti
sono distinti:
“indiretto” significa non direttamente riconducibile ad un solo oggetto
del costo (ad esempio, un prodotto o un reparto)
“fisso” significa non dipendente dai volumi produttivi
• In un certo senso, l’assegnazione dei costi ad un prodotto è un concetto
contabile mentre il comportamento dei costi con il volume è un concetto
economico
Stefano Pedrini
Confronto tra costi diretti e costi variabili pagina 35
Tipo di
Costo diretto Costo indiretto
costo
Oggetto: Assemblaggio BMW X6
Oggetto : Assemblaggio BMW X6 Esempio: energia (se i consumi sono
Costo Esempio:costo degli pneumatici rilevati per l’intero stabilimento con
variabile più linee di assemblaggio
funzionanti); la manutenzione degli
impianti
Oggetto: Assemblaggio BMW X6 Oggetto: Assemblaggio BMW X6
Costo Esempio : stipendio del supervisore Esempio : Costo del leasing dello
fisso della linea di assemblaggio stabilimento
Stefano Pedrini
Costi di produzione e costi di periodo pagina 36
COSTI DI PRODUZIONE COSTI DI PERIODO
(O COSTI INVENTARIABILI) ( O COSTI NON DI PRODUZIONE
O COSTI NON INVENTARIABILI)
• Sono i costi riconducibili, direttamente • I costi di periodo sono tutti i costi non
o indirettamente, al processo inclusi nei costi di produzione
produttivo. Comprendono i materiali
diretti, la manodopera diretta, i costi
generali di produzione • Esempi : i costi di spedizione dei prodotti,
lo stipendio dell’amministratore delegato
• Esempi : il costo dei pneumatici, il
costo degli operai addetti al
montaggio, la quota di ammortamento
di un impianto di tornitura a controllo
numerico
Stefano Pedrini
Costi di produzione (1) pagina 37
• Costo dei materiali diretti
Quantità di materiale direttamente riconducibile ad un oggetto del
costo valorizzata al prezzo unitario di acquisto del materiale
• Il costo dei mattoni alla Locatelli Geom. Gabriele
• Costo della manodopera diretta
Quantità di manodopera direttamente riconducibile ad un oggetto del
costo valorizzata al costo orario del lavoro
• Il costo degli operai della Ferretti addetti alla conduzione delle macchine
movimento terra
• Altri costi diretti
Altri costi non dei materiali ma sempre direttamente riconducibili
all’oggetto del costo
• Il costo dell’energia di un impianto dedicato alla Dalmine‐Tenaris
Stefano Pedrini
Costi di produzione (2) pagina 38
• Costi generali di produzione (o generali di stabilimento)
Costi indiretti di produzione, ossia tutti i costi di produzione diversi dai
costi diretti : includono i costi della manodopera indiretta (che non
partecipa direttamente al processo di trasformazione ma che svolge
comunque attività di supporto al processo produttivo) e
l’ammortamento degli impianti comuni
• Il costo del direttore di stabilimento di Alba (CN) della Ferrero
• Il costo dell’illuminazione e del riscaldamento dello stabilimento della De
Longhi
• L’ammortamento di un sistema di produzione flessibile (FMS) alla Brembo
Stefano Pedrini
Costi di periodo (o costi non di produzione) pagina 39
(1)
• Costi commerciali (e di marketing e di logistica esterna)
I costi commerciali e di marketing includono le ricerche di mercato, la
pubblicità, le promozioni nei punti vendita, gli stipendi del personale di
vendita
• Il costo della campagna di marketing dei “4 salti in padella” di Findus
• Il costo del personale addetto alle vendite di Kerakoll (stipendi e rimborsi
spese)
I costi di logistica esterna includono i costi di gestione del magazzino
prodotti finiti e i costi di trasporto per la consegna dei prodotti ai clienti
• Il costo di gestione del magazzino prodotti finiti di Gewiss
• Il costo della consegna ai clienti del tapis roulant di Technogym
Stefano Pedrini
Costi di periodo (o costi non di produzione) pagina 40
(2)
• Costi generali ed amministrativi (e di ricerca e sviluppo)
I costi generali e amministrativi includono i costi degli staff di servizio
(come l’ufficio contabilità e il personale) e i costi della sede centrale
(come lo stipendio dell’amministratore delegato o le donazioni ad enti
di beneficenza)
• La remunerazione del Rettore del Politecnico di Milano
• Il costo dell’amministratore delegato della SEA
I costi di ricerca e sviluppo sono relativi ad attività per lo sviluppo di
nuovi prodotti o nuovi processi di produzione
• Il costo delle attività di ricerca e sviluppo alla Yomo
Stefano Pedrini
9 Costi di produzione e costi di periodo pagina 41
Quali dei seguenti costi dovrebbe essere considerato un costo di periodo
per la Ferrari?
A. Il costo dell’energia elettrica del reparto montaggio della 430 Scuderia
B. Lo stipendio di Luca Cordero di Montezemolo (presidente della società)
C. I costi della vernice rosso‐Ferrari
D. La quota di ammortamento di una chiave dinamometrica
E. L’olio di lubrificazione dei motori
Stefano Pedrini
pagina 43
Metodologie di calcolo del costo di prodotto
Stefano Pedrini
Logiche nella misurazione dei costi pagina 44
• Quali voci di costo dobbiamo considerare per calcolare il costo di prodotto ?
• Esistono tre metodologie di calcolo dei costi di prodotto in funzione dei costi
considerati:
• Direct costing (o metodo del costo variabile) : prevede l’attribuzione dei soli
costi variabili al prodotto
• Direct costing evoluto (o metodo del costo specifico) : attribuisce al
prodotto i costi variabili e i costi fissi diretti
• Full costing (o metodo del costo pieno) : calcola il costo del prodotto
sommando i costi diretti e una quota equa dei costi indiretti
Stefano Pedrini
Direct costing (o metodo del costo variabile) pagina 45
• Calcola il costo di prodotto considerando solo i costi variabili
C.E. del prodotto A
Ricavo unitario
_ Es : materie prime,
energia elettrica degli
Costo variabile unitario impianti, provvigioni,
=
trasporti
Margine di contribuzione unitario
x
Quantità
=
Margine di contribuzione
• Sommando il margine di contribuzione di ciascun prodotto, si otterrà il margine di
contribuzione aziendale, ossia ciò che residua dei ricavi (dopo aver pagato i costi
variabili) per coprire i costi fissi
Stefano Pedrini
Direct costing evoluto (o metodo del costo pagina 46
specifico)
• Calcola il costo di prodotto considerando i costi variabili e i costi fissi diretti
C.E. del prodotto A
Ricavo unitario Es : materie prime,
_
energia elettrica degli
Costo variabile unitario impianti, provvigioni,
= trasporti
Margine di contribuzione unitario
x
Quantità
=
Margine di contribuzione Es : amm. to dell’
_
impianto dedicato,
Costi fissi diretti manodopera dedicata,
= pubblicità di prodotto
2° margine di contribuzione
• Considerando anche i costi fissi diretti, dal conto economico di prodotto si ottiene il
margine di contribuzione di 2° grado che, sommato per tutti i prodotti, è
rappresentativo di un più analitico e completo grado di copertura dei costi fissi
comuni
Stefano Pedrini
Full costing (o metodo del costo pieno) pagina 47
• Considera sia le risorse assorbite direttamente dal prodotto sia una parte di
quelle indirette
• In questo modo consente di calcolare il costo pieno del prodotto e perciò di
redigere in modo completo il conto economico di prodotto
• Il problema è quello di individuare le chiavi per la ripartizione dei costi
comuni (indiretti) al fine di caricare su ciascun prodotto quote di costo il più
possibile rappresentative dell’effettiva partecipazione delle risorse comuni
al prodotto medesimo
Stefano Pedrini
Direct costing, direct costing evoluto, full pagina 48
costing : un esempio (1)
• Un’impresa ha tre linee di prodotto : A, B e C
• Per tali prodotti valgono i seguenti valori unitari
Prodotto A Prodotto B Prodotto C
Prezzo 10 12 15
Costi variabili 3 6 10
• L’impresa è organizzata in tre reparti di produzione e presenta i seguenti costi fissi di reparto
• Nel reparto 1 vengono lavorati i prodotti della linea A, nel reparto 2 i prodotti della linea B e
nel reparto 3 i prodotti della linea C
• Esistono inoltre costi fissi comuni per 5.000, rappresentati dagli uffici amministrativi, e
vengono prodotte e vendute 1.000 unità di ciascun prodotto
• Determinare i conti economici per linea di prodotto secondo le metodologie del direct
costing, del direct costing evoluto e del full costing
Stefano Pedrini
Direct costing, direct costing evoluto, full pagina 49
costing : un esempio (2)
Direct costing
Stefano Pedrini
Direct costing, direct costing evoluto, full pagina 50
costing : un esempio (3)
Direct costing evoluto
2° margine di
5.000 3.000 4.000 12.000
contribuzione di linea
Costi fissi
5.000
amministrativi
Reddito operativo 7.000
Stefano Pedrini
Direct costing, direct costing evoluto, full pagina 51
costing : un esempio (4)
Full costing
2° margine di
5.000 3.000 4.000 12.000
contribuzione di linea
* I costi fissi amministrativi sono stati imputati alle linee di prodotto in funzione del rapporto tra il 1° margine di
contribuzione di linea e il 1° margine di contribuzione complessivo
Stefano Pedrini
pagina 52
Il costo pieno di produzione
Stefano Pedrini
Concetto di costo pieno pagina 53
• D’ora in avanti calcoleremo il costo del prodotto con il metodo del costo
pieno
• In altri termini, misureremo il costo di prodotto come la somma tra le
risorse aziendali consumate direttamente dal prodotto e quelle consumate
indirettamente
• L’allocazione dei costi indiretti è problematica in quanto il consumo di tali
risorse da parte del prodotto non è osservabile
Ad es : come si ripartisce lo stipendio del direttore di stabilimento su
ciascuno degli n prodotti trasformati al suo interno ?
• Normalmente si ipotizza che il consumo indiretto delle risorse sia
proporzionale a qualche driver osservabile, come ad esempio le ore di
lavorazione macchina, la manodopera impiegata o l’impiego di materie
prime
Stefano Pedrini
Le fasi del processo di misurazione dei costi pagina 54
Fase 1 Fase 2
Rilevazione dei costi Assegnazione dei costi
Costi diretti Attribuzione
Costi attribuiti
(Direct cost) (Cost tracing)
Costi indiretti Allocazione
Costi allocati
(Indirect cost) (Cost allocation)
Oggetto del costo
Stefano Pedrini
Classificazione dei costi di produzione pagina 55
Costo dei
materiali diretti
Costi diretti
Costo della
manodopera diretta
Costi di trasformazione
Costi generali
di produzione
Costi indiretti Rappresentano il costo di tutte
le risorse necessarie a
trasformare i materiali diretti in
prodotti finiti
Stefano Pedrini
Costo pieno industriale e costo pieno pagina 56
aziendale
Valorizza le rimanenze di
prodotto finito e misura il costo
Materiali diretti del venduto
(Direct material cost)
Costo pieno di produzione
Manodopera diretta
o costo inventariabile
(Direct labor cost)
(Prime cost – Inventory cost)
Costi generali di produz.
(Indirect production cost ‐
Costi pieni
Overhead cost)
Costi di trasformazione (Full cost)
Costi generali, commerciali e
amministrativi (costi di Costi non di produzione
ricerca e sviluppo (R&D), (Non production cost ‐ Period
interessi passivi, imposte) cost) Non diventano un’attività e non
sono rinviati al futuro,
ma sono di competenza
Approccio simile alla Riclassificazione del Conto Economico dell’esercizio
a Costo del Venduto
Stefano Pedrini
Tassonomia dei costi pagina 57
Stefano Pedrini
pagina 58
Processi produttivi
e
sistemi tradizionali di determinazione dei costi
Stefano Pedrini
Processi di produzione (1) pagina 59
• I processi di produzione delle imprese possono essere classificati in quattro
ampie categorie
• Produzione per singolo pezzo (o per unità)
L’oggetto dell’attività di produzione è costituito da singoli lavori
fisicamente individuabili
• Esempi : realizzazione di una grande turbina, costruzione di un immobile,
progetto di consulenza
• Produzione per lotti
Un insieme di articoli individuabili si muove in blocco da un reparto
all’altro all’interno dello stabilimento
• Esempi : 1.000 copie di un manuale sulla direzione dei lavori, 12 dozzine di
camice modello 885 collo 41, 100 paia di jeans modello 501 colore nero w
29
Stefano Pedrini
Processi di produzione (2) pagina 60
• Produzione di serie (o alla catena di montaggio)
I singoli prodotti sono fisicamente distinguibili ma tendono ad essere
molto simili tra loro
• Esempi : attività di assemblaggio di computer, di frigoriferi, di biciclette
• Produzione per processo
I prodotti non sono identificabili come singole unità fino ad una fase
avanzata del processo di produzione
• Esempi : prodotti dei settori petrolifero, chimico, dell’acciaio
Stefano Pedrini
Processi di produzione : un continuum pagina 61
• Come per molti schemi classificatori, i confini non sono netti. Nella realtà un
qualunque processo di produzione si colloca all’interno di un continnum,
cioè all’interno di un segmento immaginario che vede ad un estremo la
produzione “pura” per singolo pezzo e all’altro estremo la produzione
“pura” per processo
Stefano Pedrini
Processi produttivi e sistemi di pagina 62
determinazione dei costi
• Nell’ambito della metodologia full costing, vi sono due principali sistemi di
determinazione dei costi di prodotto
Il sistema per commessa
Il sistema per processo
• Le imprese che adottano una produzione per singolo pezzo o per lotto
utilizzano il sistema per commessa, mentre le imprese che producono in
serie o per processo impiegano il sistema per processo
Sistemi dei costi Sistemi dei costi
per commessa per processo
Stefano Pedrini
Metodi tradizionali
Rilevazione dei costi – pagina 63
rilevazione dei costi
Sistema dei costi per Sistema dei costi per
commessa processo (process‐
(job‐order costing) costing)
Rileva i costi di ciascuna commessa Rileva il costo totale di competenza di un
(ordine di produzione, lotto, prodotto, certo periodo e determina il costo
servizio) nel corso della sua realizzazione unitario di prodotto dividendo tale costo
e indipendentemente dai periodi di per le quantità realizzate nel periodo in
tempo interessati esame
• Possono essere poste in lavorazione • Nel periodo in esame viene realizzato
diverse commesse durante un periodo di una sola tipologia di prodotti;
rilevazione normalmente la produzione continua
per molto tempo
• I costi sono rilevati per singola commessa
• I costi sono rilevati per singolo reparto
• Ogni commessa determina un costo
unitario del bene prodotto o del servizio • I costi unitari delle singole fasi sono
erogato determinati a livello di reparto
Stefano Pedrini
9 Rilevazione dei costi per commessa o per pagina 64
processo
Quali delle seguenti organizzazioni dovrebbe utilizzare una rilevazione dei
costi per commessa?
A. Foxconn nella produzione di lettori mp3
B. Uno studio di ingegneria navale
C. Shell nella produzione della benzina V‐Power
D. Lady Gaga al Madison Square Garden di New York
E. Costruzione di una villetta
F. Serio Prefabbricati nella realizzazione di coperture a lastre ondulate
Stefano Pedrini
pagina 66
Sistema per commessa
(job–order costing)
Stefano Pedrini
- Sequenza degli eventi in un
Job-order costing pagina 67
sistema Job-order costing
1. Individuare i Job
2. Registrare, per ogni singolo job, just in time, i costi dei MD (Material Sheet) e del LD
(Work Ticket). Il documento risultante è detto Job Order Record
Materiali Diretti
(MD) Job n.1
(commessa n.1)
I costi dei materiali
Manodopera Diretta (LD) diretti e della
Job n.2 manodopera diretta
(commessa n.2) sono attribuiti ad ogni
singola commessa
Costi Generali di Prod. Job n.3
o Overhead (OH) (commessa n.3)
vedi “Introduction to Managerial Account, Folk et alt.”
Stefano Pedrini
- Sequenza degli eventi in un
Job-order costing pagina 68
sistema Job-order costing
3. Definire un criterio per ripartire (allocare) i costi indiretti sui diversi job. Significa
stabilire una base di allocazione che meglio rappresenti “l’effetto alla causa”, il
costo alle sue sorgenti.
Le basi classiche nel J.O.C. sono le ore di lavoro diretto e le ore macchina.
Materiali Diretti
(Direct materials) Job n.1
(commessa n.1)
I costi generali di
Manodopera Diretta produzione sono
(Direct labor) Job n.2 allocati utilizzando un
(commessa n.2) set di valori
predeterminati
Costi Generali di Prod. Job n.3
(Manufacturing (commessa n.3)
Overhead)
Stefano Pedrini
Sistema per commessa : allocazione dei pagina 69
costi indiretti
• Una volta definita la base, l’allocazione dei costi generali di produzione
avviene mediante il computo del c.d. coefficiente di allocazione, k
Costi generali di produzione
Overhead unitari =
Totale unità della base di allocazione
• Esempio: La società SnowPark alloca i costi generali di produzione sulla base
delle ore di manodopera diretta. Il totale dei costi di overhead stimati per
l’anno è pari a 640.000 €, mentre il costo totale stimato del lavoro diretto è
pari a 1.600.000 € per un totale di 160.000 ore.
k = 640.000 € / 160.000 h = 4 €/h
(oppure: k = 640.000 € / 1.600.000 € LD = 0,4 €/ €LD)
Stefano Pedrini
Scheda di commessa : un esempio pagina 70
Prodotto: Articolo 607 Commessa: 2270
Data inizio: 28 marzo Data completamento: 21 aprile
Unità iniziate: 100 Unità completate: 100
Costi generali
Settimana che Reparto Materiali Manodopera di Costi
termina il n. diretti diretta produzione totali
Stefano Pedrini
Contabilità per commessa : WIP e valore del pagina 71
prodotto finito
Rimanenze (o • Alla fine di un periodo contabile la somma di tutti i
costi di produzione assegnati (attribuiti e allocati)
valore) di
a tutte le schede di commessa va ad aumentare il
semilavorati, WIP valore del conto “Rimanenze di semilavorati”
• Quando una certa commessa è finita, il suo costo
Rimanenze (o complessivo (presente nella scheda di commessa
valore) di corrispondente) viene scaricato dal conto
prodotti finiti “Rimanenze di semilavorati” e caricato sul conto
“Rimanenze di prodotti finiti”
Stefano Pedrini
Sistema per commessa : un esempio (1) pagina 72
• Si consideri un’impresa con un solo reparto di lavorazione per la produzione
di due prodotti distinti, indicati nel seguito con job A e job B
• Il costo unitario della manodopera diretta è di 50 €/h
• Calcolare il costo pieno dei due job considerando come base di allocazione il
costo della manodopera diretta
Stefano Pedrini
Sistema per commessa : un esempio (2) pagina 73
• Calcolo del coefficiente di allocazione
K = Costi generali di produzione / Totale unità della base di allocazione
K = OH / (LDA + LDB)
K= 3.000 € /(500 € + 1.000 € ) = 3.000 € / 1.500 € = 2
• Calcolo dei costi generali (indiretti) di produzione dei due job
OHA = K * LDA = 2 * 500 € = 1.000 €
OHB = K * LDB = 2 * 1.000 € = 2.000 €
• Determinazione del costo pieno di produzione dei due job
CA = MDA + LDA + OHA = 400 € + 500 € + 1.000 € = 1.900 €
CB = MDB + LDB + OHB = 600 € + 1.000 € + 2.000 € = 3.600 €
Stefano Pedrini
pagina 74
Sistema per processo
(process costing)
Stefano Pedrini
Sequenza degli eventi in un sistema per pagina 75
processo (1)
Materiali diretti
(MD)
Reparto
j
Manodopera diretta
(LD)
(CC)
Costi generali di produzione
Costi generali di produz .
(OH)
Stefano Pedrini
Sequenza degli eventi in un sistema per pagina 76
processo (2)
• Definire il costo del singolo reparto j rispetto al prodotto finito, attraverso i concetti
correlati di unità di produzione equivalente (UE) e di grado di completamento del
semilavorato (WIP) nel reparto j
Materie Prime Costi di
Reparto 1
(MP) lavorazione
Semilavorati (WIP)
Costi di
Reparto 2
lavorazione
Semilavorati (WIP)
Costi di
Reparto N
lavorazione
Prodotti finiti (PF)
Stefano Pedrini
Unità di produzione equivalente pagina 77
• L’unità di produzione equivalente è un concetto che permette di assegnare un costo a prodotti
non ancora completati alla fine di un periodo contabile e dunque presenti alla voce “Rimanenze
di semilavorati”. Sia le unità completate che quelle in corso di lavorazione debbono essere
espresse in un’unica unità di misura per poter calcolare il costo medio
• L’unità di produzione equivalente è la quantità equivalente ad un’unità completa prodotta in
un reparto in un periodo contabile. Consente di calcolare il costo medio delle unità prodotte
• Ad esempio, due unità complete a metà sono equivalenti dal punto di vista del costo ad una
unità completa di prodotto. E 10.000 unità completate al 70% sono equivalenti in termini di
costo a 7.000 unità complete
+ =
• Le unità equivalenti di produzione sono la somma di:
Unità completate e trasferite al successivo reparto o alla spedizione nel periodo
Unità equivalenti che risultano tra i semilavorati (WIP) alla fine del periodo
Stefano Pedrini
Contabilità per processo : WIP e valore del pagina 78
prodotto finito
• Tutti i costi di produzione di un determinato
periodo contabile vengono accumulati e fatti
confluire all’interno del conto “Rimanenze di
semilavorati”
Rimanenze (o • Alla fine del periodo contabile, il valore dei
valore) di prodotti finiti (calcolato come prodotto tra il costo
semilavorati, WIP di un’unità equivalente e il numero di unità di
prodotto finito realizzato e trasferito nel periodo)
viene scaricato dal conto “Rimanenze di
Rimanenze (o semilavorati” e caricato sul conto “Rimanenze di
valore) di prodotti finiti”
prodotti finiti
Stefano Pedrini
Sistema per processo : un esempio (1) pagina 79
• In un reparto di un’impresa che opera per processo, il 1° maggio vi sono
550 unità semilavorate valorizzate a 12.000 €. Durante il mese vengono
poste in produzione 3.000 unità di prodotto, di cui 2.450 unità completate
vengono trasferite dal conto “Rimanenze di semilavorati” al conto
“Rimanenze di prodotti finiti”. A fine maggio risultano presenti tra i
semilavorati 1.100 unità con un grado di completamento del 50%
• I costi di produzione sostenuti nel mese di maggio ammontano a 60.600 €
• Si determini, per il mese di maggio, il numero delle unità di produzione
equivalente (UE), il costo per unità equivalente (CUE), il valore dei
semilavorati (WIP) e il valore del prodotto finito (WIP)
Stefano Pedrini
Process costing : un esempio (2) pagina 80
Unità messe in produzione in maggio 3.000
Unità completate e trasferite nel mese di maggio 2.450
Costi aggiunti alla produzione in maggio € 60.600
Semilavorati al 31 maggio 1.100 unità
50% completamento
Stefano Pedrini
Process costing : un esempio (3) pagina 81
1. Programmazione delle quantità e calcolo delle unità equivalenti di produzione
Unità da rilevare come
Semilavorati al 1 maggio 550
Poste in produzione nel mese 3.000
Unità totali 3.550
Unità
Unità rilevate come equivalenti
Completate e trasferite 2.450 2.450
Semilavorati al 30 maggio 1.100
50% completamento 550
3.550 3.000
Stefano Pedrini
Process costing : un esempio (4) pagina 82
2. Calcolo del costo di un’unità equivalente di produzione
Valore semilavorati al 1 maggio + Costi aggiunti alla prod in maggio
CUE =
Unità equivalenti
€ 12.000 + € 60.600
= = € 24,2
3.000
3. Calcolo del valore del prodotto finito (VPF) e del valore dei semilavorati (WIP)
Unità Costi
equivalenti CUE (€) totali (€)
VPF al 30 maggio 2.450 24,2 59.290
WIP al 30 maggio
50% completamento 550 24,2 13.310
3.000 72.600
Stefano Pedrini
Process costing : un esempio (5) pagina 83
4. Riconciliazione contabile dei magazzini di fine periodo
Rimanenze di semilavorati (WIP) Rimanenze di prodotti finiti (VPF)
Scarico il conto WIP
01‐mag 12.000 59.290 e carico il conto VPF
31‐mag 59.290
Costi‐mag 60.600
72.600
31‐mag 13.310
2.450 unità @ €24,2
550 unità @ €24,2
9
Stefano Pedrini
Riepilogo : sistema per commessa (job- pagina 84
order costing)
• Il sistema di determinazione dei costi per commessa è impiegato dalle
imprese che adottano una produzione per unità o per lotto
• L’entità alla quale attribuire i costi è la commessa (job), cioè un’unità o un
lotto di prodotti, alla quale viene associata una scheda di commessa su cui
vengono riportati, suddivisi per centri di costo, tutti i dati relativi al ciclo di
lavorazione
costo dei materiali diretti
costo della manodopera diretta
costi indiretti (o generali) di produzione
• I costi di ciascuna commessa sono rilevati nel corso della sua realizzazione e
indipendentemente dal periodo contabile di svolgimento delle attività di
trasformazione
• Durante un periodo di rilevazione possono essere poste in lavorazione
diverse commesse contemporaneamente
• Ogni commessa determina un costo unitario del bene prodotto o del
servizio erogato
Stefano Pedrini
Riepilogo : sistema per processo (process pagina 85
costing)
• Il sistema di determinazione dei costi per processo è impiegato dalle
imprese che adottano una produzione in serie o per processo
• Rileva il costo totale sostenuto complessivamente in un certa fase del ciclo
produttivo (reparto) in un certo periodo contabile e determina il costo
unitario di prodotto dividendo tale costo per le quantità realizzate nel
periodo in esame
• Il calcolo delle unità realizzate in un reparto in un certo periodo contabile si
avvale dei concetti correlati di unità equivalente e di grado di
completamento
• Nel caso di imprese monoprodotto (ad esempio impianti per la raffinazione
di oli combustibili), l’analisi può considerarsi esaustiva
• Una logica analoga viene utilizzata nel caso di cicli di lavorazione che
prevedono la realizzazione di by‐product, cioè prodotti che non compiono
l’intero ciclo di lavorazione; in tal caso si calcola il numero di unità
equivalenti in base a coefficienti di equivalenza che tengono conto della
porzione di ciclo di lavorazione sostenuta dal by‐product rispetto al ciclo
totale
Stefano Pedrini
pagina 86
La contabilità per centro di costo di produzione e servizio
Stefano Pedrini
Centri di responsabilità pagina 87
• Ai fini del sistema di contabilità analitica la struttura organizzativa formale
dell’impresa è definita in termini di centri di responsabilità (CdR)
• Un centro di responsabilità è un’unità organizzativa guidata da un manager
responsabile delle attività e dei risultati di quell’unità
• Se il risultato complessivo dell’azienda non è coerente con il budget, una
struttura a centri di responsabilità consente di individuare agevolmente
l’origine dei problemi, permettendo di intervenire in modo mirato
• I centri di responsabilità raggruppano al loro interno una serie di unità
operative rappresentate dai centri di costo (CdC)
Centro di Responsabilità
CdR
Stefano Pedrini
Struttura organizzativa e centri di pagina 88
responsabilità
Direzione
Generale
Controllo 9
di Gestione
Ufficio Ufficio
Acquisti Produzione
Commerciale Tecnico
Buyer Reparto
Reparto
Stefano Pedrini
Centri di costo pagina 89
• Il centro di costo è un’unità operativa che svolge una specifica attività sotto il
controllo e la responsabilità di un dirigente ed alla quale è possibile attribuire,
in modo completo ed esclusivo, i costi dei fattori produttivi impiegati
La sala operatoria delle Cliniche Gavazzeni
Il reparto di produzione delle pinze per freni della Brembo
La cucina del ristorante “da Vittorio”
• I centri di costo sono uno “stratagemma contabile” per la corretta rilevazione e
assegnazione dei costi o per l’attribuzione dei coefficienti di costo ai singoli
prodotti o per controllare l’efficienza produttiva
• In un sistema di determinazione dei costi di prodotto, gli elementi di costo
sono in una prima fase accumulati per centro di costo ed in una seconda fase
sono assegnati ai prodotti. Per questo il centro di costo è spesso definito
oggetto di costo intermedio (intermediate cost object) per distinguerlo
dall’oggetto di costo finale (final cost object) che nei sistemi di cost accounting
è il prodotto
Stefano Pedrini
Centri di costo di produzione e centri di pagina 90
costo di servizio
• I centri di costo sono di due tipi
• Centri di costo di produzione (production cost center)
Produce un prodotto o un componente o realizza una fase o svolge un
compito di detta produzione
Il reparto torneria della Colombo Filippetti
La biglietteria della stazione Treni Italia di Bergamo
La segreteria studenti della Facoltà di Ingegneria
• Centri di costo di servizio (service cost center)
Eroga servizi ai centri di costo di produzione e ad altri centri di costo di
servizio o a favore dell’organizzazione nel suo complesso
L’ufficio del personale della Colombo Filippetti
La squadra addetta alla manutenzione degli impianti della stazione Treni
Italia di Bergamo
La segreteria amministrativa della Facoltà di Ingegneria
Stefano Pedrini
Assegnazione dei costi ai prodotti (1) pagina 91
• I costi diretti (manodopera diretta e materiali diretti) sono attribuiti ai
prodotti ricorrendo alle tecniche viste nelle lezioni precedenti
• L’allocazione dei costi indiretti agli oggetto di costo finali, cioè ai prodotti,
richiede invece alcune fasi distinte:
1. Tutti i costi indiretti (o generali) di produzione di un periodo contabile sono
assegnati ai centri di costo di servizio e di produzione (gli oggetti di costo
intermedi)
2. I costi indiretti accumulati da ogni centro di costo di servizio sono ri‐
assegnati ai centri di costo di produzione
3. I costi indiretti totali accumulati da ciascun centro di costo di produzione,
inclusi quelli ri‐assegnati dai centri di costo di servizio, sono allocati ai
prodotti che transitano attraverso quel centro di costo di produzione
Stefano Pedrini
Assegnazione dei costi ai prodotti (2) pagina 92
molteplici
assegnazioni
diretti diretto
basi
assegnazioni
1
CdC
CdC CdCdi
CdC di
CdC 2 CdC di CdC di
produttivi
produttivi servizio
servizio
produttivi servizio servizio
attribuzioni attribuzioni (distruttura)
(di struttura)
(di struttura)
Costi Costi
attribuiti allocati
attribuzioni
Stefano Pedrini
Tecniche di assegnazione dei costi dei pagina 93
centri di servizio (1)
• Il meccanismo di ripartizione dei costi dei centri di servizio sui costi dei
centri produttivi può essere implementato mediante quattro tecniche
distinte, riportate nel seguito in ordine crescente di complessità
Metodo diretto (a una fase)
Metodo diretto a due fasi
Metodo “step‐down” o sequenziale
Metodo “reciproco”
• Queste tecniche si differenziano per le modalità con cui si tiene conto degli
scambi esistenti tra i centri di servizio
Stefano Pedrini
Tecniche di assegnazione dei costi dei pagina 94
centri di servizio (2)
• Indicando con
Sj il costo del centro di servizio j‐esimo
RSjk l’impiego delle risorse del centro di servizio j‐esimo da parte del
centro di servizio k‐esimo
RPji l’impiego delle risorse del centro di servizio j‐esimo da parte del
produttivo i‐esimo
CSjk costo del centro di servizio j‐esimo assegnato al centro di servizio k‐
esimo
CPji costo del centro di servizio j‐esimo assegnato al centro produttivo
i‐esimo
• Il metodo diretto (a una fase) ignora completamente gli scambi di risorse
esistenti tra i centri di servizio e alloca direttamente i costi ai centri
produttivi. In particolare il costo del centro di servizio j allocato al centro
produttivo i è pari a:
Stefano Pedrini
Tecniche di assegnazione dei costi dei pagina 95
centri di servizio (3)
• Il metodo diretto a due fasi opera le seguenti operazioni:
prima i costi di ciascun centro di servizio vengono ripartiti tra i centri
produttivi e i centri di servizio. In tale modo a ciascun centro produttivo
verrà assegnato un costo pari a:
e a ciascun centro di servizio un costo pari a:
il secondo passo consiste nel ri‐assegnare questo costo ai centri
produttivi utilizzando il metodo diretto
Stefano Pedrini
Tecniche di assegnazione dei costi dei pagina 96
centri di servizio (4)
• Il metodo “step‐down” o sequenziale è costituito da un procedimento di
assegnazione dei costi che parte dall’ordinamento decrescente dei centri di
servizio in base al cosiddetto “scambio netto percentuale”. Partendo da
quest’ordine si prosegue al ribaltamento dei costi di ciascun centro di
servizio sui centri di servizio non ancora considerati e sui centri produttivi
• Il metodo reciproco, a differenza dei metodi precedentemente esposti,
tiene conto esattamente degli scambi di risorse tra i centri di servizio.
Indicando con STj il totale dei costi del centro j delle risorse effettivamente
consumate, si avrà che per il generico centro di servizio j:
Come si può notare la precedente espressione individua un sistema lineare
di N equazioni (una per ogni centro di servizio) in N incognite (STj, ovvero il
totale dei costi di ogni centro di servizio) e pertanto può essere risolto
rispetto alle incognite STj
Stefano Pedrini
Tecniche di assegnazione dei costi dei pagina 97
centri di servizio : esempi (5)
• Si consideri il semplice problema di ripartizione dei costi di due centri di costo
di servizio (CS1 e CS2) su due centri di costo produttivi (CP1 e CP2), i cui
valori sono riportati nella seguente tabella
CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
Fase 1
Costi ante-ripartizione (in 900 174 600 300 1974
milioni)
Giorni di occupazione dedicati al centro:
CS1 24 36 60 120 Fase 2
CS2 3 24 3 30
Prodotto finale
Stefano Pedrini
Metodo diretto (a una fase) (6) pagina 98
900 900
CP1CS1 = × 36 = 337,5 € CP2CS1 = × 60 = 562,5 €
36 + 60 36 + 60
174 174
CP1CS2 = × 24 = 154,7 € CP2CS2 = × 3 = 19,3 €
24 + 3 24 + 3
Stefano Pedrini
Metodo diretto a due fasi (7) pagina 99
Stefano Pedrini
Metodo “step-down” o sequenziale (8) pagina 100
Metodo “step‐down” o sequenziale
• Mediante l’utilizzo del metodo “step‐down”, viene considerato prima il centro di servizio con la quantità
maggiore dei costi da allocare (CS1). I costi di questo centro (900) vengono ripartiti su tutti gli altri centri, siano
essi di servizio o produttivi, esattamente come si è già fatto precedentemente
• Successivamente viene considerato il centro di servizio rimasto con il costo più alto (in questo caso rimane solo
CS2); i costi assegnati a questo centro sono pari ai costi iniziali (174) cui vengono sommati i costi allocati del
centro CS1, ottenendo il totale di 354. Tali costi sono assegnati a tutti gli altri centri, esclusi quelli di servizio i cui
costi sono già stati allocati, nel nostro caso il centro CS1
174+180 174+180
CP1CS2 = × 24 = 314,7€ CP2CS2 = × 3 = 39,3€
24+ 3 24+ 3
CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
Giorni di occupazione dedicati al centro:
Costi ante-ripartizione (in milioni) 900 174 600 300 1974
CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
Ribaltamento dei costi del centro CS1 -900 180 270 450
CS1 24 36 60 120 Ribaltamento dei costi del centro CS2 -354 314,7 39,3
CS2 3 24 3 30 Costi post-ripartizione (in milioni) 0 0 1184,7 789,3 1974
Stefano Pedrini
Metodo reciproco (9) pagina 101
Metodo reciproco
• È possibile ricavare il costo imputabile ai centri di servizio mediante la soluzione del seguente
sistema di due equazioni in due incognite Costi ante-ripartizione (in milioni)
CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
⎧ 3
⎪⎪ CS1 = 900 + CS2 ⎧⎪CS1 = 936,122 900 174 600 300 1974
30
⎨ ⇒ ⎨
⎪CS2 = 174 + 24
CS1 ⎪⎩CS2 = 361,224 Giorni di occupazione dedicati al centro:
⎪⎩ 120 CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
CS1 24 36 60 120
CS2 3 24 3 30
• A questo punto il metodo reciproco prevede l’allocazione dei costi dei centri di servizio
appena ricavati sui centri produttivi
936,12 936,12
CP1CS1 = × 36 = 280,84 € CP2 CS1 = × 60 = 468,06 €
24 + 36 + 60 24 + 36 + 60
361,22 361,22
CP1CS2 = × 24 = 288,98 € CP2 CS2 = × 3 = 36,12 €
3 + 24 + 3 3 + 24 + 3
CS1 CS2 CP1 CP2 Totale
Costi ante-ripartizione (in milioni) 936,12 361,22 600 300
Ribaltamento dei costi del centro CS1 -936,12 280,84 468,06
Ribaltamento dei costi del centro CS2 -361,22 288,98 36,12
Costi post-ripartizione (in milioni) 0 0 1169,82 804,18 1974
Stefano Pedrini
Confronto fra risultati (10) pagina 102
• Confrontando i risultati dei quattro metodi di assegnazione dei costi dei centri
di servizio, emerge che i costi imputati ai centri operativi CP1 e CP2 variano
sensibilmente in funzione della tecnica utilizzata per l’allocazione
Stefano Pedrini
pagina 103
Sintesi della lezione e bibliografia
Stefano Pedrini
Percorso logico della lezione pagina 104
• Abbiamo cominciato la lezione individuando i limiti della contabilità esterna
ai fini del governo dell’impresa e cogliendo il ruolo del controllo di gestione
nel superamento di tali limiti. Abbiamo poi definito il sistema di controllo di
gestione e ne abbiamo descritto gli obiettivi (pianificare, misurare,
correggere) e gli strumenti (contabilità interna, budget, analisi degli
scostamenti) nell’ambito dei processi manageriali
• In seguito abbiamo definito il concetto di costo e abbiamo variamente
classificato i costi
• Successivamente abbiamo illustrato i principali sistemi di determinazione
del costo di prodotto e abbiamo imparato a calcolare il costo pieno di
produzione di un prodotto/servizio
Stefano Pedrini
Contabilità esterna e contabilità direzionale pagina 105
: sintesi (1)
Stefano Pedrini
Contabilità esterna e contabilità direzionale pagina 106
: sintesi (2)
• Anthony R., Hawkins D., Macrì D., Merchant K., Sistemi di controllo. Analisi
economiche per le decisioni aziendali 3/ed, McGraw‐Hill, 2008
• Giudici G., Gestire le risorse dell’impresa 3/ed, Maggioli Editore, 2008
Stefano Pedrini