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Economia Aziendale

Prof. Stefano Fontana


A.A. 2022/2023

Appunti di Economia aziendale 1


PROGRAMMA DEL CORSO

1) Comportamento aziendale
2) Azienda: elementi costitutivi
- organizzazione
- patrimonio
- gestione
3) Classificazione delle aziende: aziende di produzione (imprese) e aziende di erogazione
4) Soggetti aziendali: soggetto giuridico e soggetto economico
5) Economicità: aziendale e superaziendale
6) Economicità aziendale: equilibrio economico
7) Economicità aziendale: adeguata potenza finanziaria
8) Efficienza: rendimenti
9) Efficienza: costi
- direct costing
- configurazione di costo
10) Fabbisogno finanziario
11) Fonti di finanziamento
- capitale sociale
- capitale di credito
- autofinanziamento
12) Struttura finanziaria

Appunti di Economia aziendale 2


ECONOMIA AZIENDALE (INTRODUZIONE)

è un ramo della Scienza economica


Economia Aziendale
(o economia politica)

È la disciplina che studia la il È la disciplina che studia la


comportamento delle aziende condotta umana nell’aspetto
sotto l’aspetto economico economico

Appunti di Economia aziendale 3


IL COMPORTAMENTO AZIENDALE

•Dati
•Informazioni

Processo decisorio Processo esecutivo Processo di controllo


(programmazione) (azione)

Feedback (azione di correzione)

Appunti di Economia aziendale 4


OGGETTO DELLO STUDIO DELL’ECONOMIA AZIENDALE

E’ un meccanismo che, per il tramite dell’esperienza dei feed


Feed forward back e soprattutto delle simulazioni della gestione e della
verifica delle ipotesi che sono alla base di esse, fornisce alla
direzione le informazioni per porre in essere interventi
correttivi in anticipo e prima che le azioni si verifichino e che i
risultati siano conseguiti.

Programmazione
Processo esecutivo Controllo
(sistema di decisioni)

-Calcolo dei risultati Predisposizione dei


Decisioni strategiche Attività  conti periodici ed
Decisioni tattiche Informazioni operativa che Informazioni -Confronto con le annuali
Informazioni
decisioni e i risultati
contabili ed extra- Decisioni operative determina i
contabili programmati
risultati 
informazioni informazioni
-Calcolo degli interne esterne
Programmi e budget scostamenti

-Analisi delle cause
degli scostamenti

-Avvio di azioni
correttive

Feed back
Informazioni
Informazioni
Avvia l’azione di correzione

Azienda Informazioni sui risultati fornite al


Informazioni sui programmi fornite al
mercato
mercato (società quotate)

Ambiente esterno nel quale operano gli stakeholders: clienti,


concorrenti, fornitori, azionisti, enti pubblici, ecc.

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IL PROCESSO DECISORIO

FASI DEL PROCESSO DI DECISIONE (J. Dewey: “How we think”)

• Individuazione del problema

• Definizione del problema (raccolta delle informazioni sul problema)

• Sviluppo di soluzioni alternative

• Individuazione delle conseguenze associate a ciascuna alternativa

• Scelta dell’alternativa più conveniente (in base ad un sistema di criteri di scelta e


alla funzione di utilità del manager)

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Programma commerciale anno 2023
• OBIETTIVO: Vendite totali per Euro 1.200 milioni
nell’anno 2023
• OBIETTIVO: Vendite mensili per Euro 100 milioni in
ciascun mese dell’anno
• Mezzi da utilizzare per conseguire i target
programmati:
scelta del prodotto da vendere (caratteristiche
funzionali ed estetiche); scelta del nome, del marchio,
della pubblicità, del prezzo, del canale di
distribuzione, della confezione, dell’assistenza alla
clientela ecc…
• Costi programmati per eseguire gli obiettivi del piano
• Entrate e uscite derivanti dal programma

Appunti di Economia aziendale 7


APPROCCI ALLO STUDIO DELLE DECISIONI NELLA SCIENZA ECONOMICA

Esistono due fondamentali impostazioni nello studio delle decisioni


(H. Simon, Il comportamento amministrativo, Il Mulino, Bologna,
1958):
1) modello della razionalità obiettiva;
2) modello della razionalità limitata.

1)Modello della razionalità obiettiva


Questo modello è seguito dagli economisti neoclassici, dai matematici
e dagli statistici che si occupano dello studio delle scelte aziendali
(teoria matematico-statistica delle decisioni, teoria delle strategie e dei
giochi). Essi suppongono che a prendere le decisioni sia un essere
soprannaturale chiamato “uomo economico”.

2)Modello della razionalità limitata


Sta alla base della “teoria del comportamento aziendale o
amministrativo”. Nel modello della razionalità limitata, protagonista
delle decisioni è il cosiddetto “uomo amministrativo”.

Appunti di Economia aziendale 8


Modello della razionalità obiettiva
IPOTESI

Teoria economica L’uomo economicoè Individua tutti i problemi


neoclassica (Pareto, onnisciente dell’azienda
Marshall, Walras,
Wicksell) Protagonista E’ obiettivamente Definisce tutti i problemi
delle decisioni è razionale immediatamente e
Teoria matematica e l’uomo perfettamente
statistica delle decisioni economico Sceglie l’alternativa ottima
(Savage, Small) che massimizza la sua Individua tutte le alternative di
funzione di utilità
che è soluzione del problema
Teoria dei giochi (Von monodimensionale
Neumann) Individua tutte le conseguenze
associate a ciascuna soluzione

Modello della razionalità limitata

L’uomoamministrativo ha Individua solo alcuni problemi


conoscenze limitate dell’azienda

Teoria del Il protagonista delle E’ Limitatamente Definisce i problemi in modo


comportamento decisioni è l’uomo razionale imperfetto
amministrativo amministrativo
(Herbert Simon) Sceglie un’alternativa Individua soltanto alcune
soddisfacente alternative di soluzione

Aspira a migliorare il Individua solo alcune conseguenze


livello di razionalità associate alle varie
soluzioni

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MODELLO DELLA RAZIONALITA’ LIMITATA

Il Economia aziendale il comportamento delle aziende è studiato secondo il modello della razionalità limitata:

Individua con
grande difficoltà i
problemi

•Ha scarse Non definisce


conoscenze perfettamente i
problemi
Protagonista delle
Modello
decisioni è l’uomo Sviluppa solo alcune
razionalità
amministrativo soluzioni
limitata
(manager) •È limitatamente
razionale Individua solo
alcune conseguenze

Sceglie l’alternativa
soddisfacente

Appunti di Economia aziendale 10


CONCLUSIONE

L’Economia aziendale studia i processi di:

• Decisione

• Esecuzione

• Controllo

• Correzione

SECONDO IL MODELLO DELL’UOMO AMMINISTRATIVO

Appunti di Economia aziendale 11


Appunti di Economia aziendale 12
L’AZIENDA: DEFINIZIONE

L’azienda è un istituto economico duraturo,


che produce beni e servizi.
L’istituto economico è costituito da:
AZIENDA -un sistema di persone
-un sistema di beni
-un sistema di operazioni

L’istituto aziendale è rivolto alla soddisfazione dei bisogni umani mediante


lo scambio e l’erogazione di beni e/o servizi

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L’ORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA

Il sistema di persone occupate in un’azienda è detto organizzazione dell’azienda.


L’organizzazione è costituita da un sistema coordinato di persone che operano all’interno
dell’azienda e che sono specializzate a svolgere determinati compiti.
Specializzazione e coordinamento sono i due principi su cui è basata l’organizzazione
delle aziende.

“SPECIALIZZAZIONE”  devono essere definiti in modo puntuale i ruoli: ogni


persona deve conoscere i propri compiti

“COORDINAMENTO”  devono essere definite in modo puntuale le linee di


influenza: ogni persona deve conoscere le relazioni
con gli altri colleghi (ciascuno deve sapere, da chi
prende ordini e a chi può dare ordini).

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LA GESTIONE

Insieme di operazioni
LA GESTIONE coordinate e successive svolte
da una azienda nel corso della
La gestione viene
convenzionalmente propria esistenza.
suddivisa in periodi
amministrativi

Periodo limitato di tempo in cui


PERIODO viene idealmente frazionato la
AMMINISTRATIVO gestione per finalità
informative.

Insieme di operazioni
ESERCIZIO coordinate e successive svolte
da una azienda nel corso di un
periodo amministrativo.

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LA GESTIONE

0 1 2 3 n

Esercizio amministrativo

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IL PATRIMONIO DELL’AZIENDA

Il patrimonio (o capitale) è il sistema di beni a disposizione dell’azienda in un


determinato momento.
Si tratta di un concetto “stock” che deve essere sempre riferito a una data.
Ai sensi dell’articolo 810 del codice civile, un “bene” è una cosa che può essere
oggetto di diritti (ad esempio il diritto di proprietà).
Il patrimonio può essere analizzato sotto due aspetti:
-aspetto “qualitativo”
-aspetto “quantitativo”

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ASPETTO QUALITATIVO

Dal punto di vista qualitativo il patrimonio è un complesso di beni espressi in quantità eterogenee.
Gli elementi patrimoniali, sotto questo aspetto, poiché sono eterogenei, non possono essere sommati.
Gli elementi patrimoniali sotto questo aspetto sono descritti e rappresentati in un prospetto che si
chiama inventario a quantità eterogenee.
L’aspetto qualitativo non consente di avere una nozione sintetica di patrimonio: non posso esprimere
il patrimonio con un numero.

INVENTARIO DELL’ AZIENDA K AL 31/12/n


DARE AVERE
Elementi attivi Elementi passivi
Cassa Euro 2.000 Debiti:
Crediti Euro 10.000 - verso banche Euro 200.000
- verso fornitori Euro 50.000
Materie e prodotti:
- ferro Tonnellate 2000
- carbone Tonnellate 3000
…..
Macchine:
- tornio Potenza: KWT x
- convertitore Potenza: tonnellate y
…..
Fabbricati:
- Appartamento per uffici Mq. 350
- Magazzino per materiale Mq. 2.000

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ASPETTO QUANTITATIVO

Dal punto di vista quantitativo il patrimonio è un fondo omogeneo di valori.


Gli elementi sono resi omogenei mediante il processo di valutazione e sono espressi in moneta (€).
Gli elementi del patrimonio sono rappresentati e descritti in un prospetto detto inventario a quantità
e valori o Stato patrimoniale.
L’aspetto quantitativo consente di avere una nozione sintetica di patrimonio.

STATO PATRIMONIALE DELL’ AZIENDA K AL 31/12/n


DARE AVERE
Attività Passività e Netto
Cassa Euro 2.000 Debiti:
Crediti Euro 10.000 - verso banche Euro 200.000
- verso fornitori Euro 50.000
Materie e prodotti:
- ferro Euro 4.500 Capitale netto Euro 250.000
- carbone Euro 3.500
…..
Macchine:
- tornio Euro 40.000
- convertitore Euro 100.000
…..
Fabbricati:
- Appartamento per uffici Euro 300.000
- Magazzino per materiale Euro 40.000

Totale a pareggio Euro 500.000 Totale a pareggio Euro 500.000

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ANALISI DELLO STATO PATRIMONIALE

Fonti di
Investimenti
finanziamento

Deficit
Capitale di credito Capitale netto patrimoniale

Attività Passività

Appunti di Economia aziendale 20


ANALISI DELLO STATO PATRIMONIALE

Il CAPITALE dell’azienda è determinato dalla differenza tra le ATTIVITA’ e le PASSIVITA’.


Se Attività > Passività  Capitale netto (o patrimonio netto)
Se Attività < Passività  Deficit patrimoniale

Il TOTALE DARE rappresenta gli investimenti effettuati dall’azienda.


Nel nostro esempio, la società K ha investito 500.000 euro, dei quali euro 2.000 sono costituiti da
denaro contante, euro 10.000 da crediti, euro 8.000 da materie e prodotti, euro 140.000 da
macchinari ed euro 340.000 da fabbricati.

Il TOTALE AVERE rappresenta le fonti di finanziamento raccolte dall’azienda.


C’è sempre coincidenza tra il totale degli investimenti e il totale delle fonti di finanziamento;
l’azienda ha investito 500.000 euro, vuol dire che deve aver raccolto fondi per 500.000 euro, dei
quali 250.000 forniti da terzi (banche e fornitori) a titolo di prestito (capitale di credito), mentre
euro 250.000 finanziati direttamente dai proprietari (capitale proprio).

Appunti di Economia aziendale 21


RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE
CON IL CRITERIO FINANZIARIO

Al fine di analizzare e giudicare la situazione finanziario-patrimoniale dell’azienda, è opportuno


riclassificare lo Stato patrimoniale con il “criterio finanziario”.
Il CRITERIO FINANZIARIO distingue le attività e le passività in funzione della loro attitudine a
trasformarsi in denaro:
-breve termine  entro 12 mesi
-medio termine  tra 1 e 5 anni
-lungo termine  oltre i 5 anni

Gli elementi dell’ ATTIVO sono distinti in due gruppi:


• ATTIVO CIRCOLANTE (o corrente ) = costituito da beni destinati a trasformarsi in denaro entro
12 mesi.
L’attivo corrente comprende: liquidità (cassa/banca) e disponibilità (crediti e titoli a breve termine
e rimanenze di magazzino).
• IMMOBILIZZAZIONI = comprendono i beni destinati ad essere trasformati in denaro in periodi
superiori a 12 mesi. Le immobilizzazioni si distinguono in tecniche (impianti, macchine, brevetti,
ecc.) e finanziarie (crediti e titoli con scadenza oltre i 12 mesi).
Gli elementi del PASSIVO sono distinti in due gruppi:
• PASSIVO CORRENTE (o esigibilità) = debiti che divengono esigibili entro 12 mesi.
• PASSIVO CONSOLIDATO (o redimibilità) = debiti che diverranno esigibili dopo oltre 12 mesi.
Appunti di Economia aziendale 22
CRITERIO FINANZIARIO

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO


ATTIVO CIRCOLANTE
-Liquidità PASSIVO CORRENTE
-Disponibilità
PASSIVO CONSOLIDATO
ATTIVO FISSO
-Immobilizzazioni tecniche
-Immobilizzazioni finanziarie PATRIMONIO NETTO

TOTALE INVESTIMENTI TOTALE FINANZIAMENTI

La riclassificazione dello Stato patrimoniale con il criterio finanziario è finalizzata allo studio
della situazione finanziario-patrimoniale dell’azienda, mediante la determinazione di opportuni
indicatori, tra i quali particolare importanza assumono i seguenti:
➢Current ratio
➢Quick ratio
➢Leverage (indice di indebitamento)

Appunti di Economia aziendale 23


INDICATORI PATRIMONIALI

Sono indici che rivelano la salute finanziaria e patrimoniale dell’azienda.


L’analisi per indici ha senso se:
•è effettuata nel tempo;
•è effettuata mediante comparazioni rispetto alla media di settore.

Il current ratio è un indicatore di liquidità.


Esprime il rapporto tra attivo corrente e
passivo corrente.
Current ratio Indica la capacità dell’azienda di coprire
con le attività a breve termine (che si
trasformeranno in moneta entro l’anno) le
passività a breve termine (che dovranno
essere rimborsate nell’anno).

Attivo corrente
Current ratio =
Passivo corrente

Valore soglia = 2

Appunti di Economia aziendale 24


INDICATORI PATRIMONIALI

Il quick ratio è un altro indicatore di


liquidità. Esprime il rapporto che esiste tra
le liquidità immediate e le liquidità differite
Quick ratio al netto delle rimanenze di magazzino
rispetto alle esigibilità.

Attivo corrente - Magazzino


Quick ratio =
Passivo corrente

Valore soglia = 1

Il leverage indica il grado di indebitamento


dell’azienda.
L’indicatore esprime il rapporto tra il
Leverage capitale di credito e il capitale proprio.

Capitale di credito
Leverage =
Capitale proprio

Valore soglia = 1

Appunti di Economia aziendale 25


STRUTTURA PATRIMONIALE

La struttura patrimoniale ottimale è la seguente:

Passivo corrente
Attico circolante

Passivo consolidato

Attivo fisso
Capitale proprio

L’attico circolante riesce a coprire abbondantemente il passivo corrente, rappresentato dai


debiti che scadono nei prossimi 12 mesi.
Se l’attivo corrente fosse inferiore al passivo corrente, l’azienda avrebbe la liquidità
sufficiente per rimborsare i debiti scadenti entro il prossimo anno.

Appunti di Economia aziendale 26


ESERCITAZIONE

Si proceda alla riclassificazione dello Stato


La situazione patrimoniale della società Zeta al 31/12/n è la seguente: Patrimoniale e si determini:

a) Capitale proprio =
SP 31/12/n b) Capitale netto =
Cassa 600 Debiti vs fornitori (b/t) 6.000 c) Capitale di credito =
Banca 2.000 Cambiali passive (b/t) 500 d) Esigibilità =
Crediti vs clienti (b/t) 8.000 Mutui bancari 6.000 e) Redimibilità =
Crediti (l/t) 1.400 TFR 3.500 f) Liquidità immediate =
Merci 5.000 Capitale netto 12.000 g) Liquidità differite
Impianti 5.000 h) Disponibilità =
Macchinari 6.000 i) Rimanenze =
Totale 28.000 Totale 28.000 j) Attivo corrente =
k) Attivo fisso =
l) Immobilizzazioni finanziarie =
m) Totale fonti di finanziamento =
n) Totale investimenti =
o) Current ratio =
p) Quick ratio =
q) Leverage) =

Appunti di Economia aziendale 27


SOLUZIONE

a) Capitale proprio = 12.000


SP 31/12/n
b) Capitale netto = 12.000
Attivo corrente: 15.600 Passivo corrente 6.500
c) Capitale di credito = 16.000
Liquidità immediate 2.600
d) Esigibilità = 6.500
Disponibilità 13.000 Passivo consolidato 9.500
e) Redimibilità = 9.500
f) Liquidità immediate = 2.600
Attivo fisso: 12.400 Capitale netto 12.000
g) Disponibilità = 13.000
Immobilizz. tecniche 11.000
h) Attivo corrente = 15.600
Immobilizz. finanziarie 1.400
i) Attivo fisso = 12.400
Totale 28.000 Totale 28.000
j) Totale fonti di finanziamento = 28.000
k) Totale investimenti = 28.000
l) Current ratio = 2,40
m) Quick ratio = 1,63
n) Leverage) = 1,33

Appunti di Economia aziendale 28


LA CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE

Aziende di
produzione (imprese)

Aziende

Aziende di erogazione
in senso stretto
Aziende di erogazione

Aziende di
autoconsumo

Appunti di Economia aziendale 29


L’istituto aziendale è rivolto alla soddisfazione dei bisogni umani mediante
lo scambio e l’erogazione di beni e/o servizi

Scala dei bisogni di Maslow

Appunti di Economia aziendale 30


Ciclo operativo delle aziende di erogazione.
1. Processo di acquisizione delle risorse finanziarie e/o dei fattori
produttivi;
2. processo di produzione di beni/servizi e/o investimento/
gestione delle risorse finanziarie;
3. processo di consumo o di erogazione esterna.

Ciclo finanziario delle aziende di erogazione.


Le entrate provengono:
a) dai beni aziendali ( interessi attivi su titoli, fitti attivi, etc.);
b) dalle persone che stanno all’interno;
c) dalle persone esterne (esclusi i beneficiari, che talora pagano un
contributo inferiore al costo sopportato dall’azienda di erogazione
per produrre e distribuire i beni e i servizi);
d) da una combinazione di a), b), c).
La gestione delle entrate passa attraverso tre fasi: a) previsione;
b) accertamento/liquidazione (sorge il diritto a riscuotere e vengono
determinati l’ammontare dell’entrata, la causale, il nome del creditore,
il nome del debitore e la scadenza); c) riscossione.

Appunti di Economia aziendale 31


LE AZIENDE DI PRODUZIONE: L’IMPRESA

L’impresa è un sistema socio-economico che produce beni e servizi destinati al mercato e che
sono messi a disposizione dei consumatori e degli utilizzatori mediante lo scambio. Dallo
scambio derivano le entrate (ricavi) che vanno a remunerare i fattori produttivi (capitale, terra,
lavoro).

Acquisto Eliminazione
dei fattori CAPITALE CONSUMATORI diretta delle
produttivi TERRA utilità
LAVORO
VENDITA
Commercianti
UTILIZZATORI che rivendono
PRODUZIONE il bene

Remunerazione ENTRATE/RICAVI

Appunti di Economia aziendale 32


LE AZIENDE DI PRODUZIONE: CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA

Ciclo operativo dell’impresa


Il ciclo operativo prevede:
✓il processo di reperimento dei fattori produttivi (capitale, terra, lavoro);
✓il processo di produzione (trasformazione fisica degli input in output oppure trasformazione
“nel tempo e nello spazio” dell’output);
✓il processo di vendita.
Il processo di reperimento dei fattori produttivi e il processo di produzione degli output
comporta il sostenimento di costi.
Lo scambio sul mercato dei beni/servizi permette di ottenere i ricavi che vanno a remunerare i
fattori produttivi impiegati nel processo produttivo.
Di denota una forte correlazione tra costi e ricavi.
Consumatori e utilizzatori
I consumatori consumano direttamente il bene acquistato; gli utilizzatori (commercianti o
riutilizzatori), invece, trasformano o rivendono i beni acquistati.

Appunti di Economia aziendale 33


IMPRESA

Acquisizione Eliminazione
dei fattori CAPITALE CONSUMATORI diretta delle
produttivi TERRA utilità
LAVORO
VENDITA
Commercianti
UTILIZZATORI che rivendono
PRODUZIONE il bene
(in senso lato)
Aziende
industriali che
riutilizzano i
beni nei
processi
Remunerazione ENTRATE/RICAVI produttivi

Appunti di Economia aziendale 34


LA REMUNERAZIONE DEI FATTORI IN POSIZIONE CONTRATTUALE

In un’impresa, i ricavi devono remunerare tutti i fattori produttivi impiegati dall’azienda.


I fattori produttivi possono essere distinti in due categorie:
1) fattori produttivi in posizione contrattuale;
2) fattori produttivi in posizione residuale.

1) I fattori produttivi in posizione contrattuale sono acquisiti dall’azienda mediante contratto; questi fattori
hanno una remunerazione:
-certa: da assegnare anche se l’azienda presenta un risultato economico (reddito) negativo);
-stabilita: di valore non dipendente dall’entità del reddito conseguito, ma dipendente da parametri stabiliti
in sede contrattuale;
-prioritaria: rispetto ai fattori in posizione residuale.

La remunerazione dei fattori produttivi in posizione contrattuale è rappresentata dai costi.

Fattore impiegato: Remunerazione garantita (costo):


Lavoro Stipendio Queste remunerazioni rappresentano
dei costi che l’azienda deve sostenere
Terra Canone di affitto a prescindere dai risultati ottenuti.
Capitale (di terzi) Interessi passivi

Appunti di Economia aziendale 35


LA REMUNERAZIONE DEI FATTORI IN POSIZIONE RESIDUALE

2) I fattori produttivi in posizione residuale sono rappresentati dalle fonti di finanziamento interne messe a
disposizione dai proprietari (capitale proprio); questi fattori hanno una remunerazione:

-eventuale: solo in presenza di reddito positivo;

-variabile: il cui ammontare è direttamente influenzato dall’entità del reddito conseguito;

-successiva: rispetto alla remunerazione dei fattori in posizione contrattuale.

La remunerazione del fattore in posizione residuale è rappresentata dal reddito.

Considerato che il capitale proprio riceve


Fattore impiegato: Remunerazione eventuale: una remunerazione eventuale, collegata
al volume del reddito conseguito, è anche
Capitale proprio Reddito denominato “capitale di rischio”

Appunti di Economia aziendale 36


LA CONDIZIONE DI EQUILIBRIO ECONOMICO

Obiettivo dell’impresa è il conseguimento di ricavi che siano in grado di coprire tutti i costi
(remunerazione dei fattori in posizione contrattuale) e di ottenere un reddito “congruo”
(soddisfacente, adeguato, giusto, in linea con il mercato e con le aspettative del proprietario).

Il reddito si ottiene dalla differenza tra ricavi e costi; esso, pertanto, rappresenta il margine che
residua ai proprietari dopo la remunerazione di tutti i fattori produttivi in posizione contrattuale
(lavoro prestato dai dipendenti, consulenze fornite da professionisti, materie acquistate dai
fornitori, capitale prestato dai finanziatori, ecc.).

Nel medio-lungo periodo, l’impresa, per sopravvivere, deve operare in condizioni di equilibrio
economico:

RICAVI = COSTI + REDDITO CONGRUO

Per operare in condizioni di equilibrio economico, non è sufficiente avere un reddito positivo ma
è necessario conseguire un reddito “congruo”.

Appunti di Economia aziendale 37


LA REMUNERAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI IN UN’IMPRESA

Esempio
L’azienda K utilizza i seguenti fattori produttivi:
-materie: fattore produttivo in posizione contrattuale cui compete una remunerazione di euro 40.000;
-lavoro: fattore produttivo in posizione contrattuale che richiede una remunerazione di euro 50.000;
-capitale di rischio: fattore produttivo in posizione residuale pari a euro 100.000.

Fattori: Remunerazione fattori produttivi I ipotesi II ipotesi III ipotesi IV ipotesi


Ricavi 100 90 120 70
Materie (fattoreP.C.) 40 40 40 40 40
Lavoro (fattoreP.C.) 50 50 50 50 50
Capitale di rischio (fattoreP.R.) Residuale 10 0 30 -20

L’ultima riga della tabella indica la remunerazione del capitale di rischio, che, essendo un fattore produttivo
in posizione residuale, riceve una remunerazione eventuale, variabile e successiva, determinata dal volume
dei ricavi realizzato (talvolta la remunerazione può essere negativa):
Ricavi = 100  reddito positivo (utile) pari a 10
Ricavi = 90  reddito nullo (pareggio)
Ricavi = 120  reddito positivo (utile) pari a 30
Ricavi = 70  reddito negativo (perdita) pari a 20

Appunti di Economia aziendale 38


LE AZIENDE DI EROGAZIONE: DEFINIZIONE

L’azienda di erogazione è un sistema socioeconomico che produce beni e/o servizi che
soddisfano i bisogni di :
• persone o enti che sono all’interno dell’azienda (aziende di consumo);
• persone esterne all’azienda (beneficiari ) nell’interesse delle quali l’azienda è costituita e
gestita (aziende di erogazione in senso stretto ).
Queste aziende non hanno come obiettivo il profitto.

Azienda di erogazione Azienda di erogazione


di auto-consumo in senso stretto

beni beni
persone persone

Beneficiari
consumo erogazione

produzione produzione

Es.: istituto pubblico di assistenza e


Es.: associazione sportiva,
beneficenza, ente che eroga fondi
circolo culturale, convento.
per la ricerca scientifica.

Appunti di Economia aziendale 39


LE AZIENDE DI EROGAZIONE: CARATTERISTICHE

Ciclo operativo dell’azienda di erogazione


Il ciclo operativo prevede:
✓il processo di reperimento dei fattori produttivi (capitale, terra, lavoro);
✓il processo di produzione;
✓il processo di erogazione/consumo.
Il processo di reperimento dei fattori produttivi e il processo di produzione degli output
comporta il sostenimento di oneri (costi).
Dall’erogazione/consumo dell’output non si ottengono ricavi (eventualmente tariffe). Non c’è
scambio sul mercato. I beneficiari non pagano mai un prezzo, possono eventualmente pagare
una tariffa simbolica.
I proventi (ricavi) provengono da trasferimenti pubblici, da contributi di persone diverse dai
beneficiari, dai beni che compongono il patrimonio aziendale.
Di denota l’assenza di correlazione tra costi e ricavi.

Appunti di Economia aziendale 40


LE AZIENDE DI EROGAZIONE: FINALITA’

•L’obiettivo di un’azienda di erogazione è realizzare i fini istituzionali in


condizioni di:

- equilibrio economico (spese = proventi)

- efficienza (bassi oneri, alti rendimenti)

•I fini istituzionali riguardano la soddisfazione dei bisogni delle persone nel cui
interesse è stata creata l’azienda di erogazione. Queste persone possono essere
interne (azienda di consumo) o esterne (beneficiari).

Appunti di Economia aziendale 41


IMPRESE E AZIENDE DI EROGAZIONE

Conclusivamente, il confronto tra le caratteristiche dell’impresa e dell’azienda di erogazione


evidenzia le seguenti principali differenze:

IMPRESA AZIENDA DI EROGAZIONE

❑opera sul mercato ❑ non opera sul mercato

❑soddisfa i bisogni dei consumatori e/o degli ❑soddisfa i bisogni delle persone interne,
utilizzatori che ottengono il bene/servizio dal mediante il consumo, oppure di persone
processo di vendita, pagando un prezzo esterne (beneficiari), mediante l’erogazione

❑persegue il profitto; il suo obiettivo è quello ❑non persegue il profitto; il suo obiettivo è
di rendere quanto più possibile alto il realizzare le finalità istituzionali (soddisfare i
divario tra ricavi e costi (massimizzazione bisogni dei beneficiari o delle persone
del reddito) interne) in condizioni di equilibrio
economico e di efficienza

❑realizza l’equilibrio economico se nel ❑realizza l’equilibrio economico se nel


medio/lungo termine ottiene: medio/lungo termine ottiene:

RICAVI = COSTI + REDDITO CONGRUO PROVENTI = ONERI

Appunti di Economia aziendale 42


Appunti di Economia aziendale 43
Appunti di Economia aziendale 44
L’AZIENDA E LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI UMANI

Questi bisogni
rappresentano la base
della progettazione e
Mediante i beni della vendita dei
CLIENTI e servizi prodotti/servizi
prodotti (marketing aziendale)

Questi bisogni
L’azienda Mediante le rappresentano la base
soddisfa i DIPENDENTI remunerazioni e delle decisioni volte a
bisogni di: le soddisfazioni governare
offerte dai ruoli l’organizzazione delle
organizzativi persone

ALTRI
STAKEHOLDERS Questi bisogni
Mediante il suo costituiscono la base
− capitale proprio
comportamento e delle decisioni volte a
− capitale di credito
− fornitori i suoi risultati fronteggiare le attese
− Stato di tali gruppi di
− Enti pubblici interesse
− ecc

Appunti di Economia aziendale 45


Rappresentazione della gestione e delle funzioni di management

Le relazioni tra le varie funzioni possono essere così


compendiate:

FUNZIONI Produzione, commerciale, finanziaria,


OPERATIVE contabilità e sicurezza
1

Programmazione
FUNZIONI DI
MANAGEMENT 2
Controllo
3
Organizzazione
4
Leadership
5

Appunti di Economia aziendale 46


Appunti di Economia aziendale 47
-è una “variabile causale” che incide sulla “salute dell’azienda” e sui suoi risultati (R. Likert);
-è il detonatore che fa esplodere la soddisfazione e la produttività ovvero è la mala pianta da cui si
distilla il veleno della discordia;
-è il meccanismo che sviluppa o deprime l’intelligenza, la fantasia, la creatività, l’innovazione e
l’energia fisica dei dipendenti;
-se efficace, crea condizioni di struttura e di funzionamento che realizzano il “processo di fusione” tra
gli interessi delle persone e gli interessi dell’azienda;
-se efficace, è una calamita che sviluppa una forza di attrazione trascendente che attira mente, cuore
ed energia fisica dei subordinati soddisfacendo contemporaneamente i bisogni delle persone e gli
interessi aziendali;
-è in questo campo che occorre impegnarsi. Le aziende hanno imparato bene ad applicare le scienze
fisiche e la tecnologia; ma non hanno ancora imparato bene ad utilizzare le moderne scienze sociali e,
in particolare, il modo secondo cui devono essere guidati gli uomini. In questa materia, il management
è modellato su concezioni ormai superate. Ogni manager si reputa un “maestro di leadership” e va
avanti guidato dall’esperienza e, spesso, dalla presunzione. Il manager del futuro imparerà sempre di
più a dirigere secondo regole scientifiche che apprenderà a scuola, all’Università, nelle Management
School. La leadership non è un sistema di qualità posseduto da alcuni individui sin dalla nascita.
Infatti, si può imparare, insegnare e migliorare giorno dopo giorno. Qualità e tratti personali possono
aiutare a diventare un grande leader, ma possono non bastare.

Appunti di Economia aziendale 48


Teorie X e Y di McGregor

Appunti di Economia aziendale 49


Teoria X (McGregor)

Presupposti:
▪ L’uomo medio non ama il lavoro;
▪ ha l’istintiva innata tendenza a far finta di lavorare;
▪ il contenuto del lavoro non è un fattore motivante;
▪ l’individuo medio non è ambizioso;
▪ non aspira ad assumersi responsabilità.

Conseguenze:
I managers che condividono tali postulati basano la loro strategia di gestione del personale sul
controllo “esterno” del comportamento umano:
▪ accentrare il processo decisorio;
▪ programmare in modo dettagliato i compiti dei subordinati;
▪ controllare analiticamente l’esecuzione delle operazioni;
Obiettivo primario di tale gestione è rendere “docile” la natura umana

Appunti di Economia aziendale 50


Teoria Y (McGregor)
Il modello in questione rappresenta lo stadio più avanzato della direzione (modello
partecipativo).
Nuovi postulati:
▪ Il lavoro è un fatto naturale come il riposo e il divertimento;
▪ l’individuo medio non è passivo ed indolente;
▪ se stimolato sa prendersi le sue responsabilità;
▪ capacità di auto-direzione ed auto-controllo;
▪ utilizzo di capacità creative

Conseguenze:

Il capo che si ispira al modello partecipativo deve fare ogni sforzo per sviluppare nel lavoro:
▪ le capacità e le energie intellettuali,
▪ creazione di mansioni che rendano possibile il successo e l’assunzione di responsabilità;
▪ stimolare la reale partecipazione dei subordinati;
▪ gestione delle risorse umane che faccia perno sulle ricompense intrinseche di lavoro.

Appunti di Economia aziendale 51


Appunti di Economia aziendale 52
I SOGGETTI AZIENDALI

Con riferimento alle aziende, è possibile distinguere due soggetti:

E’ la persona o il gruppo di persone o l’ente nel cui


nome l’azienda è esercitata e a cui fanno capo i diritti
SOGGETTO GIURIDICO e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dal
funzionamento dell’azienda. In sostanza, è il titolare
giuridico, il responsabile patrimoniale dell’impresa

E’ colui che di fatto esercita il supremo potere


SOGGETTO ECONOMICO decisionale nell’azienda (è, in pratica, colui che guida
l’azienda)

Il soggetto economico prende le decisioni che avviano le azioni aziendali. E’ colui che agisce.
Il soggetto giuridico è il responsabile delle azioni aziendali. Eventuali cause o citazioni devono
essere presentate al soggetto giuridico.
In alcune situazioni, soggetto giuridico e soggetto economico coincidono, in altre invece c’è una
distinzione tra i due soggetti.

Appunti di Economia aziendale 53


IL SOGGETTO ECONOMICO

E’ la persona o il gruppo di persone (ristretta coalizione di persone) che, di fatto, detiene il


supremo potere volitivo in azienda e determina gli indirizzi di fondo della gestione aziendale.
Più precisamente :
-il soggetto economico prende le decisioni strategiche; decide
-controlla il funzionamento del sistema aziendale
imponendo, mediante l’uso dell’autorità, una gerarchia di coordina
decisioni, di organi e di comando.
In sintesi, il soggetto economico:

Le strategie riguardano le decisioni su:


a) i fini dell’azienda; -scelta del prodotto;
b) gli obiettivi generali; -scelta del mercato;
Prende le decisioni c) le politiche generali
strategiche con le -scelta della tecnologia;
(strategie). -scelta dei fattori di competitività;
quali sono definiti
-scelta dell’uso delle risorse umane e materiali
a disposizione dell’azienda.

• una gerarchia di
Controlla il decisioni;
funzionamento del • una gerarchia di
sistema aziendale organi;
imponendo, mediante • una gerarchia di
l’uso dell’autorità comando.

Appunti di Economia aziendale 54


IL SOGGETTO ECONOMICO

Fini
generali
sono riservate a

SOGGETTO
SOGGETTO DECISIONI ECONOMICO
ECONOMICO Obiettivi e
STRATEGICHE
politiche
sono determinati
generali con

sono determinati
Produzione Vendite Obiettivi e con
Direttore Direttore
politiche Produzione Vendite
DECISIONI
settoriali TATTICHE
sono riservate a
Stab. Stab. Filiale Filiale Obiettivi e sono determinati con
1 2 1 2 politiche DECISIONI
subsettoriali OPERATIVE
Stab. Stab. Filiale Filiale
1 2 1 2

Sistema
aziendale

Appunti di Economia aziendale 55


CARATTERISTICHE DEL SOGGETTO ECONOMICO

Affinché il soggetto economico possa governare stabilmente è necessaria la presenza di tre requisiti:
1) avere la volontà di governare l’azienda;
2) avere le competenze manageriali in ambito di programmazione, controllo, organizzazione e
leadership (stile di direzione)
3) avere il controllo dell’impresa: generalmente, si ha il controllo dell’impresa quando si dispone
della maggioranza del capitale della stessa.
Nelle imprese individuali, il titolare dell’impresa è generalmente l’unico detentore del capitale
aziendale e, conseguentemente, è colui che detiene il controllo dell’impresa.
Nelle società, invece, il capitale è detenuto da molteplici soggetti (soci o azionisti). Avere il
controllo di una società significa avere il controllo dell’assemblea societaria nella quale si
prendono le decisioni strategiche. L’assemblea è costituita dai detentori di capitale sociale
dell’impresa (soci o azionisti).
Il controllo dell’assemblea si ottiene disponendo della maggioranza dei voti; disporre della
maggioranza dei voti non significa avere la maggioranza del capitale sociale (50% + 1 del
capitale sociale). Esistono, infatti, vari fenomeni che, operando a sistema, consentono di
controllare la società con una quota di capitale sociale inferiore al 50%.

Appunti di Economia aziendale 56


Appunti di Economia aziendale 57
CENNI SULLE SOCIETÀ

Art. 2247 c.c. “con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per
l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili”.

con riferimento ad alcune si tratta di imprese che


tipologie di società, è operano sul mercato
anche possibile costituire con l’obiettivo di
società unipersonali ottenere un profitto

Nel momento della costituzione di una società, i soci (o azionisti) conferiscono denaro (o beni)
che nel complesso rappresenta il capitale iniziale della società, denominato “capitale sociale”.
Il capitale sociale è detenuto da tutti i soci (o azionisti) proporzionalmente alle somme che hanno
versato in sede di costituzione dell’azienda.

Se, ad esempio, 5 soci costituiscono una società versando 10.000 ciascuno, la società si costituisce
con un capitale sociale di 50.000 euro.

Appunti di Economia aziendale 58


CLASSIFICAZIONE DELLE SOCIETÀ

Le società si distinguono in 2 categorie:

-società semplice
SOCIETÀ DI PERSONE -società in nome collettivo (s.n.c.)
-società in accomandita semplice (s.a.s.)

-società per azioni (s.p.a.)


SOCIETÀ DI CAPITALI -società in accomandita per azioni (s.a.p.a.)
-società a responsabilità limitata (s.r.l.)

Il capitale sociale delle società per azioni e delle società in accomandita per azioni è suddiviso in
azioni.
Il capitale sociale delle altre società è suddiviso in quote.

Appunti di Economia aziendale 59


ESEMPI

A) I Signori A, B, C e D decidono di costituire una s.n.c., versando € 25.000 ciascuno.


Qual è il capitale sociale della s.n.c.?
Chi è il soggetto economico della s.n.c.?

Appunti di Economia aziendale 60


La s.n.c. nasce con un capitale sociale pari a € 100.000 (€ 25.000  4), suddiviso in 4 quote da
€ 25.000, ciascuna detenuta da 1 socio.

L’assemblea della s.n.c. è costituita dai 4 soci (A, B, C e D); ciascun socio detiene il 25% del
capitale sociale della s.n.c.. Nelle votazioni assembleari, ogni socio “pesa” in misura pari a ¼ ;
non c’è un socio che ha autonomamente il controllo dell’assemblea; il soggetto economico,
pertanto, è rappresentato dall’intero gruppo dei soci della s.n.c..

Appunti di Economia aziendale 61


ESEMPI

B) I Signori H, I, J e K decidono di costituire una s.r.l., effettuando i seguenti conferimenti:


-H versa € 70.000;
-I versa € 10.000;
-J versa € 10.000;
-K versa € 10.000.
Qual è il capitale sociale della s.r.l.?
Chi è il soggetto economico della s.r.l.?

La s.r.l. nasce con un capitale sociale pari a € 100.000 pari alla somma dei conferimenti.

L’assemblea della s.r.l. è costituita dai 4 soci (H, I, J e K). Nelle votazioni assembleari, ogni socio
“pesa” in misura proporzionale ai propri conferimenti: H=70%; I=10%, J=10%; K=10%).

Ne deriva che il socio H detiene il controllo dell’assemblea e pertanto può essere considerato il
soggetto economico della s.r.l. (se ha anche la volontà e le competenze manageriali).

Appunti di Economia aziendale 62


ESEMPI

C) I Signori X, Y e Z decidono di costituire una s.p.a., effettuando i seguenti conferimenti:


-X conferisce il 60% del capitale sociale, acquistando n. 12.000 azioni;
-Y conferisce il 20% del capitale sociale, acquistando n. 4.000 azioni;
-Z conferisce il 20% del capitale sociale, acquistando n. 4.000 azioni.
totale n. 20.000 azioni
Le azioni hanno un valore nominale unitario di € 10 e sono emesse a un prezzo unitario di € 10.
Qual è il capitale sociale della s.p.a.?
Chi è il soggetto economico della s.p.a.?

La s.p.a.. nasce con un capitale sociale suddiviso in 20.000 azioni pari a € 200.000:

C.S. = n° azioni  valore nominale unitario

C.S. = 20.000  10 = 200.000 euro

Appunti di Economia aziendale 63


Il capitale sociale è detenuto dai 3 azionisti, in base ai conferimenti da loro effettuati:

Socio X = 60%CS = 120.000 euro

€ 200.000 Socio Y = 20%CS = 40.000 euro

Socio Z = 20%CS = 40.000 euro

L’azionista X è colui che detiene la maggioranza del capitale sociale e, pertanto, ha il potere
decisionale in assemblea (anche nell’ipotesi in cui gli altri due soci si alleassero, il signor X
riuscirebbe comunque ad avere il controllo assembleare con un peso superiore a quello degli 2
soci, pari al 40%).
Il socio X, quindi, può essere considerato il soggetto economico della s.p.a. (se ha anche la
volontà e le competenze necessarie).

Appunti di Economia aziendale 64


IL SOGGETTO GIURIDICO

E’ la persona o il gruppo di persone o l’ente nel cui nome l’azienda è esercitata e a cui fanno
capo i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dal funzionamento dell’azienda.

PERSONA Essere vivente.


FISICA Es.: Signor Rossi
SOGGETTO
GIURIDICO

PERSONA Ente astratto che


GIURIDICA nasce in forza di
legge. Es.: S.p.A.

Appunti di Economia aziendale 65


PERSONA FISICA

La persona fisica è un “essere vivente”. Affinché una persona possa essere soggetto giuridico è
necessario che sia dotata di “capacità giuridica”.

CAPACITÀ GIURIDICA Attitudine ad essere titolari di diritti e obblighi

Ai sensi dell’articolo 1 del codice civile, la persona fisica acquista la capacità giuridica al momento
della nascita.
Chiunque nasce vivo, pertanto, può essere soggetto giuridico, vale a dire può essere il responsabile
patrimoniale di un’attività imprenditoriale (anche un neonato, un minorenne o un maggiorenne).

Oltre alla capacità giuridica, il nostro ordinamento definisce anche la “capacità di agire”:

Attitudine a costituire, modificare, estinguere rapporti


CAPACITÀ DI AGIRE giuridici, vale a dire capacità di compiere atti giuridici

Appunti di Economia aziendale 66


PERSONA FISICA

L’articolo 2 del codice civile afferma che la capacità d’agire si acquisisce con il diciottesimo anno
di età.
Se la persona fisica è dotata di capacità d’agire (maggiorenne*), può compiere atti giuridici e,
pertanto, può agire autonomamente per tutelare i propri diritti e assolvere i propri doveri.
Il soggetto giuridico dotato di capacità di agire può anche essere soggetto economico.
Se, invece, la persona fisica non ha capacità d’agire (minorenne*), non può compiere direttamente
gli atti imprenditoriali; sarà un tutore a svolgere per suo conto l’attività imprenditoriale, pur
rimanendo lui il titolare giuridico dell’azienda.
Il soggetto giuridico non dotato di capacità di agire non è anche soggetto economico (il soggetto
economico è rappresentato dal tutore).

MAGGIORENNE Soggetto giuridico che esercita direttamente l’attività aziendale

Soggetto giuridico che non esercita l’attività aziendale; agisce


MINORENNE
per suo conto un tutore (generalmente il genitore)

*E’ doveroso precisare che il nostro ordinamento giuridico prevede, inoltre, situazioni particolari: maggiorenni con
capacità di agire limitata o senza capacità di agire (artt. 414, 415 c.c.), minorenni emancipati con capacità d’agire parziale o
totale (artt.390, 397 c.c.)
Appunti di Economia aziendale 67
SOGGETTO GIURIDICO: PERSONA GIURIDICA

Art.11 c.c.
PERSONE Enti pubblici
GIURIDICHE
PUBBLICHE

PERSONA
GIURIDICA

Artt. 13-35 c.c.


PERSONE - associazioni
GIURIDICHE - fondazioni
PRIVATE - società commerciali

Ente astratto
che nasce in
forza di legge

Appunti di Economia aziendale 68


LE PERSONE GIURIDICHE PUBBLICHE

Le persone giuridiche pubbliche nascono con una legge o provvedimento speciale per realizzare
obiettivi di interesse generale (non perseguono generalmente il profitto).

Classificazione delle persone giuridiche pubbliche.

a) ENTI PUBBLICI TERRITORIALI : Stato, Regione, Provincia, Comune.

b) ENTI PUBBLICI ECONOMICI: Istituto per il credito sportivo.

c) ENTI PUBBLICI ISTITUZIONALI: ad esempio l’INAIL, l’INPS, le università, la Croce


Rossa, il CNR, l’ACI, il CONI.

Gli enti pubblici sono i soggetti giuridici e quindi sono loro i responsabili delle azioni compiute
dai propri dirigenti/dipendenti (es. causa contro una ASL per un errore commesso da un medico,
causa contro l’INPS per un errore commesso da un proprio dipendente, ecc.)

Appunti di Economia aziendale 69


LE PERSONE GIURIDICHE PRIVATE

Secondo gli artt.13 e segg. c.c. sono rappresentate da:

•associazioni
aziende di erogazione
•fondazioni

•società commerciali con personalità giuridica imprese

ASSOCIAZIONI:
sono costituite da un complesso di persone che si uniscono per realizzare finalità private non
lucrative (es.: un circolo sportivo, un’associazione ricreativa, un’associazione di beneficenza).

FONDAZIONI:
sono costituite da un patrimonio fruttifero che, per donazione o per testamento, è permanentemente
vincolato al raggiungimento di finalità private non lucrative (es.: fondazione che finanzia la ricerca
scientifica, istituzione di assistenza e beneficenza, fondazione che finanzia l’istruzione).

La personalità giuridica delle associazioni e delle fondazioni nasce con l’iscrizione delle stesse nel
Registro delle persone giuridiche dopo opportuni controlli di legittimità e di merito effettuati dalla
Prefettura. Prima dell’iscrizione nel Registro la responsabilità è di coloro che agiscono (fondatori).
Appunti di Economia aziendale 70
LE SOCIETÀ COMMERCIALI CON PERSONALITÀ GIURIDICA

Occorrono quattro condizioni per la costituzione di società commerciali con personalità giuridica.

I CONDIZIONE: manifestazione di volontà tramite la stipulazione dell’atto costitutivo.


L’atto costitutivo è rappresentato dal contratto di società.
Art.2247 c.c.:
con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di
un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili.
•Si tratta di imprese.
•Si persegue lo scopo di lucro.

II CONDIZIONE: l’azienda deve svolgere attività commerciale.


L’art.2195 c.c. definisce l’attività commerciale come:
•attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
•attività intermediaria nella circolazione dei beni;
•attività di trasporto per terra, per acqua, per aria;
•attività bancaria o assicurativa;
•altre attività ausiliarie delle precedenti (es. attività di mediazione).

Appunti di Economia aziendale 71


LE SOCIETÀ COMMERCIALI CON PERSONALITÀ GIURIDICA

III CONDIZIONE: la società deve assumere una delle seguenti forme giuridiche:
➢S.p.A.  società per azioni;
➢S.r.l.  società a responsabilità limitata;
➢S.a.p.a.  società in accomandita per azioni;
➢Società cooperative.
Non possono essere persone giuridiche le società di persone (società in nome collettivo, società in
accomandita semplice) nelle quali il soggetto giuridico è rappresentato dagli stessi soci.
Nelle società di capitali vi è una netta distinzione tra società e azionisti a livello giuridico e
patrimoniale.

IV CONDIZIONE: iscrizione della società presso il Registro delle imprese:

L’atto costitutivo deve essere Dal momento


depositato, entro venti giorni, dell’iscrizione la società
presso l’ufficio di registro delle acquisisce personalità
imprese, il quale si trova presso giuridica (art.2331 c.c.) e
le camere di commercio (L.590 diventa soggetto giuridico.
del 29/12/93).

Appunti di Economia aziendale 72


CONFRONTO TRA SOGGETTO GIURIDICO E SOGGETTO ECONOMICO

Con la nascita delle persone giuridiche si attua un processo di netta distinzione tra il responsabile
giuridico dell’azienda (associazione, fondazione o società commerciale) e coloro che guidano e
agiscono nell’azienda.
La persona fisica che è soggetto giuridico può essere anche soggetto economico se ha la capacità di
agire.
La persona giuridica non può mai avere la capacità di agire. Ne deriva che la persona giuridica può
essere soggetto giuridico, ma mai soggetto economico.
Si assiste, pertanto, a una netta separazione tra i soggetti aziendali.

Persona fisica
Ente pubblico
SOGGETTO GIURIDICO
Associazione
Persona giuridica
Fondazione
Società commerciale

E’ sempre una La persona o le persone


SOGGETTO ECONOMICO
persona fisica fisiche che guidano l’impresa

Appunti di Economia aziendale 73


ESEMPI

A) La ditta individuale Rossi Mario produce porte in legno. L’impresa è gestita dal Signor Mario Rossi che
si fa aiutare da due operai (signor Verdi e signor Bianchi).
Chi è il soggetto giuridico? Il soggetto giuridico è il signor Mario Rossi, titolare della ditta.
Chi è il soggetto economico? Il soggetto economico è il signor Mario Rossi che gestisce l’impresa.

B) “BRV” s.n.c. è un’impresa che produce porte in legno. La compagine societaria è composta da tre soci:
-Luca Bianchi, che detiene il 40% del capitale sociale e che partecipa attivamente alla gestione dell’impresa
-Mario Rossi, che detiene il 40% del capitale sociale e che partecipa attivamente alla gestione dell’impresa
-Antonio Verdi, che detiene il 20% del capitale sociale e che non partecipa alla gestione dell’impresa

Chi è il soggetto giuridico?  Il soggetto giuridico è costituito dai tre soci (Bianchi, Rossi e Verdi),
che, in una società di persone, rispondono giuridicamente, con il
proprio patrimonio personale, dei diritti e dei doveri scaturiti
dall’attività aziendale. Non c’è separazione tra il patrimonio
dell’azienda e quello dei soci (autonomia patrimoniale imperfetta).
Chi è il soggetto economico?  Il soggetto economico è probabilmente rappresentato dai due soci che
partecipano alla vita aziendale (Bianchi e Rossi) e che detengono la
maggioranza del capitale sociale.

Appunti di Economia aziendale 74


ESEMPI

C) “BRV” s.r.l. è un’impresa che produce produce porte in legno. La compagine societaria è composta
da tre soci:
-Luca Bianchi, che detiene il 40% del capitale sociale e che partecipa attivamente alla gestione
dell’impresa
-Mario Rossi, che detiene il 40% del capitale sociale e che partecipa attivamente alla gestione
dell’impresa
-Antonio Verdi, che detiene il 20% del capitale sociale e che non partecipa alla gestione dell’impresa

Chi è il soggetto giuridico? Il soggetto giuridico è costituito dalla s.r.l.. C’è una netta distinzione
tra i patrimoni dei soci e il patrimonio della società (autonomia
patrimoniale perfetta).

Chi è il soggetto economico? Il soggetto economico è probabilmente rappresentato dai due soci
che hanno la maggioranza del capitale sociale e che partecipano alla
vita aziendale (Bianchi e Rossi).

Appunti di Economia aziendale 75


IL GRUPPO DI SOCIETÀ

complesso di società aventi distinti soggetti giuridici


(generalmente il gruppo si costituisce con società di
GRUPPO DI SOCIETÀ capitali), ma un unico soggetto economico, che elabora
le strategie aziendali e controlla il funzionamento del
complesso delle società

H S.p.A.
Il gruppo rappresentato è composto da 6
società per azioni: H, A, B, C, M ed N. 52%
78%
72%
Nel gruppo ci sono 6 soggetti giuridici
(ogni S.p.A. è un soggetto giuridico) A
ma un unico soggetto economico che S.p.A
B C
.
risiede nella società H, denominata 80% 20%
S.p.A. S.p.A.
capogruppo o holding. 55%

M 25%
N
S.p.A S.p.A
. .

Appunti di Economia aziendale 76


IL GRUPPO DI SOCIETÀ

Nella situazione rappresentata, la holding H S.p.A.:


-controlla le società A, B e C direttamente (mediante l’acquisto di azioni del loro capitale sociale)
-controlla le società M ed N indirettamente, per il tramite delle sue controllate A, B e C.

La holding può essere di due tipologie:

la honding è pura se svolge solo attività finanziaria; è una


PURA scatola vuota che gestisce titoli. Nel suo stato patrimoniale ci
sono solo voci finanziarie (crediti, debiti, partecipazioni, ecc.)

la honding è mista se svolge oltre all’attività finanziaria anche


una propria attività operativa. Nel suo stato patrimoniale ci
MISTA sono oltre alle voci finanziarie (crediti, debiti, partecipazioni,
ecc.) anche voci che connotano la presenza di un’attività
operativa (macchinari, merci, ecc.)

Appunti di Economia aziendale 77


ESEMPIO

Le società H, A e B – operanti nel settore immobiliare – presentano al 31/12/n i seguenti stati


patrimoniali:

Stato Patrimoniale “H”


La società H studia una strategia finalizzata
Cassa 1.000 CN 10.000
ad ottenere il controllo delle società A e B.
Immobili 9.000
La società H decide infatti di acquistare
Totale 10.000 Totale 10.000
l’80% del capitale della società A per € 800.
Non avendo più disponibilità liquide
Stato Patrimoniale “A” sufficienti all’acquisizione di B, ordina alla
Cassa 1.000 Debiti 1.000
società A (diventata una società controllata
da H) di acquistare il 60% del capitale della
Immobili 1.000 CN 1.000 società B, per € 600 (H – dopo l’acquisizione
Totale 2.000 Totale 2.000 di A – non ha liquidità sufficienti per
acquisire B, dovrebbe chiedere un prestito a
terzi).
Stato Patrimoniale “B”
Gli stati patrimoniali della società H ed A si
Immobili 1.000 CN 1.000 modificano come segue 
Totale 1.000 Totale 1.000

Appunti di Economia aziendale 78


Stato patrimoniale prima Stato patrimoniale dopo
dell’operazione di aggregazione: dell’operazione di aggregazione:

Stato Patrimoniale “H” Stato Patrimoniale “H”


Cassa 1.000 CN 10.000 Cassa 200 CN 10.000
H acquista l’80%
Immobili 9.000 del capitale di A Part. in A 800
Immobili 9.000
Totale 10.000 Totale 10.000 Totale 10.000 Totale 10.000

Stato Patrimoniale “A” Stato Patrimoniale “A”


Cassa 1.000 Debiti 1.000 A acquista il 60% Cassa 400 Debiti 1.000
Immobili 1.000 CN 1.000 del capitale di B
Part. in B 600
Immobili 1.000 CN 1.000
Totale 2.000 Totale 2.000 Totale 2.000 Totale 2.000

Stato Patrimoniale “B” Stato Patrimoniale “B”


Immobili 1.000 CN 1.000 Immobili 1.000 CN 1.000
Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 1.000

Appunti di Economia aziendale 79


Dopo le operazioni di acquisizione, la situazione delle tre società può essere così articolata:

H S.p.A. A seguito dell’acquisizione, H detiene


l’80% del capitale di A.
H controlla direttamente A.
80%

A A seguito dell’acquisizione, A detiene il


S.p.A. 60% del capitale di B.
60% A controlla direttamente B.
H controlla indirettamente B.
B
S.p.A.

Con un investimento complessivo di € 800 H è riuscita a controllare sia la società A (che ha un


capitale di € 1.000), sia la società B (che ha un capitale di € 1.000).

Appunti di Economia aziendale 80


Appunti di Economia aziendale 81
Appunti di Economia aziendale 82
STRATEGIE DI SVILUPPO CHE PORTANO ALLA CREAZIONE DI UN GRUPPO

Le strategie di sviluppo che portano alla creazione di un gruppo di società possono essere di 4 tipi:
1) Sviluppo verticale;
2) Sviluppo orizzontale;
3) Sviluppo diversificato;

Sviluppo verticale
L’impresa X crea o acquista società che producono beni/servizi che stanno a monte e a valle
delle attività operative effettuate (produzioni allestite) dalla stessa società X. Praticamente la
società X acquista o crea ex novo le aziende che sono direttamente connesse con la propria
Attività, per cui controlla sia gli approvvigionamenti, sia le vendite.

Pozzi di petrolio + estrazione A. Ferro Carbone

Settore Settore
petrolifero Raffinazione Ghisa Laminati
X

Distribuzione prodotti petroliferi Acciaio


B

Appunti di Economia aziendale 83


Sviluppo Orizzontale
L’impresa X acquista o crea imprese che producono lo stesso bene, restando nello stesso settore. La
strategia è utile per conquistare alte quote di mercato, che possono creare situazioni di monopolio,
che risultino utili all’azienda. I beni sono differenziati tecnicamente o soltanto mediante politiche di
marketing. Nell’esempio un caso di sviluppo orizzontale di un gruppo leader nella produzione di
occhiali: il gruppo Luxottica.

Appunti di Economia aziendale 84


Appunti di Economia aziendale 85
Una ricerca condotta nel 1929 da Berle e Means, sul tipo di
controllo esistente nelle duecento maggiori società americane,
evidenziò che 88 aziende erano «dominate» unicamente dagli
amministratori; 46 erano soggette al controllo di minoranze
azionarie; in 41 imprese il controllo era esercitato mediante
l’utilizzazione di particolari strumenti giuridici; 10 società erano
controllate da capitalisti detentori di partecipazioni di
maggioranza; 12 risultavano controllate da capitalisti che
possedevano l’intera proprietà; 2 erano sotto amministrazione
giudiziaria. Conseguentemente, solo il 34 per cento delle grandi
«corporation» era controllato dai proprietari.
A. BERLE-G.C. MEANS, Società per azioni e proprietà
privata, op. cit., pagg. 89-111.

Appunti di Economia aziendale 86


Sviluppo Diversificato
L’impresa X acquista entra in settori che non le sono familiari; settori novi; che sono diversi per
tecnologia adoperata e/o per marketing

Nuovi settori

- Non esistono connessioni tecnologiche.


- Non esistono connessioni di marketing -Esistono connessioni tecnologiche
-e/o connessioni di marketing

Sviluppo conglomerale Sviluppo laterale

Appunti di Economia aziendale 87


La General Electric rappresenta il più grande
conglomerato del mondo la capitalizzazione di
borsa supera i 400 miliardi di $.
General Electric

Televisioni /cinema Sistemi elettrici Informatica Ferroviario Finanza

Telecomunicazioni Prodotti per la casa Purificazione acque Settore aerospaziale Armamenti

Immobiliare Turbine Nucleare Ospedaliero Petrolio

Appunti di Economia aziendale 88


Appunti di Economia aziendale 89
ECONOMICITÀ, EFFICIENZA ED EFFICACIA

Le unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere “informano la propria

attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità e sono tenute al

rispetto del vincolo di bilancio, attraverso l’equilibrio di costi e ricavi,

compresi i trasferimenti di risorse finanziarie”(art. 3 D.Lgs. 502/92)

Appunti di Economia aziendale 90


ECONOMICITÀ AZIENDALE

L’economicità è un sistema di criteri mirato a stabilire se un’azienda è

gestita secondo principi di convenienza economica

Appunti di Economia aziendale 91


ECONOMICITÀ AZIENDALE

Economicità
aziendale

Economicità Economicità
di gruppo

Economicità
super-
aziendale

Macro-
economicità

Appunti di Economia aziendale 92


ECONOMICITÀ AZIENDALE

Realizzare
l’equilibrio
economico

Economicità
aziendale

Realizzare
un’adeguata
potenza finanziaria

Appunti di Economia aziendale 93


ECONOMICITÀ AZIENDALE: L’EQUILIBRIO ECONOMICO

Nello imprese si ha equilibrio economico Nello aziende di erogazione si ha equilibrio


quando, nel medio-lungo termine: economico quando, nel medio-lungo termine:
Ricavi = Costi + Reddito congruo Proventi = Oneri

CONTRIBUTI
MERCATO

QUOTE
IMPRESA AZIENDA ASSOCIATIVE
EROGAZIONE
A P V
A P C/ E

C/E C/E

COSTI RICAVI ONERI PROVENTI

REMUNERAZIONE
CAPITALE
N.B. : Non c’è correlazione tra
costi e ricavi come nelle imprese

Appunti di Economia aziendale 94


ECONOMICITÀ AZIENDALE: ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA

È la capacità di soddisfare pienamente, continuamente e convenientemente il


fabbisogno finanziario manifestato dalla gestione nel corso del tempo, dovuto
allo sfasamento tra uscite totali e entrate totali

✓Il fabbisogno finanziario rappresenta il bisogno di denaro necessario per


fronteggiare gli investimenti richiesti dalla gestione.

✓E’ sempre riferito a un preciso momento.

Appunti di Economia aziendale 95


FABBISOGNO FINANZIARIO

Esistono due modalità di calcolo:

METODO METODO
ANALITICO SINTETICO

Si basa sulla differenza tra Si basa sullo Stato


entrate ed uscite per Patrimoniale
operazioni di esercizio

Appunti di Economia aziendale 96


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO ANALITICO

Il fabbisogno finanziario, in base al metodo analitico di misurazione, si determina dalla


differenza tra “uscite per operazioni di esercizio” ed “entrate per operazioni di esercizio”.
Deriva dallo sfasamento temporale esistente tra “uscite per operazioni di esercizio” ed “entrate
per operazioni di esercizio”.

Entrate/ Entrate totali


uscite per
operazioni
di esercizio Uscite totali

0 tx FFk Tempo

Appunti di Economia aziendale 97


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO ANALITICO

USCITE PER OPERAZIONI DI ESERCIZIO:


1. Uscite per costi: remunerazione dei fattori in posizione contrattuale;
2. Uscite per remunerazione del fattore in posizione residuale;
3. Uscite per concessione di crediti di finanziamento a terzi.

ENTRATE PER OPERAZIONI DI ESERCIZIO:


1. Entrate per ricavi;
2. Entrate per riscossione dei crediti di finanziamento concessi a terzi.

Appunti di Economia aziendale 98


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO ANALITICO

Uscite totali in Entrate totali


tk per in tk per
Fabbisogno operazioni di operazioni di
finanziario in tk esercizio nella esercizio nella
fase della fase della
liquidazione riscossione

Se Utot > Etot  fabbisogno finanziario


Se Utot < Etot  autosufficienza finanziaria

Appunti di Economia aziendale 99


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO ANALITICO
Esercizio
01/01/2010 si costituisce l’azienda X con un versamento dei soci in contanti pari
euro 1.000;
02/01/2010 si acquistano merci per euro 500 con pagamento in contanti;
08/04/2010 si vendono merci per euro 650 con riscossione in contanti;
08/05/2010 si stipula e si riscuote un mutuo passivo per euro 500;
09/05/2010 si acquistano macchine per euro 200, di cui:
- euro 100 pagate in contanti;
- euro 100 a 2 mesi tramite la sottoscrizione di cambiali passive;
09/07/2010 si pagano le cambiali relative all’acquisto di macchine effettuato in
data 9/5;
10/07/2010 si concede in contanti un prestito a una società consociata per euro 200;
31/12/2010 si liquidano e si pagano interessi passivi sul capitale preso a prestito per
euro 50 in contanti;
31/12/2010 si riscuote metà del prestito concesso in data 10/07/2002.

Calcolare il fabbisogno finanziario trascurando il fattore tributario (IVA compresa) al


31/12/2010 applicando il metodo analitico.

Appunti di Economia aziendale 100


Soluzione

FF31/12/2002 = 750 – 950 = 200

Appunti di Economia aziendale 101


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

Si utilizza lo Stato Patrimoniale alla data in cui si vuole calcolare il fabbisogno


finanziario e si applica la seguente formula.

FFtk = Invest. netti in attesa di realizzo – Poste rettificative– Riserve – Utili

dove:

INVESTIMENTI IN ATTESA DI REALIZZO


Sono pari al valore degli investimenti complessivi al netto di quelli già realizzati (già trasformati
in denaro).
Gli investimenti in attesa di realizzo si determinano dalla differenza tra investimenti totali (totale
dare di S.P.) e liquidità.

Appunti di Economia aziendale 102


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

POSTE RETTIFICATIVE
Comprendono i fondi rettificativi e i risconti passivi.
a) Fondi rettificativi
Sono fondi inseriti nell’avere dello Stato Patrimoniale, ma non rappresentanti né capitale proprio, né capitale
di credito.
Costituiscono rettifiche (diminuzioni) del valore di alcuni elementi dell’attivo di Stato Patrimoniale.
Comprendono i fondi svalutazione e i fondi ammortamento.
Es. Fondo svalutazione crediti
Credito verso Rossi = € 100
Svalutazione probabile del credito verso Rossi = € 50
La società crede di poter incassare dal signor Rossi solo 50 euro.

Stato Patrimoniale 31/12/n

Crediti vs Rossi 100 F.do svalutazione crediti 50 Il credito verso Rossi = € 50

Appunti di Economia aziendale 103


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

Fondi ammortamento: riguardano i beni pluriennali, beni che sono utilizzati dall’azienda in molteplici
esercizi.
Con il passare del tempo, i beni pluriennali subiscono un deprezzamento dovuto al logorio fisico
(consumo fisico del bene) e al logorio tecnologico (obsolescenza del bene); il deprezzamento è
denominato ammortamento.
Il Fondo ammortamento rappresenta la perdita complessiva del valore del bene a causa del
deprezzamento subito nel corso degli anni.
Es. Fondo ammortamento impianti
Costo iniziale degli impianti = € 1.000
Fondo ammortamento impianti = € 300
La società ha impianti del valore di € 700.

Stato Patrimoniale 31/12/n

Impianti 1.000 F.do amm.to impianti 300 Gli impianti hanno un valore di € 700

Appunti di Economia aziendale 104


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

I fondi svalutazione (crediti, merci, titoli, ecc.) e i fondi ammortamento compaiono in contabilità e
nello stato patrimoniale di diretta derivazione contabile, ma non figurano nello stato patrimoniale
“ufficiale” che compone il bilancio di esercizio. Nel bilancio di esercizio, infatti, i fondi rettificativi
sono direttamente sottratti al valore contabile dei beni a cui si riferiscono.

N.B.:
Stato Patrimoniale 31/12/n
il dettaglio dei fondi
Crediti verso Rossi 50
rettificativi è
Impianti 700 comunque riportato in
Nota Integrativa.

Risconti passivi

Rappresentano voci rettificative, che riguardano ricavi con manifestazione numeraria anticipata.
Compaiono in contabilità e nello stato patrimoniale “ufficiale”.

Appunti di Economia aziendale 105


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

Stato Patrimoniale al 31/12/n

Cassa Mutui passivi


Debiti
Banca
F.do svalut. crediti
Crediti F.di di
F.do amm.to macc.
Investim. Ratei attivi rettifica
Risconti passivi
in attesa di Merci
realizzo Ratei passivi
Macchinari Capitale sociale
Riserve
Utile da accantonare

Da quanto detto si evince che alternativamente alla formula vista in precedenza il fabbisogno
finanziario può essere calcolato anche nel modo seguente:

FFtk = Capitale sociale + Debiti – Liquidità

Appunti di Economia aziendale 106


CALCOLO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO: METODO SINTETICO

Con riferimento all’esempio numerico proposto per la determinazione del fabbisogno


finanziario con il metodo analitico, la rilevazione contabile delle operazioni di gestione descritte
conduce alla seguente situazione patrimoniale.

Stato Patrimoniale31/12/2002

Cassa 1.300 Mutui passivi 500


Macchine 200 Capitale sociale 1.000

Crediti vs consociate 100 Utile d’esercizio 100

Totale 1.600 Totale 1.600

FF31/12/2002 = Investimenti in attesa di realizzo − Fondi rettificativi − Riserve − Utili(non distribuibili)

FF31/12/2002 = 300 − 0 − 0 − 100 = 200

FF31/12/2002 = Capitale sociale +Capitale di credito − Liquidità

FF31/12/2002 = 1.000 − 500 − 1.300 = 200

Appunti di Economia aziendale 107


Appunti di Economia aziendale 108
EFFICIENZA

Le unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere “informano la propria

attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità e sono tenute al

rispetto del vincolo di bilancio, attraverso l’equilibrio di costi e ricavi,

compresi i trasferimenti di risorse finanziarie”(art. 3 D.Lgs. 502/92)

Appunti di Economia aziendale 109


il livello di economicità +
dipende da
RENDIMENTI

indicatori _
+ + della
efficienza
sono:
ECONOMICITÀ EFFICIENZA

_
_
_
COSTI

Appunti di Economia aziendale 110


Appunti di Economia aziendale 111
RENDIMENTO DELLE MATERIE PRIME

I trimestre anno X (q) II trimestre anno X (q) R


Ferro 240 180 0,83
Acciaio 200 160 0,89

RENDIMENTO DELLA MANO D’OPERA


Per fare un esempio, ipotizziamo di produrre 10.000 bottiglie con 40 ore di manodopera diretta

Rendimento = 10.000 bottiglie /40 h = 250 bottiglie l’ora

Il suddetto coefficiente di rendimento non ha tuttavia alcun significato se è considerato a sé


stante; deve, infatti, essere comparato con altri dati omogenei.
Dalla comparazione si può evincere se il rendimento è maggiore o minore rispetto a periodi
precedenti.

R = 10.000 bottiglie /32 h = 312 bottiglie l’ora

Appunti di Economia aziendale 112


EFFICIENZA

•L’efficienza permette di individuare le cause dell’economicità / non economicità

•Permette di individuare i fenomeni che influiscono sull’economicità / non economicità e


di correggerle in modo da migliorare la situazione dell’azienda

•Gli indicatori di efficienza sono:

➢Rendimenti fisico-tecnici

➢costi

Appunti di Economia aziendale 113


EFFICIENZA

Appunti di Economia aziendale 114


EFFICIENZA: I RENDIMENTI FISICO – TECNICI

•Se i rendimenti fisico – tecnici (o produttività) migliorano, allora generalmente


l’efficienza migliora

R  efficienza
•I rendimenti riguardano:
•I fattori produttivi (es. lavoro, materie, energia…..)
•I processi produttivi (sono una combinazione dei fattori produttivi)
•I rendimenti sono sempre riferiti ad un certo intervallo temporale (es. 1 giorno, 1 anno..)

quantità di prodotto ottenuta o servizi erogati


•Il rendimento fisico – tecnico di un bene = quantità di fattore produttivo (o processo) impiegato

Appunti di Economia aziendale 115


EFFICIENZA: I RENDIMENTI FISICO – TECNICI

Se in un periodo si rileva un incremento del rendimento di un fattore produttivo, si assiste a un


aumento della produttività del fattore a cui il rendimento si riferisce, ma non necessariamente a
un miglioramento dell’efficienza aziendale.

La variazione di un rendimento deve essere, infatti, interpretata a sistema. Occorre analizzare,


oltre alla variazione del rendimento in esame, le seguenti variabili:

-rendimenti degli altri fattori produttivi;

-costo dei fattori produttivi;

-qualità del prodotto/servizio erogato;

-sprechi di input.

In sostanza, devono essere analizzati gli effetti in termini di:

RICAVI

−COSTI

REDDITO

Appunti di Economia aziendale 116


EFFICIENZA: I RENDIMENTI FISICO - TECNICI

Esempio
Marzo Aprile
Totale delle visite 2500 2700
ambulatoriali effettuate
Personale medico 20 20
impiegato nell’attività
ambulatoriale
Rendimento per addetto 2500/20 = 125 2700/20 = 135

Domanda 1: migliora la produttività?


Domanda 2: migliora l’efficienza?
Per rispondere alla seconda domanda bisogna impostare un’analisi a livello di intero sistema
aziendale. Ci si deve chiedere:
1. Cosa succede al rendimento degli altri fattori produttivi?
2. Cosa succede al costo del fattore produttivo esaminato ?
3. Cosa succede alla qualità del servizio erogato?

Appunti di Economia aziendale 117


OGGETTI DI COSTO:

I) sistema aziendale DIR. GENERALE


complessivo

II) sub-sistema aziendale PRODUZIONE VENDITA APPROVVIG.


(produzione, vendita, ecc.)

Stab. Stab. Filiale Filiale


III) livello più specifico: 1 2 1 2
• stabilimento/filiale;

• processo produttivo; Filatura Tessitura Colorazione Magazzinaggio


Prodotto
A

Prodotto
B
• prodotto beni prodotti che
stanno in magazzino Prodotto
C

Appunti di Economia aziendale 118


EFFICIENZA: COSTI

In generale, se i costi aumentano, l’efficienza diminuisce

C  efficienza
•I costi possono essere riferiti e controllati a livello di:
➢Intero sistema aziendale
➢Sub-sistema aziendale
➢Livello specifico (che può essere un):
✓reparto
✓processo
✓Prodotto/servizio
•Questi (l’intero sistema aziendale, il sub-sistema aziendale e il livello specifico) sono
OGGETTO DI COSTO.
•Gli oggetti di costo diventano CENTRI DI COSTO se esiste un responsabile dell’oggetto di
costo. Es: l’erogazione di un servizio ambulatoriale ortopedico è oggetto di costo. Questo
diventa centro di costo qualora a capo dell’ambulatorio vi è un responsabile

Appunti di Economia aziendale 119


EFFICIENZA: CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

CLASSIFICAZIONE DEI COSTI:


1. In rapporto all’attività produttiva/erogativa i costi si distinguono in:
• Costi fissi: non variano al variare dell’attività produttiva/erogativa
• Costi variabili: variano più o meno proporzionalmente al variare
dell’attività produttiva/erogativa
2. In rapporto all’imputazione all’oggetto di costo. Abbiamo:
• Costi diretti: sono direttamente ed obiettivamente imputabili
all’oggetto/centro di costo. Si imputano in base alla quantità di fattore di
produzione impiegato
• Costi indiretti: sono indirettamente e soggettivamente imputabili
all’oggetto/centro di costo. Questo perché:
➢ Non si può calcolare la quantità di fattore produttivo utilizzata (per
quell’oggetto di costo)
oppure
➢ Non conviene economicamente calcolare la quantità imputabile
all’oggetto di costo

Appunti di Economia aziendale 120


COSTI DIRETTI (O SPECIALI)
COSTI

COSTI INDIRETTI (O COMUNI)

Appunti di Economia aziendale 121


* Si ipotizzi che non esista un contatore all’ingresso dei Reparti e che sia stato installato un solo contatore per
l’intera azienda.
** Parametro di imputazione prescelto: costo/quantità materie utilizzate nei due reparti.
*** Parametro di imputazione prescelto: costo lavoro industriale relativo ai due reparti.
Appunti di Economia aziendale 122
Reparto A Reparto B
Lavoro industriale 80 Lavoro industriale 20
Materie 1.000 Materie 1.000
Energia 50 Energia 50
Personale amministrativo 80 Personale amministrativo 20
Costi complessivi 1.210 Costi complessivi 1.090

Appunti di Economia aziendale 123


EFFICIENZA: CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

Esempio

Costo dell’energia elettrica

Può essere un costo diretto qualora l’azienda possieda un contatore per ogni oggetto di
costo.

Può essere un costo indiretto qualora l’azienda non possieda un contatore specifico per ogni
oggetto di costo.

In questa ultima ipotesi (assenza di contatori specifici), al fine di imputare il costo ai vari
oggetti di costo, occorre definire un criterio di imputazione.

Non esiste un criterio “giusto”, i criteri corretti possono essere molteplici; è necessario
selezionare un criterio “ragionevole” e “razionale”.

Energia elettrica indiretta = f(numero di output realizzato);

Energia elettrica indiretta = f(numero dipendenti);

Energia elettrica indiretta = f(mq superficie).

Appunti di Economia aziendale 124


EFFICIENZA: IL BREAK EVEN POINT

Nell’ambito dello studio del comportamento dei costi aziendali al variare del volume
dell’attività produttiva/erogativa, in un’impresa (azienda orientata al profitto) è utile
calcolare il cosiddetto “punto di rottura” o break even point (BEP).

Il BEP indica la quantità di produzione che permette di ottenere un’eguaglianza tra ricavi
totali e costi totali; per tale motivo, il BEP è anche denominato punto di pareggio.

In un’impresa i ricavi possono essere espressi mediante la seguente formula e


rappresentato dal seguente grafico:

RT RT

Ricavi totali = prezzo × quantità


2p
RT = p × Q
p

1 2 Q

Appunti di Economia aziendale 125


EFFICIENZA: IL BREAK EVEN POINT

In un’impresa i ricavi possono essere espressi mediante la seguente formula:

COSTI TOTALI = COSTI FISSI + COSTI VARIABILI variano al variare della


quantità prodotta/erogata
COSTI TOTALI = COSTI FISSI + costo variabile unitario × quantità

CT = CF + cvu × Q

CF

CT CT
CF
CV
1 2 Q

CV CV CF

2 cvu
cvu Q

1 2 Q

Appunti di Economia aziendale 126


EFFICIENZA: IL BREAK EVEN POINT

Accorpando i grafici relativi ai ricavi totali e ai costi totali è possibile individuare il BEP.

RT
RT/CT

CT

area delle perdite


area del profitto

Q* Q

indica la quantità a partire dalla quale l’azienda inizierà a ottenere utili

Appunti di Economia aziendale 127


EFFICIENZA: IL BREAK EVEN POINT

Mancano le formule

Appunti di Economia aziendale 128


Secondo il CLARK i costi possono essere distinti in tre categorie:

Costi fissi (fitti passivi, costo di


COSTI  immobilizzazioni tecniche, canoni di
assicurazione, ecc.)

Costi variabili in misura proporzionale


COSTI  al volume dell’attività aziendale (costi
di materie, materiali, energia, lavoro,
ecc.)

Costi variabili in misura più che


COSTI  proporzionale al volume dell’attività
aziendale (costi di vendita e di
marketing)

Esaminiamo, a questo punto, l’incidenza del costo dei fattori ,  e  sul costo medio al
variare del volume di attività dell’azienda (Q). Con tale indagine si rileva l’andamento della
“produttività economica” dei fattori ,  e .

Il concetto di produttività economica non deve essere confuso con quello di “produttività fisico –
tecnica” che abbiamo studiato quando abbiamo analizzato i rendimenti.
Appunti di Economia aziendale 129
Vediamo come variano i costi sopra elencati al variare del volume di attività dell’azienda.

COSTI COSTI MEDI COSTI


Q   
TOTALI UNITARI DIFFER.
0 10 − − 10 − −
1 10 1 2 13 13 3
2 10 2 6 18 9 5
3 10 3 11 24 8 6
4 10 4 18 32 8 8
5 10 5 35 50 10 18

      
Q  + +  = COSTO MEDIO
Q Q Q Q Q Q
0 − − − −
1 10 1 2 13 Costo medio se produco 1 unità
2 5 1 3 9 Costo medio se produco 2 unità
3 3,33 1 3,66 8 Costo medio se produco 3 unità
4 2,50 1 4,5 8 Costo medio se produco 4 unità
5 2 1 7 10 Costo medio se produco 5 unità

Appunti di Economia aziendale 130



= incidenza dei costi di tipo  per unità di prodotto: è crescente con l’aumentare del volume dell’attività aziendale
Q

INCIDENZA PRODUTTIVITA’
DECRESCENTE CRESCENTE


= incidenza dei costi di tipo  per unità di prodotto: è costante con l’aumentare del volume dell’attività aziendale
Q

INCIDENZA PRODUTTIVITA’
COSTANTE COSTANTE

Appunti di Economia aziendale 131



= incidenza dei costi di tipo  per unità di prodotto: è decrescente con l’aumentare del volume dell’attività
Q
aziendale

INCIDENZA PRODUTTIVITA’
CRESCENTE DECRESCENTE

Riassumendo:

L’INCIDENZA dei costi  DECRESCENTE 



,  e  sul costo medio COSTANTE 
è rispettivamente
 CRESCENTE  

 CRESCENTE 
La PRODUTTIVITÀ 
economica è COSTANTE  
rispettivamente  DECRESCENTE  

Appunti di Economia aziendale 132


60

50

Costi beta

40
Costi alfa

Costi gamma

30
Costi

Costi totali

Costi medi
20
Costi marginali

10

0 1 2 3 4 5

Quantità

Appunti di Economia aziendale 133


DIRECT COSTING*
A (esistono due versioni di direct
costing)
Esistono due
tecniche
fondamentali di
controllo dei costi
CONFIGURAZIONI DI
B COSTO**
Che possono giungere sino al
“full cost”***

* Il direct costing – nella sua versione di base - considera solo i costi diretti. Si ferma cioè ad analizzare solo i costi diretti.
** Le configurazioni di costo (o figure di costo) sono utilizzate soprattutto in riferimento al controllo dei costi di prodotto. Considerano
sia i costi diretti che i costi indiretti.
*** Full cost = costo pieno = costi diretti + costi indiretti.

Appunti di Economia aziendale 134


EFFICIENZA: COSTI

CONTROLLO DEI COSTI A LIVELLI DI SUB-SISTEMA E SPECIFICO


Esistono vari tipi di tecniche di controllo
1) DIRECT COSTING: serve per il controllo a livello di sub-sistema oppure a livello più specifico
(reparto, processo, servizio,prodotto…). Ne esistono due versioni e per ogni sub- sistema o livello
specifico, si fanno i seguenti calcoli:

II Versione I Versione

Ricavi Ricavi

- costi diretti variabili - costi diretti variabili

MARGINE LORDO MARGINE LORDO

- costi indiretti variabili - costi diretti fissi

MARGINE SPECIFICO DI MARGINE SPECIFICO DI


CONTRIBUZIONE CONTRIBUZIONE
- costi fissi (diretti e indiretti) - costi indiretti (variabili e fissi)

Risultato Risultato

Appunti di Economia aziendale 135


Appunti di Economia aziendale 136
DIRECT COSTING: ESEMPIO

Azienda ospedaliera  L’ azienda ospedaliera  è composta da due reparti: reparto  e


reparto .
Ricavi = 1.000.000
I costi comuni sono ripartiti in base ai seguenti criteri di
Costi diretti = 600.000
imputazione:
-Personale: 300.000
-Personale comune: imputato in proporzione al personale diretto
-Materie: 180.000
-Materie comuni: imputate in proporzione alle materie dirette
-Canoni specifici: 50.000
-Energia e altri costi indiretti: imputati in proporzione ai ricavi
-Altri costi diretti: 70.000
Costi indiretti = 400.000
Le voci “altri costi diretti” e “altri costi indiretti” rappresentano
-Personale comune: 90.000 costi di tipo variabile
-Materie comuni: 30.000
-Energia: 100.000
-Altri costi indiretti: 180.000

Appunti di Economia aziendale 137


DIRECT COSTING: ESEMPIO

Azienda ospedaliera  Reparto  Reparto 


Ricavi = 1.000.000 Ricavi = 700.000 Ricavi = 300.000
Costi diretti = 600.000 Costi diretti = 400.000 Costi diretti = 200.000
-Personale: 300.000 -Personale: 200.000 -Personale: 100.000
-Materie: 180.000 -Materie: 120.000 -Materie: 60.000
-Canoni specifici: 50.000 -Canoni specifici: 30.000 -Canoni specifici: 20.000
-Altri costi diretti: 70.000 -Altri costi diretti: 50.000 -Altri costi diretti: 20.000
Costi indiretti = 400.000 Costi indiretti = 280.000 Costi indiretti = 120.000
-Personale comune: 90.000 -Personale comune: 60.000 -Personale comune: 30.000
-Materie comuni: 30.000 -Materie comuni: 20.000 -Materie comuni: 10.000
-Energia: 100.000 -Energia: 70.000 -Energia: 30.000
-Altri costi indiretti: 180.000 -Altri costi indiretti: 126.000 -Altri costi indiretti: 54.000

Appunti di Economia aziendale 138


DIRECT COSTING: PRIMA VERSIONE

Reparto  Reparto 
Ricavi = 700.000 Ricavi = 300.000
Costi variabili diretti Costi variabili diretti
Materie: 120.000 Materie: 60.000
Altri costi diretti: 50.000 Altri costi diretti: 20.000
Margine lordo = 530.000 Margine lordo = 220.000
Costi variabili indiretti Costi variabili indiretti
Materie comuni: 20.000 Materie comuni: 10.000
Energia 70.000 Energia: 30.000
Altri costi indiretti: 126.000 Altri costi indiretti: 54.000
Margine di contrib. 314.000 Margine di contrib. 126.000
Costi fissi diretti e indiretti Costi fissi diretti e indiretti
Personale: 260.000 Personale: 130.000
Canoni: 30.000 Canoni: 20.000
Risultato economico 24.000 Risultato economico (24.000)

Appunti di Economia aziendale 139


DIRECT COSTING: SECONDA VERSIONE

Reparto  Reparto 
Ricavi = 700.000 Ricavi = 300.000
Costi diretti variabili Costi diretti variabili
Materie: 120.000 Materie: 60.000
Altri costi diretti: 50.000 Altri costi diretti: 20.000
Margine lordo = 530.000 Margine lordo = 220.000
Costi diretti fissi Costi diretti fissi
Personale: 200.000 Personale: 100.000
Canoni specifici: 30.000 Canoni specifici: 20.000
Margine contribuzione = 300.000 Margine contribuzione = 100.000
Costi indiretti fissi e variabili Costi indiretti fissi e variabili
Personale comune: 60.000 Personale comune: 30.000
Materie comuni: 20.000 Materie comuni: 10.000
Energia 70.000 Energia: 30.000
Altri costi indiretti: 126.000 Altri costi indiretti: 54.000
Risultato economico 24.000 Risultato economico (24.000)

Appunti di Economia aziendale 140


Si è ipotizzato che la ripartizione dei costi indiretti sia effettuata in base all’entità dei costi
diretti imputati a ciascun reparto.
Con il calcolo del margine di contribuzione termina l’obiettività ed inizia un esercizio
soggettivo. Infatti, se si utilizza per la ripartizione dei costi indiretti un criterio differente (ad es.
in proporzione ai ricavi, al margine lordo, al margine di contribuzione, al costo del lavoro, al N°
dei dipendenti, ai quintali di materie prime utilizzate nei due reparti, ecc.) i redditi di X e Y
saranno differenti. E differente risulterà il giudizio di efficienza (economicità).
Il DIRECT COSTING termina con la determinazione del margine di contribuzione
specifico.
Se si vogliono considerare TUTTI i costi diretti e indiretti, si perviene al “COSTO PIENO”
e si pratica la tecnica del FULL COSTING (che giunge al reddito). Mentre il DIRECT
COSTING è tendenzialmente obiettivo, il FULL COSTING non è obiettivo, ma basato su ipotesi
soggettive.

Conclusivamente, si ribadisce che l’imputazione dei costi indiretti è comunque soggettiva;


anche i giudizi che si esprimono sull’efficienza dei centri/reparti aziendali sono
conseguentemente soggettivi.

Appunti di Economia aziendale 141


EFFICIENZA: COSTI

2) CONFIGURAZIONE DI COSTO: serve per il controllo dei costi a livello specifico (reparto,
processo, prodotto, servizio…)

Per ogni oggetto di costo (soprattutto a livello di prodotto o servizio) si calcolano le seguenti
configurazioni di costo:
I) COSTO PRIMO = costi materie prime + oneri accessori + manodopera industriale diretta

II) COSTO DI PRODUZIONE = costo primo + altri costi diretti industriali + quota di costi
indiretti industriali (es. ammortamento)

III) COSTO COMPLESSIVO = costo di produzione + una quota dei costi di ricerca e sviluppo,
marketing, amministrazione,….

IV) COSTO ECONOMICO – TECNICO = costo complessivo + oneri figurativi (congrua


remunerazione del capitale investito in quell’oggetto di costo)

Appunti di Economia aziendale 142


CONFIGURAZIONE DI COSTO: ESEMPIO

Costo del servizio alfa erogato da una ASL: Configurazione di costo

Costo materie prime: 10 -materie prime: 10

-oneri accessori: 2
Oneri di acquisto: 2
-manodopera diretta: 20
Personale medico diretto: 20
Costo primo: 32
Personale medico indiretto: 10
-manodopera indiretta: 10
Personale amministrativo: 5
-canoni leasing: 5
Macchinari e impianti (canoni di leasing): 5
Costo di produzione: 47
Costi amministrativi vari: 3
-costi amministrativi: 8
Costi di R&S: 2
-costi di R&S 2
Totale costi: 57 Costo complessivo: 57

Appunti di Economia aziendale 143


EFFICIENZA: COSTI

CONTROLLO DEI COSTI A LIVELLO DI SISTEMA AZIENDALE

In questo caso il controllo è a sistema: non si considerano i costi da soli ma


insieme a ricavi e reddito.

• Per effettuare il controllo si utilizza un conto economico a forma scalare.

• Il conto economico è il documento che accoglie tutti i ricavi e tutti i costi


rilevati dall’azienda, dalla cui differenza scaturisce il risultato economico
di periodo.

• Sulla base dei margini e risultati individuati nel conto economico scalare
si calcolano degli indici (analisi di bilancio) che mettono in evidenza la
redditività dell’azienda e la classificazione dei componenti di reddito
(costi e ricavi) tra le diverse gestioni aziendali (rinvio a pagg. 107-108).

Appunti di Economia aziendale 144


EFFICIENZA = COSTO DELLE RISORSE
OUTPUT
OUTPUT?
N. Prestazioni sanitarie
N. Pazienti partecipanti ad un trattamento
N. Sperimentazioni

Appunti di Economia aziendale 145


Analisi di Efficacia
EFFICACIA = Grado di raggiungimento di un
obiettivo (sia qualitativo che quantitativo)
OBIETTIVO???
N. pazienti dimessi
N. anni di vita salvati
N. giornate di degenza ridotte
Miglioramento della qualità della vita

Appunti di Economia aziendale 146


Appunti di Economia aziendale 147
LE FONTI DI FINANZIAMENTO

La copertura degli investimenti avviene tramite le seguenti fonti di


finanziamento:

✓Capitale sociale

✓Capitale di credito

✓Autofinanziamento

Appunti di Economia aziendale 148


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: CAPITALE SOCIALE

Comprende l’insieme dei


conferimenti apportati dai
Capitale sociale “proprietari” dell’azienda,
in sede di costituzione della
società o di incremento del
suo capitale.

Appunti di Economia aziendale 149


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: CAPITALE DI CREDITO

Debiti di
funzionamento

Capitale di credito Debiti verso i


dipendenti

Debiti di finanziamento

Appunti di Economia aziendale 150


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: CAPITALE DI CREDITO

❑ È il credito concesso dai


fornitori tramite dilazioni di
pagamento

Debiti di ❑ È pronto: viene concesso senza


funzionamento indagini particolari

❑ È elastico

❑ È a breve termine

❑ È molto oneroso

Appunti di Economia aziendale 151


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: CAPITALE DI CREDITO

È rappresentato dal debito per TFR


(Trattamento di fine rapporto).

Le indennità di fine rapporto


Debiti verso i maturano ogni anno, ma vengono
dipendenti corrisposte solo al termine del
rapporto di lavoro (pensionamento,
licenziamento o dimissione).

Annualmente, pertanto, l’azienda


matura un debito verso il proprio
personale dipendente.

Appunti di Economia aziendale 152


IL CAPITALE DI CREDITO: DETERMINAZIONE DEL TFR

Esempio
Determinazione del Trattamento di Fine Rapporto.
Foglio cartaceo excel.

Appunti di Economia aziendale 153


IL CAPITALE DI CREDITO: CENNI AI FONDI PENSIONE

Con l’avvento dei fondi pensione, il TFR sarà progressivamente sostituito da fondi che possono essere gestiti
internamente o esternamente all’impresa.
Il TFR rimane per coloro che sono stati assunti prima dell’entrata in vigore della norma e per coloro che
optano per il sistema tradizionale di determinazione del TFR. Nel tempo, pertanto, la voce è destinata ad
assumere un peso sempre meno rilevante, fino a scomparire.
Le somme che maturano a favore dei lavoratori per indennità di fine rapporto, anziché rimanere a disposizione
dell’azienda, saranno investite in titoli (generalmente privi di rischio) gestiti da un fondo interno o esterno
all’impresa.

TFR tradizionale: Fondo pensione interno:

Stato Patrimoniale 31/12/n Stato Patrimoniale 31/12/n


F.do
TFR 100 Titoli 100 100
pensione

Attualmente, il TFR è un debito che finanzia gli Anche se interno, il fondo è gestito da
investimenti aziendali nel loro complesso. terzi. Il denaro è pertanto investito in
Si tiene una quota liquida per far fronte alle esigenze del titoli e non può essere utilizzato per
turnover, ma la parte più consistente del debito è a lungo finanziare il complesso degli
termine e può essere utilizzata anche per finanziare investimenti aziendali.
l’attivo fisso.

Appunti di Economia aziendale 154


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: CAPITALE DI CREDITO

FINANZIAMENTI
A BREVE TERMINE

Debiti finanziari

FINANZIAMENTI
A LUNGO TERMINE

Finanziamento: operazione di trasferimento di risorse nel tempo, caratterizzata


dall’acquisizione di entrate monetarie nette in una prima fase e dal sostenimento
di uscite monetarie nette in una fase successiva. L’operazione genera un costo
rappresentato dagli oneri finanziari (interessi passivi) che maturano sul prestito.

Appunti di Economia aziendale 155


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: AUTOFINANZIAMENTO

È il processo mediante il quale si finanziano gli investimenti aziendali senza


ricorrere – o ricorrendo in misura minore – al capitale di credito e all’emissione di
azioni (per le aziende sanitarie all’incremento del fondo di dotazione iniziale
mediante contributi in conto capitale).
L’autofinanziamento è l’insieme di risorse monetarie liberate dalla gestione
aziendale in un determinato periodo di tempo.
È un flusso e pertanto è riferito sempre ad un determinato arco temporale.
Per determinare l’autofinanziamento si possono utilizzare due metodi alternativi:
-il metodo globale
-Il metodo analitico
Entrambi i metodi si basano sul confronto tra due situazioni patrimoniali riferite al
periodo di cui si vuole determinare l’autofinanziamento.

Appunti di Economia aziendale 156


LE FONTI DI FINANZIAMENTO: L’AUTOFINANZIAMENTO

METODO GLOBALE

Auto-finanziamento = Investimenti - Capitale sociale - CC

METODO ANALITICO

Auto-finanziamento = Utili + Riserve + Fondi rettificativi

Appunti di Economia aziendale 157


Ciclo di vita del prodotto

Appunti di Economia aziendale 158

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