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Nozione di Unione Europea

Non si ha ancora chiaro cosa sia effettivamente l’Unione Europea dal momento che essa ha delle peculiarità che rende
impossibile la sua assimilazione come un’organizzazione internazionale (anche se è nata come un’organizzazione
internazionale: la stipulazione di un accordo internazionale) né tantomeno ad un modello di unioni di Stati, cioè uno
Stato Federale. Nemmeno gli stessi trattati che hanno caratterizzato il percorso del processo d’integrazione contengono
una nozione di Unione Europea chiara. L’idea di Unione Europea appare già nei Trattati delle Comunità Europee (CECA e
CEE) ma la loro d’idea di Unione Europea è sicuramente diversa dalla nozione di Unione Europea che abbiamo oggi, con
un significato tecnico specifico all’interno del processo d’integrazione europea.
La prima volta che si è utilizzata l’espressione in un testo ufficiale è stato nelle conclusioni di un Vertice di Capi di stato
nel 1972, poi nella relazione del 1974 del Primo Ministro belga Tindemans, a cui seguì poi la “Dichiarazione di Stoccarda”
adottata nel 1983. Invece la prima volta in cui la nozione di Unione Europea è apparsa in un trattato è stato nel 1986
con l’Atto Unico Europeo (AUE), che avrebbe dovuto chiamarsi Trattato sull’Unione Europea, se non fosse per
l’opposizione degli antifederalisti, che ostacolarono tale denominazione. Il trattato di Maastricht (1992), che istituisce
tra le parti un’Unione Europea, rappresentava una tappa verso il rafforzamento del carattere federale dell’Unione.
Carattere federale che non è mai stato raggiunto a pieno a causa dei modi diversi di concepire lo sviluppo
dell’integrazione europea (chi voleva che l’Unione fosse un mero rafforzamento della cooperazione degli Stati e chi,
invece, auspicava la creazione di un Superstato federale europeo). Ciò che è chiaro è che l’Unione non ha come
obbiettivo il raggiungimento di un modello, ma ha seguito e sta seguendo un proprio percorso che è caratterizzato dalla
dialettica tra la volontà degli Stati-membri che non vogliono perdere del tutto la propria sovranità e la volontà delle
Istituzioni che vogliono accentuare il carattere federale dell’Unione, alla ricerca di punti di equilibrio che rischiano di non
diventare mai punti di arrivo. Questo salvaguarda il carattere originale ed evolutivo di quel processo e lascia aperte tutte
le opzioni nell’ingegneria istituzionale che deve marcare, nelle forme via via praticabili, il progresso verso
un’integrazione sempre più spinta; infatti il c.d. funzionalismo (procedere per settori e far crescere per questa via
l’integrazione) non è necessariamente meno integrante di altro, anzi ha consentito risultati più avanzati di quelli
conseguiti in alcuni stati federali.
In sintesi, l’Unione Europea è un ENTE INTERNAZIONALE, dal momento che è un ente istituzionale.
L’Unione è coesistita e poi ha assorbito le 3 Comunità europee. A differenza di quest’ultime, che avevano tre distinti
trattati istitutivi, l’Unione ne ha uno unico: la TUE, dal momento che la TFUE costituisce un mero svolgimento dei
principi e delle regole generali della TUE. Il ruolo politico e legislativo era svolto dal Consiglio e dalla Commissione per
quanto riguarda le Comunità, mentre invece nell’Unione svolgono un ruolo decisivo anche il Consiglio europeo e il
Parlamento Europeo. Là dove la struttura delle Comunità si basava sui tre pilastri, oggi invece l’Unione ha una struttura
unica, seppure articolata al suo interno. Se al tempo l’integrazione era solamente economica, ad oggi si estende a
materie che rientrano nella sfera più tipicamente statale (politica estera, difesa, giustizia, moneta ecc.) con gradi
d’interferenza senza precedenti.
Dunque l’utilizzo di termini volutamente vaghi e la volontà di non racchiudersi in schemi preesistenti o definitivi ha
portato ad un processo dinamico e un’evoluzione continua verso un traguardo indefinito.
Diritto dell’Unione Europea
Il diritto dell’Unione Europea in origine era il diritto delle Comunità europee, ossia lo studio dei loro aspetti giuridico-
istituzionali. Si è poi ampliato nel tempo grazie anche a quelle forme di cooperazione intergovernativa (in materia
politica o materie non ancora sotto la competenza comunitaria), che formalmente si collocavano esternamente alla
comunità, ma che potevano essere ricondotte al processo d’integrazione, in quanto finalizzate agli stessi obiettivi;
queste forme di cooperazione hanno svolto un ruolo funzionale per l’integrazione europea dal momento che hanno
preparato il terreno alla successiva comunitarizzazione delle materie che ne sono oggetto.
In sintesi, di tutte le strutture formali, ad oggi rimane solamente l’Unione Europea, anche se resta la possibilità di
cooperazione tra gli stati membri (formalmente non nel diritto dell’UE).
Il diritto dell’Unione Europea ha piano piano incluso non solo gli sviluppi quantitativi della costruzione comunitaria, ma
anche quelli qualitativi. Esso ha dunque come oggetto, non solo lo studio degli aspetti giuridico-istituzionali ma che lo
studio di tutte le forme e gli strumenti giuridici volti a realizzare il processo d’integrazione europea.
La sua autonomia
Il diritto dell’Unione, ma lo stesso diritto delle Comunità, hanno dovuto rivendicare la loro autonomia sia rispetto al
Diritto internazionale, sia al Diritto degli Stati membri. Le Comunità, inizialmente, venivano assimilate alle organizzazioni
internazionali regionali. Con lo sviluppo del processo d’integrazione tale assimilazione è venuta meno (non solo per
ragioni quantitative e di rilevanza, ma anche per peculiari caratteristiche), soprattutto per quanto riguarda l’Unione.
Unione che infatti si presenta più come un’entità statale che un’organizzazione internazionale (nonostante, come le
organizzazioni, tragga origine da un trattato internazionale e agisca all’interno della comunità internazionale, che al
diritto internazionale resta soggetta). Infatti, l’Unione, non solo ha una struttura giuridico-istituzionale assimilabile a
quella degli Stati, ma ha anche una propria “Costituzione”, ha dei valori e dei principi propri, processi decisionali,
garanzie, e soprattutto il suo diritto ha una vocazione a penetrare la sfera interna degli Stati membri (diretta applicabilità
delle norme europee) e a rivolgersi direttamente ai cittadini degli Stati membri, i quali diventano dei meri mediatori. In
sintesi, il Diritto dell’Unione interferisce ormai con quasi tutte le branche del diritto interno, principi e norme sono
intervenuti o si annunciano in quasi tutti i settori per modificare o sovrapporsi alla normativa nazionale, tanto da parlare
di una europeizzazione delle diverse branche del diritto interno. Anche se solo in parte il diritto europeo regola
autonomamente le materie oggetto di sua competenza, più spesso si limita ad interferire, tant’è che nella maggior parte
dei casi le discipline sono oggetto di una sorta di condominio del diritto europeo e del diritto interno, cio un mix di
regole europee e nazionali. In questi casi non si parla di una nazionalizzazione del diritto europeo, bensì di
un’europeizzazione della disciplina nazionale.
La dottrina e i metodi di studio
L’interesse della dottrina per il Diritto Europeo è un interesse abbastanza recente che può avere come inizio l’entrata in
vigore del Trattato di Maastricht e ancor più dopo l’avvio del progetto di una “Costituzione” europea. Prima di
Maastricht l’attenzione al Diritto Europeo è stata inadeguata mentre, attualmente si è visto un’esplosione d’interesse
per tale materia soprattutto in relazione ai rapporti con i vari diritti interni.
Fonti di informazione
Le principali fonti d’informazione per il diritto dell’UE sono la Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) per la
legislazione, e la Raccolta della giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale dell’Unione per la giurisprudenza.
Ad esse si deve aggiungere la documentazione che in tutta Europa producono gli enti nazionali. Nonostante questo, ci
sono vari problemi di conoscenza delle attività connesse all’UE, che vengono parzialmente colmati dalla stesura di
manuali, compendi, commentari, codici o vari tipi di raccolte sistematiche, spesso aggiornate, volte ad orientare chi
volesse approcciarsi alla conoscenza del diritto dell’Unione.

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