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CAP 9

CONTESTO POLITICO  Plasmato dalla comunicazione PERO il focus dei capitoli precedenti riguardava un cotesto
politico statale; ora ci concentreremo su un contesto INTERSTATALE O INTERNAZIONALE.

NON si parla più di relazioni comunicative “domestiche”  ma di relazioni

1. ELITE – UNIONE EUROPEA


2. TERRORISMO ISLAMICO – COM. DIGITALE

MARIO STOPPINO

Tenta di attuare una analisi avalutativa della violenza, e per attuarla deve sottrarre a tale concetto 2 fattori:

- PREGIUDIZIO DEL CONSERVATORE  La violenza incarna una specie di tabù sociale che porta alla
condanna morale di qualsiasi atto fondato sull’uso di risorse coercitive; diverso però è l’uso della violenza
messa in atto dallo Stato, percepita come legittima.
- PREGIUDIZIO DEL RIBELLE  Esaltazione positiva della violenza, vista come uno strumento attraverso
cui promuovere la rigenerazione sociale; l’impiego della violenza viene usato per svolgere attività politica.

Secondo alcune letterature (sociologiche e politologiche) la violenza è:

DEF. VIOLENZA = INTERVENTO FISICO DI UN INDIVIDUO O GRUPPO VERSO UN INDIVIDUO O GRUPPO


O VERSO SE STESSI

Per essere violenza però deve soddisfare alcune caratteristiche:

1. L’intervento DEVE essere volontario  es. cacciatore vs. cecchino


2. Ogni azione si proietta per causare un danno alle vittime
3. Violenza distinguibile in:
- DIRETTA: colpisce immediatamente la vittima
- INDIRETTA: comporta alterazione dell’ambiente fisico nel quale sono collocate le vittime

VIOLENZA E FORZA

Intercorre una similitudine tra i due concetti; che vengono distinti attraverso delle formulazioni che si basano su
pregiudizi morali

VIOLENZA LEGITTIMA VS. ILLEGITTIMA

(Violenza creduta legittima vs. non creduta legittima)  c’è una distinzione che emerge grazie a dei GIUDIZI CIRCA
LA LEGITTIMITA DELLA VIOLENZA, in capo a:

- Gruppi sociali
- Sistema politico

VIOLENZA E POLITICA (USO della violenza in politica)

HAROLD NIEBURG

DEF. VIOLENZA POLITICA = La violenza politica designa tutti gli atti di distruzione e offesa, tali che il loro scopo,
la loro scelta di obiettivi e vittime, e i loro effetti abbiano rilevanza politica; cioè tendono a modificare il
comportamento di terzi in una situazione che abbia conseguenze per il sistema social.

La definizione di violenza politica si caratterizza per 7 punti:

1. OGGETTO: vittima/e  individuo o gruppo


2. ESECUZIONE: modo
3. MOTIVAZIONE: il motivo
4. ASSOCIAZIONE: episodio singolo o collettivo
5. ORGANIZZAZIONE: modalità (cecchini; attentatori suicida; gruppi armati)
6. MODELLO CULTURALE: dottrine religiose o politiche
7. CONSEGUENZE POLITICHE DELLA VIOLENZA: la salienza dell’atto violento emerge con il nesso tra
impiego delle risorse; e sistema politico

L’IMPORTANZA DELLA VIOLENZA PER IL POTERE POLITICO DERIVA DA:

1) EFFICACIA GENERALE DELLE SANZIONI FISICHE  L’incisività delle risorse coercitive deriva dal
fatto che il loro impiego mette a repentaglio la sicurezza fisica dell’uomo; è chiaro quindi che il controllo delle
condotte umane da parte dello Stato può essere esercitato come estremo rimedio per privare gli uomini di un
valore fondamentale = la sicurezza; maggiore efficacia della violenza laddove il potere politico usa la violenza
come deterrente; questo tipo di violenza genera nei governati un timore razionale

2) VIOLENZA = SCOPO MINIMO E IMPRESCINDIBILE X OGNI GOVERNO  la violenza come deterrente


ha lo scopo di creare un equilibrio pacifico nella comunità entro cui si esercita potere; tale EQUILIBRIO non è
che il fine preliminare per riuscire a portare avanti altri obiettivi.

Nei regimi politici moderni e contemporanei il governo impiega in modo esclusivo e continuo la violenza attraverso uno
o più apparati specializzati: ALL’INTERNO DELLO STATO IL MONOPOLIO DELLA VIOLENZA è IL
MEZZO CON CUI IL POTERE POLITICO OPERA.

TERRORISMO E STATO

Lo stato percepisce il terrorismo come una forma di VIOLENZA ILLEGITTIMA  perché?

Perché IL TERRORISMO alimenta un senso di incertezza che mette a repentaglio un bene inestimabile per l’uomo, LA
VITA.

Inoltre dall’altra parte i terroristi e il loro comportamento entra in conflitto con lo Stato (= che ha lo scopo di
neutralizzare la minaccia terroristica)

DUE FORME DI UTILIZZO DELLA VIOLENZA:

1. VIOLENZA DELLO STATO  Tale violenza ha due proprietà


- Limitatezza: l’uso della violenza si circoscrive alle persone che commettono dei reati
- Prevedibilità: l’effetto delle azioni di tali soggetti sono prevedibili

È una violenza definita “punitiva” poiché colpisce condotte devianti che sono state esplicate in anticipo attraverso
codice civile e penale

Questo tipo di violenza genera dei governati un senso di TIMORE RAZIONALE

2. VIOLENZA TERRORISTICA 
- Colpisce in maniera casuale comportamenti non prefissati;
- Genera nella popolazione un senso di PAURA IRRAZIONALE
- Impedisce ogni calcolo o previsione

L’alimentazione dello stato di insicurezza rappresenta uno degli esiti più evidenti del terrorismo nelle società
europee.

TRE CONSEGUENZE DELLUSO DELLA VIOLENZA TERRORISTICA:


 ATTIVAZIONE ATTENZIONE: l’azione violenta richiama l’attenzione del pubblico e permette di
propagare o accrescere rivendicazioni e risentimento a fondamento dell’azione medesima +
mediatizzazione
 SOSTENERE LA LEGITTIMITA DELLE RIVENDICAZIONI ARTICOLATE DAL GRUPPO CHE
RICORRE ALLA VIOLENZA: attraverso la funzione simbolica la violenza spezza la routine politica; più
violenza viene impiegata più e grave la situazione di pericolo e deprivazione e ingiustizia.
Per essere assolta con efficacia l’azione deve:
- Risorse coercitive non usate frequentemente
- La violenza deve essere condotta SOLO contro i bersagli specifici  azioni terroristiche colpiscono persone
civili e non solo bersaglio e perdono in parte o del tutto la funzione simbolica
 CONQUISTARE SOSTEGNO: l’utilizzo della violenza ha lo scopo di ottenere l’appoggio della comunità
- Non vi è un esito meccanico: perché può trasformare in sostegno attivo quello che era un sostegno potenziale;
e possono mutare un sostegno di opposizione attiva in un’ostilità latente
- L’impiego delle forze coercitive può escludere parte del sostegno latente: perché alcuni soggetti non sono
favorevoli all’uso della violenza x promuovere determinare rivendicazioni.

Queste strategie sono ricche di incognite e come dice Mario Stoppino: la direzione che prenderà il sostegno esterno
dipende da varie condizioni:

- Caratteristiche gruppi in conflitto


- Tipo di rivendicazione
- interessi

FRANCESCO MARONE

Tenta di delineare il significato del terrorismo politico, collocandolo nel campo della violenza politica organizzata,
facendo riferimento a due criteri:

- fa riferimento agli attori implicati nella violenza: STATI e ORGANIZZAZIONI SUB-STATALI


- fa riferimento al ruolo che i soggetti assumono: se siano o meno ATTORI o BERSAGLI delle azioni violente

SCHEMA

 STATO vs. STATO  Violenza bellica (guerra)


 STATO vs. ORG. SUB-STATALE  Violenza repressiva (interventi di repressione)
 ORG. SUB-STATALE vs. STATO  Violenza ribelle (terrorismo; guerriglia)
 ORG. SUB-STATALE vs. ORG. SUB-STATALE  Violenza orizzontale (scontri organizzati contro
cittadini per motivazioni ideologiche; razziali)

Marone colloca terrorismo come una strategia per cui gli attori sub-statali attaccano in maniera violenta lo Stato
(violenza ribelle);
La violenza terroristica colpisce civili MA il reale avversario è LO STATO

I civili non sono altro che delle pedine sacrificabili, all’interno di attacchi terroristici che non sono altro che attacchi
indiscriminati  per tale motivo creano disorientamento e terrore (= tutti possono essere attaccati)

MARONE inquadra la pressione del terrorismo sui gov erni  tale pressione è il senso dominante che anima tali
movimenti terroristici

La pressione viene effettuata tramite delle domande che richiedono determinati contenuti di policy + sono
accompagnate da risorse rilevanti per lo svolgimento del processo politico.

Il terrorismo mira ad influenzare le decisioni del governo attraverso l’uso della forza (violenza) e richiede l’emanazione
di provvedimenti specifici ad opera della classe politica.
LASWELL vede e considera il terrorismo come una strategia di potere e qualifica i terroristi come partecipanti al potere
politico; lo scopo dei terroristi è ottenere determinati effetti politici attraverso la “valorizzazione simbolica” di
dispositivi e procedure (la violenza vera e propria è la procedura più estrema).

TERRORISMO POLITICO

DEF. Strategia mediante la quale le organizzazioni esercitano una peculiare forma di pressione sui governi

Il terrorismo politico è diverso da altre forme di violenza ribelle:

- Guerriglia: part. numerica media - durata lunga – intensità volenza alta – finalità di estendere il controllo su un
territorio – modalità diretta
- Sollevazione rivoluzionaria: part. numerica alta – durata breve/media – intensità media/alta – finalità di
rovesciare un regime politico – modalità diretta
- Colpo di stato: part. numerica bassa – durata breve – intensità bassa – finalità di sostituire una classe politica –
modalità diretta
- Terrorismo: part. numerica bassa – durata lunga – intensità media – finalità di piegare le volontà di uno stato –
modalità indiretta

Ciascuna di queste può caratterizzarsi sulla base di:

 partecipazione numerica;
 durata temporale d ell’impiego della violenza;
 modulazione dell’intensità delle risorse coercitive
 obiettivi perseguiti attraverso l’azione violenta
 modalità di azione: diretta o indiretta

TRATTI DISTINTIVI DELL’AZIONE TERRORISTICA

1. La violenza viene esercitata da un numero ridotto di individui (spesso org. clandestine)


2. La durata di un attacco terroristico è piuttosto intensa  successione prolungata di attacchi
3. Intensità media perché si colloca tra il minimo di vittime che contraddistinguono il colpo di Stato e il maggior
numero di caduti nella guerriglia
4. Azione indiretta  perché il terrorismo persegue lo scopo di piegare la volontà dello Stato senza combattere,
esercitando una pressione grazie alla diffusione del senso di insicurezza

Obiettivo primario  realizzare atti violenti di grande impatto psicologico (pressione = leva psicologica)

La debolezza militare del terrorismo fa si che vengano attuate azioni violente che suscitino paura e disorientamento e
terrore nel numero più elevato di individui.

QUINDI spesso il destinatario fisico dell’azione terroristica non è il reale avversario per il quale l’azione è messa in
moto: i bersagli colpiti vengono intesi come simboli, nel senso di rappresentanti dello Stato stesso.

DEF. MARONE DEL TERRORISMO POLITICO: Una strategia di violenza ribelle, condotta in maniera clandestina da
attori sub-statali aventi lo scopo di piegare la resistenza e la volontà di uno stato, esercitando influenza su un pubblico

 ATTORI: INTESI come sub-statali perché Marone intende le organizzazioni terroristiche come ad un livello
inferiore rispetto allo Stato; con tale termine intende rimarcare che le azioni violente si situano sempre entro i
confini di una determinata entità statale;

La qualifica di attori sub-statali deve essere circoscritta agli attori materiali dell’atto terroristico; solitamente tali azioni
hanno portata globale

 MODALITA: Premono sulla classe politica dei singoli Stati (per det. Policy di rilevanza internazionale);
esercitano pressione attraverso il senso di insicurezza x ampliare sostegno dell’opinione pubblica x piegare
volontà dello Stato. L’ottenimento dell’appoggio del pubblico non è per forza dovuto all’utilizzo della
violenza.
 SALIENZA COM POL: deriva dal rapporto tra impiego della violenza (spesso in chiave spettacolare e
secondo modalità aventi un determinato impatto sociale) e i messaggi di propaganda diffusi dai gruppi che vi
ricorrono: le risorse simboliche appaiono importanti in quanto contribuiscono a rafforzare pressione sugli stati.

JIHADISMO E SOCIAL MEDIA

I mezzi di com. digitale si dimostrano adeguati x essere utilizzati in chiave negativa  come strumenti di mobilitazione
di seguaci x finalità di protesta politica;

la narrazione della rete utilizzata da AL QAEDA si compone di 3 punti:

1. Occidente ostile all’islam


2. L’unico modo x affrontare questa minaccia è la violenza
3. Il jihad è l’unica opzione

JIHAD = guerra difensiva  il nemico viene identificato secondo parametri religiosi e morali; la umma (comunità
fedeli musulmani) non può sottrarsi allo jihad

La rete rappresenta il contenitore entro cui si colloca un repertorio dello jihadismo – 6 finalità perseguite

1. ATTACCHI INFORMATCI  ISIS controlla repertorio multimediale; sebbene secondo Marone i gruppi
terroristici non hanno dimostrato di possedere le capacità di lanciare attacchi informatici su larga scala, idonei
a produrre danni
2. DIFFUSIONE DELLE ISTRUZIONI OPERATIVE  Impiegare la Rete x la mobilitazione dei seguaci e
fargli bersagli di indicazioni materiali finalizzate a progettare e realizzare attentati; Spesso però le info. online
sono utili SOLO a chi possiede già delle competenze tecniche – internet non è fonte affidabile
3. PIRATERIA INFORMATICA E IL DOSSIERAGGIO  pratica di raccogliere e divulgare online le info.
personali di un individuo allo scopo di infliggerli danni
4. RECLUTAMENTO DI ESTREMISTI E TERRORISTI  attenzione particolare al “cybercoaching”
consulenza online destinata ai potenziali attentatori
5. PROPAGANDA: costituisce una delle principali finalità della presenza in internet dello Stato Islamico. ISIS =
ha consolidato una vasta e complessa macchina propagandistica in grado di colpire attenzione di molti utenti
 lo fa attraverso creazione di contenuti di propaganda e attraverso simpatizzanti che autonomamente
elaborano e pubblicano comunicazioni a sostegno del Califfato.
6. FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO: è evidente che i gruppi terroristici hanno necessita di risorse
economiche per perseguire i loro obiettivi ed esercitare le loro attività; ultimi periodi in Europa però non hanno
significato grande utilizzo di risorse. INTERNET svolge ruolo significativo.

RAPPORTO TRA TERRORISMO E COM. POL

RICERCA di Charlie WINTER  Che mostra che c’è una correlazione tra messaggi propagandistici emessi e
l’andamento della campagna militare (dell’ISIS da una fase espansiva di declino fino alla sua sconfitta)

Il ricercatore individua nell’ISIS la più recente organizzazione devota al jihadismo di matrice salafita;

La comunicazione digitale avente per oggetto l’ISIS è suscettibile di essere trattata come una comunicazione
promozionale di un brand di successo: Winter propone un confronto tra due archivi di messaggi postati su twitter tra:

- 2015 fase espansiva


- 2017 fase di declino

Questi messaggi sono stati raggruppati in tre insiemi tematici:

1. Utopia: riguarda la descrizione propagandistica della vita nello stato islamico; è la più grande forma di
marketing politico perché gli strateghi dell’ISIS hanno accompagnato le posizioni di critica con la propaganda
di una vita idilliaca che si dispiegava entro i confini del Califfato  una vita nella quale i seguaci morivano da
martiri ma vivevano da eroi
2. Vittime: contenuti mediatici di due tipi
- Costituito da immagini di civili feriti o morenti
- Danni materiali (infrastrutture)
3. Guerra: accoglie tutti i supporti mediatici connessi a info relative alla conduzione della campagna militare e
all’offensiva terroristica portate avanti dall’ISIS.

I risultati principali sono due:

- La quantità della propaganda mediatica si è ridotta; sia nell’aspetto quantitativo che qualitativo (= hanno fatto
ricorso maggiore alle immagini che costano meno e sono più efficaci per comunicazioni tattiche)
- I dati mostrano una de-globalizzazione della diffusione dell’ISIS  nel 2015 la distribuzione geografica delle
fonti dei messaggi si articola in 9 stati – nel 2017 invece in soli 5 stati; SI tratta di un aspetto importante, che
contrasta in modo stridente con i tentativi del gruppo di accreditarsi come minaccia diffusa a livello
internazionale.

Revisione finale:

Nel 2015 il brand dell’ISIS si fondava sulla promessa di una vita felice (utopia) però nel 2017 questa promessa perse
centralità nei media e di conseguenza gli aspetti militari acquistarono una netta prevalenza; lo slancio mediatico della
propaganda è in esaurimento ed è dovuto a 3 pressioni esterne:

1. PROGRESSIVA PERDITA DI TERRITORI: a seguito dell’iniziativa militare degli avversari, l’ISIS perde
territori e conseguentemente anche le risorse per produrre diffondere contenuti mediatici (= è a rischio la
elaborazione della propaganda, in particolare della narrazione utopica)
2. OPERAZIONI DI INTELLIGENCE HANNO DETERMINATO UN ARRESTO ALLE MIRE
ESPANSIONISTICHE DELL’ISIS: le operazioni dell’intelligence hanno colpito in maniera diretta alcuni
operatori chiave della propaganda dell’ISIS, quindi una diminuzione delle risorse umane influisce
negativamente sulla possibilità di emettere messaggi propagandistici
3. I SUCCESSI RISCOSSI DALLE AZIONI DI GUERRA INFORMATICA: le grandi coorporations mediatiche
hanno posto limiti alla propaganda terroristica e ciò ha comportato l’inefficienza dell’ISIS a livello mediatico.

Queste tre cause privano i messaggi propagandistici della loro sfumatura originale (carattere utopico) rendendoli più
omogenei rispetto alle altre organizzazioni terroristiche, dando priorità ad aspetto militare.

Il contenuto della propaganda terroristica risente del pubblico a cui è diretta:

3 tipologie di pubblico

1. POPOLAZIONI LOCALI: Alle popolazioni residenti nei territori vengono destinati contenuti propagandistici
più sofisticati e maggiormente differenziati, che riflettono lo sforzo del gruppo dirigente di trasformare la
struttura operativa dell’ISIS, da organizzazione SOLO terroristica ad un vero regime totalitario. Attraverso tali
messaggi, si tenta di promuovere la legittimità del controllo politico del califfato  presentato come Stato
Islamico, ossia, un modello statuale corrispondente agli ideali della popolazione; L’ISIS tenta di legittimarsi
come restauratore di autentiche leggi islamiche, che tutti i musulmani devono necessariamente rispettare.
Tuttavia, la costruzione di questa autorità legittima non si fonda solo sulla simbolizzazione dell’impiego della
forza ma anche su una propaganda che veicola la descrizione di un modello amministrative efficiente.
Tra i temi affiora anche quello della “salafizzazione della società”  uno stato giusto è per definizione uno
stato islamico; e di conseguenza coloro che lo abitano devono seguire i suoi precetti, dal momento che il
gruppo sta purificando la società dalle leggi e dalle pratiche “non islamiche”.

SCOPO TEMI RICORRENTI


Costruzione della legittimità dello Stato Islamico e - Restaurazione del glorioso Califfato
dell’amministrazione alla luce dei precetti del - Soddisfazione degli abitanti
Corano (versione sunnita) - Efficienza nell’amministrazione pubblica
- Salafizzazione della società

2. STATI ISLAMICI: L’ISIS si autorappresenta come la comunità verso cu ciascun autentico seguace di
Mamometto deve aspirare  quindi invita fedeli ad emigrare sotto il suo controllo; Questo connotato è
utopico, poiché descritto come una promessa divina – governo equo, che ha sconfitto la povertà (= Stato
islamico come anello che congiunge contesto temporale e contesto divino).
Inoltre l’ISIS impiega la propria propaganda per ribadire la propria supremazia sulle altre organizzazioni
terroristiche; l’efficacia comunicativa di questi contenuti (ISIS pubblica video/immagini con contenuti
estremamente violenti x indebolire la morale dell’avversario) è rafforzata dalle attività dell’ISIS come ordinata
su un piano divino di Allah, da cui promana il richiamo all’unità di tutti i musulmani.

SCOPI TEMI RICORRENTI


- Unire la comunità musulmana sotto le - Califfato come lo Stato di Allah
bandiere dell’ISIS - Doveri di solidarietà tra musulmani
- Prevalere sulle organizzazioni terroristiche - Espansione stato islamico
islamiche concorrenti (es. Al Qaeda) - Invincibilità delle armate dell’ISIS
- Piano divino

3. STATI OCCIDENTALI NON MUSULMANI: La propaganda verso l’occidente subisce un aumento nel
momento in cui gli stati uniti e gli alleati lanciano una campagna militare per contenere l’ISIS  il significato
di tali dinamiche comunicative è di rafforzare la minaccia che rappresenta lo Stato Islamico e al contempo
massimizzarne la capacità di attrazione.
Contenuti multimediali dell’ISIS  immagini di vittime civili causate da aerei occidentali -facendo leva sul
sentimento di fratellanza tra musulmani; + immagini di decapitazioni di militari occidentali x rafforzare
sentimento di minaccia.
TEMA ricorrente  nella propaganda dell’ISIS si dispiega il confronto con l’occidente e viene sollevato un
tema che è quello che ai jihadisti piace la morte (martirio) tanto quanto l’occidente è attaccato alla vita.

SCOPI TEMI RICORRENTI


Combattere e sconfiggere i non musulmani, - Vittime civili degli attacchi americani
piegarne la volontà - Veridicità della minaccia ISIS
- I Jihadisti non temono la morte

La violenza sui governi si appoggia alla violenza.

CAP 10

Vengono trattate le manifestazioni avvenute con la comunicazione social attivata dai semplici cittadini, che si
riconoscono in una causa politica transnazionale  Movimento #MeToo + FridaysForFuture

Da questo punto, si analizzano le conseguenze politiche che questi eventi comunicativi producono, per tentare una
lettura dei nessi tra variabili comunicative e senso delle condotte degli attori politici. >> bisogna cogliere il significato
complessivo di queste azioni politiche, che vengono inquadrate nel paradigma della "società moderna".

Le società umane determinano dei cambiamenti, sia nella dimensione materiale che in quella culturale. Da questi,
derivano degli studi formulati da Inglehart: sostiene che tra gli anni 80-90 si è assistito alla transizione da società
moderna a società postmoderna.

Questa “nuova” società riflette un mutamento in ciò che le persone desiderano dalla vita; e sta trasformando ogni
ambito della società dal lavoro al comportamento sessuale. Inoltre lo sviluppo economico porta ad ulteriori traiettorie la
modernizzazione e la postmodernizzazione —> entrambe fortemente legate allo sviluppo economico.

La post-modernizzazione però rappresenta un ulteriore sviluppo, legato a credenze diverse da quelle precedenti: questo
sistema di credenze determina le condizioni socioeconomiche (influenza reciproca).
Se la rivoluzione industriale, fu un cambiamento attivato da elementi di natura economica, l’avvio della società
postmoderna appare innescata da variabili di matrice culturale (perlopiù).

INGLEHART attua uno studio comparativo delle diverse forme di vita collettiva esistite; e per ciascuna individua i
valori individuali e gli obiettivi sociali.

1. SOCIETÀ TRADIZIONALE: ha come principale scopo sociale la sopravvivenza di un’economia di Stato; a


come valore individuale dominante le norme religiose tradizionali e comuni; a come sistema dell’autorità
vigente l’autorità tradizionale. 

La modernizzazione è intesa come processo che segna il passaggio dalla società tradizionale a quella moderna, fondata
sulla legittimità legale-razionale.

In termini socio-economici, la transizione da un contesto tradizionale a un contesto moderno, si traduce nel passaggio
dalla società agraria a una società industriale, caratterizzata dall’abbandono di una visione del mondo, basata sulla
stabilità (=nucleo valoriale). 

2. SOCIETÀ MODERNA: Ha come principale scopo la massimizzazione della crescita economica; ha come
valori individuali dominante la motivazione al successo; ha come sistema dell’autorità vigente l’autorità
legale-razionale.

Inoltre lo slittamento dalla società tradizionale a quella moderna, aveva determinato, sul piano culturale la rottura del
divieto di accumulazione delle risorse, un postulato tipico di ogni economia stabilizzata di Stato. 

Le confessioni luterana e calvinista integravano a livello culturale, questi sviluppi, fornendosi in una sindrome culturale
ed economica che fece da levatrice alla nascita del capitalismo moderno e alla rivoluzione industriale. A seguito di
questi accadimenti, l’accumulazione delle risorse e la crescita economica divennero gli scopi prioritari per una porzione
crescente della popolazione mondiale.

INGLEHART pone l’attenzione sul nesso che intercorre tra variabile religiosa-culturale e sviluppo economico: la
società moderna o industriale produce internamente la molla che determina lo scatto verso la fase successiva, quella
post-moderna; 

 La diminuzione dei profitti derivanti dall’industrializzazione e dall’espansione economica induce il passaggio


alla post-modernità (“utilità marginale decrescente)

Le società industriali cambiano le loro traiettorie sotto due fondamentali aspetti:

 Il sistema dei valori: l’aumento dell’enfasi sul successo economico individuale (modernizzazione) lascia spazio ad
un enfasi sempre maggiore sulla qualità della vita 
 La struttura istituzionale: lo Stato burocratico, il partito politico ordinato, la catena di montaggio etc. Hanno reso
possibile la rivoluzione industriale e lo Stato moderno; sono giunte però un punto di svolta perché hanno raggiunto
i limiti della loro efficienza e hanno raggiunto i limiti della loro accettabilità di massa.

3. SOCIETÀ POST-MODERNA: ha come scopo principale la massimizzazione del benessere; ha come valore
individuale dominante valori post materialisti (es. svago/libertà individuale/partita di genere etc.) e post
moderni; a come sistema dell’autorità vigente una the-enfasi dell’autorità (legale e religiosa). INGLEHART
sostiene che si sia passati da un substrato etico incentrato sul valore di sopravvivenza ad uno incentrato sui
valori di benessere (sottolinea così materialità). A livello sociale, l’ottenimento di tali fini prevede sempre
meno di agire entro strutture ordinate gerarchicamente e presuppone lo svincolo amento dalle differenti
autorità sociali e dalle relative organizzazioni (anche politiche).

Per un verso, i cittadini saranno più favorevoli a misure che promuovono i valori post moderni - in primis la qualità
dell’ambiente; Per l’altro, essi saranno pronti ad adottare comportamenti politici e comunicativi, finalizzati
all’ottenimento di quelle misure. È chiaro quindi che nella società post-moderna ci sono questioni che sono in grado di
attivare la capacità dei singoli (materialità/valori etici).
Da ciò deriva che il contesto sociale contemporaneo appare favorevole per la diffusione di comportamenti comunicativi,
che hanno lo scopo di promuovere i valori post moderni come quelli sopra citati. Questo nesso è necessario, ma richiede
2 precisazioni:

1. I micro cambiamenti sociali descritti da INGLEHART A livello micro (dei singoli individui) non attivano
solamente comportamenti, positivi, ossia finalizzati alla tutela di beni comuni e immateriali: la transizione alla
post modernità innesca profondi conflitti di cui il più acceso riguarda il cleavage
nazionalismo/globalizzazione.

2. la società post-moderna, identifica un quadro di vincoli e di opportunità che inclina ad incentivare condotte
dirette a promuovere i valori post moderni.se questi obiettivi non divengono oggetto di richieste promosse
difficilmente osserveremo lo sviluppo di condotte partecipative su vasta scala, ne online ne offline. In assenza
di una mobilitazione collettiva organizzata probabilmente non si osserverà alcuna effettiva partecipazione. 

IL FEMMINISMO SOCIAL #MeToo

Tarana Burke fu la prima attivista femminista afroamericana ad utilizzare nei social media - Twitter -   l’hashtag
#MeToo (2006).

Tale azione fu usata al fine di sostenere emotivamente le donne vittime di stupro di molestie sessuali, creando un clima
di solidarietà in rete rispetto alle loro drammatiche esperienze e spingendo ciascuna di loro a denunciare pubblicamente
i responsabili.

Tale azione ha creato una vera e propria “terapia collettiva online”, finalizzata a una guarigione di massa dalle ferite
inferte dagli abusi molte donne.

Inoltre, attraverso l’esame mirato della mobilitazione generata su Twitter dal #MeToo, alcune ricercatrici hanno
vagliato la misura in cui i social network incentiva l’adesione alle modalità espressive del femminismo digitale, mentre
altri hanno sostenuto che l’analisi del potere nelle società contemporanea deve tenere conto delle dinamiche della
cultura pop.

 XIONG e collaboratori: I ricercatori trattano la materia come una manifestazione dell’attivismo digitale,
inteso come un processo mediante il quale gruppi di persone esercitano pressione su organizzazioni o altre
istituzioni per modificare politiche, pratiche condizioni che gli attivisti ritengono problematiche.

Una definizione, che attribuisce alle mobilitazioni via social il significato tipico della pressione politica.

PROSPETTIVA CO-CREATIVA: Il team adotta una prospettiva co-creativa ossia considera i gruppi organizzati di
attivisti come co-creatori delle relazioni tra le organizzazioni stesse e il pubblico.

Esercitando pressione attraverso i contenuti postati in Twitter, nella prospettiva della co-creazione i movimenti
svolgono un ruolo di facilitazione della formazione delle politiche pubbliche, del cambiamento sociale e della
democrazia.

La tesi sottostante all’analisi è che, durante il movimento #MeToo numerosi gruppi organizzati, insieme agli utenti
online, co-creano il significato associato ai diritti delle donne e alla parità di genere twittando, i ritwittando le loro
opinioni ed esperienze relative a tale argomento.

Lo studio intende osservare come diverse organizzazioni vengono coinvolte nel movimento sociale #MeToo E come
coniugano femminismo e attivismo sulla piattaforma Twitter.

1. PAROLE E I SIGNIFICATI CHE VENGONO CO-CREATI DURANTE IL #MeToo  hashtag  una massa
di dati documenta che i cittadini digitali partecipano attivamente alle conversazioni online, aventi per oggetto
temi politici e sociali secondo diverse modalità: like/commenti/ri-condivisioni/hashtag etc. Gli hashtag,
funzionano come elementi di indicizzazione Dei messaggi immessi nei circuiti social, e permettono agli utenti
di orientarsi nell’arena digitale. Ciò ha generato una forma di attivismo dell’hashtag, Che consiste nel
combattere per una causa o sostenerla mediante l’impegno di unhashtagcome principale vettore per innalzare
la consapevolezza intorno a un tema e incoraggiarne il dibattito. 

2. FRAMING  La ricerca, prevede la selezione di un campione rappresentativo di tweet postati da diversi


movimenti sociali recanti l’hashtag #MeToo; Sul piano concreto, i ricercatori hanno fissato tre criteri per
selezionare le organizzazioni su cui condurre lo studio in relazione al loro coinvolgimento nella campagna
#MeToo: 

 gruppi organizzati i cui compiti fossero collegati alla tutela della salute, del benessere e della sicurezza

 Gruppi organizzati che fossero presenti in Twitter 

 Gruppi organizzati che a essere fatto uso dell’#MeToo

Una volta selezionati gli attori i loro account sono stati sottoposti a monitoraggio: è stato possibile estrarre i tweet
recanti le parole chiave oggetto dell’approfondimento. La raccolta dati è stata effettuata mettendo sotto osservazione i
messaggi postati da tutti gli account entro un periodo di 83 giorni (dal 16 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018 —> 15 ottobre
Alyssa Milano aveva dato il via alla campagna online con #MeToo; 8 gennaio a LA ci sarebbe stata cerimonia x Golden
Globe e tutti i partecipanti si vestirono di nero in segno di collaborazione e sostegno alla campagna #MeToo).

TEMI EMERGENTI (ricerca di analisi tematica) 

1. I fatti antecedenti l’abuso: gli attori si sono impegnati nel precisare le ragioni che hanno portato le donne a
trovarsi in una situazione di oppressione; hanno incluso i vincoli culturali e le strutture sociali che hanno
permesso alle molestie sessuali e alla disparità di genere di rientrare nella routine americana.

2. Le azioni suggerite per garantire i diritti delle donne: misure proposte per rendere effettivi i diritti di genere
(es. invitare le donne a essere coraggiose e a parlare di situazioni di disagio, abuso o sfruttamento)

3. Apprezzamento per le celebrità che si sono posti alla testa della mobilitazione sulla piattaforma Twitter :
Tarana Burke e Anita Hill (docente afroamericana)

I FRAME DELLA QUESTIONE DI GENERE

1. Tematiche direttamente o/e indirettamente connessa al movimento collettivo #MeToo

2. Riferimenti a questioni correlate che motivano il movimento: ad esempio la cultura dello stupro o l’esplicito
richiamo ai reati a sfondo sessuale.

3. Messaggi orientati all’azione: i gruppi organizzati ricorrono agli hashtag Per caldeggiare l’adozione di
comportamenti specifici di sostegno o di facilitazione del movimento.

4. Riferimenti a occasioni speciali, uniche oppure ricorrenti

5. Richiami alle vittime: gli hashtag compresi in questa classe vengono intesi quali mezzi per rivolgersi in
generale a tutte le donne vittime di violenza e a tutti gli utenti simpatizzanti del #MeToo

6. Menzioni degli attivisti: i gruppi organizzati hanno esplicitamente nominato diversi attivisti che hanno
ricoperto un ruolo particolare nel movimento #Metoo 

Le evidenze empiriche sono di grande utilità per capire il significato politico di queste comunicazioni, per 2 ragioni:

A. Emergono una serie di elementi che sono descritti come scansioni di un comportamento generale, quello della
pressione politica articolata dai gruppi coinvolti.

I 6 tipi di framing rappresentano altre modalità con le quali il movimento ricerca sostegno nell'arena mediatica, così da
allargare il raggio dell'attivismo digitale.
B. Basandosi sul taglio individualistico della ricerca, non vengono prese in considerazione le variabili macro.

È chiaro che la mobilitazione pone al centro questioni di ordine culturale, che acquistano visibilità nella cornice dalla
società postmoderna.

Conclusioni: il collegamento tra fattori politici e dinamiche comunicative consente di lumeggiare il significato politico
associato alla comunicazione social di un movimento internazionale.

GRETA FRIDAY FOR FUTURE

La vicenda di Greta Thunberg  esempio di mediatizzazione della nostra società che da notorietà a figure e cause
relativamente outsiders; che riescono ad ottenere ampia copertura da parte dei media.

Nel 2018 (agosto/sett) Greta iniziò a manifestare davanti al Parlamento svedese con un cartello “sciopero scolastico per
il clima”; chiede alla politica di occuparsi della questione climatica (= pressione politica individuale).

Con il tempo invitò tutti i giovani a manifestare in nome di quella causa, dando vita ai #FridaysForFuture (che ha avuto
ampio successo anche online). L’accostamento a questo fenomeno mediatico-comunicativo punta a metterne in luce gli
effetti politicamente rilevanti.

2 premesse:

1. Il nesso tra l’adesione di massa che i FFF hanno raccolto in tutto il mondo, i tratti dominanti della
società post-moderna, almeno entro i regimi democratici appare nitido: la tutela dell’ambiente
rappresenta la causa postmaterialista per antomasia.
2. La cornice teorica entro cui collocare le manifestazioni lanciate a livello globale da Greta T. è data
dalla competizione per il potere, nell’ambito della quale le migliaia di persone partecipanti agiscono
quali sostenitori di un movimento collettivo, avente estensione planetaria, che preme al fine di indurre
i rispettivi governi ad adottare decisioni di policy idonee a contrastare la crisi climatica.

Al movimento viene attribuito l’esercizio dell’attività tipica delle organizzazioni: la pressione politica.

I contribuiti analitici si sono focalizzati su:

- La presenza del movimento sui social


- La retorica di Greta  Contributo di Vavilov: la retorica di Greta è evidente l’influenza del modello di
TOULMIN il modello si colloca nell’ambito di uno studio della retorica improntata su un
linguaggio specialista che mira alla persuasione; secondo Vavilov la comunicazione pubblica articolata dalla
giovane non fa eccezione.

RICERCA  Ricercatori tedeschi;

CONTENT ANALYSIS messaggi su instagram dei partecipanti al FFF (a livello globale);

Questo studio intende esaminare come i membri di un gruppo che si mobilita essenzialmente a seguito di un istanza
fondata su opinioni, contribuiscano alla formazione di un’identità del movimento; ponendo le premesse per l’azione
collettiva nel senso della pressione politica.

I ricercatori muovono dalla premessa che i social hanno modificato le opportunità di partecipazione politica; si ha uno
sdoppiamento dell’attivismo: online e offline  nel caso di quella online: crea una comunità di utenti online.

COME SI FORMA L’IDENTITA SOCIALE O DI UN GRUPPO SU INSTAGRAM? (legato a cause come il FFF)

1. COESIONE INTERNA
2. ATTACCAMENTO EMOTIVO AL GRUPPO
3. SOLIDARIETA
L’obbiettivo primario della ricerca è quello di stabilire se e come la formazione del gruppo esercita una influenza
sull’azione collettiva promossa dal movimento.

Come è stata strutturata la ricerca:

1. Raccolta e analisi di commenti  2 post pubblicati da Greta, recanti la richiesta di


partecipazione planetaria
2. Campione di 1137 testi  classificati in database in base a contenuto; nome utente
e data
3. Alcuni elementi sono stati esclusi (emoji/hashtag/menzioni)
4. Differenza tra i commenti in lingue diverse

La risposta alla domanda di ricerca sta nel fatto che la domanda di partecipazione politica sembra faccia leva
sull’emotività degli utenti e abbia l’effetto di promuovere la coesione delle comunità virtuali. Conclusione  i social
media sono adatti alla mobilitazione politica online delle policy ritenute insoddisfacenti dai cittadini, grazie a parole
d’ordine che fanno appello alla componente emotiva dei cittadini.

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