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VITTIMOLOGIA

La vittima come parte offesa del reato nella prospettiva penalistica delle origini della
vittimologia.
I precursori della vittimologia intuirono l'importanza della vittima, che si impone come soggetto
non esclusivamente passivo del reato, nella comprensione del reato.
Conoscere la vittima e la relazione con l'autore del reato, comprenderne i comportamenti, sono
elementi essenziali a livello processuale su cui fondare l'accusa o la difesa del reo.
L'interesse per la vittima è inevitabile al processo penale anche se in diverse prospettive:
-accertamento della responsabilità del reo -sulla dinamica e all'interpretazione del fatto.
Un reato non significa soltanto violazione della normativa ma viene commesso anche un danno
morale e materiale alla persona, e indirettamente anche alla società.

Secondo Ellenberger la relazione tra vittima ed autore del reato ha molta importanza soprattutto
nei reati commessi all'interno di relazioni familiari e affettive e questo implica anche aspetti
psicologici e sociali, non solo giuridici.
→ individuazione di caratteristiche specifiche di alcune persone utilizzate per comprendere
perché siano più esposte di altre con lo scopo di prevenire episodi delittuosi.
Viene tracciato un principio basato su aspetti strutturali (età, genere, etnia) e contestuali
(ambiente, famiglia, quartiere) o sociali (lavoro, stile di vita).
In questa fase di nascita della vittimologia non viene considerata la vittima come colei che ha
subito un danno e che quindi possa sperimentare un danno psicologico, un vissuto di sofferenza
che vada riconosciuto e compreso.

La vittima come problema sociale; tutelare e intervenire


Le associazioni a favore delle vittime, tra cui la più importante organizzazione britannica Victim
Support, hanno svolto un ruolo non solo di sostegno nei confronti della vittime ma anche a livello
politico, soprattutto in funzione di vittime di genere, ovvero della violenza sessuale e fisica/
psicologica all'interno della famiglia e della coppia.
La violenza sulle donne diventa una questione politica a tal punto da modificare, nel '96, articoli
fondamentali del Codice penale, fino alle più recenti leggi di contrasto del femminicidio.
Sono state create strutture a difesa delle donne, centri anti-violenza, procedure giudiziarie.
- Fattah nel 2009 mette in evidenza come l'interesse per la vittima sia destinato solo ad alcuni
'tipi' di vittima, tralasciando categorie di soggetti più emarginati e a rischio.
L'autore individua una categoria di vittime 'indegne' (prostitute, tossicodipendenti, vittime di
abusi istituzionali) che non ricevono la giusta attenzione da parte delle forze dell'ordine e della
giustizia. Si delinea così una gerarchia delle vittime con vittime secondarie dimenticate
-Elias inserisce la vittimologia in una dimensione politica affermando che gli organi politici e di
controllo sociale diventano agenti di vittimizzazione creando delle categorie di vittime
appartenenti a gruppi sociali disapprovati socialmente. Con Elias si abbandona il pensiero
positivista della vittimologia delle origini per approdare nelle nuove strategie di intervento.
-Legge Quadro 2001: sancisce i principi base di garanzia per le vittime durante i procedimenti
giudiziari.
Recenti disposizioni internazionali stanno dimostrando interesse per le vittime di reato,
concentrandosi sulla loro tutela, soprattutto su donne e minori, e sulla tutela processuale in
relazione a reati che riguardano la violenza domestica e di genere e lo sfruttamento sessuale dei
minori.
-Vittimizzazione secondaria ricorso a metodologie messe in atto da operatori di giustizia,
consulenti e operatori sociali invasive, provoca alla vittima un danno psicologico ulteriore che
non consente la rielaborazione del trauma. Alla vittimizzazione secondaria può contribuire anche
la famiglia e la reazione sociale.
Diversità dei processi di vittimizzazione in relazione al cambiamento sociale
L'evoluzione ed il cambiamento non si riscontrano solo nella posizione di vittima e
nell'ampliamento dei contesti in cui tale situazione può essere applicata ma anche nei modi in cui
si diventa vittime e quali tipi di danni si subisce.. questo è dovuto alla diffusione di nuove tipologie
di reato e alla diffusione di nuove tipologie di reato e fisionomia di autori di reato.
A questo si aggiungono anche i comportamenti che non sono penalmente perseguibili ma che
ledono, in qualche modo, la persona che li subisce.
Bisogna fare una distinzione tra abuso sui minori e violenza sessuale.

Nell'opinione pubblica le donne che subivano violenza sessuale venivano considerate o


consenzienti o provocatrici in modo da negare il reato e spesso le procedure giudiziarie erano
invasive e non tutelavano la donna.
Quindi la legge n°66 del 1996 è considerata non solo come un atto legislativo ma come un
cambiamento culturale.
Questo cambiamento ha dato il via ad altri come, ad esempio, lo sviluppo di una maggiore
organizzazione socio-assistenziale, l'attuazione di programmi di formazione per gli operatori delle
forze dell'ordine, investimento di risorse a livello europeo per contrastare tale fenomeno,
costruzione di strutture idonee di accoglienza, sostegno e assistenza.
Alcune ipotesi sul perché di tale diffusione anche nel mondo occidentale conducono
all'emancipazione della donna e alla tendenza alla parità di genere.
Donne autonome, che hanno maggior potere decisionale e in grado di poter scegliere e di lasciare
i propri partner provocano uno spirito di rivalsa.
Questa tesi sembra essere confermata da alcune ricerche statistiche a livello nazionale che
vedono il fenomeno sviluppato maggiormente nella regione settentrionale in cui la donna ha
acquisito maggior diritti e da più tempo.

L'abuso sui minori è un fenomeno nascosto, negato e non efficacemente contrastato.


La definizione della normativa che il nostro Codice penale da del maltrattamento contro i figli è: '
abuso dei mezzi di correzione'.
Questo vuol dire che la violenza per educare i figli va usata ma senza abusarne.

Per quanto riguarda la donna nel contesto lavorativo, si è dovuto aspettare gli anni 2000 (decreto
legislativo 30 Maggio 205 n°45) per colmare la lacuna legislativa sulle molestie sessuali sul luogo
di lavoro considerando discriminazione qualsiasi cosa che produce un effetto pregiudizievole
verso le lavoratrici o lavoratori o del trattamento più o meno favorevole rispetto ad un altro
lavoratore.
Questi comportamenti, però, non sono scomparsi. Secondo Colombo (2010) oggi il fenomeno del
mobbing (molestia sul luogo di lavoro) colpisce le donne. Da un lato vengono discriminate per le
progressioni di carriera (le donne possono lavorare ma non è necessario che facciano carriera),
dall'altro sono oggetto di ricatto sessuale allo scopo di far carriera.
Susan Brownmiller (1975) evidenzia il fatto che la violenza sessuale sia sempre esistita e sia stata
usata come strumento di terrore e sopraffazione durante le guerre.
La delegittimazione della violenza nella vita pubblica a livello normativo e istituzionale ha fatto in
modo che la violenza venga "privatizzata" ed espressa in luoghi nascosti o nell'ambiente
familiare.
La dimensione privata coinvolge anche comportamenti abusivi anche sui minori, ma è stato
difficile arrivare a considerare il minore come un soggetto da proteggere non solo da
comportamenti devianti commessi da lui ma anche da coloro che lo hanno in cura.
La legge n'184 dell' '83 in Italia ha rappresentato un passaggio importante in quanto il minore
venne considerato come vittima da tutelare in assenza o in presenza della propria famiglia.

Con lo sviluppo tecnologico ed informatico diamo vita a nuove tipologie di vittimizzazione:


come l'adescamento di minori da parte di siti pedofili (Grooming. Legge 1° ottobre 2012 n° 172)
cui si aggiunge la diffusione di immagini pedopornografiche o che ritraggono minori in pose
sessuali. Cyber bullismo e stalking sono altre forme di vittimizzazione che causano ricadute
psicologiche che possono portare anche al suicidio.
Il cambiamento sociale ha modi cato anche il tipo di reati come l'omicidio. Si a erma che il tasso
di omicidi sia maggiore nella società moderna rispetto alla società pre-industriale.
Snu movies → video che rappresentano scene di torture, omicidi cruenti, stupri in rete.
I video sono spesso destinati ad un pubblico disposto a pagare somme di denaro, ma
successivamente vengono pubblicati
Corporate crimes e corporate violence→ forme di vittimizzazione collettiva che si dividono in:
reati ambientali, violazioni delle norme sulla sicurezza ambientale, reati legati al settore
farmaceutico medicale. Possiamo fare riferimento alle vittime di incidenti stradali, che a seguito
sviluppano il disturbo da stress post traumatico o la depressione legata anche alla condizione di
dolore. Da un punto di vista psichiatrico l'ansia e la depressione compaiono dopo circa un anno
dall'avvenimento, così come i disturbi dell'umore associati a ricordi terrorizzanti dell'incidente.

L’interesse sulle conseguenze sociali e psicologiche delle diverse forme di


vittimizzazione
Il rischio di diventare vittime di un reato è legato all'individuazione di fattori che possono mettere a
rischio le persone.
Tra questi: abitudini di vita e stile di vita (lifestyle theory) che in presenza di un debole controllo
sociale creano una condizione di vulnerabilità.
L'interesse da parte della vittimologia per la paura della criminalità e la percezione di insicurezza è
attribuibile alla complessa realtà attuale che è caratterizzata da crisi economiche anche a livello
internazionale, multiculturalità, di usione di sostanze stupefacenti anche chimiche che
comportano atteggiamenti imprevedibili e pericolosi da parte degli assuntori e la ricaduta indiretta
alla criminalità. Punto importante è quello di capire se l'essere stato una vittima produca maggior
paura e insicurezza rispetto a chi non lo è mai stato; ci sono 2 teorie contrastanti: i dati del British
Crime Survey a ermano che le vittime o adottano strategie di auto difesa e non si preoccupano o
neutralizzano gli e etti del crimine; oppure considerano le esperienze subite come esperienze del
passato. Il senso di insicurezza può variare in base a fattori soggettivi o oggettivi quali: la ducia
nella Polizia e nella Giustizia, l'informazione, la percezione personale del rischio.

Altri sviluppi sono rappresentati da studi sulla vittima in cui vengono considerate le conseguenze
personali del reato su di essa: danno, perdita, conseguenze a breve e lungo termine.
-Danno termini materiali, termini sici, termini psicologici potrebbero comportare una ricaduta
psicologica e incidere sul futuro stile di vita. Si deve considerare anche la percezione soggettiva di
un danno in quanto oggettivamente un danno meno grave può avere una valenza maggiore
rispetto ad un danno oggettivamente più grave se si valutano coinvolgimento emotivo e capacità
di a rontare l'evento. Sono fattori soggetti a risarcimento
materiale
-Perdita si può considerare come perdita materiale, come scomparsa di una persona cara o un
oggetto con signi cati simbolici; perdita della propria libertà o della propria sicurezza.
-Trauma reati violenti che spesso portano la vittima ad essere oggetto di valutazione e diagnosi
clinica.
Conseguenze a breve e lungo termine > disturbo da stress post traumatico

Rimedi per rassicurare le vittime e la società: adeguate campagne di informazione,


rivalutazione del ruolo della polizia in funzione non repressiva attraverso speci ci programmi
formativi, solidarietà sociale e territoriale.
Per quanto riguarda le conseguenze sulla persona, che possono in uenzare lo stile di vita, ad
esempio: paura ad uscire da soli, astensione dal luogo di lavoro, indebolimento delle capacità
relazionali, è fondamentale una terapia di sostegno, sostegno sociale e familiare mirato al
reinserimento della vittima nella società.
vergogna con tendenza a nascondere ciò che è accaduto. Questo comporta totale assenza di
sostegno per le vittime.
Conseguenze del reato e Giustizia Riparativa
Giustizia riparativa nuovo modo di fare giustizia che non prevede soltanto la punizione del
colpevole ma anche la gestione del con itto tra vittima e autore del reato.
L'incontro tra vittima e autore può portare so erenza, rabbia e risentimento e desiderio di
vendetta. La regolazione dei sentimenti, quindi, spetta al mediatore che ha il compito di attivare
una comunicazione tra i due e aiutarli a gestire i sentimenti.
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La giustizia riparativa si inserisce in una prospettiva microsociale e macrosociale:

Microsociale: reati che investono la sfera privata delle persone; possono essere reati contro il
patrimonio o reati contro la persona. Il ruolo del ripristino della relazione tra autore e vittima è
quello di dare soddisfazione alla vittima che si sente 'risarcita' in modo più e cace rispetto
all'applicazione della sanzione penale.
Macrosociale: con itti violenti generati a livello politico. Il ruolo della giustizia riparativa è quello
di riappaci care le fazioni. Esempio sono le vittime di terrorismo in Italia.

La vittima e la vittimologia nel diritto internazionale


1-/ principi elaborati nella "Declaration of basic principles of abuse of power'
Fino alla metà del secolo scorso, l'interesse scienti co per la vittima era quasi inesistente, ma a
partire dagli anni '40, si è sviluppato, a livello nazionale e successivamente anche in Italia, una
corrente di pensiero che dedica attenzioni alle tematiche che riguardano l'o esa alla persona
o esa dal reato. Negli anni '40 nascono i primi studi sulle vittime dei reati, in particolare nel 1948 è
stato pubblicato il primo libro The criminal and his victims' di Von Hetinh, considerato come
fondamento della vittimologia come scienza empirica. 'La dichiarazione sulla giustizia e
assistenza per le vittime del crimine e degli altri atti implicanti abuso di potere' è stata approvata
nel 1985 e rappresenta il primo atto internazionale che pone la vittima al centro del sistema
giudiziario come soggetto dotato di propria identità e autonomia e portatore di diritti da tutelare.
La dichiarazione si articola in 3 parti: premessa, prima parte e seconda parte.
PREMESSA: L’Assemblea generale dell’ ONU indica una serie di precetti in cui viene ribadita la
necessità a tutelare le vittime.
PRIMA PARTE: De nizione di vittima come “persona che individualmente o nel collettivo, ha
subito un danno, soprattutto un’o esa alla propria integrità sica e mentale, abbia una so erenza
morale, perdita materiale”
Questa parte della carta internazionale si articola in 4 sezioni:
-modalità di accesso alla giustizia. L’autorità giudiziaria viene invitata ad adottare un trattamento
rispettoso della dignità delle vittime e a fornire loro assistenza.
-restitution
-compensation
-servizi di supporto e assistenza alle vittime
La Dichiarazione richiama gli stati membri a prevedere che i processi giudiziari e amministrativi
siano adeguati ai bisogni delle vittime avendo cura di:
-informare le vittime della durata, delle modalità e dei tempi del procedimento, soprattutto in
presenza di crimini gravi
-consentire alle vittime di esprimere le proprie opinioni e preoccupazione senza aver alcun
giudizio
-fornire corretta assistenza alle vittime
-assicurare la privacy
SECONDA PARTE: Si occupa delle vittime di abuso di potere. I rimedi a questo dovrebbero
prevedere il risarcimento. Assistenza medica e psicologica.

La vittima nel processo penale


La vittima è stata per un lungo periodo trascurata perché il processo penale era incentrato sul
reato e sul reo quindi si guardava poco la vittima, questo lo ritroviamo nel Codice penale del
1930.
La procedura penale si basava su un sistema inquisitorio: ovvero si basa sul principio di autorità,
cioè i poteri sono in mano ad un unico soggetto che svolge tutte le funzioni di giudice di difesa
che ha come obiettivo individuare il reato e il colpevole cosi da punirlo e ripristinare l’ordine
sociale, la vittima non era presa in considerazione e non aveva una partecipazione all’interno del
processo.
Nel 1930 quello che interessava era individuare il reo e punirlo, la vittima veniva trascurata e
questo espone la vittima al rischio di una vittimizzazione secondaria, la vittima dei un reato nn
riesce ad avere soddisfazione dal processo quindi subiva conseguenze negative anche emotive a
causa del sistema giudiziario dovuta al fatto che non partecipava.
Nel 1988 con il processo la vittima viene rivalutata ciò cambia grazie alle normative e alle fonti
nazionali (cambia an che cn il programma di Budapest che indica agli Stati membri quali8 sono gli
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obiettivi da raggiungere per ra orzare la protezione delle vittime) e la direttiva 2012/29 UE
inserisce una serie di principi per la tutela delle vittime.

Persona o esa nel processo penale


Dal 1988 nel procedimento di tipo accusatorio la persona o esa viene inserita all’ interno dei
soggetti del procedimento come un soggetto attivo.
Chi ritiene che gli sia stato fatto un danno ad un oggetto tutelato si può fare una denuncia o alle
forze dell’ordine o in Procura.
-è considerata infondata il reato non entra nei reati penali,
-è fondata,il magistrato fa l’iscrizione nel registro di notizie di reato,iniziano le indagini con durate
prestabilite alla ne dell’indagine il magistrato ha due possibilità,la persona o esa ha un ruolo
rilevante
- la prima possibilità ritiene quello che è stato segnalato è fondato ci sarà un rinvio al giudizio
(sarà portato a conoscenza dell’imputato al difensore e la persona o esa che può costituirsi
parte civile perché può o vuole ottenere un risarcimento del danno )
- -la seconda possibilità è quella di archiviare il procedimento che va comunicata alla persona
o esa perché ha la possibilità di opporsi con un avvocato potrà fare un opposizione
contestando la parola del Pm a fronte di questa possibile opposizione ci sarà un udienza e si
vedrà se archiviarla o meno.
La persona o esa ha tutele particolari ad esempio il minore o persone con problemi economici
quindi dalle autorità vengono sentiti ad es con l’aiuto di psicologi in modo protetto.
Sicurezza e vittimizzazione stradale
Quando di parla di infortunistica stradale, eventuali incidenti che portano una lesione o morte
della vittima, possiamo parlare di questo fenomeno di infortunistica in una dimensione collettiva e
una individuale:
- collettiva: statistica e numero dei sinistri stradali, lesioni negli anni
- individuale: comportamento del singolo, condotta scorretta e pericolo che va contro la legge
In questo fenomeno possono incidere le normative che sanzionano i provvedimenti stradali: nel
1972 c'era un tasso di mortalità stradale maggiore rispetto a quello che troviamo in questi ultimi
anni. Anche i fattori tecnici incidono su questo fenomeno: inserimento dell'obbligo delle cinture
di sicurezza, obbligo del casco per le moto. La circolazione stradale è disciplinata dall’ART
140 ovvero bisogna comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per gli altri e
l’ART 2054.
La funzione preventiva deve fungere da deterrente, ovvero l' essere distolti dal commettere quel
reato, le norme del codice della strada in ambito di sinistri stradali hanno una funzione preventiva.
È molto più forte come prevenzione la sanzione accessoria (ritiro della macchina o della patente)
rispetto alla sanzione penale (arresto), anche se dovrebbe far meno paura, ma non è così perché è
immediata. Le sanzioni accessorie hanno una grande e forte funzione di tipo preventivo.
Nell’ART 186 si parla della guida in stato di ebbrezza, si passa da una sanzione amministrativa
(multa) ad una sanzione penale (arresto).

Vittime dei reati ambientali


Vittima: qualsiasi soggetto danneggiato o che abbia subito un torto da altri, che percepisce se
stesso come vittima, che condivide l'esperienza cercando aiuto, assistenza e riparazione.
Danno: sono da considerarsi vittime tutti i soggetti che hanno subito un danno causato da un atto
o da un'omissione previsti come reati dai nostri codici o da una violazione dei diritti umani.
Si escludono i danni provocati da eventi ambientali non causati dall'uomo
Percezione/colpevolezza: persone che subiscono un danno ingiusto ma, per motivi diversi non
si percepiscono come vittime. Alcune non solo non si percepiscono come tali ma tendono a
colpevolizzarsi per la situazione che si ritrovano a subire.
Richiesta di aiuto: le vittime per paura di vendette o rappresaglie peggiori del danno subito,
tendono a non denunciare i danni subiti e a non chiedere aiuto. Solitamente quando un reato
ambientale viene percepito, sia le singole persone, sia le associazioni o comitati, non hanno
di coltà a chiedere aiuto o un risarcimento per il danno subito. Un'eccezione si ha nel caso delle
eco ma e dal momento che il pericolo costituito da un deposito di ri uti tossici e nocivi potrebbe
essere visto come meno grave rispetto alla potenziale ritorsione immediata della criminalità
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organizzata. Nei reati ambientali il risultato del danno è spesso una malattia grave e invalidante,
molte volte letale, che si sviluppa e tende a peggiorare nel tempo.
Convalida: riconoscimento da parte delle istituzioni delle vittime. Se si parla di inquinamento
ambientale le istituzioni di quel territorio riconosceranno i soggetti che possono essere identi cati
come vittime.
Aiuto: se la vittima non denuncia la situazione che sta vivendo, la vittimizzazione e la
colpevolizzazione aumentano
La vittima viene vista come una vittima fungibile, ovvero sostituibile.
Sostituibile perché può capitare a chiunque.
Distinzione delle vittime in base alla loro natura:
-Predisposizioni bio- siologiche: legate a fattori personali come età, genere, etnia, stato sico
-Predisposizioni psicologiche: legate a fattori psicologici del soggetto come deviazioni sessuali,
stati psicopatologici, tratti del carattere
-Predisposizioni sociali: legate all'ambiente sociale in cui ogni persona vive e al ruolo che
ognuno ricopre come professione, condizioni economiche, situazioni sociali.
Oltre alle predisposizioni vittimologiche "classiche" si è pensato di identi care un ulteriore
classi cazione in grado di tenere conto sia delle norme giuridiche, sia delle principali cause di
morte: si parla di predisposizione ambientale.
Posizione geogra ca: se il soggetto risiede in una zona ad alto rischio di danno sarà più
predisposto ad essere vittima.
-Piani cazione ambientale: riguarda una piani cazione errata fatta dalla regione o dalle
istituzioni di competenza. Ad esempio, la deviazione o il controllo di un corso d'acqua necessita
di studi e soprattutto di manutenzione. Altro esempio, una valutazione errata riguardo i piani di
disboscamento e di progettazione edile hanno spesso portato all'indebolimento del terreno, con
conseguenti frane e con i cosiddetti "disastri annunciati. Ancora più gravi sono i casi di
abusivismo edilizio in zone delicate dal punto di vista ambientale.
* Attenzione della politica locale: le scelte comunali sono tra quelle più importanti; in particolare,
la gestione del tra co ai livelli di inquinamento cittadino, la boni ca dei siti inquinanti, la gestione
di risorse idriche sono cause che, a livello locale, impattano sulla qualità di vita.
* Livello di cultura ambientale: suddivisione delle vittime in base al loro grado di colpa:
1. Vittima del tutto innocente
2. Vittima con colpa lieve (paragonabile alla vittima per ignoranza)
3. Vittima colpevole quanto il delinquente Vittima maggiormente colpevole del delinquente
4. Vittima con altissimo grado di colpa
Esempio: il fumo di sigaretta (è tra le principali cause di morte in Italia). Il ruolo delle istituzioni è
importante (imposizione del divieto di fumo nei locali pubblici per proteggere i soggetti non
fumatori dagli e etti del fumo passivo).

Rappresentazione e rappresentatività del crimine


Rappresentazione: riguarda il "come" si presenta un fatto, nello speci co un reato, ed è una
valutazione di tipo qualitativo. È rappresentata da alcune caratteristiche:
* Trattazione del crimine come fatto individuale
* Scarsa attenzione e impersonalità della vittima
* I protagonisti di cronaca nera non hanno altra storia al di fuori di quella uni-dimensionale
dell'atto deviante
* Terminologie diverse a seconda dei casi: ad esempio, per i morti sul lavoro si parla di 'incidente'
e non di omicidio colposo per inosservanza.
Rappresentatività: riguarda la frequenza dei resoconti criminali. Non dipende dall'e ettiva
frequenza del reato oggetto di notizia, ma riguarda il "quanto", cioè quante volte viene presentato
un fatto rispetto al dato reale. È una valutazione di tipo quantitativo.
Codice dell'ambiente e Codice penale
Il codice dell'Ambiente risale al 2006 ed è costituito da un corpus di 318 articoli che dividono la
legislazione in 6 settori:
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1. Disposizioni comuni e principi generali
2. Procedure per la valutazione ambientale strategica, valutazione di impatto ambientale e per
l'autorizzazione
3. ambientale integrata
4. Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla deserti cazione, tutela delle acque
dall'inquinamento e di gestione di risorse idriche
5. Norme di gestione dei ri uti e di boni ca dei siti inquinanti
6. Norme per la tutela dell'aria e riduzione delle emissioni in atmosfera
7. Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente
L'anno successivo il Codice penale è stato modi cato relativamente ai reati di disastro
ambientale, inquinamento, alterazione del patrimonio naturale della ora e della fauna.
Ecoma e e reati ambientali
Le principali attività sulle quali le organizzazioni criminali fanno i loro a ari sono:

* Ciclo di ri uti, di cui fanno parte lo smistamento illegale, il tra co illecito, inquinamento di falde
acquifere, sversamento di ri uti tossici
* Settore agroalimentare che comprende il trasporto dei prodotti, il controllo dei mercati
ortofrutticoli e della grande distribuzione
* Archeoma a che si interessa di furto e tra co di opere d'arte, quadri, libri antichi, reperti
archeologici
* Abusivismo in cui è compresa l'evasione scale
* Energie pulite
* Racket di animali che comprende l'importazione e il commercio di cuccioli di razza pregiate,
maltrattamento e mal custodia di animali
* Imposizione del pizzo in cui il mancato pagamento comporta minacce, violenza privata, lesioni,
danneggiamenti, estorsioni e tentati omicidi/omicidi.

Vittime della criminalità organizzata di stampo ma oso


L'Italia è caratterizzata dalla presenza di numerose associazioni ma ose, ma quelle più
conosciute sono:
-Cosa Nostra: ha una presenza territoriale 'lucida' e basa il suo potere sul riconoscimento ed il
prestigio sociale che la caratterizza nel contesto siciliano. E un'organizzazione in continua
trasformazione ed adattamento agli aspetti di realtà del territorio locale, adottando anche codici
linguistici di erenti. Si presenta come uno Stato nello Stato e viene governata da leggi ferree,
imposte con violenza ai suoi membri

-Ndrangheta: viene de nita come ma a liquida a causa della sua capacità di in ltrarsi ovunque
sia in senso sico che mentale. È in ltrata fortemente nell'economia e nelle istituzioni e
attualmente è la 'preferita' dei produttori di droga. Miti e riti hanno un ruolo fondamentale, in
quanto conferiscono la sacralità che la distingue da una qualsiasi organizzazione criminale. La sua
origine risiede in Calabria, ma ha la capacità di mantenere la sua struttura nei posti che tenta di
colonizzare.

-Camorra: ha origine nelle carceri Napoletane occupandosi principalmente di estorsioni.


Mantiene dei tratti tradizionali che la distinguono dalle altre associazioni. Si struttura in diversi clan
familiari che controllano i territori autonomamente. Ha una struttura orizzontale con rapido
ricambio dei capi; ha ampie possibilità di creazione dei mercati e lavori illegali spesso tollerati
dallo stato

-Sacra Corona Unita. Occupa la zona pugliese del Salento. Nasce nelle carceri di Bari e fu
fondata da un criminale appartenente alla 'ndrangheta. Attualmente i suoi tra ci interessano
l'area Balcanica e il Medio Oriente, nonostante si pensi che oggi sia inattiva e disgregata grazie
alla sua strategia difensiva mirata all'invisibilità delle sue attività criminali.
La rappresentanza ma osa si veri ca soprattutto in situazioni di grave disagio economico o di tipo
emergenziale.

Può essere considerata deturpante e vittimizzante e, dal punto di vista psicologico, produce una
vittimizzazione multipla e ripetuta che impatta sulla persona, sulla famiglia e sul territorio.










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Con il termine vittimologia si intende lo studio empirico sulla vittima e la relazione di essa con il
reo. La vittima è qualsiasi persona che ha subito un torto o un danno da parte di altri. Vittime non
sono solo coloro che entrano in contatto con le ma e attraverso estorsioni o minacce ma anche
coloro che vivono le loro ripercussioni in maniera indiretta.
Sono presenti anche le "vittime invisibili" cioè coloro che sono ingiustamente accusati o
considerati erroneamente dalla giustizia legate alla criminalità organizzata.

Ci sono 5 tipi di vittimizzazione:


1. Primaria: riguarda i danni ricevuti, con importanti livelli di so erenza psicologica che la vittima
può sperimentare.
2. Secondaria: si presenta quando la vittima viene ascoltata in qualità di testimone
3. Terza: mancanza di processo al reo oppure l'operatore non viene condannato
4 Quarta: le ma e attivano nella vittima una costante sensazione di presenza e quindi di
precarietà e pericolo
5. Quinta: combinazione tra l'atto criminale che comporta il danno alla vittima e la reazione
sociale e istituzionale.
Il primo passo per vincere le ma e è essere dei professionisti dunque è necessario:
- formazione sulla psicologia ma osa al ne di comprendere aspetti psicodinamici e
psicopatologici delle ma e
- formazione e supporto psicologico alle vittime.

Le vittime del web


Quelli che consideriamo fattori positivi della rivoluzione digitale possono rappresentare degli
elementi negativi.

In Italia il primo intervento legislativo con oggetto i reati telematici si è avuto nel '93 a cui si sono
aggiunte la legge del 2008 e la legge 172 del 2012.
La tecnica più di usa per i reati informatici e l'ingegneria sociale che trova la sua massima
espressione nel Phishing (sottrazione tramite l'inganno di credenziali di accesso e dati personali
dell'utente).
L'ingegnere sociale, nascondendo la propria identità, tende ad assumerne un'altra riuscendo,
attraverso conversazioni vocali o digitali, ad ottenere informazioni che non potrebbe mai
procurarsi con la sua identità e ettiva.
Le fasi dell'attacco sono:
- footprint (reperimento di tutte le informazioni possibili sulla potenziale vittima)
- contatto (approccio empatico mirato a conquistare la vittima)
- manipolazione psicologica (sfruttare la presunta autorevolezza e l'empatia per ottenere
informazioni)
- fuga (ottenuto l'accesso al sistema informatico, l'ingegnere sociale si sgancia dalla vittima e
cerca di eliminare le tracce)

Il Phishing nasce in America a partire dalla metà del '900.


In particolare, il modus operandi consiste nell'inviare una mail simile a quella che verrebbe inviata
da un ente pubblico realmente esistente, in cui si avvisa della presenza di errori tecnici,
aggiornamenti software tali da indurre l'utente a cliccare sul link per aggiornare i propri dati.
Ovviamente, il link non porta alla home page vera dell'istituzione.
Generalmente l'attacco si articola in speci che fasi:
- Planning: il criminale piani ca l'attacco individuando la vittima da colpire
- Attack: momento dell'approccio con la vittima che viene tentato ricorrendo a tutte le risorse
tecniche e sociali
Collection: l'attaccante sottrae e si impossessa delle credenziali della vittima
- Fraud: utilizzo delle credenziali per nalità illecite, acquisto di beni online, prosciugamento dei
conti correnti, furto di identità e riciclaggio di denaro sporco
- Post attack: il phisher cerca di abbandonare il luogo del "delitto" eliminando ogni traccia della
sua azione fraudolenta.
Ci sono anche alcune tecniche impiegate maggiormente dai cybercriminali ovvero:


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- phishing ingannevole (citato sopra)
- phishing tramite malware, che comporta l'esecuzione di software o codice maligno sul
computer dell'utente a sua insaputa.

Strategie di prevenzione
Il CERT-PA (Computer Emergency Response Team- Pubblica Amministrazione), ha individuato
delle semplici strategie di prevenzione per evitare di cadere vittima di questi fenomeni.
- Non condividere mai i propri dati sensibili con una terza parte
- Non cliccare alcun link presente nel corpo del messaggio se non si è sicuri dell'identità del
mittente
mail chiamando telefonicamente la banca
- Installare un antivirus

Cyberstalking
La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da
persona che è o è stata legata da relazione alla persona o esa ovvero se il fatto è commesso
attraverso strumenti informatici o telematici.
Quando gli atti persecutori vengono compiuti attraverso tecnologie, è possibile parlare di
Cyberstalking. Internet e le sue tecnologie hanno contribuito ad ampliare lo spazio di azione dello
stalker grazie anche all'anonimato e alla possibilità di assumere un numero inde nito di false
identità virtuali e all'assenza di limiti sici. Il cyber-stalking viene considerato come una
trasposizione dall'o ine (stalking reale) all'online (stalking virtuale).
Il modus operandi del molestatore elettronico si divide in 3 fasi:
Segue le attività online della vittima al ne di raccogliere maggiori informazioni
- Comunicazione che si fa sempre più consistente
- Attività di controllo continuativa ed intrusiva
L'azione criminale viene attuata attraverso:
a) Invio ripetuto di messaggi o ensivi o minacciosi
b) Di usione di commenti denigratori o falsi sulle reti informatiche o sulle piattaforme social
с) Pubblicazione on line, seguita da condivisione, di materiale fotogra co e video della
inconsapevole vittima colta in momenti di intimità (sexting)

Per non cadere vittima di Cyberstalking è necessario condividere meno informazioni nel web e
resistere alla tentazione di rendersi socialmente visibili.
Per contrastare il fenomeno esistono 3 livelli di azione:
- Il primo è messo in atto dalla vittima nel corso di un atto di Cyberstalking. La vittima può
a rontare il persecutore informandolo dell'inaccettabilità delle azioni spingendolo a terminare
l'attività persecutoria e interrompere ogni contatto eliminando il proprio account o sostituire il
proprio indirizzo e-mail.
- Riguarda il coinvolgimento di strutture di supporto ed organi giudiziari in grado di o rire
assistenza psicologica e legale, ascolto. Presso le sedi FF.OO la persona o esa può querelare il
suo aguzzino.
- Programmi di recupero del cyberstalker per evitare che rifaccia la sua azione nei confronti
della stessa vittima o di altre, in parallelo al trattamento punitivo previsto dalla legge.

Vittimizzazione all'interno del carcere


L'U cio del Segretariato delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine le cause del
sovra ollamento carcerario possono essere ricondotte a:
- malfunzionamento della giustizia penale
- andamento dei tassi di criminalità
- durata eccessiva della detenzione provvisoria
- utilizzo inappropriato della pena detentiva
- insu cienza delle strutture carcerarie
Nonostante la realtà carceraria fa mancare alcuni diritti individuali vengono "garantiti" la lettura, i
colloqui con i familiari/con il difensore, la permanenza per almeno 4 ore all'aperto
Il sovra ollamento può avere conseguenze negative sulla salute, sul benessere dei detenuti,
può favorire la radicalizzazione e non permette di svolgere un buon lavoro ed in sicurezza al
personale penitenziario.
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Il sovra ollamento può esporre a maggiori rischi i detenuti considerati maggiormente vulnerabili
come donne, minori, anziani, coloro che so rono di disturbi/patologie mentali e persone LGBTQ+.
Alcune soluzioni possono essere:
- l'accesso alle misure alternative ampliato
- depenalizzare alcuni reati di poco conto
- esecuzione della pena in strutture esterne
- prevedere amnistia e indulto

La detenzione caratterizzata dal sovra ollamento e da condizioni di vita inumane e spesso


degradanti espone la persona reclusa a subire soprusi, angherie, violenze che diventano mortali.
La tortura può essere de nita come crimine del potere, in quanto si esprime attraverso l'abuso
dell'autorità, a cui è a dato dallo Stato il compito di custodia e di vigilanza sulle persone private
di libertà personale.
Tra il Gennaio 2009 e il Marzo 2014, Amnesty International ha ricevuto denunce di tortura e
maltrattamenti commessi dai funzionari. Una pratica che dovrebbe essere ormai superata ma che
ancora oggi, soprattutto in Italia, è molto di usa.
Nel 2017, con la leggi 110, l'Italia introduce il reato di tortura di cui l'articolo 613 bis conferma la
punizione da 5 a 12 anni di carcere se un pubblico u ciale attua l'abuso di potere.
Quindi ra orzare la vigilanza potrebbe essere uno strumento utile per garantire alle vittime una
tutela e cace.

Le ricerche dimostrano che la percentuale di detenuti a etto da patologie psichiatriche sia molto
più alta rispetto a quella della società civile.
Non si parla di patologie pregresse, ma anche di quelle scaturite all'interno del carcere a causa
della limitazione degli spazi, le ridotte ore all'esterno, l'a ettività ridotta, le scarse attività
formative, il sovra ollamento.
I sintomi possono essere: tachicardia, vertigini, svenimenti, agitazione, crisi confusionali,
disorientamento.
Purtroppo le ore dedicate da specialisti ai detenuti sono molto poche
È presente una forte criticità per quanto riguarda le persone transgender poiché è complicato
trovare una collocazione idonea.
I soggetti transgender vengono classi cati in base al sesso biologico.
In alcuni penitenziari, a causa del sovra ollamento, queste persone vengono collocate in sezioni
nalizzate all'isolamento continuo poiché vengono considerati a rischio di minacce o violenze.
L'aspetto psicologico di queste persone è da non sottovalutare poiché a causa del disagio
vissuto si manifestano atteggiamenti autolesivi che fanno temere per la vita della persona.
La violenza sessuale dietro le sbarre, purtroppo, colpisce con maggiore probabilità i detenuti
transgender.
La vittimizzazione viene attuata anche su detenuti stranieri perché sono in una situazione di
particolare vulnerabilità in quanto hanno di coltà ad avere rapporti con la famiglia, all'accesso
all'istruzione e al lavoro, l'esercizio delle fede religiosa e l'accesso a misure alternative della pena.
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