77/2008
REPUBBLICA ITALIANA
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nel giudizio per resa di conto n. 426/GC del registro di Segreteria nei confronti dell'Istituto
di Credito Cassa di Risparmio della Provincia dell'Aquila, con sede in L'Aquila, via
Vittorio Emanuele II n. 48;
6) Vincenzo MERLINI, nato a L'Aquila l'8 maggio 1945 elettivamente domiciliato in L'Aquila
v. Santa Teresa n. 5 presso lo studio dell'avvocato Riccardo Lopardi che lo rappresenta e
difende.
Convenuti gli ultimi 2 (numeri 7 e 8) con la citazione integrativa del 5 luglio 2007;
UDITI nella pubblica udienza del 5 febbraio 2008, svoltasi con l'assistenza del Segretario
d'udienza dott.sa Antonella Lanzi, il relatore cons. Giacinto Dammicco, l'avv. Adriano
Rossi per il convenuto Gentile, l'avvocato Piermichele De Matteis per i convenuti Stringini
e Vespa, l'avv. Stefano Lopardi per il convenuto Stringini, l'avv. Roberto Colagrande per il
convenuto Marotta, l'avv. Riccardo Lopardi per il convenuto Merlini, l'avv. Federica
Foglietti per il convenuto Copersino, l'avv. Fabrizio Foglietti per la CARISPAQ, l'avv.
Fabrizio Fiore per il convenuto Tancredi,l'avv. Michele Damiani per il convenuto Cicchetti,
il Pubblico Ministero nella persona del v.p.g. Massimo Perin.
FATTO
In data 9 aprile 2003 la procura Regionale rivolgeva istanza per resa di conto
giudiziale da parte della Istituzione “Perdonanza Celestiniana” per gli esercizi 2001, 2002
e 2003, che dava luogo al giudizio per resa di conto n 306 /GC del registro di segreteria
della Sezione. Esito del medesimo erano l' Ordinanza 485/04/GC depositata il 21 giugno
2004, che dava atto del deposito di conti, e la trasmissione degli atti al magistrato relatore
sui conti. Da questi era depositata relazione ed una remissione al collegio per trattazione
in udienza, introduttiva del Giudizio di conto 426/GC.
I fatti storici illustrati dalla Procura regionale negli atti introduttivi sopra richiamati,
sono i seguenti.
Con delibera del Consiglio Comunale dell'Aquila n. 52 del 7 aprile 2000 è stata
costituita la “Istituzione Perdonanza Celestiniana” per l'organizzazione della annuale
omonima celebrazione.
Le norme in base alle quali tale costituzione è avvenuta sono sostanzialmente gli
artt. 22 e 23 della L. 142/1990 sostituita dall'art. 114 TUEL 267/2000 e l'art. 69 dello
Statuto Comunale.
A tal proposito si consideri che nel giugno 2002 è stato avviato un procedimento
transattivo con la Carispaq che a fronte di “esposizioni maturate negli anni passati per
complessivi € 346.625” ha portato alla corresponsione al dicembre 2002 di una somma di
€ 122.141.
Consta una delibera giuntale n. 295 del 4 maggio 2001 che approva il piano
esecutivo di gestione per l'anno 2000 (vedi determina 159 dell'8 maggio 2001 del dirigente
del Servizio Cultura del Comune)
Sono in atti riferimenti a tre conti correnti presso la Carispaq riferibili all'Istituzione
Perdonanza Celestiniana:
Apertura di credito in Conto Corrente n. 92767 aperto il 25 luglio 2001 che nel
giudizio di conto qui discusso congiuntamente assume il ruolo di conto di tesoreria, mentre
la Carispaq ritiene essere meramente il conto di cassa.
Il Bilancio di Previsione 2001 è stato approvato dal CdA il 3 febbraio 2001 e dal
Consiglio Comunale con deliberazione N. 26 del 3/04/2001.
Il Bilancio di Previsione 2003 è stato approvato dal Consiglio Comunale con del. N.
56 del 31/03/2003.
Il CdA in data 20 marzo 2004 con delib. 1/2004 prendeva in esame la situazione
economico-finanziaria creatasi negli anni 2001-2002-2003 e individuava 318 mila Euro
quale totale negativo. Autorizzava quindi il direttore a trattare con i creditori per ottenere
un abbattimento dell'importo.
Il Sindaco con nota del 10 maggio 2004 ha invitato il CdA ad approvare il bilancio di
previsione per il 2004.
Con delibera consiliare n. 184 del 30 dicembre 2004 è stata approvata la “revisione
straordinaria della contabilità della Istituzione” per successive determinazioni, e si
individuano debiti per € 1.749.421 relativi agli anni 2001, 2002 e 2003.
Con il primo atto del 12 luglio 2004 si addebitavano ad Direttore Gentile il danno al
Comune dell'Aquila di 460.729 Euro argomentando che:
- le “esposizioni a titolo di residuo” per l'anno 2002, sul quale sarebbe slittato il
disavanzo 2001, che sono state oggetto di transazione per 122 mila Euro, sarebbero in
questo secondo importo danno pubblico per il Comune dell'Aquila, del quale l'Istituzione
sarebbe, ad avviso del Procuratore Regionale, promanazione organizzativa.
L' addebito è nelle conclusioni riferito testualmente “alla sommatoria delle spese
illegittimamente effettuate od impegnate negli anni 2002 e 2003” ed è rivolto integralmente
nei confronti del Direttore Gentile per i “suoi poteri gestionali, propositivi, referenti ed
esecutivi”, esclusi altri organi per effetto nella norma che nega l'estensione della
responsabilità “ai titolari degli organi politici” per gli atti rientranti nella competenza propria
degli uffici amministrativi.
A seguito dal primo atto di citazione si è costituito in data 22 dicembre 2004 Michele
Gentile, con delega agli avv.ti Adriano Rossi, Vincenzo e Francesco Camerini ,
depositando memoria con la quale si eccepisce:
7) ribadisce le competenze gestionali del CdA rilevando che nel secondo atto di
citazione è stato espunto ogni riferimento ad esclusione di soggetti in virtù della qualifica di
organo politico.
2) partecipazione del Copersino alle funzioni del Collegio dei revisori solo a
decorrere dal novembre 2003;
5) la insussistenza della colpa grave alla luce dei poteri di controllo che erano
demandati all'organo di Revisione e della Giurisprudenza della Corte dei conti ( fra le
molte citate Sez. I C/A 13/2/2003 64/A).
E' pervenuta in data 17 novembre 2005, depositata dalla Procura Regionale, una
nota datata 31 marzo 2005 a firma dei Revisori dei conti, che riferisce della scoperta
attribuita al Settore Economico e Finanziario del Comune dell'Aquila, di una
sponsorizzazione della Banca Popolare dell'Adriatico, riferita alla edizione 2001 della
manifestazione, versata su un conto corrente presso la Banca di Roma Agenzia 3
dell'Aquila, intestato a (sic) “Istituto Perdonanza Celestina” rimasto fino ad allora ignoto ed
estraneo alla contabilità.
Dalle difese dei convenuti sono state dedotte carenze nell'istruttoria svolta dalla
procura Regionale.
L'avv. Adriano Rossi per il convenuto Gentile ha, tra l'altro, sottolineato alcuni punti
sui quali la Procura avrebbe omesso di perfezionare l'istruttoria o di comprendere appieno
le risultanze di quella compiuta: il passaggio dal Comitato alla Istituzione, importo di del
danno (che è commisurato alle passività anziché più correttamente al disavanzo), il
computo di spese proprie del Comune (relative al Comitato e alla prima gestione
dell'Istituzione) o addebitabili al funzionario, la revisione contabile (che ha proceduto alla
mera raccolta delle dichiarazioni di quanti si sono dichiarati creditori dell'Istituzione),
concludendo sottolineando l'inesistenza del requisito del danno certo e attuale. L'avv.
Rossi ha anche depositato in udienza, senza opposizione del Procuratore Regionale, un
carteggio fra organi del Comune dell'Aquila che dimostrerebbe, attraverso una nuova
ricognizione dei debiti, che l'importo del disavanzo assistito da titoli validi sarebbe assai
più contenuto: 519 mila Euro. Secondo l'impostazione difensiva, l'Istituzione non aveva
dato luogo ad un rapporto di tesoreria con la Cassa di Risparmio perché non ne aveva
bisogno, essendo il Comune ad avere il governo della situazione finanziaria, talché i conti
correnti evidenziati sono sempre rimasti vuoti. La difesa di Gentile non ritiene di chiedere
l'integrazione del contraddittorio nei confronti dei componenti del Consiglio di
Amministrazione, sia per la incerta giurisprudenza che si registra a proposito dei poteri di
chiamata in giudizio di terzi, sia per la prevalente considerazione che si preferisce negare,
da parte della difesa, la sussistenza degli elementi della responsabilità (danno, nesso
causale, elemento soggettivo) piuttosto che attribuire ad altri la responsabilità stessa.
Analoghe censure all'istruttoria e alla sua trasfusione negli atti di citazione sono
state espresse dalle difese dei componenti del Collegio dei Revisori, che pur evidenziando
l'innegabile ruolo del Consiglio di Amministrazione dell'Istituzione e del suo presidente,
non giungono tuttavia a chiedere formalmente la chiamata in giudizio di terzi.
Pur nella sopravvenuta perplessità in ordine alla natura delle attribuzioni del
Consiglio di Amministrazione, la Procura Regionale si è riservata ulteriori valutazioni
soltanto a seguito di accertamenti chiarificatori, occorrendo preliminarmente una attenta
ricognizione del debito effettivo, pur nella certezza e nell'attualità del danno. Una volta che
si siano completate le procedure di riconoscimento dell'arricchimento del Comune in
relazione a specifiche spese, la Procura chiamerà in giudizio chi ha attivato spese non
riconosciute dal Consiglio Comunale.
Per la Carispaq l'avv. Pierluigi Daniele ha confermato il deposito del conto e di tutta
la documentazione, precisando che l'apertura di conti per anticipazioni è stata tenuta
distinta dal conto corrente che è stato ritenuto di tesoreria mentre è piuttosto da
considerarsi di cassa. Tutti e tre i conti sono stati aperti in applicazione dell'art. 30 del
Regolamento, come meglio specificato nella memoria scritta, e non dell'art. 35 che
prevede il conto di tesoreria, ed infatti non è mai stata sottoscritta alcuna convenzione al
riguardo.. A specifica domanda del Presidente del Collegio l'avv. Daniele precisa che i
conti correnti sono stati aperti con firma del presidente dell'Istituzione a seguito di delibera
del Consiglio di Amministrazione.
- è stata disposta la riunione del giudizio di conto n. 426 col giudizio di responsabilità n.
364;
- sono state respinte le eccezioni di nullità della citazione per difformità dall'invito a dedurre
e per indeterminatezza;
a) quali conti correnti bancari, fidi o altri strumenti creditizi siano stati utilizzati
dall'Istituzione Perdonanza Celestiniana per far transitare sponsorizzazioni, contributi,
donazioni ed entrate in genere e per disporre di anticipazioni bancarie e mezzi di
pagamento, indicando: a1) chi personalmente abbia aperto i conti suddetti; a2) chi
avesse la firma depositata per ciascuno di essi; a3) a chi fossero trasmessi i prospetti
periodici di ciascuno di essi; a4) il saldo attuale dei conti suddetti;
b) quali movimenti finanziari siano intercorsi fra il Comune dell'Aquila e l'Istituzione
Perdonanza Celestiniana (direttamente o indirettamente, a titolo di trasferimento definitivo
o di anticipazione); b1) quali somme in entrata il Comune stesso abbia acquisito a nome
dell'Istituzione, b2) quali ne abbia direttamente pagate a nome della stessa; b3) quali
somme imputabili alla gestione pre-Istituzione (di competenza del Comune) siano andate
a gravare sui conti dell'Istituzione;
c) quali debiti siano stati contratti dal Direttore dell'Istituzione e quali dal Consiglio di
Amministrazione; c1) per quali importi e per quali prestazioni; c2) con quali formalità
(forma scritta o meno); c3) quale sia lo stato di tali debiti;
d) quali risorse, in qualunque forma e con qualunque modalità, siano state acquisite
dall'Istituzione: d1) come contribuzioni ufficiali degli Enti territoriali e di Autorità civili e
religiose; d2) come sponsorizzazione da parte di imprese private; d3) come liberalità di
privati cittadini.;
g) ogni altro elemento utile alla definizione dei due giudizi, di responsabilità e di
conto.
In data 11 febbraio 2006 con nota del Presidente di Sezione è stata data notizia al
Sindaco, e alla Carispaq della designazione del dott. Vincenzo Limone per l'incarico di
CTU.
Con atto depositato il 20 febbraio 2006 è stato nominato come perito di parte, per i
convenuti Marotta, Stringini e Copersino il dott. Gianni Leonio.
A seguito di nota specifica del dott. Limone, questa Sezione, con atto n. 19-23/P del
09 febbraio 2006, ha autorizzato il suddetto Consulente ad estendere gli accertamenti
anche alla Banca di Roma, dove erano emersi conti correnti strettamente connessi
all'oggetto della consulenza.
Con nota 24 marzo 2006 per incarico del Sindaco del Comune dell'Aquila sono stati
notificati alla Sezione a mezzo messo del Comune, i conti consuntivi dell'Istituzione
Perdonanza Celestiniana, redatti dalla Cassa di Risparmio della provincia dell'Aquila,
relativi agli esercizi 2001, 2002, 2003 e 2004.
Con memoria depositata il 30 marzo 2006 l'avv. Federica Foglietti per il convenuto
Copersino ribadisce e amplia deduzioni in ordine alle carenze nella dimostrazione e
quantificazione del danno e sulla incompletezza del contraddittorio, considerati gli apporti
causali alla vicenda.
Gli avv.ti Vincenzo Camerini, Francesco Camerini e Adriano Rossi per il convenuto
Gentile con memoria depositata il 30 maggio 2006 formulano riserva d'appello nei
confronti nei capi della sentenza-ordinanza 803/05 che respingono le eccezioni di
inammissibilità della domanda. Eccepisce poi la nullità della CTU per difetto di
contraddittorio, pur cogliendo l'occasione per evidenziare alcune presunte contraddizioni e
imprecisioni nella relazione del medesimo CTU.
Ha poi dato notizia, per ulteriore adempimento della parte dell'ordinanza che
mandava alla Procura Regionale di informarsi sullo svolgimento del giudizio in sede
penale, che era prevista l'udienza dibattimentale in data il 12 ottobre 2006. Ha inoltre fatto
istanza per il differimento della trattazione nel merito per consentire alla procura Regionale
di valutare più approfonditamente le indicazioni relative agli apporti causali di altri soggetti
alla vicenda.
L'avv. Adriano Rossi per il convenuto Gentile ha formulato riserva di appello sui
punti decisori della Sentenza-Ordinanza 803/05. contestando il deposito dei conti
consuntivi dell'Istituzione Perdonanza Celestiniana da parte del Comune; ha anche
ribadito le censure in ordine alle modalità di svolgimento della CTU, che avrebbe dovuto
dare avviso alle parti dell'inizio delle operazioni, chiedendo nuova CTU con altro perito.
“Attese le criticità che emergono nel giudizio sui fatti gestori e sulla loro
rappresentazione contabile”, il Collegio ha ritenuto che “permangono inalterate le esigenze
espresse con la richiamata sentenza-ordinanza di esaminare le risultanze del conto
dell'istituzione Perdonanza in stretta connessione con lo svolgimento del giudizio di
responsabilità” ed ha quindi respinto la richiesta di separazione.
L'esame dei conti consuntivi per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 trasmessi dalla
Cassa di Risparmio della provincia dell'Aquila, Tesoriere almeno di fatto dell'Istituzione
Perdonanza Celestiniana, è stato ritenuto così conferente sia per l'indagine relativa al
giudizio di conto che a quella relativa al giudizio di responsabilità.
In ordine alla ammissibilità di tale deposito il Collegio ha ribadito che nel giudizio di
responsabilità amministrativa vigono, in materia di prove, i principi della acquisizione e
quello della cartolarità, in forza dei quali, da un lato, le risultanze istruttorie, comunque
ottenute e quale che sia la parte ad iniziativa della quale sono formate, concorrono tutte
indistintamente alla formazione del libero convincimento del giudice, dall' altro assumono
rilevanza fondamentale le prove documentali già acquisite, svolgendosi la discussione
dibattimentale non già sulla formazione di tali prove dinanzi al giudice (come avviene nel
processo penale), bensì, prevalentemente, sulla valutazione critica di prove precostituite,
formatesi fuori del giudizio.
Il consulente ha avuto facoltà di acquisire, oltre a tutti gli atti presenti nel fascicolo
processuale dei due giudizi riuniti, anche le ulteriori documentazioni disponibili presso
pubblici uffici, presso la Carispaq e presso altri soggetti che abbiano intrattenuto rapporti
con la soppressa Istituzione. Alle predette operazioni è stato specificato che dovessero
partecipare i rappresentanti o consulenti delle parti, ai fini delle osservazioni e valutazioni
di competenza.
La Sezione ha dunque ordinato: il rinnovo della CTU nei termini specificati, fissando
al 6 dicembre 2006 il termine per il deposito della relazione e al 18 ottobre 2006 l'udienza
di comparizione del consulente nominato d'Ufficio di cui all'art. 193 c.p.c.
Ha altresì assegnato alle parti il medesimo termine del 18 ottobre 2006 per la
nomina o la conferma dei loro consulenti tecnici e ha fissato l'udienza di discussione nel
merito al 20 febbraio 2007.
Alla udienza di comparizione del Consulente d'Ufficio in data 18 ottobre 2006, con
ordinanza a verbale, ai fini del rinnovo della C.T.U., il Collegio ha disposto l'effettuazione in
contraddittorio delle operazioni di individuazione dei documenti disponibili per le attività del
consulente, delegando il Consigliere Giacinto Dammicco per tale incombenza.
-che sono stati espletati gli incombenti di cui all'ordinanza sopra indicata;
-che sono stati assegnati alle parti, ai loro difensori e periti, 30 giorni dal 13
novembre compreso per l'esame dei documenti, ulteriori 10 giorni per produzioni di
consulenze e deposito documentazioni di parte;
-che è stato fissato al 26 gennaio 2007 il nuovo termine per il deposito della
relazione del Consulente tecnico d'ufficio;
-che è stato concesso termine, con deroga non opposta dalle parti, fino al 12
febbraio 2007 per depositare le osservazioni e controdeduzioni alla depositanda
consulenza.
In merito a questi ultimi conti, consta in relazione che in seguito alla riunione del
Comitato Perdonanza Celestiniana 2000 tenutasi il 29 febbraio 2000, presieduto da
Pierluigi Tancredi, è stato conferito mandato al Signor Michele Gentile, componente dello
stesso Comitato, di predisporre e sottoscrivere tutti gli atti necessari per ottenere dalla
Banca di Roma - Agenzia n. 3 - un'anticipazione di £. 50.000.000 (Euro 25.822,84). Con
nota n. 009735 del 1° marzo 2000 il Presidente del Comitato, nella veste di Assessore alla
Cultura del Comune, ha tra l'altro comunicato al predetto Istituto di credito che la
costituenda IPC avrebbe rilevato eventuali impegni economici assunti dal Comitato e che
quest'ultimo era autorizzato ad incassare presso la stessa Banca la somma di £.
150.000.000 (Euro 77.468,53) derivante dal contributo della Regione Abruzzo per l'anno
2000 assegnato ai sensi della L.R. n. 32/1998 (all. 25). In seguito al mandato ricevuto, in
data 1° marzo 2000 Michele Gentile ha provveduto ad aprire i menzionati c/c n. 651867/99
(conto anticipazioni) e n. 653180/32 (conto di gestione) per i quali ha sottoscritto le relative
richieste e in pari data ha stipulato apposita procura irrevocabile all'incasso con la quale
ha nominato e costituito procuratrice speciale del Comitato la Banca di Roma, che
pertanto veniva autorizzata ad incassare dalla Regione Abruzzo la somma di £.
50.000.000 (Euro 25.822,84) a titolo di acconto sul contributo di £. 150.000.000 (Euro
77.468,53).
Con successiva nota del 06 marzo 2000 Michele Gentile risulta aver formalizzato la
richiesta di anticipazione di £. 50.000.000 (Euro 25.822,84), a fronte di un credito di £.
150.000.000 (Euro 77.468,53) vantato nei confronti della Regione Abruzzo e giustificato
dalla presentazione dell'estratto della delibera del Consiglio Regionale con allegato
prospetto che evidenziava il beneficiario e l'ammontare del contributo.
Il punto di cui alla lettera B) trattato dal consulente, ha evidenziato che il Comune
dell'Aquila non ha direttamente pagato i debitori dell'IPC, ma ha in più soluzioni versato
somme sia per finanziare le ripianare il disavanzo, sia per anticipare l'incasso di crediti,
anche richiamati nel punto precedente, che venivano presentati dalla Istituzione come certi
e iscritti a bilancio per importi cospicui, riguardanti contributi della Regione, della provincia
e del Ministero competente, nonché i proventi della lotteria connessa alla celebrazione
annuale; crediti che il sede di riaccertamento e di consulenza si sono rivelati assai
sovrastimati, anche a seguito di insincere dichiarazioni dei vertici dell'Istituzione (per la
Lotteria la somma di Euro 206.582,76 era stata indicata dal Direttore della Istituzione
come del tutto prudenziale, mentre la somma effettivamente corrisposta dal MEF per
questa voce è di Euro 71.291,71) e di manomissioni di documenti contabili (si veda in
proposito la sentenza in sede penale del 16 ottobre 2007, più avanti riferita).
Sempre con riguardo al punto B), risulta dalla relazione che sono stati fatti gravare
sulla gestione Istituzione, e poi in parte coperti con contributo straordinario di Euro
103.291,38 concesso all'IPC dal Comune, debiti dei comitati che avevano organizzato in
anni precedenti le celebrazioni celestiniane, in particolare degli anni 1992, 1996 e 1999.
Al punto E) in ordine alle verifiche di cassa trimestrali, nel 2001 risulta eseguita una
sola verifica periodica: il verbale n. 31 del 25 ottobre 2001, peraltro incompleto nella parte
finale della prima pagina, nelle cui premesse viene evidenziato che il servizio di tesoreria è
stato affidato alla CARISPAQ “in base ad apposita convenzione”. Esiste tuttavia altra
copia, non conforme dello stesso verbale. I verbali del 2002 appaiono in parte erronei in
quanto tralasciano alcuni mandati e alcune reversali relative al periodo, richiamandone
altre non rinvenute. Gravi discordanze con la documentazione rinvenuta sono anche
evidenziate nei verbali di verifica di cassa per il 2003.
L'avv. Rossi per il convenuto Gentile, con memoria depositata il 12 febbraio 2007,
ha esposto le censure mosse all'operato del CTU nella consulenza di parte, a firma dei
dottori Cicone e De Acutis, depositata in pari data; in particolare ha insistito sulla erroneità
della inclusione nel disavanzo dell'Istituzione dei debiti relativi alle precedenti celebrazioni
svoltesi con appositi comitati. Afferma inoltre che in base al regolamento non possono
ritenersi validi i debiti per spese superiori a Lire 20 milioni che non siano stati
regolarmente approvati e sottoscritti dal CdA e che risulta in atti la sistematica assenza di
tale sottoscrizione.
Per Vespa è stata anche depositata nuova memoria datata 14 gennaio 2008 che,
anche sulla base della consulenza di parte sopra riferita, deduce in ordine alla
inconfigurabilità dell'elemento soggettivo (a fronte di una elevata soglia per la
quantificazione della gravità della colpa), del nesso causale (per la interposizione causale
di fatto imprevedibile e atipico) e dello stesso elemento oggettivo del danno (per il dover
essere esclusa l'addebitabilità alla Istituzione di ogni importo relativo a spese estranee a
quanto previsto in bilancio).
Anche per Stringini è stata più recentemente (15 gennaio 2008) depositata ulteriore
memoria a firma degli avv.ti Piermichele De Matteis e Stefano Lopardi ove riscontrano
sostanzialmente le medesime argomentazioni svolte nella memoria per il convenuto
Vespa.
È stata nel frattempo definita in sede penale - con una condanna ad anni 2 e mesi 6
di reclusione - la parallela vicenda giudiziale nei confronti di Gentile avente ad oggetto
comportamenti penalmente rilevanti (peculato e falso materiale ed ideologico) nell'ambito
della gestione dal 2002 al 2004 dell'Istituzione Perdonanza Celestiniana.
Nella relazione del CTU nominato per il presente giudizio sono contenute anche
indicazioni in ordine ad ulteriori apporti causali riferibili a soggetti originariamente non
evocati in giudizio (vedansi fra l'altro pag. 124, 125 e 129 della relazione).
Nei confronti di Tancredi l'azione viene esercitata per non avere il medesimo, nella
funzione di assessore competente, svolto il doveroso ruolo di iniziativa e di controllo oltre
che di raccordo fra le politiche dell'Istituzione e quelle del Comune dell'Aquila.
E' stata depositata memoria di costituzione in data 22 dicembre 2007 a firma degli
avv.ti Michele Damiani e Giacomo Giammaria per il convenuto Cicchetti, che ribadisce le
deduzioni opposte all'invito della Procura Regionale.
- che non è stata accertata la falsità delle delibere del CdA, anzi il contrario, ma che
resta valida la deduzione di nullità delle obbligazioni per spese eccedenti i 20 milioni per
mancata sottoscrizione da parte del CdA delle necessarie delibere;
- che l'importo del disavanzo preso in considerazione dalla procura Regionale è una
mera appostazione di bilancio e non comporta, in assenza di effettivo esborso o di valide
obbligazioni, un danno certo e attuale;
- che anche la sentenza penale, come già la CTU, ha rilevato come non spettasse al
Gentile la tenuta della contabilità, bensì a funzionari comunali;
- che il debito del Comune è di importo assai inferiore a quanto ritenuto dalla procura
regionale, dovendosi escludere quanto riferibile alla gestione pre-Istituzione e, per il
Gentile, quanto relativo a periodi successivi alla sua cessazione dall'incarico per dimissioni
nel corso del 2004:
- che i componenti del CdA sono stati troppo benevolmente esclusi dal presente
giudizio.
Deposita inoltre stralcio della sentenza penale di primo grado e copia del proprio
atto di appello.
Per la Carispaq l'avv. Fabrizio Foglietti ha ricordato che l'Istituto di credito ha reso il
conto e non risulta destinatario di addebiti a titolo di responsabilità; ha anche richiamato
giurisprudenza di questa Sezione (Sent. N. 429/R del 2004) in ordine alla inconfigurabilità
di un rapporto di tesoreria in assenza di apposita convenzione.
In difesa di Merlini, componente del Collegio dei Revisori, l'avv. Riccardo Lopardi
rileva la sproporzione fra gli addebiti di responsabilità sussidiaria del presidente del CdA e
dell'assessore alla cultura, da una parte, e quelli che riguardano i Revisori, considerando
che comunque questi ultimi hanno adempiuto almeno formalmente agli obblighi come
anche derivanti dallo statuto, mentre gli altri soggetti hanno avuto un ruolo nella vera fonte
del dissesto, ossia la gestione economica. Ha aggiunto che risultano dichiarazioni del
Presidente Cicchetti per le quali le delibere, che autorizzano l'apertura dei conti in modalità
di tesoreria di fatto, sarebbero falsamente sottoscritte e quindi inesistenti, mentre il
Comune ritiene tali firme autentiche, mentre non ritiene autentiche le firme del Sindaco,
contrariamente a quanto ritenuto dalla Carispaq: è evidente quindi una impossibilità per il
Collegio dei Revisori di controllare efficacemente i conti, anche perché il Direttore ha
occultato la parte gestionale ed economica e il Presidente non ha impedito lo
sbilanciamento economico, anche per effetto della mancata segnalazione della diversa
entità del contributo ministeriale rispetto a quanto riportato in bilancio. Insiste sulla
mancata dimostrazione di una sussistenza di danno certo e attuale. Lo sbilanciamento
riguarderebbe poi prevalentemente il 2000, che non è gestione per la quale in citazione
viene chiesta la condanna. Ribadisce la presenza di artifizi e raggiri da parte di altri
soggetti, che solleverebbero da responsabilità i revisori.
Per Marotta l'avv. Colagrande afferma che non si riscontra alcuna grave mancanza
nel comportamento del Collegio dei Revisori e ricorda che Marotta ha assunto l'incarico a
fine 2003.
Per il convenuto Gentile l'avv. Rossi lamenta la tardività della acquisizione agli atti
del giudizio della comunicazione del Commissario Rocchio datata 24 gennaio 2008, in
ordine al riconoscimento dei debiti fuori bilancio da parte del Comune de L'Aquila,
comunicazione della quale non ha avuto tempestiva notizia. Ritiene poi che la memoria del
convenuto Tancredi, laddove precisa le competenze dell'assessore nell'individuazione dei
contenuti delle attività connesse alla celebrazione annuale, confermi il fatto che il Gentile
ha agito sulla scorta di indicazioni provenienti da una autorità. Gli esiti del giudizio penale
non sono poi da ritenere definitivi, poiché l'addebito al Gentile di aver falsificato il
documento relativo all'entità del contributo ministeriale è stato motivato, in quella sede,
sulla base del fatto che il Gentile non abbia indicato chi altri lo avrebbe fatto. E su tale
punto pende appello avverso la sentenza penale di primo grado. Ritiene infine che in
carenza di atti deliberativi del CdA regolarmente firmati, i debiti eccedenti i 20 milioni di
vecchie lire siano inesistenti.
Il Pubblico Ministero rileva che effettivamente una non attenta lettura degli atti
introduttivi del giudizio potrebbe far insorgere il dubbio che per i componenti del Collegio
dei Revisori si sia richiesta una condanna per responsabilità sussidiara pari a tutto
l'importo del danno addebitato a titolo di responsabilità principale, e che soltanto per i
convenuti Cicchetti e Tancredi la responsabilità sussidiaria sia limitata fino alla
concorrenza di un certo importo (Euro 40 mila in un caso e 100 mila nell'altro). Invece a
ben vedere la citazione rivolta ai componenti del Collegio dei revisori è anch'essa da
intendersi limitata, con rimessione al Giudice della quantificazione dell'importo fino alla
concorrenza del quale vorrà disporre l'attribuzione per ciascuno di responsabilità
sussidiaria.
L'avv. Damiani in difesa del convenuto Cicchetti ha reso noto che la sentenza
penale, per la parte che non addebita la falsificazione dei verbali del CdA, è stata
appellata anche dal suo patrocinato, e che durante il funzionamento dell'Istituzione non vi
erano segnali di illiceità e neanche di illegittimità, e la cittadinanza manifestava
soddisfazione e si avvantaggiava dell'attività svolta per la celebrazione della Perdonanza
Celestiniana.
Per il convenuto Tancredi l'avv. Fiore rileva la natura politica delle funzioni svolte
dall'Assessore alla Cultura e ricorda che in base al Regolamento dell'Istituzione vi erano
appositi organi ai quali competeva la vigilanza.
Per i convenuti Stringini e Vespa l'avv. Stefano Leopardi precisa che bisogna
valutare la condotta dei convenuti ex ante e quindi in base alle circostanze note all'epoca,
e sottolinea che le anomalie erano sugli aspetti gestionali e non su quelli contabili, sicché
non era rilevabile dai revisori, né poteva esigersi da essi un diverso comportamento.
.DIRITTO
Pur in presenza di tale situazione, tuttavia, il Collegio ritiene che il corredo probatorio
reperito nel corso del processo possa ritenersi adeguato, grazie ai numerosi elementi
emersi nell'istruttoria della Procura regionale e nella consulenza tecnica di ufficio. A questi
vanno aggiunte le comunicazioni e le attestazioni provenienti dall'amministrazione
danneggiata (Comune di L'Aquila) e dal Commissario nominato per la gestione
dell'Istituzione della perdonanza celestiniana.
Ciò rimane compatibile con i termini per i deposito di memorie e le garanzie del
contraddittorio, tutelati nell'ambito dei principi del giusto processo, per il fatto che
l'acquisizione, pur avvenuta per il mezzo della Procura, non comporta alcuna ulteriore
deduzione da parte della Procura stessa, alcuna forma di intervento in giudizio da parte di
soggetto (il Comune) che non può ritenersi parte formale, né alcuna modifica degli
elementi costitutivi posti a base della domanda attorea, né tanto meno introduce domande
nuove, ed è pertanto da ritenersi notizia di aggiornamento oggettiva sui fatti.
1.2. Il Collegio deve ulteriormente precisare che la ingente quantità di fonti di prova
acquisite attraverso gli strumenti sopra elencati (in particolare istruttoria della Procura
regionale e consulenza d'ufficio) ha trovato in più aspetti conforto per effetto delle perizie
di parte e delle memorie dei diversi convenuti, poiché da questi ultimi apporti non è stata
affatto smentita la presenza di elementi di gravissimo disordine gestionale, anzi la stessa è
stata ulteriormente disvelata ed evidenziata.
Assume infatti una particolare valenza la circostanza che gli stessi aspetti che
meritano la più forte censura di incuranza e superficialità, non siano stati, sostanzialmente
da nessuna delle parti convenute, negati affatto, ed anzi siano stati rimarcati e recati a
propria discolpa ed a carico della condotta di altri, con la deduzione difensiva che in tale
macroscopica anomalia gestionale non si poteva esigere, da alcuno, una migliore
condotta.
- da un lato si davano all'esterno segnali di voler attivare, nel rispetto delle norme, il
sistema di Tesoreria Unica (si veda in particolare la nota n. 453/01 del 07 dicembre 2001
in atti), dall' altro si gestivano entrate e spese senza alcun riguardo al conto, alla mano o
alla tasca per cui passavano, non dando attuazione all' 35 del Regolamento
dell'Istituzione, che prevede che il servizio venga affidato, in via negoziale ed in base ad
apposita convenzione, ad un Istituto di credito locale previa deliberazione del Consiglio di
Amministrazione (deliberazione che comunque sarebbe stata assunta nella seduta del 25
luglio 2001, mentre la convenzione non risulta essere mai stata stipulata);
3.1 In primo luogo il Collegio rileva come l'indebitamento della IPC, la quale non
era altro che una promanazione dell'amministrazione comunale, e come tale si presentava
dinnanzi alla comunità regionale, non può che essere ricompreso prima facie nella
complessiva situazione finanziaria del Comune di L'Aquila.
E nella realtà dei fatti le obbligazioni assunte dall'Istituzione, come del resto quelle
dei Comitati che l'hanno preceduta, sono state costantemente ricondotte nell'ambito della
finanza del Comune come obbligazioni proprie dello stesso e come tali hanno formato, o
stanno formando, oggetto di trattative con i debitori, al fine di pervenire a soluzioni
transattive.
D'altro canto, solo per una vicenda (situazione creditoria vantata dalla società
Agorà) risulta che il Comune abbia disconosciuto la riferibilità ad esso dei debiti assunti
dall'Istituzione. Ma relativamente a tale vicenda, per le particolari circostanze che la
contraddistinguono, sono in corso contestazioni in sede giudiziaria, di cui è difficile
prevedere l'esito.
Quanto precede induce a ritenere che un danno di rilevante entità sia stato con
certezza prodotto nelle finanze del Comune. Spetta ora al Collegio determinare quanta
parte di esso corrisponda ad utilità acquisite e di valutarne la riferibilità ai soggetti
coinvolti.
Valga come persuasivo riferimento il debito nei confronti della soc. AMIT connesso
al concerto del tenore Carreras: il decreto ingiuntivo del creditore è stato opposto senza
successo, e il Tribunale di Roma con sentenza del 18 luglio 2005 non ha assolutamente
revocato in dubbio la validità della delibera del CdA n. 6 del 21 agosto 2001, che
assumeva l'impegno.
a) si devono ritenere esclusi dal presente computo quei debiti, pur affermati dai
presunti beneficiari in sede di revisione straordinaria, che risultino sprovvisti di adeguato
riscontro documentale;
b) occorre considerare l'attività transattiva che sta operando in maniera riduttiva per
alcuni dei debiti, abbattendone una quota (che le comunicazioni del Commissario dott.
Rocchio in data 24 gennaio 2008 consentono di stimare in un 20%).
d) viceversa in funzione di incremento del danno sono da porre tutti gli oneri
accessori maturati a titolo di spese legali e di interessi.
Tutto ciò precisato, e applicando i criteri sopra specificati nella misura più restrittiva
e prudenziale, il Collegio ritiene di poter individuare il disavanzo cui rapportare la
quantificazione del danno nella misura di Euro 1 milione e 200 mila, a fronte
dell'esposizione complessiva attuale di oltre 2 milioni di Euro (tenuto conto della domanda
attorea di Euro 2.178.518,78).
3.6 Se è vero che il riconoscimento del debito fuori bilancio da parte del Comune
passa necessariamente attraverso una attribuzione di utilità da parte dell'Ente stesso, non
è tuttavia vero che questo valga ad elidere significativamente il danno erariale in funzione
della “compensatio lucri cum damno”. Infatti è necessario cogliere la distinzione fra la più
frequente evenienza nella quale un Ente locale fronteggi obbligazioni sorte a seguito di
irregolare ordinazione di spese, casi nei quali la giurisprudenza in considerazione
dell'arricchimento ha ammesso il riconoscimento e posto a danno solo la parte degli oneri
accessori, e la presente fattispecie, nella quale vi era stata da parte degli organi
deliberanti del Comune l'istituzione di uno speciale organismo, dotato,in relazione a ben
delimitati compiti statutari, di apposite fonti di finanziamento alle quali poteva ricorrersi
soltanto nel rispetto del principio di pareggio di bilancio. Nel caso in esame invece la
gravissima noncuranza gestionale, ha prodotto debiti addossabili al Comune con la
conseguenza che il valore da attribuire al riconoscimento dei debiti non può che essere
differente, atteso il travalicamento stesso dei compiti dell'Istituzione così come delimitati
dalla attribuzione delle risorse finanziarie. Ciò comporta che deve tendenzialmente
considerarsi danno per il Comune tutto l'importo che è fuoriuscito, in forma di disavanzo,
dal bilancio della Istituzione, per il motivo che la valutazione delle utilità era stata già
compiuta con la definizione da parte del Comune e della istituzione Perdonanza
Celestiniana della misura del contemperamento fra le esigenze ludiche, turistiche e
culturali connesse alla celebrazione annuale con la concreta disponibilità di risorse
finanziarie attribuite all'Istituzione; e dunque il disavanzo ingiustamente si riverbera sul
patrimonio dell'ente, per l'intero ammontare del debito che travalica gli equilibri di bilancio.
A ciò si aggiunga che il Collegio poggia il suo libero convincimento anche sullo
svolgimento del giudizio penale che ha interessato la gestione Gentile, nel quale il
suddetto, così come nella presente sede, non ha fornito persuasive giustificazioni in ordine
ai fatti contestatigli.
Si tratta di un assunto cui non può esser dato credito. E' infatti del tutto ragionevole
ritenere che una media attenzione allo svolgimento del proprio incarico avrebbe dovuto
determinare dubbi e stimoli all'approfondimento degli aspetti più problematici della
gestione, in presenza di carenze organizzative conclamate, specie per quanto riguarda il
personale amministrativo di supporto e la disciplina delle relative mansioni.
E' così impossibile ammettere che per anni parte dei verbali e delle delibere del
Consiglio rimanesse priva della firma del Presidente senza che questi nelle numerose
riunioni che si sono succedute ne abbia avuto contezza.
Sono indici della stessa inescusabile negligenza il fatto che il Consiglio abbia del
tutto ignorato il mancato rispetto delle norme sulla tesoreria unica, che i bilanci preventivi
ed i conti consuntivi siano stati approvati dal Consiglio oltre i rispettivi termini del 15
ottobre e del 15 aprile previsti dagli articoli 25 e 26 del regolamento dell'Istituzione e la
circostanza che dopo la comunicazione della delibera di soppressione dell'Istituto (delibera
del Consiglio comunale n. 28 del 23 marzo 2005) il Consiglio non abbia mai redatto il
rendiconto e non abbia mai effettuato alcun passaggio delle consegne nei confronti
dell'Amministrazione comunale (cfr. pagg. 9-10 della relazione del CTU).
Ancora maggiore rilievo riveste il mancato rispetto nei bilanci predisposti dal
Consiglio dell'obbligo di pareggio del bilancio, da attuarsi mediante comparazione dei costi
e dei ricavi, come previsto dall'art. 4 del regolamento dell'Istituzione (v. pagg. 54 e 55 della
relazione del CTU).
Tale circostanza, come evidenziato anche dal Settore Avvocatura del Comune di
L'Aquila con nota del 7 ottobre 2004, annessa alla delibera della Giunta comunale n.
571/2005, è già di per sè idonea a far ravvisare una responsabilità personale degli
amministratori per “culpa in vigilando”.
4.3 L'Assessore Tancredi è nella avvilente vicenda fin dall'inizio, ed anzi da prima
che si costituisse l'Istituzione, avendo avuto un ruolo già all'epoca dei Comitati (quei
Comitati, sia detto qui incidentalmente, che con i loro debiti hanno “zavorrato” già alla
nascita l'Istituzione stessa). La sua conoscenza dei fatti gestori e dell'operare degli organi
dell'Istituzione stessa appare superiore a quella del Presidente del Consiglio
d'Amministrazione. Anche a non voler considerare la non formalizzata attribuzione di una
culpa in eligendo con riferimento alla nomina del Direttore dell'IPC nella persona di
Michele Gentile, operata dalla Giunta Comunale, con delibera n. 441 del 28 giugno 2000,
sulla base della proposta formulata dell'Assessore alla cultura del Comune avanzata nella
seduta di insediamento del Consiglio di Amministrazione dell'Istituzione, (in atti presente
come allegato n. 6 alla relazione del CTU), rilevano senza dubbio alcuni comportamenti e
alcune omissioni che si riferiscono sia al momento genetico che al seguito della gestione
dell'Istituzione.
Non solo l'assessore Tancredi sedeva nel Consiglio come garanzia di carattere
operativo che il Comune si dava per assicurare che l'autonoma gestione dell'Istituzione
non esorbitasse dalle attribuzioni di carattere generale del Comune, ma erano a lui
intestate anche quelle funzioni di rapporti con l'esterno che gli potevano consentire una
migliore conoscenza, fra l'altro, della reale consistenza delle risorse, di provenienza
pubblica, che l'Istituzione effettivamente era legittimata ad acquisire. Si tenga presente
infatti che lo sbilanciamento, oltre che dallo smodato volume delle spese (per il quale gran
parte della responsabilità viene dal Collegio addebitata al Gentile) è stato provocato anche
dalla marcata differenza fra le entrate che l'Istituzione inscriveva in bilancio ed esibiva ai
fini dell'ottenimento di anticipi, e quelle che effettivamente erano ad essa destinate dai vari
Enti territoriali, dal Ministero dell'Economia (quote della lotteria) e dal Ministero dei Beni
Culturali. In questa circostanza sicuramente critica la posizione del Tancredi era quella
più idonea per una rilevazione e segnalazione della divergenza delle prospettazioni, ma
tuttavia ha omesso di compiere anche questa basilare funzione. Il Collegio annette una
particolare gravità anche a questa assai negligente condotta.
E' evidente che i due Collegi hanno rivestito un ruolo molto diverso nella
determinazione degli eventi pregiudizievoli che formano oggetto del presente giudizio.
Si deve affermare poi che, conformemente a quanto dedotto dalle difese dei
revisori, l'attività decettiva di chi aveva la gestione, come riscontrata dal Collegio
giudicante, riduce la gravità di molte delle censure di inefficacia che sono state mosse ai
revisori.
Il Collegio dei Revisori subentrato nel novembre del 2003 non è ritenuto, da questo
Collegio giudicante, suscettibile di addebiti di colpa grave in vigilando. L'edizione 2003
della Perdonanza era già stata effettuata e per quella del 2004 la situazione, con
l'emersione delle anomalie, era già in fase di cambiamento. Si registra in ogni caso che
per il consuntivo 2003 le valutazioni espresse dal Collegio dei Revisori, assieme a quelle
del Servizio Bilancio del Comune, hanno imposto una nuova compilazione del consuntivo
stesso sul quale poi, nella seduta del 23 settembre 2004 (verbale n. 32/04), il Collegio dei
Revisori ha espresso parere negativo.
4.5 La condotta di altri soggetti che hanno operato, con maggiore o minore
consapevolezza, in contiguità con gli organi della Istituzione o nell'ambito della suddetta,
nella redazione di documenti o nelle espressioni di voto, non presenta, secondo quanto
risulta dagli atti del giudizio, quegli aspetti di gravità che viene richiesta per l'addebito di
responsabilità amministrativo-contabile, sia per la posizione subalterna rispetto ad altri
soggetti implicati, sia per il marginale coinvolgimento nella gestione e nei processi
decisionali portati avanti.
Invero la vastità del fenomeno di mala gestione e la rilevanza, nel territorio, della
vicenda, portano ad alimentare dubbi sulla riconducibilità della “copertura politica”
esclusivamente alla figura dell'assessore competente, con esclusione di altre figure.
Tuttavia non è stata recata evidenza in grado di dare sostanza ai suddetti dubbi, e in ogni
caso non è stata esercitata azione nei confronti di tali ipotetici soggetti, che devono restare
pertanto estranei al presente giudizio.
Occorre aggiungere che per la condotta dei componenti del Collegio dei Revisori
una valutazione ex ante delle conseguenze dell' inadeguato esercizio di alcune fra le
funzioni demandate, pur se conduce a ritenere non influenzata gran parte della
esposizione finanziaria verificatasi, tuttavia consente di affermare che una maggiore
attenzione ed insistenza nel completamento, fra gli altri, degli adempimenti per la
formalizzazione della Tesoreria, unitamente all'effetto dissuasivo derivante da un più
attento esercizio della funzione del controllo, avrebbe evitato almeno una parte del danno.
Ciò naturalmente con riferimento al Collegio dei revisori in carica fino al novembre 2003, e
con esclusione di quello poi subentrato.
Quanto al convenuto sig. Gentile, il suo operato si pone con maggiore evidenza in
rapporto di diretta causa del disavanzo: la spregiudicata gestione delle risorse, sia per le
entrate che per le spese, ha approfittato delle maglie larghe della blanda vigilanza dei
sopra citati organi e si è manifestata nella assunzione di obbligazioni alle quali l'Istituzione
non era in grado, sia per motivi contabili, sia (e prevalentemente) per motivi economico
finanziari, di fare fronte. Le spese, disutili in quanto esorbitanti dal budget deliberato come
congruo per quelle attività, sono quasi sempre originate da sue determine e da altre forme
di riconoscimento di obbligazioni (lettere, affidamenti…) a lui riconducibili, talché se ne può
del tutto persuasivamente affermare la intestazione di una posizione di diretta causalità
rispetto al danno sopra individuato.
6. Oggetto del presente giudizio, in virtù della riunione operata con la sentenza-
ordinanza n. 803/2005, è anche il conto giudiziale reso dalla Carispaq sul conto corrente
utilizzato (prevalentemente) come tesoreria dalla Istituzione. Non vi è dubbio che vi ricorra
il maneggio di pubblico denaro e che vi siano transitate somme di provenienza e di
destinazione pubblica. Il conto relativo a ciascuno degli esercizi dal 2001 al 2004 è stato
acquisito per il tramite del Comune di L'Aquila in data 24 marzo 2006
7. Tutto quanto precede induce questo Collegio, sulla base di una attenta
valutazione equitativa del danno (ai sensi 1226 c.c.) a quantificare così le quote di
risarcimento da attribuire a ciascuno dei convenuti: al sig. Michele Gentile addebitare parte
consistente del danno erariale, per l'importo di Euro 600.000, a titolo di responsabilità
principale e diretta; al sig. Pierluigi Tancredi l'importo di Euro 100.000 in via principale, ed
ulteriori Euro 100.000 in via sussidiaria; al sig. Antonio Cicchetti l'importo di Euro 25.000 in
via sussidiaria; ai Revisori Riccardo Vespa, Francesco Stringini e Vincenzo Merlini
l'importo per ciascuno di Euro 10.000.
Le spese legali dei convenuti assolti Marotta e Copersino sono liquidate, ai sensi di
legge, in Euro 1500 per ciascun convenuto.
PQM
ASSOLVE
Roberto Marotta e
Tommaso Copersino
e liquida le spese legali dei suddetti nella misura di Euro 1500 per la difesa di
ciascuno.
CONDANNA
Michele Gentile al risarcimento in favore del Comune di L'Aquila della somma di Euro
600.000 (seicentomila);
Pierluigi Tancredi al risarcimento in favore del Comune di L'Aquila della somma di Euro
100.000 (centomila) in via principale, ed in via sussidiaria fino alla concorrenza di ulteriori
Euro 100.000 (centomila);
Antonio Cicchetti in via sussidiaria fino alla concorrenza di Euro 25.000 (venticinquemila);
Riccardo Vespa, Francesco Stringini e Vincenzo Merlini in via sussidiaria fino alla
concorrenza di Euro 10.000 (diecimila) ciascuno.
Pone a carico dei convenuti condannati le spese del giudizio che si quantificano, fino al
momento del deposito della presente sentenza, in Euro complessivi 23.268,74 (
ventitremiladuecentosessantotto/74) di cui Euro 12.000 ( dodicimila ) per CTU .
Dichiara la regolarità del conto reso dalla Carispaq quale tesoriere di fatto dell'Istituzione
Perdonanza Celestiniana con riferimento al conto corrente bancario n. 92767.
L'Estensore Il Presidente