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La Citta Cognitiva: strategie di superamento dello stato di liminalita della vittima nel sistema cognitivo urbano.

Liliana Montereale

GLOCAL BOOK Glocal University Network editor@glocaluniversitynetwork.eu www.glocaluniversitynetwork.eu


All rights reserved Distributed under license Creative Commons Seconda Edizione, Dicembre 2011

~Profilo Biografico~
Psicologa, Criminologa, Dirigente per la Ricerca, la Formazione e la Consulenza Consorzio per lUniversit di Pomezia per il quale anche responsabile del Laboratorio di Criminologia. Psicologa, Criminologa, Ricercatrice, Cultore della Materia di Filosofia Politica presso la LUM, Libera Universit del Mediterraneo, docente del Glocal University Network, specializzata in elaborazione modelli di profiling nellambito dellanalisi della criminologia del soggetto e dellindividuo. Responsabile dellarea Psicologia del Ce.A.S.- Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo e alla violenza politica. In veste di consulente, partecipa alla elaborazione scientifica, alla progettazione e alla realizzazione (anche con attivit di formazione formatori) di modelli formativi nei seguenti ambiti: prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo; Psycho Intelligence; azioni di prevenzione contro la violenza su soggetti deboli (stalking, pedofilia, mobbing, etc.); sicurezza in contesti urbani. Svolge attivit relative alla percezione del rischio nei sistemi complessi, in particolar modo nellambito di alcuni progetti internazionali. Queste competenze sono state, inoltre, indirizzate alla realizzazione e alla gestione di vari siti internet che il Centro ha svolto per suo proprio conto o per conto di enti terzi. Ha affiancato a queste competenze quelle relative alla gestione degli habitat relazionali di carattere sociale. inoltre responsabile della redazione della Rivista Italiana della Sicurezza e delle rubriche I Quaderni del Campus e Glocal Books.

La Citt Cognitiva: strategie di superamento dello stato di liminalita della vittima nel sistema cognitivo urbano.
Ogni violenza costituisce una violazione, cio una frattura fra lindividuo che la subisce e la societ circostante. Questo il paradosso della vittimizzazione: che la vittima istintivamente attua un processo di traslazione, trasformando in reo non solo colui che ha commesso il reato direttamente, ma tutto il sistema sociale. Questa traslazione determina la rottura delle connessioni fra la vittima e il suo contesto di riferimento, lasciando lindividuo solo in un pericoloso vuoto sociale (stato di liminalit). Nel caso delle donne che subiscono violenza, lo stato di liminalit maggiormente profondo poich spesso esse non trovano nemmeno la famiglia ad accoglierle, sia perch spesso la violenza avviene proprio in famiglia, sia perch altrettanto spesso nella famiglia si ingenera uningiustificata forma di rifiuto e colpevolizzazione della vittima, sia perch la denuncia della violenza subita viene percepita dalla famiglia come una forma di tradimento, esponendo la vittima ad un sentimento di vergogna sociale. I dati relativi alla violenza sulla donne 1 dimostrano una notevole incidenza del fenomeno, pur tenendo presente il numero oscuro che per diversi fattori emerge spesso nei casi di violenza. La mancata denuncia alle Forze dellOrdine dellaggressione subita scaturisce da diverse motivazioni, soprattutto culturali, ma anche dal fatto che stabilire uno standard di violenza estremamente difficile, in special mondo quando la violenza non lascia segni sul corpo, ma ferite forse ancor pi durature. La quantit di episodi di aggressione alle donne denota lurgenza con la quale occorre intervenire per arginare il fenomeno. La ricerca Il costo di essere donna Indagine sul femminicidio in Italia. I dati del 2010., a cura di Adolfi, Giusti et al. rileva 127 casi di femminicidio nel 2010 in Italia.

Il costo di essere donna. Indagine sul femminicidio in Italia. I dati del 2010. Ricerca di: Laura Adolfi, Sara Giusti, Agnese Breveglieri, Elisa Ottaviani, Cristina Karadole, Virginia Venneri, Cinzia Verucci, in collaborazione con Anna Pramstrahler
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Come la tabella evidenzia i casi in cui la donna la sola vittima sono preponderanti (82%) e costituiscono un dato constante, in quanto nella ricerca per lanno 2009 la percentuale identica (82%)

Il 78% delle donne abusate di origine italiana, lautore del delitto, quasi sempre il partner (54%), italiano (79%) ed il movente solitamente passionale (Tab.11). Questo dato, oltre a costituire un pessimo primato per il nostro Paese, denota un fattore altrettanto allarmante: la costruzione mediatica del mostro straniero non ha chiaramente riscontro oggettivo con la realt, ma un fenomeno indotto, appunto, dai mezzi di comunicazione di massa nella societ della comunicazione2.

Per approfondire la tematica si consiglia: Ceci, A.( 2011), Cosmogonie del Potere, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo.

Su un numero assoluto di 95 casi, il 79% degli individui che compiono violenza sulle donne proviene dallItalia.

Lautore del delitto molto spesso coniuge o ex coniuge, partner o ex partner. I dai relativi al rapporto tra vittima e autore spiegano la frequenza del movente passionale, i cui dati sono riportati nella tabella n.11.

Separazione, conflittualit e raptus sono le cause principali scatenanti il delitto. Quello della separazione il movente pi comune, con una percentuale del 19%, su un numero assoluto di 31 casi.

UN - Women United Nations Entity For Gender Equality And The Empowerment Of Women Virtual knowledge centre to end violence against women and girls - Overview of Violence against Women and Girls, 2011.

Come si pu facilmente notare, il dato nazionale riflette quello mondiale: la ricerca condotta dal Women United Nations Entity For Gender Equality And The Empowerment Of Women, sulla violenza alle donne, mostra come in molti Paesi la percentuale delle aggressioni perpetrate dal partner sia molto elevata. In Ghana sul 44,5% di violenze, il 20% compiuto dal partner, in Kiribati sul 73% addirittura il 46,4% dei partner compie violenze di tipo sessuale, in Romania il 28,5% delle violenze in assoluto viene perpetrato dal partner della donna; in Samoa il 46,1% sul 75,8%. In Slovacchia il dato cambia: il 67,8% delle aggressioni alle donne commesso da non partner. Litem della Spagna riporta solo i dati del 3,6% e del 9,6%, rispettivamente della violenza fisica e/o sessuale al 2005 (9,6%) e degli scorsi 12 mesi (3,6%). Negli Stati Uniti sul 55% delle aggressioni, il
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51% di queste commesso dal non partner e solo lo 0,2% di tipo sessuale. In quasi tutti i Paesi, una notevole percentuale allincirca del 10% - compie le aggressioni durante il rapporto sessuale o durante la gravidanza della donna.

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Deve esserci quindi un fattore che sia di tipo sociale, culturale o biologico e che influenzi i risultati, il rapporto con la donna e, soprattutto, la percezione di violenza presso un individuo e presso la popolazione. E per individuare ed analizzare questi fattori che lo staff scientifico del Glocal University Network ha elaborato un progetto, denominato La citt Cognitiva: strategie di superamento dello stato di liminalit della vittima nel sistema cognitivo urbano, che mira a superare il processo di vittimizzazione, eliminando lo stato di liminalit e quindi il vuoto sociale e la solitudine (alienazione) in cui si trova la donna che ha subito una violenza. Ci pu avvenire realizzando una rete cognitiva urbana che integra lesistente e costruisce il futuro. Il progetto La citt Cognitiva: strategie di superamento dello stato di liminalit della vittima nel sistema cognitivo urbano mira alla costituzione di una rete territoriale di tutela ed assistenza alle vittime di reato, nel caso specifico alle donne oggetto di violenza, sulla base di una particolare metodologia di integrazione delle risorse territoriali gi disponibili, e di quelle eventualmente necessarie.

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La realizzazione della rete territoriale prevede le seguenti fasi:

1) Acquisizione dati ufficiali sulle donne vittime di violenza, rilevati dalle Forze dellOrdine. 2) Questionario somministrato alle famiglie dei comuni coinvolti tramite gli istituti scolastici, al fine di ridurre il numero oscuro sulla violenza delle donne 3) Realizzazione di una Banca Dati - Osservatorio sulla violenza alle donne nei comuni interessati, 4) Realizzazione di un network relazionale sulla violenza alle donne: un network relazionale per potersi realizzare deve individuare precisi poli di integrazione, le Forze dellOrdine, in qualit di organo attivo di controllo sul territorio, forniranno i dati relativi ai poli di integrazione, come ad esempio gli Sportelli di ascolto, il Tribunale, Pool Antiviolenza, i Servizi Sociali, Centro Giustizia Minorile, Aziende Ospedaliere, Consultori familiari, Ambulatori, Centri di ascolto per le donne vittime di violenza ecc. In questo modo verr effettuata lelaborazione di una mappa cognitiva delle strutture esistenti, che interagiscono per grappoli relazionali (clusterizzazione). La mappa cos ottenuta verr sovrapposta alla mappa geografica del territorio di riferimento. 5) La sovrapposizione consentir, a questo punto, lindividuazione dei poli nei comuni, sulla base di una mappatura georeferenziata. 6) Realizzazione della metodologia Labirinto degli Specchi e collocazione della piattaforma nel network relazionale nella struttura centrale delle Forze dellordine che utilizzeranno il modello. 7) Attivit terapeutica nei confronti delle donne vittime di violenza. 8) Valutazione dellattivit terapeutica e oggettivazione comportamentale delle vittime di reato. Lattivit di valutazione consister anche nella valutazione del processo di integrazione dei poli relazionali e nella definizione di quelli ulteriormente necessari. 9) Dall8 marzo 2006 stato attivato il servizio di call center mediante numerazione di pubblica utilit 1522 che garantisce su tutto il territorio nazionale, alle donne vittime di violenza, un servizio di accoglienza telefonica specializzato e lorientamento allaccesso ai servizi del privato sociale, socio-sanitari, forze dellordine, e centri antiviolenza, presenti nel territorio di riferimento. 10) Continuazione dellattivit terapeutica individuale, collettiva e di gruppo sulle vittime, mappatura dei poli ulteriormente necessari per una fase successiva del progetto 11) Report conclusivo e seminario di presentazione delle attivit svolte.

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La fase iniziale del programma propone alla donna che si rivolger ad uno dei poli di integrazione una batteria di test, al fine di comprendere la situazione particolare e il livello iniziale di consapevolezza
del suo trauma.

Altri test verranno somministrati alle famiglie dei comuni interessati tramite gli istituti scolastici, al fine di ridurre il numero oscuro sulla violenza delle donne. Una volta indicata la situazione di partenza della donna, sar possibile fornire indicazioni terapeutiche circa il percorso urbano di integrazione post-traumatica che il soggetto dovr intraprendere. Successivamente verr effettuata una valutazione dellattivit terapeutica e oggettivazione comportamentale delle vittime di reato. I percorsi urbani di integrazione post-traumatica verranno individuati sulla base dellanalisi georeferenziata dei dati forniti dalle Forze dellOrdine circa i poli che verranno integrati e connessi fra di loro, e sottoposti ad analisi longitudinale con rilevazione diacronica e sincronica. Lattivit terminer con un seminario internazionale nel quale verranno presentati i risultati del lavoro. I risultati attesi delle attivit di La citt Cognitiva si individuano nellarea: Individuale. Gli effetti si riscontrano direttamente sulle persone che sviluppano una coscienza del loro trauma proprio durante i Percorsi urbani di integrazione posttraumatica; Relazionale. Gli effetti del progetto influenzano il grado di sostegno relazionale determinato dalla realt del network, che facilita la disponibilit di comunicazione fra i poli che lo compongono; Collettiva. Il progetto La Citt Cognitiva, sensibilizzando lintera comunit sul fenomeno della violenza alle donne, fornisce le condizioni per la messa in atto di strategie di integrazione della vittima con la citt che la accoglie, estendendo la dimensione urbana della fruizione e della convivialit.

Gli obiettivi specifici del progetto: La creazione di una conoscenza e di una consapevolezza europee sul fenomeno della violenza alle donne , Scambio di informazioni ed esperienze attraverso i partner europei Valutazione e comparazione dellincidenza della violenza alle donne nei territori coinvolti nel progetto, costruire partnership pi salde tra gli Stati membri dell'Unione europea nell'ambito della lotta alla violenza alle donne Convocare una Conferenza europea che si tradurr in: Riconoscimento della Violenza Alle Donne come un problema europeo Lo sviluppo di un comune Actions Plan nel quale si stabiliscano le strategie per il futuro Valorizzazione di interesse dei media e discussione
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costruzione di una rete cognitiva europea permanente, finalizzata a verificare le minacce nel processo evolutivo delle donne lo sviluppo di conoscenze mirate ad individuare i rischi e costruire una mappa delle minacce.

I risultati attesi: Promuovere il superamento del processo di vittimizzazione eliminando lo stato di liminalit e quindi il vuoto sociale e la solitudine (alienazione) in cui si trova la donna che ha subito violenza. Ridurre il numero oscuro sulla violenza delle donne, tramite lattivit di sensibilizzazione. Con un network relazionale europeo che individui per ogni singolo soggetto abusato dei percorsi urbani di integrazione post-traumatica al fine del re-inserimento della donna vittima di violenza nel suo habitat territoriale

Introdurre tramite la piattaforma terapeutica centralizzata Labirinto degli specchi lattivit terapeutica individuale, collettiva e di gruppo sulle vittime La rete cognitiva terapeutica consente di identificare non solo il profilo psicologico dellaggressore e della vittima, ma anche di individuare la tipica relazione che si determina fra i due in un determinato contesto sociale. Il percorso urbano permette di superare lo stato di stress, reintegrando la liminalit, poich lo stress il prodotto della liminalit.

Metodologia: Il progetto La citt Cognitiva: strategie di superamento dello stato di liminalit della vittima nel sistema cognitivo urbano si avvale di una particolare metodologia, denominata Labirinto degli specchi, basata su 5 presupposti fondamentali: La citt un sistema sociale di accoglienza che permette a ciascun cittadino individualmente di recuperare il senso e il sentimento della sua identit personale, di ruolo e di cittadinanza, passando dal senso di vita consumata, che il reato determina, al senso di vita fruita che la cultura esalta (la citt educa). possibile realizzare una nervatura cognitiva urbana, cio un percorso terapeutico autoriflessivo, che permetta alla donna che ha subito violenza di elaborare il dolore e superare il trauma. Un percorso che si realizza dentro le strutture di assistenza gi esistenti nei comuni coinvolti e con limplementazione di queste con nuovi luoghi di confronto e sostegno. La nervatura cognitiva, altrimenti denominata network relazionale, non n un social forum n una rete telematica, ma un sistema

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cognitivo realizzato con la metodologia della network analysis in cui centrale non il sistema di acquisizione delle informazioni, ma lo scambio relazionale e comunicativo tra soggetti partecipanti, in 3 dimensioni precise: collettiva, di gruppo, individuale. I territori dei Comuni aderenti verranno suddivisi in aree urbanistiche, in ognuna delle quali verr istituita una rete di controllo, coordinate, a livello centrale. Tramite la realizzazione della rete verranno individuati dei percorsi urbani di integrazione post-traumatica che consentiranno alla donna che ha subito un trauma di compiere un vero e proprio percorso cittadino di superamento del trauma. Essendo la citt cognitiva, il percorso cittadino riabilita il trauma cognitivo, oltre ad essere fonte di sostegno, di accoglienza e di confronto, aspetti questi gi di per s terapeutici. La realizzazione di una piattaforma terapeutica che integri gli aspetti psicologici, i processi di interpretazione logica e il comportamento della vittima (fase di oggettivazione) in un percorso urbano effettivamente riabilitativo. Lanalisi longitudinale dei risultati ottenuti tramite lapplicazione ripetuta della terapia integrata consentir, in base alla teoria delle dominanti, di individuare elementi previsionali della violenza sulle donne, permettendo, in tal modo, lelaborazione di ulteriori ipotesi di prevenzione e/o intervento. Superamento della rete, in omaggio al concetto di collocazione della vittima nel proprio habitat urbano.

Banca Dati - Osservatorio sulla violenza alle donne Una piattaforma terapeutica centralizzata, in grado di fornire assistenza specializzata alle vittime. Mappatura georeferenziata dei poli di integrazione presenti sul territorio dei Paesi coinvolti e di quelli ulteriormente necessari per una fase successiva del progetto.

Fasi progettuali

1. Acquisizione dati ufficiali sulle donne vittime di violenza 2. Questionario somministrato alle famiglie del comune di riferimento tramite gli istituti scolastici, al fine di ridurre il numero oscuro sulla violenza delle donne 3. Realizzazione di una BD- osservatorio sulla violenza alle donne 4. Realizzazione di un network relazionale sulla violenza alle donne: un network relazionale non n un social forum n una rete telematica, ma un sistema cognitivo
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realizzato con la metodologia della network analisys in cui centrale non il sistema di acquisizione delle informazioni, ma lo scambio relazionale e comunicativo tra soggetti partecipanti in 3 dimensioni precise: collettiva, di gruppo, individuale. Un network relazionale per potersi realizzare deve individuare precisi poli di integrazione che interagiscono per grappoli relazionali (clusterizzazione) 5. Individuazione dei poli nel comune di riferimento, sulla base di una mappatura georeferenziale. 6. Realizzazione della metodologia Labirinto degli Specchi e collocazione della piattaforma nel network relazionale. 7. Attivit terapeutica nei confronti delle donne vittime di violenza. 8. Valutazione dellattivit terapeutica e oggettivazione comportamentale delle vittime di reato. Lattivit di valutazione consister anche nella valutazione del processo di integrazione dei poli relazionali e nella definizione di quelli ulteriormente necessari. 9. Continuazione dellattivit terapeutica individuale, collettiva e di gruppo sulle vittime, mappatura dei poli ulteriormente necessari per una fase successiva del progetto 10. Report conclusivo e seminario di presentazione delle attivit.

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