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Prima Edizione, Novembre 2011
Liliana Montereale
1. PREMESSA
Prawitz, nella terza delle Sei lezioni sulla Conseguenza Logica tenutasi a
Bologna nel 2007, si chiede come mai la nozione di conseguenza logica ( D,
Ded ), nella concezione standard nella logica, che da significato agli operatori
logici. Il significato non dato dalla teoria della dimostrazione, ma la sintassi
che ci d i linguaggi formali e ci dice quali sono le formule di questi linguaggi e
quali sono le dimostrazioni e le regole dinferenza, e poi c una semantica che
ci dice cosa significhino queste formule e quand che sono vere 1. attraverso
la semantica che i linguaggi formali ottengono significato.
In questo modo di vedere il significato la propriet della correttezza
(soundness) diventa fondamentale:
D A implica A
Se questa relazione vale, allora il sistema deduttivo pu conferire significato al
linguaggio. Se, invece, fondamentale laltra condizione,
A implica D A
ovvero tutte le conseguenze logiche sono deducibili, vuol dire che il sistema
deduttivo a dare il significato, e non la semantica la quale deve rispettare il
significato che esso da alle costanti logiche 2. Questa idea porta a concepire,
quindi, il significato come uso o, pi specificamente, come regole che
governano luso.
2. IL MORBO DI PRIOR
Contro lidea del significato come concepito come regole duso, Prior nel 1960
porta un contro-esempio: egli presenta un connettivo particolare, che chiama
tonk.
A
A tonk B
tonk- E
A tonk B
B
Queste due regole, tuttavia, stanno a significare, come abbiamo visto, che da
una proposizione A segue una proposizione B, per qualunque B 5 [ibidem]. Se,
infatti, A tonk B segue da A e B segue da A tonk B, allora per transitivit da
A segue B per qualunque B e per qualunque A:
A
A tonk B
B
3 [Prior 1960: 1].
4 [ibidem].
5 [Usberti 1995: 60].
Se si accetta, tuttavia, tale connettivo come logico e le sue regole come truthpreserving, esso pu rendere ogni logica banale (trivial).
Belnap, nellarticolo Tonk, Plonk an Plink del 1962, sottolinea il fatto che le
regole per tonk sbagliano a definire un operatore logico come legittimo. Prior,
infatti, non considera che la definizione del connettivo tonk non data ab initio;
ma piuttosto in termini di antecedently given context of deducibility6, il quale
prevede di possedere alcune nozioni gi definite. Un problema precedente,
quindi, a quello di caratterizzazione dei connettivi logici, di esplicitare le
nostre assunzioni sulla natura della deducibilit. Si pu vedere, per esempio,
come Prior utilizza la transitivit della deducibilit. Se ci fosse vero, it is
impossible to create a situation in which we are forced to say things
inconsistent with those assumption7. Le propriet dei connettivi sono relative
alla nostra caratterizzazione della deducibilit: if we had initially allowed ab,
there would have been no objection to tonk8.
Cook riassume questo argomento sostenendo che, per ogni relazione di
conseguenza , se transitiva ( e la logica risultante contiene un teorema)
allora laggiunta di tonk produce banalit (triviality). Sembra, comunque, che
tonk crei problemi anche in logiche che non posseggono la transitivit9.
Il problema successivo, a cui Belnap non riuscito a dare unargomentazione,
il seguente: esiste una relazione di conseguenza tale che transitiva,
contiene un teorema e laggiunta di tonk fallisce nel produrre trivialit.
Ci che vuole dimostrare Cook che esiste una nozione di conseguenza logica,
ovvero una logica in cui la relazione di conseguenza possa essere motivata
indipendentemente da tonk, la quale permette a sua accettabilit.
La soluzione che da Belnap chiamato requisito di consistenza. Quali sono le
condizioni necessarie e sufficienti affinch questo requisito sia soddisfatto?
Prima di tutto, attraverso un sistema formale S, si dia una caratterizzazione
completa delle propriet astratte (cio non dipendenti dal significato di alcuna
costante logica) della relazione di deducibilit; e quindi richiede che la
definizione di ogni nuova costante logica C soddisfi la condizione seguente:
6 [Belnap 1962: 131].
7 [ibidem].
8 [ibidem: 133]
9 Neil Tennant, INTUITIONISTIC RELEVANT LOGIC, 1996.
1) Axiom:
2) Weakening:
3) Contraction:
, ,
4) Permutation:
,,
5) Transitivity:
N iff
{0, 1} X PL
WFF:
RI (1,
) sse RI (0,)
RI (0,
) sse RI (1, )
sse
Si noti che RI (1, ) non garantisce anche il caso che RI (0, ), come risulta dall
ex falso quodlibet:
che fallisce in FDE visto che R I (1, ), RI (0, ) e non RI (1, ). FDE , quindi,
una logica relevant15. La relazione di conseguenza di FDE transitiva e sar
utile per formulare un operatore tonk triviale: FDE lo sfondo per generare
logiche non classiche.
Abbiamo visto che la nostra logica polivalente e possiamo ottenere un
sistema equivalente a quello della logica classica aggiungendo la Classical
Constraint alla semantica.
15 La logica rilevante ha come obiettivo quello di formalizzare limplicazione in modo
da evitare i paradossi dellimplicazione materiale, assumendo che: quando una
proposizione implicata da altre occorre che queste ultime intervengono
effettivamente per stabilirle [Palladino&Palladino 2008: 108].
introdotta di conseguenza:
preservi la verit, cio che la verit della premessa garantisca la verit della
conclusione. Si pu, tuttavia, ipotizzare che la nozione di preservazione della
non-falsit sia ugualmente legittima nel conto della conseguenza: la non-falsit
(e non la verit) delle premesse garantisce la non falsit (e non la verit) della
conclusione. Cook formalizza la nozione di Non-falsity Preservation
Consequence come segue:
NF
sse
Consenquence, in simbolo
NF , potrebbe corrispondere a
}.
Con questa notazione, Cook prova a costruire una logica equivalente alla
analethic logic17, aggiungendo la Gappy Constraint (il quale con la Non-falsity
Preservation Consequence generano una logica corrispettiva alle logiche
dialetiche):
GC: Per ogni lettera proposizionale Pi , non pi che una R(1, Pi) e R(0, Pi).
Cook studia una cornice leggermente differente da quello previsto dalla FDE
che chiama Tonk logic. In questo sistema, infatti, non si da nessuna restrizione
16 [Priest 1979].
17 [Beall&Ripley 2004].
sse
o,
sse
OR
NF
Per essere adottato, questo sistema deve includere anche altre due
affermazioni. Per prima cosa, bisognerebbe accettare anche le frasi che
possono cadere in una delle quattro categorie (T, F, B, N), basate sulle relazioni
di due valori indipendenti (1, 0). Secondo, nella codifica delle inferenze
corrette, non c ragione di preferire la Truth Preservation Consequence dalla
Non-Falsity Preservation Consequence, e viceversa.
Detto ci, si pu affermare che un particolare insieme di premesse e
conclusioni unistanza della conseguenza logica se e solo se soddisfa
qualcuna delle pi semplici (ma incomplete) nozioni. Tonk conseguence
transitiva: a differenza di FDE e delle altre logiche considerate
precedentemente, la propriet della transitivit pu cambiare molto
nellaggiungere connettivi proposizionali. Dobbiamo tener conto, comunque,
che nel calcolo dei seguenti di un sistema deduttivo per la Tonk Logic, la regola
del cut ammissibile ma non derivabile.
Ora possiamo, dunque, aggiungere loperatore tonk alla Tonk Logic, secondo la
seguente interpretazione:
Per un arbitrario ,
WFF
T
T
B
B
N
T
F
B
B
N
F
T
N
N
B
F
F
T
N
N
B
F
F
4. SUPER-TONK
Connective stranger than tonk un articolo del 2006 di Heinrich Wansing,
mostra che gli effetti individuati di tonk sono presenti anche in certi contesti in
cui tonk accettabile. Wansing chiama tali connettivi, che in contesti non
triviali producono trivialit, non-trivially trivialing connettives.
Il punto di partenza la semantica proof-teoretica come stata formalizzata da
Gentzen e Jeskowski: il significato delle costanti logiche , o pu essere, dato
da regole dinferenza adatte nella deduzione naturale o in alcune versioni del
calcolo dei sequenti. Tonk dimostra che non tutti gli insiemi di regole
inferenziali definiscono operatori logici.
Prende, come esempio, una logica che pu essere definita in tre modi
differenti: (L, ), come (L, ) o come (L, , ), in cui L il linguaggio formale,
la relazione di derivabilit sintattica e lequazione semantica di
conseguenza.
Per quanto riguarda la relazione di derivabilit sintattica, possiamo assumere
che:
LxL
P(L)x P(L)
P(L)
L, invece
AB
(A B). Se la
A B (A B).
A B (A B) in cui
{ , }.
, A (AtonkB)
E-rule
(AtonkB)
,B
in cui un insieme finito di formule.
Cosa significa aggiungere tonk alla logica ? Come abbiamo visto nel paragrafo
secondo, dobbiamo assumere la relazione come definita nel calcolo dei
sequenti per la deduzione naturale. Se =(L, ), allora aggiungendo tonk
dobbiamo anche comprendere cosa significhi aggiungere delle regole di
introduzione e di conclusione dei sequenti di tonk nel sistema proof-teoretico di
. Se =(L, ), allora dobbiamo dare uninterpretazione semantica (algebrica o
model-teoretica) di tonk e che le regole dei sequenti della deduzione naturale
per tonk siano sound:
A (AtonkB)
(AtonkB) B( A (AtonkB) e (AtonkB)
B )
tonk
sse
o,
V(A).
Oppure, per tutte le interpretazioni di v:
se F V(B) per tutte i B , allora
FV(A).
Aggiungere tonk alla Tonk Logic significa equipaggiarlo di una tavola di verit,
come abbiamo visto precedentemente e che riportiamo di seguito:
Tonk
T
B
N
F
T
T
N
N
B
B
F
F
T
T
N
N
B
B
F
F
Reflexive { A
AB,
Transitive { A B C
AB };
&
AB
AB };
AB };
&
AB
Quasi-ordered { A
&
AB
A BC
AA,
AB };
tonk
B
*tonk
*tonk
)
*tonk non pu essere aggiunto alla Tonk Logic in quanto nessuna assegnazione
dei valori di verit di {T, B, N, F} a *tonk valida rende valide le regole di
introduzione ed eliminazione per *tonk: questo connettivo non conservativo
rispetto alla {Tonk Logic}.
Consideriamo le seguenti regole per la deduzione naturale (e le simmetrie nel
calcolo dei sequenti) del connettivo a zero posti tonk>:
tonk>
A
.
.
.
B
A
.
.
.
tonk >
B
(
tonk>
tonk>
[B]
A
.
.
.
tonk
B
.
.
.
AA
tonk
(
<tonk
<tonk
tonk>
[ B]
.
.
.
AA
tonk>
A
.
.
.
B
A
.
.
.
tonk >
B
(
<tonk>
<tonk>
<tonk>
[C ]
.
.
.
DA
supertonk
(
super-tonk
super-tonk
A
.
.
.
super tonk
B
A B autorizzato dalla
5. CONCLUSIONE
Il problema che le regole per tonk sono inconsistenti con le assunzioni fatte
finora, come lo loperatore ? di Peano definito come segue:
a
c
?
b
d
a+ c
b+d
2
3
1
2
=
1 ? 4
3
5
Le frazioni
1 2
e
2 4
20 [Prawitz 1985].
BLIOGRAFIA