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GLOCAL UNIVERSITY

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18 - GLOCAL BOOK - LUGLIO 2014

Stefano DAuria

Glocal Book
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Pag. 2

Glocal Book
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www.glocaluniversitynetwork.eu
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Distributed under license Creative Commons
Prima Edizione, Novembre 2011

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Editoriale

Da anni parliamo della comunicazione e di una societ costruita attorno


alla comunicazione.
In pochi vivono dentro la comunicazione.
Vivere dentro la comunicazione significa pensare per connessioni,
imparare dai problemi, sviluppare e formalizzare il pensiero. Vivere nella
comunicazione significa avere un progetto didascalico.
Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo dellinformatica e della telematica ha
aperto una nuova dimensione alla comunicazione visiva e alla fruizione dei
testi: quella dellinterazione cibernetica mediata da oggetti grafici.
Tutto cambia: cambiano gli artifici visivi, la interazione relazionale;
cambiano i tempi, gli spazi, i processi di significazione, la partecipazione, le
sensazioni, le riflessioni; cambia la politica, leconomia, la progettazione, la
programmazione, i linguaggi; cambiano gli stimoli percettivi, in dispositivi
semiotici, gli oggetti duso; cambia infine la scrittura in un lessico fatto
prevalentemente di interfacce grafiche, iconiche, da quando cursori e
pulsanti hanno sostituito penne e calamai popolando ormai il nostro spazio
operativo di nuove funzioni Touch Screen. Ormai siamo definitivamente nella
comunicazione, dentro la florida e incessante dinamica della ipermedialit.
Ma non cambiamo noi. Cambiano molto pi lentamente le nostre capacit
cognitive e culturali. Apprendiamo con le vecchie metodologie, le scuole e le
universit continuano ad ignorare i processi di apprendimento nuovi della
societ della comunicazione. Tra la vita scolastica istituzionale, pubblica e
privata, e i processi di apprendimento della societ della comunicazione c
un vuoto in cui crollano quasi tutte le professioni.
Il Glocal University Network ha la grande ambizione di coprire quel vuoto, di
entrare nella comunicazione globale con una serie di strutture universitarie
locali, organizzate in sintonia con la multimedialit della nuova didattica.

Liliana Montereale

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BIOSHORT: STEFANO DAURIA

Avvocato, specializzato in Scienze Forensi, Criminologia, Investigazione,


Security, Intelligence. Dal 2003 al 2007 ha collaborato con la cattedra di
Criminologia presso la Facolt di Sociologia dellUniversit La Sapienza
di Roma.
Dal dicembre 2013 iscritto alla Societ Italiana di Criminologia.
autore di varie pubblicazioni scientifiche.

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INDICE

Capitolo I (pag. 7)
I Fatti
Capitolo II (pag. 9)
Linizio delle indagini, le ipotesi sulle causa e il Mig libico
Capitolo III (pag. 11)
Lo scenario politico interno e internazionale
Capitolo IV (pag. 13)
La ripresa delle indagini e il recupero dei resti dellI-TIGI
Capitolo V (pag. 14)
Ulteriori elementi e colpi di scena
Capitolo VI (pag. 16)
Linchiesta Priore
Capitolo VII (pag. 20)
1. I processi sulla strage di Ustica
Capitolo VII (pag. 23)
2. Il processo civile allo Stato
Capitolo VIII (pag. 24)
Conclusioni

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USTICA
Una luce al termine del tunnel
Avv. Stefano DAuria

La sera del 27 giugno 1980, un aereo Douglas Dc-9 immatricolato I-TIGI della
compagnia italiana Itavia in volo da Bologna a Palermo esplode nei cieli a nord
dellisola di Ustica. Non ci sono superstiti, le vittime sono 81, 77 passeggeri1 e 4
uomini di equipaggio. La tragedia diviene da subito nota come la strage di Ustica
andando ad occupare un posto di rilievo tra i c.d. misteri italiani; anzi tra questi
giunge ad occupare un posto donore per essere quello pi intricato, per le implicazioni
internazionali alla quali d origine negli anni a seguire e per il fatto che, dopo oltre
trentanni di inchieste, sono tanti gli aspetti che non sono stati ancora chiariti.

1. I fatti
Il Dc-9 Itavia decolla alle 20:08 dallaeroporto Marconi di Bologna due ore
dopo il previsto in quanto ha accumulato ritardi nei voli precedenti e si immette
sullaerovia Ambra 142 larga circa 20 chilometri, che porta sino a Palermo. In
questa fase, il volo Itavia IH 870 viene seguito dal radar di Ciampino, nei pressi
di Roma, il quale manda allaereo un impulso elettromagnetico che viene riflesso,
torna allorigine e compare sullo schermo del radar stesso sotto forma di un puntino
luminoso detto plot3. Il radar invia anche un altro segnale che viene ricevuto da uno
strumento posto sullaereo il transponder e che, a sua volta, ritorna alloperatore
a terra comunicando la quota dellaereo e un numero in codice identificativo di
1
Tra questi 11 bambini e 2 neonati.
2
Laerovia (in inglese airway) un corridoio aereo posizionato allinterno di unarea di controllo o comunque facente
parte di essa, identificato da rilevamenti forniti da apposite radioassistenze che permettono agli aeromobili di volare secondo le
regole del volo strumentale lungo percorsi predefiniti e controllati.
3
Il segnale parte da terra, arriva allaereo, e torna a terra in un lasso di tempo pari a 6 secondi. Pertanto, sul monitor
delloperatore radar di Ciampino appare un puntino ogni 6 secondi che indica con precisione la rotta che sta seguendo il velivolo.

Pag. 7

quel determinato volo4.


Alle 20:44 tutto procede regolarmente. Il Dc-9 sul Lago di Bolsena e,
comunicando con la torre di controllo di Ciampino, il pilota si lamenta esclusivamente
per il fatto che tutti i radiofari5, da Firenze in poi, non erano in funzione. Alle 20:57
prende i primi contatti con laeroporto di Punta Raisi. Laereo sta volando a 25.000
piedi daltezza e ad una velocit di circa 800 km/h. Nella cabina di pilotaggio si
scherza e si ride. Allora siamo a discorsi da fare []. Va bene i capelli sono
bianchi . logico . Eh, luned intendevamo trovarci ben poche volte, se no .
Sporca eh! Allora sentite questa . Gu6. La parola non viene neanche terminata.
Alle 20:59 e 45 secondi, il Dc-9 sparisce dal radar di Ciampino; qualche minuto dopo
loperatore radar chiama la cabina dellaereo ma non ottiene nessuna risposta. Prova a
chiedere alloperatore radar di Punta Raisi a Palermo se ce lavessero loro in contatto
ma anche qui niente. Chiede notizie a un aeromobile dellAir Malta che si trova sulla
rotta del Dc-9, prova anche con il radar della Difesa di Marsala, ma i risultati non sono
migliori. Marsala chiama il comando di Martina Franca7, nei pressi di Taranto, che,
a sua volta domanda a Licola, vicino Napoli. Nessuno riesce a dare notizie riguardo
laereo dellItavia. Alle 21:22 il comando di Martina Franca d inizio alle procedure
di soccorso chiedendo ausilio al Quindicesimo stormo di Ciampino.; gli elicotteri si
alzano in volo e arrivano sul luogo in cui scomparso il Dc-9 un tratto di mare a
nord della piccola isola di Ustica8 - alle 23:10 ma tardi, buio e non si vede nulla.
Soltanto nella mattina successiva, alle 05:05, il pilota di un elicottero di soccorso
partito da Catania comunica di aver visto alcuni detriti in affioramento. Un paio
dore dopo iniziano ad emergere i primi oggetti: sedili, valige, cuscini, ecc.. Alle
nove vengono a galla i primi corpi. Le salme recuperate sono trentotto ma vengono
recuperati altri resti umani appartenenti ad altri cinque individui per un totale di
4
Lucarelli C., La strage di Ustica, in Nuovi misteri dItalia. I casi di Blu Notte, Einaudi, Torino, 2005, pp. 47-48.
5
Un radiofaro (o radio beacon) un trasmettitore radio omnidirezionale che trasmette continuamente un segnale su una
specifica frequenza. Tuttora utilizzato, era indispensabile soprattutto prima dellintroduzione del GPS, del LORAN e del VOR,
per determinare - per mezzo di radioricevitori direzionali - la posizione rispetto ad un punto di riferimento noto, il radiofaro
stesso; ciascun radiofaro univocamente riconoscibile dal segnale emesso. Esistono differenti tipi di radiofari: in aviazione
utilizzato il Non-Directional Beacon (NDB) come guida per raggiungere gli aeroporti.
6
Strage di Ustica, da www.wikipedia.org, 2013. Gli inquirenti vengono a conoscenza dei contenuti del colloquio avvenuti tra il comandante Domenico Gatti e il copilota con il recupero del Cockpit Voice Recorder (CVR) - posizionato nella c.d.
Scatola nera - solo nel 1988 quando vengono riportati in superficie i resti dellI-TIGI ( sul punto si consulti il successivo paragrafo 4).
7
Il comando di Martina Franca faceva da centro di coordinamento tra i vari radar.
8
Il c.d. punto Condor una zona, pi precisamente unarea, posta a circa 30.000 piedi di altitudine tra lisola di Ponza
e quella di Ustica.
Pag. 8

quarantatre corpi. I dispersi, rimasti in fondo al mare, sono trentotto9.

2. Linizio delle indagini, le ipotesi sulle causa e il Mig libico



Le indagini vengono avviate immediatamente. Un procedimento viene aperto
dalle Procure di Palermo Bologna e Roma. Ma la magistratura non la sola ad
occuparsi del caso; anche lOn. Formica allora ministro dei Trasporti nomina una
commissione dinchiesta tecnico-formale affidandone la direzione allingegner Carlo
Luzzatti. Le principali ipotesi sullorigine del disastro sono:
- un cedimento strutturale dellaereo;
- una bomba esplosa a bordo durante il volo;
- una collisione (o quasi collisione) con un aereo militare;
- un missile aria-aria sparato da un aereo.
Circa un mese dopo il disastro dellI-TIGI, il 18 luglio 1980, avviene una cosa
strana: sui monti della Sila - nel comune di Castelsilano, vicino Crotone, in Calabria
- viene rinvenuto da due contadini del luogo la carcassa di un Mig-23 di nazionalit
libica. Il fatto viene immediatamente posto in relazione con gli avvenimenti di Ustica
tenuto conto che il cadavere del pilota un certo Azzedin Fadal Kalil come comunicato
prontamente dalle fonti libiche in avanzatissimo stato di decomposizione
come emerge dalla perizia di uno dei medici che ha effettuato lesame autoptico.
Avanzatissimo, quindi la morte non avvenuta il 18 luglio ma qualche settimana
prima, forse il 27 giugno, la sera del disastro10. Per di pi, sulla fusoliera del Mig23 vengono trovati 7/8 fori da 20 mm. come se la stessa fosse stata centrata da una
mitragliatrice. Le indagini sulla caduta del Mig libico, per, vengono chiuse in fretta
9
La Procura di Palermo dispose lesecuzione dellautopsia su 7 salme. Dagli esami de quibus sono emersi grandi traumi
da caduta - a livello scheletrico e viscerale - e lesioni enfitematose polmonari da decompressione, tipiche di incidenti nei quali
laereo si apre in volo e perde velocemente la pressione interna. Linsorgere degli enfisemi da depressurizzazione ha preceduto
cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate ma non stata la causa diretta del decesso dei periziati facendo perdere loro
solo conoscenza. La morte sopravvenuta in una fase successiva, a causa di traumi riconducibili a ripetuti urti con la struttura
del Dc-9 in caduta ed anche allimpatto del laereo con lacqua. In alcuni corpi esaminati sono state ritrovate anche schegge e
piccole parti metalliche.
10
Il medico legale ha parlato inizialmente di 15/20 giorni, cio in una data abbastanza vicina a quel tragico 27 giugno
1980; poi per ha cambiato idea. Il fatto che il Mig libico potrebbe essere caduto la sera del disastro di Ustica emerso anche
da altri elementi; alcuni militari tra questi il caporale Filippo De Benedetto e alcuni suoi commilitoni del battaglione Sila
e del 67 battaglione Bersaglieri Persano , ad esempio, sostengono di aver effettuato servizi di sorveglianza al Mig-23 non a
luglio ma a fine giugno del 1980.

Pag. 9

il 31 luglio 1980, la magistratura di Crotone archivia linchiesta: i resti del pilota e


quelli dellaereo vengono restituiti alla Libia11.
Intanto, la Commissione Luzzatti inizia i suoi lavori abbracciando in un primo
tempo la pista del cedimento strutturale, condivisa dallAeronautica militare italiana
(A.M.I.) e dai servizi segreti. Il Dc-9 sarebbe caduto da solo perch era vecchio;
aveva avuto una manutenzione non accurata ed bastata una forte turbolenza per
squarciarlo e farlo precipitare in un breve lasso di tempo. Le prime indagini vengono
effettuate assumendo i rilievi dei radar; difatti, la sera del disastro il volo dellaereo
non era seguito solo dal radar di Ciampino. La magistratura chiede immediatamente
la consegna dei dati registrati dai radar militari della Difesa aerea di Licola e Marsala.
Il primo era manuale: i plot non venivano riportati automaticamente ma, rilevati
da un operatore, venivano comunicati ad un collega che li annotava su un registro
denominato DA 1 ma, stranamente, quando i magistrati chiedono di poterlo vedere,
viene fuori che non ve n pi traccia12. Il radar di Marsala, invece, automatico ma
immediatamente dopo lincidente aereo stato spento a causa di unesercitazione
che prevede che lapparecchio venga disattivato per una simulazione virtuale13.
Dai tracciati radar di Ciampino, per, viene fuori qualcosa di interessante; vengono
inviati ad una commissione di tecnici americani i quali sostengono che dagli stessi
emergono tre plot non appartenenti al Dc-9 bens ad un aereo non identificato che
avrebbe effettuato una virata in velocit per attraversare la rotta dellI-TIGI: una
classica manovra di attacco di un caccia militare14.
Alcuni periti dellA.M.I. rinvengono tracce di esplosivi di T4 in particolare sui
pochi resti disponibili15 facendo perdere ulteriormente terreno allipotesi del cedimento
strutturale. Nel marzo 1982, la Commissione Luzzatti - dopo aver presentato due
relazioni preliminari - decide per lautoscioglimento a causa di consistenti contrasti
11
Una parte dei resti dellaereo, per, restano in un hangar della base militare di Pratica di Mare a disposizione
dellA.M.I.; anche se questa circostanza si scoprir solo qualche tempo dopo.
12
Vengono interrogati anche gli addetti al radar di Licola ma tutti dicono di non aver notato nulla di strano.
13
Quando vengono effettuate esercitazioni di questo tipo, il computer viene spento e viene inserito un nastro: il tutto di
solito dura 4 minuti. Ma la sera del disastro, inspiegabilmente, la durata di questoperazione di 11 minuti.
14
Per lA.M.I. quei 3 plot sono un falso eco dovuto a un cattivo funzionamento del radar.
15
Nella relazione della Direzione laboratori dellA.M.I. IV Divisione Esplosivi e Repellenti del 5 ottobre 1982, la causa
dellincidente viene ravvisata nella detonazione di una massa di esplosivo presente a bordo del velivolo: trattasi di T4 (esplosivo
plastico presente nelle bombe) e non di TNT. Nel corso della seconda repertazione, nel 1987, stato trovato T4 e TNT su di un
frammento dello schienale n. 2 rosso. La perizia chimica Malorni Acampora del 3 febbraio 1987 disposta dal giudice istruttore nel corso della perizia Blasi ha rilevato la presenza inequivocabile di T4 e di TNT (miscela tipica degli ordigni esplosivi)
sempre nel frammento dello schienale n. 2 rosso.
Pag. 10

di attribuzioni con la magistratura sostenendo che il Dc-9 esploso in volo16 quindi,


o si trattato di una bomba collocata da un terrorista oppure di un missile sparato da
un caccia militare17.

3. Lo scenario politico interno e internazionale



Sia la tesi del missile che quella della bomba inducono subito a chiedersi il
perch un caccia militare abbia lanciato un missile contro un aereo civile o perch un
terrorista abbia collocato un ordigno su un aereo pieno di passeggeri. In entrambi i
casi ci deve essere necessariamente una motivazione ben precisa alla base dellazione,
ed essa non pu che essere di carattere politico. Il 1980 stato effettivamente un
anno contraddistinto da gravissime tensioni politiche. Il governo italiano guidato
dallOn. Francesco Cossiga e si regge su una coalizione D.C.-P.L.I.-P.S.D.I.; a marzo,
dopo una breve crisi 16 giorni, la direzione del nuovo governo viene nuovamente
affidata a Cossiga il quale questa volta gode dellappoggio della D.C., del P.S.I. e
del P.R.I.. Si ancora nel pieno dei c.d. anni di piombo. Appena due anni prima
il terrorismo rosso ha toccato il suo acme lanciando un attacco al cuore dello Stato
con il sequestro e la conseguente esecuzione del leader della Democrazia Cristiana
Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse (B.R.). Agli antipodi, allestrema destra, c
lo spontaneismo armato dei Nuclei Armati Rivoluzionari (N.A.R.) i quali rapinano
e sparano, non tanto in funzione di un progetto politico, quanto per pura ribellione
e vendetta per i camerati caduti. Questa condotta istintiva e irrazionale sul piano
degli obiettivi, rende i N.A.R. una formazione non meno pericolosa delle B.R., anche
se decisamente inferiore da un punto di vista numerico.

La situazione politica internazionale anche pi complessa. C la guerra
fredda e la contrapposizione tra il blocco occidentale e quello sovietico; lassetto
16
Il 10 dicembre 1980, la compagnia aerea Itavia interrompe lattivit e ai suoi dipendenti circa un migliaio - non viene
pi fornito lo stipendio. Il Ministero dei Trasporti, il 12 dicembre 1980, revoca allItavia le concessioni per lesercizio dellattivit, su rinuncia della stessa compagnia aerea. Successivamente, Aldo Davanzali (presidente dellItavia) ha chiesto allo Stato,
nellaprile 2001, un risarcimento di 1.700 miliardi di lire per i danni patrimoniali e morali subiti a seguito del disastro di Ustica,
ottenendo nel novembre 2003 dal Tribunale di Roma - 108 milioni di euro perch lo Stato non aveva garantito la sicurezza
dellaerovia percorsa dallI-TIGI..
17
Lucarelli C., La strage di Ustica, in Nuovi misteri dItalia. I casi di Blu Notte, Einaudi, Torino, 2005, p. 59.
Pag. 11

post-Yalta ha ancora nellItalia il centro geografico e politico della strategia dei blocchi
in Europa. Il ruolo dellItalia altrettanto importante nellarea mediterranea dove,
ai tempi della strage di Ustica, la tensione internazionale giunge a livelli altissimi
sino a degenerare, in alcuni casi, in veri e propri conflitti armati. La Libia di Gheddafi
in questo clima di tensione ha un ruolo primario perch, consapevole del possesso
di immense ricchezze petrolifere, inizia ad avere ambizioni egemoniche nellarea
mediterranea e nellAfrica settentrionale tanto da scontrarsi con potenze di primo
piano che conservano forti interessi per quei territori: tra queste, in primis, ci sono la
Francia e gli Stati Uniti. Proprio nel 1980, in Ciad, esplode una vera e propria guerra
civile tra la fazione filofrancese e quella filolibica che si contendono il Tibesti e la
striscia di Aouzou con pietre e sabbia in superficie ma ricchissima di uranio e petrolio
nel sottosuolo18. Il fronte caldo non limitato al Ciad, le ambizioni di Gheddafi
sono rivolte anche agli abitanti dellisola di Runion protettorato francese - affinch
costituissero un movimento di liberazione; non solo, ma i libici danno sostegno anche
ai dissidenti tunisini per rovesciare il governo di Habib Bourguiba che gode del pieno
appoggio della Francia.

In sostanza, quel 1980 non pu essere considerato un anno tranquillo. Nel
Mediterraneo, lattore principale un dittatore che persegue una politica palesemente
imperialista, al quale non manca lappoggio dellItalia che, in quel periodo, non
nasconde le sue tendenze filoarabe19, guadagnandosi la diffidenza di tante nazioni
che, in quella zona, hanno da sempre interessi economici e politici20.

18
Sul Ciad cera una rivalit tra lItalia e la Francia che durava dagli anni Trenta quando la Libia era una colonia italiana
e il Ciad stesso un possedimento francese. Entrambi le nazioni europee ritenevano, quindi, di avere diritti sul Tibesti e sulla
striscia di Aouzou, considerati dagli italiani una propaggine meridionale della colonia libica. Sulla base di queste premesse, nel
1980, i francesi avevano inviano in Ciad forze militari ingenti e i libici avvertendo la necessit di avere unaeronautica ben dotata e ben addestrata chiedevano aiuto agli italiani. LItalia ufficialmente non prese parte alle operazioni militari in Ciad ma
non si pu escludere che alcuni piloti militari italiani in congedo parteciparono a titolo individuale alle operazioni belliche.
Peraltro, gli italiani comunicarono ai piloti libici i buchi radar della nostra difesa aerea, non battuti dalla NATO, affinch
questi potessero recarsi nelle officine jugoslave e veneziane per le riparazioni dei propri velivoli.
19
Quando nel 1969 Gheddafi and al potere cacciando la monarchia filoinglese di re Idris, trov nellItalia un notevole
sostegno. In particolare, stato il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro il pi forte propugnatore della politica filoaraba e terzomondista, basata sulla visione politica di Giorgio La Pira.
20
Fasanella G. Priore R., Intrigo internazionale Perch la guerra in Italia. Le verit che non si sono mai potute dire,
Chiarelettere Editore, Milano, 2010, pp. 158-177.

Pag. 12

4. La ripresa delle indagini e il recupero dei resti dellI-TIGI



Lo scenario internazionale che fa da sfondo al disastro di Ustica senzaltro adatto
allo scoppio improvviso di una battaglia aerea dove il Dc-9 potrebbe essere rimasto
coinvolto per essersi trovato nel posto giusto ma al momento sbagliato. Nel gennaio
del 1984, linchiesta passa dal sostituto procuratore Santacroce al sostituto procuratore
Bucarelli che, dopo quasi un anno, nomina unaltra commissione affidandone la
direzione al Prof. Massimo Blasi. Ci si rende conto, comunque, che si in un punto
morto e che per andare oltre occorre recuperare i resti dellaereo che giacciono in
fondo al mare. Nel sesto anniversario del disastro, il 27 giugno 1986, i parenti delle
vittime rivolgono un appello allallora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga
che non rimane lettera morta. Lallora ministro del Tesoro Giuliano Amato riesce a
reperire i fondi limpresa comporta dei costi consistenti - per loperazione che non
si presenta di facile esecuzione in considerazione che il relitto si trova sul fondo del
Mar Tirreno, a circa 3.700 metri di profondit. Nel 1987, non sono tante le imprese in
grado di localizzare e recuperare il relitto di un Dc-9 ad una profondit cos elevata: la
scelta cade sulla ditta francese Institut francais de recherche pour lexploitation de la
mer21 (Ifremer), ritenuta da alcuni collegata con i servizi segreti francesi22, che - dopo
circa un anno e mezzo (nel maggio 1988) - riporta alla superficie gran parte dei resti
del Dc-9 compresa la scatola nera. Nel 1991, una ditta inglese riporta in superficie
altri reperti dellaereo rimasti in fondo al mare. Al termine delle due campagne
viene recuperato circa il 96% dellI-TIGI23; il relitto viene ricomposto nellhangar
dellaeroporto di Pratica di Mare dove rimane a disposizione degli inquirenti sino al
5 giugno 200624.
Da questattivit di recupero sono emersi diversi elementi interessanti; tra questi,
quelli pi importanti sono stati:
21
Istituto di ricerca francese per lo sfruttamento del mare.
22
Scottoni F., Il Giudice Priore indaga sul Supersismi, da La Repubblica del 6 ottobre 1990, p. 20.
23
Successivamente, la Corte dei Conti ha richiesto un risarcimento di 27 miliardi di lire a militari e personaggi coinvolti
nella vicenda di Ustica, come compenso per il recupero della carcassa del Dc-9 Itavia.
24
Successivamente, viene trasferito a Bologna e collocato nel Museo per la memoria di Ustica, sito alla Via Saliceto n.
5 presso gli ex magazzini dellATC. Il museo stato allestito dallartista Christian Boltanski ed stato aperto ai visitatori il 27
giugno 2007.

Pag. 13

- il rinvenimento di un serbatoio esterno sganciabile schiacciato e frammentato


ma completo di tutti i pezzi di un aereo militare25; questo tipo di serbatoi
generalmente vengono sganciati in caso di pericolo o di emergenza quando
laereo ha maggiori necessit di aumentare la propria manovrabilit;
- il relitto dellaereo era posizionato a 3.700 metri di profondit. Laggi la sabbia
resta immobile, tutto rimane fermo; invece, vengono rinvenute tracce di aratura
sul fondo come se ci fosse passato sopra un trattore. Tutto questo indurrebbe
a ritenere che qualcuno sia sceso l sotto prima della spedizione della Ifremer
(1987);
- buona parte degli obl recuperati sono stati trovati integri; questo particolare
escluderebbe che il disastro sia stato causato da una bomba collocata allinterno
dellaereo26.

5. Ulteriori elementi e colpi di scena



Il 6 maggio 1988, durante la trasmissione televisiva di cronaca Telefono Giallo
- diretta da Corrado Augias, trasmessa in diretta da Rai 3 e dedicata al disastro di
Ustica -, giunge in studio una telefonata di un telespettatore il quale non fornisce le
proprie generalit ma dichiara di essere stato un aviere in servizio a Marsala la
sera dellevento della sciagura del Dc-9, e di essere a conoscenza di circostanze
molto importanti. Continua sostenendo che la sera del 27 giugno 1980 ha esaminato
insieme ai suoi colleghi dieci minuti di trasmissioni radar, precisando che noi li
abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile
del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non aver pi seguito .
25
Dai dati identificativi riportati sul serbatoio emerso che stato prodotto negli Stati Uniti dalla Pastushin Aviation
Company di Huntington nei pressi di Los Angeles in California oppure allestero su licenza. Si tratta di un modello lungo 3
metri con una capienza di 1135 litri che poteva essere installato su 4 tipi di aereo: lF-4 Phantom, lF-15 Eagle, il Northrop F-5 e
il Vought A-7 Corsair II. Interpellati gli U.S.A., hanno risposto che, dopo tanti anni, era impossibile risalire a date e matricole
per stabilire quando il serbatoio fosse stato usato dalla loro aviazione o marina. Le autorit francesi rispondevano, invece, di
non aver mai acquistato o costruito su licenza serbatoi di quel tipo.
26
Il giorno dopo la strage, alle 12:10, giunse una telefonata alla sede del quotidiano Corriere della Sera tramite la quale
veniva asserito che laereo era stato fatto esplodere con una bomba collocata dai N.A.R.. Lordigno sarebbe stato collocato
durante la sosta allaeroporto di Bologna, nella toilette posteriore del Dc-9 ma una delle perizie espletate ha riscontrato che la
tavoletta del water e il lavandino erano intatti e non scheggiati da residui di esplosivo. Per di pi, gli organi inquirenti si chiesero come era possibile collocare una bomba su un aereo partito con 2 ore di ritardo avendo la certezza che sarebbe esploso in
volo, invece che a terra.

Pag. 14

Per la verit questa : ci fu ordinato di starci zitti, 27.


A seguito di questa telefonata, il sostituto procuratore Mario Borsellino apre
uninchiesta facendosi consegnare dal centro radar di Marsala il registro dei militari
presenti. Inizia ascoltando il maresciallo Luciano Carico tra quelli in servizio a
Marsala nella serata del 27 giugno il quale rilascia dichiarazioni in contrasto con i
suoi superiori affermando di aver visto sul monitor del radar, tra le 20:50 e le 20:59,
due tracce (facenti capo ovviamente a due diversi velivoli) allaltezza dellisola di
Ponza che scendevano assieme. Poi, una delle due si affievolita sino a scomparire28.
Nel frattempo, emergono alcune registrazioni di dialoghi avvenuti tra operatori
radar, militari e addetti alle torri di controllo i cui contenuti sono alquanto inquietanti.
Alle 20:58 di quella tragica sera due operatori del centro di Marsala si scambiano
delle curiose osservazioni: uno dice Sta a vedere che quello mette la freccia
e sorpassa! e poi Quello ha fatto un salto da canguro!. Alle 22:04, al centro di
Grosseto, due militari stanno parlando e non si accorgono che il contato radio con
Ciampino non chiuso e che le loro voci sono registrate: uno di questi afferma .
Qui, poi il governo, quando so americani , tu poi che cascasse e laltro
risponde E scoppiato in volo. Ancora, alle 22:05, due addetti al centro radar di
Ciampino parlano dei loro colleghi di Siracusa: uno dice .... Stavano razzolando
degli aerei americani . Io stavo pure ipotizzando una collisione in volo e laltro
Si, o unesplosione in volo!. Infine, alle 22:39, dal centro di Ciampino parte
una telefonata verso lambasciata americana - per linterno 550 ma il contatto non
riesce29.
Perch quella tragica sera un addetto al radar di Ciampino chiama lambasciata
americana? Chi ha messo la freccia e ha sorpassato? Chi ha fatto un salto un salto
da canguro? Con chi avvenuta la collisione? Sono tutti interrogativi le cui risposte
27
Sartori R. Vivaldo A., Ustica. Scenari di guerra, BeccoGiallo , Verona, 2010, p. 66. Lucarelli C., La strage di Ustica,
in Nuovi misteri dItalia. I casi di Blu Notte, Einaudi, Torino, 2005, pp. 61, 62.
28
Il maresciallo Carico afferma che una delle due tracce quella del Dc-9 Itavia. Laltra apparteneva ad un altro aeroplano
che, in un primo tempo, sembrava essere un Boing 720 dellAir Malta ma che poi si scoperto appartenere ad un altro velivolo
in quanto, in quel momento, il Boing dellAir Malta si trovava ancora allaltezza dellArgentario. Questo secondo aereo non
pi identificato - ha seguito il Dc-9 e poi lo ha sorpassato tenendo una velocit superiore. Carico, constatando che cera qualcosa di strano in quella seconda traccia, si metteva in contatto con i centri di Punta Raisi e di Fiumicino per chiedere chiarimenti;
ma nessuno mai pi riuscito a trovare le registrazioni di quelle conversazioni.
29
Tutti coloro che hanno partecipato a questi colloqui sono stati identificati tramite riconoscimenti e incroci di informazioni. Solo dopo il rinvenimento di questi nastri, si ammesso per la prima volta che sono stati fatti dei tentativi per contattare
lambasciata U.S.A. e che si parlato esplicitamente di traffico americano; in precedenza, questi assunti erano sempre stati
negati. Le spiegazioni, successivamente fornite dagli interessati, nel corso di interrogatori e di procedimenti legali, sono state
sempre in contrasto con il contenuto delle registrazioni o con precedenti deposizioni.

Pag. 15

hanno un comune denominatore: la certezza che la sera del 27 giugno 1980, tra lisola
di Ponza e quella di Ustica, nelle immediate vicinanze dellI-TIGI, volavano altri
aerei, probabilmente americani30.

6. Linchiesta Priore

Nel marzo 1989, il collegio dei periti della commissione Blasi termina i lavori e
consegna al giudice istruttore Bucarelli una relazione dalla quale emerge che la caduta
dellI-TIGI da imputarsi ad un missile aria-aria lanciato da un caccia militare non
identificato ed esploso in prossimit della zona anteriore dellaereo; lanno successivo
due dei cinque periti del collegio si dissociano e abbracciano la tesi della bomba
esplosa a bordo31. Il Dr. Bucarelli, il 17 luglio 1990, a seguito di polemiche con
lallora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Giuliano Amato riguardo la
mancata acquisizioni di prove importanti32, abbandona linchiesta sul caso Ustica.

Il 23 luglio 1990, linchiesta sui fatti de quibus passa nelle mani del giudice
Rosario Priore. Emergono da subito altri elementi interessanti. La sera del disastro,
le varie fasi del volo dellI-TIGI non sono state seguite esclusivamente dai radar di
Ciampino, Licola e Marsala ma anche da quelli di Poggio Ballone a Grosseto, di
Poggio Renatico a Ferrara, di Potenza Picena, di Siracusa, di Martina Franca nei
pressi di Taranto, ecc.33. Nelle registrazioni del radar dei Poggio Ballone si vedono
due aerei supersonici probabilmente libici che volavano in direzione Sud-Nord
30
La presenza di altri aerei nelle vicinanze del Dc-9 Itavia stata per tanto tempo negata, in particolar modo dallA.M.I..
31
Gi nella primavera del 1985, gli esperti della commissione Blasi avevano proceduto nella simulazione del volo del
Dc-9 avvicinato da un caccia militare e - dalle risultanze emerse dalle apparecchiature radar - avevano concluso che la sera del
27 giugno 1980 era probabile la presenza di una caccia nelle vicinanze dellI-TIGI Itavia.
32
LOn. Amato, nel corso di unaudizione alla Commissione Stragi, ha accusato il Dr. Bucarelli di avergli mostrato alcune fotografie del relitto - scattate dagli americani prima del recupero dello stesso ma di non averle acquisite come prova. Il
magistrato ha negato di possedere tali foto e ha querelato il sottosegretario.
33
C anche il radar dellaeroporto di Roma-Fiumicino che ha registrato il volo del Dc-9 Itavia del 27 giugno 1980 dalle
ore 20:58 alle 21:02. Anche Civilavia e Centro Bolognese si occupavano di registrare tutti i voli nazionali ed internazionali civili, commerciali e militari per poi procedere alla stampa e alla fatturazione dei costi di ogni passaggio aereo a ciascuna
compagnia o societ: i nastri con le registrazioni dei voli , decrittati e stampati, sono stati acquisiti dagli organi inquirenti. Nel
momento in cui avvenuto il disastro de quo, un aereo radar statunitense Awacs uno degli unici due presenti in Europa nel
1980 orbitava nellarea Nord di Grosseto; dotato dellavanzatissimo radar 3D Westinghouse AN/APY-1 era nelle condizioni
di monitorare tutto il traffico per un raggio di Km. 500. Nellaprile 1993, il generale Salimov dei servizi segreti russi dichiara
di aver seguito gli avvenimenti di Ustica da un radar russo basato in Libia che, attraverso lausilio di un satellite, era in grado di
monitorare tutta larea meridionale del Mar Tirreno; Salimov ha chiaramente sostenuto di aver visto un missile U.S.A. colpire
per errore il Dc-9 Itavia.

Pag. 16

sulla rotta del Dc-9 Itavia; e si vedono anche due caccia probabilmente di nazionalit
francese che, provenienti dalla Corsica, sono giunti in loco alcuni minuti dopo
labbattimento dellaereo civile italiano34. Ma i registri di Poggio Ballone spariscono
e non ne rimane pi traccia35. A Poggio Renatico non hanno visto nulla ma la cosa
pi singolare che, dal loro registro, tenuto perfettamente in ordine, manca la pagina
del 27 giugno 198036. A Potenza Picena e a Martina Franca non hanno visto nulla. Il
radar di Siracusa era spento ma non avrebbe dovuto esserlo perch avrebbe dovuto
coprire quello di Marsala, impegnato nellesercitazione; il Dr. Priore si chiede, per,
se era davvero spento il radar di Siracusa o se lesercitazione non vi mai stata37. La
sera di quel 27 giugno, ancorata nel golfo di Napoli, c anche la portaerei americana
Saratoga ma, interpellato lammiraglio Flatley al comando della stessa, risponde che
i radar erano spenti perch in manutenzione38.
Emerge unaltra novit. La sera del disastro, alla 20:20, dalla base di Grosseto,
sono decollati due caccia F-104 del IV Stormo dellAeronautica militare italiana.
Uno monoposto con ai comandi un allievo e laltro biposto con due istruttori i
comandanti Mario Naldini e Ivo Nutarelli a bordo. Alle 20:24, questultimo
molto vicino al Dc-9 Itavia e lancia un segnale di allarme generale alla Difesa Aerea
(c.d. codice 73)39; dopo sette minuti, il segnale viene nuovamente inviato40. Le
ragioni di quel SOS non sono mai state chiarite; nellimmediato, nulla stato chiesto
ai due piloti-istruttori e, successivamente, non stato pi possibile farlo perch nel
frattempo erano deceduti41. I due F-104 non sono gli unici aerei in volo quella sera
nelle vicinanze dellisola di Ustica; ci sono degli aerei francesi decollati dalle basi in
Corsica42. Ce ne sono altri quattro che si sono alzati in volo da Grosseto tra le 20:18
e le 20:45; c un aereo statunitense partito dalla base di Sigonella e un sofisticato
34

Purgatori A., DC-9 Itavia, i misteri di Grosseto, da Il Corriere della Sera del 3 marzo 1992.

35

Purgatori A., Sparite le registrazioni, da Il Corriere della Sera del 3 marzo 1992, p. 14.

36
37

Secondo il parere del giudice Priore sarebbe stata tagliata da una lametta.
Lucarelli C., La strage di Ustica, in Nuovi misteri dItalia. I casi di Blu Notte, Einaudi, Torino, 2005, p. 63.

38
Successivamente, lammiraglio sostiene che uno dei radar era in funzione ed aveva notato un notevole traffico aereo
nellarea meridionale di Napoli; i registri radar della Saratoga sono comunque andati persi.
39
Nel gergo aeronautico si dice squoccare elettronicamente il codice di emergenza.
40
Il segnale di allarme codice 73 viene ricevuto e registrato dal centro di Poggio Ballone. Ci significa che i comandanti Naldini e Nutarelli hanno segnalato un problema di sicurezza aerea e i controllori a terra hanno ottenuto conferma della
situazione di pericolo. LA.M.I. e la NATO non hanno mai chiarito le ragioni di quellallarme.
41
Successivamente, verranno chiarite le circostanze nelle quali i due esperti piloti Mario Naldini e Ivo Nutarelli hanno perso la vita.
42
Tale circostanza confermata dal Gen. Bozzo collaboratore del Gen. Dalla Chiesa che, la sera del 27 giugno 1980, si
trova in vacanza in Corsica con suo fratello e racconta di aver visto molti aerei francesi alzarsi in volo e dirigersi verso il mare.

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aereo radar Awaks che vola tra le Marche e la Toscana. Contrariamente a quanto ha
sempre sostenuto lA.M.I., la sera del disastro de quo lI-TIGI non era lunico aereo
in volo sul cielo di Ustica43.
Il Dr. Priore si trova alle prese con varie perizie e controperizie le quali approdano
spesso a risultati tra loro discordanti; il magistrato ne dispone unaltra affidandola
a due esperti - Held e Casarosa i quali pervengono ad unaltra ipotesi, quella
dellinterferenza aerodinamica o near collision44 sino ad allora passata in secondo
piano. Un aereo contiguo al Dc-9 avrebbe prodotto una perturbazione nellarea
circostante del velivolo Itavia talmente intensa e violenta da produrre il distacco
dellala sinistra e conseguentemente il collasso dellaereo. A favore di questa tesi c
il ritrovamento di un pezzo dellala a ben 10 chilometri dal relitto.
Ma non ci sono solo le tante perizie e lingresso di una nuova ipotesi in grado di
spiegare la caduta del Dc-9, ci sono anche le c.d. morti sospette. Non sono poche,
infatti, le persone che hanno avuto a che fare col caso Ustica e allimprovviso
sono decedute. Sul punto il giudice Priore stato chiaro . La maggior parte dei
decessi che molti hanno definito sospetti, di sospetto non hanno alcunch. Nei casi
che restano si dovr approfondire giacch appare sufficientemente certo che coloro
che sono morti erano a conoscenza di qualcosa che non stato mai ufficialmente
rivelato e da questo peso sono rimasti schiacciati. 45. In particolare, sono due
quelle che destano maggiori perplessit. Il 31 marzo 1987, il maresciallo Mario
Alberto Dettori viene trovato impiccato - a un albero in una campagna nei pressi di
Grosseto in un modo che la Polizia Scientifica ha definito innaturale; la sera del
disastro era in servizio presso il centro radar di Poggio Ballone e al ritorno a casa
aveva confidato alla moglie Sono molto scosso qui successo un casino qui
vanno tutti in galera!46. Anche il maresciallo Franco Parisi viene trovato impiccato
a un albero il 21 dicembre 1995; pochi giorni dopo avrebbe dovuto presentarsi avanti
il giudice Priore per essere interrogato47. Tante altre sono per le morti sospette:
43
LA.M.I. ha sostenuto e continua a sostenere che, la sera del 27 giugno 1980, non cera alcuna attivit aerea nel raggio di
50 miglia dal punto in cui caduto lI-TIGI.
44
Quasi collisione.
45
Sentenza-ordinanza Priore (1999), capo 4, p. 4674.
46
Il maresciallo Dettori aveva parlato anche con la cognata dicendole: eravamo stati a un passo dalla guerra. Non solo,
ma qualche mese prima di morire, era molto preoccupato e rovistava continuamente la casa alla ricerca di microspie. Il Dr.
Priore, sul punto, ha concluso che sui singoli fatti come sulla loro concatenazione non si raggiunge per il grado della prova.
47
Il maresciallo Parisi prestava servizio presso il radar di Taranto la mattina del 18 luglio 1980, giorno in cui sarebbe
caduto il Mig libico sulla Sila. Le circostanze nelle quali morto non sono mai state chiarite sino in fondo: non si riuscito a
stabilire se si trattato di un suicidio o di un omicidio.

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quelle dei piloti delle Frecce Tricolori Mario Naldini e Ivo Nutarelli avvenuta il
28 agosto 1988 - durante unesibizione alla base NATO di Ramstein in Germania48.
Quella del colonnello Pierangelo Tedoldi, deceduto a causa di un incidente stradale
il 3 agosto 1980; quella del capitano Maurizio Gari colpito da un infarto il 9 maggio
198149; quella del sindaco di Grosseto Finetti, deceduto in un incidente stradale il 23
gennaio 198350; quella del maresciallo Ugo Zammarelli, in servizio presso il SIOS51
di Cagliari, deceduto il 12 agosto 1988 in un incidente stradale; quella del consulente
informatico Michele Landi, trovato impiccato il 19 marzo 2002 nel salotto di casa
sua a Guidonia (Roma)52. Ci sono poi le morti del maresciallo Antonio Muzio, del
maresciallo Antonio Pagliara, del generale Roberto Boemio e del maggiore medico
Gian Paolo Totaro53. Infine, quella del tenente colonnello Sandro Marcucci, deceduto
il 2 febbraio 1992 in un incidente aereo avvenuto a Campo Cecina vicino Carrara,
sul quale la Procura di Massa ha riaperto le indagini nel febbraio 2013; sembrerebbe
plausibile, infatti, che il velivolo sul quale viaggiavano il Marcucci e il Lorenzini sia
precipitato a causa dellesplosione di un ordigno al fosforo collocato nel cruscotto
dellaereo54.
Il 31 agosto 1999, linchiesta del giudice Priore si conclude con una sentenzaordinanza emessa nei confronti di ignoti, un documento di dimensioni notevoli55, la
quale basandosi su anni di indagini, su un massiccio impiego di uomini e mezzi,
48
Naldini e Nutarelli, la sera del disastro, erano a bordo di uno dei due F-104 ed avevano lanciato un allarme di emergenza generale. Erano due testimoni di primaria importanza ma, tuttavia, appare difficile pensare che la loro morte sia stata provocata.
49
Capo controllore di sala operativa della Difesa Aerea presso il centro radar di Poggio Ballone, in servizio la sera del
disastro. Dalle registrazioni telefoniche emerso un suo particolare interessamento per i fatti di Ustica; sotto il suo comando,
per di pi, cera il maresciallo Dettori. La sua morte, comunque, apparsa naturale nonostante la sua giovane et.
50
Era opinione corrente che Giovanni Battista Finetti fosse in possesso di informazioni sui fatti avvenuti la sera del 27
giugno 1980 allaeroporto di Grosseto. Lincidente nel quale ha perso la vita, comunque, apparso casuale.
51
Servizio Informazioni dellA.M.I..
52
Landi si stava occupando per conto della magistratura dellomicidio del Prof. Marco Biagi, ucciso dalle B.R. il 19
marzo 2002. Linformatico aveva scoperto il computer dal quale era partita le-mail di rivendicazione. Pochi giorni prima di
morire, Landi ha confessato ad alcuni amici: So dei segreti incredibili sulla strage di Ustica che solo a raccontarli. .
53
Il Muzio stato ucciso l1 febbraio 1991; era in servizio alla torre di controllo dellaeroporto di Lamezia Terme nel 1980
e forse era a conoscenza di notizie riguardanti il Mig libico precipitato sulla Sila. Il Pagliara morto in un incidente stradale il
2 febbraio 1992; in servizio come controllore della Difesa Aerea presso il centro di Otranto, era probabilmente in possesso di
informazioni sulla faccenda del Mig libico. Il gen. Boemio stato ucciso a Bruxelles il 12 gennaio 1993 (la magistratura belga
non ha risolto il caso); la sua testimonianza sarebbe stata di grande utilit sia per chiarire i fatti dellI-TIGI e quelli del Mig
libico. Il maggiore Totaro stato trovato impiccato alla porta del bagno il 2 novembre 1994; era in contatto con molti militari
collegati agli eventi di Ustica, in particolare con i piloti Naldini e Nutarelli.
54
Numerosi elementi propendono nella direzione dellattentato: la posizione del corpo di Marcucci, ritrovato ancora
seduto come impietrito; la presenza di schegge conficcate profondamente nel corpo del tenente colonnello; ecc.. Sulla vicenda
sembra aleggiare lombra di Ustica. Il tenente colonnello Marcucci, insieme al capitano Ciancarella, infatti, aveva svolto indagini sulla strage di Ustica e sembra che avesse trovato due testimoni in grado di poter asserire che il Mig libico precipitato sulla
Sila fosse partito dalla base aerea di Pratica di Mare.
55
Oltre 5.000 pagine.

Pag. 19

sulla ricostruzione del relitto del Dc-9 Itavia, ecc. giunge ad escludere che la
causa del disastro sia da imputare a un cedimento strutturale o a una bomba a bordo,
circoscrivendo di conseguenza le cause della sciagura ad un evento esterno allITIGI56. Non viene, per, spiegato con sufficiente determinatezza in cosa sia consistito
questevento esterno, n vengono offerti sufficiente elementi per individuare con
certezza i responsabili57. Il documento termina sancendo che . Lincidente al Dc-9
occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il Dc-9 stato abbattuto,
stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con unazione, che stata propriamente
atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale
coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti.58.

7. I processi sulla strage di Ustica


7.1 Il processo per i presunti depistaggi


Linchiesta svolta dal giudice Priore perviene anche a risultanze cha vanno
oltre la ricerca delle cause e dei responsabili della caduta del Dc-9 Itavia. Dalla
sentenza-ordinanza emerge che . Linchiesta stata ostacolata da reticenze e false
testimonianze, sia nellambito dellaeronautica militare italiana che della NATO,
le quali hanno avuto leffetto di inquinare o nascondere informazioni su quanto
accaduto59. Diversi militari italiani vengono ritenuti penalmente responsabili, non per
la caduta dellI-TIGI per la quale non vengono attribuite responsabilit allA.M.I., ma
per il comportamento e i depistaggi successivi al disastro; vari i reati contestati tra i
quali: falso ideologico, abuso dufficio, falsa testimonianza, favoreggiamento,
falso, dispersione di documenti, ecc.60. Vengono rinviati a giudizio i generali
Bertolucci e Ferri61 e i generali Melillo e Tascio62 - il vertice dellA.M.I. per i quali
56
Sentenza-ordinanza Priore (1999), capo 7, pp. 4944-4949.
57
Nella sentenza-ordinanza Priore viene dedicato ampio spazio anche al Mig libico precipitato sulla Sila secondo la quale
opinione basata su alcuni fatti e testimonianze laereo non sarebbe precipitato il 18 luglio 1980 ma in una data tale da farne
ipotizzare un collegamento con la caduta dellI-TIGI.
58
Sentenza-ordinanza Priore (1999), Conclusioni.
59
Purgatori A., Ustica, atto daccusa contro lAeronautica, da Il Corriere della Sera del 20 febbraio 1992, p. 12.
60
Gi nel giugno 1989, il giudice Bucarelli e il P.M. Santacroce avevano incriminato per falsa testimonianza e favoreggiamento 23 tra ufficiali e avieri in servizio la sera del disastro nei centri radar della Difesa di Licola e Marsala.
61
Allepoca, rispettivamente capo e sottocapo di Stato Maggiore.
62
Allepoca, rispettivamente capi del terzo e secondo reparto dello Stato Maggiore.

Pag. 20

si aggiunge lulteriore capo dimputazione di alto tradimento per aver impedito,


per mezzo della comunicazione di informazioni errate, lesercizio delle funzioni del
governo63.

Il 28 settembre 2000, nellaula-bunker di Rebibbia appositamente preparata,
davanti alla III Sezione della Corte dAssise di Roma, si apre il processo sui presunti
depistaggi. Dopo oltre duecentosettanta udienze e dopo aver ascoltato centinaia di
testimoni, consulenti e periti -, il 30 aprile 2004, la Corte dAssise di Roma assolve
dallimputazione di alto tradimento64 i generali Melillo e Tascio per non aver
commesso il fatto (art. 530 c. 1 C.p.p.); i generali Bartolucci e Ferri, invece, vengono
ritenuti colpevoli ma il reato ormai caduto in prescrizione. Anche per la maggior parte
delle altre imputazioni attribuite ad altri militari dellA.M.I. favoreggiamento,
falsa testimonianza, ecc. viene dichiarata la prescrizione65. Lesito della sentenza
non soddisfa gli imputati Bartolucci e Ferri, n le parti civili e neanche la Procura e,
pertanto, tutti propongono appello.

Il processo di II grado, avanti la Corte dAssise dAppello di Roma, si apre
il 3 novembre 2005 e si chiude dopo circa un mese e mezzo con lassoluzione
dallimputazione di alto tradimento - perch il fatto non sussiste (art. 530 c. 1
C.p.p.) - anche per i generali Bartolucci e Ferri. La Corte ritiene, infatti, che non
vi sono prove a sostegno dellaccusa; le analisi condotte nella perizia radaristica
Dalle Mese66 sono considerate eseguite con sistemi del tutto nuovi e sconosciuti nel
periodo giugno-dicembre 1980 e, pertanto, non ritenuti idonei per giudicare di quali
informazioni disponessero, allepoca dei fatti, gli imputati. Per di pi, la presenza
di altri aerei nelle vicinanze dellI-TIGI deducibile dai tracciati radar non raggiunge
il grado della certezza e, quindi, della prova67. La Corte reputa che linformativa
trasmessa dagli imputati al governo non sia stata errata in quanto, la sera del disastro,
63
Gi la Commissione stragi istituita nel 1988 e presieduta dal Sen. Libero Gualtieri si interessata, sin dal 1989,
ai fatti di Ustica pervenendo ad un giudizio molto duro nei confronti dei responsabili dellA.M.I. del tempo. Nella relazione
finale, resa nota nellaprile del 1992, la Commissione stragi ha accusato alti ufficiali dellA.M.I. e dei Servizi segreti di avere
trasformato una normale inchiesta sulla perdita di un aereo civile, con tutti i suoi ottantuno passeggeri, in un insieme di menzogne, di reticenze, di deviazioni, al termine della quale, alle ottantuno vittime, se ne aggiunta unaltra: lAeronautica militare
che, per quello che ha rappresentato e rappresenta, non meritava certo di essere trascinata nella sua interezza in questa avventura.. Ed allora che viene coniata lespressione muro di gomma divenuto poi il titolo di un famoso film sulla vicenda di
Ustica per descrivere limpenetrabilit di una parte delle istituzioni per tutti coloro che ricercavano la verit.
64
I generali sono accusati di aver turbato e non impedito le funzioni di governo.
65
Il reato di abuso dufficio, invece, non sussiste pi per successive modifiche apportate alla legge.
66
Il Prof. Dalle Mese docente del Dipartimento di Ingegneria delle Telecomunicazioni allUniversit di Pisa. Nella vicenda Ustica uno dei periti di parte inquirente ed tra i maggiori sostenitori dellipotesi della near collision.
67
Del pari, la Corte non ritiene che sia stata provato il fatto che gli imputati abbiano ricevuto notizia della presenza di
aerei statunitensi o sconosciuti collegabili alla caduta del Dc-9 Itavia.

Pag. 21

effettivamente, i radar di Marsala, Licola e Siracusa non hanno rilevato la presenza di


velivoli non identificati68; presenza che stata rilevata dal radar di Ciampino che, per,
non citato nellinformativa di cui sopra69. La sentenza suscita immediatamente forti
critiche da parte delle Parti Civili; il Sen. Bonfietti sorella di una delle vittime del
disastro e presidente dellAssociazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
la definisce pubblicamente una vergogna70.

Avverso la suddetta sentenza della Corte dAppello dAssise di Roma, la Procura
Generale di Roma propone ricorso in Cassazione chiedendo lannullamento della stessa
e la dichiarazione che il fatto contestato non pi previsto dalla legge come reato
(art. 530 c. 1 C.p.p.) essendo stata nel frattempo modificata la legge inerente lalto
tradimento71 - tenuto conto che, nel II grado, gli imputati erano stati assolti perch
il fatto non sussiste. La differenza tra le due formule considerevole; lassoluzione
perch il fatto contestato non pi previsto dalla legge come reato non esclude
a differenza dellaltra che gli imputati abbiano commesso i fatti per i quali
sono stati processati. Il 10 gennaio 2007, la I Sezione penale della Suprema Corte
presieduta dal Dr. Torquato Gemelli conferma la sentenza della Corte dAppello
dAssise di Roma del dicembre 2005 e dichiara inammissibile il ricorso presentato
dalla Procura Generale di Roma. Rigetta, inoltre, quello dellAvvocatura dello Stato
in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della
Difesa, costituitisi parte civile.

68
Pi precisamente, il contenuto dellinformativa de quo asseriva che i radar militari non confermano (ci non significa
che escludono) traffico sconosciuto.
69
Lunica informazione errata attribuibile agli imputati relativa allinterruzione dei nastri di Marsala effettuata da un
operatore per dimostrare la procedura del cambio del nastro: la sentenza ha ritenuto, invece, che i motivi di tale interruzione
andavano ascritti allinizio di unesercitazione simulata, iniziata circa quattro minuti dopo il disastro. Del resto, la sostituzione
del nastro ha impedito per pi di 30 minuti la rilevazione reale di tracce radar, nella zona del Tirreno meridionale, da parte
della stazione radar meglio posizionata per controllare la zona interessata. Se tale rilevazione fosse stata disponibile, sicuramente levoluzione degli eventi successiva alla caduta del Dc-9 sarebbe stata pi chiara e meno misteriosa.
70
La Corte dAssise dAppello di Roma, in maniera del tutto inusuale, nelle motivazioni della sentenza pubblicate nellaprile 2006, raccoglie le provocazioni lanciate e replica sostenendo: , qualche familiare delle vittime ha definito una vergogna lassoluzione oppure ha accusato la magistratura di non aver voluto accertare fino in fondo la responsabilit dellaccaduto.
La Corte era ben conscia dellimpatto negativo di una ulteriore sentenza assolutoria anche nei confronti dei due generali, ma
a fronte di commettere una ingiustizia, perch tale sarebbe stata la conferma della sentenza o una condanna, andare contro
lopinione pubblica non costituisce un ostacolo. In quel caso, allora, si sarebbe trattato di una vergogna perch si sarebbero
condannati o ritenuti responsabili di un reato persone nei cu confronti vi era un difetto assoluto di prova. (Sent. Corte dAssise dAppello di Roma, 15 dicembre 2005). La Corte specificava poi che stava procedendo solo per accertare la commissione del
reato di alto tradimento e non sulla ricerca degli autori o delle cause del reato di strage, punti sui quali il giudice istruttore ha
deciso di non doversi procedere perch ignoti gli autori del delitto.
71
Difatti, lart. 4 della L. 85/2006 ha abolito il punto riguardante la turbativa e ha considerato reato limpedimento
soltanto se violento.
Pag. 22


7.2 Il processo civile allo Stato

Il 10 settembre 2011, dopo circa tre anni di dibattimento, il Tribunale civile di
Palermo presieduto dalla Dr.ssa Proto Pisani - ha emesso una sentenza di condanna
dei ministeri della Difesa e dei Trasporti al pagamento complessivo di oltre 100
milioni di euro in favore dei familiari delle vittime della strage di Ustica72. Secondo
il Tribunale civile di Palermo i due ministeri non avrebbero fatto abbastanza per
prevenire il disastro; il cielo di Ustica non stato controllato a sufficienza dai radar
italiani sia militari che civili e, di conseguenza, non stata garantita la sicurezza
del volo e dei suoi passeggeri73. Il Tribunale siciliano ha ritenuto anche lI-TIGI non
caduto a causa di una bomba esplosa a bordo bens sarebbe stato un missile ariaaria ad abbatterlo nel corso di una vera e propria azione di guerra avvenuta nei cieli
italiani senza che nessuno degli enti controllori preposti intervenisse; non sarebbero
mancate, inoltre, responsabilit e complicit da parte dei militari dellA.M.I. che hanno
impedito laccertamento dei fatti con vari atti illegali commessi dopo il disastro. .
Tutti gli elementi considerati consentono di ritenere provato che lincidente occorso
al Dc9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia,
che nella parte finale della rotta del Dc9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un
velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere
rivelato dai radar, quale diretta conseguenza dellesplosione di un missile lanciato dagli
aerei inseguitori contro laereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra
laereo nascosto e il Dc9. 74.

Il Ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti impugnavano
la suddetta sentenza, emessa dal Tribunale del capoluogo siciliano, avanti la Corte
dAppello di Palermo che rigettava in toto il gravame. I due ministeri, quindi,
proponevano ricorso in Corte di Cassazione75.
72
Le parti che hanno iniziato la causa (i parenti delle vittime del disastro) chiedevano il risarcimento dei seguenti danni: danno non patrimoniale da lesione del bene della vita iure hereditatis, danno non patrimoniale iure proprio per lesione del
rapporto parentale, danno patrimoniale derivante dalla perdita del contributo economico che il congiunto apportava o avrebbe
loro apportato e il danno patrimoniale ( e non patrimoniale) derivante dalla lesione del loro diritto allaccertamento della verit.
73
Il Tribunale di Palermo ha ritenuto anche che sarebbe stato ostacolato il successivo accertamento dei fatti.
74
Sentenza Tribunale civile di Palermo, 10 settembre 2011 n. 4067.
75
Il Sig. De Lisi Antonino un familiare di una delle vittime del disastro di Ustica resisteva con controricorso. Anche i
Sigg.ri Anna Giovagnoli, Carla Volanti e Fabio Volanti familiari di unaltra vittima resistevano con controricorso e proponevano due motivi di ricorso incidentale.

Pag. 23


Nel gennaio 2013, la terza sezione civile della Suprema Corte respingeva il ricorso
de quo ritenendo abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile,
accolta dalla Corte di Appello, 76. Confermava lobbligo delle amministrazioni
ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli e ribadiva linfondatezza delleccezione
di prescrizione avanzata dalle stesse77. Accoglieva, infine, il ricorso incidentale posto
dai familiari delle tre vittime rinviando alla Corte dAppello di Palermo la valutazione
sulla possibilit di concedere un risarcimento pi elevato ai parenti delle persone
decedute nel disastro aereo di Ustica78.

8. Conclusioni

Sul caso Ustica la magistratura italiana ha prodotto enormi sforzi: oltre venti anni
di indagini79, migliaia di cartelle di atti al processo di primo grado si giunti con due
milioni di pagine di istruttoria -, 4.000 testimoni, 115 perizie, unottantina di rogatorie
internazionali e 300 miliardi di lire di sole spese processuali e quasi 300 udienze80.
Nonostante tutto questi sforzi e tutto questo lavoro, un processo sulle cause e agli
autori della strage non c mai stato81. Listruttoria Priore termina sostenendo che lITIGI precipitato a seguito di un evento esterno allaereo stesso e le ultime parole
che giungono dalla cabina di pilotaggio quel . Gu suonerebbe proprio come
linizio di un Guarda!82 a sottolineare che un oggetto esterno era sulla rotta del
Dc-9 dellItavia sembrerebbero confermare questa versione. Ed lipotesi del
76
Sentenza Corte di Cassazione, III Sez. civile, 28 gennaio 2013 n. 1871.
77
Ci si riferisce alleccezione di prescrizione quinquennale delle domande risarcitorie, formulata dalle parti ricorrenti.
78
La III Sez. civile della Corte di Cassazione con sentenza n. 1871/2013 ha condannato anche le amministrazioni
ricorrenti al pagamento delle spese processuali in favore del De Lisi liquidate in complessivi euro 6.300,00 oltre oneri accessori.
79
Dopo circa 28 anni dal disastro di Ustica, la Procura di Roma ha deciso di riaprire una nuova inchiesta (tuttora in corso) a seguito delle dichiarazioni rilasciate nel febbraio 2007 dallex presidente della Repubblica Francesco Cossiga presidente
del Consiglio allepoca della strage de quo il quale ha dichiarato che, ad abbattere il Dc-9, sarebbe stato un missile a risonanza
e non a impatto lanciato da un velivolo francese dellAronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, Lex presidente Cossiga, successivamente, ha asserito che tali informazioni gli sarebbero pervenute dai servizi segreti che, a loro volta, le avrebbero
comunicate anche allallora ministro dellInterno Giuliano Amato.
80
Biacchessi D. Colarieti F., Punto Condor: Ustica il processo, Pendragon Edizioni, Bologna, 2002, p. 121.
81
Ci sono stati esclusivamente come ampiamente trattato ai paragrafi 7.1 e 7.2 processi per i depistaggi posti in
essere e processi, in sede civile, intentati dai familiari delle vittime per ottenere il risarcimento dei danni.
82
Queste sono le ultime parole proferite nella cabina di pilotaggio, pervenute agli inquirenti con il recupero del Cockpit
voice recorder posto sulla Scatola nera: Allora siamo a discorsi da fare []. Va bene i capelli sono bianchi . logico
. Eh, luned intendevamo trovarci ben poche volte, se no . Sporca eh! Allora sentite questa . Gu .

Pag. 24

missile la pi veritiera tenuto conto che quella della near collision seppure con i
continui aggiustamenti non riuscirebbe a spiegare la presenza di tracce di esplosione
sui resti del relitto e i tempi ridottissimi nei quali lI-TIGI si disintegrato e nel quale
cessata lalimentazione elettrica83.

Appare probabile che, quella tragica sera del 27 giugno 1980, il Dc-9 Itavia
decolla dallaeroporto di Bologna e, dopo qualche minuto, viene affiancato da due
caccia militari che scompaiono quasi subito dai radar perch vanno a nascondersi
sotto la pancia o dietro laereo civile84. Allimprovviso, uno dei due caccia supera
lI-TIGI, vira di novanta gradi e si dispone come dicono gli esperti di guerra aerea
in posizione dattacco. Dopo qualche secondo, i radar rilevano una nuvola di detriti
- quelli del Dc-9 esploso in volo e, da questa nuvola, vengono fuori due aerei: uno
che si allontana a tutta velocit verso est, laltro che continua la sua rotta verso sud.
Sembrerebbe evidente che lI-TIGI sia stato abbattuto da uno o pi caccia militari
sicuramente indirizzati verso lobiettivo da unefficace guida caccia, una potente
apparecchiatura radar con un raggio dazione di diverse centinaia di chilometri85. Nei
piani di volo conservati presso lA.M.I., la sera di quel 27 giugno era previsto un volo
con vip a bordo presumibilmente si trattava addirittura del colonnello Gheddafi da
Tripoli a Varsavia; e i due caccia militari che volavano coperti dallI-TIGI secondo
le ipotesi pi recenti - erano di nazionalit libica86 ed erano diretti a prelevare il leader
libico sul Tirreno e a scortarlo nel suo viaggio verso lEuropa dellEst. Lobiettivo,
quindi, era Gheddafi87 e per colpirlo bisognava prima eliminare la sua scorta. Il missile
che ha colpito il Dc-9 Itavia, pertanto, era diretto nei confronti di uno dei due caccia
83
Secondo lipotesi della near collision, laereo contiguo al Dc-9 Itavia avrebbe prodotto una perturbazione nellaria circostante al velivolo stesso talmente intensa da produrre il distacco dellala sinistra e quindi il collasso dellaereo. Ma il cedimento
dovuto a un collasso di tal genere un fenomeno che avviene in tempi relativamente lunghi e produce vibrazioni e rumori che
sarebbero stato certamente riportati dal registratore di bordo.
84
Il fatto che sugli schermi radar non ci sia traccia di questi caccia militari, non significa che non siano l. Anche in
tempo di pace, gli aerei militari persino quelli italiani o quelli di Paesi alleati usano fare di tutto, mentre sono in volo, per
non farsi identificare e per non farsi battere dai radar compiendo ampi tratti nascosti dietro o sotto la fusoliera di un velivolo
civile. Le apparecchiature radar non sono cos raffinate da distinguere oggetti prossimi o nascosti: due velivoli molto vicini
vengono battuti come uno solo.
85
Fasanella G. Priore R., Intrigo internazionale Perch la guerra in Italia. Le verit che non si sono mai potute dire,
Chiarelettere Editore, Milano, 2010, pp. 134-157.
86
Molto probabilmente, gli avieri Naldini e Nutarelli - a bordo di uno dei due F-104 dellA.M.I. dello stormo di Grosseto avevano visto che, dietro lI-TIGI, si nascondevano velivoli militari non NATO e, giustamente molto allarmati, lanciavano
elettronicamente un segnale di allarme generale. Subito dopo, ponevano in essere una manovra a triangolo che serviva per
avvertire gli operatori radar a terra che cera una situazione di massima allerta. Presumibilmente, non hanno usato la radio
perch non volevano che la loro conversazione con la base a terra venisse ascoltata da altri.
87
Sui motivi che potevano indurre altri Paesi a volere la morte del col. Ghaddafi e sui Paesi che principalmente erano
interessati a questo scopo si consulti il precedente paragrafo 3.

Pag. 25

che volavano coperti dallaereo civile88. Queste verit - in quel momento storico
non potevano essere liberamente divulgate perch non sarebbero rimaste prive di
conseguenze rilevanti sul piano internazionale89; tutto ci spiega il motivo di tanti
registri andati persi, di tante reticenze, di tanti depistaggi e, forse, di qualche strano
decesso.

A confermare la tesi che il 1980 sia stato un anno tuttaltro che tranquillo
la deflagrazione di un potente ordigno, collocato alla stazione di Bologna, avvenuta
nella mattinata del 2 agosto. Si tratta delleccidio pi grave mai commesso nella
storia dellItalia repubblicana: 85 morti e oltre 200 feriti. La strage viene attribuita
allestrema destra spontaneista dei N.A.R. vengono condannati allergastolo con
sentenza definitiva, quali esecutori materiali della strage, Valerio Giuseppe Fioravanti,
Francesca Mambro e Luigi Ciavardini90. Dal giorno dellarresto sino ad oggi, tutti e
tre continuano a professarsi innocenti e non sono pochi sia a destra che a sinistra
a prestarli fede91. La teoria che la strage di Bologna sia collegata a quella di Ustica
non nuova. Le ipotesi in punto sono varie: la strage del 2 agosto 1980 sarebbe stata
realizzata per depistare le indagini da Ustica; oppure sarebbe stata fatta dagli stessi
attentatori di Ustica perch il segnale lanciato con la caduta dellI-TIGI non arrivato;
o, ancora, sarebbe stata compiuta da altri come risposta alla strage del 27 giugno. In
realt, nessuna di queste supposizioni ha trovato una verifica credibile; attualmente,
sta emergendo una ricostruzione secondo la quale lattentato di Bologna non sarebbe
collegato al disastro del Dc-9 Itavia ma sarebbe stato una ritorsione per larresto di
tre estremisti di sinistra italiani che stavano trasportando missili terra-aria fabbricati
88
Presumibilmente, laereo ritrovato sui monti della Sila il 18 luglio 1980 era uno di questi due caccia libici nascosti
dietro laereo civile italiano; pi precisamente, quello che dopo lo scoppio dellI-TIGI si allontanava a tutta velocit verso
est. Questa versione degli eventi trova sostegno anche nella recente deposizione effettuata dal maresciallo Giuseppe Dioguardi
(in Aeronautica sino al 2008), nellottobre 2013, ai magistrati della Procura di Roma Maria Monteleone ed Erminio Amelio.
Dioguardi, oggi 54 anni, ha sostenuto di aver consegnato personalmente allallora Ministro della Difesa On. Spadolini una
relazione nella quale era asserito che, nella zona teatro dellincidente, erano presenti due Mirage (allepoca questi caccia li
avevano solo i francesi), un F-14 Tomcat (tipico caccia imbarcato sulle portaerei americane) e un Mig; la reazione del ministro
secondo lex maresciallo dellaeronatica -, dopo aver letto il documento, stata di incredulit e di ira. Laltro supertestimone,
maresciallo Mario Sardu (oggi 62 anni), allepoca responsabile del centro radar di Marsala, invece, nel corso di unintervista
rilasciata al quotidiano La Repubblica nel gennaio 2014, ha dichiarato che, la notte del 27 giugno 1980 sul mar Tirreno, erano
in volo soltanto jet friendly, ovvero aerei amici. Le dichiarazioni di Sardu, pertanto, non lasciano dubbi: ad abbattere lI-TIGI
stato un missile di un caccia della Nato. Egli, per di pi, non esclude che il missile de quo possa essere stato lanciato da una
nave, aprendo quindi nuove ipotesi sulle cause della tragedia.
89
Fasanella G. Priore R., Intrigo internazionale Perch la guerra in Italia. Le verit che non si sono mai potute dire,
Chiarelettere Editore, Milano, 2010, pp. 134-157.
90
Luigi Ciavardini minorenne allepoca della strage di Bologna viene condannato definitivamente l11 aprile 2007
dalla Corte di Cassazione a trentanni di reclusione.
91
Minoli G. Corsini P.A., Quella maledetta estate, Rizzoli, Milano, 2007, pp. 82-94.

Pag. 26

in Bulgaria e destinati a terroristi mediorientali92.



La strage di Ustica, quella di Bologna, Piazza Fontana, ecc. rappresentano i
capitoli pi oscuri della storia recente dellItalia; capitoli sui quali non sono state date
risposte certe, anche per le continue reticenze e depistaggi posti in essere in vari settori
e ai pi svariati livelli. Lart. 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani93
sancisce: Ogni individuo ha diritto alla vita, alle libert ed alla sicurezza della propria
persona. Ebbene, quando ad una persona non viene garantita la possibilit di poter
viaggiare in aereo con tranquillit - o di poter sostare in una stazione ferroviaria o
in una banca senza rischiare la vita vengono violate le sue libert e, soprattutto, il
suo diritto alla sicurezza94. Tutte prerogative che dovrebbero essere assicurate in uno
Stato civile e moderno.

Il tempo che trascorre da questi tragici avvenimenti fa si che sia sempre pi difficile
giungere a delle certezze riguardo gli scopi ed i colpevoli i governi mutano e tanti
protagonisti vengono meno - ma permette anche che si lavori con maggiore distacco e
serenit. Proprio questo avvenuto con Ustica dove la Corte di Cassazione dopo ben
33 anni95 ha sancito definitivamente, seppure in sede civile, che il Dc-9 Itavia stato
abbattuto da un missile aria-aria96. La verit, quindi, sta venendo progressivamente
fuori come una fioca luce in fondo al tunnel che si avvicina sempre di pi e aumenta
pian piano di intensit sino a non lasciare alcuna traccia delle pregresse tenebre.
92
Si tratta dellarresto di tre militanti di Autonomia Operaia romana Pifano, Nieri e Baumgartner avvenuto nellautunno del 1979 a Ortona. Costoro stavano trasportando 2 missili Strela terra-aria di fabbricazione bulgara e destinati a terroristi mediorientali. Quelloperazione ha portato anche allarresto di un dirigente di primo piano del Fronte popolare per la
liberazione della Palestina. Daniele Pifano e i suoi compagni si dichiaravano amici della causa palestinese e, pertanto, avevano
accettato di trasportare sul territorio italiano armi di propriet del Fplp.. Per maggiori informazioni sul punto, si consulti: Fasanella G. Priore R., Intrigo internazionale Perch la guerra in Italia. Le verit che non si sono mai potute dire, Chiarelettere
Editore, Milano, 2010, pp. 174, 175.
93
La Dichiarazione universale dei diritti umani (DUDU) un documento sui diritti individuali firmato a Parigi il 10
dicembre 1948 la cui redazione stata promossa dallO.N.U. perch avesse applicazione in tutti gli stati membri. Essa costituisce un documento storico molto importante prodotto dagli Alleati sullonda dellindignazione per le atrocit commesse nel
corso della Seconda guerra mondiale; fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto (1945).
94
Il diritto alla libert e alla sicurezza sancito anche nella Carta dei diritti fondamentali dellUnione e trova spazio
anche in molte carte fondamentali di tanti Paesi.
95
Questi indubbi progressi verso la verit hanno dimostrato che il celebre messaggio di cordoglio ai parenti delle vittime
- inviato dal Presidente della Repubblica Napolitano il 26 giugno 2010, in occasione del trentennale del disastro di Ustica non
sia rimasto lettera morta: Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce allamara constatazione che le indagini volte e i processi
sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili. Occorre il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto
accaduto, che rimuova le ambiguit e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni. Nel sempre doloroso ricordo delle 81
vittime, esprimo a lei e ai famigliari dei caduti la partecipe vicinanza mia e della intera nazione.
96
Ci si riferisce alla sentenza della Suprema Corte n. 1871/2013, trattata pi specificamente nel precedente paragrafo 7.2.
a dimostrazione che la vicenda Ustica costituisca un capitolo tuttaltro che dimenticato nella recente storia italiana, c anche la
riapertura delle indagini da parte della Procura di Massa nel febbraio 2013 riguardo la morte del tenente colonnello Sandro
Marcucci (sul punto si consulti il precedente paragrafo 6).

Pag. 27

Bibliografia:

- BIACCHESSI D. COLARIETI F., Punto Condor: Ustica il processo, Pendragon


Edizioni, Bologna, 2002;
- CORTE DI CASSAZIONE, III Sez. civile, 28 gennaio 2013 n. 1871;
- DEL GIUDICE D. PAOLINI M., Quaderno dei Tigi, Einaudi, Torino, 2001;
- FASANELLA G. PRIORE R., Intrigo internazionale Perch la guerra in Italia.
Le verit che non si sono mai potute dire, Chiarelettere Editore, Milano, 2010;
- LUCARELLI C., La strage di Ustica, in Nuovi misteri dItalia. I casi di Blu
Notte, Einaudi, Torino, 2005;
- MINOLI G. CORSINI P.A., Quella maledetta estate, Rizzoli, Milano, 2007;
- PONTI G., Compendio di criminologia, Raffaello Cortina Editore, Milano,
1999;
- PRIORE R., Sentenza-ordinanza, 1999;
- PURGATORI A., DC-9 Itavia, i misteri di Grosseto, da Il Corriere della
Sera del 3 marzo 1992;
- PURGATORI A., Sparite le registrazioni, da Il Corriere della Sera del 3
marzo 1992;
- PURGATORI A., Ustica, atto daccusa contro lAeronautica, da Il Corriere
della Sera del 20 febbraio 1992;
- SARTORI R. VIVALDO A., Ustica. Scenari di guerra, BeccoGiallo , Verona,
Pag. 28

2010;
- SCOTTONI F., Il Giudice Priore indaga sul Supersismi, da La Repubblica
del 6 ottobre 1990;
- TRIBUNALE CIVILE DI PALERMO, Sentenza 10 settembre 2011 n. 4067;
- WIKIPEDIA, Strage di Ustica, 2013, da www.wikipedia.org;
- WIKIPEDIA, Processo della strage di Ustica, 2013, da www.wikipedia.org;
- WIKIPEDIA, Condanna dello Stato nella strage di Ustica, 2013, da www.
wikipedia.org;
- Strage Ustica, il supertestimone nella sala operativa: Ecco cosa successe con il
Mig libico, i due Mirage e il Tomcat, 2013, da www.stragi80.it;
- Ustica, solo aerei Nato in volo la notte della strage, 2014, da www.repubblica.
it.

Pag. 29

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