Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Criminologia e Criminalistica
Pur non esistendo una unica definizione degli assassini seriali, tali fenomeni
criminologici che si collocano nello studio sulle carriere criminali, sono stati
concordemente definiti come: individui che sulla base di un’associazione di
motivazioni quali potere, sesso, desiderio di dominazione e morte, commettono
ripetutamente in un arco temporale variabile più omicidi.
La peculiarità, a parte la commissione di più delitti di omicidio in un
determinato tempo, sta proprio nei tratti di personalità e nelle motivazioni che
sottendono ai delitti, sovente commessi con modalità efferate: soprattutto
violenze a sfondo sessuale sulle vittime, modalità crudeli, esecuzione di atti o
rituali particolari, anche di cannibalismo. Spesso il termine mostro viene usato in
modo ricorrente in presenza di questi fatti e viene associato abitualmente al
termine di follia o malattia mentale, ma l’esperienza ha ampiamente dimostrato
che all’interno della categoria dei serial killer, i soggetti affetti da una vera e
propria patologia psichiatrica, tale da renderli del tutto incapaci di intendere,
non sono poi molti.
Criminologia e Criminalistica
• E’stato elaborato infatti il principo del minimo sforzo per cui a parità di altre
condizioni il serial killer decide di spostarsi con il minimo sforzo e quindi
sceglierà come luogo d’azione quello più vicino al suo punto di partenza.
• La scelta del luogo, che in definitiva poi determina la scelta nella ricerca di
una determinata vittima, è influenzata dalla disponibilità di un determinato
mezzo di trasporto, dall’appetibilità delle zone d’origine e di destinazione per
effettuare lo spostamento e dalla familiarità con le vie di comunicazione, con
presenza, quantità e qualità delle barriere geografiche ovvero di strade
alternative.
Criminologia e Criminalistica
Differenti modelli di criminal profiling
Nel 1970 l’F.B.I. crea il primo programma di profilo criminale che integrato con una
serie di interviste ai serial killer ristretti in carcere permette una loro classificazione
in organizzati e disorganizzati.
Di regola i serial killer dopo l’omicidio sentono un profondo senso di sollievo e tranquillità
tanto da riposare profondamente tutta la notte, ed anche quelli in cui permane un
profondo stato di eccitazione, che impedisce loro di riposare, le statistiche dimostrano
che non provano alcun rimorso.
Il comportamento di tali criminali è apertamente contrario al comprensibile desiderio di
non essere incriminati: mantengono difatti un comportamento di aperta sfida per riuscire
a mantenere quello stato di eccitazione e quella sensazione di controllo e di grandiosità
fornita dall’omicidio.
I comportamenti più comuni messi in atto sono infatti: il ritorno sulla scena del crimine,
osservazione del ritrovamento del corpo, ovvero conservazione di souvenir del defunto
che funzionano come prova al criminale che è riuscito ad attivare le sue fantasie e che
spesso vengono usati come catalizzatori per riviverle.
Alcune volte si è assistito al ritrovamento anche di foto del cadavere scattate
dall’assassino riprese e ritagliate dagli articoli di stampa, in alcuni casi tale materiale
viene tenuto come fosse una collezione o forma di diario degli avvenimenti.
Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato
dall’F.B.I.
Quinta fase: l’arresto
Il 50% dei serial killer sono stati scoperti ed arrestati unicamente per le indagini degli
inquirenti sulla base delle tracce o dei riscontri investigativi raccolti sulla scena del
crimine.
Mentre nel 15% dei casi invece l’arresto è stato eseguito grazie ad un
riconoscimento o grazie ad un tempestivo intervento a seguito dell’allarme dato della
vittima che ha resistito al serial killer.
Solo in quattro casi è avvenuta la spontanea costituzione del serial killer. Questa
situazione può crearsi quando il serial killer ha esaurito il suo programma criminoso ed
ha soddisfatto completamente le proprie fantasie criminali ovvero si è reso conto, in
una fase di equilibrio, della gravità dei fatti criminosi che ha commesso. Tra questi
ricordiamo quello del serial killer della California Jeffrey Kemper autore di dodici
omicidi di donne anziane che si è costituito alla polizia subito dopo aver ucciso la
madre e l’amica della madre perché con esse ha eliminato la ragione delle sue
fantasie e frustrazioni, evidentemente legate ad un morboso rapporto di odio ed amore
nei confronti della madre che dall’infanzia e fino all’età adulta l’aveva soggiogato con
un’educazione troppo oppressiva e dominante costringendolo sempre e comunque a
subire le scelte materne.
Criminologia e Criminalistica
Il profilo psico-sociologico proposto da Ronald e Stephen Homes.
I due studiosi dell’università di Louseville invece, nel 1996, propongono una diversa
metodica nel tracciare il profilo dell’ omicida seriale ovvero dell’autore di crimini sessuali
attraverso tre metodiche di analisi e valutazione :
- Valutazione psicologica e sociologica dell’offender: in tale ambito vengono valutate la
personalità, il comportamento dell’aggressore, considerato che i crimini compiuti da un
soggetto non cambiano nel corso del tempo e dato che la scena del crimine riflette
inevitabilmente la personalità dell’autore, si desume che criminali diversi con personalità
simili compiono crimini simili;
- Valutazione psicologica degli oggetti personali trovati in possesso del presunto colpevole;
- Analisi di modalità e di strategie per condurre l’interrogatorio di sospettati .
In definitiva si propone un modello di tipo socio psicologico che deve tenere conto
anche delle variabili sociodemografiche dell’offender sconosciuto quali: l’etnia, l’età, il
genere, lo stato civile, l’occupazione, il livello di istruzione ed altre caratteristiche che
travalicano il semplice inquadrameno psicologico del criminale, tale approccio senza
dubbio realizza un modello più completo ed esaustivo per gli investigatori. Pertanto si
possono distinguere le seguenti categorie di serial killer: il visionario (spinto ad uccidere
da fenomeni allucinatorio deliranti), quello missionario (spinto dalla missione di liberare il
mondo da categorie di persone come prostitute o omosessuali), quello edonista (per solo
tornaconto personale che cerca il brivido o il piacere sessuale) , ovvero quello che tende
al dominio della vittima (tipologia ricavata dalla gratificazione sessuale derivante
esclusivamente dal dominio sulla vittima).
Criminologia e Criminalistica
Fasi di azione del serial Killer
FASE AURORALE: stato allucinatorio in cui il killer prima di operare sogna ad
occhi aperti, ove fantastica sugli omicidi da compiere, in questa fase si
individua come un portale con due uscite: il mondo reale con le sue regole e
quello delle fantasie criminali in cui non esistono regole da rispettare ma solo
bisogni istintuali da soddisfare senza mediazione.
FASE DEL PUNTAMENTO: inizia la ricerca della vittima ideale, sulla base di
un target vittimologico preferito dal killer, questa fase può durare anche molto
tempo e porta il soggetto ad uno stato di frenesia e di paranoia, una volta
individuata la vittima questa viene seguita.
FASE DELLA SEDUZIONE: avvicinamento del killer alla vittima per cercare
di conquistare la sua fiducia per attirarla poi in trappola. In questa fase anche per
breve tempo, il killer si propone con doti di seduzione per far abbassare le
naturali condizioni di difesa della vittima o approfitta dell’abbassamento di
queste in relazione alla situazione in concreto.
Criminologia e Criminalistica
Fasi di azione del Serial Killer
Tra l’autunno del 1997 e l’aprile del 1998 Donato Bilancia commette
diciassette omicidi ed un tentato omicidio, i reati seriali sono stati
commessi con diverse modalità tanto da farlo considerare un serial
killer di tipo multiplo dato che emergono tre diversi motivi d’azione:
- trasferiale (ovverosia uccide per ricerca di risarcimento o di
vendetta);
- pseudoerotici (omicidi commessi nei confronti di prostitute e delle
donne uccise sui treni);
- da giustificazione (per rapina : cambiavalute e benzinaio).
Bilancia è un uomo con precedenti per furto e rapina che prima degli
omicidi ha sempre agito nell’ambiente delle bische clandestine e del
gioco d’azzardo conseguendo notevoli risultati a giudicare dai suoi conti
correnti sui quali si movevano somme per oltre un miliardo di lire.
Criminologia e Criminalistica Caso Bilancia
L’allarme e l’attenzione delle forze dell’ordine si accende a seguito di tre
omicidi commessi in tempi ravvicinato nei confronti di alcune prostitute. Il 9
marzo 1998 sulla scogliera tra Varazze e Cogoleto viene trovato il cadavere
nudo di Stela Truya una prostituta albanese uccisa con un colpo di pistola alla
testa (non vi sono altri segni di violenza anche sessuale non si rinvengono
nemmeno i vestiti e gli effetti personali, la stessa viene identificata tramite le
impronte digitali del cartellino segnaletico). Il successivo 18 marzo viene
rinvenuto il cadavere della prostituta ucraina Ludmyla Zubskova a Pietra Ligure,
a 30 km dal luogo del primo omicidio, uccisa sempre con un colpo di pistola (sul
cadavere rinvenuto semivestito non si sono trovati segni di violenza anche
sessuale). Il 29 marzo 1998 a Cogoleto (GE) viene trovato il cadavere semivestito
di Tessy Adodo giovane nigeriana, colpita da tre colpi di arma da fuoco. A questi
tre omicidi viene ricollegato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Genova
e pertanto oggetto di accurati esami tecnico scientifici da parte dei Carabinieri
del Ris di Parma un altro duplice omicidio avvenuto il 24 marzo di quello stesso
anno a Novi Ligure (AL) in danno di due metronotte, Candido Randò e
Massimiliano Guallo, uccisi perché intervenuti nei pressi di una villetta nella
campagna mentre un soggetto attorno alla cinquantina, ben vestito, a bordo di
una mercedes scura ed armato di una pistola, dopo aver caricato la prostituta
transessuale Lorena Castro cercava di costringerla a sottostare alle proprie
Criminologia e Criminalistica Caso Bilancia
L’omicida fa fuoco ben sette volte uccidendo prima i metronotte e poi
rincorrendo il transessuale che cercava di fuggire, subito dopo si allontana
con la mercedes urtando la panda dei vigilantes, ma fortunatamente il
transessuale sebbene gravemente ferito da l’allarme attraverso la radio dei
vigilantes e, soccorso, riesce a sopravvivere fornendo successivamente un
preciso identikit dell’omicida.
Seguono i due omicidi commessi sui treni sempre con un colpo di revolver:
12 aprile 1998 omicidio dell’infermiera Elisabetta Zoppetti all’interno di
una toilette del pendolino Genova - Venezia prima della stazione di
Voghera, e quello della baby sitter Maria Angela Rubino avvenuto il 18
aprile in una toilette del treno Genova-Ventimiglia all’altezza di Sanremo.
Questi due fatti fanno scoppiare il caso in ambito nazionale allarmando
enormemente l’opinione pubblica dell’intero paese, perché ora le probabili
vittime non fanno più parte di una categoria chiusa ma sono del tutto
indeterminabili legate alla fatalità della presenza del serial killer. Tra i due
omicidi Bilancia uccide di nuovo una prostituta albanese Kristina Valla
trovata il 14 Aprile. L’ultimo omicidio avviene il 20 aprile 1998 in danno di
Giuseppe Mileto un benzinaio di Santo Stefano a Mare in provincia di
Imperia freddato da due colpi di arma da fuoco a scopo di rapina.
Criminologia e Criminalistica Caso Bilancia
Le indagini condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Genova e i
riscontri di accurati esami tecnico scientifici da parte dei Carabinieri del Ris
di Parma in quel mese di aprile portano ad una svolta:
- individuazione del profilo del DNA trovato sui corpi di alcune vittime e
sui
loro oggetti e l’individuazione del tipo di munizionamento usato, 38 special
marca Lapua Patria (prodotto in Finlandia) e, conseguentemente, della
classe del revolver;
- individuazione del Bilancia quale possessore di una mercedes scura dello
stesso tipo di quella notata aggirarsi sui luoghi di prostituzione delle
vittime, data in conto vendita ma mai acquistata, sulla base di una
lamentela del proprietario fatta in un bar;
- studio del profilo del bilancia e suo pedinamento, prelievo del suo DNA da
una tazzina e ritrovamento dell’autovettura che viene prelevata e
sottoposta ad accurati esami da parte del RIS, prima di essere riposizionata
sullo stesso luogo, e riconoscimento da parte di Lorena.
Si acquisiscono idonei elementi che portano all’emissione di un’ordinanza
di custodia cautelare nei confronti del Bilancia che, già pedinato
ininterrottamente per sei giorni, viene arrestato e perquisito anche nella
propria abitazione dove si trova il revolver Smith & Wesson calibro 38
Criminologia e Criminalistica
Caso Bilancia
Successivamente all’arresto gli investigatori ricostruiscono, anche sulla base
della confessione del Bilancia, la sua responsabilità penale per altri omicidi non
risolti: quelli in particolare che hanno scatenato la sua follia omicida,
individuata nella reazione alla frase di scherno percepita dal Bilancia nella
conversazione all’interno di una bisca quando, mentre perde grosse cifre di
denaro, Maurizio Centenaro dice a Giorgio Parenti: “hai visto come abbiamo
agganciato il Valter”. Il risentimento per tale frase ingenera in Bilancia una
violenta reazione per essere stato disprezzato da coloro che riteneva amici,
pertanto uccide prima il Centenaro il 15 ottobre 1997 per soffocamento, poi il
24 ottobre 1997 il Parenti e la moglie con lo stesso revolver che sarà usato per tutti
i delitti (procurato nel mercato clandestino proprio a seguito dell’episodio nella
bisca), entrambi gli omicidi vengono posti in essere all’interno delle abitazioni
delle vittime. La furia omicida opera anche nel settore del gioco d’azzardo, dei
cambiavalute e dei gioiellieri che ricettano preziosi ed oro, per gli omicidi che
seguono: quello dei coniugi Solari e Pitto avvenuto il 27 ottobre 1997; dei
cambiavalute e ricettatori L. Marro ucciso il 13 novembre 1997 e P. Canu il 25
gennaio 1998; e poi, in mezzo ai primi delitti in danno di prostitute, quello di E.
Gorni avvenuto il 23 marzo 1998 sempre in provincia di Genova.
Criminologia e Criminalistica Caso Bilancia
Revolver marca:
Smith & Wesson
calibro 38 special, modello 17
Dalle dichiarazioni di Lotti e dai riscontri emerge un’altra figura utile alle
indagini, Giovanni Faggi, annoverabile fra i compagni di merende. Nei confronti
di quest’ultimo insieme a Vanni, Lotti e Pacciani viene configurato il reato di
associazione a delinquere finalizzata alla commissione di omicidi, vilipendio di
cadaveri, detenzione e porto illegale di armi e munizioni, e seguono gli arresti di
Vanni e Faggi. Pacciani a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione che
revoca la sentenza di assoluzione della Corte d’Assise d’Appello torna di nuovo
in carcere e poi agli arresti domiciliari dove il 22 febbraio 1998 viene trovato
morto con i pantaloni abbassati, si parla di decesso cardiocircolatorio ma gli
inquirenti indagano sui fatti. La Corte d’Assise condanna all’ergastolo
MarioVanni e Lotti a trenta anni di reclusione, mentre assolve il Faggi, decisioni
queste confermate poi in appello salva la riduzione a 26 anni per Lotti.
Sono tuttora in corso le indagini sui “mandanti eccellenti” dei “compagni di
merende” sia da parte della Procura della Repubblica di Firenze che da parte
di quella di Perugia: emerge la figura di Francesco Narducci medico chirurgo
di famiglia altolocata di Perugia, persona esperta nell’uso delle armi da fuoco
con problemi sessuali di impotenza, con frequentazioni equivoche nell’ambiente
dei due maghi già citati, operanti nei pressi di Firenze, ed altri soggetti
attualmente indagati tra cui il Farmacista della frazione di San Casciano Val di
Pesa.
Criminologia e Criminalistica
Caso del “mostro di Firenze”
Il Narducci viene trovato morto nel lago Trasimeno il 13 ottobre 1985, non
viene effettuata l’autopsia per coprire le vere cause del decesso, ma si
attribuisce subito la morte ad un malore durante un giro in barca (sembra da
non escludere la sostituzione del cadavere con altro per sviare i primi
accertamenti e far accreditare la versione del malore). Si stanno tuttora
svolgendo le indagini per chiarire questi inquietanti aspetti, è stata riesumata
la salma del Narducci a seguito di una frase captata nel corso di
un’intercettazione telefonica tra due indagati (“guarda che ti facciamo fare la
fine del medico morto nel lago”) nell’ambito delle indagini sui quattro
“mandanti eccellenti” che avrebbero pagato Pacciani ed i suoi complici per
ottenere i feticci delle vittime, il tutto riscontrato dalle ingenti somme di
danaro che il Pacciani ed il Vanni hanno investito nel periodo dei delitti.
Criminologia e Criminalistica
LA VITTIMOLOGIA
VITTIMOLOGIA
Il suo oggetto è “lo studio della vittima del crimine, della sua
personalità, delle sue caratteristiche biologiche, morali, sociali e
culturali, delle sue relazioni con il criminale e del ruolo che ha assunto
nella genesi del crimine” (G. Gulotta).
Criminologia e Criminalistica
VITTIMOLOGIA
Quali vittime?
“……… ... vittime delle guerre e delle persecuzioni politiche e razziali, vittime
dello sviluppo e della liberazione del terzo mondo, della tortura, della
ritardata emancipazione delle donne, della mancata tutela dell’infanzia e
della gioventù … … … vittime del terrorismo, della violenza politica e della
mafia, … … . vittime del furto, delle rapine, dei disastri, … …. vittime della
strada …. della droga, della violenza, dei truffaldini metodi del crimine
informatico, … , vittime della violenza sessuale …” (R. Gherardi)
VITTIMOLOGIA
Il primo autore ad utilizzare tale accezione è stato Hans von Henting che nel
1948 scrisse “The criminal and his victim” introducendo i concetti di:
- CONDIZIONE DI CRIMINALE - VITTIMA;
- VITTIMA LATENTE (generale - speciale);
- RAPPORTO CRIMINALE - VITTIMA.
Circoscrisse, così, l’analisi alla vittima del reato, enfatizzando l’interazione
criminale - vittima e mettendo in evidenza la possibilità di un concorso della
vittima al compimento dell’evento criminoso: “… …. Egli sottolineò la
complessità del rapporto criminale - vittima, mettendo in evidenza come
alcune persone e certe situazioni siano idonee a favorire le circostanze in cui
avviene il processo di vittimizzazione.” (R. Bisi)
Criminologia e Criminalistica
VITTIMOLOGIA
Un iniziale interesse per la VITTIMOLOGIA, basato principalmente su dati
statistici e materiale giudiziario, lo dobbiamo a Beniamin Mendelsohn che, nel
1937 e successivamente nel 1940, raccolse informazioni e approfondì ricerche
sulle vittime presso il suo studio legale, soprattutto su quelle di stupri.
Da lui fu coniato il termine “VITTIMOLOGIA”, ma anche quello di
“VITTIMITÀ”.
Anch’egli operò una classificazione, in base al grado di colpevolezza delle
vittime, creando diverse categorie:
VITTIMOLOGIA
VITTIMOLOGIA
Esistono dei comportamenti particolari che una vittima può mettere in atto per
difendersi da una situazione di pericolo e angoscia, in particolare uno è
riconducibile alla cosiddetta Sindrome di Stoccolma.
Nel 1973 durante una rapina alla Kreditbanken, sessanta persone furono
sequestrate e tenute in ostaggio, minacciate da individui armati, per sei giorni.
Durante tale periodo alcune vittime provarono una sorta di attaccamento
emotivo per i sequestratori ed una delle sequestrate, in seguito, ebbe un
rapporto sentimentale con uno dei banditi “Swedish Robin Hood”.
Patricia Hearst, nel 1974, fu rapita dall’Esercito di Liberazione Simbionese,
successivamente prese parte ad una rapina insieme ai suoi rapitori, nonostante
le sue considerevoli ricchezze.
Criminologia e Criminalistica
VITTIMOLOGIA
Nel nostro paese il fenomeno “vittime di rapimenti” è stato particolarmente
studiato, poiché dal 65 all’82, abbiamo avuto circa seicento sequestri di
persona (fra cui cinquanta uccisi). Le vittime manifestano molteplici
problematiche, generalmente il Disturbo Post Traumatico da Stress,
caratterizzato da ansia, incubi notturni, disturbi del sonno o dell’umore.
VITTIMOLOGIA
In chiusura vogliamo citare alcune “vittime”, molto attuali ed un caso, senza
commenti, emblematico di certa VITTIMOLOGIA nei giorni nostri.
Le vittime della giustizia, quelle dei mass - media, delle molestie sul lavoro,
del bullismo, del nonnismo, dei maltrattamenti in famiglia, l’eutanasia ……..