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Ambrogia Cereda
1155.1.30 - A. CEREDA - TRACCE DIDENTIT
Il nostro corpo dato per scontato nelle molte attivit che compiamo ogni giorno: camminiamo, parliamo, prendiamo l'autobus in
maniera spontanea, senza porci troppi problemi in merito. Talvolta, per, prestiamo estrema attenzione al modo in cui gli altri ci vedono, l'abito, il gesto, l'aspetto del volto diventano i segnali di tutta
la nostra storia personale.
Avere il corpo 'giusto', allora, diventa un compito da svolgere per
stare in societ e ottenere riconoscimento. In questa duplice dimensione, che intreccia natura e cultura, tatuaggi, piercing, scarificazioni e chirurgia estetica possono diventare modi efficaci per acquisire un aspetto e un'identit adatti alle richieste del contesto o, al
contrario, per opporvisi, criticando i codici condivisi e rinunciando a essi.
Il volume vuole scavare sotto le apparenze e provare a offrire una
descrizione pi attenta e articolata di queste pratiche che, da un
lato, vengono spesso racchiuse sotto l'etichetta della trasgressione e
dell'esibizionismo mentre, dall'altro, vengono facilmente ridotte a
fenomeno di moda passeggero. Partendo da testimonianze raccolte
sul campo si intende ricostruire lo scenario entro cui i corpi sono
modificati dagli attori sociali. Attraverso interviste in profondit a
professionisti, clienti e pazienti ed etnografie condotte nei negozi di
tatuaggi, piercing e scarificazioni, viene, infatti, a delinearsi un
quadro in cui gli interventi 'volontari' sul corpo sono ricompresi
alla luce dei parametri di genere.
Il filo conduttore una corporeit che sempre meno cerca di discostarsi dai modelli unici di femminilit e maschilit e nelle pratiche segue direttrici sempre pi tradizionali e conformiste, anzich
sovversive o innovative, anelando tuttavia a una rivoluzione dei codici di rappresentazione di genere.
TRACCE
DIDENTIT
Modificare il corpo,
costruire il genere
CREARE COMUNICAZIONE
1155.1.30
P R O D U R R E C U LT U R A
I S B N 978-88-568-3222-8
21,00
(U)
788856 832228
FrancoAngeli
Collana del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale. Produrre cultura,
creare comunicazione
Il Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (Modacult), fondato nel 1996,
vanta una reputazione internazionale per lo studio sociologico della moda e una lunga esperienza di ricerca nel campo dei consumi, delle imprese culturali e dei quartieri creativi.
Il Centro dedica alla moda, analizzata per le pratiche comunicative che hanno luogo lungo
tutta la filiera produttiva, un convegno internazionale annuale e percorsi di formazione.
Il Centro coordina per la Facolt di Scienze politiche dellUniversit Cattolica di Milano un
Master universitario di I livello in Comunicazione per le industrie culturali e, in collaborazione con lUniversit Bocconi e il Politecnico di Milano, ha dato vita al Milano Fashion Institute, un consorzio per lalta formazione nel campo della moda.
Per le attivit di ricerca e di formazione il Centro ha stabili rapporti con soggetti e imprese che
operano nella moda ai diversi stadi della filiera, nonch con unampia rete internazionale di
centri universitari che lavorano nellambito dei Fashion Studies.
I volumi pubblicati in questa collana sono soggetti alla valutazione di almeno due referee.
Direttore: Laura Bovone, ordinario di Sociologia della comunicazione nella Facolt di Scienze politiche dellUniversit Cattolica di Milano.
Il Consiglio Direttivo: Laura Bovone, Elena Besozzi, Emanuela Mora, Giancarlo Rovati, Lucia Ruggerone.
Il Comitato Scientifico Internazionale/International Advisory Board: Monica Codina Blasco,
Fausto Colombo, Diana Crane, Ana Marta Gonzalez, Wendy Griswold, Mario A. Maggioni,
Antonietta Mazzette, Justin O'Connor, Raimondo Strassoldo, Paolo Volont.
Collaboratori del Centro: Nella Audisio, Maria Rosaria Becchimanzi, Elisa Bellotti, Mariangela Breda, Ambrogia Cereda, Paola Chessa Pietroboni, Federica Colzani, Raffaella Ferrero
Camoletto, Antonella Gilardelli, Nicoletta Giusti, Michela Grana, Carla Lunghi, Silvia Mazzucotelli Salice, Flavio Merlo, Silvia Morsenchio, Marco Pedroni, Italo Piccoli, Gabriella
Salvini, Simona Segre Reinach.
Per informazioni: Tel. 0039-02-7234.2505 Fax 0039-02-7234.3665
e-mail: centro.modacult@unicatt.it www.unicatt.it/modacult
Ambrogia Cereda
TRACCE
DIDENTIT
Modificare il corpo,
costruire il genere
FrancoAngeli
Indice
Introduzione
1.
2.
3.
4.
pag.
9
13
14
16
19
23
24
27
29
32
35
40
43
47
52
58
62
68
72
74
78
pag.
82
87
94
95
102
6. Larena estetica
6.1. I creatori delle performance estetiche
6.2. Convenzioni e concezioni estetiche: la performance
6.3. Il corpo difforme: lontano da femminilit resistente
e maschilit subordinata
6.4. Lorizzonte estetico
106
109
114
118
120
7. Larena commerciale
7.1. Il corpo consumabile
7.2. La (com)modificazione delletnia e della spiritualit
123
128
136
143
151
Glossario
161
Riferimenti bibliografici
165
Ai miei genitori
I miei pi sentiti ringraziamenti vanno a Laura Bovone, che ha reso possibile la realizzazione di questo progetto e a Lucia Ruggerone per la pazienza
e la disponibilit con cui ne ha seguito le fasi della lavorazione, sostenendomi e orientandomi nel lungo e a volte accidentato cammino. Per compierlo
mi sono stati particolarmente preziosi i suggerimenti di Roberta Sassatelli,
che ha seguito la prima stesura del lavoro di ricerca, cos come gli stimoli di
Emanuela Mora, che ne ha letto la prima versione.
Un ringraziamento particolare va poi a David Le Breton, che mi ha accolta e seguita con grande disponibilit e interesse nel periodo francese di
questo studio.
Infine, ringrazio tutti i professionisti e le persone comuni che si sono prestate con grande apertura e propensione a raccontare le loro storie, permettendo a questo libro di vedere la luce.
Introduzione
Cfr. Glossario.
Cfr. idem.
ducendo i corpi giusti, non solo non mi pare superfluo, ma quasi necessario,
se si vogliono capire le relazioni sociali e il contesto in cui queste nascono.
Per quanto molti esperti abbiano messo in rilievo limportanza e la complessit crescente delluso del corpo e abbiano segnalato una relazione con le
trasformazioni che la societ (Giddens 1995) e anche la sessualit (Bauman
2002b) hanno subito nel passaggio dalla modernit alla modernit avanzata,
nel lavoro ordinario di auto(tras)formazione che la comprensione del processo di costruzione dellidentit crea i maggiori problemi di comprensione e
interpretazione. Nella premessa al suo volume antologico, Loredana Sciolla
(1983: 8), indica come il termine identit sia stato in numerose occasioni
impiegato come una facile scappatoia per risolvere il disagio teorico del
ricercatore di fronte allincalzare di fenomeni che non si lasciano facilmente
definire negli schemi tradizionali.
La questione dellidentit costituisce, infatti, un problema quotidiano per
gli attori sociali e continua a rappresentare un rompicapo anche per gli studiosi, poich la tarda modernit ha radicalizzato le trasformazioni dellepoca
precedente per quanto riguarda il ritmo del mutamento, la portata del cambiamento e la natura delle istituzioni moderne. Le nozioni di velocit, tecnica
e visibilit hanno preso il sopravvento su altri requisiti e plasmano la vita di
ognuno, scardinando il sistema di significati dellepoca precedente e le condizioni di vita postmoderne producono un aumento della riflessivit nei soggetti che si trovano a dover deliberare sulla vita, sulla morte e sui significati
stessi da attribuire a questi concetti e alle loro esperienze (Giddens 1995).
Sulla scorta di queste premesse, ho cercato di osservare alcune forme
dellincorporazione, ossia dei modi specifici in cui gli attori sociali prendono
parte alle attivit situate e risolvono i problemi dellidentit usando tatuaggi,
piercing, scarificazioni e chirurgia estetica. Si tratta di interventi sul corpo
notoriamente legati allespressione/fissaggio dellidentit, producendo o riproducendo il corpo come un testo che contiene elementi e norme culturali
(Sullivan 2001). Mi sono interrogata e ho interrogato diversi testimoni che
mi hanno espresso le loro opinioni su che cosa comunichino i corpi quando
vengono modificati con tecniche invasive che ne alterano laspetto in maniera vistosa o perlopi irreversibile e ho cercato di capire in che modo tali
modulazioni stiano in relazione con la cultura che li produce.
Alla base della mia indagine c lipotesi che le pratiche di modificazione inscrivano nel corpo non solo pezzi di cultura in senso lato ma anche, e
soprattutto, specifiche informazioni sulla maschilit e sulla femminilit. La
questione del genere , infatti, pi complessa di quella del sesso e pi suscettibile di venire orientata in base alle norme sociali condivise. La posizione
da cui osservo riconosce alle pratiche culturali un forte potere di influenzare
11
Mi riferisco in particolare agli studi di Anne Fausto Sterling (2000) secondo cui gli individui
non sono sempre ascrivibili in un sistema dicotomico, e presentano una percentuale gruppi
intersessuati e di Judith Lorber (1994) che ha distinto cinque sessi e dieci tipi d autoidentificazione sessuale allinterno delle societ occidentali contemporanee.
12
gli adolescenti, inizia a percepire la trasfigurazione di un corpo e di unidentit in costruzione. Nel lavoro sul campo lo sguardo stato focalizzato sugli
interventi chirurgici di ridefinizione del naso, perch in questa parte del viso
si concentrano gran parte delle ansie sociali e dagli albori della chirurgia ha
reso possibile un riscatto dai danni della guerra, della malattia (ad esempio,
la sifilide), e la conformazione agli ideali prevalenti di bellezza, di scampo allassociazione con immagini negative delletnia (ebreo, irlandese,
orientale, nero) (Gilman 1999).
Il piercing una tecnica di foratura della pelle, per inserire orecchini,
borchie e altri gioielli nelle pi varie parti del corpo, che deriva la sua funzione di denaturalizzazione dallambiente delle subculture. Soprattutto i gruppi
punk e omosessuali lhanno mutuata dalle comunit tribali e dalle tradizioni
primitive per farne un rito di appartenenza alla comunit di elezione. Chi vi
ricorre non solo si propone di segnalare lappartenenza ad un gruppo distinto
dal resto della societ, ma spesso attribuisce al rito la funzione di riappropriazione della corporeit (Pitts 2003). Estremamente comune tra gli adolescenti che in molti casi labbandonano appena raggiungono let della
ragione adulta o un impiego stabile (Pietropolli Charmet e Marcazzan 2000)
questo modo di dare forma al corpo raggiunge livelli quasi parossistici in
alcuni scenari subculturali, che ne fanno un rito collettivo.4
Analogamente la scarificazione, dapprima tecnica di inscrizione delle
qualit sociali tra le comunit tribali a pelle pi scura, rappresenta oggi una
forma di ridefinizione dellaspetto e di connotazione/espressione dellidentit in gran parte praticata dagli esperti e professionisti del settore inizia ora
a diffondersi fra gli appartenenti agli ambienti di alcune delle subculture
che dalla scena anglosassone si stanno diffondendo nel contesto europeo (in
particolar modo) anche sulla scorta delle body performance di soggetti chi fa
parte del circuiti urbani delle controculture e delle avanguardie artistiche.
Queste quattro tipologie rappresentano, dunque, altrettante fonti di significato per andare a indagare il modo in cui il senso dellidentit di genere
implicato.
14
Inoltre, ci comporta ladozione di una visione dinamica dellorganizzazione della prassi e una lettura della maschilit e della femminilit come
progetti di genere, ossia processi di configurazione della prassi nel tempo che trasformano i loro punti di partenza in strutture di genere (Connell
1996: 64). Analizzare le pratiche, in questa prospettiva, implica unattenzione particolare al contesto in cui gli eventi si stanno svolgendo, perch dalle
conoscenze tacite, dipendenti da esso, che possibile render conto di quegli
eventi specifici che si stanno verificando e stanno cambiando la pelle degli
attori sociali. Lapproccio etnometodologico, di cui mi avvalgo, considera,
infatti, i caratteri di oggettivit della realt riconducibili alle procedure interpretative che gli attori sociali impiegano per costruire tale mondo allinterno
delle attivit concrete, mettendo pertanto in evidenza il legame delle argomentazioni e delle pratiche stesse con il contesto nel quale vengono condotte
(Coulon 2002).
Alcuni studi sulla moda (Bovone e Mora 1997; Bovone e Ruggerone
2004; Volont 2003; Mora 2009) hanno mostrato la consolidata capacit degli attori sociali di maneggiare o decifrare immagini e passare da un codice
allaltro per dare vita a una personale commistione di forme e stili espressivi.
In particolare, lo studio delle campagne pubblicitarie di moda ha messo in
luce come la rappresentazione di particolari figure corporee, che occupa un
punto nevralgico nel processo di stimolazione del desiderio e nella cristallizzazione dei modi di percepire e rappresentare il corpo, sia assai distante dalla
quotidianit e dalle reali esigenze degli attori sociali (Ruggerone 2006).
Di nuovo, possibile riconoscere che le prassi stimolano lanalisi delle
procedure usate, per capire come si esercitino forme di criticit e di presa di
distanza da una struttura discorsiva e iconica che cerca di imporre modelli di
corpi secondo parametri estetici elaborati a priori e volontariamente allontanati dal reale. Non solo, anche il fenomeno della moda sta da qualche anno
attraversando una fase in cui il consumo di prodotti di moda non si riduce
al mero aspetto immateriale, e quindi al solo contenuto estetico di ci che
viene acquistato, ma sempre pi vede i consumatori prestare attenzione al
contenuto etico dei prodotti, dando vita a meccanismi di identificazione e di
comunicazione critici e antagonisti (Mora 2009). Questi assunti mettono in
evidenza che le regole cui i soggetti si attengono risultino perlopi ricostru15
Tatuarsi, farsi dei piercing, ritoccare naso o labbra, allora, possono davvero essere liquidate come delle esecuzioni di compiti prescritti dalla cultura
o costituiscono compimenti continuamente nuovi di regole, valori e finalit?
Il punto di vista qui proposto cerca di rispondere a questa domanda considerandole pratiche di ricerca e di (ri)creazione di identit realizzate da soggetti
che hanno gi acquisito una certa dimestichezza con i cosiddetti stili della
carne (de Lauretis 1996), nonch con libridismo e la globalizzazione a essi
legati. Pertanto, in base a precise finalit comunicative (non sempre fornite
dal mainstream, o dallarena che le ospita)e dalla serie di dettagli che danno
senso e ricostruiscono le procedure (Garfinkel 1997) sottoscrivono generi
e modelli corporei. La sfida consiste nellindividuarne la collocazione, la
continuit o discontinuit, fra pratiche e simboli. Nelle pratiche di tatuaggio,
piercing, scarificazione e chirurgia estetica i significati delle procedure sono
connessi alla difficolt di eseguire il compito di scegliersi lidentit. Da un
lato, infatti, le immagini dei corpi non sono puro frutto di ideologie, ma
propongono anche il compiacimento dei soggetti che le elaborano. Dallaltro
lato, non possibile individuare una pratica che non sia condizionata da indicatori di classe o razza o genere.
Per chiarire questa dialettica, le tipologie di modificazione selezionate
risultano vie per capire come gli attori sociali cerchino in modi differenti di
ritagliarsi uno spazio nellambiente sociale, generalmente, rimanendo totalmente immersi nelle attivit situate. Il risultato, pertanto, non loro immediatamente e disponibile ma forse lo pu essere a chi osserva, a chi riesce
a vedere tutto il racconto che i singoli soggetti si sono lasciati alle spalle
(Cavarero 1997).
sui corpi si legano a differenti percezioni della realt che, oltre a determinare
azioni e concezioni differenti, possono giocare da spunto per il ricercatore
nel tentativo di comprendere gli aggiustamenti o le sovversioni delle strutture di comportamento e di senso.
La ridefinizione dellidentit, che in questo particolare caso di indagine si
manifesta attraverso unalterazione dellaspetto fisico, pi o meno accentuata, pi o meno superficiale, un affare che coinvolge tutti quelli che hanno
o avranno a che fare con il nuovo aspetto del soggetto. Non pertanto solo
lavoro individuale di codificazione del proprio modo di sentirsi, ma un lavoro collettivo, attraverso il quale una nuova identit viene creata e riceve
riconoscimento dagli altri, i quali, simultaneamente, vedono ridefinito il loro
ruolo di partecipanti alla pratica.
4.1. Letnografia etnometodologica
Per cogliere il senso delle pratiche nel modo in cui ho accennato appena
sopra, ho deciso di servirmi di un approccio di tipo etnometodologico, attraverso cui adattare langolatura della comprensione e i parametri dellosservazione. In questa specifica declinazione, lo sguardo dello scienziato orienta
la propria indagine in base ai principi di quel tipo di approccio della sociologia che nasce negli Stati Uniti grazie allopera di Harold Garfinkel intorno
agli anni Cinquanta, ossia letnometodologia. In questa prospettiva, lautore
si concentra sui metodi che i membri di un gruppo utilizzano per dare senso
alle pratiche, ossia i modi che gli attori sociali adoperano quotidianamente
per attribuire un significato alle attivit che compiono e per classificare le
azioni proprie e anche quelle degli altri.
La riflessione di Garfinkel, pur contenendo alcuni dei nodi tematici della tradizione sociologica (le condizioni che sostengono lordine sociale; le
propriet dellatteggiamento naturale; il concetto di regola come risorsa
cognitiva)5 che lautore aveva fatto propri attraverso la lezione di Talcott
Parsons (1937) e di Alfred Schtz (1974), mette per in rilievo limportanza delle conoscenze tacite, ossia di quella porzione di sapere di cui tutti
i membri del gruppo dispongono e che adoperano nella quotidianit senza
tematizzarla mai. Egli, inoltre, mostra empiricamente la presenza di due caQuesti concetti meriterebbero una trattazione pi ampia, tuttavia in questa sede di chiarificazione metodologica mi limito a segnalarne la presenza come componenti essenziali del
percorso di riflessione del fondatore delletnometodologia che rimangono presenti anche nei
parametri di osservazione. Per approfondimenti in merito si vedano Gobo (2001); Ruggerone
(2000); Garfinkel (1997).
19
In questa prospettiva laccento viene posto con forza sul senso comune
come strumento per orientare e concludere le attivit, poich linterpretazione degli eventi della quotidianit avviene sempre attraverso di esso, seppure non comporti valori normativi assoluti e inalterabili. Il senso comune
costituisce il riferimento fondamentale e fa emergere la ragionevolezza dei
comportamenti nelle pratiche, anche se nel racconto qualcosa rimane sempre implicita, perch i soggetti danno per scontata lappartenenza di tutti i
membri al contesto sociale in cui operano. Tuttavia, sul presuppposto che
le pratiche possono rivelare il sapere non tematizzato dai singoli individui
coinvolti o dal gruppo in s, nelletnografia etnometodologica, vengono intese come centrali nel percorso di investigazione della realt. Il senso occulto, potremmo dunque dire, esiste, ma si rivela solo nellagire concreto dei
membri delle attivit. Pertanto, ho cercato di comprendere la costruzione
del genere attraverso lunit di senso sottostante le pratiche volontarie di
modificazione del corpo.
Si possono sollevare, tuttavia, questioni inerenti allo statuto dellosservatore. In particolare, il fatto che chi partecipa, risulta differente sia dal
punto di vista temporale sia dal punto di vista cognitivo da quello che osserva, pertanto la partecipazione e losservazione, ma soprattutto limpegno
a decodificare con occhio scientifico quanto sta avvenendo va in direzione
opposta rispetto a quella che egli segue per la buona conduzione delle pratiche. Vale a dire che il lavoro per produrre sapere teorico stabile, che si basa
su un metodo logico induttivo, sembra entrare in conflitto con le finalit pratiche dellazione, che, seguendo regole ipotetico deduttive, il senso comune
impiega nellattivit situata. In realt questa situazione tipica per tutti gli
attori che conducono pratiche ordinarie, quindi anche i soggetti che il ricercatore vorrebbe studiare,
svelando pi che mai lesigenza di studiare la vita cos come essa avviene nella realt ed percepita e costruita dagli attori in essa impegnati, cercando attraverso questa
20
21
prensione delle attivit ordinarie sulla base di una congruenza tra azioni e
spiegazione delle azioni compiute, come ha avuto modo di rilevare il suo
fondatore nei suoi studi e nelle esercitazioni impartite agli studenti, gli attori
sociali investono le azioni che compiono di un significato che nelle loro percezioni risulta uguale a quello che rivela poi levento. La ricognizione esatta
degli eventi da parte dello studioso, pertanto, deve tenere in considerazione
principalmente un fatto: la descrizione delle azioni e la comprensione delle
stesse nellatteggiamento comune non sono due momenti separati (Ruggerone 2000), ma, piuttosto, i resoconti [account] che ne forniscono i membri
hanno il valore di renderne esplicito lagire, facendo il necessario per fornire
e assicurare la ragionevolezza delle pratiche. La riflessivit degli account,
ossia il racconto che gli attori fanno a loro stessi e agli altri, pur essendo un
elemento in grado di contribuire al conferimento di realt agli eventi, non
la preoccupazione dei membri delle attivit situate. Ci dipende dal fatto che
essi non tematizzano in modo dettagliato e approfondito questa dimensione
come una risorsa, bens, quando agiscono, cos come quando raccontano, si
limitano a una percezione di senso comune finalizzata al compimento dellattivit. Per lo studioso che vuole smascherare il senso delle pratiche e il sapere
implicito che queste contengono e rivelano, il centro della ricostruzione del
senso delle pratiche si sposta sulla riflessivit.
Le attivit e i resoconti si implicano a vicenda perch, da un lato, ogni attivit acquisisce un senso solo nel momento in cui le si attribuisce un significato,
ossia quando viene riferita a un account, esplicito o implicito che sia. Dallaltro
lato, i soggetti utilizzano la conoscenza condivisa per definire le situazioni,
ordinarle, e agire in esse in modo funzionale ai loro fini pratici (i famosi all
practical purposes gi teorizzati da Schtz) (Ruggerone 2000: 95). Losservazione, pertanto, mette in evidenza come si integrino e si completino a
vicenda le spiegazioni delle pratiche e le attivit nel loro farsi, ossia come i
discorsi appaiano illuminati dalle pratiche, confermando lassunto che
vi un ordine endogeno nelle attivit quotidiane, e che non vi possa essere una
netta separazione tra questo ordine e i racconti e perfino gli schemi teorici che la
spiegano. Lesperienza non affatto caotica poich le azioni di cui composta sono
portate a termine nella misura in cui vengono organizzate in maniera intelligibile.
Per decifrare la realt sociale non occorre quindi specificare un certo numero di variabili e le loro relazioni analitiche, quanto studiare le attivit pratiche mediante le
quali gli attori producono, riconoscono e spiegano le circostanze in cui si trovano.
(Sassatelli 2000b: 12)
Dato che la finalit stata principalmente quella di fare emergere i significati nascosti, sciogliendo la complessit che le pratiche di modificazione
22
incorporano e, di volta in volta, ripresentano secondo modalit nuove e particolari a seconda dei soggetti, latteggiamento di apertura, risultato perlopi
agevole e ritenuto necessario in qualsiasi tipo di studio, apparso ancor pi
indispensabile in questo contesto specifico e si rapidamente tradotto in una
buona collaborazione e una partecipazione sentita da parte dei soggetti presi
in esame.
La rilevazione stata compiuta fra il 2005 e il 2008 allinterno di contesti
selezionati, che sono stati ritenuti interessanti per investigare gli orientamenti nelle pratiche di marcatura del corpo per un uso espressivo, consapevole
o inconsapevole, e che hanno permesso di fare luce, inoltre, sui processi di
interazione fra i clienti e fra chi offre e produce modificazioni.
Una serie di osservazioni stata condotta in maniera continuativa per
circa un mese in un negozio di piercing, tatuaggi e scarificazioni della citt di
Strasburgo (FR). Visite mirate allinterno di altri spazi analoghi italiani sono
state inoltre effettuate in: un negozio di tatuaggi allinterno di un centro estetico nella periferia di Milano; un negozio di piercing e tatuaggi nel centro di
Milano; infine, a una Tattoo Convention tenutasi nei pressi di Milano. In tali
realt ho potuto osservare i toni delle relazioni che nascono o si consolidano
nelle interazioni fra chi anima e frequenta assiduamente o saltuariamente
il mondo delle modificazioni del corpo, avendo come obiettivo principale
quello di cogliere le matrici culturali delle procedure utilizzate dai vari attori
e le ricadute identitarie di queste.
4.2. Raccontare le etnografie
I contatti quotidiani tra studioso e informatori coinvolgono sempre un
intreccio di registri: analisi descrizione, punto di vista dellosservatore e
dellosservato (Malinowski 1962). La letteratura etnografica, per cercare di
render conto di questo intreccio, presenta diversi generi, che differiscono
essenzialmente per il modo in cui i dati della ricerca vengono comunicati.
Fra questi il pi utilizzato solitamente la biografia o la storia di vita, grazie alla quale la restituzione dei dati raccolti sui fenomeni studiati si regge
su un rapporto di sineddoche fra un individuo e una cultura, della quale
questo appare rappresentativo e viene scelto per stare a significarla. Accanto a questa prima tipologia si colloca il memoir attraverso il quale lautore
riporta il lettore in un angolo della sua vita che egli ritiene particolarmente
intenso di eventi e carico di affettivit. Con letnografia narrativa, poi, evolutasi dal superamento dei primi due generi, gli scienziati hanno cercato di
soddisfare lesigenza degli studiosi di riferire in modo fedele la storia dei
23
soggetti delle biografie, cercando di includere anche la loro esperienza personale (Tedlock 2005).
Nellesposizione dello studio sul campo delle modificazioni del corpo
stato adottato un registro narrativo di scrittura creativa, affine a quello
delletnografia narrativa. Il mio obiettivo era, infatti, cercare di restituire la
ricchezza delle biografie dei soggetti studiati nella comunit di operatori con
cui ho potuto prendere contatto e allo stesso tempo integrare le informazioni con dati relativi ai tempi e ai modi in cui sono stata da loro accolta. Il
gruppo costituisce pertanto il termine di base della sineddoche, attraverso la
quale essi rappresentano la cultura della modificazione del corpo, ossia del
processo di incorporazione, di inscrizione del genere. Ho pertanto preferito impiegare per frammenti le ricostruzioni descrittive lungo il corso della
strutturazione dei parametri di indagine, conservando in esse anche la mia
esperienza personale di soggetto coinvolto nelle pratiche che si stavano sviluppando. Queste figurano codificate riportando fra parentesi tonde il luogo e
al periodo in cui losservazione stata condotta (ad es. (Strasburgo, maggio
2005); (Milano, febbraio 2008) ecc.).
4.3. Lintervista come account dellincorporazione
La modificazione del corpo pu a pieno titolo essere considerata come
una parte del processo di produzione culturale (Atkinson 2003; Caplan 2001)
e come tale spinge alla ricerca dei diversi significati e delle valenze simboliche che sono innestate in ogni scelta personale. Esso appare come un
ulteriore modo di raccontare se stessi che i soggetti hanno imparato a gestire
e ricostruire secondo modalit complesse (Pitts 2003; Sullivan 2001; Sweetman 1999), modificando i significati convenzionalmente accolti, talvolta
rinnegandoli o solo discostandosene parzialmente. Tuttavia, la comprensione delle competenze, cos come il funzionamento delle rappresentazioni
non facilmente indagabile, proprio perch appare spesso come un dato per
scontato dellagire. sulla base di ci che risulta, dunque, assai proficua
limmersione concreta dellosservatore nel contesto in cui il fenomeno si
concretizza.
Assistere personalmente alle pratiche nel loro farsi ha permesso, da un
lato, di raccogliere informazioni inerenti ai corpi e alla questione del genere
non tematizzate e difficili da spiegare nelle interviste in profondit, ma utili
al pari e talvolta pi dei discorsi per avvicinarsi al senso nascosto dellincorporazione; dallaltro lato, ha comportato in qualche modo dover mettere in
discussione le abitudini a leggere chirurgia, piercing, tatuaggi e scarificazioni
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per riflettendo sulle motivazioni di partenza e sugli effetti materiali che portano i soggetti a preferire determinate pratiche, escludendone altre. La lente
pi adatta attraverso cui rendere conto di tale realt mi pertanto sembrata
quella che cerca di sottolineare laspetto argomentativo della fase di raccolta
dei dati e le significativit vissute dai soggetti durante il colloquio.
Per realizzare tale obiettivo sono state raccolte interviste individuali, che
in sinergia con le etnografie hanno permesso di mettere a fuoco le relazioni
con le rappresentazioni di genere insite nelle tecniche di trasformazione del
corpo e le differenti logiche sulle quali esse poggiano. Le interviste individuali ai clienti sono state basate su un tipo di intervista in cui il ricercatore
presenta allintervistato uno stimolo neutro e in seguito analizza, attraverso la discussione, limpatto di questo stimolo sul soggetto. Servendosi del
sussidio di una traccia aperta, lintervistatore inizia a porre domande generali
che non presuppongono una risposta precostituita e prosegue poi facendo domande pi o meno strutturate. Volendo approfondire contemporaneamente il
senso di procedure di modificazione differenti e raramente presenti insieme
in un singolo individuo lo stimolo iniziale sono state alcune immagini di
corpi tatuati, con piercing, scarificazioni e che mostravano fasi pre- e post- di
interventi di chirurgia estetica raccolte dalla rete.
Il criterio fondamentale per la raccolta dei dati stato dunque un atteggiamento non direttivo, che permette allintervistato di esporre il proprio punto
di vista, senza che una cornice interpretativa venga sovrimposta alle sue impressioni personali sul tema indagato (Flick 1998; Bichi 2000). stato fatto
un uso combinato di interviste a operatori professionisti e persone comuni,
utenti delle tecniche di modificazione per ottenere punti di vista esperti e
profani su chirurgia estetica, piercing, tatuaggio e scarificazione. Lintervista
agli operatori (piercer, tatuatori, chirurghi) si concentrata sulle porzioni di
storia personale che sembravano particolarmente utili per lindagine, ma ha
impiegato comunque rilanci neutri per stimolare e accompagnare il soggetto
durante lesposizione. Questo apparso anche un metodo appropriato per
approfondire e sondare il livello di tematizzazione da parte dei non professionisti per riconfigurare la ricchezza di stimoli e informazioni gi raccolte
durante la prima fase di osservazione partecipante.
Lanalisi dei dati stata svolta su un campione distribuito sul territorio
metropolitano della zona del centro e della periferia e nella provincia di Milano. Lobiettivo della distribuzione stato quello di realizzare un campione
sufficientemente eterogeneo da poter contenere caratteristiche variabili, innanzitutto, a seconda del genere, ma anche del contesto sociale di provenienza. La composizione tra maschi e femmine riprodotta nelluniverso considerato, ha cercato di fornire, una rappresentazione sufficientemente completa
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2
f
2
2
1
Clienti/pazienti
m
2
2
2
2
f
2
2
1
2
Tipologia di pratica
Piercing
Tatuaggio
Scarificazione
Chirurgia estetica
Dal punto di vista socio-culturale (cfr. tab. 2), sono stati considerati casi
eterogenei (dalla realt di un single, professionista, laureato a quella della commessa di una panetteria di provincia, dalla giovane madre impiegata
allimprenditore) che per le loro particolarit hanno portano alla superficie
un plus semantico e simbolico che contribuisce a orientare il percorso di indagine qualitativo. I dati, raccolti in fasi successive tra il 2005 e il 2008 sono
stati, infatti, sempre riveduti, originando un percorso circolare tra analisi e
riflessione che porta a scoprire elementi talvolta nuovi e inaspettati, in grado
di confermare o confutare le ipotesi precedenti, ma sempre essenziali per
larricchimento e lapprofondimento dellanalisi.
26
Sesso
Et
Professione
P, 1
P, 2
P, 3
P, 4
P, 5
P, 6
P, 7
P, 8
S,1
S, 2
S, 3
S, 4
S, 5
T, 1
T, 2
T, 3
T, 4
T, 5
T, 6
T, 7
T, 8
CH, 1
CH, 2
CH, 3
CH, 4
CH,5
m
f
m
f
f
m
m
f
m
m
m
f
m
m
f
m
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f
f
m
m
m
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f
f
36
34
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38
20
19
38
30
40
28
24
26
24
26
23
43
30
38
46
50
43
39
27
36
Piercer
Piercer
Operaio
Impiegata
Piercer
Piercer
studente
studentessa
Piercer
Piercer
Tatuatore
Commessa
Studente
Tatuatore
Studentessa
PR
Commessa
Tatuatrice
Tatuatrice
Tatuatore
Imprenditore
Chirurgo
Chirurgo
Impiegato
Analista di laboratorio
Avvocato
CH,6
CH, 7
f
m
50
48
Chirurgo
Libero professionista
della dialettica fra individuazione e integrazione diviene compito degli individui e mette in evidenza i nessi fra espressione del self e autenticit, fra
identificazione e distanziamento dal ruolo, riflettendo, infine, sulla relazione
fra identit e genere.
Questo tema viene ripreso e ampliato nel secondo capitolo, dove la questione del genere messa in relazione con il ruolo delle prassi in special
modo nella forma di tecniche corporee attraverso cui maschilit, femminilit e identit ibride vengono manifestate e riprodotte nel corpo sociale,
processi in cui il corpo individuale gioca un ruolo cardine.
Il terzo capitolo sviluppa, quindi, il tema della corporeit nel processo di
costruzione dellidentit e del genere. Il suo ruolo preminente nelle interazioni della vita quotidiana argomentato attraverso la riflessione sulle diverse
immagini di s che gli attori sociali sviluppano e cercano di realizzare come
materializzazione della propria identit.
Nei capitoli quarto, quinto, sesto e settimo sono analizzati i contesti (arene) in cui le pratiche di modificazione del corpo materializzano le identit
individuali, rendendo possibile la definizione di modelli corporei che sottoscrivono precisi ordini di genere. Nello specifico, viene fatta una ricostruzione del contesto dei media internazionali come fonte di ispirazione e struttura
semantica in cui i corpi sono inseriti come supporto per identificazioni rapide
e mutevoli (cap. 4). Successivamente viene considerato il tema della disciplina come perno attorno a cui ruotano incorporazioni in cui anche il genere
sembra rientrare fra le competenze del corpo da acquisire con un apprendistato presso i professionisti (chirurghi, piercer, tatuatori) (cap. 5). Accanto a
questi temi emerge poi il quello dellestetica qui ritratto come un atteggiamento idealizzante e oppositivo rispetto alle tendenze omogeneizzanti della
cultura del consumo (cap. 6). Questultima fonte di significati trattata poi
come generatore di unulteriore arena, in cui i soggetti attingono ai simboli del contesto ponendosi in una prospettiva di oggettivazione del corpo e
dellidentit di genere (cap. 7).
Lottavo capitolo, infine, presenta un ulteriore modello di corporeit,
emerso come parziale negazione di quelli delineati nelle precedenti esposizioni e, tuttavia, auspicato come ideale regolativo delle prassi che danno
forma al genere e dei discorsi che ne regolano lappropriatezza.
28
1. Figure dellidentit1
29
cogliere altre informazioni e, magari, scoprire che vive nella nostra stessa
citt, lavora vicino a dove lavoriamo noi e ha una famiglia simile alla nostra.
Ci sembra di conoscerlo un po di pi, di avere unidea di chi sia e di avere
persino qualcosa in comune. Di appartenere a uno stesso mondo, a uno stesso
gruppo, a una stessa situazione.
Al di l di quanto possiamo esserne consapevoli, il modo in cui lidentit
si struttura ci crea problemi, fondamentalmente perch rimane un paradosso:
da un lato, richiede di avere aspetti in comune con gli altri e, da un altro, ha
bisogno che rendiamo chiara la differenza, che segnaliamo a tutti la distinzione da essi. Il paradosso apparente, perch lidentit si nutre proprio di
questa dialettica e si forma proprio quando una persona cerca di rappresentarsi in seno al gruppo di cui fa parte (Mead 1966).
La duplice attivit in cui un individuo deve mostrarsi capace di elaborare
in modo personale i significati e di interiorizzare valori e modelli fa delle
interazioni un momento fondante del lavoro sullidentit. In un moto dialettico, come mostrer pi avanti (cfr. par. 2.2), nellinterazione vengono
negoziati i significati e tutti i segnali che attraverso il corpo vengono utilizzati con finalit identitarie ne sono il risultato. Vedere un ragazzo di pelle
bianca con i lobi allungati non ci fa pensare alla sua appartenenza a una trib
indigena, ma ci segnala la sua separazione da una cultura condivisa, quella
occidentale, e la sua prossimit a un gruppo, quello della cultura giovanile,
dedito alla modificazione del corpo. Se poi magari gli parliamo, come pi
volte accaduto a chi scrive con alcuni avventori dei negozi di piercing, ci
potrebbe sorprendere dicendo che quella modificazione il risultato di un
lungo lavoro di attenzione a se stesso e di un consapevole distanziamento
da alcuni valori della sua cultura dappartenenza, che egli percepisce come
artefatta e mercificata. Interagendo, infatti, gli attori sociali scambiano esperienze, ognuno negozia non solo significati per fondare un terreno comune di
comprensione e scambio reciproco, ma mette in gioco parti della sua biografia. Chi parla non si trova solo preso in un gioco linguistico2 che definisce i
significati delle parole attraverso il loro uso (Wittgenstein 1964), ma a ogni
Wittgenstein elabora questo concetto nelle opere successive al Tractatus logico-philosophicus (1918), dopo aver riscontrato la presenza di una pluralit di linguaggi comuni, egli mette
in evidenza come il nesso tra linguaggio e mondo che a suo dire non pare pi possibile
interpretare secondo il modello linguistico della scienza si trasformi in un nesso tra giochi
del linguaggio e forme di vita diversi, dove la molteplicit di ci che definiamo segni,
parole, proposizioni non qualcosa di fisso, di dato una volta per tutte; ma nuovi tipi di
linguaggio, nuovi giochi linguistici, come potremmo dire, sorgono e altri invecchiano e vengono dimenticati. [] qui lespressione gioco linguistico destinata a mettere in evidenza
il fatto che parlare un linguaggio fa parte di unattivit, o di una forma di vita (Wittgenstein
1974: 21, n. 23).
30
interazione, a ogni ripetizione del discorso, attraverso un frammento di racconto mette anche in gioco tutta la realt che conosce.
Dato che si tratta di scambiare informazioni personali, di costruire identit, le informazioni andrebbero maneggiate con cura. Tutto si svolge invece
allinsegna della prontezza e della competenza: per completare il senso di ci
che avviene in una certa situazione, bisogna essere pronti a fare nel gruppo
ci che serve, usando un sapere tacito e condiviso dagli altri membri della
comunit (Garfinkel 1965). In questa prospettiva, farsi un tatuaggio, o subire
un intervento di chirurgia estetica, rivela di essere in gran parte dipendente
dalla definizione del sapere tacito sullaspetto corporeo necessario per condurre le pratiche. Esprimere la propria identit, mandando segnali sui propri
gusti e convinzioni, non deve allora sconvolgere la capacit degli altri di
darvi un senso bens ottenere il loro lapprezzamento.
Il nostro aspetto , infatti, una parte delle conoscenze tacite che costruiscono il senso comune e lo riproducono. Per esemplificare uso un aneddoto
riportato da un intervistato: trovare al supermercato quattro giovani uomini
vistosamente tatuati e con svariati piercing (su orecchie, labbra, sopracciglia,
naso, mento), con un bimbo di tre anni seduto sul carrello della spesa, manda
in crisi il senso comune e, inoltre, genera in loro stessi la percezione che non
sar facile far capire immediatamente chi sono e cosa fanno in quella situazione ordinaria. Il senso delle loro storie aspetta unautenticazione. Come
ci ha spiegato Schtz (1974), pur avendo a disposizione un fondo comune di
conoscenze, il vissuto degli altri non evidente, ma solo appresentato e interpretato sulla base di esperienze che abbiamo avuto, che ci caratterizzano e
che provengono dal nostro ambiente sociale. Mostrarsi agli altri e osservarli
sono due modi per cercare di dare una definizione a noi stessi e alla nostra
biografia (Ricoeur 1993). Ci che ci appare, ci che ci viene mostrato, come
le nostre fotografie, una prova di quello che siamo autenticamente.
Ma lautenticit non un dogma, anzi molte volte un teorema da dimostrare. Il concetto spesso impiegato come contrario dellapparenza:
autenticit dovrebbe essere garanzia di ci che si , laddove apparenza
rappresenta qualcosa di sfuggente, legato alla situazione, a una contingenza
particolare e magari unica, che perci non crea una regola e nemmeno assicura la continuazione del racconto. Ad avere maggiore dimestichezza con i
limiti di questo assioma sono soprattutto i giovani, che sanno bene come ci si
esprime attraverso il modo in cui si appare agli altri (Bovone e Mora 1993).
Si pu essere seriamente impegnati a veicolare unidentit definita, chiara,
ma laspetto, ossia limmagine, lapparenza, ci parlano di un individuo in
trasformazione, che suo malgrado ha una narrazione in corso.
Ciascuno gode, dunque, di unautonomia relativa: per lidentit, per lau31
erano definiti in maniera stabile, per passare a una struttura flessibile, permeabile e quasi assente. Gli individui progressivamente perdono labitudine a
definire facilmente la propria identit in modo chiaro e duraturo e penetrano
in una realt, che li vede impegnati a rivestire molteplici ruoli: lidentit
moderna aperta [] sempre pi differenziata, complessa e interessante
per lindividuo, [] riflessiva [] individualistica permanente(mente in)
crisi (Berger, Berger e Kellner 1973: 77-79).
Come ho detto sopra, la riflessivit centrale nella comprensione dei significati che un individuo attribuisce al contesto e in misura crescente diventa un elemento cospicuo nelle pratiche dei soggetti che risentono della crisi
della tarda modernit (Berger, Berger e Kellner 1973). Essi, infatti, si trovano in situazioni nelle quali due spinte simultanee sembrano regolare il loro
agire: la sensazione di aver perso le radici, che crea difficolt nel rintracciare
valori condivisi e validi per tutti in ogni situazione; e il senso di repulsione
per qualsiasi tipo di esperienza apparentemente irreversibile o totalizzante,
che si traduce nella necessit di rimanere in parte sradicati (idem). Il self
non viene pi percepito come un nucleo solido e omogeneo che orienta lagire di un individuo dallinterno, ma richiede un sostegno intuitivo: con ladozione di uno stile di vita che traspaia da elementi concreti un individuo vede
garantita la propria identit. Un soggetto, insomma, non pu basarsi solo sul
fatto che ha un lavoro fisso per un giornale online, una famiglia e un figlio di
nove anni, gli occorre altro. Come deve lavorare, allora, per sostenere il self,
ossia per costruirsi lidentit giusta?
Innanzitutto facendo fronte al mutamento continuo che lo scenario tardo
moderno attraversa, spingendo il lavoro riflessivo verso una qualche forma
di narrazione e, tuttavia, vedendosi precludere la possibilit di un progetto
narrativo stabile. La mancanza di ormeggi sicuri per ancorare una scrittura di
s coerente e ininterrotta certo non dipende solo da una percezione individuale, ma ha numerosi riscontri nei dati dei processi di de-territorializzazione,
del crollo delle ideologie forti, della frammentazione delle relazioni sociali,
della caduta delletica in una molteplicit di etichette. Ancor di pi, non un
fatto solo strutturale, ma emerge in ogni interazione perch lavorare su se
stessi allo stesso tempo lavorare sul sistema che deve autenticare lidentit
degli attori sociali.
Il contributo di Goffman (1998) chiarisce infatti il senso del lavoro fatto
dagli attori sociali per salvare la propria differenza. Lo scarto simbolico, cui
ho gi accennato nelle pagine precedenti, si pu manifestare nella necessit
di essere riconosciuti come singoli e rendere le molte situazioni in cui gli
individui cercano di preservare la propria identit una richiesta di allontanarsi da quella socialmente imposta: si strutturano cos distanziamenti da
33
un self virtuale che il ruolo sociale impone (Goffman 2003). Vale a dire che
un manager che si fa tatuare un dragone su un braccio pu viverlo come una
presa di distanza da un ruolo sociale che richiede impermeabilit agli ammiccamenti della moda e della decorazione frivola (o popular) del corpo. La
modificazione, come misura del distanziamento, in questo caso, non una
negazione del ruolo, n tanto meno della struttura sociale, ma rappresenta un
momento per capire che nei buchi del sistema vi spazio per lespressione
di nuove identit
la percezione della nostra personalit pu emergere dai piccoli modi con cui resistiamo alle pressioni. Il nostro status supportato dal solido edificio del mondo, mentre
la percezione della nostra identit spesso risiede nelle crepe (Goffman 2003: 133).
nuo oscillare tra libert e imposizione del ruolo nellattivit situata (1.3), per
considerare, infine, come si tematizzi e venga espressa la differenza particolare rispetto a quella serie di aspettative, generate dalle norme sociali, che
fungono spesso da catalizzatore meccanico per la stereotipizzazione o da
setaccio per lincasellamento degli individui in categorie stabili (1.4).
1.2. La figura dellautotrasformazione
Anche se il concetto di identit fa spesso il paio con quello di autenticit,
ossia con un atteggiamento che ci fa intuire in noi stessi il senso della nostra
singolarit, labbinamento non chiarisce il concetto, sembra anzi indebolirlo,
proprio perch si basa su unintuizione. Lintuizione dellautenticit somiglia a un ripiegamento su noi stessi, uno sguardo carico di tensione ma difficile da comunicare con le parole e soprattutto da far arrivare agli altri come
vorremmo (Bovone e Mora 1997).
Lintuito, infatti, non si avvale di discorsi logici, n dimostrazioni scientifiche, quindi non ricaviamo definizioni di noi stessi o mappe del nostro
progetto di vita, n tanto meno assiomi su che cosa lidentit sia. Se riuscissimo invece a ripartire gli elementi dellidentit in termini di capacit di
controllo di s (repressione degli istinti, gestione dei bisogni, sviluppo delle
potenzialit personali ecc.) alla fine otterremmo lequazione matematica per
comporre lidentit autentica? Molto probabilmente no, perch lautenticit
pi complessa di questo e coinvolge diversi di fattori, che influiscono sul
processo di individuazione. Inoltre, il perno attorno a cui ruota lagire orientato allautenticit sempre e comunque il sistema simbolico, che orienta e
comprende lagire degli individui. Una soggettivit autentica, dunque, non
pu prescindere dal sistema simbolico, ossia dai modelli culturali che la societ propone e i soggetti utilizzano. Ma come pu essere autentica quellindividualit che pedissequamente incorpora i modelli condivisi?
Il soggetto autentico unentit che riesce a modificare a suo vantaggio i
modelli, o per meglio dire la forme dei discorsi e, semmai, si pone in opposizione rispetto alle rappresentazioni della cultura dominante. Per definirsi
autentici, dunque, gli attori della tarda modernit dovrebbero essere capaci
di decostruire i modelli culturali ed essere in grado di modificare il proprio
aspetto eludendo (o sovvertendo) i significati che la cultura condivisa utilizza per rigenerare il controllo sociale. In breve, la scrittura del corpo, attraverso il bisturi del chirurgo, o la china del tatuatore, o il metallo del piercer, per
svelare lautenticit, dovrebbe valere innanzitutto come lavoro per riflettere
sulle imposizioni di ruolo e riconoscere in se stessi qualcosa che poi si vuole
35
38
arrivare alla sua meta agognata. Quando presta attenzione al suo corpo nelle
attivit quotidiane, dunque, non manifesta tutto il suo racconto, ma un frammento per andare avanti nel cammino e solo gli altri possono assicurare che
si tratta del pezzo giusto di racconto.
Le tracce di s che gli attori sociali scambiano in interazione non costituirebbero quindi spiegazioni del self, ma tracce sul sentiero dellidentit. Nella
biografia di un individuo possono metaforicamente rappresentare lo sfondo
di una tensione costante verso lo scopo che egli, o ella, si pone. Sono parte
di ci che necessario per conseguirlo e delle possibilit espressive che gli
attori sociali hanno per raggiungerlo in una data situazione. Segnare la propria affiliazione a una subcultura con una scarificazione, allora, pu essere la
traccia di un percorso pi articolato e duraturo in cui il soggetto cambia lentamente stile di vita e arriva a scegliersi unidentit nuova, fino ad attribuirsi
talvolta un soprannome che diventa la sua nuova identit scelta (Le Breton
2002; Castellani 1995).
Nella paradossale posizione di esclusione-inclusione che il processo di
costruzione dellidentit descrive, comunque possibile provare a gettare
luce sulla condizione dei soggetti postmoderni. In particolare, per comprendere il senso delle pratiche di modificazione del corpo, che sempre pi
sembrano riflessi di un individualismo crescente, la forza con cui sembrano
richiedere la concertazione di gruppo per acquisire un significato e ottenere
unautenticazione.
Come nella pratica si pu imparare quali siano le migliori strategie di gestione del self e del corpo, cos dalle tracce di identit che i soggetti lasciano
nei loro corpi tatuaggi, scarificazioni, mastoplastiche e rinoplastiche si
pu leggere il senso del legame fra quelle identit (e quei corpi) e la cultura
di cui sono imbevuti, poich i discorsi sono fatti di segni, ma fanno molto
di pi che utilizzare questi segni per designare delle cose. questo di pi
che li rende irriducibili alla langue e alla parole. questo di pi che bisogna
mettere in risalto e bisogna descrivere (Foucault 1971: 67).
In questa prospettiva, comprendere il senso dellidentit, ossia dellindividuo autentico, non equivale a individuare un discorso dominante al quale si
contrappone una pratica discorsiva di segno opposto, che sia magari espressione di una controcultura. , piuttosto, riconoscere che il discorso personale
una serie di frammenti composta dal soggetto a partire da quanto gi
presente nel contesto. Ciascuno, infatti, si confronta continuamente con una
miriade di discorsi e da essi trae prescrizioni destinate a modificare il suo
modo di essere.
La figura dellidentit autentica, allora, reggendosi su unontologia del
self (Frank 1990), esercita nelle pratiche la capacit critica come requisito
39
ciascuno rende conto della propria storia e delle proprie scelte, ma si appoggia anche sullemergenza epifenomenica del suo sesso, che veicola con il
corpo. Comprendere lidentit attraverso la modificazione del corpo equivale anche a mettere in discussione la naturalit del legame fra modificazioni
maschili e femminili, se farsi tatuare un dragone giapponese su tutto il corpo
o intervenire sulla forma del proprio naso pu prescindere dalla sessualit e
dallapparenza di genere, non un dettaglio irrilevante dato che dipende da
aspetti normativi inerenti allespressione sociale dellidentit personale.
Focalizzare lo sguardo sulla corporeit, pertanto, significa comprendere il
motivo, e il modo in cui essa conta [matter] (Butler 1996), nella creazione di
unindividualit, acquisendo una consistenza, un peso e un significato nelle
pratiche quotidiane. La marcatura dei corpi e il lavoro individuale di conformazione dellapparenza ai canoni condivisi, mostrano che questo processo di
materializzazione legato a una parabola culturale ancora in corso.
La sfera della morale sessuale stato uno degli ambiti in cui sono stati
registrati i cambiamenti maggiori a partire dal secondo dopoguerra, epoca
in cui sono state gettate le basi per nuove rappresentazioni della maschilit
e della femminilit. La spinta alla diffusione di modelli di genere dai chiari
caratteri nuovi proviene, infatti, dalla cultura di massa che ha mutuato dal
cinema hollywoodiano, dai rotocalchi, dai romanzi illustrati, quelle immagini con cui gli individui potevano confrontarsi ed esprimere aspirazioni al
cambiamento, alla realizzazione personale a unesistenza moralmente meno
austera in forme sempre meno etichettabili come devianti (Bellassai 2004).
Tatuaggi e piercing, in questa parabola, hanno cambiato pi volte significato e conferito visibilit a biografie di chi passato dalla posizione marginale, della subcultura biker o punk degli anni Cinquanta e Settanta, alla
centralit, delle culture delle star dello spettacolo e della musica. I segni
del tribalismo sono stati cos progressivamente integrati sia nelle identit
di successo, sia in quelle seduttive come espressione di virilit e capacit di
sedurre, o di mostrare una rappresentazione di genere.
La rappresentazione stereotipica fornita dalla cultura tende a escludere le
fratture da cui le identit individuali cercano di emergere cos da conservare una classificazione binaria ed eterosessuale (Butler 1996). Gli intrecci tra identit individuale e situazione, agire e struttura, come vedremo nel
prossimo capitolo, rivelano invece che molti fattori minano una classificazione rigida che tende a ridurre a questioni meramente biologiche o psichiche il fondamento dellidentit individuale e della sua espressione attraverso
lappartenenza di genere. Lindividualit, tuttavia, non del tutto antecedente allordine in cui gli individui vengono suddivisi in categorie di uomini
e donne, anzi in gran parte prodotta dalle rappresentazioni ordinate di
44
45
46
Lastuzia che forse meno si riconosce consiste nel fatto che la divisione dei
sessi viene rafforzata dal fatto di sembrare naturale e interna allordine delle
cose (Bourdieu 1998). Che vi siano principalmente due categorie uomini e
donne , e dei modi femminili o maschili di agire, un fatto tanto ovvio da
non dover essere giustificato, ma grattando un po la vernice dellapparenza,
questa ovviet si rivela come il risultato di un doppio condizionamento. Le
strutture oggettive della realt, infatti, concordano con le strutture cognitive
che usiamo per interfacciarci con la realt che ci circonda e, inoltre, appaiono
ovvie perch sono ben ancorate alle strutture sociali che le hanno imposte.
Sedersi in maniera composta accavallando le gambe, truccarsi, camminare con le braccia adese al corpo, ancheggiare, rappresentano delle strutture
cognitive specifiche, che continuano a essere forgiate in forma precoce e
ripetuta negli individui di sesso femminile. Progressivamente queste entrano
a fare parte degli schemi di pensiero, di percezione, attraverso i quali osserviamo i fatti e, di conseguenza, ci rendono plausibile, poi del tutto accettabile
e, infine, naturale lassociazione fra tali schemi e la femminilit.
Il processo di realizzazione di questi schemi di pensiero, altrettanto ovvio e invisibile, fa parte del lavoro con cui costruiamo lidentit, con le sue
molte identificazioni provvisorie (Maffesoli 1996) e i suoi pochi tentativi
di stabilizzarla (Berger e Luckmann 1969; Bauman 2002a), lappartenenza
di genere viene tessuta cos in una trama che intreccia biografia personale e
mondo sociale di un individuo come un fatto del tutto naturale. , dunque,
importante capire quale spazio sia tracciato dagli attori sociali usando questi
schemi e come ne siano condizionati rispetto al loro bisogno di individuazione. Nei prossimi capitoli, infatti, cercher di capire quali siano questi ambiti
che concepir come arene, ossia come processi di compimento delle
prassi (Connell 1996) in cui i discorsi della cultura dei media, dellarte,
della disciplina, della cultura commerciale a volte offrono spunti, altre volte
impongono diktat agli individui che vogliono comporre la propria storia e
rendere chiaro il proprio genere. Per ora mi vorrei soffermare sulla natura
degli schemi di pensiero, che sono poi i materiali con cui gli attori sociali
compiono il lavoro sullidentit e sul corpo.
Innanzitutto, occorre tenere presente che lagire umano, a differenza di
quello animale, sempre un agire mediato da rappresentazioni. Per muoversi
nel mondo, gli esseri umani hanno, infatti, bisogno di una serie di informazioni che non possono trovare con listinto o nelle emozioni; per il semplice
fatto di essere creature pi complesse delle altre specie devono compiere
una serie di attivit pi articolata per condurre la loro vita in maniera soddisfacente e non possono farlo senza ricorrere alla cultura. I modelli culturali,
quindi sono per un individuo fonti simboliche di illuminazione indispen48
sabili, perch quelle di tipo non simbolico, inserite nel suo corpo costituzionalmente, gettano una luce troppo soffusa (Geertz 1987: 89). Infatti, se non
fosse diretto dai modelli culturali ossia, da sistemi organizzati di simboli
significanti il comportamento delluomo sarebbe praticamente ingovernabile, un puro caos di azioni senza scopo e di emozioni in tumulto, la sua
esperienza sarebbe praticamente informe (ivi). Nella vita di tutti i giorni,
pertanto, ognuno di noi si guarda intorno per capire come deve comportarsi,
come pu soddisfare i suoi bisogni e come pu mostrarsi agli altri per essere
compreso.
Nel passaggio alla modernit, i modelli culturali sono andati acquisendo sempre pi valore normativo (Mosse 1997) essi dirigono il processo di
concretizzazione dei significati e quindi irregimentano le percezioni e le
intuizioni individuali entro un sistema. Il complesso delle rappresentazioni
sociali, infatti, si muove di pari passo con la definizione delle situazioni e il
comportamento degli individui: le interpretazioni di eventi, immagini del
mondo, idee circa la famiglia, lo Stato, il lavoro, regole morali o giuridiche
ecc. orientano lagire pur non essendo necessariamente corrispondenti di realt oggettive. Se la cultura unaccumulazione di significati senza i quali
lesistenza umana risulterebbe impossibile, i modelli sono quelle porzioni di
cultura senza cui la quotidianit non potrebbe essere sperimentata e il mondo
(fatto di situazioni, persone, emozioni vissute) non potrebbe essere compreso
come tale dagli attori sociali (Geertz 1987). Proprio per questo rappresentano
delle strategie che i soggetti devono elaborare per muoversi nella realt insieme a chi sta loro intorno e implicano un aspetto importante, ossia che se il
gruppo concorda nellinterpretazione di un aspetto della realt, questo sufficiente a produrre effetti concreti anche se le interpretazioni sono erronee.
Poich le rappresentazioni guidano le interpretazioni, se nel nostro gruppo
sociale pensiamo che chi presenta un corpo in forma e dallaspetto giovane
un uomo di successo, o che chi ha un corpo sinuoso e porta abiti succinti
una vera donna, queste definizioni della realt possono avere effetti reali.1 Le
forme concrete dei modelli maschili e femminili che i soggetti manifestano
nellincorporazione provengono oggi in gran parte dalle immagini pubblicitarie. Queste, fra le molte funzioni, svolgono il compito importante di regolare i termini del contatto con gli altri individui ai quali veicoliamo la nostra
identit sociale, i nostri umori umore e le nostre intenzioni (Goffman 1979).
Questo aspetto dei fatti sociali, ossia che se gli uomini definiscono reali le situazioni esse
saranno reali nelle loro conseguenze (cfr. Thomas e Znaniecki 1968), noto da tempo alle
scienze sociali ed applicabile a comunit differenti in tempi differenti, in riferimento al
genere permette di cogliere la relazione tra pratiche che materializzano le caratteristiche di
genere ed effetti di questo lavoro di costruzione sullidentit.
49
Esse occupano, infatti, una posizione intermedia tra i concetti che usiamo per astrarre il
significato del mondo per ordinarlo e le immagini con cui riproduciamo il reale in un modo
comprensibile (Palmonari 1989). Hanno sempre due facce tra loro interdipendenti: una che
indica il valore, unaltra che con un simbolo esprime il riferimento alla comunit nazionale,
facendo quindi corrispondere ad un significato (o ad unidea) unimmagine e viceversa. Nascono dallelaborazione che ogni gruppo sociale attiva nei confronti di fenomeni singolari,
o di conoscenze acquisite nellesperienza diretta, oppure tramite la comunicazione sociale,
perci le rappresentazioni sociali permettono ai membri di un gruppo di comportarsi e comunicare in maniera comprensibile (Moscovici 1963).
51
Fra i vari momenti della trasformazione della relazione tra sesso e genere
possibile individuare alcune tappe che possono gettare luce anche sulla
relazione tra genere e incorporazione.
Una prima tappa pu essere situata nel periodo compreso tra il 1860 e il
1940, epoca in cui si realizza una separazione graduale fra strutture anatomiche, funzioni psicologiche, identit sessuale, desiderio sessuale e ruolo
sociale. Gli studi etnografici sul concetto di virilit condotti in questi anni
contribuiscono ad ampliare la comprensione dei modi in cui le aspettative di
genere vengono elaborate a livello sistemico. Emergono cos specificit culturali che influenzano profondamente i parametri impiegati per definire che
cosa sia normale, naturale, accettabile. Gli standard sessuali vengono
di conseguenza riconsiderati, insieme ai canoni in base ai quali formulare
giudizi estetici o morali, poich non appaiono pi universali e assoluti, bens legati al contesto storico sociale e ai sistemi di riferimento di un gruppo
(Crozier 2003). La suddivisione del genere di tipo binario (maschilit vs
femminilit) rivelata nel suo legame con lordine culturale e sociale e la
sua universalit inizia a entrare in crisi. Molte societ non occidentali (indiani dAmerica, India, Polinesia, Alaska, Madagascar) mostrano, infatti, una
suddivisione che conta almeno tre generi e rivelano che la ricchezza e la
complessit delle differenze tra i comportamenti sessuali di uomini e donne
potrebbe soltanto con grande difficolt essere ricondotta a due categorie in
opposizione (Gilmore 1993).
Un altro momento di variazione coincide con il ventennio compreso fra
il 1940 e il 1960, anni in cui il legame tra identit profonda e genere, porta
a interpretare le disfunzioni dellapparato riproduttivo, le defaillances del
desiderio sessuale, le anomalie del sesso dei neonati come disturbi da trattate
con terapie di ormoni sintetici, ormai prodotti su scala industriale, iniziando
anche un uovo intreccio, quello fra scienza sociale e biologia. Negli anni
Cinquanta, inoltre, compare la figura del transessuale come tipologia di soggetto che soffre di disturbi di genere e per questo disallineamento richiede
la normalizzazione attraverso un cambiamento del sesso biologico (Lwy
2003). Questo nuovo fatto sociale appare una prova della maggiore duttilit
dellidentit psichica rispetto a una dicotomia di sessi funzionale alla riproduzione (Crozier 2003).
Il terzo momento significativo coincide con la svolta degli anni Settanta,
epoca in cui il concetto di genere riemerge come sinonimo di relazione di
dominio, accezione influenzata dai gender studies, che in questo periodo
si sviluppano nel mondo accademico anglosassone. In questi anni il genere
diventa il filtro attraverso cui indagare la realt sociale, non limitandosi a
proporre teorie e ad applicarle alla comprensione della cultura, ma auspican53
Quello che potrebbe apparire come il racconto di una personalit fragile al senso comune, o lennesimo esperimento materiale per smascherare
il fondamento culturale del sistema di genere agli studiosi (Connell 2006),
54
stimola invece a riflettere sui modi in cui gli attori sociali percepiscono la
situazione, il suo senso e vi si adeguino profondamente. Agendo in un certo
modo, mostrandosi pi deboli, pi belle o pi seduttive, le donne, risultano
non indifferenti a quanto accade, anzi, attribuiscono un senso a ci che fanno
e mantengono un ordine usando quei modi astuti, quelle conoscenze tacite, e,
soprattutto, quei dati contestuali che danno senso alle loro prassi (Garfinkel
1967). Lesempio del soggetto transessuale, infatti, mette in evidenza quanto
mantenere lordine equivalga per un individuo a riconoscere dei valori, mostrare competenza, soddisfare desideri e ottenere riconoscimento. Per lattore sociale ne va sempre della sua identit quando interagisce e questo vale
anche per le caratteristiche di genere.
Un certo uso e una certa presentazione del corpo, infatti, rientrano nelle
competenze ordinarie quei metodi usati dagli altri membri della situazione per costruire o mantenere un certo ordine fra i generi, o meglio ancora
dare consenso personale alla fiducia riguardo alle competenze di genere (le
aspettative sociali) rivolta dagli altri membri delle attivit situate (Goffman
1979). Una transessuale, allora, non banalmente fragile, bens per dare
senso a ci che fa, semplicemente si fida di ci che pensano gli altri di lei e
cos facendo sottoscrive unidea precisa di femminilit.
Questo schema di comportamento rientra in un quadro pi ampio che permette di considerare un altro aspetto del genere, ossia la dimensione relazionale. Nel vivere sociale possibile individuare un ordine di genere, ossia
un ambito organizzato di pratiche umane e relazioni sociali con cui le forme
della maschilit e della femminilit sono definite (Connell 1987; 1996). Tali
forme non possono essere comprese al di fuori di esso n separando le une
dalle altre.3 Nelle societ capitalistiche occidentali, ad esempio, riconoscibile lesistenza di un ordine di genere di tipo patriarcale, in cui le forme della
maschilit e della femminilit sono funzionali al predominio degli uomini
sulle donne e alla definizione di una gerarchia fra i due gruppi sulla base di
alcuni tipi ideali. Uno di questi la maschilit egemone, caratterizzata da
unesibizione dellaggressivit, dellambizione, della fiducia in se stessi, che
devono essere incoraggiate fra gli uomini e scoraggiate fra le donne, data la
convinzione dellinferiorit del sesso femminile. Non si tratta di un modello
prevalente in termini statistici (solo una minoranza, infatti, lo mette in atto),
bens di uno indubbiamente normativo, che incorpora il modo pi onorato
Lordine di genere una struttura triplice che distingue i rapporti: di produzione, che riguardano la divisione sessuale delle attivit sia in ambito familiare, sia in ambito professionale; di
potere, che concernono le relazioni basate sullautorit, sulla violenza o sullideologia nelle
istituzioni sociali e nella vita domestica; di catessi (o investimento emotivo), che riguardano
la dinamica dei rapporti intimi, emozionali e affettivi. Linterazione tra queste tre dimensioni
determina un particolare ordine di genere a livello dellintera societ. Cfr. Connell (1996).
55
di essere uomo oggi, richiedendo a tutti gli altri uomini di prendere posizione
rispetto a esso, e legittima dal punto di vista ideologico la subordinazione
globale delle donne agli uomini (Connell e Messerschmidt 2005: 832).
In questo quadro, i corpi devono avere un sesso definito, espresso attraverso un genere stabile per avere un senso ed essere coerenti. Il genere diviene allora mutuamente esclusivo e gerarchico attraverso la pratica compulsiva
delleterosessualit (Butler 1996). Non pu essere separato pi nemmeno
dalle pratiche di cura del corpo che la societ sempre pi promuove come
strategie normali di compimento del genere. Queste rientrano nei mezzi che
gli individui hanno per fare presa sulla realt.
Per ogni attore, infatti, nessuna pratica neutra, non soltanto perch non
lascia nulla uguale a prima, ma anche perch costituisce la riproduzione di un
senso morale, ciascuno si conforma a un determinato ordine di eventi in virt
del fatto che considera le aspettative della vita quotidiana come una moralit
(Garfinkel 1963). Ci permette di capire come sia possibile fare introiettare
agli attori sociali, in particolar modo ai neofiti, le regole condivise e come, in
questa prospettiva, ogni azione sociale ha conseguenze sullordine.
Attraverso lincorporazione di schemi pratici, infatti, le rappresentazioni
compongono la struttura portante e ordinata della realt sociale. Queste garantiscono al corpo sociale di mantenere la forma che gli attori sociali hanno
imparato a riconoscere e a riprodurre nelle varie situazioni.
Tutti sanno che i corpi sociali hanno abitudini, tendenze immanenti a perseverare
nel loro essere, qualcosa che assomiglia a una memoria o una fedelt, e che in realt
solo la somma di tutti i comportamenti di agenti che forti del loro mestiere,
generano [] comportamenti adeguati alla situazione [] quindi fatti apposta []
per riprodurre la struttura di cui hanno incorporato la necessit (Bourdieu e Wacquant 1992: 105).
Cfr. Glossario.
Cfr. Glossario.
58
oltrepassandoli, cancellava sessi e differenze (Baudrillard 1980). A livello teorico, la tendenza di stile, ha tentato di essere unopzione alternativa rispetto
alla dicotomia, cercando di combinare caratteristiche maschili e femminili
che un individuo o una societ avrebbe potuto scegliere e su questo costruire
una nuova agenda politica (Bem 1974).
Leffetto di questa opzione sui soggetti rendere la loro realizzazione del
genere sempre pi dipendente dalla situazione in cui essi si trovano.
La confusione di generi ha cominciato a materializzarsi negli anni Settanta, in effetti, ma anzich articolare le differenze sociali contingenti e strutturali tra sessi e generi apparsa piuttosto il riflesso dellimmaginario sociale
e del regime economico postindustriale di tipo unisex (Lyotard 1981), dove
maschile e femminile erano parificati in una logica di difesa e distinzione di
una classe sociale definita: la borghesia (Wilson 2008).
stata soprattutto la moda a permettere un progressivo attenuamento e
una parziale sovrapposizione tra i generi, poich la moda ossessionata dal
genere, di cui continua a definire e ridefinire i confini (Wilson 2008: 131) e
nel suo incessante, ciclico proporre e vietare suggerisce anche i parametri di
materializzazione della femminilit e della maschilit. Il corpo, da strumento
di comunicazione sociale, negli anni Settanta diventa il palcoscenico della
sessualit deviante che rende la proliferazione di stili di abbigliamento un
fenomeno paradossale (Wilson 2008). A dare il primo e pi forte impulso
a questo processo il Gay Liberation Front, movimento che concentrava
lattenzione sullabbigliamento come perno della pratica politica e traduceva
il travestitismo in uno strumento per abbattere le barriere fra ruoli di genere
stereotipati
indossare una gonna e i tacchi alti significava rinunciare al privilegio maschile.
Ma il Gay Liberation Front and ben oltre. Era necessario un abbattimento generale
di tutte le divisioni convenzionali, ed era necessario uno stile di vita rivoluzionario
che avrebbe annientato lindividualismo (Wilson 2008: 215).
59
A prima vista, landroginia di rock star come David Bowie shocka. Certamente quando un uomo si trucca o una donna si rasa i capelli si fissano nuovi confini di audacia.
Ma non necessariamente, possibile che questi stili finiscano per dimostrarsi poco
pi che nuove forme di dandismo. Il dandismo serve ad esprimere tanto diversit e
disimpegno quanto ribellione (Wilson 2008: 215).
Gli stili androgini, esplosi qualche decennio fa e apparentemente di nuovo in auge al presente,6 non sembrano pi, allora, dei tentativi di articolare
il lessico della sessualit e dellidentit di genere, ma potrebbero manifestare
lambivalenza, quel carattere tanto ricercato e apprezzato soprattutto nelle
culture giovanili.7 Lambivalenza dellandroginia, allora, pi che un modello di distinzione, sarebbe una rappresentazione sfuggente cos come altre
tendenze hanno cercato di sottrarsi alla necessit di fare catalogazioni, il dandismo, ad esempio, stato un modello di reticenza, opposto allaffiliazione
aperta a uno stile, a un gruppo o a una norma (Wilson 2008).
La diffusa androginia che possiamo vedere oggi nel corpo sociale, frutto
delle pratiche sociali sui corpi individuali, pare pi effetto di questa tendenza
a non dire troppo di s, quindi a sottrarsi alla classificazione piuttosto che ad
ampliare la gamma di generi. Lofferta della moda infatti non nuova ed
un gioco con i generi che suggerisce ai soggetti possibilit inaspettate di mostrarsi e evadere le regole di costruzione della realt. Tuttavia, tali proposte
rappresentano dei progetti temporanei (cfr. cap. 3) che la societ stessa predispone e che i soggetti assecondano. I modi di presentare lappartenenza di
genere oggi potrebbero infatti apparire ambigui, certamente sono pi numerosi, complessi e dispersi di quanto non fossero in passato, tuttavia sono presentati e usati come istantanei, non destinati a costruire un lungo pezzo del
racconto dellidentit, ma semmai a sfuggire per breve tempo dalla trama.
Il clima orgiastico e confusionale, che a fasi alterne plasma il corpo sociale sembra offrire anche corpi altrettanto confusionali (Maffesoli 1986) e
questa pulsione dionisiaca tocca certo anche le distinzioni di genere. Tuttavia, sembra che il varco sia aperto a identificazioni plurime di breve durata,
giustapposte a quelle pi tradizionali o egemoni senza scardinarel, ma quasi
rafforzandole. Nella giustapposizione, infatti, le seconde appaiono incomprensibili, o tuttal pi prive di senso, o paradossali (come i corpi transgenFaccio qui riferimento alle recenti sfilate delle collezioni A/I 2009, dove molti stilisti hanno
presentato modelle in abiti di taglio maschile, con accessori come cravatte e gilet e modelli
con bigodini e ampi scialli, ma anche alle settimane parigine che hanno visto le modelle di
Vivien Westwood sfilare truccate con barba e baffi. cfr. http://www.stile.it/foto/sfilate-parigivivienne-westwood/page/5, 29/08/2010.
7
Per una trattazione dettagliata del modo di gestire lambivalenza nella moda giovanile si
rimanda a Bovone (1993) e Mora (2009).
6
60
der, queer, quelli di chi si tatuato il volto o ha inserito delle protesi nella
fronte) (cfr. cap. 6).
Nella rassegna di modelli che circolano nel tessuto sociale (pubblicit,
storia, cinema, letteratura ecc.) numerosi sono gli esempi di rafforzamento
di un ordine tradizionale, in cui la differenza di genere rimane dicotomica e gerarchica (Detrez e Simon 2008). Questi rappresentano una reazione
allambiguit della comunicazione da parte degli attori sociali che accolgono
anche qualche ancoraggio sicuro insieme alla (apparente) libert di scegliere.
Nelladolescenza, in cui la trasformazione fisica e psichica genera i dubbi
maggiori riguardo allidentit, i giovani cercano di ridurre i rischi e le complessit ricorrendo alle pratiche a portata di mano nellambiente sociale
(Pietropolli Charmet e Marcazzan 2000).
Il fenomeno non si limita pi al tatuaggio dellamica del cuore o al
piercing sulla lingua, ma comprende anche la chirurgia estetica. Basti pensare al proliferare di giovani ragazzine ancora minorenni che richiedono come
regalo per le feste pi importanti un intervento che adegui il loro decollet
non ancora florido agli standard delle immagini pubblicitarie, o la pletora di
giovani uomini che al si rivolgono al chirurgo pi disponibile ed economico
per effettuare un trapianto di capelli. Mi pare che questo sia il riflesso di un
processo in corso da tempo, ma che solo ora registra picchi tali da richidere
un decreto di legge per le nuove strategie di gestione individuale del rischio
attraverso la modificazione massiva del corpo (Ddl. 30/07/10). Esso diviene centrale proprio quando incertezza e pericolo aumentano e su di esso si
ricostruisce tutto il processo di identificazione/individuazione: nel caos il
corpo diventa la prima zattera cui aggrapparsi per attraversare il mare delle
possibilit di vita (Giddens 1999; Shilling 2003).
La connotazione di genere binaria conserva valore, allora, nelle pratiche
di presentazione del corpo, orientando e strutturando lagire degli attori sociali che devono scegliere la tecnica pi appropriata per incorporare il genere. In molti casi, le rappresentazioni possono essere tolte dallo spazio simbolico trasferite nelle attivit situate come ready made, senza troppi sforzi
di personalizzazione. Non consentono una materializzazione perfetta, anzi,
sono ideali regolativi, dai quali le prese di distanza fanno parte delle possibilit che il sistema stesso offre (e si aspetta di vedere usate) dagli attori sociali.
Scegliere la forma del corpo in maniera consapevole e, di conseguenza, percepire tale scelta come libera, porta inevitabilmente i soggetti allinterno del
campo della riflessivit: chi sono e come posso controllare il mio corpo per
meglio adattarlo al modello maschile (o femminile) che conosco?
Questo parte del lavoro su di s che gli individui sono tenuti a compiere
per materializzare tratti maschili e femminili in modo comprensibile. Cos
61
facendo per si espongono a una serie di prescrizioni che mediano lesperienza del corpo:
con una tipica progressione foucaultiana tanto pi i soggetti parlano del loro mondo, esercitando su di esso un potere ed accumulando su di esso un sapere, tanto pi il
soggetto individuale si pone suo malgrado come scopo di conoscenza e di prescritti
che gli tolgono innanzitutto lesperienza ambivalente contraddittoria biografica della
propria corporeit (Stella 1998: 185).
62
simbolici, inoltre, si caratterizzano per alcuni elementi distintivi: attraversano societ e gruppi sociali; preesistono e sopravvivono alle persone che le
praticano in un qualsiasi dato istante; costringono in qualche modo il soggetto che le pratica.
Ci significa che i modi in cui usiamo o trascuriamo il nostro corpo non
sono soltanto spontanee espressioni della nostra personalit, ma dipendono
da un sistema preordinato di convenzioni che la nostra cultura ci mette a disposizione. Rientrano nel novero persino le tecniche pi banali di riconoscere il corpo che abbiamo acquisito, come il saper distinguere la scarpa destra
da quella sinistra, e che ci sembrano naturali solo per il fatto che abbiamo
dimenticato come le abbiamo apprese (seppure possiamo aver avuto qualche
difficolt iniziale).
Il concetto pu essere parzialmente articolato ricorrendo alla definizione
di reflexive body techniques (RBT), ossia linsieme di quelle tecniche del
corpo che hanno come fine primario di rielaborare il corpo, cos da modificarlo, mantenerlo, o tematizzarlo in qualche modo (Crossley 2005: 9).
Questa prospettiva sottintende che i corpi sono mantenuti e modificati per
mezzo di sforzo corporeo e competenza incorporata; inoltre, incoraggia a
identificare laspetto mentale e sociale di attivit incorporate e non subordina quegli aspetti al significato simbolico e non riduce lazione incorporata
a mero comportamento meccanico.9 Le RBT, infatti, giocano un ruolo fondamentale nella costruzione del senso riflessivo del self: quando ci laviamo,
vestiamo, etc. il ritmo di oscillazione tra noi come soggetto e come oggetto
dellazione varia, mostrandoci che siamo a contatto ma allo stesso tempo
a distanza da una immagine oggettivata di noi stessi. Infatti, cos come i
movimenti del corpo non sono puri e semplici gesti, le tecniche del corpo
sono forme incorporate di conoscenza pratica e di apprendimento (Crossley
2005).10
Le tecniche di modificazione del corpo, infatti, fanno parte di quei disporagione e propriet psicologiche. Possono essere lette come unestensione della nozione durkheimiana di rappresentazione sociale, poich costituiscono delle forme collettive di saggezza
e di ragionamento che sono pre-rappresentative nella forma, cio sono forme di conoscenza
pre-riflessiva, cfr. Leveratto (2006).
9
Tale concetto, inoltre, da una prospettiva metodologica, sufficientemente concreto per facilitare lanalisi empirica e sufficientemente ricco per includere linvestigazione etnografica/
fenomenologia e analisi quantitativa, cfr. Crossley (2005).
10
Allo stesso modo potremmo dire che aggiungono una ragion pratica collettiva alla ragion
pratica kantiana, ci conferma linstabilit epistemologica della nozione di tecniche del corpo,
che pu designare secondo i casi azioni fisiche dirette e controllate coscientemente, automatismi corporei, mezzi di comunicazione non verbali ecc. e autorizza il controllo etico del suo
utilizzo cfr. Leveratto (2006).
63
sitivi che occorrono alla societ perch i membri di una comunit sappiano
come comportarsi con gli altri ed essi sappiano, a loro volta, chi un membro
del gruppo e chi non lo (de Mello 2000). Come uomini e donne, del resto,
siamo sempre socializzati a modi di comportarci e di usare o trasformare il
nostro corpo che precedono ogni nostra idea creativa sul tema e che sono necessari per confermare le ipotesi che gli altri formulano riguardo alla nostra
natura (Goffman 1979).
Il concetto di tecnica corporea incrocia, infatti, quello di habitus, ossia
una disposizione corporea acquisita o incorporata che organizza forme di
comprensione o competenza pratica (Bourdieu 1983). Le tecniche del corpo
rappresentano un perfezionamento definitivo delleducazione fisica intrapresa, laddove la nozione di perfezionamento definitivo indica al tempo
stesso un compimento e unincorporazione in un habitus ma dal carattere
irreversibile (Leveratto 2006). Una volta che abbiamo appreso che nelle situazioni pubbliche ufficiali della nostra cultura ci dobbiamo presentare con
abiti puliti, possibilmente di buona fattura e dal taglio classico, mantenendo
una postura composta, ed sconsigliabile che ci presentiamo in perizoma o
con un copricapo di piume di tucano, accovacciandoci a terra, non possiamo
pi decorporare lhabitus, o perderlo senza uscire dal nostro tempo, ossia
scorporandoci.
Questo avviene perch sia lhabitus, sia le tecniche corporee, costituiscono per i soggetti che vi fanno ricorso delle forme di ragione o conoscenza
o comprensione incorporata, pre-riflessiva (Crossley 2005: 8). Esse valgono soprattutto perch non sono messe in discussione e sono ripetute da
altri soggetti che le vedono utilizzare dagli altri membri del gruppo. Godono
insomma di qualcosa che somiglia da vicino al concetto garfinkeliano di fiducia (cfr. cap. 1) e contribuiscono a mantenere un ordine e una relazione tra
competenze e comportamenti nelle situazioni.
La conoscenza fornita dalle tecniche corporee, infatti, procede da e con il
processo di civilizzazione e con esso subisce la metamorfosi, che traduce il
controllo dei propri istinti determinato in base alla sudditanza dovuta a una
persona di ceto superiore in unautocostrizione esercitata sui desideri e sulle pulsioni, imposta dalla societ allindividuo in modo impersonale e razionale (Elias 1998). In questa nuova cornice simbolica, ogni individuo spinto
a conformarsi ai parametri di presentazione del self, riferendosi prevalentemente a se stesso. Anche rispetto al genere la conoscenza pre-riflessiva fornita dalle tecniche del corpo si incentra sulla capacit di esercitare un autocontrollo sui propri desideri e di seguire le spiegazioni impersonali e razionali
del contesto sociale. Fra queste lo spostamento dellattenzione allaspetto e
alla bellezza fisica come cartine di tornasole del successo sociale ha portato
64
dapprima le donne e poi gli uomini ad apprendere una serie di tecniche del
corpo (dieta, fitness, depilazione, uso di profumi, ornamenti, decorazione del
corpo ecc.) che implicano parallelamente una serie di autocostrizioni sulle
proprie inclinazioni. Tale comportamento non provocato da una prescrizione o da una minaccia diretta, bens da unimposizione sempre potenzialmente presente come istanza di controllo sociale: nessun gruppo sociale dice
esplicitamente ai suoi membri che devono avere un certo numero di tatuaggi
o una forma specifica del naso, tuttavia, essi lo percepiscono e si adeguano,
perch lefficacia delle tecniche corporee sta proprio nel condizionamento
che ciascun individuo impara precocemente a operare su se stesso.
In quanto consapevole delle conseguenze di una serie di atti e dei loro
intrecci, oppure in base ai corrispondenti gesti di adulti che hanno modellato il suo apparato psichico sin dallinfanzia, un individuo sa con esattezza
quali rappresentazioni deve incorporare e a quali tecniche deve ricorrere per
ottenere premi o sanzioni.11 Come ho gi accennato, nel mondo occidentale
oggi i modelli da incorporare sembrano veicolati attraverso immagini che
saturano lo spazio mediatico, soprattutto nella comunicazione pubblicitaria,
rari, e pur sempre iconici, sono invece controesempi che attingono allambito dellarte e fungono da sanzione o critica di questi modelli condivisi.12
In questo mosaico di comportamenti socialmente desiderabili o esecrabili, le tecniche di modificazione del corpo vengono promosse come strumenti
necessari a una buona performance sociale e agli attori sociali non resta che
scegliere. Gli orientamenti di esperti (chirurghi, tatuatori, piercer) che insegnano loro come materializzare identit conformi (o difformi) nella situazione in cui si trovano sono cruciali sia per la materializzazione dellidentit,
sia per la riproduzione dellordine di genere. In queste prassi si manifesta
la distinzione dal resto del gruppo. Lo scenario della tarda modernit risulta di conseguenza solcato da piccole aristocrazie corporee che non cercano
Il concetto di autocostrizione automatica e lapplicazione razionale del principio dellinterdipendenza e della valutazione delle catene di azioni che ciascuno deve prevedere responsabilmente permettono di gettar luce sul ruolo teorico del soggetto nella relazione tra piano
generale della struttura della societ e piano personale delle emozioni. Rendere il comportamento socialmente desiderabile un automatismo e farlo apparire alla coscienza del soggetto
come un comportamento che scaturisce dallinterno per sua autonoma iniziativa emancipa
tale comportamento dai vincoli di subordinazione di ceto e, soprattutto, genera in parallelo
un meccanismo di interiorizzazione delle norme. Come conseguenza di ci, il rispetto agli
standard collettivi si configura come una condizione naturale dellindividuo, scaturito dalla
sua riflessione (cfr. Stella 1998).
12
Mi riferisco in particolar modo al lavoro di Cindy Sherman, Marina Abramovic (2004) e
Vanessa Beecroft, artiste che pongono il corpo al centro delle loro performance artistiche e
investigano il tema del genere e delle politiche della costruzione sociale. Cfr. www.cindysherman.com; www.vanessabeecroft.com, 29/08/2010.
11
65
Il carattere fondamentalmente ordinato della distinzione di genere insieme al suo potere di fare da principio ordinatore del sistema simbolico
in generale per essere manifestato necessita quindi di adeguamento. Il
tatuaggio, la foratura del setto nasale, allallungamento dei lobi, o delle labbra, ad esempio, sono pratiche radicate nelle societ tradizionali come rito di
passaggio che mantiene ordine tra generazioni e generi, designando lapprovazione del gruppo verso chi ha compiuto una trasformazione ontologica e
morale nella direzione consona alle aspettative condivise. In simili contesti
il corpo modificato mostra che lindividuo ha avuto accesso ad un altro livello di consapevolezza, potere sociale e riconoscimento.
Nelle societ postindustriali, invece, incidere il corpo o decorarlo con dei
piercing rende chiaro che lindividuo sta effettuando un rituale individuale,
attraverso cui sceglie di manifestarsi con unidentit cui lui stesso cerca di
dare una codificazione (Shilling 2003). Ladeguamento ai parametri di genere, come ho gi detto, non una variabile ininfluente e rientra pertanto nel
processo di autocostrizione. Se lidentit (autoimposta) viene riconosciuta come momento significativo del processo di socializzazione e il corpo
conseguentemente introdotto nelluniverso simbolico,13 le caratteristiche
convenzionali del genere vengono rafforzate, o portate allo scoperto con le
tecniche del corpo.
Si tratta di una inscrizione ambivalente dellidentit che, da un lato, sottostando a un codice collettivo interiorizzato, ha analogia con le tradizioni
delle societ premoderne e tribali, nelle quali la connotazione di genere
un rituale collettivo di attribuzione dellidentit sociale. Da un altro lato,
fortemente postmoderna, perch la conseguenza di una progressiva trasformazione dello statuto dellidentit, divenuta sempre meno certa, sempre pi
dipendente dai contesti dazione e sempre pi effetto delle scelte individuali.
Attraverso procedure opportunamente selezionate, allora, la maschilit e la
13
Cfr. Giddens (1999); Shilling (2003); Turner (1985); Le Breton (2000); Polhemus (2003).
66
femminilit si materializzano come adeguamenti del proprio modo di esprimersi secondo un idioma costruito e ordinato socialmente, che oggi ruota
principalmente attorno al corpo dellindividuo.
si uomini e donne per socializzazione di comportamenti e pensieri maschili e femminili costruiti attraverso le attribuzioni di genere, piuttosto che per caratteristiche
sessuate, le quali poi trovano traduzione in specifiche culture di genere. Si uomini
e donne non per corpi, ma per ruoli, ideologie, mentalit, saperi, il cui effetto cumulativo la produzione sociale, culturale e soggettiva della propria e dellaltrui
corporeit (Stella 1998: 184).
Se lincorporazione del genere, o per meglio dire lespressione dellidentit di genere attraverso il corpo, dipende sempre meno da fattori biologici o
terapie cliniche (psicologiche, psichiatriche o farmacologiche), tuttavia nel
corpo che si manifesta leffetto materiale di una serie di pratiche condotte
nella quotidianit che sono il riflesso di poteri specifici quali la tecnologia
(Haraway 1995), la visibilit (Braidotti 1996) e la mobilit (Pitts 2003). A
questo i soggetti ricorrono per compilare da soli la propria biografia e rendono chiaro che non sarebbero i caratteri sessuali a definire il nostro essere
maschi o femmine, ma piuttosto il nostro modo di entrare in interazione con
gli altri. E come possiamo usare le tecniche giuste quelle che sappiamo
apportare premi e non sanzioni per dare corpo al racconto della nostra
identit? Occorre ora interrogare il corpo.
67
Il corpo non mai stato tanto presente quanto oggi nei discorsi della cultura del consumo, del loisir e dello spettacolo. Divenuta sinonimo di oggetto
da esibire, manipolare o trasformare, la corporeit delimita concettualmente
il territorio privilegiato per le nuove battaglie fra diversi tipi di potere e interessi sociali, economici, politici e rende sempre pi sottile e invisibile la
forza del controllo sociale (Turner 1985).
Attraverso il corpo i mutamenti della lingua, della tradizione, del senso
di identit vengono ripresi e messi in dubbio, lungi dallessere un luogo fisso e dato per scontato, il corpo individuale riapre cos questioni mai chiuse
sulla necessit di essere un soggetto della storia, della cultura e della psiche.
Questo per al tempo stesso sradicato perch deve rispondere alle domande
dellesistenza con le categorie del movimento e della metamorfosi (Chambers 2003).
La trasformazione avviene in due sensi: fa in modo che le regole vengano
incorporate e che il corpo individuale si trasformi in un segno e in un testo
del mondo che abita (Stella 1998). Ci dipende dal fatto che il mondo stesso
una elaborazione individuale quotidiana e incessante e non sembra pi reggersi su una struttura vincolante e immutabile in cui le posizioni sociali sono
definite e controllate dallesterno: ciascuno deve scegliere nella complessit
i comportamenti e gli stili di vita, ma non lo pu fare una volta per tutte, perch la razionalizzazione ha moltiplicato le pratiche politiche e simboliche
la razionalizzazione burocratica di ogni sfera della vita non ha portato a modelli
sociali rigidi e chiusi, ma ad una complessit di scelte, comportamenti e stili che
si afferma, innanzitutto, come moltiplicazione incessante delle pratiche politiche e
simboliche di azione (ivi: 185).
Come ho gi detto (cfr. par. 2.3), fra tali pratiche anche la definizione della forma del corpo, con i connotati di genere, diventa un compito e il lavoro
da compiere per modificare il proprio aspetto, anche radicalmente e, alla fine,
diviene una pratica tanto diffusa da risultare ormai un luogo comune (Le
68
70
bens una realt e attraversa molte trasformazioni,2 rispecchiando contemporaneamente linstabilit e la necessit del nostro legame con il mondo e il
corpo sociale. Questo quanto la psicologia pu dire e quanto rimane nella
spiegazione di chi agisce sul corpo per impartirgli una disciplina: laspetto
psicologico e le emozioni sono temi su cui necessario acquisire un set di
conoscenze adeguato e sensibilizzare il resto del gruppo (cfr. cap. 5).
Il discorso sociologico parte da questo legame, in cui lazione sul corpo
ha a che fare con il contesto sociale e sembra generare al presente un modello
preponderante di simulacro corporeo: un corpo inodore e privo di pori, di imperfezioni o delle caratteristiche che lo rendono unico e vivente (Baudrillard
1981). Questo corpo laminato, tipicamente postmoderno, uno strumento
perfetto per mettere in pratica quellomogeneizzazione con cui gli individui
riproducono gusti, preferenze e comportamenti (Featherstone 1991). Un processo in cui gli attori sociali si mostrano abili mercanti di loro stessi e danno
corpo ai desideri stimolati dalla cultura commerciale (cfr. cap. 7).
Queste diverse letture, che comunque dipendono da un processo storico
ricostruiscono per parti il corpo di un epoca, originando discorsi differenti
ormai ricuciti come abiti incorporati dai soggetti. In essi si celano i presupposti ordinari per usare il corpo in societ, spesso anzi diventano la spiegazione
razionale e impersonale per controllare il proprio comportamento affinch
il corpo sia una buona cassa di risonanza del self percepito. La specificit
dellestetica contemporanea risiede, infatti, nella soggettivazione apparente
del progetto, nella moltiplicazione dei mezzi per realizzarlo e nellinscrizione di questa estetica in temporalit distinte, riflesse le une dalle altre
(Queval 2008: 138).
Un fatto di cui gli attori sociali della tarda modernit sembrano abbastanza
consapevoli che al corpo si deve riconoscere una posizione liminale, perch si interpone nella relazione fra coscienza e mondo e diventa per ciascuno
la membrana in cui circolano simboli, oggetti, schemi percettivi della realt
sociale. La capacit di leggere queste codificazioni sui corpi interconnessa
alla crescente capacit di riconoscerne la presenza in se stessi, come spiega
questa professionista di piercing, larma a doppio taglio per lespressione del
self proprio la visibilit
Io non sono mai stata una modaiola e mi sono resa conto che mi vestivo come vedevo i manichini lanno scorso, per quanto penso di non essere una persona non
assoggettabile alle mode il continuo martellamento visivo mi era entrato dentro. Io
Preservazione, contenimento, para-eccitazione, filtro qualitativo, connettore intersensoriale,
ricettore del piacere e del dolore, barriera di ricarica e di scarica energetica, superficie discrizione delle tracce significanti esterne.
71
mi sono resa conto che da tre anni avevo sacrificato una parte un mio modo di vestire
comodo, mi son svegliata e mi son detta ma no, ma questa non mia. Perdiamo
noi stessi ci alieniamo perch abbiamo un bombardamento mediatico, e cartelloni, e
le persone stesse che magari son pi vittime di altre e te la ripropongono per strada
e piano piano ci si autoconvince che giusto vestirsi o fare tante cose. Noi siamo
ormai vittime della visualizzazione. // E questo vale per tutto. //Lo vedo, lo vedo, lo
vedo, lo vedo, lo accetto. E se lo accetto poi decido di farlo. Pi persone lo fanno pi
ho lautorizzazione di poterlo fare, pi mi sento meno solo nel farlo. (P5)
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2003; Pitts 2003). Appare chiaro a questo punto che usare un discreto paio
di lenti a contatto ha qualche analogia con un ben pi plateale anello portato
al naso. In entrambi i casi, tuttavia, il soggetto sta ricorrendo alle tecniche
riflessive del corpo e opera una modificazione del proprio aspetto riferendosi
a parametri culturali specifici, nel primo caso pi occidentali e relativi alla
salute, nel secondo caso pi esotici e tribali. Come ho gi accennato allinizio di questo capitolo, la centralit del corpo nelle pratiche quotidiane una
delle prerogative della tarda modernit, ma anche leffetto di una crescente
accettazione sociale di uno stato di variazione permanente del corpo, in cui
confini e identit si confondono con lesterno e stabiliscono un flusso ininterrotto di scambio: il corpo flusso (Codeluppi 1995: 85). Poich il corpo
percepito e vissuto come qualcosa di incompiuto, un progetto da proseguire
[body project], discipline specifiche come tecnologia, scienza, medicina, cultura possono e devono completare il piano (Shilling 2003).
Per realizzare il progetto sul corpo le possibilit a disposizione di ciascuno sono oggi molte e si differenziano, non solo per tipologia ma anche
per costi e durata.4 Si pu scegliere di fare un piccolo foro al mento che
scomparir senza lasciare tracce vistose della sua esistenza una volta tolto il
gioiello, cos come si pu arrivare a rimodellare lintero corpo con ripetute
(e costose!) sedute dal chirurgo estetico. Da un lato queste pratiche hanno
finalit di individuazione, in quanto sono destinate a compiere una precisa
narrazione identitaria; dallaltro, rivelano lidentificazione con un gruppo,
poich appaiono come comportamenti appresi. Ma in quale misura possiamo
parlare di progetti scelti?
Il primo aspetto comune dei body project costituito dallatto di inscrivere nel corpo un set di simboli, che connota interdipendenza, posizione
sociale, e differenza personale allinterno di una configurazione (Atkinsons
2003). Il processo di civilizzazione ha reso i soggetti sempre pi attenti alle
conseguenze del proprio modo di comportarsi e le trasformazioni nei costumi e nei parametri di attenzione al corpo richiedono un self sempre in
performance, ossia un corpo sempre capace di leggere il contesto culturale
per guadagnare riconoscimento sociale (cfr. cap. 1). Nelle societ tardo moderne, infatti, debolezza e distanza caratterizzano i legami tra gli individui,
che sono il risultato di unadesione volontaria al gruppo, marcata da segni
opzionali, decorativi, non-permanenti e narcisistici. Al contrario del tribalismo tradizionale, che genera marchi corporei obbligati per i membri di una
societ coesa, caratterizzata da legami forti (Turner 1999). Manipolazioni,
frammentazioni e deformazioni del corpo flusso si caratterizzerebbero, dun4
Cfr. Glossario.
75
que, per la dimensione estetica pi che per quella etica, essendo rituali che
non producono quelle norme o quei valori che servono a rinsaldare il gruppo, ma piuttosto confermano al soggetto che sta fluendo liberamente verso
lesterno, per perdersi nel corpo sociale.
Messo da parte il punto di riferimento del modello narcisistico, il corpo
oscilla in una deriva senza fine (Codeluppi 1995: 87), passando spesso da
un progetto a un altro e ha tipologie diverse a disposizione, che possono essere suddivise in base allinvasivit, allo scopo e allesposizione pubblica
in body project di camuffamento, estensione, adattamento e ridefinizione
[redesigning] (Atkinsons 2003). Pi accessibili e accettati di quanto si possa
immaginare, i progetti sul corpo della tipologia del camuffamento coprono,
nascondono, mascherano o potenziano esteticamente il corpo biologico, ricorrendo a pratiche non invasive che producono modificazioni temporanee
(make-up, abbigliamento o uso di deodoranti e profumi).
I ritocchi funzionali, invece, che compensano o cercano di superare alcune limitazioni fisiche rientrano nella tipologia dellestensione e potenziano
le performance corporee in maniera non invasiva, ponendo laccento sullinnovazione dei metodi usati.
Il mantenimento fisico come fine in s centrale nei progetti sul corpo
della tipologia delladattamento che possono avere ragioni estetiche (perdita
di peso, depilazione) e/o mediche (ablazione di masse a fine preventivo).
Lesibizione di questi progetti in pubblico ambivalente, varia cio a seconda del progetto: alcuni sono esibiti per influenzare la percezione che il pubblico ha del soggetto, mentre altri vengono tenuti segreti per non suscitare
sanzioni negative o produrre immagini deleterie del proprio self.
I progetti di ridefinizione, infine, sono prevalentemente invasivi e dolorosi. Si tratta, del resto, dei meno comuni, dal momento che ricostruiscono
letteralmente il corpo in maniera duratura; riguardano i contorni della carne,
la durata degli organi, la forza delle giunture e dei legamenti, la pigmentazione della pelle ecc. e non solo per potenziamento estetico delle forme
corporee come avviene spesso per gli interventi di chirurgia estetica , ma
anche performance corporee inibite o venute a mancare in seguito a eventi
traumatici.
Questa tipologia di progetti sul corpo richiede il maggior livello di impegno e grande attenzione al contesto, un pubblico sensibile che conferisca un
riconoscimento positivo al corpo trasformato.
Seguendo queste diverse strade, ciascuno, mentre mette in scena il suo
self, pu mostrare anche in che misura si sta adeguando al codice culturale
inerente a corpi e norme di rappresentazione, impegnandosi personalmente
a comunicare la sua versione delle abitudini corporee culturali apprese. Sep76
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pare del tutto, ma rimane latente per essere attivata in unarena specifica al
momento opportuno.
La produzione del corpo razionale compiuta a titolo individuale e collettivo. Esso scaturisce come effetto di un intreccio progressivo fra la cura di
s, salute e i regimi di igiene pubblica. La cura di s viene a definirsi come
unattenzione che ciascun individuo deve rivolgere a se stesso per segnalare
la presa di coscienza della propria identit, di una specificit umana riguardo
al ben vivere, ai tempi e ai fini per differenziarsi e stare in relazione con lambiente sociale. Si riscontra dapprima come pratica nella Grecia antica, poi
nella dottrina cristiana assume i connotati dellesame di coscienza e spinge il
processo di soggettivazione nella direzione dellinteriorizzazione e del senso
di colpa: lindividuo non pi solo soggetto di unidentit di cui si prende
cura a partire dal corpo, ma anche responsabile di un mondo interiore, di
una tempra morale da manifestare concretamente come riflesso della somiglianza a dio. Il corpo diviene un tempio da non toccare e non profanare,
ossia da non modificare con pratiche culturali che apparirebbero inadeguate
e illecite in quanto mascherano e abbruttiscono lopera divina.
Lintervento successivo della pratica medica e la sua attenzione per il
buon funzionamento dellorganismo, epitomizzate nello sguardo anatomico,
trasformano il modello del corpo razionale in un corpo come materia plasmabile, legando la bellezza alla medicina. Questa disciplina crea una nuova
forma di bellezza unita a bont [kalokagatha], ridefinendo la corporeit nel
legame tra bello e sano. Gli individui sono quasi spinti a confrontarsi con
unincrementata riflessivit riguardo alla vita e al suo significato e pertanto
non possono evitare di assumersi la responsabilit del design del loro stesso
corpo. Lo sviluppo delle tecnologie e la loro diffusione sul mercato contribuisce a rendere pressoch inevitabile lincontro degli attori sociali con esse e
la stimolazione del desiderio di trasformarsi, come se mancassero di qualche
caratteristica necessaria: il corpo pu e deve essere costruito come il modello
vigente richiede, seguendo la moda, lo sguardo degli altri e le tecnologie,
perch lapparenza e la presentazione del corpo possono materializzare il
self (Sennett 1976) e procurare la fiducia del resto del gruppo.
Lultimo passo verso il corpo estetico viene compiuto nel momento in
cui moda e medicina si incrociano nel registro dei cosiddetti abiti intelligenti, a cui si associano anche dietetica e sport sempre pi intrecciati per
completare la produzione di una bellezza calcolata, ossia voluta e nutrita da
un paradigma medico (Hughes 2000). La bellezza sembra aver ampliato la
panoplia dellapparenza, comprendendo qualsiasi modalit di intervento sul
corpo: dal tatuaggio al nail styling, dalla chirurgia estetica al parrucchiere, la
schiera di esperti al servizio dellindividuo apparentemente infinita e alla
79
portata di tutti. Incrociando il concetto di salute e quello di bellezza nutriceutica, meditazione e arti marziali entrano nei percorsi per adeguare il corpo
a un modello riconosciuto (Remaury 2006). Anche il concetto di tecniche
del corpo diventa elastico e si ridefinisce in relazione alle mutate esigenze
culturali, che progressivamente ampliano il concetto di cura di s e, parallelamente, incorporano una serie pi variegata di nuove tecniche per far fare al
corpo quello che il modello sociale richiede.
Il modello del corpo come materia plastica affonda le sue origini nellilluminismo e dipende da ragioni principalmente igieniche. Esso si pone come
pietra di paragone per ciascun individuo che pu, pertanto, pensare di costruirsi, di diventare quello che vuole. Tuttavia, ciascun individuo spinto
a vivere non solo langoscia dellerrore, ma anche della stigmatizzazione
dellerrore: un corpo non in forma (oppure non a norma) sinonimo di colpevolezza, di cattiva volont, viola cio la fiducia, la tonalit morale delle
pratiche. Inoltre, rovesciare il progetto sul corpo comporta tempo e fatica:
dimagrire, ingrassare, subire un intervento di chirurgia estetica richiedono
tempo. Ora, la durata del corpo materiale e di conseguenza del corpo psicologico, pu suggerire lidea che si tratti di un processo di soggettivazione
originale, poich unidentit viene in tal modo costruita e adattata, in verit
emerge un altro aspetto fondamentale: il corpo non pi solo inserito e modellato dalla singolarit, ma viene vincolato alla temporalit di un progetto,
pertanto laddove sembrava essere scomparsa, una sorta di norma ricompare:
il corpo ha le sue leggi (Leveratto 1999).
La produzione del corpo estetico ha come motore e come fine la costruzione identitaria attorno a un me corporeo idealizzato, interiorizzato ed
esteriorizzato, costituito da pelli dei tessuti, nei due significati del termine
le cui strutture sovrapposte sono dei dispositivi tanto di sapere quanto di
potere (Queval 2008; Foucault 1971). Questo corpo anche per il riflesso di
una paura di perdere il controllo della situazione e quindi della propria vita.
Norbert Elias (1978) ha mostrato bene come sia difficile per una persona
dal corpo deforme o dallaspetto malsano raggiungere gli apici della gerarchia sociale. Ma come Susan Bordo (1997) ha poi rilevato, oggi laccento
non viene tanto posto sulle caratteristiche biologiche, ma sullimpegno a
gestire e controllare il corpo per conformarlo ai canoni: possiamo tollerare
qualsiasi difformit a condizione che lindividuo se ne faccia carico e cerchi
di adeguarsi al modello condiviso, mostri insomma di essere sulla via della redenzione. In questa prospettiva, lestetica diviene quasi esclusivamente
una questione di impegno personale verso un valore condiviso, ossia si colora di tonalit etiche: non ci sono corpi brutti, ma solo soggetti con una cattiva
volont. Sembra dunque che il progetto sul corpo non sia solo unesigenza
80
che viene stimolata dalla riflessivit individuale (Shilling 2003), ma si innesti sulla fiducia che ogni attivit ordinaria richiede per essere compiuta. Farsi
piacere un modo per non far cadere questa fiducia, per mostrarsi membri
competenti che sanno che per condurre le attivit non bisogna mai dimenticare che
un corpo magro in buona salute, unandatura armoniosa, dei tratti regolari e una
pelle curata, oltre ai benefici del benessere secondo i criteri medico-sportivi e la
soddisfazione narcisistica, rimangono i pi piccoli comuni denominatori dellapprovazione collettiva (Queval 2008: 145).
81
Il ruolo della vista e la sua superiorit su tutti gli altri sensi sono stati da
tempo messi a tema da Simmel (1903) che ne ha riconosciuto lessenzialit
per lagire sociale nei concitati ritmi della vita urbana. Lesperienza intensificata poi da un ulteriore sovraccarico di stimoli a causa della compressione spazio-temporale postmoderna (Harvey 1993) e locchiata rapida diventa
la sola arma a disposizione degli attori sociali per distinguere un soggetto
dallaltro nella massa, un corpo dallaltro nel flusso di immagini e materializzazioni. Il Vedere si rivela un requisito cardine per condurre le routine e, ancor pi essenziale, allinterno dellarena dei media, poich nello scenario cittadino contemporaneo le situazioni di prossimit sono sempre meno e, come
gi accennato, sono sempre pi legati a una visibilit mediata che struttura la
loro capacit di leggere e rappresentare, di raccontarsi e immaginarsi.
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Noi siamo ormai vittime della visualizzazione. // E questo vale per tutto. //Lo vedo, lo
vedo, lo vedo, lo vedo, lo accetto. E se lo accetto poi decido di farlo. Pi persone lo
fanno pi ho lautorizzazione di poterlo fare, pi mi sento meno solo nel farlo. (P5)
La visibilit, allora, essendo un codice da usare con competenza, fa sviluppare uno sguardo abile che stato educato a decodificare il lavoro culturale svolto sul corpo: piercer, tatuatori, chirurghi estetici sono gli esperti che
in questa arena possiedono le competenze maggiori poich, avendo affinato
la vista, sanno cogliere i dettagli e lhabitus di chi incontrano.
Dal corpo e dal tatuaggio riconosci una persona il modo di essere lo stile, io ad esempio che ho le fate tatuate addosso sono una persona diversa da uno che ha i tribali,
il tribale molto pi aggressivo, molto pi violento... le fate, i folletti son dolci... i
fiori anche... son modi di essere un tribale meno artistico rispetto a un pesce giapponese, a un ciliegio... diviso per stili, ce ne sono diversi //devi vedere tu in quale
ti identifichi.// Per io sono convinto che il tatuaggio deve essere una cosa tua non lo
devi fare in posti che vuoi far vedere che sei tatuato, capito!? Come la maggior parte
dei ragazzi che dove lo fanno? A filo della maglietta perch vogliono far vedere che
sono tatuati, invece il tatuaggio deve essere una cosa che// non fai vedere a richiesta
ma che fai vedere di tua spontanea volont... una cosa personale, comunque tua.
Non da esibire. (T2)
85
In questa arena, il Panopticon benthamiano (Foucault 1967), ossia il modello di sorveglianza perfetta in cui il singolo sempre sottoposto al controllo di un soggetto che non lo vede e potrebbe non esistere nemmeno, sembra
suscitare negli attori sociali il desiderio del corpo giusto e ricambia con il
premio della visibilit chi ha accettato di incorporare un modello di pronto
consumo che i media propongono e che i professionisti accettano (volenti o
nolenti) di rendere disponibile ai loro clienti:
Tanti vengono in negozio e dicono ah, io voglio il tatuaggio personalizzato, solo
mio che non ha nessuno che non ho visto su nessuno, noi glielo prendiamo, glielo
facciamo, e quando pronto loro cosa scelgono? Quello che sul catalogo e che si
son fatte altre centomila persone, perch lhanno visto. (P5)
86
Il modello dello schermo trascina nella rapida obsolescenza anche il progetto sul corpo che a ogni scenario, non pi solo un modo di completare
qualcosa di non concluso, come sosteneva Shilling (2003), ma subisce aggiustamenti repentini o radicali, continue revisioni a seconda della situazione. Come si pu evincere da ci che dicono le riviste e il web, il corpo giusto
87
Le riviste, cos come il web, pullulano di consigli su quali siano le tecniche pi appropriate per accendere la passione nelle relazioni personali, come
si debbano sprigionare il carisma e il fascino seduttivo, come diventare seduttori o seduttrici di grande fascino, come piacersi per piacere o passare da
timido a vincente ecc. Questo capitale di informazioni viene proposto anche
in forma di immagini corporee, incorporato in maniera pi o meno consapevole e, infine, materializzato nella creazione di immagini, che per le donne
tendono a prendere la cifra della cura incessante e targettizzata dal marketing.
Saper porre ripari a un corpo che rischia sempre pi di essere imbarazzante, invecchiando, ingrassando, perdendo tonicit e potere di sedurre. Per gli
88
89
2. Il metaculturalismo. I modelli corporei dellarena dei media internazionali per non possono scendere troppo nei dettagli, diventare troppo
caratteristici, altrimenti non sarebbero pi condivisibili e comprensibili.
Pi che una proposta sincretica di stili, che labbigliamento di moda pu
invece spesso offrire agli attori sociali, in questo scenario i corpi proposti
sembrano dei grimaldelli metaculturali, con i quali gli individui aprono le
porte dellincorporazione. Tali modelli non fanno incorporare caratteri eccessivamente esotici o subculturali, ma li ritraducono in modo tale da poter
stare nei circuiti mainstream della cultura. Pur essendo lontano dal modello
universale e risultando dalleffetto di sistemi estetici differenti, il modello
del corpo schermo, dominante in questa arena, rivolto a un pubblico vasto
e relativamente indifferenziato. Per raggiungere questo pubblico, il modello
mediatico generalmente costruito, e sottoscritto, come bello, di successo e
sano (Downs e Harrison 1985), aspetti tipici della cultura bianca occidentale. Il fatto che sia perlopi bianco viene sottaciuto proprio per naturalizzare
lidea che quella caratteristica non sia opzionale. Questo fatto incide profondamente sulla possibilit di identificazione da parte di individui di altre etnie
che, malgrado ci, ricorrono a modelli bianchi pur avendo una pelle scura
(Gilman 1999).
Gli intervistati concordano nel ritenere che luso espressivo del corpo
suggerito dai media sia pi unesigenza sociale che una potenzialit creativa.
Tuttavia, riconoscono anche che fare un ritocco al naso, tatuare una stellina
su una spalla, inserire una barretta di metallo nella lingua sono accorgimenti
progressivamente trasformati in requisiti sociali indispensabili per dare sfoggio delle proprie competenze sulle tecniche corporee tardo moderne.
Abbiamo bisogno di informazioni, le guardiamo le immagazziniamo, ma senza chiederci se sono vere o non vere. // abbiamo bisogno di finzione. (T3)
Il modello del corpo schermo che larena dei media internazionali propone , inoltre, trasmesso a tutti in modo che le rappresentazioni alternative e le
discussioni delle differenze vengano tenute in sospeso. Il discorso promosso
dai media fondamentalmente incentrato sulla riproduzione dei valori e sulla legittimazione dei comportamenti dei gruppi dominanti (Wilson, Gutierrez e Chao 1995), ossia, nella riproduzione di una fantomatica cultura della
maggioranza. Cos facendo giovani e meno giovani sembrano destinati, per
forza o per amore, a entrare nel calderone dei corpi modificati come frange
dellaudience dei media internazionali per le quali sono stati trovati contenuti e temi opportuni, seguendo i parametri dellautocreazione, per le donne
(Lipovetsky 2000), e della moltiplicazione delle possibilit, per gli uomini
(Bellassai 2004). La ripetizione e il consolidamento di questi costituisce poi
90
91
(Stagi 2008: 56). Questo il modello trionfante nellarena dei media internazionali, capace di travalicare confini territoriali e culturali nella modalit del
conformismo. La situazione in cui gli attori sociali si trovano , infatti, sempre meno definita da una relazione tra locale e familiare, anzi, con facilit
crescente il limite dellesperienza del luogo fisico pu essere superato e persino tradotto in un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini. La
traduzione del corpo, o meglio dellidentit e del self, in immagini definisce
la societ stessa, per come si presenta: limmagine diviene cio la condensazione dello spettacolo, laccumulazione del capitale (Debord 2002).
Negli ultimi decenni i modelli femminili proposti dai media hanno trasformato una recente e deliberata strategia rappresentativa (usata soprattutto
sulle giovani donne) in un modo di progettare lidentit ampiamente avvalorato dalla maggioranza della popolazione femminile e maschile: la donna
come soggetto attivo della sessualit e del desiderio (Gill 2006). In questo
processo di costruzione, il corpo femminile diviene strumento di seduzione
e allo stesso tempo palcoscenico dellidentit. Il corpo della seduttrice una
costruzione artificiale, deve farsi apparenza per gettare scompiglio fra le apparenze, e fuori dal tempo. Mentre quello del seduttore mantiene le distanze,
delude e raffredda il desiderio, lasciando tuttavia in sospeso la sua identit e
il senso delle sue azioni:
la seduttrice si vuole immortale, come listerica, eternamente giovane e senza domani, suscitando lo stupore di tutti [...]. [] Se persino lei cerca di darsi spiegazioni,
motivazioni, colpevoli o ciniche che siano, ancora soltanto una trappola e la sua
ultima trappola sollecitare linterpretazione dicendo: Dimmi chi sono, quando
non niente, indifferente a quello che , immanente, senza memoria e senza storia
[]. (Baudrillard 1997: 92).
Il seduttore colui che sa lasciar fluttuare i segni, sapendo che la loro sospensione
favorevole [] (idem).
Questo doppio modello, promosso parallelamente da riviste femminili e lifestyle magazine maschili si basa sullincorporazione di una serie di
caratteri stereotipici, che la sensibilit post-femminista li ha riconosciuto
come tratti propri della cultura dei media ed ha messi al vaglio in quanto
fautori di identit di genere preconfezionate e catalizzatori dei fenomeni di
disuguaglianza sociale (Gill 2006). Tali proposte di corpi e incorporazioni
enfatizzano lappartenenza a unarena globale come dato di fatto della vita
quotidiana e con questo orientamento esterno ognuno pu muoversi in una
rete di relazioni transnazionali e di strutture di senso interconnesse fra loro,
solo se cerca di parlare attraverso modelli corporei comprensibili a tutti: le
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93
Il body project cela alcune volte un lungo e attento percorso di educazione alle tecniche di controllo e gestione del corpo. In questi casi il processo
di incorporazione viene tematizzato come una serie complessa di pratiche
che generano linee di condotta sociale. La nuova identit conseguita con la
modificazione si manifesta spesso come risultato di esse, ossia come effetto
di una disciplina, che fa della corporeit il luogo di controllo e gestione dei
pi minuti e dettagliati aspetti del comportamento di un individuo. Di conseguenza, analizzandola con cura, anche la disciplina si rivela come la sorgente
di uneconomia e di una politica dei corpi sempre nuove.
Il disciplinamento rappresenta il carattere fondamentale di una nuova arena, in cui laccento delle pratiche di modificazione si sposta dal corpo giusto
al modo giusto di approcciarsi alle rappresentazioni e di incorporarle come
performance di genere condivisibili e accettabili nel contesto culturale. Lattenzione ai modi dellincorporazione ci che d successo e permette agli
attori sociali di stare nella situazione.
Dopo che nella modernit stata sancita lequivalenza tra disciplinamento e potere (soprattutto economico), classificando i corpi in base ai loro scopi,
alladdestramento, allosservazione e al controllo, la corporeit ha costituito
la dimensione della costruzione di gerarchie nel gruppo sociale (Foucault
1976). Allapice della scala gerarchica si pu trovare, per le donne, il corpo
bello, giovane e iperseduttivo e, per gli uomini il corpo iperefficiente e in
forma, adeguato ai canoni di una virilit aggiornata, ma facilmente riconducibile al modello di maschilit egemone (Connell 1996).
questo il modo in cui una forma di individualit del tutto nuova si
materializzata e compiti specifici sono stati attribuiti e conservati nelle organizzazioni economiche, politiche e militari che stavano allora emergendo e
che continuano a esistere e svilupparsi oggi.
94
In generale, lo spazio del negozio costituisce una sorta di prolungamento dellidentit del professionista. Ogni operatore di piercing e tatuaggi ne
molto orgoglioso e lo accudisce come una sua creatura: gli ha dato il nome,
lo riordina, lo pulisce, lo arricchisce di elementi che ne facciano un ambiente
accogliente e familiare, come il rituale del t del pomeriggio, da offrire anche
ad amici e avventori che si trovano a passare da quelle parti. un luogo di
scelta, progettazione e come una grossa vetrina, rivolto a chi gi conosce
alcuni tipi di pratiche, ma anche, pi in generale, alla citt: qui, i suoi abitanti,
possono afferrare a colpo docchio molte delle connotazioni del lavoro sul
corpo. Ognuno pu cogliere le somiglianze con altri negozi di cura del corpo
e trovarlo quindi meno deviante. Come lo studio del chirurgo, appare un
luogo ideale per incontrare diverse categorie dei progetti sul corpo, e dei soggetti che vi si accostano in maniera accidentale o comunque occasionale.
uno spazio di transizione per gli avventori e una specie di terza casa per il
professionista, dopo il suo corpo e la sua abitazione privata. forse anche uno
spazio intermedio tra i due: dove il primo rivelato solo in occasioni particolari, la seconda dischiusa solo a individui particolari (conviventi, amici, parenti), il terzo aperto a chi condivide una particolare concezione del corpo.
In questo ambiente tutto appare organizzato per mostrare lidentit autentica, la rispettabilit dei proprietari: vetrine in cui una disposizione razionalmente ordinata
di tutti i vari tipi di ammennicoli per il corpo illustra le possibilit offerte in fatto
di gamma di scelte, allinterno la riproduzione di un ambiente quanto pi possibile
igienico e asettico, per rassicurare il cliente in fatto di salute: specchi lucenti, banchi
neri che riflettono quanto gli specchi, espositori con pendenti e affini in fila sotto
vetro. (Strasburgo, marzo 2005)
Lorganizzazione dello spazio circostante i soggetti han inoltre un doppio ruolo nellincorporazione: prima del professionista, infatti, accoglie gli
avventori al loro arrivo e li riconsegna al gruppo dei praticanti dopo la trasformazione. Le gerarchie, dunque, sono materializzate al punto da essere
gi visibili prima di acquisirne la conoscenza consapevole. Mentre il lavoro
di incorporazione guidato dai chirurghi si svolge in un contesto altamente
istituzionalizzato (ospedali, ambulatori, cliniche private) e mette in scena
lautorit del sapere medico, quello di piercer e tatuatori professionisti per
quanto possano essere iscritti ad albi professionali ed eccellere nella tecnica
pi simile al lavoro di un artigiano o di un commerciante. Questo secondo
gruppo, infatti, svolge la sua attivit in un negozio, talvolta di strada e, nel
processo di disciplinamento, cerca di evitare che lincorporazione sia scambiata con una mera attivit di compravendita delle identit. Ci che preme sia
espresso in modo chiaro dallambiente limportanza della pratica e, soprat96
97
dallaltra che lha preceduta, non solo, anche latteggiamento del piercer molto
diverso: da gentile e carezzevole il tono della sua voce diventato secco e deciso.
Prima la rimprovera un po per il fatto che aveva preso appuntamento per un tatuaggio e poi non si presentata, goffamente lei cerca di spiegare che non era in citt e
non poteva essere presente allappuntamento.
- E non potevi nemmeno telefonare? I numeri ce li hai, la rincalza.
- Smidispiacemoltomanoneroastrasburgononhopropriopotuto.
- Ma lui ti aspettava, tutto il materiale era stato preparato, sterilizzato per te.
Ancora, spiacente, la ragazza cerca inutilmente di convincere il piercer e il tatuatore,
che le sta accanto, che non aveva fatto apposta a bidonarli, era stato inevitabile. Ma
nulla. (Strasburgo, marzo 2005)
Rispetto allagire degli attori sociali di altre arene (cfr. capp. 4 e 7), che
semplicemente adattano la superficie del corpo alle rappresentazioni egemoni di maschilit e femminilit scegliendo la tecnica secondo la moda del
momento o leffetto di successo, nellarena del disciplinamento la scelta
regolata dalla base di partenza: la forma e lhabitus del corpo.
Le informazioni impartite dai professionisti, infatti, servono a fornire agli
individui un know how esperto che permetta loro di lavorare su se stessi
anche dopo lintervento del professionista, monitorando il decorso post-operatorio o la cicatrizzazione dei disegni. Quindi, si strutturano come competenze di base sulla propria anatomia, psicologia, reazione alla chirurgia e alla
medicina generale, alla farmacologia tradizionale, o alla medicina omeopatica, e sono funzionali a sviluppare una conoscenza personale del corpo cos
com.
Nuove informazioni dopo quelle propedeutiche al piercing vero e proprio:
- Nei prossimi giorni la bocca si gonfier leggermente allinterno e allesterno.
Per questo ti ho messo una barra pi lunga di quella che ti metter dopo, non ti
preoccupare tutto andr a posto in pochi giorni se esegui attentamente la cura e la
pulizia del piercing.
Nuove raccomandazioni:
- Non bere, non fumare, non mangiare cose che possono irritare, non prendere
farmaci che possono interagire fra loro o con la cicatrizzazione. Se devi fare qualche
terapia, meglio avvertire per avere garanzia di essere esente da interazioni. Pulizia
del piercing tre volte al giorno con prodotti appositi: sapone neutro, sioluzione fisiologica e disinfettante spray non aggressivo.
- Ma il fondotinta posso metterlo?
- No.
- Ma neanche met viso?
- No perch il trucco cola, la pelle traspira durante il giorno e si possono creare
delle infezioni.
- Neanche la crema idratante?
- No. Neanche quella. Ti lavi con un sapone normale, che non rischi di creare
irritazione al piercing.
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La differenza fra i vari tipi di clienti/pazienti, che equivale poi alla disuguaglianza nella possibilit o diritto di realizzare il corpo giusto, si capisce
nella societ somatica (Turner 1995) in cui gli individui preferiscono focalizzare lattenzione sulla materialit del corpo, anzich sul solo spirito. Questo
spostamento di accento permette sia di formulare considerazioni di tipo morale, sia di leggere il corpo come sede della moralit individuale. In questa
nuova prospettiva, limpegno nella disciplina misura la capacit del soggetto
di sottomettersi alla rigida osservanza dei regimi imposti.
Genetico. Una volta ottenuta lapprovazione da parte del professionista,
inizia il processo di materializzazione della nuova corporeit che coincide
con la negoziazione di una data per conferire concretezza al desiderio. Il
tempo intercorso tra il primo incontro nello studio (o nel negozio) e lintervento pi importante della stessa modificazione, perch serve a riflettere
sulla decisione presa, a chiarirsi le idee, pu far nascere nuovi dubbi e paure
o far trovare senso di ci che si vuol fare. Nel caso in cui non ci si vuole adeguare al protocollo, i desideri (e i desideranti) verranno respinti.
Un ragazzino (avr al massimo 13 anni) entra in negozio con un amico, si dirige al
bancone, saluta: vuole fare un piercing,
- Quanti anni hai?
- 15
- Non li dimostri, per sembri pi giovane
- Ok, 12
- Se hai solo 12 anni, non puoi fare nulla! Noi non lavoriamo sui minorenni, non
va bene fare i piercing quando sei cos giovane, non sei preparato psicologicamente
a sopportare quel tipo di dolore, e il tuo corpo non ha completato la crescita gli
spiega con pazienza e fermezza il tatuatore tu sai che cosa pu diventare il tuo
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piercing fra dieci anni? Se vuoi, telefono al mio collega cos viene e ti mostra il suo
allombelico, dove ormai riesce a far passare il suo dito mignolo
- Ma i miei sono daccordo
- Non importa, non si pu fare, mi dispiace. Non credo che ci sia qualcuno disposto a fartelo.
Il ragazzino esce. Il tatuatore spera che davvero nessuno sia cos sciagurato da fargli
un piercing. Tutti i presenti sono fieri del trattamento impartito al ragazzino che era
venuto senza sapere cosa stava facendo e si congratulano con il professionista per
il suo comportamento. Del resto chi presente ha cercato di lavorare sul suo corpo
accettando e rispettando i divieti, quindi non basta il desiderio di essere pi belli o
sentirsi pi grandi. (Strasburgo, maggio 2005)
100
Le competenze per impartire lezioni ufficiali agli attori sociali hanno una
duplice provenienza: sono state acquisite durante una formazione professionale e sono state raccolte nel tempo con lesperienza. Questa esperienza
stata acquisita prima su se stessi e poi sugli altri nel caso dei piercer, tatutatori ecc., mentre per i chirurghi, in maniera analoga ma non troppo, stata costruita nei reparti ospedalieri. La differenza di formazione determina anche
una differenza nellorigine del potere esercitato durante il disciplinamento,
che nel caso dei chirurghi deriva da un riconoscimento istituzionale, per usare termini weberiani potremmo parlare di potere tradizionale, mentre nel
caso degli altri professionisti il riconoscimento di una somma di qualit
artistiche, comunicative, empatiche, tecniche, sempre personali, che costituiscono un tipo di potere carismatico.1
Queste differenze dipendono anche dal tipo di modificazione effettuata:
una rinoplastica richiede competenze pi complesse e tecniche pi raffinate e
Il tema viene affrontato da Max Weber (1961) in riferimento alla questione del potere legittimo,
dove lautore distingue tra potenza [Macht], che un potere generico di far valere la prorpia
volont allinterno di una relazione, anche di fronte a unopposizione, e autorit [Herrschaft],
ossia la possibilit di trovare obbedienza a un ordine con un contenuto specifico. La forma di
legittimazione del potere ne influenza direttamente lestensione e la continuit nel tempo. Quella
di tipo carismatico, pur essendo molto fragile, oltrepassa i limiti della legge e della tradizione.
Quella di tipo tradizionale, invece, definisce limitazioni precise, pi solide nel tempo e meno
legate a fattori accidentali di valore personale.
101
rischiose di un piercing, ma in entrambi i casi si pu osservare che le procedure impiegate dai professionisti per consegnare ai loro clienti/pazienti delle
strategie di autocontrollo e sorveglianza prendono significato insieme alla
nuova forma del corpo. Laspetto pi tipico e insidioso di queste strategie
consiste nel fatto che lindividualit pu essere integrata allinterno di sistemi ufficialmente ugualitari solo grazie a esse, ma che, di contro, questi sistemi utilizzano la disciplina per costruire relazioni di potere asimmetriche:
Storicamente, il processo con cui la borghesia divenne nel corso del diciottesimo
secolo la classe politicamente dominante viene mascherato con listituzione di
una cornice giuridica esplicita, codificata e formalmente egualitaria, resa possibile
dallorganizzazione di un regime rappresentativo parlamentare. Ma lo sviluppo e la
generalizzazione di meccanismi disciplinari costituirono laltro lato quello buio
di tali processi. La forma giuridica generale che garantiva un sistema di diritti,
egualitari in linea di principio, era sorretta da questi minuscoli, quotidiani, fisici
meccanismi, da tutti questi sistemi di micro-potere essenzialmente non-egualitari
ed asimmetrici che noi chiamiamo discipline (Foucault 1969: 222).
lasimmetria si riflette anche nel rapporto con il corpo che durante il percorso di modificazione diventa di volta in volta una creatura da educare, un
antagonista da battere, un ostacolo da superare. In ogni caso, la riproduzione di un potere su se stessi che fa sentire in potere rispetto agli altri e che
potrebbe essere etichettato come come corpo monumentale.
Mi sembra che queste due facce del modello corporeo di tipo monumentale sottendano anche declinazioni della categoria di genere riconducibili rispettivamente a un polo maschile e a uno femminile: il primo, infatti, pu
essere la metafora dellincorporazione come spazio in cui il corpo accoglie
in s la forma (del sapere sul corpo), apprende la cura, riproduce modelli; il
secondo rappresenta invece la mera applicazione della tecnica e di esaltazione
del capitale corporeo come sinonimo di forza, efficienza, potere. Ad accomunarli resta la disciplina. Loperazione di far interiorizzare questo assunto
un passaggio fondamentale del disciplinamento e, pertanto, non pu essere
forzoso o aggressivo, bens frutto di unattenta osservazione dei codici di genere, grazie ai quale i corpi vengono forgiati nel modo corretto. Il genere si
materializza seguendo una traiettoria educativo-informativa riguardo a una
conoscenza di s che non fa appello alla corporeit in astratto, quindi a competenze spiccatamente scientifiche o essenzialiste, ma si radica nel corpo del
singolo individuo come situazione di partenza. Questo processo, in cui il corpo percorso dal sapere e usato come riferimento costante, perch il soggetto
comprenda chiaramente cosa gli succeder e in quale modo si trasformer il
suo corpo, rimette in gioco la seduzione come modello di relazione. possibile cogliere meglio questo aspetto attraverso i due passaggi seguenti, osservati
durante una seduta di piercing allombelico:
Entriamo nella stanza sterile e io mi sento molto a disagio, mi sembra di essere il
terzo incomodo, perch nei discorsi di accoglienza nel negozio si gi creata una
forte complicit fra il piercer e la cliente. Inoltre, si pu avvertire un senso di attesa
nellaria: c qualcosa di particolare, qualcosa di intimo, che sta per avvenire, molti
sguardi e poche parole vengono scambiati. A guardare meglio, infatti, mi rendo conto che davanti a me non ci sono pi le stesse persone che cerano prima, mentre si
parlava nella stanza accanto, i ruoli sono cambiati, non solo lo scenario, vedo due
persone che sanno bene che cosa stanno per fare. Il piercer cambia atteggiamento
ed entra nel ruolo di professionista e trainer. Si mette immediatamente il camice,
prepara il lettino con linvolucro di protezione, la ragazza si stende e poi inizia la
spiegazione delle procedure:
- Ora far unasepsi della parte tu non ti devi assolutamente toccare, se no devo
ricominciare da capo, poi segno il punto e poi tu ti alzi e ti metti in piedi e vedo se va
bene poi tu mi dici se va bene la posizione poi facciamo il piercing.
Loperatore sembra avere un forte ascendente sulla ragazza e sembra anche esserne consapevole: ha potere materiale perch la persona che tra poco trapasser
una parte del suo corpo e, bench abbia creato con parole suadenti unatmosfera
intima, la personalit della cliente sar in un certo senso invasa. Apparentemente
cosciente di ci, il piercer cerca di usare anche il potere simbolico di figura di riferimento, riducendo al minimo la sopraffazione, gesti e parole sono sicuri e mai bruschi
o tesi, tutto fluido, anche i silenzi. (Strasburgo, maggio 2005)
103
Il comportamento con i clienti maschi invece pi amicale e confidenziale. Da subito viene cercato un modo comune di ragionare sulla modificazione da effettuare e i buoni risultati conseguiti vengono premiati a volte
con magliette o altri gadget che riportano il logo del negozio. Quando gli
uomini vengono accompagnati dalle fidanzate, o dalle compagne che vogliono avere voce riguardo allestensione o al posizionamento di una modificazione, perlopi i professionisti cercano di evadere il controllo femminile e
gerarchizzare le competenze. Infine, il dolore un aspetto ineludibile della
modificazione del corpo, ma legato alla disciplina anche come fonte da
cui attingere unenergia latente. No pain, no gain , in effetti, una filosofia condivisa in questa arena e riunisce i soggetti sotto una stessa egida,
portandoli a sottoporsi pi o meno consapevolmente al male fisico. Il dolore
costituisce un elemento inevitabile cui con coraggio il singolo deve andare
incontro nella concezione tradizionale dei riti di passaggio. Un individuo
deve gestire lincorporazione secondo le aspettative del gruppo, dal momento che il suo cammino di crescita sociale e spirituale deve essere segnato dal
dolore e dalla menomazione (Salvioni 1996).
La gestione del dolore nellarena del disciplinamento influenzata dagli
stereotipi pi tradizionali, secondo i quali le donne hanno naturalmente
una maggiore capacit di sopportazione degli uomini, perch partoriscono e
si sottopongono a dolorose sedute estetiche. Tuttavia, i secondi mostrano la
propria virilit proprio nel resistere al dolore. Pur essendo comune ai due generi viene vissuto in maniera differente: per le donne qualcosa di ordinario,
mentre per gli uomini la manifestazione di una performance straordinaria.
In entrambi i casi, per, il corpo fa da antagonista al conseguimento della
nuova identit, proprio perch soffre.
Inoltre, dimostrare di saper resistere al dolore come segno di virilit o di
appartenenza al gruppo perde valore in un contesto caratterizzato dalla costante paura di soffrire e dove i modi antichi di affrontare il dolore non sono
pi significativi. Se dunque linclinazione degli attori sociali cercare lanalgesia e preferire altri generi di sensazioni, il dolore percepito durante il processo di addomesticamento del corpo, allora, deve essere accompagnato da
un sapere specifico proporzionato alle possibilit e alla situazione di partenza
104
del soggetto individuale (Foucault 1985) e lesperienza del dolore si configura sempre pi come una scelta opzionale che come un evento spontaneo.
Persistono, tuttavia, degli usi sociali attraverso i quali i soggetti possono
scegliere di dominare il dolore e piegare alla propria volont ci che sommerge luomo ordinario e lo lascia senza altra voce che il grido (Le Breton
1995: 173). Cos facendo essi sottomettono a se stessi la propria condizione
anzich lasciarsene dominare. Il modo pi comune e pi celebrato di vincere
su se stessi presente nellambito della competizione sportiva, dove lazione
corporea simboleggia anche la superiorit di genere: la performance sportiva
degli uomini allo stesso tempo simbolica e cinetica, sociale e corporea;
e lelemento essenziale che tutti questi aspetti dipendono luno dallaltro
(Connell 1996: 55).
La ferita, il sangue sono elementi che danno concretezza allincorporazione e al dolore, che una sensazione reale e imprescindibile (Scarry 1985).
Disciplinando il dolore, i soggetti danno inizio alla materializzazione delle
rappresentazioni, perch le ferite del corpo, effettuate in sala operatoria o
nella stanza dello studio dei piercing, aprono sempre una via per connettere credenze disincorporate, o idee, e mondo materiale (Fournier 2002). La
giustapposizione di unidea e un corpo ferito, da un lato, trasferisce la forza
della componente materiale su quella astratta e, dallaltro lato, restituisce alla
dimensione corporea il dovere di materializzare lidentit individuale.
105
6. Larena estetica
Abbiamo visto nelle arene precedenti come lincorporazione risulti sempre un processo entro cui gli individui si giocano il corpo e lidentit. Facendo appello allintuizione che in un certo momento hanno del proprio self,
ossia della propria autenticit, essi cercano di rispondere al proprio bisogno
di costruire una biografia. In alcuni casi, non si limitano a fissare sul corpo
i modelli proposti dallarena mediatica, n cercano di disciplinare il proprio
comportamento seguendo procedure rigorose. Cercano, invece, di creare un
vuoto, una sospensione nel flusso delle immagini, generando identit che
non si riducano a un cartellone pubblicitario o alla copia di un disegno visto
su un blog di tatuaggi. Danno cos vita a un ulteriore ambito di pratiche, che
potrebbe essere definito arena estetica, caratterizzata dallatteggiamento parzialmente critico che spesso anima le pratiche di modificazione del corpo.
Attraverso il piercing, ma soprattutto la scarificazione, gli attori sociali di
questa arena mostrano che lincorporazione deve superare i parametri espressivi convenzionali e focalizzarsi sulla struttura. Dunque, se nellarena del
disciplinamento laccento cade sui dispositivi, in questa posto sui circuiti
di idee e sullideologia che le mette in circolo. Qualche volta lobiettivo pu
essere perseguito attraverso il tatuaggio, se diventa un lavoro di ricreazione
del corpo come un prodotto con elevato contenuto simbolico/estetico, come
un morso di vampiro che unintervistata si era fatta tatuare sul collo. Altre
volte una ricomprensione della propria immagine corporea come racconto
in corso dove la narrazione creativa della propria storia stata intrapresa a
pi mani, e ha portato alla scrittura di un progetto concordato. Come piega
questa tatuatrice a proposito di un lavoro eseguito su un cliente che gi sapeva cosa fare ma doveva educare il suo gusto estetico:
Mi capitato un cliente che voleva fare una frase sul costato una frase che aveva
portato lui, ovviamente, la frase io lho mantenuta tale e quale, voleva poi delle
lettere che fossero agganciate a questo carattere in corsivo che partiva dalle lettere
e arrivava fino allanca e visto che questa parte [del fianco] tende poi a deformare
quello che il lettering, gli ho proposto di fare una pergamena con la scritta lunga e
106
dritta da qui a qui [parte alta del torace] e dato che non voleva un tatuaggio volgare nello stile ma raffinato, allora la pergamena diventata un cartiglio, e le lettere
sono state messe in uno stemma di famiglia come se fosse una casata, un nobile. E
il tatuaggio risultato comunque ben fatto, ben eseguito, originale comunque come
gusto. E quindi ho cercato di spostare lattenzione su una composizione migliore, lo
sposto ovviamente per quello che concerne il mio lavoro, non certo per quello che
la persona. Oppure lo faccio quando la scelta non motivata ma dipende da unindecisione: capitato che chiedessero la corona non perch lo trovassero divertente o
ironico, ma solo perch lavevano visto sul personaggio televisivo. (T4)
Come ho gi detto (cfr. cap. 2), la biografia diventata sempre pi responsabilit personale di chi si affaccia al corpo sociale e al presente sembra
interessare in maniera crescente anche gli aspetti di genere. Il lavoro simbolico utile a dire qualcosa di s diventa, in questa prospettiva, anche lavoro
di genere, per il quale essere maschio o femmina non del tutto frutto di un
portato biologico ma anche e, in special modo, dellapplicazione di capacit
umane alle risorse simboliche e ai materiali grezzi come insiemi di segni e
simboli, ossia a ci che Willis (2005: 269) chiama creativit simbolica,
ossia la pratica, il fare nel senso pi pieno del termine [...] lessenza, ci che
tutte le pratiche hanno in comune, ci che le guida.
C sempre una richiesta che varia in base al fatto se uomo o donna, e questo viene
percepito da noi e posso accennarla con toni maggiori o valorizzarla un po di pi.
Anche quando eseguo sul corpo, aver visto la persona mi permette di essere pi precisa e pi mirata, quindi di dare anche una visione diversa della persona e del suo tatuaggio. Questo intendo come gusto estetico. Magari due persone chiedono la stessa
cosa, lo stesso disegno in stile tribale per a una piacciono di pi le forme raffinate,
pi ricamante e magari allaltra quelle pi risolute, magari con lo stessa dinamismo
ma con un impatto visivo molto pi forte. (T6)
Per meglio comprendere il funzionamento di questa arena, occorre dunque prenderne in considerazione i diversi elementi strutturali, ossia i creatori delle incorporazioni e il personale che li assiste (6.1), le convenzioni e
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avvicinate nella loro percezione al grottesco. Perch costruiti sullaccumulazione di interventi di chirurgia, piercing, ecc. che ai pi appaiono come
una cronicizzazione del bisogno di cambiare, questi sedicenti artisti non
sembrano minacciare lordine, bens rifiutare lattribuzione di un senso.
Crudelia Demon. Questi sono esiti negativi o cose volute? (P5)
Orrore, semplicemente orrore, se io mi devo conciare cos per fare capire agli altri
che sono diversa... e poi, se sono diversa, solo perch mi sono conciata cos, se no
ero normale, no?! mi piacerebbe vedere comera questa prima di ridursi in questo
modo... mah... forse era lei che non si piaceva. (CH 5)
Le performance degli artisti sono note ad alcuni per averle sentite nominare o per le proprie frequentazioni dei siti web. Ma il concetto impiegato
per interpretarle quello di mutazione, distante anche da quello di estetica
o creazione.
Qui si parla di mutazione, questa lartista francese che ha fatto un sacco di interventi per scalpore, per un suo percorso artistico, lei lo chiama cos, per me larte
unaltra cosa.// Peraltro non neanche una cosa che fa su se stessa da sola, se lo fa
fare da persone che hanno studiato, sono chirurghi, di sicuro qualcosa cui non sono
abituati ma il loro lavoro. Quindi non ne vedo un fine, non mi spiego il fine quale
sia se no altro il sentir parlare di se e dire guarda questa cosa ha fatto. (T6)
una forma darte... o almeno pu esserlo. unartista francese che in una decina
danni si sar fatta 100-200 operazioni di chirurgia estetica... Ha dei modelli: si fatta il naso come quello della Gioconda... e altre parti come bocca, zigomi... come altri
personaggi famosi, e praticamente si ricostruita il corpo prendendo ogni singola
parte da un dipinto... da riferimenti artistici.
Ci sono moltissimi video che sono delle performances di lei sdraiata su un lettino
con la gente intorno che la guarda mentre sta leggendo dei trattati di Nietsche sul
Superuomo... Poi, va beh... non me la farei mai perch una cosa che non mi appartiene, sono troppi soldi per quello che , ma comunque non sono completamente
contro. (CH5)
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Mettendo in luce limportanza della qualit estetica del risultato sul corpo,
anche una nuova coppia di questioni emerge: autolesionismo e autenticit.
Dalle riflessioni sulle immagini proposte appare, infatti, chiaro che chi modifica il corpo deve mantenere un legame con la quotidianit, non imponendo
uno stravolgimento radicale delle rappresentazioni, deve piuttosto eroderle
lentamente attraverso una comunicazione che usa il linguaggio artistico/estetico per mettere in sospeso i significati abituali.
La differenza , allora, il prodotto del legame di questi significati con il
corpo vissuto, che non pu essere ricondotto allargomentazione razionale.
Se il disegno inciso sulla pelle esprime qualcosa di interiore della natura dellindividuo, allora magari giusto, o normale, che un uomo si faccia un certo tipo di
disegno, per comunque il fatto di voler trovare una spiegazione a tutti i costi per me
non ha senso, perch quello che influisce la personalit, quello che si disegna sulla
pelle, quello che si vuole esprimere... e si pu capire senza dover per forza trovare
un senso. Perch non pu essere bello e basta?! (T2)
Artisti e comuni mortali sembrerebbero assai lontani fra loro, a ben vedere, ci che li accomuna , forse, il concetto di narcisi post-umani (Refe
2000). Per i primi, pratiche come la scarificazione, lautomutilazione, lo
spargimento di sangue diventano tentativi ultimi di amplificare lespressione
di unincapacit a dare senso alla propria esistenza. Per i secondi, le tecniche
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che per quanto siano effettuate da personale serio, faticano ad entrare nellufficialit del mondo delle modificazioni e dipendono dalla seriet e dalla capacit di autogestione dei singoli gruppi
Le persone che eseguono queste tecniche sono persone serie, sono persone formate, non esistono ancora corsi, tipo universitari per capirci, non esistono corsi indetti dalla Asl ma noi abbiamo associazioni e organizziamo convegni anche a livello
internazionale dove facciamo arrivare medici che ci spiegano i vari problemi e le
le varie tecniche sia di dermatologia sia di cicatrizzazione delle ferite. Siamo un
gruppo molto organizzato, molto informato e che lavora con la testa. Poi chiaro
che di tutto esiste un po. Quindi, esistono anche quelli che si improvvisano. Ma
esistono anche fra i dentisti. (P5)
Artista allora chi riesce a stare con i piedi per terra e sa usare in maniera
creativa, forse vagamente dissidente, le simbologie e i modelli culturali. Tali
pratiche vengono utilizzate anche per dare corpo a unoppressione culturale percepita e contestare le convenzioni dellappartenenza etnica. In forma
meno radicale delle figure appartenenti alla realt body art (Jeffreys 2000),
possibile per ognuno farsi portatore di un messaggio di critica, pi o meno
velata, al senso comune
una cosa molto tribale, risale ai Masai, comunque popolazioni africane, che lo fanno per un rituale di gruppo, sociale, per me un po come stare in questo gruppo,
112
non voglio far parte di quelli che fanno la spesa tutti insieme o partono tutti per le
ferie il primo agosto, o credono che il massimo delle libert comprare lo schermo
piatto... e poi una cosa bella anche... estetica, anche sensuale ... perch la pelle
sollevata... senti??... (porgendo il braccio). (S4)
Nello scenario della body art, luso del corpo svolge di regola il ruolo
di strumento privilegiato per lespressione artistica, il fulcro di esibizioni
(happening, sequenze di azioni, installazioni, danze) che hanno il preciso intento di superare i confini fra le varie forme artistiche, mescolando
mezzi linguistici (teatro, danze, fotografia), per produrre effetti drammatici
o espressioni dolorose che pongono lespressione nellimprovvisazione al
centro del momento creativo (Le Breton 2007). Questo aspetto viene privilegiato rispetto agli altri elementi della produzione artistica, seguendo
la filosofia dellarte concettuale che predilige il momento della proposta
rispetto alla realizzazione come moto di opposizione alla mercificazione
dellarte. In questa arena, laccento viene posto sulla capacit dellartista,
o di chi d espressione allispirazione, riuscendo a raggiungere il pubblico
chiaramente, con una forma chiara e comprensibile, che non vuol dire necessariamente logico-matematica.
113
114
La prima epoca della body art si inscriveva nel difficile clima politico
della guerra in Vietnam, che incrociava gli anni della guerra fredda e il fenomeno sociale della diffusione delluso di droga. Era il periodo in cui anche le relazioni fra uomini e donne venivano stravolte e il senso di moralit
profondamente messo in discussione. La liberazione sessuale e il culto del
corpo diventavano i punti nevralgici di un nuovo modo di presentare e intendere la corporeit (Le Breton 1999). possibile riscontrare un punto di
contatto fra quella situazione e il presente per mancanza di riferimenti stabili,
per ragioni di dispersione del senso di moralit, di difficolt a riarticolare le
identit di genere e i rapporti uomo-donna (Butler 2004), ma se nei decenni
Sessanta-Settanta il corpo cambiava di senso, mettendo in scena i rapporti di
amore e di odio tra uomo e donna, diventando incarnazione della forza, dei
desideri collettivi, delle pulsioni di separazione, distinzione, cambiamento,
odio, riunione, fusione ideale, che occupano la societ in alcuni momenti
storici (Pearl 1998).
Questo mutamento di senso sembra ritornare nelle prassi di quei soggetti
che si sentono investiti del compito di creare corpi nuovi che si allontanino
sensibilmente dai modelli alla moda, esaltando lo scarto simbolico. il caso
dei professionisti di piercing e tatuaggi che, tuttavia, evitano le modificazioni
pi radicali e le ricostruzioni integrali con la chirurgia estetica. La ricerca
dello scarto simbolico anche parte della retorica dei chirurghi estetici che
cercano di orientare i loro pazienti nella maniera pi obiettiva possibile, af115
finch scelgano di esprimere le proprie idee riguardo alla loro identit, anzich nascondersi ancor di pi dietro la maschera del vip del momento.
Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta lesigenza di esprimere le proprie
idee stata tradotta in happening che gli artisti compiono davanti al pubblico, fondendo poesia, coreografia, musica, in opere non pi legate ai vincoli
del supporto materiale e del concetto di durata nel tempo, bens intrise dal
nuovo senso dato dal concetto di performance (Goldberg 1988). un concetto, tuttavia, che non permette di accogliere nellarena le forme estreme di
modificazione.
Per me questa [immagine di Orlan] una mutazione corporea. E non una cosa che
mi piace. A me piace il corpo per quello che . // Peraltro non neanche una cosa che
fa su se stessa da sola, se lo fa fare da persone che hanno studiato, sono chirurghi, di
sicuro qualcosa cui non sono abituati ma il loro lavoro. Quindi non ne vedo un
fine, non mi spiego il fine quale sia se no altro il sentir parlare di se e dire guarda
questa cosa ha fatto. // Non una performance di arte [quella di Orlan], per me
addirittura insultare il senso della performance di arte. Poi io non sono nemmeno
tanto addentro. Per per me non arte, non un percorso artistico. Non centra
niente con il creare, il mettere mano alla mente di una persona o alla sua volont.
un po come il saper scrivere e lo scrivere un libro. Le vedo come trovate pubblicitarie economiche, avranno centomila scopi ma non quello artistico. Non penso che
comunichi qualcosa. (T6)
e, fissando quelle pi importanti, quelle che non dipenderanno dai passi successivi, ma saranno invece stimoli per andare avanti a ricrearsi. Come questo
intervistato che ha scelto di farsi fare un grande tatuaggio sulla schiena che
simboleggia il suo concetto di sofferenza ispirato alla copertina di una album
di un gruppo di musica metal, e che egli usa come leitmotiv del suo agire
Mi serviva un posto ampio per tatuare questa cosa, lho fatto sulla schiena perch il
significato che ha una cosa che luomo dimentica sempre, e ha un fascino perch
una condanna, ma anche meglio cos, lho tatuato sulla schiena, perch non lo
vedi, non lo vedi, ma sai che c. Quindi un tatuaggio, che ha un significato, ma
ha un significato, perch sta l. Non avrei mai potuto tatuarlo su un braccio o sulla
mano o in un punto visibile. // un viso in dissolvenza che soffre, in una lava digitale
e secondo me un momento di una persona, dove cambia veramente il lato della
sofferenza. Quello il punto in cui tutto quello che pensavi o che eri prima. Perch
un percorso obbligato, perch non viene fuori quando vuoi tu, viene fuori quando
il mondo esterno te lo manda davanti. L tu capisci, impari a capire non il tuo vero
io, perch secondo me non lo capirai mai. Per impari a capire molte cose di te. Che
non pensavi essere capace di farle e invece le fai. (T3)
Lautenticit, insomma, sta nel rendere il gusto estetico motore della performance. E il genere? I canoni secondo cui definire questo concetto sono
emersi indirettamente, ossia per esclusione di ci che non si dovrebbe fare,
tenendo conto che ogni individuo si trova ad agire allinterno di un orizzonte
di senso che lo precede e che dalle sue pratiche pu essere modificato.
Nella chirurgia estetica, poi, la connotazione di genere rimane come variabile dipendente dal concetto di estetica, e rimane anche la prassi di riprodurre
un gusto tipicamente occidentale. Questa estetica proprio il tema che ha
occupato il centro del dibattito femminista sulle tecnologie e sullinscrizione
della cultura cosiddetta patriarcale. Allinterno delle subculture, soprattutto negli ultimi anni Novanta, le tecniche del corpo sono state lette attraverso
lenti post-essenzialiste che ne hanno fatto un modo per rivendicare il corpo e
rovesciare la logica della vittimizzazione attraverso cui sono prodotti i corpi
modificati femminili e delle comunit dei body modifier (Pitts 2003). Le
testimonianze raccolte non riconoscono, per, alle tecniche di modificazione estreme il potere che i teorici hanno individuato. Alla luce di questo, il
lavoro simbolico svolto nellarena estetica per incorporare il genere appare
strettamente connesso alla capacit spontanea dei soggetti di esprimere un
gusto personale e, proprio nella dimensione comunicativa, manifestare una
differenza rispetto ai modelli condivisi.
Il concetto di gusto, tuttavia, rimette in gioco variabili strutturali che ne
fanno qualcosa di personale nella misura in cui manifesta le appartenenze di
un individuo a un milieu culturale specifico (Bourdieu 1983). Il tipo di gusto estetico, che qui dovrebbe rientrare nelle prassi di genere e dare corpo a
competenze culturali precise, un insieme di saperi sul genere e desiderio di
distinguersi dal gusto comune, quindi anche dalle rappresentazioni di genere
comuni. Questo si traduce in una ricerca della bellezza che soprattutto,
armonia con il corpo, rispetto delle sue forme e dei suoi tempi.
119
Queste qua [gli impianti subdermali sulla fronte di Orlan] sono degli impianti, a me
piacciono e non piacciono (ride), mettere delle forme in teflon // che creano questo
effetto in 3D. A me piacciono e non piacciono, perch non mi piace lestremo, perch devo diventare pi bella, non devo diventare un mostro, non devo diventare un
freak da circo. Per anche l... se uno lo vuole diventare giusto che lo diventi, se
uno se lo sente dentro di s giusto che porti avanti questo suo sentire, questo desiderio che ha. Nessuno dovrebbe essere limitato nelle cose, purch siano veramente
tue, cio devi svilupparle tu con la coscienza di volerle. Non perch il chirurgo che
ti ci spinge. Sono io che lo voglio e sono io che mi spingo verso e faccio un percorso
evolutivo della mia persona e della mia figura. Non deve essere una corsa a diventare
qualcun altro. (P5)
Lordine di genere, dunque, non scardinato mettendo in gioco incorporazioni di femminilit resistente o di maschilit subordinata,3 come avviene
invece nei circuiti subculturali omosessuali o sadomasochisti, bens, mantenendo quei modelli di maschilit e femminilit come limite, da cui mantenere le distanze per creare una performance che non sia spettacolarizzazione
del corpo, ma sospensione della logica di genere.
6.4. Lorizzonte estetico
Sforzandosi di rintracciare modalit originali e appropriate per dare concretezza al modello di corpo difforme, gli attori dellarena estetica inanellano
talvolta svariati interventi sul corpo ma tutti hanno il medesimo: definire un
ambito di senso. Per compiere le loro declinazioni questi soggetti selezionano accuratamente le procedure da impiegare, che sono le stesse utilizzate
nella vita di ogni giorno e ci con cui si compie il lavoro simbolico necessario, che rigenera gli elementi della quotidianit (Willis 2005). Le identit
cos rigenereate adottano quellestetica terrena che rende larena stessa un
orizzonte estetico, nel quale ogni cosa prende significato per il fatto di escluderne altre.
Nellarena estetica, infatti, il senso delle pratiche sembra fuoruscire dalla
selezione o dallesclusione di significati, tecniche, procedure per materializzare in maniera efficace e univoca le categorie di bello-brutto, artistico-non
artistico.
Lobiettivo fondamentale dellincorporazione risulta legato a doppio filo
alla metamorfosi quale valore portante delle pratiche, ma la capacit di diIl termine indica un tipo di maschilit, in opposizione con il modello egemone e caratterizzata dai tratti ripudiati da quella. Collocandosi al fondo della gerarchia di genre, inoltre il
corrispettivo della femminilit resistente tra cui figurano lesbiche, single, streghe, prostitute e
lavoratrici manulae, perlopi ignorate dalla storia. Cfr. Connell (1987).
120
122
7. Larena commerciale
Il tragitto per entrare in questa nuova arena, attraverso lenti bourdieusiane, pu apparire come un triplo salto compiuto grazie alla duttilit del corpo.
Gli attori sociali investono il proprio capitale economico nella creazione di
un corpo che costituir poi una nuova forma di capitale (corporeo, appunto),
che sar poi tradotto in capitale sociale. attraverso questi tre momenti,
infatti, che sembrano articolarsi le prassi sul corpo, e il processo di commodificazione, nellarena commerciale. Sostenendo il commercio di ogni tipo di
prodotto e di tecniche per migliorarsi, la cultura del consumo introduce nel
set dei requisiti sociali un certo modo di lavorare sul corpo, che assume i caratteri della manutenzione della macchina, quel modello di corpo che risulta
tanto prevedibile quanto lo sono gli oggetti che lo circondano (Frank 1991).
Lidentit esternata attraverso il mercato ha la capacit di erodere i confini
delle identit nazionali nel mondo odierno (Mathews 2000). Ponendosi su
questa direttrice, concomitante allattivit di diffusione delle informazioni
dei media (cfr. par. 4.1), le modificazioni del corpo possono contribuire a
dare concretezza a unimmagine ibrida, che raccoglie elementi di etnie lontane dalla propria nello spazio e nel sentire. In particolare, possibile notare
che le due forme del mercato sono coinvolte nel processo e nelle pratiche
di costruzione dellidentit etnica: il mercato materiale che porta un flusso
di prodotti da tutte le parti del mondo in ogni angolo del mondo, e il supermercato culturale che porta un flusso di informazioni e identit potenziali da
ogni luogo in ogni angolo del mondo. Entrambe contribuiscono a costruire
per i soggetti un contesto allinterno del quale collocare i propri resoconti e
strutturare le proprie modulazioni identitarie. Probabilmente, questo supermercato culturale, come il supermercato materiale, esistito in forme rudimentali sin dalla notte dei tempi: le merci di scambio viaggiano verso luoghi
lontani dalle terre dorigine, anche le idee percorrono lunghissime distanze
come lantropologia ha documentato (Mathews 2000). Tuttavia la portata
sovversiva dei progetti sul corpo deve moderare lispirazione etnica tenendo conto della realt della corporeit dei soggetti contemporanei, che anche
123
La variabile di genere e di classe rimangono in questa arena dei grimaldelli per lincorporazione secondo parametri specifici. Il vettore utilizzato per
1
125
126
Se le donne hanno incorporato canoni di femminilit, trovando i servizi giusti, che dalla cosmetica alla medicina estetica si spingono sempre pi
in profondit, anche passando dal tatuatore, dal piercer o dal chirurgo, per
produrre corpi visibilmente belli, anche gli uomini, allora, sembrano pi sensibili ai richiami della cultura commerciale e approfittano dei servizi disponibili in un movimento di massa che attraversa tutto loccidente. Negli Stati
Uniti, che rappresentano la piattaforma di lancio nel processo di diffusione
della chirurgia estetica (Ory 2008), i dati del 2001 vedevano ancora una forte
maggioranza femminile (80%), ma avevano rilevato la crescente insoddisfazione di molti uomini per il loro corpo e il loro anelito ad avere un fisico
muscoloso. Da una recente indagine su chirurgia plastica e trattamenti non
invasivi, condotta in parallelo fra Italia, Spagna, Belgio e Portogallo su 5.005
soggetti, il 2% delle donne e il 3% degli uomini ricorso alla chirurgia estetica, mentre il 3% delle donne e l1% degli uomini ha subito sia chirurgia sia
trattamenti estetici, (Altroconsumo, agosto 2009).
Queste tendenze hanno sollevato una serie di quesiti inerenti alla mascolinit e allincorporazione dellidentit di genere, suggerendo lipotesi che
gli uomini starebbero capitolando di fronte a ideali di bellezza analoghi di
quelli che da lungo tempo le donne hanno sposato (Pope, Phillips e Olivardia
2000). Non chiaro se tali atteggiamenti siano nuovi o radicati in un antico
desiderio di accettazione sociale,4 di fatto alcune modalit di rapportarsi
al corpo, che sfociano nella patologia, (come la vigoressia o la dipendenza
da farmaci che potenziano il tono muscolare), starebbero progressivamente
entrando nelle pratiche di costruzione della maschilit, secondo i dettami
della cultura commerciale.
In questa prospettiva, che colora lincorporazione dei toni della cultura del consumo, tutti gli individui (indipendentemente dallappartenenza di
Cfr. www.laclinique.it, 29/08/2010.
Il riferimento alla patologia etichettata come Complesso di Adone, per cui un individuo,
generalmente maschio, preoccupato dallidea che il proprio corpo non sia abbastanza definito e muscoloso. Questo senso di insicurezza si traduce in lunghe sedute di allenamento in
palestra (perlopi sollevamento pesi) e unossessiva attenzione alla dieta. Il senso di disagio
ha generalmente influenza negativa sulla vita sociale o professionale dellindividuo, che
portato a evitare situazioni in cui esporre il proprio corpo, continua ad allenare e a seguire
diete pur sapendo che potrebbe essere dannoso per la salute. Ci si accompagna alla sensazione di essere troppo piccolo e poco muscoloso e porta allassunzione di ormoni oppure altri
farmaci non autorizzati per laumento della massa muscolare, ingenerando spesso un rischio
per salute della persona. Cfr. Pope, Willis e Olivardia (2000).
3
4
127
In Inghilterra, ad esempio, stato ideato il Mummy Job un pacchetto comprensivo di mastoplastica e una seri di liposuzioni per rimettere in forma le donne che vogliono recuperare
subito dopo il parto laspetto fisico che avevano prima della gravidanza, cfr, http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_02/moda_operazioni_mamme_573da744-a100-11dc-a70a0003ba99c53b.shtml, 28/08/2010.
6
Cfr. www.laclinique.it, 29/08/2010.
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[] un mondo di individui che abusano di steroidi e di corridori compulsivi, anoressici, bulimici, uomini che stanno perdendo capelli e potere, pazienti che si sottopongono a lifting del viso e delle natiche, innesti di silicone tutto per inseguire
giovinezza, sex appeal, e successo (Luciano 2002: 9).
larena commerciale si regge sullesigenza di soddisfare il bisogno di stare nel gruppo giusto pi che di mostrare il corpo giusto. Questultimo non
costituisce un fine in s, ma un mezzo per compiere i rituali dellarena, per
i quali non sono richieste caratteristiche tipiche, semmai ci che contraddistingue gli attori sociali il desiderio di sostituirle con altre pi funzionali.
Poich la societ non impone pi uniformi, il corpo consumabile lunica
uniforme che ognuno prova a mostrare nelle prassi. Metaforicamente diviene
la performance per tutti e, come tutte le performance, richiede attenzione ai
parametri, anticipazione, allenamento. A questo occorre fare riferimento nelle attivit situate anche per confermare identit e competenza di genere.
Ecco io adesso, se potessi, mi rifarei il seno, perch il mio troppo piccolo, cio,
perch una donna deve avere un bel seno, il seno grande, cos, io ne sono convinat
una cosa che penso da sempre. (CH4)
A me sarebbe piaciuto avere il piercing al sopracciglio, ma non si fa, da uomo,
insomma, non va. una mia amicane ha, ha anceh i capelli corti, sembra un uomo,
infatti, adesso che ci penso. (P4).
Una volta mi capitato di fare un tatuaggio, ti faccio vedere le foto se le trovo,
ecco una fenice che prende tutta la schiena, sexy, molto bello, ma raro in una
donna. In Italia siamo ancor un po indietro su queste cose, siamo ancora un po
perbenino. (T4)
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La popolazione femminile da tempo ha appreso ad addomesticare una apparente libert (sessuale, estetica) per entrare nei parametri di bellezza fissati
dalle industrie del fitness e della cosmesi strutturate secondo lo sguardo maschile. Le procedure di costruzione del corpo bello, dunque, consistono principalmente in tecniche di riproduzione del modello consumabile che trova
nelle situazioni il momento di scoprirsi e di mostrare a tutti i risultati ottenuti durante linverno, o creare un percorso personalizzato di ricreazione:
Gli uomini e la liposuzione: un capitolo importante della moderna chirurgia estetica. Oggi gli uomini dedicano molte attenzioni allaspetto fisico. La cura del corpo
diventata una parte centrale della giornata e del tempo libero, con ore passate in
palestra, massaggi e trattamenti estetici. Lestate il momento di scoprirsi e di mostrare a tutti i risultati ottenuti durante linverno. Qualcuno, nonostante gli sforzi e la
costanza, non arriva soddisfatto alla prova costume.7
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snella, le braccia leggere e le curve morbide. Oggi la chirurgia plastica mette a disposizione una soluzione per ogni problema estetico, dando la possibilit di avere
percorsi di bellezza su misura. Essere perfetta dalla vita in gi possibile.8
Il corpo che deve prendere una forma chiara e definita, dunque, appare
sempre pi un contenitore neutro per i prodotti della cultura commerciale,
se i percorsi sono personalizzati, il risultato comunque un modello unico.
Anche il genere, allora, diviene principalmente un effetto del consumo dei
prodotti giusti e della giusta manutenzione fatta al corpo. Il messaggio diffuso in essa looking good and feeling great che coincide anche con luso
creativo dei materiali disponibili. Il concetto di creativit viene impiegato
a profusione per suggerire ai soggetti come modificare il proprio corpo a
piacimento, ma le prassi devono soddisfare lesigenza di adeguamento, con
buona pace di chi poi dovr spiegare che le cose stanno in tuttaltro modo
(cfr. cap. 6).
Bisogna considerare lhabitus, il tessuto, la struttura ossea: se lei venisse qui e mi
dicesse mi faccia diventare come Brigitte Nielsen, io le direi che per la sua altezza
non possibile, che per il suo habitus, comporterebbe una alterazione della struttura
delle spalle, della gabbia toracica, unimplementazione della sua struttura muscolare
e scheletrica, che il suo fisico non potrebbe sopportare e allora bisogna cercare di
stare con i piedi per terra. (CH1)
Io non vivo il tatuaggio o il piercing o la chirurgia estetica come il modo per diventare pi simile al personaggio, o alla velina, o alla grande attrice o alla grande modella,
molte persone lo vivono cos e da qua si diventa drogati di queste cose. Perch io non
ci somiglier mai a quella persona perch non sono lei semplicemente e allora una
corsa, una lotta per cercare di diventare chi non siamo. (P5)
131
Vedi, non che lho fatto [lintervento di rinoplastica] perch mi sentivo brutto sentivo brutto solo il mio naso, volevo solo correggere una piccola imperfezione, qui,
per poi, parlando con il chirurgo mi ha consigliato di alleggerire anche altri punti
e allora gi che cero ho dato un tocco in pi, ho dato una forma pi definita, pi
ordinata. (CH2)
Avevo dei problemi nella respirazione per della cartilagine che cresceva nei seni
nasali che mi occludevaIo non lho fatto [la rinoplastica] perch non mi piacevo,
o per somigliare a qualcuno, o per non somigliare a... certe cose le fanno i vip o le
modelle. // Poi dato che cero, ho fatto levare una incurvatura gi che cero... ma
una cosa minima, per adesso che mi fa respirare meglio ma anche sentire meglio,
va beh, adesso cambiato anche il resto (ride). (CH3)
Io penso che se uno ha un corpo non tanto bello, ma dei bei tatuaggi alla fine anche
il fisico ci guadagna. Insomma come fare della chirurgia per meno rischiosa e un
po pi artistico. (T5)
La differenza tra tecniche sembra annullarsi e anche quella fra le parti del
corpo: ridefinire il naso dargli il giusto taglio, come si farebbe con i capelli, con una ruga. questa larena in cui anche le variabili anagrafiche sono
messe in sospeso, soggetti pi o meno giovani sono accomunati dal fatto di
cercare di dare forma a progetti sul corpo come hotch potch appresi nel supermarket degli stili (Polhemus 1998).
A: Il tatuaggio un modo di fare chirurgia estetica, meno chirurgico e pi artistico,
mi sembra, sai per come la vedo io anche se chirurgia e tatuaggio non sono reversibili, almeno in teoria, scegliere luna o laltro dipende dalla necessit delle persone
B: In che senso
A: Mah Come io decido di farmi il naso cos una persona pu decidere di farsi un
tatuaggio che ne so, comunque possiamo modificarci come vogliamo, trovare chi
lo fa non impossibile. (CH4)
genere fantasy. Adesso ci sono talmente tante possibilit rispetto allo stile che ha
senso che la gente vada verso chi pi esperto. (T4)
A: Ogni tanto c qualche ragazzo che arriva e vuole fare il trapianto
B: Cosa intende per ragazzo
A: Dai diciottanni, diciotto, diciannove e vuole fare il trapianto, perch ha paura
di invecchiare, o si accorto che sta perdendo un po i capelli, o vuole far le labbra,
perch le ha viste cos su una foto, allora io chiedo se ha la prescrizione chirurgica,
mi rispondono no, cos. Ecco, se cos, senza motivo, senza prescrizione allora li
mando via, sperando che non ne trovino un altro che lo fa. (CH1)
Viene percepita come suggestione non pronunciata la possibilit di dominare meccanicamente il processo di trasformazione naturale del corpo e di superare i conflitti personali interiori attraverso la costruzione di una superficie
corporea adatta alle esigenze del consumo di immagini, ma senza eccedere
La chirurgia estetica... Dipende. Io ho visto delle donne che sembravano degli scherzi di natura, talmente tirate, gonfiate, terribile. Per se uno ha le orecchie da Dumbo
9
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e lo pu fare stare meglio... certo che inseguire il mito delleterna giovinezza ridicolo. (T4)
Se a partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta la serie di personaggi proposti come campioni dei progetti sul corpo, individui non solo a
norma bens di successo rispetto ai canoni richiesti dalla cultura che li aveva
creati, era sostenuta da strategie appositamente inventate e commercializzate
(tipi di make-up, tecniche di cosmesi e cura del corpo) per facilitare ladattamento alla norma, oggi la persuasione al gioco della ricreazione si fa pi
sottile e richiede competenze pi raffinate. Tale ideale viene interiorizzato da
uomini e donne che sanno bene come non sia tanto lideologia,
134
quanto lorganizzazione del tempo, dello spazio e dei movimenti delle nostre vite
quotidiane a educare, plasmare e marchiare i nostri corpi con le forme storiche prevalenti dellindividualit, del desiderio della mascolinit, della femminilit. (Bordo
1997: 100)
I contenuti e i toni sono infatti cambiati nel tempo, le tecniche si sono rese
pi raffinate, ma ancora i soggetti apprendono che il loro capitale economico
deve essere investito urgentemente in un vistoso capitale corporeo.
Un tatuaggio qualunque basta essere tatuati questo da una parte mi fa comodo
perch mi fa mangiare la pagnotta, dallaltra mi d fastidio perch non c cultura
del tatuaggio. (T1)
Purtroppo c un sacco di gente che arriva qui e chiede di farli diventare come qualcuno che hanno visto in televisione, o in altri media, nei giornali sono tanti e tutti
vogliono essere come questo o come quella, ma la gente non vuole proprio capire
che non siamo i cloni di nessuno. (CH2)
Alcuni degli studiosi che si sono occupati di capire il legame tra comportamenti sociali e ruolo del corpo (Sennet 1976; Travaillot 1998; Stella
1998), hanno rilevato nellapproccio tardo moderno alla corporeit unanalogia con il percorso di salvezza promosso dalletica protestante di weberiana
memoria:10 come il fenomeno del capitalismo stato enfatizzato dallatteggiamento etico calvinista, cos oggi, gli attori sociali sembrerebbero mostrare
nel corpo la loro appartenenza alla cerchia degli eletti predestinati al successo sociale. Questa corporeit escatologica legata alla logica capitalistica,
che fa dellinvestimento e del consumo vistoso di beni legati alla cura e al
mantenimento del corpo una chiave della riuscita e un indicatore della predestinazione.
Le modificazioni del corpo attraverso le lenti della cultura commerciale
assumono allora la forma di beni durevoli come la macchina o liPad un
po pi costosi delle altre merci, ma facilmente reperibili in citt, dove tutto
a portata di mano, o in provincia, cercando un po, e ugualmente aderenti al
paradigma della cultura materiale: comunicare la propria identit attraverso
gli oggetti, i beni di consumo. In questo processo compiuto dai corpi possono
rientrare persino i caratteri dellappartenenza etnica.
Max Weber (1945) considera questo aspetto una delle variabili che ha promosso lo sviluppo
del capitalismo. Nel parallelismo con la corporeit, laccento posto sostanzialmente sul fatto
che la consapevolezza di essere nella grazia e quindi di essere predestinati deve essere manifestata visibilmente e le risorse, non pi economiche ma estetiche, devono essere gestite in
maniera responsabile, cercando di accrescerle sempre pi con incessante impegno.
10
135
Per converso
molti occidentali sono affascinati dagli occhi a mandorla al punto da volerli sfoggiare loro stessi. La cantoplastica viene in aiuto anche a queste persone modificando
sempre con il laser CO2 pulsato il diametro e la forma dellocchio, restringendolo
ed allungandolo. Un leggero ritocco di questo tipo contribuisce a rendere lo sguardo
pi misterioso, arricchendolo di un fascino tutto orientale.12
Lintervento di chirurgia estetica etnica (Ethnic Cosmetic Surgery) apparentemente pi richiesto dai soggetti di origine africana riguarda perlopi il
rimodellamento del naso dalla conformazione tipicamente negroide. interessante considerare quanti dettagli di una parte cos piccola, ma cos esposta
del corpo si riveli un accumulo di difetti e richieda di essere normalizzata per
permettere al soggetto di ottenere riconoscimento sociale. In tali casi, infatti,
il rimodellamento viene accuratamente programmato in modo da ottenere
un risultato che sembri stare in armonia con il resto dei parametri facciali e
da rispettare le proporzioni dei piani che compongono il viso, la rinoplastica, informano gli esperti, pu concentrarsi sulla punta (carnosa), sulle narici
(larghe) o su entrambi gli elementi:
11
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137
genere che si collega anche allalleviamento di marchi di stigma di tipo razziale. Per converso, le categorie sessuali non sono pi categorie biologiche,
ma divengono categorie estetiche, poich le pratiche di modificazione corporea sono apprese e la chirurgia estetica si sta traducendo rapidamente in una
di esse, il modello estetico uniforme da essa prodotto viene reso accessibile
in quanto socialmente buono
Bello equivale, per le societ tradizionali a buono socialmente e viceversa, molti
racconti tradizionali parlano di mutilazioni genitali, o dentali, di scarificazioni e le
definiscono belle: belle vale per buone, adatte, utili a perdere qualche fattore di
indeterminazione (Salvioni 1996: 36).
oh, come sei bella oggi perch quello che ti dice oggi, magari non c domani,
mentre tu rimani e allora devi essere contenta tu di fare una cosa. (P5)
Linvisibilit della modificazione, per, si sposa perfettamente con alcune esigenze di passing nellarena etnica, in quanto il passing razziale
imperniato sul desiderio di invisibilit e abilit a passare. Il risultato di
un buon rimodellamento, infatti, deve essere il pi possibile naturale, armonico, insomma, deve cercare di correggere con delicatezza, evitando di
stravolgere il disegno della natura, ossia di cadere nella deformit di un
corpo grottesco.
Trovo la chirurgia estetica sensata per quello che , non perch sortisca unimpressione o una sorpresa in chi la vede, come questa. Pi perch magari uno si trova
meglio con se stesso, o va a eliminare una cicatrice, o un difetto che vede in s. Ma
credo che la figura del corpo umano deve rimanere quello che . Non sarei contenta
di vedere a distanza di 30 o 40 anni delle generazioni mutate, o di avere dei figli o
dei nipoti che si creano degli impianti sottopelle. Se mi fai vedere questimmagine e
mi dici la vedi vicina al tuo lavoro, no, non la capisco pi di tanto. (T6)
Il corpo dunque una fonte di esperienza trascendente che la societ attuale sottovaluta e i fautori di questo nuovo approccio alla corporeit sembrano
avere invece riscoperto. Le analisi di queste tendenze subculturali mettono
in evidenza che nei discorsi dei soggetti dediti alle modificazioni del corpo
non occidentali come piercing multiplo, tatuaggio rituale, scarificazione ecc.
la connotazione spirituale delle pratiche piuttosto insistita rispetto alle valenze di tipo sessuale, fisica, espressivo/esibizionistica che spesso si accompagnano alle pratiche. Allinterno di questo gruppo trovano spazio comunit
molteplici, perlopi bianche, popolari nel contesto delle modificazioni non
normative,15 che tendono ad appropriarsi dei rituali primitivi.
I pareri degli studiosi sono controversi come controverse sono le letture
che i praticanti forniscono delle tecniche di modificazione da loro celebrate.
Diversi aspetti segnalano la contraddittoriet di queste pratiche, che talvolta
ignorano il significato originale per un mero recupero dellinsolito; oppure
storicizzano il multiculturalismo e non prendono in considerazione la storia,
poich ignorano i fondamenti effettivi e la declinazione temporale delle pratiche esaltate; consistono nella privatizzazione e nellerotizzazione di eventi
culturali originariamente comunitari e moralmente approvati dalla cultura
(come, ad esempio, il piercing) (Klesse 1999). Questultimo aspetto, in particolare, porta in evidenza il malinteso culturale di fondo, la volont di creare
una vulgata secondo cui riconosciuto ai pochi occidentali dotati di occhi
sensibili il privilegio di rivalutare le tecniche tribali come usi sociali del corpo pi autentici di quelli cui la societ tardo moderna, troppo civilizzata si
dedica (Pitts 2003: cap. 4).
Con questo termine mi riferisco a quei contesti subculturali in cui viene attuata una serie
di procedure sorrette da una filosofia elaborata non condivisa su larga scala, nello specifico
intendo qui le comunit leather fetish, sadomasochiste che compaiono in maniera preponderante sulla scena gay e lesbica statunitense, ma stanno sviluppandosi anche in quella italiana.
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142
Nei capitoli precedenti gli interventi sul corpo sembrano ribadire che non
la forma del naso a dover essere migliorata, n la quantit di capelli sulla
testa a dover essere aumentata, ma lapproccio allesperienza e il tipo di
agire sociale. Modificare il corpo per capriccio o per rinunciare ad avere
presa sulla propria vita la direzione opposta a quella che i progetti sul corpo dovrebbero seguire. Negli account dei professionisti ci si traduce in un
lavoro di persuasione a farne il punto di partenza per unazione pi ampia
di comunicazione di s e di gestione della propria identit sociale e della
propria quotidianit.
Non si tratta di fare una cosa piuttosto che unaltra, si tratta di analizzare tutto quello
che sta succedendo, imparare come fatto il corpo come reagisce, come guarisce,
come cambia, una disciplina che poi porti nella vita, che ti fa cambiare il modo di
essere. (S2)
143
dificato a piacimento, lhabitus, la struttura, let stessa sono cose che non possono
essere messe da parte e che sono naturali e che superati questi limiti si diventa dei
mostri. (CH 1)
Io cerco di far capire alle persone che non devono avere fretta, che non devono forzarsi a fare le cose, ci sono dei limiti naturali nel corpo che vanno rispettati, ci sono
dei tempi, bisogna avere pazienza, stare attenti, osservare quello che accade e capire,
riflettere. (P 3)
, infatti, difficile non trovare analogie con queste altre parole di Illich
(1973: 5), che descrive il profilo della societ cui aspirare:
Se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una societ a venire che non sia iper-industriale, dobbiamo riconoscere lesistenza di scale
e limiti naturali. Esistono delle soglie che non si possono superare. Infatti, superato
il limite, lo strumento da servitore diviene despota. Oltrepassata la soglia, la societ
diventa scuola, ospedale, prigione e comincia la grande reclusione.
pi tanto importante avercela quella cosa l. // I sacrifici si possono fare ma per altre
cose. Per esempio, metter via i soldi per fare un viaggio con i figli per far vedere loro
cose belle che non si possono vedere da nessunaltra parte. Per comprare dei libri.
// Penso che i genitori debbano dare degli strumenti. Lidea che ci sono mamme che
preferirebbero vedere la propria figlia, piuttosto che architetto o ingegnere, velina,
un dramma. Se i genitori per primi pensano che quelli sono i modelli da seguire:
aiuto! Se i genitori non ci arrivano, non ci arriva neanche il figlio. (T4)
Queste parole, che possono apparire per alcuni aspetti di ispirazione vagamente New Age, mi sembrano per anche i germi di qualcosa che si sta
muovendo nelle diverse arene e che sta dando vita a una cultura del corpo
in fieri. Si tratta certo di un gruppo pi piccolo rispetto ai grandi numeri del
mercato della modificazione standard, tuttavia un gruppo che aspira a diventare massa critica e lo fa usando le prassi delle arene. Cercando un gusto anzich adeguandosi al gusto del momento, guardando le immagini dei media
per distaccarsene, prendendosi cura del corpo anzich revisionandolo come
se fosse una macchina. Nei sommovimenti del corpo sociale allora possibile riconoscere in queste attivit quel modo di lavorasi il sistema (Goffman
2001) che permette ai soggetti usarlo a proprio vantaggio e di fare infiltrare
nuovi significati nelle crepe del sistema simbolico.
In via ipotetica, allora, larena del corpo conviviale si potrebbe collocare
nel punto di convergenza fra le arene descritte e realizzerebbe un approccio alla corporeit come continuo compimento di decostruzione dei modelli
proposti (Foucault 2003). Molti intervistati mostrano di aver inteso le modificazioni del corpo come uninvenzione umana per soddisfare bisogni di
appartenenza sociale, di comunicazione e, quindi, di attribuzione di senso
alla realt grazie anche allidentit che agevolano. Posto che i corpi sono
qualcosa su cui lavoriamo, mangiando, lavandoci, facendo sport, mettendoci
a dieta (Turner 1985), allora, conservando la loro prospettiva, gli accorgimenti da prendere per sottrarsi ai condizionamenti meccanici della cultura
commerciale e della disciplina del corpo cos come al gusto estetico ci massa
sembrano proprio coinvolgere un intenso lavoro di riflessione sui significati
che il lavoro sociale pu far ricader sul corpo. Ossia, occorre ridurre il ruolo
delle immagini, gestire i desideri che creano confusione con li veri bisogni
del corpo, osservare cosa accade anche nelle sensazioni e nelle emozioni.
Questa rappresentazione dellincorporazione si materializza nelle preoccupazioni primarie dei professionisti che incitano i clienti/pazienti a lavorare
nella direzione auspicata, sforzandosi di scremare leccesso di rappresentazioni per trovare una via alla loro necessit di ri-crearsi. Anche attraverso
tecniche come il piercing, un soggetto pu imparare qualcosa di se stesso.
Molte persone hanno problemi ad accettare delle parti del loro corpo, e compensano
con il lato estetico della cosa, molte persone vengono anche a coprirsi cicatrici ad
esempio. Vanno ad abbellire una parte del corpo che magari non ci soddisfa pienamente, insomma andiamo a creare un abbellimento. Ecco a me piace dire che il
piercing va ad abbellire il corpo non lo va a ferire. Quindi si va a prendere cura di una
parte del corpo che magari non ci piaceva e cos impariamo ad accettarla. Dovendola
curare, anche per mesi a volte// impariamo anche ad accettarla. Questa la mia interpretazione, perch una cosa che guardavamo e dicevamo mamma mia come non
mi piace impari a guardarla, la curi, ne prendi coscienza anche. (P5)
147
Tutti gli insegnamenti che invitano a vigilare sulle rappresentazioni sembrano confluire in un unico set di competenze, aggiornamento del corpus di
precetti che la dietetica stoica presenta come basi della cura di s, elaborato
nella ricostruzione della Storia della sessualit da Michel Foucault (2003),
dove la creazione della soggettivit o per meglio dire lincorporazione
acquisisce i caratteri di un compimento continuo, effetto della riflessione del
soggetto sulle proprie azioni e su quanto la cultura gli offre. Prendersi cura
di se stessi, quindi, non solo prestare attenzione al corpo materiale in cui un
individuo vive, soprattutto il grado di riflessivit che dovrebbe intervenire
nellincorporazione in quanto processo e rappresenta un modo di lavorare sul
corpo di natura completamente differente dalla sorveglianza volta al controllo e che nulla a che fare con la plasmazione a volte deformante.
In questa nuova chiave di lettura la creativit pu trovare regimi con cui
armonizzare personalit e situazione (tensioni, stato e circostanze in cui si
trova il soggetto) se il soggetto riesce a porsi in una posizione che privilegia
la costruzione personale e consapevole della propria corporeit, e mette in
discussione i canoni condivisi rispetto alle rappresentazioni di genere. Il valore sovversivo delle prassi diviene permettere agli utenti della chirurgia, del
piercing, del tatuaggio, della scarificazione di intervenire nel mercato simbolico con significati che non sono pi identificazioni di pronto consumo che ne
ingabbiano la personalit, ma espressioni consapevoli del self, dotate quindi
di una portata politica: la modificazione di s in direzione conviviale.
Unincarnazione che nasce sulla contrapposizione tra buon gusto e abiezione, tra naturale e artificiale, finisce col generare un legame tra coloro i
quali condividono, o rifiutano, o ignorano questa tipologia di pratiche come
manifestazione di un modo preciso di sentirsi e comunicarsi. Gli stili elaborati sulla spinta dellispirazione offerta dai media o dalle subculture addomesticate dallarena commerciale, dipendono dalle capacit di embedding
e disembedding (Giddens 1991) dei professionisti e dei loro clienti/pazienti.
In questo movimento fluido si gioca per gli individui la possibilit di erodere
i codici dominanti e inserire elementi altri per la creazione di un universo
simbolico differente. , infatti, nel potere di ognuno apportare una varia148
attori sociali sembrano trovare oggi pi possibilit, pi garanzie o pi consuetudine a soddisfare le proprie esigenze comunicative.
Le pratiche di modificazione, per, come non possono essere comprese
fuori dal contesto, ma risentono dellindessicalit, cos non possono essere
spiegate a prescindere da due fattori fondamentali, ossia la capacit individuale di muoversi e definire la relazione di genere rispetto a dei ruoli gi
predisposti e a un codice corporeo espressivo che genera un modello di corpo
ordinario condiviso.
150
Perch un individuo riesca a plasmare il progetto ideale che coltiva nella mente, intraprende una composizione basata sui significati di identit di
genere che ha a disposizione nellarena in cui opera. Nelle arene dei media
e commerciale il corpo femminile continua a essere letto seguendo la logica
della sineddoche, secondo la quale gli attributi sessuali fungono da equivalente della natura e rafforzano lidentificazione femminile con un ipotetico
corpo materno; il corpo maschile invece, per sfuggire al sovraccarico delle
aspettative culturali, sembra subire un processo di repressione progressiva
che lo porterebbe sulla via dellannullamento delle categorie, ipotizzando un
corpo neutralizzato.
il corpo che scompare una risposta di genere alle ansiet culturali relative
allinvasione del corpo. I sogni maschili di trascendere il corpo e, di conseguenza,
gli sforzi degli uomini per reprimere il corpo, segnano un desiderio di ritornare
alla neutralit del corpo, di liberarsi del corpo classificato culturalmente (Balsamo
1999: 197).
La conseguenza logica sarebbe quindi che lunico modello corporeo materiale, effettivamente esistente ed esperibile dallinterno o dallesterno per
gli attori sociali sia quello femminile. Ma in quali contesti gli attori sociali si
trovano a fare i conti con un simile modello di corpo?
A considerare almeno le rappresentazioni visuali della corporeit tardo
moderna, senza volersi addentrare in unintricata ricostruzione storica dei
messaggi di tali raffigurazioni,1 nella percezione degli intervistati il corpo
femminile occupa in maniera preponderante larena dei media e larena estetica: il profluvio di immagini che invade riviste e quotidiani, manifesti e
cartelloni sulle strade, nella televisione, nei video in rete rimanga femminile.
La prevalenza di questo modello pare eclissare i confini tra oggettivazione
commerciale ed esaltazione semiotico/spettacolare e si basa su un uso delle
tecniche di modificazione come strumenti dellapparire. In unaltra prospettiva, soprattutto nellarena del disciplinamento e in quella estetica per opposizione, il senso comune lagente che rafforza il valore delle pratiche di
modificazione e di presentazione del corpo come tecniche di apprendimento
dei canoni estetici e di genere in vigore (Brush 1998): non solo il ricorso
alla chirurgia estetica appare un indicatore dei differenti gradi di imposizione della cultura sia in senso figurato sia letterale, ma anche le tecniche
subculturali dimostrano di sottostare a precise regole di presentazione e di
apprendimento.
Per una ricostruzione dettagliata e sistematica dei paradigmi di raffigurazione del corpo nel
Novecento, cfr. Corbin, Courtine, de Blacque e Vigarello (2008).
155
Questo pare confermare lipotesi che i discorsi intorno al corpo hanno eliminato dalla prospettiva storica la questione della specificit sessuale e razziale della superficie che viene inscritta (Grosz 1995). In questa prospettiva,
la questione dellidentit di genere viene cancellata dal corpo, poich compete allo sguardo disciplinare (Balsamo 1992: 208) del chirurgo estetico, del
piercer, o del tatuatore, la convalida della giustezza della forma corporea e
dellaspirazione alla metamorfosi. I modi in cui attraverso lo sguardo i corpi
femminili non a norma appaiono disciplinati e frammentati in parti sottoscrive, inoltre, la definizione di tali parti come patologiche e difettose. Quando
per gli standard estetici e di genere vengono re-inscritti nei corpi, allora i
corpi possono essere riconosciuti nellambito dellordine di genere.
Nella societ complessa della globalizzazione lesperienza culturale risulta sempre pi differenziata e la produzione culturale sempre pi indeterminata nei propri esiti. Attraverso fenomeni di diffusione non delimitabili,
policentrismo, innovazione locale prontamente immessa nel circuito globale,
i pi cospicui effetti del processo di trasformazione globale emergono dalla
conformazione culturale, infatti, in quanto sistemi collettivi di significato le
culture appartengono innanzitutto alle relazioni sociali e ai network di queste
relazioni. Appartengono ai luoghi solo indirettamente e senza una necessit
logica (Hannerz 1998: 18).
Parlare allora di incorporazione della cultura e di espressione della variabile di genere attraverso il corpo si rivela parte di una riflessione sulle relazioni sociali e sui network di relazioni che si pongono alla base dei progetti
sui corpi. Al presente sembra difficile individuare delle regole e dei punti di
riferimento stabili non solo per svolgere lagire sociale, ma anche per interpretarlo, poich, come ho cercato di mostrare in questo libro, le strategie di
vita non sono pi scelte in modo razionale e i valori mutano continuamente:
tutti i punti di riferimento che davano solidit al mondo e favorivano la logica nella
selezione delle strategie di vita (i posti di lavoro, le capacit, i legami personali, i
modelli di convenienza e decoro, i concetti di salute e malattia, i valori che si pensava andassero coltivati e i modi collaudati per farlo), tutti questi e molti altri punti di
riferimento un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione
che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno. Questa nostra epoca eccelle nello smantellare le strutture
e nel liquefare i modelli, ogni tipo di struttura e ogni tipo di modello, con casualit e
senza preavviso (Bauman 2002: 159).
I modelli incorporati quindi, soprattutto nellarena commerciale, sembrano sciogliersi nella continua trasformazione delle regole del gioco: non esiste
un corpus di conoscenze inerente allespressivit e alluso sociale del corpo,
il modello consumabile pare pi impegnato nella decostruzione che nella
156
re il potere restrittivo con il quale essi si devono confrontare per poter sovvertire i codici condivisi: Susan Bordo (1997) ha mostrato come la costruzione occidentale della bellezza presenti forme di normalizzazione (razziale
e di genere) che non possono essere cancellate con la semplice e ingenua
esaltazione (peraltro retorica) della diversit e delleterogeneit. Porre laccento sulla progettualit e, in special modo, sulle finalit creative e ricreative
che i singoli individui si propongono, non deve far perdere di vista il contesto
entro il quale i soggetti operano.
I corpi, inoltre, poich sono inseriti e continuamente attraversati da contenuti immateriali che non sono opera di un solo individuo, n di una sola epoca,
sembrano richiedere di riflettere sulla cifra individualista dei rituali. Leggere
le pratiche di modificazione solo come effetto dellindividualismo crescente
porta a perdere parte del senso delle narrazioni e dei progetti sul corpo. Lo
confermano molte delle spiegazioni fornite dagli intervistati (professionisti e
clienti/pazienti) che non riescono a riconoscere nelle modificazioni estreme
delle strategie di critica alle logiche dellarena commerciale, ma solo come
monologhi sulla percezione di individui che li recitano a loro stessi. Rifiutando in toto il carattere collettivo delle rappresentazioni dominanti, qualsiasi
pratica di modificazione del corpo si rivela incapace di sovvertire lordine
condiviso e le rappresentazioni egemoni, proprio perch manca di categorie
interpretative e materiali per riprodurla nella sua portata sovversiva.
Per quanto scienza e tecnologia forniscano mezzi innovativi per effettuare lincorporazione, tuttavia i modi non sono noti (Negrin 2002): occorrono delle figure che spieghino come modificare il corpo. Per molti individui
che intervengono su se stessi, in effetti, la stilizzazione del corpo diventa un
processo infinito, che sposta progressivamente i limiti della possibilit di
mostrarsi differenti, di fare altro di ci che si . Per quanto lincorporazione
sia appunto un processo infinito, tuttavia molte sono le difficolt di adeguare
il corpo a unespressione autentica e capace di mettere in discussione e rielaborare i codici condivisi, ossia di spostare sempre pi avanti i limiti entro cui
i soggetti non vivono la prassi come mera ripetizione.
Attuare pratiche sovversive per non equivale a creare unantimoda, significa soprattutto, nelle descrizioni degli intervistati, entrare in un modo
specifico nel processo che parte dalla presa di distanza dai codici condivisi pi prossimi (ruoli e modelli preparati dalla famiglia, dalla scuola, dagli
amici) e poi si rivolge alla critica dei codici sociali e globali (razza, estetica,
sessualit), per criticarne le tracce anche nelle proprie abitudini incorporate il
compimento delle pratiche ordinarie: sovvertire prestare attenzione. rendersi responsabili della propria identit e delle proprie possibilit espressive
di fronte alle aspettative sociali.
159
Lipotesi del corpo conviviale (cfr. cap. 8), infine, mette in evidenza almeno altri due aspetti del discorso sulla corporeit. Il primo che sicuramente
che, da un lato, le forme estreme di modificazione possono apparire un modo
di svelare i meccanismi dellincorporazione e delle politiche, ma, dallaltro
rivelano che la lettura colta o divulgativa sulle teorizzazioni di sociologi,
semiologi e psicologi accessibile e fa parte del bagaglio degli attori sociali
che possono oggi rimescolare le carte in tavola e cambiare i giochi di potere.
Infatti, se lipertrofia informativa dei mezzi di comunicazione bombarda le
routine, gli individui sono sempre pi spinti a cercarsi quello che interessa
loro veramente nel mare magnum della comunicazione.
Il secondo aspetto che prestare attenzione alla dimensione simbolica
delle prassi e, dunque ai significati che i corpi, appunto, incorporano, come
parte del processo di commodificazione, spinge a riemettere sotto il fuoco
della riflessione la doppia dimensione del genere come costruzione e imposizione. Certo i soggetti sanno che non possono comportarsi un giorno da
uomini e un giorno da donne, n sembrano interessati ad andare oggi dal
chirurgo per farsi dei contorni del viso pi aggraziati, e domani per avere un
aspetto pi rude, per iniziano a rendersi conto che con i loro corpi sempre
pi concertano (Goffman 1977) lordine che definisce i generi e le caratteristiche che i corpi devono mostrare. Lo sanno perch su questi caratteri sono
sempre pi invitati a lavorare e perch quando decidono di metter mano al
corpo incontrano nella maggior parte dei casi professionisti che li costringono a fare i conti con il loro corpo come situazione di partenza, dotato di
caratteri sessuali che non possono essere dismessi con una seduta in sala
operatoria o in negozio.
I corpi che contano, dunque, sono quelli che continuamente trasformano
ruoli, definizione della situazione, intenzionalit e norme, ossia, sono soggettivit che, non si limitano a simulare la tempra morale attraverso la riproduzione di unimmagine sulla superficie corporea, bens attraverso la pratica
hanno appreso a far sporgere sullestetica unetica. E a questo modello anelano alcuni intervistati sembrano aver gi cominciato a lavorare.
160
Glossario
Il termine modificazione corporea, body modification, , innanzitutto, unetichetta verbale che raccoglie una vasta gamma di interventi sul corpo. Oltre ad abbigliamento e cura dellaspetto, possono essere annoverati nellinsieme tecniche di
perforazione, scrittura, incisione, bruciatura, inserimento di piccoli oggetti, varie
tecniche di chirurgia estetica, e i molti procedimenti cui si pu ricorrere per trasformare la figura e la superficie corporea.
Alla lista di pratiche ne possono essere aggiunte anche altre come il body building, la fitness, ma anche i regimi dietetici, il digiuno e le forme di comportamento
definite patologiche come lanoressia, la bulimia, la vigoressia. Questaltro gruppo
si caratterizza per il fatto di modificare il corpo non inscrivendone la superficie,
bens mettendo in atto una serie di esercizi e di regimi che vengono protratti per
un lungo periodo e portano lentamente a ottenere effetti di modellamento del corpo
esterno (Featherstone 1991).
Luso di protesi e ritrovati tecnologici che potenziano o ripristinano le naturali
funzionalit del corpo possono essere ricompresi nellinsieme delle pratiche di modificazione del corpo con finalit espressive di tipo estetico-decoratico o spirituale.
Lampia famiglia delle modificazioni del corpo pu, inoltre, comprendere le procedure di alterazione dellidentit sessuale, che possono comportare un progetto sul
corpo di adattamento o camuffamento. Linsieme appare quindi estremamente ampio e ulteriormente articolabile, di seguito ne vengono descritte alcune spesso citate
nel corso del volume.
Branding. Il termine si riferisce a una tecnica di decorazione della pelle, effettuata attraverso bruciature prodotte per mezzo di strumenti in acciaio o ceramica, che
ripetutamente cauterizzano piccoli segmenti della superficie epidermica per comporre un disegno. Loperazione relativamente poco dolorosa, poich attraverso la cauterizzazione anche le terminazioni nervose vengono neutralizzate, assai pi lunga e
faticosa la guarigione, che pu anche comportare la rimozione delle parti in via di
cicatrizzazione qualora si vogliano ottenere cicatrici pi marcate o ampie.
Chirurgia estetica. Fa riferimento a una branca della chirurgia plastica, che si
occupa di modificare per ragioni non ricostruttive ma, appunto, estetiche alcune parti del corpo. Pu essere praticata in quasi tutto il corpo, ma prevalentemente viene
impiegata per quelle aree che sono pi implicate nelle interazioni, quali il volto, e
quelle pi esposte al contatto visivo, come il busto. Gli interventi sono spesso richiestied effettuati per mascherare alterazioni dovute alet o per adegumento ai canoni
161
guiche, prince Albert, scrotum). Finch il foro di un piercing non viene allargato
e dilatato per mezzo di un peso o altro, esso da considerarsi una modificazione
temporanea, in quanto nel momento in cui viene a mancare linserzione delloggetto
i tessuti tendono a richiudersi. Un allargamento sensibile del piercing ottenibile
invece inserendo pi anelli in metallo (ringing), tubicini, bastoncini e pesi che trasformano il piercing reversibile in piercing permanente.
Queer. Aggettivo inglese (queer: strano, insolito) utilizzato per indicare individui che deviano dalla norma dei comportamenti sessuali o di genere tipici. Storicamente utilizzato con valenza dispregiativa nei confronti dei soggetti omosessuali,
il concetto di q. cambia nel tempo e acquisisce valore teorico e politico. Il termine
entra, infatti, negli anni Novanta nel mondo accademico a costituire i queer studies, un campo di studi interdisciplinare che si sviluppa in ambiente anglosassone e
americano, esercitando una forte critica nei confronti delle definizioni oppressive e
restrittitive dellidentit di genere e trova i suoi principali esponenti in Judith Butler,
Teresa de Lauretis, Julia Kristeva.
Scarificazione. Con questo termine si intendono tutte le tecniche di incisione del
corpo finalizzate a lasciare segni in forma di cicatrice (dallinglese scar), che attraverso varie metodologie di abrasione e strumenti di intervento vengono alterate per
costituire dei marchi in rilievo (cheloidi). La pratica deriva dalle usanze di alcune
culture tribali presenti in nelle regioni dellAfrica centrale che praticano lusanza per
la codificazione sociale dei caratteri individuali.
Tatuaggio. Termine di derivazione polinesiana [tatau: battere, marchiare] usato
per indicare sia la tecnica di decorazione del corpo, sia il risultato (perlopi pittorico)
dellintervento. Le prime testimoninze di questa usanza risalgono al 3300 a.C. nelle
Apli Orientali con finalit mediche e terapeutiche, al presente sipossono riconoscere
usi differenti dipendenti da ragioni individuali, con una prevalenza di motivazioni estetico-espressive. Attraverso lincisione della pelle con il dermografo vengono
inseriti pigmenti colorati che possono creare, in base allabilit del professionista e
alle esigenze del cliente, risultati di grande resa artistica o semplici effetti grafici di
scrittura. Molti sono infatti gli stili disponibili e impiegati oggi per realizzare i disegni (old school, new school, irezumi, tribal, realistico, fantasy, biomeccanico). Tradizionalmente ritenuta una pratica ireversibile di marcatura del corpo, il t. offre oggi
possibilit parziali di cancellazione o rimozione grazie alle nuove tecnologie laser.
Transgender. Il termine connota individui che non esprimono una corrispondenza perfetta tra sesso e identit di genere e, non identificandosi completamente con
il genere maschile o femminile, non possono, pertanto, essere identificati/e come
donne o uomini. La transessualit pu essere intesa come passaggio da un polo
sessuale allaltro, ma anche come modalit di vivere la propria identit di genere che
pu protrarsi per la vita oppure essere tematizzata dal soggetto quando adulto.
163
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Oaks/New Delhi.
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1155. Collana del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale.
Produrre cultura, creare comunicazione
1. Laura Bovone (a cura di), Mode
2. Laura Bovone, Emanuela Mora (a cura di), La moda della metropoli. Dove si incontrano i giovani milanesi
3. Mike Featherstone, Roger Burrows (a cura di), Tecnologia e cultura virtuale. Cyberspace, cyberbodies, cyberpunk
4. Diana Crane, Questioni di moda. Classe, genere e identit nell'abbigliamento
5. Elizabeth Wilson, Vestirsi di sogni. Moda e modernit
Sezione 1
1. Andrea Vargiu, La citt di carta. Milano nellimmaginario dei corrispondenti della stampa
estera
2. Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda. Immagini e racconti dal Ticinese a Milano
3. Laura Bovone (a cura di), Creare comunicazione. I nuovi intermediari di cultura a Milano
4. Laura Bovone, Comunicazione. Pratiche, percorsi, soggetti
5. Maria Antonietta Trasforini (a cura di), Arte a parte. Donne artiste fra margini e centro
6. Daniel Bertaux, Racconti di vita. La prospettiva etnosociologica
7. Rita Bichi, La societ raccontata. Metodi biografici e vite complesse
8. Lucia Ruggerone, Parlare per vivere. Linguaggio ed esperienza nelletnometodologia
9. Emanuela Mora, Culture metropolitane. Attraverso la Milano degli anni Novanta
10. Lucia Ruggerone (a cura di), Al di l della moda. Oggetti, storie, significati
11. Fausto Colombo, Luisella Farinotti, Francesca Pasquali, I margini della cultura. Media e innovazione
12. Gianfranco Sias, Societ dellinformazione e conoscenza. Un futuro ineguale?
13. Laura Bovone, Mauro Magatti, Emanuela Mora, Giancarlo Rovati, Intraprendere cultura. Rinnovare la citt
14. Mario de Benedittis (a cura di), Comunit in rete. Relazioni sociali e comunicazione mediata
da computer
15. Laura Bovone, Lucia Ruggerone (a cura di), Intorno a produzione e consumo. Percorsi nellindustria culturale
16. Paolo Volont (a cura di), La creativit diffusa. Culture e mestieri della moda oggi
17. Laura Bovone, Antonietta Mazzette, Giancarlo Rovati (a cura di), Effervescenze urbane. Quartieri creativi a Milano, Genova e Sassari
18. Carla Lunghi, Culture creole. Imprenditrici straniere a Milano
19. Paolo Volont, La fabbrica dei significati solidi. Indagine sulla cultura della scienza
20. Laura Bovone, Emanuela Mora (a cura di), Saperi e mestieri dellindustria culturale
21. Elena Besozzi (a cura di), Il genere come risorsa comunicativa. Maschile e femminile nei processi di crescita
22. Laura Bovone, Paolo Volont (a cura di), Comunicare le identit. Percorsi della soggettivit
nellet contemporanea
23. Laura Bovone, Lucia Ruggerone (a cura di), Che genere di moda?
24. Giovanna Mascheroni, Le comunit viaggianti. Socialit reticolare e mobile dei viaggiatori indipendenti
25. Carla Lunghi, Eugenia Montagnini, La moda della responsabilit
26. Antonietta Mazzette, Emanuele Sgroi, La metropoli consumata. Antropologie, architetture, politiche, cittadinanze
27. Elisa Bellotti, Amicizie. Le reti sociali dei giovani single
28. Emanuela Mora (a cura di), Geografie della moda
29. Marco Pedroni, Coolhunting. Genesi di una pratica professionale eretica
30. Ambrogia Cereda, Tracce didentit. Modificare il corpo, costruire il genere
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9-06-2008
9:44
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FrancoAngeli
La passione per le conoscenze
27-10-2010
14:17
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Ambrogia Cereda
1155.1.30 - A. CEREDA - TRACCE DIDENTIT
Il nostro corpo dato per scontato nelle molte attivit che compiamo ogni giorno: camminiamo, parliamo, prendiamo l'autobus in
maniera spontanea, senza porci troppi problemi in merito. Talvolta, per, prestiamo estrema attenzione al modo in cui gli altri ci vedono, l'abito, il gesto, l'aspetto del volto diventano i segnali di tutta
la nostra storia personale.
Avere il corpo 'giusto', allora, diventa un compito da svolgere per
stare in societ e ottenere riconoscimento. In questa duplice dimensione, che intreccia natura e cultura, tatuaggi, piercing, scarificazioni e chirurgia estetica possono diventare modi efficaci per acquisire un aspetto e un'identit adatti alle richieste del contesto o, al
contrario, per opporvisi, criticando i codici condivisi e rinunciando a essi.
Il volume vuole scavare sotto le apparenze e provare a offrire una
descrizione pi attenta e articolata di queste pratiche che, da un
lato, vengono spesso racchiuse sotto l'etichetta della trasgressione e
dell'esibizionismo mentre, dall'altro, vengono facilmente ridotte a
fenomeno di moda passeggero. Partendo da testimonianze raccolte
sul campo si intende ricostruire lo scenario entro cui i corpi sono
modificati dagli attori sociali. Attraverso interviste in profondit a
professionisti, clienti e pazienti ed etnografie condotte nei negozi di
tatuaggi, piercing e scarificazioni, viene, infatti, a delinearsi un
quadro in cui gli interventi 'volontari' sul corpo sono ricompresi
alla luce dei parametri di genere.
Il filo conduttore una corporeit che sempre meno cerca di discostarsi dai modelli unici di femminilit e maschilit e nelle pratiche segue direttrici sempre pi tradizionali e conformiste, anzich
sovversive o innovative, anelando tuttavia a una rivoluzione dei codici di rappresentazione di genere.
TRACCE
DIDENTIT
Modificare il corpo,
costruire il genere
CREARE COMUNICAZIONE
1155.1.30
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