1 | MAGGIO 2017
NICOL SCREMIN
INSI
InterNational Security Interest (INSI) una testata giornalistica
online indipendente che promuove la produzione e la diffusione
di contenuti di carattere accademico-scientifico e divulgativo
relativi al mondo della security e dei social affairs. Per la
particolare attenzione nei confronti del terrorismo e
dellantiterrorismo, INSI pu essere considerato il primo
giornale interamente student-run nel suo genere in Italia.
LAUTORE
Nicol Scremin Co-fondatore e Direttore Esecutivo di INSI.
Laureato in Scienze per lInvestigazione e la Sicurezza presso
lUniversit degli Studi di Perugia con la votazione di 110 e
lode,attualmente lavora come Research Assistant presso
lInternational Institute for Counter-Terrorism di Herzliya, Israele.
CONTATTI
InterNational Security Interest
Santa Croce 468/B
Venezia, 30135
Italia
E. info@internationalsecurityinterest.com
N. Scremin, Terrorismo: un fenomeno complesso, InterNational Security Interest (INSI), Analysis N1,
Venezia, maggio 2017
TERRORISMO E COMUNICAZIONE 11
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 12
BIBLIOGRAFIA 13
ABSTRACT
Per Boaz Ganor invece, il terrorismo una forma di violenza politica nella
quale un attore non statale ricorre alluso deliberato della violenza contro
civili o bersagli civili nel tentativo di realizzare degli obiettivi politici;2 mentre
Bruce Hoffman lo definisce come la creazione e lutilizzo deliberato di
paura attraverso la violenza o la minaccia di violenza nel perseguimento di
un cambiamento politico.3
Attualmente ci sono due principali approcci teorici utilizzati per studiare tale
fenomeno: quello razionale o strumentale e quello socio-psicologico.
Secondo lapproccio strumentale, il terrorismo non altro che un metodo
operativo razionale orientato al perseguimento di un concreto obiettivo
politico (Ganor, 2009; Crenshaw, 2000; Hoffman, 1998). In questottica,
unorganizzazione, prima di commettere qualsiasi atto di terrorismo, compie
un calcolo razionale dei costi, dei benefici e delle probabilit di successo
1. A.P. SCHMID, The Routledge Handbook of Terrorism Research, Routledge, Londra e New
York 2011, pp.86-87.
2. B.GANOR, Global Alert, New York: Columbia University Press, 2015, p.8.
3. B.HOFFMAN, Inside Terrorism, New York: Columbia University Press, 2006: p.32.
TERRORISMO E GUERRIGLIA
Per Ehud Sprinzak (in Ganor, 2000: 296) la differenza sostanziale tra
terrorismo e guerriglia risiede nel fatto che la guerriglia, al contrario del
terrorismo, una piccola guerra soggetta alle stesse regole che si
applicano alle guerre tradizionali. In aggiunta, David Rapoport identifica il
rifiuto esplicito ad accettare i limiti morali convenzionali che definiscono le
azioni militari e di guerriglia come il tratto distintivo del terrorismo (in
Schmid, 1984: 44). Paul Wilikinson distingue tra terrorismo e guerriglia sulla
base della natura degli obiettivi presi di mira (militari nel caso della guerriglia
e civili nel caso del terrorismo), mentre Huntington sostiene che la guerrillia
warfare e una forma di combattimento attraverso la quale la parte pi
debole adotta strategicamente loffensiva tattica nelle forme, i tempi e i
luoghi pi congeniali (in Laqueur, 1977: 392).
Daniel Byman (2008; 170) sostiene invece che la maggior parte dei gruppi
che fanno ricorso alla tattica del terrorismo, ma che a causa dellinferiorit
numerica o della mancanza di risorse non controllano il territorio e non
godono di sostegno popolare, possono essere considerati proto-
insurrezionisti. Sulla stessa linea Steven Metz (2012: 38) afferma che i
movimenti terroristici "puri" sono quelli che risultano incapaci di sfruttare
completamente la strategia dellinsurrezione e ricorrono alla tattica del
terrorismo per attirare lattenzione e stimolare potenziali sostenitori.
Il celebre slogan chi per alcuni un terrorista per altri un combattente per
la libert non diventato solo un clich, ma anche uno dei maggiori
ostacoli nel fronteggiare il terrorismo (Ganor, 2010).
Tore Bjrgo (2005: 7) differenzia tra: cause strutturali che sono quelle
cause che influenzano la vita delle persone senza che esse possano
comprenderle, come per esempio la globalizzazione o gli squilibri
demografici; facilitatori o acceleratori, come per esempio levoluzione
dei mezzi di comunicazione che pur non essendo motori primi, rendono il
terrorismo possibile e attraente; cause motivazionali, che inducono le
persone ad agire; cause scatenanti, come per esempio una calamit
politica, ma anche la volont di interrompere colloqui di pace.
Andrew Kydd e Barbara Walter (2006; 51-59) affermano che per realizzare i
loro obiettivi politici, i terroristi hanno bisogno di fornire informazioni credibili
allaudience il cui comportamento mirano ad influenzare. Laudience pu
essere di due tipi: i governi (le cui politiche i terroristi desiderano influenzare)
e gli individui ( da cui i terroristi cercano di ottenere sostegno o ubbidienza).
In questo scenario, gli autori identificano cinque principali logiche
strategiche alla base delle campagne terroristiche: 1. il logoramento; 2.
lintimidazione; 3. la provocazione; 4. lo spoiling; 5. loutbidding. Sulla
stessa linea, Byman (2015)7 identifica tra le varie strategie: 1. il
logoramento; 2. lalimentazione di una insorgenza; 3. la propaganda by the
deed; 4. lo spoiling; 5. la strategia del lupo solitario. In particolare, per
Byman i gruppi terroristici possono utilizzare diverse strategie
contemporaneamente, tuttavia spesso capita che ad un successo a livello
tattico non corrisponda un successo a livello strategico. Questo
rappresenta quello che Jankins (2006: 129) definisce il paradosso del
terrorismo. I terroristi infatti riescono spesso a conseguire un successo
tattico che permette al gruppo di ottenere pubblicit e attrarre nuove
reclute, tuttavia la loro lotta non apporta quasi mai un contributo
significativo nella realizzazione dei loro obiettivi dichiarati.
TERRORISMO E COMUNICAZIONE
Schmid e De Graff (1982: 9) vedono il terrorismo come un atto violento
specificatamente concepito per attirare lattenzione e, attraverso la
pubblicit che genera, comunicare un messaggio. In questa direzione il
terrorismo pu essere visto come una combinazione tra violenza e
propaganda., dove la prima mira a modificare il comportamento attraverso
la coercizione, mentre la seconda lo fa attraverso la persuasione (Schmid,
2010: 206).
9. W.LAQUEUR, The New Terrorism: Fanaticism and the Arms of Mass Destruction.
Oxford University Press, Londra 1999, p. 81
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
La disponibilit ad accedere a tecnologie sempre pi sofisticate ha
permesso ai gruppi terroristici di abbandonare una struttura gerarchica per
adottare una nuova forma organizzativa a network molto pi flessibile e
dinamica.
BIBLIOGRAFIA
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2005.
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16, maggio 2008
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B. HOFFMAN, Inside Terrorism, New York: Columbia University Press,
2006.
J. HORGAN,The Psychology of Terrorism, Routledge, Londra e New
York, 2005.