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devianti
ed
aggressivi,
raggruppati
nella
definizione
di
essere inclusi nei comportamenti scorretti in Rete a fronte dei quali chiamato in
causa lintervento delle istituzioni ma pi ancora, in generale, una corretta Media
education.
Appare, quindi, necessario un intervento legislativo, che nella presente proposta di
legge intende concentrarsi soprattutto sul piano educativo, pur comprendendo la
necessit anche dinterventi repressivi per sanzionare comportamenti pericolosi e
violenti. Si tratta, infatti, di comportamenti che avvengono tra ragazzi di et simile, di
solito poco pi che bambini, e che necessitano interventi educativi pi ancora che
sanzionatori, dato che spesso i cyber-bulli nemmeno si rendono conto del male che
possono causare con le loro aggressioni a danni di coetanei, non avendo chiara la
distinzione tra identit reale e virtuale. Ricordiamo bene, infatti, i casi, non
infrequenti purtroppo, di minori che si sono tolti la vita non sopportando gli insulti
che dalla rete partivano. noto che ladolescenza un momento delicatissimo per la
vita di una persona, e il cyberbullismo pu essere fonte di gravissime reazioni
autodistruttive in chi gi potenzialmente molto fragile. La diffusione delle
cosiddette nuove tecnologie tra i giovanissimi, poi, accentua il rischio, vista anche
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la difficolt degli adulti a seguire un mondo che, di fatto, non gli appartiene. Si deve
intervenire sul piano educativo ancor pi che su quello repressivo perch siamo di
fronte ad un fenomeno che, come osservano le Linee di orientamento per azioni di
prevenzione e di contrasto al bullismo e al Cyberbullismo del Ministero
dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca, pubblicate nellaprile del 2015, si
configura sempre di pi come espressione di scarsa o nulla tolleranza nei confronti
del diverso, in qualunque senso si voglia dare a questa parola. La vittima, infatti,
colpita per la sua etnia, o per la religione, o per le caratteristiche psico-fisiche, per il
genere, lorientamento sessuale, ecc.
Lintervento che la presente proposta di legge intende effettuare non cade nel vuoto.
Esistono gi norme nel nostro diritto che si propongono di combattere i
comportamenti sopra ricordati, ed appare inutile prevedere una nuova figura di reato,
per non rischiare di criminalizzare intere generazioni di adolescenti.
Appare assente, invece, una qualche forma di coordinamento, in particolare tra le
varie autorit preposte e gli stessi fornitori di servizi in rete, che sono i primi a dover
intervenire per contrastare il fenomeno di cui si parla; la presente proposta intende
concentrare lattenzione sul prevenire la diffusione virale dei contenuti offensivi, vero
oggetto di sofferenza per il minore vittima, agendo attraverso la promozione
dellautoregolamentazione da parte dei gestori e dei responsabili del web. Si tratta
quindi in particolare della necessit di dare risposte pronte, e non burocratiche, alle
richieste di aiuto che partano dai minori o da coloro che esercitano la funzione
genitoriale, risposte che abbiano tempi certi e realizzazioni concrete con la rimozione
dei contenuti offensivi da social, chat, siti. Oggi le rimozioni di tali contenuti a
seguito di segnalazioni non sono sufficientemente tempestive, ed inoltre va previsto
che una segnalazione e richiesta di cancellazione possa valere per tutti i siti o social
network interessati. Si sottolinea, in particolare, che tali segnalazioni debbano poter
essere fatte da minori di qualsiasi et, come previsto dalla Convenzione dellONU sui
diritti del fanciullo.
limitato di componenti, nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su rose di
nomi proposte da amministrazioni, enti ed organismi maggiormente interessati.
Tale Commissione di esperti agisce nellambito, ed usufruisce di personale di
segreteria e mezzi, della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per i membri di essa
non previsto alcun compenso economico, ma soltanto assicurato il rimborso delle
spese di viaggio documentate. La gratuit delle prestazioni disposta allo scopo di
sottolineare la rilevanza sociale del fenomeno, e la conseguente necessit che i
portatori di specifiche competenze ed esperienze, inseriti nella Commissione,
svolgano il proprio delicato compito in stretta aderenza allo spirito di servizio civile e
di deontologia professionale.
La Commissione di esperti prevista dallarticolo 2, essendo composta da membri che
rispecchiano le competenze e le sensibilit proprie dei diversi organismi
amministrativi (v. per es., operatori della Polizia postale per il Ministero dellinterno;
docenti esperti per il MIUR; giudici minorili per il Ministero della giustizia, ecc.),
enti ed associazioni rappresentati, costituisce eminentemente un luogo di raccordo e
di compensazione dei differenti tipi di approccio al fenomeno. Ci le consente di
proporre unazione unitaria efficace, costantemente aggiornata e munita di feed back,
ai diversi organi responsabili.
Pertanto, i compiti principali di studio, di proposta, dintervento (indiretto) e
promozionali sono specificati come segue.
a) Approfondire ed aggiornare costantemente la conoscenza del fenomeno, mediante
luso degli opportuni strumenti dindagine, direttamente o in collegamento con enti
ed istituti di ricerca, nazionali, europei ed extra-europei. Essendo il cyberbullismo
nientaltro che una particolare forma, con caratteristiche peculiari, del bullismo,
evidente che lattivit di studio della Commissione potr (e dovr) estendersi anche a
questo.
b) Le conoscenze acquisite dalla Commissione a seguito dello studio approfondito del
fenomeno la pongono nella condizione di proporre, motivatamente, le misure
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