Sei sulla pagina 1di 1

Il mondo dei social networks ha radicalmente cambiato le regole di un dibattito

pubblico nei paesi democratici: da un lato ha favorito la diffusione del pensiero


alternativo: ognuno può esprimere la propria opinione, creando un dialogo costruttivo
corretto e partecipativo dall’altro ha incrementato la diffusione di false informazioni.
La rete è nel bene e nel male «una società aperta a chiunque nella gestione della
divulgazione di contenuti online» e questo comporta il rischio che – più che ogni altro
mezzo di comunicazione causa l’assenza dei controlli tipici dei media tradizionali – la
stessa rete sia in grado di inquinare, condizionare una discussione veicolando
informazioni false, influenzando le persone, modificando così decisioni, votazioni,
sondaggi contenenti le tematiche rilevanti del nostro tempo.
La preoccupazione più grande è che le” fake news” non vengono riconosciute dalla
maggior parte della popolazione. Risulta dagli studi statistici infatti che nella
popolazione con un basso grado di istruzione e residente in centri metropolitani,
queste bufale non vengano riconosciute tali anzi possano condizionare in maniera
rilevante la vita pubblica e quotidiana dell’individuo.
Pensiamo alle notizie divulgate in rete relative alla trasmissione del Covid-19, oppure
informazioni riguardanti fatti di cronaca che hanno suscitato scalpore, oppure
indiscrezioni su personaggi politici e pubblici manipolando elezioni e quant’altro.
Tutto questo è preoccupante poiché rappresenta un grave minaccia alla democrazia e
una manipolazione legalizzata delle informazioni.
E’ necessario normalizzare e controllare tutto ciò che viene divulgato in rete filtrando
in modo opportuno il flusso di notizie al fine di renderlo il più verosimile possibile.
Così, per guadagnare audience, si pubblicano notizie false, si ritoccano foto e si
diffondono teorie cospirative, pur dovendo mantenere un buon punteggio di
credibilità per rimanere il più popolare possibile. Vestire i panni di chi tenta di
ingannare significa quindi avere maggior capacità di individuare la tecnica di inganno e
quindi di resistergli, facendo così crescere gli “anticorpi mentali” in grado di fornire
l’immunità contro la rapidissima diffusione di fake news.
Ecco quindi che l’Università di Cambridge avrebbe prodotto un videogioco in grado di
distinguere le fake news, ma oltre alla tecnologia i Governi sono intervenuti con
disegni di legge che inaspriscono le pene di chi pubblica o diffonde on line notizie
false, esagerate che siano mirate a destare pubblico allarme. Nascono così task force
di Polizia Postale che hanno come obiettivo l’individuazione dei manipolatori seriali.
Io ritengo che la risoluzione del problema debba partire da noi, utenti della rete, che
in qualche modo dobbiamo essere educati ad un uso responsabile e critico di Internet.
Quindi formazione e attenzione sono le parole d’ordine per arginare il fenomeno delle
fake news.

Potrebbero piacerti anche