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Tema Social Network

La Rete Internet e i social network costituiscono un carattere del nostro tempo e sono specchio
della realtà. I social network costituiscono inoltre luogo di incontro per le persone, al punto che
oggi si parla di agorà informatica. La Rete e i social network si prestano anche ad usi devianti come
il cyberbullismo, il cyberstalking, il gioco d’azzardo compulsivo. Il Parlamento Italiano ha di
recente votato il Codice Rosso, il cui capitolo principale è il reato di Revenge Porn. Inoltre i social
network si prestano anche allo sviluppo di dipendenze compulsive. Il candidato rappresenti i
termini della questione e proponga soluzioni praticabili per un uso legale e razionale della Rete.
Il Presidente Mattarella, nel messaggio di fine anno 2018 ha esordito affermando, “siamo nel tempo
dei social, in cui molti vivono connessi in Rete e comunicano di continuo ciò che pensano e quel che
fanno nella vita quotidiana”. Il Presidente della Repubblica coglie così un aspetto tipico del nostro
tempo. La Rete Internet, i social network, le App, le applicazioni con cui si svolgono attività dai giochi
alla ricerca di informazioni alla esecuzione di funzioni, tutto ciò cambia il nostro modo di vivere, di
comunicare, di interagire, di informarsi, di studiare. Il motivo conduttore del Messaggio
Presidenziale è il senso di appartenenza che ciascun cittadino deve avvertire verso la società e le
istituzioni dello Stato. È interessante notare come oggi, non soltanto i giovani, ma ormai tutte le
generazioni attuali vedano nella Rete e nei social network le forme condivise di partecipazione della
propria vita agli amici e all’universo mondo che popola il Web. Infatti, il Presidente notava come
molti vivono quotidianamente connessi e partecipano la vita, gli incontri, i viaggi, le idee, le opinioni,
riducendo i confini della vita privata a favore di una esposizione senza limiti. Dopo questa
introduzione in cui il grande tema dei rapporti uomo-nuove tecnologie della comunicazione si è
svolto attraverso lo sguardo del Presidente Mattarella, si propongono ora i molteplici aspetti della
Rete e dei social network, toccando anche taluni usi devianti su cui il Legislatore sta intervenendo,
al fine di proporre soluzioni praticabili per un uso corretto delle nuove tecnologie della
comunicazione. Il motore di ricerca Google è diventato lo strumento della memoria collettiva
enciclopedica. È come se tutti gli umani, interconnessi, fossero un solo grande organismo con una
mente sterminata. Google, Mozilla Firefox, Bing, Yahoo, i maggiori motori di ricerca offrono,
ovunque ci si trovi informazioni, oltre ogni limite di tempo e di spazio. La Rete realizza un antico
sogno dell’umanità. Il sapere a portata di mano, senza agenzie che ne controllino la diffusione.
Peraltro la Rete realizza del tutto il Diritto Costituzionale alla libertà di espressione. L’Art. 21 della
Costituzione afferma “tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Tuttavia, è necessario che tanta libertà non
degeneri mai in libertinaggio e abuso della parola. Il semeiologo Umberto Eco notava con brillante
ironia come oggi anche dei cretini, dopo un bicchiere di vino, hanno la stessa libertà di parola di un
Premio Nobel. Tutti i fenomeni umani devono essere regolati dal senso morale e dalle norme
giuridiche che in forza dell’autorità dello Stato assicurano comportamenti socialmente accettabili. È
il grande tema, oggi urgente della sicurezza in Rete. Nel 2019, cadono i trent’anni dalla creazione
del World Wide Web, ad opera dello scienziato del CERN di Ginevra, Centro Europeo di Ricerche
Nucleari, Tim Berners Lee. In questi trent’anni il mondo è andato cambiando. La Rete e i social
network sono specchio della realtà. Ne riflettono e spesso ne amplificano gli aspetti più opachi e
inquietanti. Si pensi ad esempio ai reati che oggi si commettono nel vasto oceano della Rete. Il
Parlamento votava la proposta di legge numero 1455, meglio conosciuta come “Codice Rosso”. Il 3
aprile viene già sottolineato come un giorno culturalmente e giuridicamente importante.
Finalmente la tutela delle donne realizza criteri nuovi ed efficaci. La Camera dei Deputati ha votato
il Disegno di Legge elaborato dal Governo davanti all’emergenza nazionale della violenza cieca sulle
donne e sui bambini vittime di pedofilia che si produce sia in Rete che nelle relazioni personali.
Codice Rosso, nel linguaggio medico, indica la condizione di assoluta emergenza di un paziente nel
pronto soccorso. La Legge intende davvero affrontare la sicurezza delle donne con misure urgenti e
severe per chi si macchia del reato di violenza. La violenza sessuale prevede ora la reclusione da sei
a dodici anni. La violenza aggravata sui minori di quattordici anni arriva a pene di ventiquattro anni
di reclusione. Il Codice Rosso chiarisce la natura di questi odiosi reati. Maltrattamenti contro
familiari e conviventi. Violenza sessuale. Atti sessuali con minorenni. Lesioni personali, atti
persecutori. Le nuove Norme prevedono iter legislativi e giudiziari velocissimi. Le Forze dell’Ordine
comunicano anche in forma verbale la notizia di reato al Pubblico Ministero. Questi sente la persona
offesa entro settantadue ore. Lo scopo è di tutelare la vittima da nuove aggressioni. Finora infatti le
vittime lamentavano procedure lente e la possibilità per il reo di allontanarsi e di rendersi
irreperibile. Una nuova fattispecie di reato è lo sfregio del viso con armi da taglio o acido. Una novità
rilevante del Codice Rosso è il “Revenge Porn”, la vendetta pornografica, con la diffusione in Rete o
con altro mezzo di immagini e filmati intimi di una donna o di un minore. La pena prevista è di sei
anni di reclusione. La multa di quindicimila Euro. Il Codice Rosso prevede ulteriori reati come ad
esempio, matrimoni celebrati in Italia o all’estero contro la volontà di una donna. La legge inoltre
prevede un fondo economico a favore dei figli di donne vittime di femminicidio. Un dettaglio
rilevante è la comunicazione alla vittima, donna o minore che sia, che il reo, dopo aver scontato la
pena detentiva, è prossimo a lasciare la reclusione. Già si notava come la Rete riduca, addirittura
elimini il confine della vita privata. Ad esempio il Sexling è la nuova frontiera dell’esibizionismo in
Rete, con l’invio specie da parte di adolescenti e ragazzi di foto e filmati senza veli che si propagano
in maniera virale da un telefono cellulare all’altro. La Rete e i social network fanno emergere anche
nuove patologie comportamentali. La “Sindrome da Hikikomori” è la condizione penosa di chi cade
nella dipendenza compulsiva e non stacca gli occhi dallo schermo del computer, rimanendo sepolto
in casa, per mesi, addirittura per anni, interrompendo ogni relazione diretta. La “Sindrome da Like”
è una condizione di dipendenza psicologica dalla approvazione altrui mediante il simbolo dei pollici
alzati, dei cuoricini e delle emoticon, le faccine sorridenti. Anche la dipendenza dal gioco d’azzardo
trova in Rete miriadi di siti che propongono vincite strabilianti e che invece riducono sul lastrico
persone fragili che credono, illusi, di potersi arricchire con un colpo di dadi. La Rete inoltre consente
molteplici forme di violenza. Il cyberbullismo induceva il Legislatore ad emanare la Legge 71 del 29
maggio 2017. Il Questore che abbia notizia di reato da parte di un minorenne, convoca il cyberbullo
e la famiglia per un ammonimento diretto, ricordando ai genitori la “culpa in educando”, l’incapacità
di educare i figli al rispetto altrui e della legalità. La privacy è un aspetto tra i più sensibili nell’uso
della Rete e dei social network. La Costituzione Italiana alla Parte Prima, Titolo I, Diritto e Doveri dei
Cittadini riconosce al cittadino la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di
comunicazione ai sensi dell’Art. 15. Il Decreto Legislativo n. 196/2003 istituiva il garante della privacy
e una autorità dello Stato preposta a garantire la dignità e gli interessi personali dei cittadini, a fronte
di ogni ingerenza in devita da parte dello Stato o di Agenzie ed organizzazioni. Il 25 maggio 2018
l’Unione Europea emanava il GDPR, General Data Protection Regulation, a difesa del cittadino da
ogni violazione della privacy e della identità informatica, mediante la quale oggi si svolgono relazioni
con le banche, le Poste e le Istituzioni e Agenzie dello Stato. Dopo aver esaminato i molteplici aspetti
della Rete e dei social network, dai vantaggi agli usi sconvenienti e devianti è utile ora avviarsi alle
conclusioni. Educatori, genitori, comportamentisti, istituzioni pubbliche avvertono la necessità di un
ritorno all’ordine dei comportamenti, ad evitare che la Rete induca al caos e alle degenerazioni negli
usi e nei comportamenti. L’urgenza educativa più avvertita è la crescita emotiva sana ed equilibrata
di adolescenti e giovani. È necessario, avvertono gli esperti, riprendere dallo sport come uno dei
metodi educativi migliori e più sani per la socializzazione e la condivisione dei buoni valori come
l’amicizia, la lealtà, la salute fisica. “Mens san in corpore sano” è l’antico motto latino che postula la
salute fisica e mentale in un’unica dimensione antropologica. La dematerializzazione delle relazioni,
lo smarrimento nella dimensione virtuale inducono tanti a confondere la realtà e le false
rappresentazioni della Rete e dei social network. È tempo ormai, dopo una prima fase caotica e
pervasiva che la Rete ritorni ad essere un semplice strumento di consultazione, senza irretire la vita
di tanti con le sue false promesse. Il caso della Cambridge Analitica ha smascherato Facebook,
dimostrando che ogni post, ogni like ed ogni parola chiave sulle stringhe di Google forniscono
informazioni preziose, per indirizzare mediante l’algoritmo di Kosinski e le psicomappe addirittura
le nostre scelte commerciali e il nostro orientamento politico ed elettorale. L’uomo tecnologico sia
padrone e non vittima dei mezzi che produce e adopera. Con un sistema di norme chiare e di codici
comportamentali maturi avremo tutti i vantaggi della libertà e dell’umana felicità.

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