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Devianza e criminalità attraverso internet

Nell’ultimo decennio le reti telematiche come internet hanno favorito una comunicazione globale che ha
portato all’estensione di condotte criminali. Infatti internet è veicoli informazioni di ogni tipo e, nel caso
specifico di cyber spazio oltre a prevenire da fonti non sempre controllabili, sono destinate a tipi di utenti
molto diversificate infatti i web, l’email, le chat, i forum si prestano ad attività criminali tra cui la
pornografia, i virus informatici, l’uso di droghe, incitamento alla violenza, la clonazione di carte di credito,
molestie a sfondo sessuale, attacchi informatici. L’esposizione a siti telematici devianti è un comportamento
che ha dei rischi per tutti gli utenti in particolare per i bambini. Infatti tutti i social network danno una
possibilità di condividere le foto personali che riguardano la propria vita che vengono condivise anche a
persone che non si conoscono. Non a caso molti ragazzini hanno mandato foto a persone conosciute via
chat, per questo l’azione dell’intervento educativo mira allo sviluppo della capacità di saper valutare
eventuali rischi. La figura del pedagogista si inserisce in questo mondo creativo e virtuale, attivano progetti
che valorizzano le positività dei bambini che stimolano un percorso personale di crescita. Tale percorso
coinvolge il minore, il gruppo dei pari e la scuola per capire la visione del mondo dei minori attraverso
intervento attività che possono arricchire positivamente l’esperienza dei minori in maniera tale da non
diventare social-dipendenti.1

Esistono vari tipi di piattaforme di social network come : Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat dove
vengono condivisi i propri dati ma in realtà per potersi iscrivere ad una di queste piattaforme occorre avere
minimo 13 anni per aprire un profilo e utilizzare tutti i servizi. Ma nessuno controlla la veridicità di questi
dati per cui gli utenti si possono registrare falsificando i propri dati e anche se viene proibito di pubblicare
sui servizi foto e contenuti violenti spesso tale accortezza non viene rispettata per questo diventano
pericolosi le chat che vengono utilizzati dai ragazzi senza controllo per cui è facile dialogare con persone
sconosciute. A questo proposito esiste la “COPPA” ovvero Children’s Online Privacy Protection Act del 1998
approvato dal congresso statunitense. Infatti la maggior parte di queste piattaforme ha sede legale in
California o negli Stati Uniti. Èuna legge che tutela i minori in rete. Questa legge è entrata in vigore il 21
aprile del 2000 e vengono specificate i regolamenti per la privacy dei siti internet. Infatti il “COPPA” impone
a qualsiasi app per bambini che raccoglie informazioni su bambini sotto i 13 anni di ottenere
l’autorizzazione da un genitore o tutore del bambino stesso.2

SHARENTING COSA SIGNIFICA E QUALI SONO I RISCHI PER I BAMBINI

Il termine “Sharenting” è il fenomeno di condividere online da parte dei genitori contenuti che riguardano i
propri figli che porta ad un’eccessiva esposizione online dei piccoli. Nella maggior parte dei casi questo
avviene, senza il loro consenso, perché troppo piccoli e non in grado di capire i rischi oppure perché il
consenso non viene a loro richiesto. Infatti per molti postare le foto dei propri figli sui social è diventato un
gesto “naturale” L’eccessiva divulgazione di informazioni non coinvolge solo i genitori ma anche parenti e
amici per cui si perde il controllo dei contenuti digitali. I rischi dello sharenting sono:

 La violazione della privacy;


 La mancata tutela dei minori, infatti l’identità digitale ha effetti concreti sul futuro dei propri figli
visto che la permanenza dei contenuti online è a disposizione di chiunque.
 Ripercussione psicologica dei più piccoli. Quando i minori inizieranno a navigare autonomamente
dovranno fare i conti sull’essere stati esposti pubblicamente senza i loro consensi.
1
Arculli F, Le nuove forme di devianza minorile. Strumenti di tutela penale, civile ed amministrativa, G. Giappichelli
Editore srl, Torino, 2008
2
S. Cosimini e A. Rossetti in "Nasci. Cresci,posta”.
 Rischio di diffondere contenuti utili ad alimentare materiali pedopornografici, foto, video innocenti
ma intimi possono essere condivisi da chiunque, sono possibili gli screenshot e possono essere
scaricati e collocati in altri ambienti online da chiunque per altri scopi. È possibile quindi attraverso
l’uso di semplici programmi editing manipolare e trasformare le immagini in materiale
pedopornografico.
 Rischio di adescamento. I dati sensibili come le passioni, lo sport, i luoghi frequentati offrono
materiali utili di processi di adescamento online. Quindi per tutelare i propri figli dallo sharenting
bisogna conoscere le politiche sulla privacy degli ambienti digitali in cui vengono condivisi immagini
e contenuti. Per tanto bisogna verificare e aggiornare le impostazioni di privacy e scegliere con chi
condividere le immagini importando notifiche (Google Alert) per essere avvisati quando il nome dei
propri figli appare nei motori di ricerca.
 Tutelare le immagini online dei propri figli cercando per esempio di condividere online foto che
non ritraggono direttamente il volto o che lo oscurino.
 Non condividere minuziosamente passioni, abitudini dei figli.
 Parlare con amici e parenti e concordare sull’uso che si può fare delle immagini che ritraggono i
bambini soprattutto quando vengono fatti in momenti di convivialità come le foto di compleanno. 3

UN’ EDUCAZIONE DEI SOCIAL

Il rapporto dei social con i figli è una delle sfide più importanti e difficile che un genitore deve affrontare

3
S. Cosimini e A. Rossetti in "Nasci. Cresci,posta”.

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