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Applicare questo nuovo paradigma significa per le imprese adottare i principi di circolarità e implementare,
con un processo di transizione su diversi livelli, quelle che sono le strategie (le 10R).
1.1.Principi e sfide
Cause che hanno condotto i policy maker a realizzare grandi strategie congiunte anche a livello EU come
quella del New Green Deal
Il modello di produzione e consumo orientato alla massimizzazione del profitto non considera due
elementi, fondamentali per il funzionamento dei nostri ecosistemi:
Con questa consapevolezza, nel 2019 è stata varata la strategia del Green Deal, dove sono stati messi sul
tavolo 1 trilione di € per finanziare la transizione vs la circolarità. Questo pacchetto strategico prevede al
proprio interno un piano d’azione specifico per l’economia circolare.
Gli obiettivi del Green Deal Macro-obiettivo: Essere in grado di agire senza compromettere i bisogni delle
generazioni future.
Nel 2015 la Ellen Macarthur Foundation aveva già iniziato a formulare tre importanti principi sull’economia
circolare
1. Design out of waste & pollution Eliminare il concetto di spreco e scarto partendo dalla fase di
design/di progettazione dei componenti dei prodotti e dei materiali considerando l’intero ciclo di
vita di queste componenti/materiali fino al loro fine vita;
2. Mantenere il più a lungo possibile in uso i prodotti/materiali favorendo le attività che preservano
il valore sotto forma di energia, lavoro, materiali per scopi diversi. Ciò significa progettare sin dalla
creazione per la durata e non per l’obsolescenza per il riutilizzo, la rigenerazione, riciclo per
mantenere materiali e componenti in circolo (looping);
3. Preservare e rigenerazione il capitale naturale (Diagramma della farfalla: ciclo biologico e ciclo
tecnico; sono due cicli nei quali tutto ciò che è biologico deve tornare nella biosfera, tutto ciò che è
tecnico deve trovare una modalità attraverso delle strategie di riutilizzo, rigenerazione, di up cycling
ecc...).
ESIGENZA DI INNESTARE QUESTI PRINCIPI E STRATEGIE IN AZIENDE CHE FINO AD OGGI HHANO
ADOTTATO UN MODELLO DI BUSINESS LINEARE. COME? ATTRAVERSO NUOVI MODELLI DI BUSINESS O LA
MODIFICA DI MODELLI DI BUSINESS PREESISTENTI.
I processi di transizione vs la circolarità possono durare anni. L’obiettivo rimane quello di immaginare nuove
forme di valore.
Le strategie delle R
Esistono tre categorie, a seconda della lunghezza del ciclo delle risorse necessarie per chiudere il cerchio. La
lunghezza del ciclo è inversamente proporzionale alla capacità del ciclo stesso di catturare il valore rimasto
del prodotto/materiale e rimetterlo in circolo. Più è largo il cerchio, meno valore viene catturato (e
vicerversa).
I cicli molto corti avvengono in prossimità del consumatore con il supporto di qualche refurbisher.
Nei cicli più lunghi troviamo forme di riciclo e recupero dei materiali ed energie.
Rehome = Up cycling di scarti.
Contesto e scenario di riferimento = I mega trend. Le fonti di vantaggio competitivo che influenzano la
riconfigurazione delle strategie nel settore manifatturiero.
1. Sostenibilità;
2. Rivoluzione dei settori;
3. Regionalizzazione della produzione;
4. Trasformazione in individualizzazione di massa;
5. Populismo crescente;
6. Digitalizzazione.
La competitività passa dalla generazione di profitto ad una competitività che si basa sulle sfide appena viste.
Questi mega trend ci portano alla conclusione che il business as usual non è più un’opzione attivabile Il
valore in gioco vs la transizione di modelli circolari è pari a 4.5 trilioni di dollari entro il 2030.
4 categorie di spreco
Le 4 categorie di spreco (risorse sprecate, sottoutilizzo della capacità produttiva, cicli di vita sprecati,
componenti di valore sprecati) rappresentano il punto di partenza per iniziare a pensare di innestare
un’estrazione di valore dalle stesse. Allungamento della catena del valore, con l’aggiunta di due funzioni:
Riciclo a fine utilizzo e la logistica inversa.
Un modo diverso di vedere le 4 categorie di spreco è quello di rappresentare una catena lineare dove si
ripercorrono le funzioni aziendali. A ciò che abbiamo visto prima si aggiunge un ulteriore spreco che è
trasversale…
Esempio Rolls Royce: motori per navi e aerei. Cambio di paradigma. Dalla vendita del motore alla
soluzione (vendita di un servizio di navigazione – canone di utilizzo sulla base dell’utilizzo).
Vantaggio competitivo
La tecnologia fa la differenza, è fattore abilitante. Senza tecnologia diventerebbe difficile tracciare i flussi di
materiali/prodotti/dati/informazioni. Tecnologie = digitali, fisiche e biologiche.
Meccanismo logico applicato da un’azienda (o da un ecosistema più ampio di aziende) per creare,
distribuire, catturare valore implementando strategie che vengono chiamate slowing (rallentamento),
closing (chiusura), narrowing (ridefinizione dei flussi di risorse e di dati) e rigenerazione degli ecosistemi
(capitale naturale e capitale umano).
Quindi un modello di business è un insieme di decisioni strategiche che stabiliscono come un’azienda vuole
creare, trasferire e acquisire valore, in relazione alle attività interna e alle relazioni.
Il business model canvas 9 blocchi divisi in 3 macro blocchi/aree (la parte centrale è la proposta di valore
che si fa al cliente, a destra troviamo il valore che viene trasferito al cliente, a sinistra come vengono create
le attività che mettiamo in campo).
Le grandi 4 strategie
La transizione vs la circolarità può avvenire in modalità diverse; un’azienda può avvicinarsi alla circolarità
attraverso un’innovazione, ma con modalità diverse.
I modelli di business
L’adozione dei cinque modelli di business circolari è stata disomogenea fra le diverse aree geografiche,
settori, tipologie di prodotto e imprese di dimensioni con strutture differenti.
Questi modelli sono complementari. Generano il massimo impatto quando operano in concerto. Tre
modelli sono più focalizzati sulla produzione (Input circolari, estensione dell’uso del prodotto e recupero
delle risorse) mentre gli altri due (piattaforma di condivisione e prodotto come servizio) si occupano del
consumo e del rapporto fra prodotto e consumatore. I modelli ricoprono l’intera catena del valore della
circolarità.
Input circolari
Prevede l’impiego di input rinnovabili, riciclati o altamente riciclabili nel processo di produzione, il che
consente l’eliminazione parziale o totale di spreco e inquinamento.
Rientrano in questa categoria le risorse rinnovabili (energia rinnovabili), i materiali rinnovabili bio-based
(bioplastiche), i materiali rinnovabili creati dall’uomo.
L’impresa mantiene la proprietà del prodotto e ne vende i benefici in base a un modello di servizio,
mantenendo la responsabilità della manutenzione del prodotto e del suo trattamento a fine utilizzo.
Piattaforme di condivisione
I tassi di utilizzo di prodotti e asset vengono ottimizzati dalla condivisione di proprietà, accesso e utilizzo,
abilitata in genere dalle tecnologie digitali. Mette i proprietari in condizione di massimizzare l’utilizzo degli
asset; fa nascere una community e consente ai clienti di accedere a determinati prodotti e servizi. Modello
che si è focalizzato su categorie ad alto valore, come veicoli e alloggi. Condivisione sia BtoB che BtoC.
Il valore dei materiali o dell’energia incorporati in beni agricoli e industriali viene estratto attraverso la
raccolta, l’aggregazione e la lavorazione alla fine dell’utilizzo del prodotto, tramite infrastrutture e pratiche
di riciclo, upcycling o downcycling.