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Alessandro Carrino 872670

STRATEGIE DI SOSTENIBILITA’ E GOOD CASES

INDICE

INTRODUZIONE................................................................................................................................................1
STRATEGIE DI SOSTENIBILITA’..........................................................................................................................1
STRATEGIA PASSIVA – CASO LIDL ITALIA..........................................................................................................2
STRATEGIA REATTIVA – CASO BENETTON GROUP............................................................................................3
STRATEGIA PROATTIVA – CASO ABOCA............................................................................................................4
STRATEGIA PROATTIVA – CASO PANINO GIUSTO.............................................................................................5
BIBLIOGRAFIA...................................................................................................................................................6

INTRODUZIONE
All’interno di un’impresa, la sostenibilità può giocare un ruolo piò o meno marcato: essa può
ancora oggi essere assente, può iniziare ad entrare nei meccanismi dell’impresa sotto vari aspetti,
quali la produzione, l’approvvigionamento, la logistica, la vendita ecc., oppure può essere
compresa in tutti gli aspetti aziendali e può influenzare qualsiasi decisione, a partire dalla strategia
aziendale, fino ad arrivare alla governance e al business model dell’impresa.

STRATEGIE DI SOSTENIBILITA’
Nel secondo e nel terzo caso, ovvero quando la sostenibilità ricopre una parte abbastanza
importante dei processi aziendali, troviamo tre tipologie di strategie di sostenibilità che l’impresa
può adottare:
- Strategia di sostenibilità passiva: questa può essere definita più come una ‘’non strategia’’,
in quanto l’impresa si sente obbligata dalla legislazione a seguire determinati standard, che
non vengono seguiti per ottenere un vantaggio competitivo, ma esclusivamente per
compliance;
- Strategia di sostenibilità reattiva: questa strategia, detta anche strategia adattiva, nasce dal
fatto che l’impresa non vuole farsi scappare delle opportunità di mercato; quindi, coglie il
treno della sostenibilità e abbraccia il tema della CSR, adattandosi e reagendo per stare al
passo con il mercato;
- Strategia di sostenibilità proattiva: quest’ultima strategia è quella che sostiene in modo più
genuino i temi della sostenibilità, sia in tutte e tre le sue declinazioni, sia per quanto
riguarda tutte le funzioni aziendali. L’impresa che adotta una strategia proattiva, porta
avanti la sostenibilità nelle sue strategie a lungo periodo, crea valore condiviso per tutti gli
stakeholder e detiene una responsabilità nei confronti di una molteplicità di attori
(comunità, lavoratori, fornitori ecc.). Oltre a ciò, punto fondamentale di questa strategia è

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la ridefinizione della produzione, lungo tutta la sua catena del valore, ma più in generale
del business model dell’impresa, che sarà fortemente influenzato dalla sostenibilità.

STRATEGIA PASSIVA – CASO LIDL ITALIA


Lidl nasce nel 1930 in Germania come grossista di generi alimentari, per diventare al giorno d’oggi
una delle più grandi catene di supermercati in tutta Europa, contando circa 13 000 supermercati
attivi.
Più nello specifico, prendendo in considerazione Lidl Italia e la sua strategia di sostenibilità, si può
notare immediatamente la presenza di un CSR team, le cui decisioni però, vengono valutate dagli
amministratori delegati di Lidl, in base all’orientamento strategico; già da questa piccola
informazione, si può dedurre che la strategia di lungo periodo non comprende al suo interno la
componente sostenibilità, ma è appunto quest’ultima a dipendere dalla strategia. Ciò esclude già
da subito la possibilità che Lidl Italia adottasse una strategia proattiva in tema di sostenibilità.
Il motto di Lidl Italia, ‘’sulla via del domani’’, può essere una sorta di vision aziendale, sostenuta dal
fatto che in tema di sostenibilità, attraverso questo motto, Lidl punta a diffondere un agire
sostenibile, semplicemente limitando gli impatti negativi ed ampliando quelli positivi. Questa
visione appare un po' troppo semplicistica anche per chi intende attuare tematiche di CSR in
maniera reattiva, per sfruttare opportunità di mercato.
Da queste valutazioni, si può già notare che Lidl Italia attui una strategia di sostenibilità passiva: a
sostenere questa tesi c’è anche il fatto che ‘’l’agire sostenibile di Lidl, come riportato nel report di
sostenibilità 2019-2020, scaturisce principalmente dai cambiamenti delle condizioni di produzione,
dovuti a variazioni di carattere legislativo’’ (Report di sostenibilità, 2021). Infatti, i principi e la
governance aziendale rispecchiano, ad esempio, i principi di precauzione della dichiarazione di Rio
e del Patto globale delle Nazioni Unite, tenuti in considerazione dalle attuali leggi in tema di report
di sostenibilità obbligatorio.
In sostanza, dunque, Lidl Italia ha un approccio molto passivo anche per quanto riguarda le
iniziative pratiche a livello ambientale e sociale; quando si fa riferimento all’ambiente, alle risorse
naturali e alla filiera in generale, Lidl non propone obbiettivi concreti, bensì si parla esclusivamente
di impegni generali senza scopi ben precisi.
L’obbiettivo finale descritto dal gruppo Lidl è quello di ‘’essere in grado di recepire i requisiti
normativi nell’attività operativa il più velocemente ed efficacemente possibile’’ (Report di
sostenibilità, 2021). Anche questo sottolinea il fatto che il report di sostenibilità del gruppo Lidl
Italia nasca principalmente a causa del fatto che a livello legislativo il gruppo è obbligato a
redigerlo; prova del fatto che Lidl è un’impresa molto rivolta alla compliance e non alla
sostenibilità come generatrice di vantaggio competitivo.
Infine, per sottolineare la passività in tema di sostenibilità di Lidl Italia, c’è da evidenziare il fatto
che Lidl mette in luce le proprie operazioni di charity e sponsorizzazioni di eventi, che si discostano
dal fare sostenibilità vera e propria. Anche in tema di filiera, produzione e ambiente, parlando ad
esempio di economia circolare, Lidl parla di obbiettivi sottolineando percentuali non agganciate a
valori passati; tali obbiettivi, dunque risultano di facciata e poco paragonabili al contesto.
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STRATEGIA REATTIVA – CASO BENETTON GROUP


Passando invece al caso inerente alla strategia di sostenibilità reattiva, il caso Benetton dà
l’opportunità di parlare di un’impresa che è riuscita a fare propri temi sociali, ambientali e non
solo, reagendo a stimoli di mercato; questi temi sono stati successivamente inglobati nell’impresa
e fanno tutt’oggi parte del loro vantaggio competitivo. Per citare qualche esempio, il gruppo
Benetton vanta più di 1000 lavoratori in smart working (ciò sottolinea il fatto che sono riusciti a
cavalcare la tendenza degli ultimi anni favorendo questa modalità di lavoro agile), e vanta inoltre
di un campus alimentato al 100% da energia green.
La vincita di svariati premi in tema di sostenibilità ambientale, come riconosciuto anche da
Greenpeace nel 2013, dimostra il fatto che il gruppo Benetton si sia appunto adattato molto
rapidamente ad alcuni standard che sarebbero ben presto diventati tendenza, e che oggi
rappresentano un must per chi vuole sopravvivere nel campo della moda. Le disposizioni europee
in tema di sostenibilità, dunque, non sono state recepite con forza o come obbligo negli anni
successivi alle direttive, bensì come ottica futura a livello di mercato.
Parlando di SDGs, invece, Benetton Group si è conformata all’istante a quelli che sono gli obbiettivi
dell’Agenda 2030, inserendo all’interno del proprio business model e della propria strategia
aziendale gli obbiettivi più coerenti, come ad esempio l’SDG 5 sulla ‘gender equality’ o il numero
12 sulla ‘climate action’.
Sempre seguendo le linee guida GRI, si dà grande importanza anche alla matrice di materialità,
seguendo ovviamente non solo le istanze e gli interessi del gruppo, ma anche quelli degli
stakeholder: tra i temi più gettonati troviamo la sostenibilità delle materie prime, la compliance
con gli standard ambientali, il rispetto dei diritti umani dei lavoratori e della supply chain in tutta la
sua interezza. La matrice di materialità, inoltre, è stata rivista e modificata anche in seguito alla
pandemia covid-19; ciò sottolinea nuovamente la reattività e adattabilità del gruppo Benetton.
Benetton group, inoltre, porta avanti una serie di progetti che vengono suddivisi in tre categorie:
iniziati, in sviluppo e completamente implementati; tra questi progetti, spiccano il riciclaggio e il
recupero dei materiali, l’efficienza energetica, i campus green, il cotone e la logistica sostenibile,
l’empowerment femminile in India ecc.
Tutti gli store italiani di Benetton sono alimentati per il 74% da energia rinnovabile ricavata da
acqua e fonti oceaniche certificate; l’efficientamento energetico fa parte del pensiero che sta
dietro il design dello store e non è qualcosa che arriva successivamente. Anche tutte le brochure e
i sacchetti sono creati secondo standard internazionali.
Anche la grande attenzione nei confronti di tutta la supply chain, colloca Benetton all’interno di
una strategia reattiva; il gruppo, infatti, opera una selezione per quanto riguarda i fornitori, non
solamente attraverso criteri qualitativi, ma anche attraverso la trasparenza in temi sociali, etici e
ambientali. Il tutto basato su un codice di condotta, che dev’essere seguito alla lettera da tutti gli
attori che vengono a contatto e in collaborazione con Benetton, e che protegge al suo interno
principi sui diritti umani e ambientali.
Infine, la grande presenza nel report di sostenibilità di indicatori di attività (infatti vengono spesso
citati i progetti in India, spazi per bambini, campus verdi, smart working ecc.) conferma il fatto che

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il gruppo Benetton ha attuato una strategia di sostenibilità reattiva molto efficiente, come anche
sottolineato dagli indicatori economico-finanziari e più quantitativi che evidenziano i risultati
monetari.

STRATEGIA PROATTIVA – CASO ABOCA


Aboca è una healthcare company italiana, che da sempre ha basato il suo operato su prodotti
naturali al 100%, ma soprattutto su una strategia che coniuga la sostenibilità e l’attenzione alla
comunità assieme al profitto.
La strategia in tema di sostenibilità di Aboca è una strategia proattiva, che non ha aspettato la
legislazione e non ha cercato di adattarsi a standard etici o ambientali per generare valore, bensì
ha sempre appoggiato durante la sua storia più che cinquantennale pratiche agricole sostenibili e
principi etici e sociali positivi.
Per esempio, i progetti lanciati da Aboca, nati non solo per monitorare i propri prodotti e la loro
impronta ambientale (ma anche per istruire gli stakeholder e i consumatori), sono un chiaro segno
della proattività della strategia di Aboca.
All’interno del modello di business di Aboca, troviamo delle novità, quali una supply chain
integrata verticalmente, che comprende ricerca, sviluppo, produzione, distribuzione e
comunicazione. Inoltre, c’è anche la presenza di un codice etico molto preciso, che ha l’obbiettivo
di garantire che tutte le attività e i prodotti di Aboca, siano stati concepiti e creati rispettando
principi di equità, etica e sostenibilità; questo codice, c’è da precisare, non si applica solamente ai
lavoratori Aboca, bensì a tutti i partner, fornitori e stakeholder in generale.
C’è anche da considerare che la strategia proattiva di sostenibilità, viene sostenuta dal fatto che
Aboca è dal 2019 una Benefit Corporation a tutti gli effetti: ciò significa che oltre all’obbiettivo del
profitto, all’interno della strategia aziendale è compreso l’obbiettivo di avere un impatto positivo
sulla società a tutto tondo.
Il modello di business di Aboca è il well being business model: data la storia e il campo
dell’impresa, si potrebbe pensare che sia incentrato, attraverso i propri prodotti terapeutici e
rivolti alla salute del corpo, esclusivamente verso i consumatori; al contrario, invece, il well being è
anche incentrato verso i lavoratori.
Attraverso lo studio degli SDGs di Aboca, si può facilmente notare che l’SDG numero 3, ovvero
quello riferito alla ‘’good health and well being’’ ha una contribuzione pari a quasi il triplo rispetto
al benchmark (imprese comprabili ad Aboca in termini di dimensioni). Anche altri SDGs vengono
presi molto in considerazione, come il consumo e la produzione responsabile, o la ‘’life on land’’
che sottolineano ancora una volta il supporto e la promozione di una supply chain organica,
l’impegno alla diffusione di conoscenza (attraverso Aboca edizioni), l’agricoltura organica per
favorire la biodiversità e gli investimenti nella comunità.

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STRATEGIA PROATTIVA – CASO PANINO GIUSTO


Panino Giusto, nato a Milano, ha alle spalle una storia lunga quasi 50 anni, e porta avanti dei valori
molto attaccati ai temi della sostenibilità, quali l’attaccamento al territorio per quel che riguarda le
materie prime e il rispetto della stagionalità nell’utilizzo dei prodotti.
Vision: ‘’rendere il mondo più giusto attraverso un panino’’.
Mission: ‘’proporre il panino italiano come un modo giusto di nutrirsi, rispettando le persone e
l’ambiente’’.
Anch’essa Benefit Corporation, anch’essa adotta una strategia di sostenibilità proattiva, che
coniuga ambiente, sociale ed etica all’interno della propria strategia; campagne di
sensibilizzazione e responsabilità, rivolte sia ai consumatori sia a tutti i partner di Panino Giusto
confermano tutti questi aspetti.
Il modello di business di Panino Giusto è un modello ibrido, che coniuga più dimensioni al suo
interno, e come sottolineato nel report del 2021, pone al suo centro la sostenibilità e punta, negli
ultimi tre anni, a modellare il sistema economico attuale per farlo diventare rigenerativo e più
equo, come evidenziato anche dagli SDGs ‘’no poverty’’ e ‘’reduced inequalities’’ sostenuti
dall’impresa.
Oltre ai classici codici etici, al coinvolgimento degli stakeholder o al raggiungimento di zero
emissioni entro il 2030 (tutti obbiettivi per il 2022), è interessante notare come entro l’anno
prossimo, Panino Giusto abbia l’intenzione di legare un obbiettivo di performance socio-
ambientale agli MBO dei manager.
L’età media all’interno dell’impresa è di circa trent’anni, e la presenza di 26 nazionalità differenti
spiega sufficientemente quanto la diversità all’interno dell’azienda si un valore altamente
riconosciuto.
Parlando di welfare, ci sono da menzionare tutti i programmi di coaching e mentoring, la
piattaforma e-learning e anche i progetti di valorizzazione del talento (‘’la fabbrica dei sogni’’), che
promuovono i sogni e le carriere dei giovani ragazzi attraverso programmi incentrati sulla
sostenibilità.
Come B Corp, Panino Giusto porta avanti una sorta di manifesto della gender equality, attraverso
programmi di empowerment femminile; vanta infatti, il 67% dei manager donna e 1/3 di presenza
femminile nella governance.
Infine, Panino Giusto utilizza packaging 100% sostenibili e sostiene obbiettivi per l’anno seguente
circa la sensibilizzazione sull’economia circolare e sugli sprechi. Come obbiettivi raggiunti invece,
possiamo elencare l’estensione della policy ambientale a tutti i fornitori, l’ottimizzazione di
consumi, l’applicazione delle best practices sostenibili in tutti gli store ecc.
In conclusione, quel vincolo sociale che lega Panino Giusto a tutti i propri clienti, lavoratori,
fornitori e partner, ha portato l’impresa a diventare una B Corp, sostenuta da un modello di
business ibrido che porta avanti una strategia proattiva di sostenibilità poiché è riuscita a ripensare

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i propri prodotti in base ai bisogni sociali, ha favorito lo sviluppo di un contesto che va al di fuori
della sola impresa e presenta dei processi decisionali e strategici impregnati dai temi di
sostenibilità in ogni sua declinazione.

BIBLIOGRAFIA
 Aboca (2022). For today and tomorrow’s health, impact report 2021.
 Benetton Group (2017). Integrated report 2016.
 Benetton Group (2021). Integrated report 2020: ‘’A multifaceted concept’’.
 Cantaragiu, Ramona (2019). "Corporate social entrepreneurship initiatives against food waste –
The case of Lidl in Romania" Proceedings of the International Conference on Business Excellence,
vol.13, no.1, pp.505-514. https://doi.org/10.2478/picbe-2019-0044.
 https://www.aboca.com/it/azienda/
 Lidl Italia (2019). Report di sostenibilità 2017-2018: ‘’Sulla via del domani’’.
 Lidl Italia (2021). Report di sostenibilità 2019-2020: ‘’Sulla via del domani’’.
 Panino giusto (2021). Relazione d’impatto 2020.
 Panino giusto (2022). Relazione d’impatto 2021.
 Salisu, N., & Olsson, L. (2014). Towards environmentally sustainable development in the food retail
industry: A case study of Lidl Sweden (Dissertation).

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