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Calogero Emanuele Ferrante CLEAM 6
1. ABC 1.1-1.2 ABC 2.1 e 2.2 (tranne 2.2.5);
2. P2 (tranne 2.3); P3 (tranne 3.4);
3. P 5; DMPV Timberland
4. P 6 e 7.1-7.2.1;
5. DMPV Settore Pasta
6. P 9.1-9.2, 10.1, 11, 12
7. P13, P14
8. ABC 3.1 e 3.2
9. ABC 5.1 e 5.2
10. ABC 6.1 e 6.2
11. ABC 6.3 e 6.4
12. ABC 6.5.1; DMPV Paste Italiane (A) ABC 6.5.2; DMPV Paste Italiane (A)
13. ABC 6.6; DMPV Paste Italiane (B)
14. ABC 7.1.1 (esclusi flussi di cassa) ABC 7.1.1 (esclusi flussi di cassa)
15. ABC 7.1.2 ABC 7.1.2
16. ABC 11.2
17. ABC 11.3 e 11.4
18. DMPV Scaltrini
19. ABC 11.5
20. P 15.1 e 15.2,
21. P 16
22. P 17
23. P 18; DMPV Calzedonia
24. P 19; P 20
25. P 21
26. P 24
27. DMPV Napolifollia
28. P 22; DMPV Nespresso
29. P 23
Superata la teoria neoclassica, si passò alla teoria degli azionisti, che spiegava che siccome questi
ultimi sono proprietari delle azioni, allora sono shareholder, è il fine dell’impresa è quello di
massimizzare il profitto degli azionisti.
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Siccome la visione dell’azienda da parte dello shareholder era sbagliata, poiché la vedeva come
mezzo per soddisfare i propri bisogni, venne sviluppata la teoria degli stakeholder, in cui la
missione dell’impresa non era quella di massimizzare il profitto ma la soddisfazione di tutti gli
attori dell’impresa, quindi gli shareholder, distribuendo le ricchezze in modo equilibrato.
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Impatto sui costi della CSR: (Meno costi grazie a CSR)
Riduzione delle spese connesse alla gestione delle istanze degli stakeholder
Controllo dei rischi aziendali (risk management)
Minori costi di finanziamento
Maggiore produttività
Minori costi del personale e minore turnover
Minori costi di coordinamento e di free riding
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A loro volta, i soggetti esterni possono essere di due tipi:
1. Primari: 5 forze di Porter
In quello verticale giacciono fornitori e clienti tra cui l’azienda può decidere di compiere un’azione
di integrazione verticale, analizzando ex-ante:
Struttura di mercato
Valore dello scambio
Caratteristiche della relazione
Struttura di mercato di fornitura: Se il settore è molto concentrato, quindi con pochi soggetti e
poche alternative, il fornitore avrà elevato potere contrattuale nei confronti dell’impresa
Struttura di mercato sul fronte degli acquirenti: Vale lo stesso, più il mercato dei clienti è
concentrato più questi ultimi avranno potere contrattuale sull’impresa.
Valore dello scambio: In base al tipo di risorsa si può definire in che modo è distribuito il potere
contrattuale. Se una risorsa è specifica, ossia legata in modo rilevante all’impresa, genererà un
importante dipendenza dagli stakeholder. Se il costo di un materiale acquistato è elevato rispetto
al bene finale gli stakeholder avranno un potere contrattuale maggiore, viceversa se il costo è
marginale.
In quello orizzontale, ossia quello composto dalle imprese concorrenti, l’intensità della
concorrenza dipende da diversi fattori:
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Differenziazione (del prodotto e diversità dei concorrenti: se i prodotti sono standardizzati
e facilmente confrontabili ci sarà una forte concorrenza)
Condizioni di costo (In settori con forti economie di scala vi è più concorrenza)
Fabbisogno di capitale: Serve capitale importante per entrare in settori come costruzione aerei,
che quindi ha barriera alta, mentre serve basso per fast food o abbigliamento in franchising, quindi
barriera bassa
Accesso privilegiato alle risorse: Vincolo per i nuovi entranti che non conoscono fornitori, quindi
come visto prima avranno rapporti più difficili con essi
2. Secondari
Macro ambiente: L’ambiente in cui l’impresa opera ha infatti un notevole impatto sull’efficienza di
essa. Per esempio una fissazione dei tassi di interessi più alta porterebbe a meno prestiti richiesti o
una diminuzione dell’efficienza delle infrastrutture di trasporto inciderebbe sulla capacità
competitiva dell’impresa.
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La rilevanza degli stakeholder P 7.1-7.2.1
Il primo fattore che spiega la posizione di uno stakeholder è il suo grado di potere, che può avere
natura:
-Coercitiva, per esempio la regolamentazione che vieta certi comportamenti all’impresa
-Utilitaristica, per esempio un fornitore in posizione di monopolio
-Simbolica, come una piccola impresa chiave per un progetto di un’impresa importante
Il terzo fattore è l’urgenza, ossia la capacità di uno stakeholder di essere necessario ad un’impresa
anche senza avere potere o legittimità
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L’agente gode di un’asimmetria informativa, ossia ha più informazioni del principale circa il
modo in cui sta eseguendo il proprio compito, e può quindi filtrare le notizie che
raggiungono la proprietà.
La remunerazione dell’agente almeno in parte non dipende dai risultati ottenuti.
Questo implica che i manager potrebbero usare la discrezionalità per realizzare fini che non sono
quelli loro assegnati e sfruttino l’asimmetria per celarlo, contando sul diritto ad una
remunerazione.
Per evitare questo problema è stato scritto un sistema di norme e di vincoli che disciplinano i
rapporti tra azionisti e management e assicurano che l’impresa sia gestita nell’interesse dei primi.
La forma giuridica delle società per azioni prevede l’esistenza di almeno due organi sociali:
Il consiglio di amministrazione, che riunisce i consiglieri con il compito di stabilire una linea
strategica e sorvegliare sulla sua realizzazione. Inoltre il consiglio esprime il management.
Complicazioni:
L’assemblea ha due problemi:
1. Per molti piccoli azionisti partecipare è costoso
2. Cattivi risultati aziendali spesso si traducono in una caduta del titolo in borsa e non in una
sostituzione del management
Il consiglio invece ha il problema di essere timido poiché il potere di sorveglianza sul management
dovrebbe essere esercitato da consiglieri esterni, che spesso siedono in consigli di molte società e
di conseguenza dedicano poco tempo alla preparazione delle riunioni.
In poche parole in questo modo il management controlla sia il consiglio che l’assemblea.
Il tipo più importante di mercato secondario è dato dalle borse valori, che sono luoghi
istituzionalizzati di scambio di titoli, che svolgono diverse funzioni:
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Stabilire quali titoli sono ammessi alle contrattazioni
Garantire l’accesso degli investitori alle transazioni
Fissare le modalità di negoziazione
Trasmettere informazioni sugli scambi
I prezzi di borsa sono il risultato delle aspettative degli operatori, che cercando di prevedere
anticipare le performance future della società. I flussi generati dai titoli sono di due tipi:
I dividendi
I capital gain
Risparmiatori privati
Speculatori: investitori professionali che partecipano agli scambi per lucrare sulle oscillazioni di
prezzo
Imprese: partecipano al mercato acquistando partecipazioni ad altre società con lo scopo di
investire liquidità eccedenti oppure di entrarne in controllo.
Per le società quotate, un sistema di corporate governance deve essere giudicato in base a tre
elementi:
1. Impedire ai manager di sfruttare la gestione dell’impresa per trarne vantaggi impropri
2. Capacità delle imprese di trovare finanziamenti nel mercato dei capitali
3. Capacità di rimuovere un management inefficiente
Forme di opportunismo:
Azioni illecite (come vendere asset a terzi convenientemente)
Ricerca di benefici privati (appropriazione di beni e fondi aziendali)
Resistenza al ricambio (impedimento del licenziamento dei manager)
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Tipi di takeover: amichevoli e ostili
Incentivazione manageriale:
Negli anni novanta “Pay per performance”, attraverso programmi di bonus e incentivi azionari.
Verso la fine degli anni Novanta introduzione stock option, attraverso cui i manager avevano
diritto di acquistare azioni ad un dato prezzo, detto prezzo d’esercizio, e potevano solo trarne
profitto.
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Controllo interno si suddivide in:
Controllo di legittimità: attività dell’impresa siano conformi alla legge
Controllo procedurale: verifica del rispetto procedure
Controllo contabile: verifica che i conti e bilanci siano veritieri
Organi di controllo:
Perposto interno = internal audit
Comitato per il controllo interno = prende info da internal audit e assieme a società di revisione
sorveglia
Per questi ultimi due problemi la soluzione è il Leveraged Buy-Out, ossia una tecnica di
acquisizione realizzata attraverso una new company, in cui liquidità del partner sono usati per
finanziare l’operazione
Il potere per tentare di influire sulla governance di un investitore istituzionale è detto attivismo, e
può assumere la forma di negoziazioni “dietro le quinte”, minacce di liquidare l’investimento,
annunci pubblici del proprio dissenso.
Tuttavia l’attivismo è raro, poiché agli investitori conviene smobilizzare piuttosto che convincere
un management a cambiare, inoltre gli investitori seguono una politica di portafoglio orientata
all’indexing (più soldi se capitalizzazione alta) anziché alla gestione attiva (più soldi a società più
promettenti)
Debito è meccanismo di governance: in caso di alto debito e rischio fìdi fallimento, i creditori
possono cambiare il management, scenario che i manager vogliono decisamente evitare
Grazie all’ipotesi dei free cash flow le società si indebitano con i soldi che possono essere sfruttati
dai manager per tenerli attivi.
Indebitandosi si conferisce potere alle banche btw
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P14, La struttura organizzativa delle imprese
Lo stile di leadership consiste nel modello di governo dei rapporti di lavoro nell’organizzazione
d’impresa. Le competenze di leadership consentono di orientare l’impresa verso il futuro, facendo
sì che le diverse componenti si muovano in modo coordinato per realizzare il disegno strategico
La cultura d’impresa:
- Si riferisce a dei principi, valori e modi di pensare profondamente radicati
- Condiziona i comportamenti adottati dal management
- Non è visibile direttamente ma può essere analizzata osservando le sue
manifestazioni
L’organizzazione d’impresa comprende tutte le attività volte alla definizione della struttura
organizzativa e dei meccanismi di funzionamento.
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La struttura organizzativa definisce i criteri di divisione e di coordinamento del lavoro tra i membri
dell’organizzazione, nonché il grado di decentramento decisionale.
Struttura Mista o a
Elementare Funzionale Divisionale
organizzativa matrice
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Gamma di Diversificazione
Articolazione Monoprodotto, prodotti correlata, Diversificazione
strategica monomercato omogenei, mercati non correlata
mercati omogenei disomogenei
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I processi si aggregano in:
COORDINAZIONI PARZIALI
COMBINAZIONI PARZIALI
Nelle imprese le coordinazioni equivalgono alle funzioni: funzione vendite, funzione acquisti ecc..)
Una combinazione economica parziale è definita da una certa gamma di prodotti destinata ad un
certo mercato (combinazione prodotto-mercato)
o Operazioni di Organizzazione
o Operazioni di Rilevazione
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Tutte le gestioni, con i loro “costi” e “ricavi” concorrono a determinare il risultato reddituale
dell’impresa e possono pesare variamente nel determinare l’utile o la perdita:
– due gestioni attive (caratteristica e patrimoniale): contribuiscono a generare reddito
– tre gestioni passive (finanziaria, assicurativa, tributaria): assorbono reddito
Le negoziazioni reali non si svolgono mai in condizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealtà e
di equilibrio di potere delle parti.
– Razionalità limitata e mercati imperfetti
I concetti essenziali utili per un visione non troppo ingenua delle negoziazioni sono:
– i costi di transazione
– l’asimmetria informativa
– gli investimenti specifici
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– la forza contrattuale
L’economicità è data da
Il perseguimento dei fini economici istituzionali
Il rispetto simultaneo delle condizioni di funzionamento:
1. Equilibrio reddituale: rimunerare con le componenti positive di reddito tutti i costi. Porre
particolare attenzione al tempo di equilibrio (se è lungo entra in gioco la gestione
finanziaria) e all’oggetto di riferimento (può capitare che un’azienda sia in equilibrio grazie
a tramacci con altre)
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2. Efficienza e flessibilità:
Rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi, quindi relazione tra risultati conseguiti.e
mezzi impiegati, dati da Innovazioni di processo (just in time) o flessibilità
Esistono situazioni di equilibrio reddituale anche in assenza di efficienza: Monopoli,
Condizioni esterne favorevoli (high tech), esternalità negative (inquinamento)
3. Congruenza delle remunerazioni: Congruità dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-ricavi
conseguiti, analizzando le condizioni ambientali e il costo opportunità.
Anche in situazioni di equilibrio reddituale esistono casi di incongruità delle remunerazioni:
Monopoli, Evasione fiscale, Delocalizzazioni produttive, Imprese familiari
4. Capacità di risparmio
5. Equilibrio monetario: Capacità di far fronte, momento per momento, agli impegni di
pagamento. Occhio se l’equilibrio reddituale è dato da ingenti finanziamenti, più
indebitamento = più oneri finanziari!!
Concludendo, economicità non implica massimizzazione del profitto, poiché si traduce nel rispetto
simultaneo delle condizioni favorevoli al mantenimento e allo sviluppo dell’azienda, intesa come
mezzo per conseguire i complessi fini di istituto
Principio di competenza:
– non tutte le condizioni di produzione esauriscono la loro utilità entro il periodo corrispondente a
un esercizio (es. impianti)
– non tutti i processi iniziano e si concludono entro tale periodo (es. rimanenze del processo
produttivo)
– Secondo il principio di competenza, nella tavola del reddito relativa a un certo esercizio devono
essere rappresentati:
• Tutti e soltanto i valori degli output prodotti nell’esercizio
• Tutti e soltanto i valori degli input utilizzati e assorbiti per produrre tali output
L’analisi di tali valori consente di misurare il risultato reddituale dell’impresa, ossia l’utile o la
perdita
Liquidità: capacità dell’azienda di far fronte agli impegni di breve periodo convenientemente
Tasso di liquidità = Liquidità immediata+ Liquidità differita / Passivo corrente
Standard sopra uno
Solidità: Capacità di un’azienda di far fronte agli impegni di medio – lungo periodo
convenientemente o minacce impreviste
Tasso d’indebitamento = Passivo corrente / Capitale netto, più è vicino a 1, meglio è. Max 3 con
impresa instabile a livello finanziario
Rapporto d’indebitamento = TI + 1
Dipendenza finanziaria = Passivo finanziario / Capitale netto (Facoltativo, serve a capire quanto
pesino i finanziamenti sul rispetto al capitale)
Grado di copertura tutto attivo = Capitale netto + passivo consolidato / Attivo immobilizzato,
standard 2
Spread = R.O.A. – i
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ABC 11.2, Le scelte di dimensionamento della capacità produttiva. Le
economie di scala, di saturazione, di apprendimento
Con economia si intende un vantaggio economico nella realizzazione di un’attività, di un processo,
di una combinazione economica. Minor livello di costi a parità di risultati ottenuti.
La produzione effettiva è molto spesso inferiore alla CP perché il mercato non è sempre in grado di
assorbire tutta la produzione realizzabile dalla nostra azienda
Il grado di utilizzo della capacità produttiva, detto anche grado di saturazione, è misurabile:
Produzione effettiva/CP %
La CP si misura in modo diverso a seconda dell’attività svolta dall’unità aziendale. Quando l’output
finale deriva dalla combinazione di CP diverse esiste il rischio di “collo di bottiglia”, ossia l’organo
con CP minore. Per misurare la CP aziendale bisogna quindi prendere il minimo comune multiplo
tra le capacità produttive.
Le economie di scala
Sono le riduzioni dei costi unitari che si ottengono installando (e saturando) capacità produttive
maggiori. Il calcolo delle EDS richiede il confronto tra due diverse capacità produttive, ipotizzando
per entrambe lo stesso grado di utilizzo.
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EDS = (Cux - Cuy)
Dove:
Cux = costo unitario medio di produzione impianto X
Cuy = costo unitario medio di produzione impianto Y
Economie di saturazione
Consistono in una riduzione dei costi medi unitari derivanti dall’aumento dello sfruttamento della
capacità produttiva (tenendo costante la CP)
All’aumentare del grado di sfruttamento della capacità produttiva, quindi, il costo fisso è ripartito
su un numero maggiore di output e questo determina una riduzione del costo medio unitario.
Le economie di saturazione sono tanto maggiori quanto maggiore è l’incidenza dei costi fissi.
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ABC 11.3, 11.4: Economie di apprendimento e le strategie di
replicazione
Le economie di apprendimento
Sono le riduzioni di costo unitario e miglioramento della qualità dell’output che si realizzano per
effetto dell’esperienza nella realizzazione di una certa attività. L’esperienza deriva dalla ripetizione
in modo continuativo di una certa attività.
L’inclinazione della curva dipende dalla capacità di imparare, detta velocità di apprendimento, che
si può calcolare:
C2x/Cx %
Dove:
C2x è il costo unitario di produzione dell’unità 2x
Cx è il costo unitario di produzione dell’unità x
Per misurare l’effetto esperienza, ovviamente, occorre che nell’intervallo considerato le altre
condizioni produttive restino invariate.
Le economie di apprendimento si quantificano calcolando il risparmio di costi ottenibile ad ogni
raddoppio di produzione:
(C2x – Cx) / Cx
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Economie di replicazione
Fanno leva su competenze e routine presenti nel patrimonio aziendale e applicate nello sviluppo di
nuove attività in molti aspetti simili. Esempi sono le aziende che operano in franchising.
Costi variabili: tutti i costi direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita
(consumi di materie prime, energia ecc)
IL PUNTO DI PAREGGIO
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Punto di pareggio (aka bep) è l’ammontare delle vendite che consente di coprire tutti i costi
aziendali. Può essere inteso come:
1. Numero di pezzi da produrre e vendere per andare a pareggio (BEP in volume)
2. Fatturato da conseguire per andare a pareggio (BEP in fatturato)
Modalità di calcolo
QP = CF / Ru-CVu dove Ru-CVu è MDCu
La differenza tra ricavi unitari (Ru) e costi variabili unitari (CVu) viene definita Margine di
contribuzione unitario MDCu
Rischio operativo
Probabilità più o meno elevata di subire risultati reddituali particolarmente negativi o
particolarmente positivi in relazione al fluttuare del volume di produzione e vendita
Il rischio operativo è legato a due elementi della struttura economica delle imprese:
1. Livello del punto di pareggio (più è distante, più è rischiosa)
2. Grado di elasticità operativa:
Ampiezza della forbice fra ricavi e costi prima e dopo il punto di pareggio
Misurata come rapporto tra costi variabili in corrispondenza del punto di pareggio e costi
fissi = CVT nel BEP / CFT
Catena del valore: insieme delle attività condotte in un’impresa e che possono portare a vantaggio
competitivo.
Attività dell’impresa (secondo Porter) si dividono in: attività primarie (attività operative in fase di
ATV) e attività secondarie o di supporto (attività integrative)
L’ottenimento del vantaggio competitivo è legato al perseguimento di una delle strategie di base:
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Leadership di costo: tramite la quale l’impresa produce il medesimo prodotto a costi
inferiori rispetto ai competitors (ottenibile attraverso economie di scala, apprendimento,
saturazione. Facilmente realizzabili con prodotti standardizzati.)
Differenziazione: Impresa produce prodotti differenti per il quale il consumatore è disposto
a pagare prezzi diversi
Focalizzazione: Realizzazione di una delle precedenti strategie in un segmento limitato del
mercato.
Il punto chiave è identificare le risorse di valore prima dei concorrenti per attuare i meccanismi di
isolamento:
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Dimensione ottima minima: Imprese di grandezza maggiore hanno un vantaggio rispetto
alle più piccole (per esempio in termini di potere contrattuale)
Interdipendenza: Spesso per imitare un prodotto non bisogna limitarsi all’imitazione del
prodotto in se, ma anche alla distribuzione ecc…
Ambiguità causale: incapacità di identificare tutte le determinanti del successo competitivo
Non mobilità: competenza legata alla conoscenza del comportamento del consumatore
finale.
Quando un’impresa è in possesso di un insieme di risorse dotate di scarsità e non imitabili crea le
condizioni per una situazione di vantaggio competitivo sostenibile.
Nascita
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L’impresa nasce per effetto della spinta creativa di un imprenditore che genera dal nulla
un’organizzazione intorno ad un’idea e alla propria azione personale
Crescita
Al termine del periodo di nascita la tecnologia, la struttura organizzativa e le strategie di
mercato che avranno successo, appaiono chiare al management
È necessario spostare l’attenzione dal prodotto verso l’innovazione di processo così, se il
mercato cresce rapidamente, non si ha bisogno di sottrarre clienti ai concorrenti, ma si può
ottenere una performance molto alta consolidando la propria posizione sul mercato
Ogni impresa tende a concentrarsi su uno specifico ambito strategico
I concorrenti divengono più efficienti a causa principalmente di economie di scala e di
apprendimento
Maturità
In fase di maturità nel settore si verifica un rallentamento della crescita della domanda, a cui le
imprese possono rispondere in due modi
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Vuoti di offerta, colmare i vuoti lasciati dalle imprese che escono dal settore.
Declino
Un settore è in declino quando la domanda e la redditività sono in calo.
Si possono individuare quattro strategie nei confronti dei business in declino:
Strategia di quota: far acquisire all’impresa una posizione di leadership nel settore,
cercando di compensare la caduta complessiva delle vendita con l’aumento della propria
quota di mercato. Obiettivo è quindi mettere fuori gioco i concorrenti, o con guerre di
prezzo o rendendo l’operare nel settore più oneroso che uscirne.
Strategia di nicchia: Occupazione di un segmento della domanda protetto dal declino
Strategia di mietitura: ottenimento del massimo ritorno finanziario dal business in declino,
riducendo il numero di varianti del prodotto e alzando i prezzi di vendita.
Strategia di disinvestimento: dismissione delle attività rapida, in modo tale da vendere ad
un buon prezzo.
Crisi dell’impresa
Cause secondarie: moltiplicano gli effetti delle cause primarie, ostacolando la risoluzione
della crisi. Sono dovute principalmente da: crescenti inefficenze, erosione del sostegno
degli stakeholder, deterioramento del clima interno e dei processi decisionali.
Una delle Strategie di fronteggiamento della crisi più diffusa è il Turnaround: cambiamento
drastico di tutti i possibili attori della crisi
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P18, Le strategie di crescita
Le strategie di crescita sono attuabili attraverso diverse modalità realizzative: crescita interna,
esterna e per accordi
Interna: Processo di sviluppo all’interno di una struttura societaria definita. Processo lento in cui
l’impresa deve combinare lo sfruttamento delle opportunità esistenti con l’esplorazione di
opportunità nuove
Per accordi (contrattuale): Basata su accordi fra imprese, mediante la costituzione di joint venture
o altre forme di collaborazione (strategie cooperative).
Esterna: Sviluppo mediante acquisizione o fusione con imprese esistenti. Processo più rapido
esposto però al rischio di pagare troppo le imprese acquisite e di subire difficoltà successive di
integrazione
Lo sviluppo orizzontale:
Attuabile mediante espansione interna dell’impresa (es. aumentare il grado di sfruttamento degli
impianti esistenti o la scala produttiva) o acquisizione di imprese similari operanti nello stesso
mercato (integrazione orizzontale). È finalizzato al rafforzamento della posizione di impresa (quota
di mercato) per mezzo di:
Completamento della gamma di prodotti offerti
Ampliamento del numero di segmenti di mercato
Espansione geografica
È un’opzione di crescita dal rischio contenuto e richiede tempi di realizzazione meno lunghi,
consentendo di sfruttare risorse già disponibili
La diversificazione
È una scelta strategica con cui l’impresa allarga l’ambito delle sue attività in termini di prodotti
venduti o di mercati serviti. La diversificazione può essere vista come l’aggiunta di attività
appartenenti a filiere differenti.
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La diversificazione può offrire quattro tipi diversi di economie:
Sviluppo verticale
Ogni azienda deve decidere quanto integrarsi (estendersi) a monte e a valle
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Questo tipo di espansione può portare vantaggi tecnici, economici e concorrenziali.
Tecnici perché l’impresa verticalmente integrata può realizzare un coordinamento più
stretto e razionale delle attività (Come lo scaldare l’acciaio una sola volta sia per la
produzione che per la lavorazione
Economici perché vi è la possibilità di appropriarsi dei margini di profitto di clienti e
fornitori, bisogna ricordarsi però di confrontare questi dati con gli investimenti fatti per
integrarsi. Risparmio anche in termini di costi di transazione
Concorrenziali perché l’impresa aumenta il suo potere di mercato
Per questi motivi la strategia di integrazione verticale è tipica delle fasi di sviluppo del mercato,
ossia di periodi in cui si possono formulare affidabili previsioni di crescita circa il futuro andamento
della domanda.
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– INVESTIMENTI IN RISORSE SPECIFICHE: che non possono trovare impiego alternativo (es. un
fornitore che riceve un ordine da una grande azienda, ma per produrlo deve comprare una
macchina che servirà in modo specifico alla realizzazione di quella richiesta)
– FREQUENZA e INCERTEZZA delle negoziazioni (se vi è grande incertezza sui risultati della
collaborazione, allora i costi di transazione sono alti)
Strategie di outsourcing
Ricerca sistematica di occasioni di affidamento a terzi di processi in precedenza realizzati
internamente (completo o parziale)
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Nella strategia globale occorre bilanciare le economie di scala (che spingono a standardizzare le
attività internazionali) con l’esigenza di adattamento locale (che spinge a variare le attività
internazionali). Le opzioni possibili sono:
Adattamento: unità locali («subsidiaries») indipendenti operanti nei vari paesi, senza
sfruttamento delle economie di scala.
Aggregazione: centralizzazione delle attività in una o in poche macro-regioni, che servono i
vari mercati locali.
Arbitraggio: disaggregazione della catena del valore per beneficiare dei vantaggi comparati
dei vari paesi.
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Configurazione delle attività delle imprese internazionali
Strategia multidomestica: Tipica strategia delle imprese internazionali, in cui tutte le attività della
catena di valore vengono lasciate alle singole unità locali con ampia autonomia
Forte investimento all’estero e forte coordinamento delle attività: Impresa opera in maniera
dispersa, decentralizzando le attività ma mantenendo un forte coordinamento tra le filiali
Strategia globale pura: Forte centralizzazione delle risorse decisive rispetto ai vantaggi competitivi,
soluzione delle imprese globali
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In ambito di crescita contrattuale la modalità di gestione del rapporto e l’identità del partner sono
critici per il successo dell’operazione.
Fit strategico: quando le aziende lavorano assieme e hanno un surplus più alto in termini di
capacità di ricchezza
Fit culturale: quando le aziende sono orientate allo stesso approccio gestionale
Il vantaggio competitivo relazionale può essere perseguito attraverso diverse forme di accordo e
cooperazione.
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In una prospettiva resource-based, le forme di cooperazione hanno due motivazioni principali:
L’ottenimento delle risorse
La difesa di risorse e competenze
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P21, La gestione strategica nei processi di innovazione tecnologica
Per tecnologia si intende l’insieme concettuale e applicativo di conoscenze, skill e artefatti che
vengono impiegati tanto per sviluppare e lanciare prodotti e servizi quanto per rinnovare i sistemi
di produzione e commercializzazione degli stessi.
L’innovazione tecnologica è lo sviluppo a fini commerciali di nuovi prodotti o nuovi processi, atti ad
accrescere la proposta di valore veicolata al mercato mediante beni e servizi.
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Sotto il profilo manageriale quando l’innovazione è trainata dalla tecnologia si definisce
technology push, quando l’innovazione è la risultante di una precisa domanda di novità da parte
del cliente si definisce technology pull.
Le tecnologie assumono una diversa connotazione a seconda del ruolo che assumono nel
conseguimento del vantaggio competitivo:
L’analisi della struttura del patrimonio tecnologico avrebbe scarsa rilevanza strategica se non fosse
rapportata alla nozione di posizione tecnologica relativa, ossia confrontata tra le soluzioni tecniche
disponibili in un dato momento nell’azienda e quelle detenute dai principali concorrenti.
La posizione può essere:
1. forte o di dominanza, qualora l’azienda possegga competenze la cui superiorità può essere
comprovata da rilevazioni oggettive (tipo performance prodotto)
2. allineata, quando il livello di competenze non presenta differenziali significativi rispetto alla
concorrenza rilevante
3. debole, qualora le competenze risultino sensibilmente inferiori, se non inadeguate rispetto
a quelle della concorrenza
L’indirizzo strategico dello sforzo innovativo, in cui l’azienda ha una posizione tecnologica più
solida rispetto a quella competitiva, alla ricerca di una posizione di dominanza solida e duratura
rappresenta, quindi, l’elemento differenziante le imprese di successo.
La gestione strategica dell’innovazione e della tecnologia indica i settori di attività verso i quali
deve essere orientato lo sforzo scientifico-tecnologico. Le scelte di gestione riguardano tre
alternative:
Leadership tecnologica, che consiste nell’introdurre per primi nuove soluzioni
tecnologiche, assumendo così una posizione di avanguardia
Imitazione, che consiste nell’acquisire rapidamente soluzioni tecnologiche introdotte dal
leader per apportarvi miglioramenti e realizzare vendite a costi inferiori
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Me too, perseguita da imprese imitatrici che entrano nel mercato in fase avanzata del ciclo
vitale della tecnologia, in prossimità della maturità.
Nell’ambito innovativo è importante la gestione del portafoglio prodotti, che possono essere:
Star, ossia prodotti di successo
Question mark, prodotti in una situazione di incertezza che possono costituire ottime
opportunità così come investimenti sbagliati
Cash Cow, prodotti Star che hanno finito la fase di espansione del mercato, ma che hanno
flussi alti da poter finanziare nuovi investimenti
Dog, prodotti con bassa redditività
Il processo ideale suggerito dal modello Boston Consulting Group è: Utilizzare i prodotti Cash Cow
per finanziare i question mark, nella speranza che diventino star fino ad evolversi in nuovi Cash
Cow, ma soprattutto sostituire quelli diventati dog con prodotti innovativi.
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La gestione finanziaria
L’impresa è l’entità che si interfaccia con un mercato attraverso la gestione finanziaria,
commerciale, e delle operations.
Gestione finanziaria
Distinzione tra
Valori economici (valori astratti, segnati come spesa ma senza uscita di cassa effettiva.
Esempio: ammortamenti)
Valori finanziari (Entrate ed uscite di cassa)
Le gestione finanziaria cerca di preservare un equilibrio finanziario e monetario
L’impresa ha normalmente necessità di danari di finanziamento, principale causa è la crescita
dimensionale (a.k.a. Incrementi attività: acquistare nuovi impianti, ecc), ma anche decrementi
passività (saldare o diminuire un debito), o intensità di capitale.
Il fabbisogno finanziario necessita di coperture finanziarie, determinate da qualità (durata,
tempistica) e quantità del fabbisogno.
Il finanziamento (coperture finanziarie) è riscattabile sotto forma di capitale di rischio, di debito o
come autofinanziamento (non distribuendo dividendi).
L’impresa deve quantificare con anticipo il fabbisogno finanziario con riferimento ai seguenti
aspetti:
-Importo (CCNO)
-Tempo di manifestazione (VAN)
-Durata di fabbisogno (Giorni di dilazione di pagamento)
Nelle aziende di medie e grandi dimensioni, le attività della gestione finanziaria vengono svolte da:
Treasurer (aka direttore finanziario): si occupa della raccolta di fondi e della
gestione della liquidità
Controller: si occupa di verificare l’efficienza dell’impiego dei fondi raccolti (Quanta
materia prima utilizziamo per i nostri prodotti, quanto siamo efficienti, quanto
tempo ci mettiamo)
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L’importo del fabbisogno finanziario
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I fornitori dilazionano la richiesta di pagamento, rendendoli una sorta di banca che offre materia
prima senza pagare. Questo fa si che la copertura restante, il CCNO, sia l’importo quindi da
chedere alle banche.
La CCN in senso ampio si ottiene dalla formula: Attivo corrente-Passivo corrente. Calcolare il CCN
in senso ampio serve a rispondere al quesito: Abbiamo abbastanza liquidità da coprire i debiti a
breve?
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Il tempo della manifestazione del fabbisogno finanziario
I flussi finanziari emergono in momenti temporali distinti: Ad esempio, oggi vogliamo fondare un
impresa quindi quest’anno dobbiamo affrontare esborsi, tra cui quello dal notaio. Avremo un
flusso positivo tra 5 anni, quando clienti cominceranno ad acquistare prodotti. Ipotizziamo di aver
speso 1100 quest’anno e magari tra 3 anni incassiamo 1200. Ci conviene in questo caso fondare
l’impresa? Da questa domanda proviene il tema del valore del tempo
Altro esempio: ipotizziamo di avere 1000 euro. Li mettiamo in banca e dopo un anno otteniamo
una restituzione del capitale + interessi.
Il valore di domani è esprimibile in relazione matematica con valore di oggi. E viceversa, vale
quindi:
Valore di oggi= Valore di domani/ fattore di sconto
Più un dato flusso è lontano nel tempo, più il suo valore in termini di moneta attuale è mino
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Io= Investimento iniziale
Flussi netti= INCASSI - USCITE
Ricorda che i flussi sono valori stimati
Tipi di flussi:
Monetari: (in denaro, per paragonarli al fattore sconto)
Differenziali: Differenza tra flussi senza e con investimento (se abbiamo impresa e
partiamo con un nuovo progetto dobbiamo considerare flussi solo del progetto, non di
quello che c’è prima)
Al netto d’imposta: Debiti e crediti d’imposta
Al lordo di oneri finanziari: In cui il costo degli oneri finanziari è incluso nel tasso di
attualizzazione dei flussi.
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FMOI + Aumento di capitale – Rimborso debiti vs banche = FLUSSO MONETARIO TOTALE
Ricorda
Ricavi generano entrate monetarie
Costi generano uscite monetarie
Ammortamenti non generano costi monetari
Esempi concreti
Impresa con -1000 di gestione operativa e 900 di gestione finanziamenti con flusso di cassa
generato di -100 è un’azienda che ha aperto un mutuo a causa di gestione operativa
negativa (probabilmente riscossione crediti vs clienti differita)
Impresa che genera 1000 con la gestione operativa e -1100 con gestione finanziamenti è
impresa che presta soldi
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A struttura perfettamente definita (debiti commerciali, mutui e obbligazioni a tassi fissi,
operazioni di leasing finanziario)
Durata fonti:
finanziamenti a Breve (12-18 mesi, sconti, accrediti…)
finanziamenti a medio (18-60, leasing)
finanziamenti a lungo (60+, mutui, ecc...)
Caso Napolifollia
Costruire rendiconto finanziario con dati forniti
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Quest’impresa può distribuire dividendi?
Teoricamente si perché ha utile ( dal punto di vista giuridico)
No dal punto di vista finanziario perché la gestione atv è negativo quindi i dividendi vengono da
capitale sociale. Significa che azionisti riprendono soldi messi dentro per azienda.
Poiché i dividendi vengano distribuiti occorre avere un flusso monetario positivo o se è negativo
avere un disinvestimento positivo.
Quando ci si chiede se i dividendi debbano essere distribuiti, si deve tener conto dell’aspetto
giuridico e finanziario. La risposta è affermativa sotto l’aspetto giuridico se il risultato d’esercizio è
positivo. Tuttavia sotto l’aspetto finanziario l’azienda deve prima vedere da cosa sono generati i
valori positivi: se dipendono dal capitale sociale, distribuire dividendi è inutile.
Vado a chiedere a banca importi diversi sommando reddito operativo ai tre flussi e se la leva è
positiva mi conviene indebitarmi.
-La PRODUZIONE
riguarda lo svolgimento delle attività di acquisizione, combinazione e trasformazione di input
(fattori produttivi, beni e servizi), al fine di ottenere degli output (fattori produttivi, beni e servizi)
da destinare al consumo finale o da utilizzare quali input di altre produzioni. Si divide in due parti:
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Quattro tipi di produzioni nei sistemi produttivi:
produzioni job-shop (Riguardano la produzione di bassi volumi di un prodotto con
gradi di varietà e variabilità piuttosto marcati)
Tipica domanda d’esame: quali tra queste caratteristiche non è caratteristica job
shop?
Il fatto in cui prima vendo e poi produco contraddistingue job shop dalle altre
• Scorte di materie prime e prodotti finiti quasi inesistenti, consistenti i work
in progress
• Sono caratterizzate da elevati gradi di flessibilità ed elasticità produttiva (El.
Produttiva perché sono costi variabili, flessibilità perché posso utilizzare i
fattori produttivi in modo flessibile
produzioni a lotti
Riguardano la produzione di prodotti caratterizzati da un’elevata varietà
(gamma molto ampia di prodotti) e da una ridotta variabilità (omogenee).
La produzione può avvenire su ordine acquisito (commesse ripetitive a catalogo)
o su previsione della domanda (produzioni intermittenti). Per fare questo
bisogna dover avere costi limitati, in modo tale da non avere ingenti perdite in
caso di predizione sbagliata.
Si basano prevalentemente su competenze generiche a meno di specificità
richieste a fronte di particolari lavorazioni
produzioni in linea
Lo abbiamo negli elettrodomestici, o automobili
• Realizzano elevati volumi di prodotti con varietà e variabilità piuttosto
contenute tali da giustificare investimenti specifici (Obiettivo è produrre
molto saturando meglio i macchinari, per questo si produce con variabilità e
varietà contenute)
• Cicli produttivi ripetitivi ed omogenei
• Il prodotto è il risultato dell’assemblaggio di componenti di fabbricazione
interna o esterna
• Consistenti scorte di magazzino e prodotti finiti
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Job-shop Produzione per Produzione in Produzione a flusso
lotti linea continuo
N.ro output Limitato (unità) Totale: alto. In Elevato Elevatissimo
ciascun lotto: basso
Caratteristich Personalizzazione No Varietà e Prodotto
e output Varietà e variabilità personalizzazione variabilità standardizzato
elevate Varietà alta ridotte
(definizione ex ante
di una varietà di
caratteristiche)
Variabilità bassa
Esempio Imprese di costruzioni Produttori di Produttori di Produttori di carta,
edili calzature elettrodomestici acciaio
Imprese amatoriali Imprese di (Indesit)
B&B Crociere abbigliamento
(allestimenti) B&B arredamento
Tipo di Produzione su Produzione per lotti Prod. discreta Flusso produttivo
produzione commessa (singola o (gruppi di prodotto (rispetto a pdz delineato (dalla
ripetitiva) dalle caratteristiche per lotti: ‘tecnologia’) e
omogenee) tecnologia + sequenza operazioni
Alternative: vedi rigida, impianti vincolante (ciclo
nota 1 specifici e tecnologico
invest. + alti vincolato)
meno varianti)
Processo Progetto/preventivo di Progettazione Idem come Idem come
produttivo massima ORDINE predisposizione produzione per produzione per lotti
del cliente Progetto sistema produttivo lotti
specifico magazzino
adattamento materiali ORDINE
generici + acquisto
materiali specifici
Scorte No: Elevate scorte di Aumentano Elevate scorte di
- scorte di materie lavori in corso di scorte di prodotti finiti
prime (acquisto su lavorazione magazzino di
fabbisogno) Si cerca di prodotti finiti
- scorte di prodotto minimizzare le
finito (al termine scorte di materie
viene consegnato) prime (con buone
Si: scorte di prodotti in previsioni
corso di lavorazione domanda)
(per commesse Si scorte prodotti
pluriennali) finiti
Caratteristich Elevata flessibilità (qui Trade-off: Assemblaggio di Elevata rigidità dei
e processo intesa come capacità flessibilità/varietà componenti processi produttivi
produttivo di adattare il sistema vs Ripetitività e Elevati costi fissi
produttivo alle standardizzazione. omogeneità dei Sovente, no
necessità del caso Aumento la varietà cicli scomponibilità fasi
singolo) più frequenti le Rigidità fasi in (es.: derivati
Elasticità op.: può interruzioni (più sequenza petrolio)
variare da azienda ad piccoli i lotti)
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azienda e dipende dai minore utilizzo
costi fissi (ad es.: sarto impianti
vs azienda edile) aumento costo
unitario
Criticità Assicurare all’azienda Differenziazione x Massimizzare Assicurare continuità
gestionali un portafoglio ordini guidare il mkt e efficienza processo e capacità
stabile nel tempo capacità revisionali Bilanciare di assorbimento del
su domanda carichi lavoro fra mercato per
Competenze Bilanciare trade-off le fasi (no colli saturare gli impianti
progettuali e fra “varietà” e bottiglia che e ripartire i costi fissi
affidabilità “basso costo bloccano la (dominanza del mkt)
unitario” produzione)
La logistica
La logistica è il processo di pianificazione, gestione e controllo dei flussi fisici dei materiali e dei
correlati flussi informativi
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Il compito della logistica è quello di assicurare la disponibilità dei prodotti nel tempo, spazio e
volumi richiesti.
La logistica in ingresso riguarda l’acquisizione di materie prime e componenti e la
movimentazione dai fornitori alle unità di utilizzazione
La logistica interna consiste nella gestione del flusso dei materiali in lavorazione fino alla
collocazione in magazzino
La logistica in uscita si occupa del sistema di ricezione e di evasione degli ordini.
Alla funzione che svolge questi compiti di logistica si da il nome di Logistica integrata
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Affidabilità: Regolarità delle consegne nel tempo in tema di tempistiche e conformità del
prodotto e di richieste
Flessibilità: Capacità di adattare la consegna al cliente
Gli approvigionamenti
L’approvigionamento è l’insieme delle attività tecnico-commerciali attraverso cui le imprese
acquistano sul mercato i beni e i servizi necessari per lo svolgimento dei processi produttivi e
gestionali.
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Materiali strategici: pelle di coccodrillo di Hermes integrando a monte o facendo contratti di
fornitura molto forti
Materiali con effetto leva: Costo della bottiglia d’acqua deriva da un prodotto standard (bottiglia di
plastica) ma ad un suo aumento/diminuzione la redditività cambia notevolmente
Materiali collo di bottiglia: portano poco reddito ma hanno un elevato rischio di
approvigionamento (come i macchinari di un’azienda, se sbagli macchinario la produzione si
sblocca. L’impatto economico non deriva dal bene in se ma a cosa comporta nel processo di
produzione)
CASO NESPRESSO
Domanda d’esame: quali sono i due problemi fondamentali di Nespresso?
Tecnologia e brevetti in scadenza
Sostenibilità ambientale delle capsule, che non sono riciclabili.
Questo caso comunque riguarda capitolo marketing e vendite.
Mkting strategico
Tema segmentazione:
chi sono i nostri clienti? Identikit nostro cliente( per esempio età (sui 35 anni), unità di riferimento
(individuo/famiglia)
I clienti hanno tempo limitato, reddito medio/alto, istruzione medio/alto, Localizzazione nei centri
urbani, lavoro (solitamente profeassionisti, dirigenti)
Una volta definito il mkt strategico, bisogna passare a quello definito mkting operativo, le famose
4 p (prodotto, prezzo, comunicazione, distribuzione)
Il punto è che c’è coerenza tra elementi mkt strategico e quelli di mkt operativo.
Esercizio da esame
Su VAN
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Imprese hanno diversi atteggiamenti nei confronti del mercato:
In ordine crescente di concorrenza: Orientamento al cliente, mercato, vendite, prodotto
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Posizionamento competitivo-percettivo: viene formulato un sistema di offerta coerente con
il segmento obiettivo e diverso dai competitors.
Differenziazione dell’offerta: distinguere la propria proposta da quella dei concorrenti
o Processi operativi: Il marketing operativo esplicita le leve del marketing mix, ossia
politiche di prodotto, prezzo, comunicazione e distribuzione
3. Sales management o Vendita: insieme di attività necessarie per allocare i prodotti presso i
clienti a fine azione di marketing.
La domanda, che può essere attuale, potenziale (limite a cui tende la domanda di mercato),
prevista (vendite aziendali per un arco di tempo definito). La domanda dipende dal programma di
marketing dell’impresa, non è statica.
HI: Dato dalla sommatorie delle quote di mercatop al quadrato e da la misura a livello completo di
tutti gli operatori…
Alla luce della analisi condotte l’impresa può definire la propria strategia di marketing,
Marketing indifferenziato: l’impresa presenta a tutto il mercato una sola offerta (Come
coca cola)
Marketing differenziato: Scelta di operare in diversi segmenti di mercato con prodotti
differenti.
Marketing concentrato: Impresa decide di rivolgersi a un solo segmento del mercato con
un’offerta esclusivamente riferita a questo (Esempio mototaxi che opera solo in territorio
limitato, marketing concentrato geograficamente
Marketing di nicchia: Elevato grado di differenziazione dell’offerta, focalizzata su un unico
segmento.
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Il MARKETING OPERATIVO dipende dalla strategia impostata e consiste nella manovra delle leve
che, nel loro insieme, costituiscono il marketing mix
Nel corso degli anni ’70 e ’80 c’è stato un ampio dibattito sulle finalità d’impresa. In questo
dibattito si è sviluppata la teoria degli stakeholder, secondo cui l’impresa dovrebbe massimizzare
non il profitto, ma la soddisfazione di tutti gli attori, distribuendo la ricchezza in modo equilibrato.
La teoria degli stakeholder suggerisce che l’impresa non solo per avere un successo stabile e
durativo ha bisogno del contributo degli stakeholders, ma lo stesso successo d’impresa consiste
nel soddisfare gli stakeholders nel suo insieme. Tale teoria è stata oggetto di visioni critiche. In
particolare, perseguire obiettivi sociali anziché reddituali può portare a danneggiare la società
anziché aiutarla. Infatti, un’impresa che sacrifica l’efficienza economica alla salvaguardia dei posti
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di lavoro può nel breve periodo alleggerire dei costi sociali, ma nel lungo periodo priva l’azienda
della capacità di competere e produrre innovazione.
Di contro, la teoria della creazione di ricchezza degli azionisti – shareholder (e quindi di una sola
categoria di stakeholder) aveva importanti argomenti a favore:
1. L’obiettivo dell’impresa, qualunque esso sia, dovrebbe essere unico. Qualora sorgano dei
tradeoff i manager non hanno indicazioni per decidere
2. Gli stakeholder diversi dagli azionisti sono tutelati da norme giuridiche e da rapporti di
scambio che avvengono a un prezzo determinato: i loro interessi sono rispettati in
partenza.
3. Tra i possibili obiettivi, quello di creazione di ricchezza è quello che soddisfa meglio
l’interesse di tutti gli stakeholder.
Quali sono le principali barriere all’entrata del settore? Come le giudichereste con riferimento al
caso del settore Pasta?
L’impatto dei nuovi entranti è moderato dalla presenza di barriere all’entrata, ossia di vincoli a
operare in un contesto competitivo da parte di imprese che non vi sono inserite. Le principali
sono:
Economie di scala e apprendimento
Fabbisogno di capitale
Accesso privilegiato alle risorse
Differenziazione
Contesti istituzionali restrittivi
Nel caso del settore della pasta la principale barriera all’entrata riguarda l’accesso ai canali
distributivi: un produttore che volesse entrare su scala industriale nel settore della pasta dovrebbe
assicurarsi uno spazio all’interno della grande distribuzione organizzata, e a questo fine è
necessario essere dotati di un marchio forte, oppure avere le risorse finanziarie da investire in
pubblicità per costruirlo. I potenziali entranti che potrebbero essere in grado di superare questa
barriera sono aziende già operanti nel settore alimentare, già presenti con altri prodotti nella
grande distribuzione e con una visibilità di mercato già affermata. Più semplice sarebbe l’ingresso
per un piccolo produttore che avesse intenzione di operare con processi artigianali e distribuire i
suoi prodotti solo su scala locale. In tale situazione l’investimento necessario per apprestare i
macchinari risulta basso, e basso sarebbe anche l’investimento necessario per farsi pubblicità su
scala locale o regionale, in negozi di gastronomia specializzati.
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lo standard di comportamento nel settore. Bilancio sociale 2002 per rapporto clienti. Ottenimento
LEED che diede prestigio. Obiettivi aggressivi entro 2015.
Spiega come funziona il processo di diversificazione, descrivi i passi compiuti da calzedonia che
le hanno permesso di compiere un percorso di crescita negli ultimi 30 anni
La diversificazione è una scelta strategica con cui l’impresa allarga l’ambito delle sue attività in
termini di prodotti venduti o di mercati serviti. La diversificazione può essere vista come l’aggiunta
di attività appartenenti a filiere differenti.
Esistono due tipi di diversificazione:
Correlata, quando il percorso di crescita orizzontale è lungo sentieri prossimi a quelli esistenti, per
esempio di prodotto se si vuole diversificare in nuovi prodotti.
Non correlata (o conglomerale), quando la crescita avviene mediante il passaggio a business
completamente nuovi per tecnologie e caratteristiche dei clienti serviti
Calzedonia grande differenziazione all’interno di calzedonia. Diversificazione correlata di proodtto
con intimissimi e anche di mercato con Intimissimi uomo. Tezenis diversificazione correlata di
mercato, prodotti per fasce più giovani. Cash & Carry vendita all’ingrosso, tentativo di diversificare
e vendere come fornitore. Falconeri, acquisizione di maglieria in cashmere, diversificazione di
mercato e prodotto. Signorvino, catena di enoteche spesso collocate vicino a negozi della catena,
diversificazione non correlata. Agribel, sempre diversificazione non correlata, produzione di beni
biologici. Atelier Emé, diversificazione correlata che punta al mercato delle spose.
Marketing management:
Processi analitici: Domanda: stabile anche se di composizione mutante; Concorrenza: settore
abbastanza concentrato
Processi decisionali:
Segmentazione della domanda e targeting: Vendita diretta alle famiglie o di nicchia
Posizionamento competitivo-percettivo: Dopo aver compiuto un processo di
analisi….consumo indulgente e d’impulso!! Concediamo al cliente un momento esclusivo in
cui soddisfare un bisogno personale.
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Differenziazione dell’offerta: Miscela di caffè di alta qualità, metodi di coltivazione
sostenibili, fornitori selezionati e grande cura della lavorazione, estetica e design
Processi operativi:
Prodotto: raffinato con aromi italiani
Prezzo: prezzi più alti del settore per potersi permettere qualità ed esclusività
Punti di vendita: Inizialmente distribuzione diretta, poi tramite boutique, flagship stores e internet
Comunicazione: Forti investimenti pubblicitari attorno ad uno slogan efficace; what else, indicante
il consumo del caffe come sofisticato e auto indulgente.
Quali sono i vantaggi della crescita contrattuale? Fai degli esempi e spiegali
Economie di scala o apprendimento, accesso ad asset esclusivi, diminuzione del rischio, possibilità
di cambiare la struttura settoriale. I rapporti tra imprese possono essere di due tipi: forti o deboli.
Deboli quando c’è comunanza di interessi e forti quando c’è scambio di capitale.
Scambio di amministratori, associazioni categoria = confindustria, alleanze = alitalia, airfrance,
network stabili, consorzi = agricolo, JV = bmw e toyota.
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Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
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