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LA MASTICAZIONE

Processo essenziale nell’estrazione dei nutrienti dal cibo perché tutte le sostanze che
intervengono nella digestione devono agire su grandi quantità e molto lentamente: c’è
quindi bisogno di sminuzzare precedentemente il cibo. Per questo, molti animali hanno
sviluppato un apparato masticatorio specifico per risolvere i problemi connessi alla
digestione.
Nei mammiferi, l’apparato masticatorio si è evoluto dalle mascelle dei rettili che hanno
denti e mascelle specializzati, con una struttura molto più complessa di quella degli
altri vertebrati.
L’evoluzione della dentatura dei mammiferi, in particolare dei Primati, è di grande
interesse perché la struttura dei denti riflette anche i diversi adattamenti alla dieta.
Il cambio di alimentazione ha portato infatti a drastici cambiamenti nella struttura
dei denti.
Riguardo all’alimentazione, il genere umano è passato da una condizione di saprofagi-
raccoglitori ad una di raccoglitori-cacciatori. Questi non solo fabbricavano utensili, ma
organizzavano attività comuni, suddividendosi i compiti.
Mentre molti continuavano a cacciare, altri cominciarono a coltivare i campi e a
scambiare merci con gli altri gruppi. Ha così l’inizio l’agricoltura che costituisce il
secondo stadio fondamentale dell’evoluzione culturale e si è sviluppata in Africa,
Eurasia e nelle Americhe tra i 10000 e i 15000 anni fa.
L’evoluzione dell’apparato masticatorio umano è quella meglio documentata rispetto ad
altri organi perché denti e mandibole sono tra i fossili meglio conservati e mostra
l’evoluzione di un potente apparato per la masticazione di cibo vegetale coriaceo:
aumenta la potenza di schiacciamento e triturazione. Inoltre i denti superiori e
inferiori vengono in contatto, hanno cioè una componente trasversale: ha inizio
l’occlusione dei denti.

1.
EVOLUZIONE DELL’APPARATO STOMATOLOGICO

Nell’evoluzione di questo apparato si riscontrano due principali tendenze evolutive.


1: * Il piano di occlusione e l’articolazione mandibolo-mascellare si spostano su due
piani diversi: nelle scimmie e nelle antropomorfe l’articolazione è più in alto
rispetto al piano di occlusione (Fig. 1).

Fig.1

gorilla

* Compare il palato a volta


* Si osserva un abbassamento del pavimento della cavità nasale e dell’arcata
dentaria rispetto alla scatola cranica e alle orbite e in generale si osserva un
cambiamento nella forma del cranio.
2. Il secondo sviluppo evolutivo si collega alla potenza sviluppata nei molari.
Nella leva costituita dalla mandibola, la potenza sviluppata dai molari è (a parità di
volume muscolare) inversamente correlata alla distanza tra i denti e l’articolazione
mandibolare, che costituisce il “fulcro” (Fig. 2).
Questa distanza viene definita “braccio della resistenza”.
Minore è il braccio della resistenza (in giallo), maggiore è la potenza sviluppata dai
molari.

Fig. 2

braccio della
resistenza

2.
L’accorciamento del braccio della resistenza è stato raggiunto mediante
l’arretramento delle arcate dentarie, fin sotto la scatola cranica, con il conseguente
accorciamento della mandibola (Fig. 3).

Fig. 3

3.
DENTATURA DEL GENERE HOMO

 Riduzione di incisivi, non più così essenziali grazie alla manipolazione e cottura
del cibo
 Canini ridotti fino ad assumere una forma quasi a spatola. I canini hanno inoltre
perso la loro proiezione fuori dalla linea degli altri denti, avendo perso il loro
ruolo di segnale di minaccia nelle liti.
 Assenza di dimorfismo sessuale dei canini
 Comparsa di premolari bicuspidi
 Scomparsa degli spazi tra i denti
 Arcata dentaria pari e tondeggiante
L’evoluzione umana ha quindi implicato:
1. Cambiamenti nella dentatura
 un mutamento della disposizione dei denti da due file diritte a un arco continuo
 riduzione dei canini
 “molarizzazione” dei premolari che passano da una forma conica, utile per
“afferrare” a una forma con superfice piana, utile per “frantumare e macinare”
 riduzione della serie dei molari

GORILLA HOMO

4.
2. Cambiamenti nella mandibola che hanno portato:
 all’evoluzione del ramo ascendente ad angolo retto rispetto al corpo
 all’arretramento dell’arcata dentaria sotto il neurocranio
 alla riduzione delle arcate e della dentatura
 al rovesciamento all’infuori del bordo inferiore della mandibola, con formazione
del mento

mento
5.

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