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CAP XVII
CAGE E L’INDETERMINAZIONE
Tra i più significativi sviluppi della musica nel secondo dopoguerra c’è l’indeterminazione,
cioè l’intenzionale utilizzazione di alcuni gradi di casualità nella composizione e/o
nell’esecuzione. Compositori attivi nella prima metà del XX secolo, come Ives e Cowell,
avevano fatto un uso occasionale e limitato dell’ determinazione. Tuttavia solo a partire dagli
anni Cinquanta l’indeterminazione emerse come fenomeno importante. L’accettazione
dell’indeterminazione (declinata in molti modi), da parte di molti compositori dagli anni
Cinquanta in avanti, si deve in gran parte all’influsso dell’americano John Cage. Nato a Los
Angeles nel 1912, negli anni ‘30 Cage studiò per qualche tempo con Cowell e Schoenberg. La
sua originalità , al di là delle capacità musicali, fu subito evidente a Schoenberg, che lo definì
“non un compositore ma un inventore di genio”.
Successivamente Cage fu influenzato da Varese. In una conferenza del 1937 intitolata Il futuro
della musica: Credo, Cage espose due principi di origine varesiana che avrebbero
caratterizzato il suo sviluppo successivo. Il primo principio è quello della musica intesa come
“organizzazione del suono”, in cui “suono” è definito nel modo più ampio possibile, in modo da
includere sia tutti i tipi di rumore sia i “normali” suoni musicali. Il secondo principio, derivato
dal primo, afferma che “i metodi attuali di scrivere musica, principalmente quelli che fanno
ricorso all’armonia e al suo riferirsi ad una scansione privilegiata del campo sonoro,
risulteranno inadeguati per il compositore, che avrà a che fare con l’intero campo dei suoni”.
In una serie di lavori scritti dalla fine degli anni Trenta all’inizio degli anni Cinquanta, Cage
cercò di mettere in atto tali principi. La ricerca di nuovi materiali sonori fu centrale. Non
contento degli strumenti a disposizione, Cage scrisse una serie di 3 composizioni intitolate
Construction (1939, 1940, 1941) che usavano vari tipi di oggetti non convenzionali: In First
Construction (in metal) sono richiesti, tra gli altri, tamburi di freni d’automobile o gong
immersi nell’acqua prima o dopo essere stati percossi, oltre a un pianoforte suonato anche da
un assistente che agisce sulle corde. Una seconda serie di lavori, i 5 Imaginary Landscape
(1939, 1942, 1951, 1952) richiedono diversi dispositivi elettrici, dai 2 giradischi a velocità
variabile e dischi-campione con frequenze test (I. L. n.1) alle 12 radio e 24 esecutori (I. L. n.
4). In Living Room Music (1940), per quartetto vocale e percussione, le parti di quest’ultima
possono essere eseguite su qualsiasi oggetto domestico o architettonico (tavoli, pareti,
pavimenti, finestre) presente in un soggiorno. Tra questi primi esperimenti di ricerca di nuove
fonti sonore si collocano alcune composizioni per pianoforte preparato, un pianoforte i cui
suoni sono modificati con ‘inserimento di vari oggetti nella cordiera. Questi lavori iniziano con
Bacchanale (1940) e comprendono, oltre a brani singoli, anche tre raccolte: A Book of Music
(1944) e Three Dances 1945), per 2 pf, e Sonatas and Interludes (1948) per pf solo. Nel
periodo fine anni Trenta- inizio anni Cinquanta, C sviluppò ciò che chiamò “un nuovo metodo
per scrivere musica” adatto ad accogliere questi inusuali materiali. Trattando la forma
musicale come una sorta di “contenitore vuoto” egli costruì per ogni composizione una serie
di unità proporzionali di tempo misurate con precisi calcoli numerici. Una volta che questa
astratta struttura di durate – il “contenitore” – era stata determinata, egli poteva inserire
qualunque suono volesse, collocandolo in un più ampio schema temporale o ritmico. Tutte le
composizioni di C di questo periodo sono basate su tali strutture temporali rigorosamente
misurate, segmentando la musica in unità proporzionalmente relazionate. Tipico di Cage è
anche il carattere severamente limitato del “contenuto” musicale collocato in queste strutture
temporali (anche se bisogna ricordare che il pf. preparato produce timbri molto più vari di
quanto la notazione suggerisca. Ugualmente caratteristica di Cage è la presenza di silenzi, che
rispecchia la convinzione di quest’ultimo secondo cui non solo tutti i suoni sono ugualmente
utilizzabili ma che anche il silenzio è strutturalmente equivalente al suono. L’uso di tali
astratti contenitori di suono, capaci di accogliere qualsiasi contenuto musicale, spinse Cage a
creare forme “neutre” dentro cui qualsiasi possibile suono – come qualsiasi assenza di suono
(silenzio) potesse essere iscritto. L’idea, come più tardi egli spiegò , era quella di “rendere
chiara” la struttura mediante il contenuto collocato dentro di essa, di “definirla con i suoni o
con i silenzi”. Dal punto di vista musicale il risultato è una successione di statiche alternanze
di materiale, presentate obiettivamente e senza emozioni, senza alcun tentativo di creare
“connessioni” musicali tra differenti eventi. Le implicazioni dei nuovi metodi compositivi di
Cage furono di vasta portata. Per quanto gli specifici materiali per ogni composizione fossero
scrupolosamente scelti (e univocamente costruiti) e la struttura fosse precisamente calcolata,
la relazione tra materiali e struttura era essenzialmente arbitraria. Qualsiasi materiale poteva
essere collocato dentro qualsiasi struttura. Parlando di come egli aveva composto Sonatas and
interludes, Cage notò : “I materiali e la preparazione del pianoforte furono scelti come si
scelgono le conchiglie mentre si passeggia su una spiaggia”.
Per Cage ogni unità musicale esiste più o meno per sé stessa, essenzialmente indipendente da
qualsiasi tipo di relazioni con altre unità . Un suono musicale non deriva da quelli che lo
precedono né implica quelli che lo seguono. Esso semplicemente esiste. Inoltre, la mancanza
di propositi voluta di proposito condusse Cage ad adottare l’indeterminazione. Dal 1951 egli
giunse alla convinzione che il solo modo per avere una musica senza proposito fosse quello di
rimuovere il compositore dall’attività dei suoni, in modo che essi potessero essere
semplicemente se stessi piuttosto che veicoli di teorie umane o di sentimenti umani. In Music
of Changes (1951) un lungo lavoro pianistico, in cui tutti gli elementi della struttura musicale
(altezze, silenzi, durate, ampiezza, tempo e densità ) furono scelti con il lancio delle monete
dell’IChing, il libro cinese di oracoli (il misticismo orientale, in particolare il buddismo Zen,
ebbe allora un influsso importante sullo sviluppo di C). In Music for piano (1952-56), in cui le
altezze furono determinate tracciando le imperfezioni in un pezzo di carta, il ruolo del caso fu
ulteriormente esteso: durate e dinamiche forono lasciate completamente alla scelta degli
esecutori. Il brano più discusso di questo periodo resta comunque 4’33” (1952). La partitura
consiste di 3 numeri romani, ognuno seguito da una durata numericamente precisata, più la
parola tacet, con cui si indica che gli esecutori debbano restare in silenzio. 4’33” può essere
interpretato in almeno 2 modi. Innanzi tutto, data la convinzione di Cage secondo cui la
struttura musicale (in questo caso una cornice temporale divisa in 3 sezioni) “è espressa
dall’assenza di materiale come dalla sua presenza”, il brano costituisce semplicemente
l’estremo caso di completa assenza di materiale. Ma 4’33” incarna anche la convinzione di
Cage secondo cui “nella nuova musica ci sono solo suoni: quelli che sono scritti e quelli che
non lo sono”. Quindi, anche in totale assenza di suoni, c’è la musica prodotta dai rumori
dell’ambiente. Mentre 4’33” può esemplificare nel modo migliore la filosofia di Cage, lo portò
anche a un impasse difficile. O egli rinunciava alla composizione (considerando che tutti i
suoni possono essere considerati musica, e che quindi la composizione musicale non era più
necessaria) oppure escogitava metodi per preservare l’attività della composizione (e
dell’esecuzione) ridefiniti da questa concezione di radicale non-intenzionalità . Ovviamente
Cage scelse la seconda soluzione. Tra le 7 composizioni intitolate Variations, le prime 4 (1958-
63) forniscono agli esecutori fogli trasparenti di plastica su cui sono disegnati punti, linee e
cerchi, con istruzioni per sovrapporre i fogli e interpretare le risultanti configurazioni
grafiche come indicazioni esecutive.
Oltre che prolifico compositore, Cage è stato anche attivo come scrittore: alcuni dei suoi libri,
che presentano i suoi punti di vista musicali con umorismo e intelligenza, hanno avuto una
certa diffusione. Egli ha anche contribuito ad altre arti, in particolare alla danza. I primi pezzi
per pf preparato furono scritti per spettacoli di danza; a partire dai primi anni Quaranta Cage
iniziò una stretta collaborazione col danzatore moderno Merce Cunnigham. Cage è stato
inoltre attivo nello sviluppare forme innovative di teatro musicale.
Dai primi anni ‘50 C lavorò in stretto contatto con un gruppo di compositori più giovani, tra
cui M. Feldman, C. Wolf e E. Brown. Nonostante la preminenza di C, ci furono reciproche
influenze tra questi musicisti. Tutti condividevano l’idea che molto ci fosse da imparare nella
composizione musicale dagli artisti visuali, in particolare dai pittori del cosiddetto
espressionismo astratto , che si sviluppava allora a New York, che da altri compositori, del
passato o del presente. Questa nuova pittura, come sottolineò Feldman li spinse “a cercare un
mondo sonoro più diretto, più immediato, più fisico” di qualsiasi altro conosciuto nel passato.
Feldman approdò all’indeterminazione mentre cercava un modo di combinare i suoni in modo
“tanto libero e spontaneo come il modo in cui gli espressionisti astratti combinavano il
colore”. In una serie di 5 composizioni intitolate Projection (1951-51) egli adottò differenti tipi
di notazione grafica che consentivano agli esecutori di fare certe scelte compositive dentro
limiti prescritti.