Sei sulla pagina 1di 2

Mirko Iorio 1B VM

La musica è una combinazione di suoni ed esiste solo nel momento della sua produzione ed esecuzione. Il temperamento
equabile nella musica è un sistema d’accordatura della scala musicale, “equabile” in quanto ogni tonalità suonerà allo
stesso modo.

Pitagora iniziò ad esplorare i rapporti tra la lunghezza delle corde e le frequenze sonore. La sua formulazione più
significativa si è sviluppata durante il periodo rinascimentale e barocco. Il musicista italiano Vincenzo Galilei pubblicò un
trattato che introduceva il concetto di temperamento equabile. Nel corso dei secoli è stato oggetto di sperimentazioni ed
evoluzioni. È basato sulla suddivisione dell'ottava in 12 intervalli uguali tra loro detti semitoni che compongono la scala
cromatica: DO, (DO#,REb), RE, (RE#,MIb), MI, FA, (FA#, SOLb), SOL, (SOL#,LAb), LA, (LA#,SIb), SI, DO.

La tonalità è un sistema di riferimento centrale che definisce la struttura armonica e melodica di una composizione
musicale, influenzando la scelta delle note. Nota di riferimento chiamata "tonica", centro armonico attorno alla quale
gravitano le altre note. Le tonalità possono essere suddivise in due categorie principali: tonalità maggiori e tonalità minori.
La scala maggiore consiste in una successione di 7 note disposti in ordine ascendente o discendente. La struttura della scala
maggiore è: T, T, S, T, T, T, S.

LA MUSICA DEL NOVECENTO

Il Novecento è stato un periodo caratterizzato da cambiamenti sociali e culturali che hanno plasmato la musica in modo
radicale. Nel mondo delle arti si consuma un radicale cambiamento degli stili, dei linguaggi e dei mezzi. La musica diventa
fenomeno di massa ed arriva ad un pubblico sempre più vasto. I compositori si allontanano sempre di più dalla tradizione,
la tonalità perde la sua importanza perché riduttiva per rispecchiare ed esprimere tutte le amozioni del mondo moderno. Si
dà importanza al Rumore.

Stili compositivi: Atonalità, i brani non sono più basati su una scala musicale di 7 suoni, dove ogni nota della scala ha la sua
funzione precisa. Utilizzo di cromatismi: l'uso frequente di tutte le note della scala cromatica. Elaborazione melodica: linee
melodiche dissonanti e non tonali, non c’è una melodia centrale.

Politonalità: è una tecnica in cui si utilizzano tonalità diverse nello stesso brano. Gli accordi e le melodie possono entrare in
conflitto tra loro, dando origine a delle dissonanze.

Battimenti: quando due frequenze si sovrappongono e creano una dissonanza.

Dodecafonia: è una tecnica compositiva basata sull'utilizzo della scala cromatica. Il concetto centrale della dodecafonia è la
serie dodecafonica, cioè una sequenza specifica di dodici note, ciascuna delle quali deve essere suonata prima che qualsiasi
altra nota della serie possa essere ripetuta.

Movimenti artistici: Impressionismo: È un movimento artistico originato nelle arti visive che ha lasciato un'impronta
significativa anche nella musica del Novecento. I compositori cercano di trasportare l'ascoltatore in mondi sonori che
evocano sensazioni e immagini specifiche. Uso di timbri unici e strumenti non convenzionali.

Serialismo: una delle avanguardie musicali più influenti e controverse del Novecento. Il cuore del serialismo è la serie
dodecafonica ed è caratterizzato dalla mancanza di una tonalità centrale e dall'abolizione delle tradizionali strutture
armoniche.

Espressionismo: I compositori cercano di rappresentare l'angoscia e l'alienazione attraverso la musica e per farlo utilizzano
dissonanze e tonalità instabili. L'atonalità è una caratteristica chiave dell'espressionismo e un altro elemento distintivo è il
passaggio da momenti di forte intensità a momenti delicati quasi sussurrati.

Dadaismo e Futurismo: il Futurismo ha visto Luigi Russolo come figura centrale, esprime la necessità di arricchire il campo
dei suoni utilizzabili che non si deve fermare ai suoni degli strumenti musicali e inventa l'intonarumori. Gli intonarumori
sono strumenti formati da generatori di suoni acustici che permettono di controllare la dinamica e il volume volti a
riprodurre i rumori degli oggetti.

Il Futurismo è emerso in un'epoca di cambiamenti sociali e tecnologici, caratterizzata dall'entusiasmo per la modernità e
dalla celebrazione delle macchine e della velocità. I compositori futuristi hanno cercato di catturare l'energia e
l'aggressività dell'era industriale attraverso la musica.

Il Dadaismo è stato caratterizzato da un atteggiamento anarchico e ribelle e di rifiuto verso gli standard artistici. Questo
movimento ha abbracciato l'irrazionalità e il caos come una forma di protesta contro le convenzioni sociali e culturali
dell'epoca.
Neoclassicismo: si sviluppa principalmente tra le due guerre mondiali e rappresenta un ritorno all'ordine, delle epoche
musicali passate, in particolare al periodo classico di compositori come Mozart e Haydn e ha offerto un'alternativa alle
complesse sperimentazioni dell'espressionismo e del serialismo. Igor Stravinsky è il compositore più noto associato al
neoclassicismo.

Musica elettronica: Si basa sull'uso di strumenti musicali elettronici, sintetizzatori, e suoni generati e manipolati
elettronicamente.

Musica concreta: si basa sulla registrazione e manipolazione di suoni concreti, spesso derivanti da oggetti e situazioni della
vita quotidiana. Questi suoni sono registrati su nastro magnetico e poi manipolati, tagliati e sovrapposti per creare
composizioni uniche. La musica concreta inaugurò uno dei primi modelli di manipolazione del suono e fu la prima scuola di
musica elettronica.

Musica Aleatoria: è un approccio alla composizione che si basa sull'uso di elementi casuali e sull'improvvisazione.

Minimalismo: contrariamente alle avanguardie che lo hanno preceduto, il minimalismo ha abbracciato un'estetica musicale
semplificata ed è emerso come una reazione contro la complessità e l'atonalità che avevano dominato la musica del secolo
precedente.

Etnomusicologia: È lo studio accademico della musica nelle culture umane, si interessa di come la musica sia influenzata
dalla cultura e, al contempo, influenzi la cultura stessa.

LA MUSICA NEL CINEMA

La musica nel cinema è una potente forma di espressione artistica che può trasformare un film da una serie di immagini in
movimento a un'esperienza emotivamente coinvolgente. Nel 1891 mette a punto il cinetoscopio che: per mezzo di un
oculare, su di uno schermo piccolissimo, consente la visione singola di brevi filmati, accompagnati con una musica prodotta
da un fonografo. La nascita del cinema viene datata il 28 dicembre 1895 grazie alla famosa proiezione dei fratelli Lumière,
per la prima volta collettiva.

Nei primi anni di vita del cinematografo, molti attribuivano la presenza della musica a finalità pratiche come coprire il
rumore del proiettore o i commenti del pubblico, ma in realtà serviva anche come completamento sensoriale e come
fattore di continuità nel film. L'adattamento musicale era un processo cruciale nella proiezione dei film muti. I musicisti
dovevano essere in grado di improvvisare e sincronizzare la musica con le azioni sullo schermo. Si sviluppa un genere di
musica non pensato per un dato film, ma per situazioni ricorrenti. L'avvento del sonoro, dopo la Prima guerra mondiale,
apre un dibattito sulla “vera” essenza del cinema, al quale partecipano molti teorici e cineasti. Lo spettacolo
cinematografico diventa sempre più uno spettacolo audio-visivo e ciò comporta il fatto che in ogni progetto la presenza
della musica va prevista come elemento drammaturgico rilevante. Alla fine degli anni Venti si arriva a dotare la pellicola
della “colonna sonora”. Con il termine “colonna sonora” ci si riferisce a tutti quegli elementi sonori che fanno parte del
film: parola, rumore e musica. Il cinema sonoro è nato come musicale e non come parlato. Il primo esempio di
lungometraggio completamente sonorizzato è nel 1926. ll primo film di successo dotato di musica e dialoghi registrati sulla
colonna sonora della pellicola è stato The jazz singer, 1927, dove alla musica si aggiungono i dialoghi dei protagonisti.
Questa pellicola entra nella storia del cinema con il titolo di primo film parlato.

Una tappa fondamentale che avrà ripercussioni sostanziali anche in rapporto con la musica è il Manifesto
dell'asincronismo, Il futuro del sonoro. Dichiarazione, firmato da Sergej M. Ejzenstejn, Vsevolod Pudovkin e Grigorij
Aleksandrov nel 1928. I tre concetti espressi in questa pubblicazione sono: contrappunto, asincronismo e montaggio
sonoro. Sergej M. Ejzenstejn è stato uno dei registi e teorici del cinema russo più influenti della storia, è andato oltre il
concetto di montaggio lineare a cui contrappose quello del montaggio verticale. Questa teoria si concentra sulla creazione
di connessioni emotive attraverso il contrasto e l'associazione di immagini e sequenze non necessariamente collegate
cronologicamente.

Potrebbero piacerti anche