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Matto 

di Lolli; Matto di Damiano. 

I tre tipi di matto considerati in precedenza (Anderssen, Morphy e Greco) avevano alcune
caratteristiche in comune: una combinazione di pressione diagonale contro la posizione del Re, di
solito fornita dall’alfiere, unita ad una pressione verticale, fornita da una torre o dalla Donna. Nei
matti di Lolli e di Damiano è usato un pedone avanzato per fare da supporto.

L’idea dietro il matto di Lolli è di avere un pedone in f6;da lì controlla g7, creando belle possibilità.
Nel diagramma, vi è la semplice Dg7#.

Il punto successivo è capire che il pattern appena mostrato può essere forzato una volta che si
raggiunge la posizione mostrata qui. Il Bianco muove il pedone in f6, e minaccia Dxg7#; il Nero
non ha scelta se non avanzare il pedone in g6. Ora il Bianco gioca Dh6 e matta con Dg7.
 

Una complicazione nasce se il Nero sposta il Re nell’angolo, facendo spazio per la sua torre in g8.
Ma il Bianco matta, se ha anche un altro pezzo pesante. Qui il Bianco gioca 1. Dh6, invitando—
obbligando—il Nero a giocare Tg8. Ma allora il Bianco sacrifica la Donna con 2. Dxh7, RxD—ed
ora 3. Th1 è matto. Questa manovra, chiamata “Matto di Lolli” fu pubblicata da Giambattista Lolli
nel 1700.

Il Bianco ha un alfiere puntato su g6 ed h7: aiuterà la realizzazione del matto di Lolli, inchiodando
il pedone g6. Il Bianco gioca 1. Dh6, Tg8; 2. Dxh7+, RxD (tutto familiare, sinora); ed ora Th5#
grazie all’inchiodatura fornita dall’alfiere.

Osserva, però. Potresti ottenere il matto anche con differente pattern: 1. Dh6, Tg8; 2. Td8, il Nero
muove; 3. Dg7#.
 

Il Bianco ha la Donna ed il pedone f- pronti per il matto di Lolli. Ma poichè la torre nera è in g8, il
Bianco vorrebbe usare la sequenza dove sacrifica la sua Donna in h7—ma non ha una torre in
posizione per andare poi sulla colonna h-. Cosa fare? Vi sono due pensieri che aiutano. Uno è di
inchiodare la torre con Tb8 per inchiodare la Tg8. L’altro è di portare il Ce5 in gioco con Cxf7+—
quasi matto. Ma entrambe queste idee sono frustrate dalla Donna nera, che guarda b8 (dove
vorrebbe andare la torre bianca) ed f7 (dove vorrebbe andare il cavallo bianco). Ma questi problemi
possono essere risolti se hai studiato “il pezzo sovraccarico”: la Donna nera non può difendere
entrambe queste minacce, e quindi ne giochi prima una e poi l’altra. Il Bianco inizia con Tb8, e
matterebbe con Dg7 alla prossima mossa se il Nero non giocasse DxT. Appena la Donna nera fa
questa cattura, abbandona la difesa di f7, permettendo il matto col cavallo.

La prima lezione di questa posizione è ricordarsi di essere flessibile nella ricerca di sostituti per
degli ingredienti mancanti quando lavori con schemi di matto. Un cavallo può fare lo stesso lavoro
degli alfieri e delle torri nei matti studiati sinora. Una seconda lezione è l’importanza di saper
combinare i principi basilari di matto. Se trovi uno schema da matto vicino al completamento ma
impedito da un pezzo nemico, considera se puoi inchiodarlo; considera se puoi forchettarlo;
considera se puoi prendere qualcosa che esso sta anche proteggendo; ecc.

Damiano, come Lolli, ha il suo nome associato con un paio di idee di matto. La più importante
coinvolge un pedone in g6. Come il pedone di Lolli in f6, un pedone in g6 può fare un buon lavoro
sia nel supportare una Donna in attacco, sia nel togliere case di fuga al Re. Qui il Bianco matta con
Dh7; nota come il pedone g6 protegge la Donna e controlla f7.

 
 

Il matto di Damiano richiede una Donna, non solo una torre, perchè per dare matto il pezzo finale
deve stare in h7 ed attaccare sia h8 che g8. Nel 1512 Damiano pubblicò questo diagramma. Il
Bianco ha un pedone in g6, quindi la sfida è arrivare con la Donna in h7 senza perdere l’iniziativa.
Egli lo fa sacrificando le due torri, sempre di Scacco al Re: 1. Th8+, RxT; 2. Th1+, Rg8; 3. Th8+,
RxT; 4. Dh1+, Rg8; 5. Dh7#. La posizione è un interessante studio sull’ uso degli Scacchi al Re, ma
è anche la classica illustrazione di come i pezzi pesanti possono sfuttare la colonna h-. Il principio
ha molte applicazioni, e talvolta è citata come coda di Damiano—un gruppo di pezzi disposti su
una traversa che si spostano su una stessa colonna in successione.

Il Re bianco sembra tranquillo, ma vi è una possibilità per il Nero; un nucleo è rappresentato dalla
disposizione di entrambe le torri nere più la Donna sullultima traversa —la coda di Damiano. In
questo caso il loro potenziale sembra mutato perchè la colonna h- è chiusa da due pedoni. Ma
possono essere spostati con un cambio in una casa vicina—come la casa g3. Osserva la forchetta 1.
…Cg3+. Questo invita il Bianco a replicare h2xC e poi alla ricattura 2. …h4xg3. Questo cambio
non solo apre la colonna h- ma anche lascia al Nero un pedone che può supportare un matto di
Donna in h2. Ora arriva il matto di Damiano: 3. …Th1+, 4. RxT (il Re non può scappare in f2 per
colpa del pedone g3); Th8+; 5. Rg1, Th1+; 6. RxT, Dh8+; 7. Rg1, Dh2+ ; 8. Rf1, Dh1#.
 

Lolli fu anche il responsabile di questa posizione del 1763, che si risolve usando l’idea della coda di
Damiano. Osserva l’alfiere in f6; la Donna in d2, che può saltare in h2 o h6; e le due torri sulla
prima traversa, che possono raggiungere facilmente la colonna h-. Il modo naturale per iniziare è 1.
Dh6, che crea la triangolazione associata al matto di Lolli. Il Nero deve giocare Df8. Importante da
notare: quando immagini un attacco da matto, controlla i punti più deboli della sua posizione. Qui il
Bianco sacrifica la Donna con 2. Dxh7+ per aprire la colonna. Il Nero deve rispondere RxD. Ora
viene 3. Th1+. Se il Nero ritira il Re in g8 segue matto con Th8, quindi deve interporre la Donna
con 3. …Dh6. Il Bianco gioca 4. TxD, RxT. Ed ora arriva l’altra torre in h1, con matto in h8.

Il matto di Damiano tipicamente coinvolge un pedone in g6 che esercita una pressione in diagonale
contro f7 ed h7. Ma un alfiere in g6 può fare un lavoro simile, come un alfiere può svolgere il ruolo
del pedone f6 nel matto di Lolli. Nel diagramma la Donna ha protezione dall’alfiere; il Nero può
muovere Rf7, ma segue matto con Dxf7#—di nuovo con protezione dall’alfiere.
 

L’abilità dell’alfiere di correre in g6 da una certa distanza crea un pattern che merita di essere
conosciuto. Qui sarebbe subito matto con Dh7 se la casa f8 fosse bloccata. Ma il Re può scappare:
1. Dh7+, Rf8; 2. Dh8+, Re7. Il Bianco quindi inizia con 1. Ah7+. Il Re deve andare in h8, ed ora il
Bianco gioca 2. Ag6+, Rg8. A prima vista sembra una perdita di tempo, perchè il Bianco prima ha
avanzato il suo alfiere e poi lo ha ritirato. Ma ora l’alfiere in g6 attacca sia f7 che h7. Ora il Bianco
gioca Dh7+ ed ha creato la stessa posizione vista nel precedente diagramma e matta con Dxf7.

Una estensione del principio. Il Re nero è vulnerabile per via della colonna h- aperta. Un modo
naturale potrebbe essere 1. Th8+, RxT; 2. Dh5+ (o Dh1+), Rg8; 3. Dh7#. Ma dopo Dh5 il Nero può
interporre la sua Donna in h6 e fermare la sequenza. Quindi il Bianco ha bisogno di una idea
differente: 1. Ah7+, Rh8; 2. Ag6+, Rg8. Il Bianco ha spostato l’alfiere in g6, dando sempre Scacco
e quindi conservando il controllo dell’iniziativa. Perchè l’alfiere è più forte qui in g6 che non in d3?
Perchè ora blocca la strada verso h6 alla Donna nera, impedendole di interporsi. Il resto del matto è
semplice: 3. Th8+, RxT; 4. Dh5+, Rg8; 5. Dh7#.

Qualche nota:

1. Immagina la stessa posizione ma con un pedone nero in h7. Il Re nero sembra al sicuro, perchè il
suo arrocco è intatto e la sua Donna lo difende. Ma non di meno il Bianco matta con le stesse mosse
descritte sopra.

2.E’ comune difendersi con un cavallo in f6, invece della Donna qui; lo svantaggio della Donna
rispetto al cavallo è mostrato qui: una Donna può essere eliminata bloccandola.

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