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CAPABLANCA

I FONDAMENTI
DEGLI
SCACCHI
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I FONDAMENTI DEGLI SCACCHI
JOSÈ RAUL CAPABLANCA
Campione del Mondo 1921 27-

I FONDAMENTI
DEGLI SCACCHI

Traduzione a cura di
CARLO COATES
e
ARNALDO PACE

ALDO MARTELLO EDITORE


MILA NO
Titolo originale dell 'opera
CHESS FUNDAMENTALS
pubblicata da G . Bell and Sons Ltd . - Londra
Unica traduzione autorizzata

Stampato in Italia - Printed in Italy


Proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i paesi
Copyright 1971 by
© ALDO MARTELLO EDITORE - MILANO , PIAZZA DEL LIBERTY , 4
INDICE
PARTE I

Capitolo 1°
.
Primi princì pi Finali, centro della par-
tita ed aperture.
1) Alcuni semplici matti pag. 1
2) Promozione del pedone » 7
3) Finali di pedoni » 11
4) Alcune posizioni di vittoria nel mezzo
della partita » 17
5 ) Valore relativo dei pezzi . . . . » 22
6 ) Strategia generale delle aperture » 23
7 ) Controllo del centro » 26
8 ) Trappole » 30

Capitolo 2°
Altri princì pi riguardanti il finale.
9) Un principio cardinale pag. 32
10 ) Un finale classico » 34
11) Conseguimento di un pedone passato . » 36
12 ) Modo di vedere quale pedone arriverà
prima a fare Donna » 37
13) L'opposizione » 39
14 ) Valore relativo del Cavallo e dell’Alfiere » 45
15 ) Modo di dare il matto con Cavallo ed
Alfiere » 54
16 ) Donna contro Torre » 56
VI INDICE

Capitolo 3°
Piani di vittoria nel mezzo della par -
tita.
17 ) Attacco senza l’aiuto di Cavalli . . . pag. 61
18 ) Attacco con Cavalli quale forza predo-
minante » 64
19 ) Vittoria per mezzo di attacco diretto . » 65

Gapitolo 4°
Teoria generale.
20 ) L’iniziativa pag. 69
21 ) Attacchi diretti « in massa » » 70
22 ) Forza dell’attacco minacciato . » 73
23 ) Abbandono dell’iniziativa . » 80
24 ) Messa fuori giuoco di pezzi dal teatro
di guerra » 84
25 ) Le ragioni di un giuocatore criticate in
una partita » 88

Capitolo 5°
Strategia del finale.
26 ) L’attacco improvviso da un lato diverso pag. 99
27 ) Pericolo di una posizione sicura . . » 107
28 ) Finali con Torre e pedoni . . . » 109
29 ) Un finale difficile: due Torri e due
pedoni » 113
30 ) Torre, Alfiere e pedoni contro Torre,
Cavallo e pedoni » 123

Capitolo 6°
Altre aperture e mezzi di partita.
31 ) Alcuni punti salienti circa i pedoni . . pag. 127
32 ) Alcuni sviluppi possibili della Ruy
Lopez » 130
33 ) L’influenza di un « foro » . » 134
INDICE VII

PARTE II
Partite illustrative
Partita P - Gambitto di Donna rifiutato . pag. 141
» 2a - Gambitto di Donna rifiutato . » 144
» 3a - Difesa irregolare . . . » 149
» 4a - Difesa francese » 153
» 5a - Ruy Lopez » 159
» 68 - Difesa francese » 165
» 7a - Ruy Lopez » 171
» 8a - Partita del Centro . . . » 174
» 9a - Gambitto di Donna rifiutato . » 181
» 10a - Difesa Petroff » 186
» IP - Ruy Lopez » 190
» 123 - Difesa francese » 193
» 13a - Ruy Lopez » 198
» 14a - Gambitto di Donna rifiutato . » 204
PARTE I

CAPITOLO 1°
Primi princì pi : finali , centro della partita
ed aperture
La prima cosa che lo studioso deve fare è
quella di famigliarizzarsi con la potenza dei
pezzi. Ciò si può ottenere agevolmente con
l’imparare come si realizzano rapidamente al-
cuni semplici matti.

1° - ALCUNI SEMPLICI MATTI


Esempio n° 1 - Finale di Torre e Re contro
il Re.
Il principio è quello di costringere il Re av -
versario nelVultima fila di un qualsiasi lato
della scacchiera.
2 ALCUNI SEMPLICI MATTI

In questa posizione la forza della Torre è di-


mostrata dalla prima mossa, Ta7, che confina
immediatamente il Re nero neH’ ultima traver -
sa ; ed il matto si realizza rapidamente con :
l . Ta7, Rg8 ; 2. Rg2.
E * necessaria razione combinata del Re e
della Torre per arrivare ad una posizione nella
quale forzare il matto. Il principiante deve se-
guire il principio generale di tenere il pro-
prio Re , per quanto è possibile , nella stessa
traversa o, come in questo caso , nella stessa
colonna nella quale si trova il Re avversario .
Quando, nel caso in esame, il Re sia stato
portato fino alla sesta traversa , è meglio piaz-
zarlo non sulla stessa colonna del Re avversa-
rio, ma su quella vicina ad essa, verso il centro.
2 . . . . Ef 8 3 . Rf 3 Re 8
4 . Re 4 Rd8 5 . Kd5 Kc 8
6 . Rd6
( non Rc6 perch é allora il Re nero tornerebbe
indietro in d8 ed il matto sarebbe ritardato ) .
Se il Re nero retrocede in d8 allora scacco
matto subito con Ta8.
6 . . . . Eh 8 7 . Tc7 Ra8
8 . Re6 Rb8 9 . Rb6 Ra8
10. TcB -f matto.
Sono occorse esattamente dieci mosse per
mattare, dalla posizione iniziale. Alla quinta
mossa il nero avrebbe potuto giuocare Re8,
in accordo con il principio enunciato, il bian-
co avrebbe dovuto continuare : 6. Rd6, Rf 8 ( in
definitiva il Re nero sar à forzato a piazzarsi
ALCUNI SEMPLICI MATTI 3

di fronte al Re bianco e sar à mattato con Ta8 )


7. Re6, Rg8 ; 8. R£6, Rh8 ; 9. Rg6, Rg8 ; 10. Ta8
-4- matto.

Esempio n° 2 - Finale di Torre e Re con-


tro Re .

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Poiché il Re nero è al centro della scacchie-


ra, il miglior modo di procedere è quello di
avanzare il Re bianco così : 1. Re2, Rd5 ; 2. Re3.
Siccome la Torre non è ancora entrata in giuo-
co, è meglio avanzare il Re bianco direttamen-
te ai centro della scacchiera, non di fronte ma
a lato dell'altro Re.
Se ora il Re nero andasse in e5, la Torre -
lo costringerebbe a retrocedere con Th5 + . Vi-
ceversa, se 2. ... Rc4, anche allora 3. Th5. Se
ora 3. ... Rb4, seguirebbe 4 . Rd3 ; ma se invece
3. ... Rc3, allora 4. Tb4, confinando il Re nero
nel minor numero possibile di case.
Ora il finale può continuare : 4 ... Rc2 ;
5. Tc 4 ~|- , Rb 3 ; 6. R d 3 , R b 2 ; 7. T b 4 + , R a 3 ;
8. Rc3, Ba 2. Si deve notare quante volte il Re
bianco è stato mosso vicino alla Torre, non
4 ALCUNI SEMPLICI MATTI

solamente per difenderla ma, anche, per ridur -


re le possibilità di movimento del Re avver -
sario. Ora il bianco matta in tre mosse così :
9. Ta4 + , Rbl ; 10. T in un qualsiasi scacco del -
la colonna di Torre, forzando il Re nero di
fronte a quello bianco ; 11. Tal + e matto.
Sono state necessarie undici mosse per dare
scacco matto e, in qualsiasi condizione, io cre-
do, lo si darebbe in meno di venti mosse.
Potrà anche essere monotono, ma vale la
pena che il principiante si renda pratico di que-
ste cose, poiché ciò gli insegnerà il corretto
maneggio dei pezzi.

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Esempio n° 3 Ora abbiamo due Alfieri ed
il Re contro il Re.
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Poiché il Re nero è nell’angolo, il bianco
deve giuocare : 1. Ad3, Rg7 ; 2. Ag5, Rf 7 ; 3. Af 5,
e già il Re nero è relegato in poche case. Se
il Re nero, nella posizione di partenza, fosse
stato al centro della scacchiera o lontano dal-
l’ultima fila, il bianco avrebbe dovuto avanza-
re il suo Re e poi, con l’ausilio degli Alfieri,
ALCUNI SEMPLICI MATTI 5

limitare i movimenti del Re nero entro il mi-


nor numero possibile di case.
Possiamo ora continuare : 3 ... Rg7 ; 4. Rf 2.
In questo finale il Re nero non solo deve esse-
re trascinato al margine della scacchiera, ma
deve essere costretto in un angolo e, prima
che si possa dare scacco matto, il Re bianco
deve essere portato sulla sesta traversa e, nel-
lo stesso tempo, in una delle ultime due co -
lonne ; in questo caso in h6, g6, f 7, f 8 e, sic-
come h6 e g6 sono le case più vicine, è in
una di queste che il Re bianco deve andare.
4. ... Rf 7 ; 5. Rg3, Rg7 ; 6. Rh4, Rf 7 ; 7. Rh5, Rg7 ;
8. Ag6, Rg8 ; 9. Rh6, Rf 8. Il bianco deve ora
marcare il passo e muovere uno degli Alfieri,
così da forzare il Re nero ad andare indietro ;
10. Ah5, Rg8 ; ll. Ae7, Rh8. Ora l’Alfiere bian-
co deve prendere una posizione dalla quale
possa dare scacco alla mossa successiva lungo
la diagonale bianca ( a2-g8 ) quando il Re nero
tornerà in g8. 12. Ag4, Rg8 ; 13. Ae6 + , Rh8 ;
14. Af 6 + matto.
Sono state necessarie quattordici mosse per
forzare lo scacco matto che, in qualsiasi posi-
zione, dovrebbe essere dato in meno di trenta.
In tutti i finali di questo genere, bisogna
aver cura che l’avversario non vada in posi-
zione di stallo.
In questo particolare finale ci si deve ricor-
dare che il Re non solo deve essere costretto
al margine della scacchiera, ma anche trasci-
nato in un angolo. In tutti i finali simili, co-
munque, è indifferente che il Re sia forzato
8 ALCUNI SEMPLICI MATTI

neirultima traversa, od in una delle colonne


laterali ; ad esempio in h 4 od a5, oppure in
e8 o di .
Esempio n° 4 - Ora abbiamo Donna e Re
contro Re.
Poiché la Regina assomma la forza della
Torre e dell’Alfiere, è il matto più facile di tut-
ti e dovrebbe essere sempre realizzato in me-
no di dieci mosse. Prendiamo la posizione qui
di seguito :

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Una buona via per incominciare è di fare la


prima mossa con la Donna, cercando di limi-
tare quanto è possibile la mobilit à del Re nero.
Così : l. Dc6, Rd 4 ; 2. Rd 2.
Già il Re nero ha solo una casa a disposizio-
ne. 2. ... Re5 ; 3. Re3, Rf 5 ; 4. Dd6, Rg5 ; ( il nero
poteva giuocare Rg4, ed allora DgG -f ). 5. De6,
Rh 4 ( se Rh 5, subito Rf 4 e matto alla succes-
siva ) ; 6. Dg8, Rh3 ; 7. Rf 3, Re nero muove ;
8. D ... scacco matto.
In questo finale, come nel caso della Torre,
il Re nero deve essere forzato al margine della
scacchiera ; solo che essendo la Donna assai
PROMOZIONE DEL PEDONE 7

più potente della Torre, il procedimento è di


gran lunga più facile e più breve.
Questi sono i tre finali elementari ed in cia -
scuno di essi il principio è il medesimo In .
ogni caso la cooperazione del Re è necessaria.
Per forzare lo scacco matto senza Tausilio
del Re, ci vogliono almeno due Torri.

2° - PROMOZIONE DEL PEDONE


Il guadagno di un pedone è il minimo van-
taggio materiale che si può ottenere in una
partita, ed è spesso sufficiente per vincere, an-
che quando il pedone costituisce Tunica unità
rimasta sulla scacchiera oltre al Re. E’ essen-
ziale, in linea di massima, che il Re stia da -
vanti al suo pedone , con Vintervallo di una
casa almeno.
Qualora il Re avversario si trovi direttamen-
te di fronte al pedone, non è possibile vincere.
Ciò può essere meglio spiegato con il seguente
esempio.

Esempio n° 5 -
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8 PROMOZIONE DEL PEDONE

La posizione è incerta ed il modo miglio-


re di procedere è, per il nero, di tenere il
Re sempre direttamente davanti al pedone,
e quando ciò non può essere fatto, come
ad esempio in questa posizione a causa del
Re bianco, allora il Re nero deve essere tenu-
to di fronte al Re bianco.
Il giuoco dovrebbe procedere così :
1. e3 Re5 2. Rd3 Rd5
Questa è una mossa molto importante. Qual-
siasi altra mossa sarebbe perdente, come sarà
dimostrato in seguito. Poiché il Re nero non
può essere tenuto addosso al pedone bianco,
deve essere tenuto quanto più avanti sia pos-
sibile e, nello stesso tempo, di fronte al Re
bianco.
3. e4 + Ee5 4 . Re3 ReS
5. Rf 4 Rf 6
Di nuovo lo stesso caso. Siccome il Re bianco
avanza, il Re nero gli si deve mettere di fronte
affinché il Re avversario non possa essere po-
sto davanti al proprio pedone.
6. e5 + Ee 6 7. Ee 4 Re7
8. Rd5 Rd7 9. e6 + Re7
10. Re5 Re8 11. Rd6 Rd8
Se ora il bianco avanza il pedone il Re nero
gli si mette davanti ed il bianco o deve perdere
il pedone o deve giuocare Re6, con conseguen-
te posizione di stallo. Se, invece di spingere il
pedone, il bianco ritira il suo Re, il nero por-
ta il proprio Re sul pedone bianco e, quando
dovrà ritornare indietro, egli muoverà nella
PROMOZIONE DEL PEDONE 9

colonna e davanti al pedone bianco pronto a


ritornare di nuovo sulla posizione od a muo -
vere di fronte ai Re bianco, come prima, qua-
lora quest’ultimo avanzasse.
L’intero procedimento è molto importante
e lo studioso dovrebbe famigliarizzarsi con i
suoi dettagli, perché essi implicano princìpi
che saranno ripresi in seguito e perché spes-
so il principiante ha perduto posizioni iden-
tiche per la mancanza di una opportuna co-
noscenza di tali dettagli. A questo punto del
libro, non posso tralasciare di insistere sulla
loro importanza.

-
Esempio n° 6 In questa posizione il bianco
vince, poiché il Re è davanti al proprio pedone
e vi è una casa d’intervallo.
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Il metodo da seguire è il seguente : avan-
zare il Re bianco il più avanti possibile com-
patibilmente con la sicurezza del pedone e
non avanzare mai il pedone se non quando ciò
si renda necessario alla sua sicurezza.
10 PROMOZIONE DEL PEDONE

Così :
1. Re4 Re6
Il nero non deve lasciare avanzare il Re
bianco, perciò il bianco è ora obbligato a spin-
gere il suo pedone così da forzare il nero a
lasciare posto. Il bianco potrà, allora, avanza -
re il proprio Re.
2. e3 Rf 6 3. Rd5 Re7
Se il nero avesse giuocato 3. ... Rf 5, allora
il bianco avrebbe dovuto giocare il pedone in
e4, giacché non potrebbe avanzare col Re sen -
za lasciare al nero Fopportunità di giuocare
Re4 e di guadagnare il pedone. Poiché il nero
non ha fatto così, è meglio per il bianco non
spingere ancora il pedone, giacché la sua si-
curezza non lo richiede, ma avanzare ulterior-
mente col Re. Così :
4. Re5 Rd7 5. Rf 6 Re8
Ora il pedone bianco è troppo arretrato ed
esso può essere spinto in avanti, sotto la pro
tezione del Re bianco.
-
6. e4 Rd7
Ora il bianco non dovrà giuocare Rf 7, per-
ché il nero giocherebbe il Re in d6 ed il bian-
co dovrebbe portare indietro il proprio Re a
protezione del pedone. Perciò deve continuare :
7. e5 Re8
Qualsiasi altra mossa avesse fatto il nero, il
bianco avrebbe giuocato Rf 7 seguito dall’avan-
zata del pedone in e6, e7 ed e8, essendo que-
ste case tutte protette dal Re bianco. Poiché
il nero cerca di prevenire ciò, il bianco deve
FINALI DI PEDONI 11

-
ora forzare il nero a dare il passo, e nello stes
so tempo deve piazzare il Re davanti al pro-
prio pedone. Così :
8. Re6
A questo punto, spingere il pedone in e6 sa-
rebbe uno sbaglio poiché il nero giuocherebbe
allora Rf 8 ed avremmo una posizione simile a
quella spiegata in relazione con l’esempio n° 5.
8. ... Rf 8 9. Rd7
Il re nero muove ed il pedone bianco avanza
fino in e8, diventa Regina e tutto è finito.
Questo finale è simile al precedente e, per
le stesse ragioni, deve essere compreso a fon-
do, prima di procedere ulteriormente.

3° - FINALI DI PEDONI
Darò, ora, un paio di finali semplici di due
pedoni contro uno, o di tre contro due, affin-
ché lo studioso possa vedere come si può vin -
cere. Saranno date poche spiegazioni poiché
tocca allo studioso creare da sé e risolvere po-
sizioni analoghe. Inoltre, nessuno può impa-
rare a giuocare bene solo studiando sui libri ;
questi possono servire unicamente di guida, il
resto dovrà essere fatto dall’insegnante, se lo
studioso ne ha uno, in caso contrario egli do-
vrà realizzare, con lunga ed amara esperienza,
l’applicazione pratica delle molte cose spiega-
te in questo libro.
12 FINALI DI PEDONI

Esempio n° 7 -
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il
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si
In questa posizione il bianco non può
vincere giuocando l. f 6, perché il nero giuo-
ca non già g7 xf 6, che perderebbe, ma ben-
sì 1. . .. Rg 8 , e se allora 2 . f 6 xg 7 , Rxg 7 e
patta. Se 2. f 7 + , Rf 8 ed il bianco non potrà
mai fare Donna senza perderla immediatamen-
te. Se 2. Re7, pxp ; 3. Rxp, Rf 8 e patta.
Il bianco può tuttavia vincere, nella posi-
zione di cui al diagramma, giuocando :
1. Rd7 Rg8 2. Re7 Rh8
3. f 6 pxp
( se 3. . . . Rg8 ; 4. f 7 -f , Rh8 ; 5. f 8 = D e scac-
co matto ) .
4. Rg7 f5 5. g7 + Rh7

6. g8 D + Eh 6 7. Dg6 + matto
FINALI DI PEDONI 13

Esempio n° 8 - Nella posizione di cui al dia-


gramma seguente :

il bianco può vincere con l. f 5. La risposta


migliore del nero sarà g6 ( lo studioso ne
faccia da sé lo sviluppo ). Non si può vin-
cere con 1. g5, perch é il nero patta con
1. ... g6 ( ciò per il principio della opposizio-
ne che regge questo finale come, del resto,
tutti i finali di pedoni dati in precedenza e che
sarà spiegato a pieno in seguito ).
Tuttavia il bianco può vincere giuocando :
1. Re 4, Re6 ( se 1 ... g6 ; 2. Rd4, Re6 ; 3. Rc5,
Rf 6 ; 4. Rd6, Rf 7 ; 5.g5, Rg7 ; 6.Re7, Rg8 ; 7.Rf 6,
Rh7 ; 8. Rf 7 ed il bianco guadagna il pedone ).
2. f 5 + , Rf 6 ; 3. Rf 4, g6 ( se questo pedone non
viene mosso si giunge al finale indicato nel-
l’esempio n° 7 ) 4. g5 + , Rf 7 ; 5. f 6, Re6 ; 6. Re4,
Rf 7 ; 7. Re5, Rf 8. Il bianco non può portare a
Donna il suo pedone f ( si trovi il perché ), ma
può guadagnare l’altro pedone e vincere, ab-
bandonando il proprio pedone.
Così avremo :
8. f 7 Rxf7 9. Rd6 Rf 8
10. Re6 Rg7 11. Re7 Rg8
14 FINALI DI PEDONI

12. Rf 6 Rh7 13. Rf 7 Rh8


14. RXg6 Rg8
C’è tuttora una certa resistenza nella posi-
zione del nero. Infatti runico modo per vin-
cere è quello indicato qui, come si vedrà fa-
cilmente provando. 15. Rh6, ( se Rf 6, Rh7, ed
il bianco, per vincere, deve ritornare alla po -
sizione attuale, poiché a 16. g6 + segue Rh8 e
patta ) Rh8 ; 16. g6, Rg8 ; 17. g7, Rf 7 ; 18. Rh7
ed il bianco fa Donna e vince.
Questo finale, apparentemente così sempli-
ce, dovrebbe mostrare allo studioso le enormi
difficolt à da superare, anche quando non vi
sono più pezzi sulla scacchiera, quando ci si
trovi a giuocare con un avversario che sappia
fare uso delle risorse a sua disposizione. Esso
dovrebbe anche far capire la necessità di por -
re la massima attenzione a queste cose ele-
mentari che formano la base della vera mae-
stria negli scacchi.
-
Esempio n° 9 Nel finale di cui al diagram -
ma seguente, il bianco può vincere avanzando

« I %

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imo qualsiasi dei tre pedoni al primo tratto,


ma è opportuno seguire la regola generale
FINALI DI PEDONI 15

non esista una buona ragione che vi


( qualora
si opponga ) quella, cioè, di avanzare il pe-
done che non ha davanti a sé alcun pedone
avversario.
Così cominceremo con :
1. f 5 Re7
( se 1.... g6 ; 2. f 6, ed avremo un finale simile
ad uno di quelli già indicati ; se 1. ... h6 ; 2. g5 ) .
2. Re5 Rf 7 3. g5 Re7
Ose 3. ... g6, ; 4. f 6, e se 3.... h6 ; 4. g6 + edin
un caso o nell'altro avremo un finale simile
ad uno di quelli già visti ).
4. h5
e, facendo seguire questo tratto da g6, avre-
mo lo stesso finale indicato nell’esempio an-
tecedente. Qualora il nero giuocasse 4.... g6,
allora 5. h5 x g6, h7 x g6 ; 6. f 6 + con lo stesso
risultato.
* * *
Avendo visto ora i casi in cui i pedoni si
trovano tutti dallo stesso lato della scacchie-
ra, esamineremo il caso in cui vi siano pedoni
da ambo i lati.
Esempio n° 10 -
Hi à
mé.
|p
!!
wm ili
|
|^p
Èli
16 FINALI DI PEDONI

In tali casi la regola generale è di agire


immediatamente sul lato dove si hanno forze
superiori . Così avremo :
1. g 4
'

Generalmente è consigliabile avanzare il pe-


done libero da opposizione.
1. . . . a5.
Il nero avanza dall’altro lato ed il bianco con-
sidera se sia il caso o meno di opporsi a tale
avanzata. In questo caso specifico si vince in
un modo o nell’altro, ma in genere tale avan-
zata dovrebbe essere ostacolata quando il Re
si trova lontano.
2. a4 Rf 6 3. h 4 Re6
( se 3. ... Rg6, allora un semplice calcolo mo-
strerà che il bianco va dall’altra parte con il
suo Re, cattura il pedone in a5 e poi va a
Donna col suo pedone molto prima che il nero
possa fare altrettanto )
4. g5 Rf 7 5. Rf 5 Rg7
6. h 5 Rf 7
( se 6 . .. . h 6 ; 7. g6 ed allora i due pedoni si
difendono l’uno l’altro ed il bianco può andare
dall’altra parte col Re per catturare l’altro pe-
done.
7. Re5
E’ tempo, ora, d’ andare dalFaltro lato col Re,
catturare il pedone nero e andare a Donna col
proprio pedone.
E’ un esempio tipico di questa specie di fi-
nali e lo studioso dovrebbe svilupparne le di-
verse posizioni simili che ne derivano.
ALCUNE POSIZIONI DI VITTORIA • • • 17

4° - ALCUNE POSIZIONI
DI VITTORIA
NEL MEZZO DELLA PARTITA
Prima di prendere in considerazione le aper-
ture, dedicheremo un po' di tempo ad alcune
combinazioni che si presentano durante la
partita e che daranno al lettore un'idea della
bellezza del giuoco.

Esempio n° 11 -

La mossa è al nero e pensando che il bian-


co minacci soltanto di giuocare Dh 6 per dare
il matto in g7, il nero giuoca 1. ... Te8, minac-
ciando il matto con Tel .
Il bianco scopre ora la sua vera ed effica-
cissima minaccia, cioè :
1 Te8 2. Dxh7 + RxD
3. Th 3 + Rg8 4. Th8 + matto
Lo stesso tipo di combinazione può verifi-
carsi quale risultato di una posizione alquan-
to più complicata.
18 ALCUNE POSIZIONI DI VITTORIA •••

Esempio n° 12 -
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Il bianco ha un pezzo di meno e, a meno che


non possa riprenderlo presto, dovrà perdere.
Egli giuoca quindi :
1. CxC Ag5
Il nero non può prendere il Cavallo perché
il bianco minaccia di mattare con D x H7 + se-
guita da Th3 + .
2. Ce7 + DxC
( se 2. ... AxC ; 3. Dxh7 + , R x D ; 4. Th3 + ,
R muove ; 5. Th8 + matto ) .
3. TxD AxT 4. Dd7
ed il bianco guadagna uno dei due Alfieri, ri-
mane con Donna ed Alfiere contro Re ed Alfie -
re e dovrebbe, quindi, vincere facilmente.
Questi due esempi mostrano il pericolo di
avanzare il pedone g di un passo dopo aver
arroccato da quel lato.
ALCUNE POSIZIONI DI VITTORIA ••• 19

Esempio n° 13 -
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Mmmkm
U è»
m %

m mm / m,
Y YY Ì y/

OJJ
Questo è un altro interessantissimo tipo di
combinazione. Il nero ha una Torre per un
Cavallo e dovrebbe, quindi, vincere, a meno
che il bianco sia in grado di ottenere subito
qualche compenso. Il bianco, infatti, dà scacco
matto in poche mosse come segue :
1. Cf 6 + g7 xC
( risposta del nero forzata, altrimenti : Dxh7
mattando ) .
2. Dg3 -b Rh8 3. A x f 6 + matto
Esempio n° 14 - Lo stesso tipo di combina -
zione ha luogo nella seguente posizione, seb-
bene in forma più complicata.

Wm.
iil.Il
« m m rnm
ili
wm lim
,
y
y
%.
m
ms-mmm *m %
yy

u m zm .
< m
mm
m
m & mm
« mm m
20 ALCUNE POSIZIONI DI VITTORIA • • •

1. AxC DxA
( se l.... AxC ; 2. Dc3 minacciando scacco mat-
to e guadagnando quindi la Donna, che è già
attaccata ) .
2. Cf 6 g7 xC
3. Tg3 + Rh8
4. A x f 6 + matto
Nella seguente posizione ( esempio n° 15 qui
di seguito ) viene riportato un tipo molto fre
quente di combinazione.
-
Esempio n° 15 -
1m
¥1É
m wd
m
w MI
m m m m
mH. mmm
.
è B B à li

Qui il bianco ha la qualità ed un pedone di


meno, ma può vincere rapidamente così :
1. A x h7 + , R x A
( se 1. ... Rh8 ; 2. Dh5, g6 ; 3. Dh 6 e il bianco vin-
ce ).
2. Dh5 + , Rg8
3. Cg5 ed il nero non può impedire che il
bianco dia scacco matto in h7 se non sacri
ficando la Donna con De4 che lascerebbe il
-
bianco con una Donna per una Torre.
ALCUNE POSIZIONI DI VITTORIA ••• 21

-
Esempio n° 16 Lo stesso tipo di combina-
zione si ha nella posizione seguente, ma in for-
ma più complicata.

Il bianco seguitò come segue : 1. CxC +


( aprendo la linea delFAlfiere ), AxC ( per im-
pedire al Cf 3 di andare in g5 dopo il sacri-
ficio dell'Alfiere ) ; 2. TxA, CxT ( la miglio -
re ) ; 3. Axh7 + , RxA ( se 3 ... Rh8 ; 4. Dh5,
g6 ; 5. Axg6 + , Rg7 ; 6 . Dh 7 + , Rf 6 ; 7. g5 + ,
Re6 ; 8. Axf 7 + , TxA ; 9 . De 4 + e matto ) ;
4. Dh5 -f , Rg8 ; 5. Cg 5, Tc 8 ; 6 . Dh 7 -f , Rf 8 ;
7. Dh8 + , Cg8 ; 8. Ch7 + , Re7 ; 9. Tel + , Rd 8 ;
10. DxC + e matto.
Questa combinazione è alquanto lunga ed
ha molte varianti, perciò un principiante dif
ficilmente sarà in grado di analizzarla ; ma co-
-
noscendo il tipo di combinazione, egli potreb -
be, in circostanze analoghe, intraprendere ed
effettuare un attacco brillante al quale, altri -
menti, non avrebbe mai pensato. Come si sarà
notato tutte le combinazioni mostrate hanno
come base la buona coordinazione dei pezzi
che sono stati portati tutti a premere contro
un punto debole.
22 VALORE RELATIVO DEI PEZZI

5° - VALORE RELATIVO DEI PEZZI


Prima di passare ai principi generali delle
aperture, è consigliabile dare allo studioso ima
idea del valore relativo dei pezzi.
Agli effetti dello scopo teorico in genere, rAl-
fiere ed il Cavallo si possono considerare di
egual valore, quantunque sia mia opinione che
l’Alfiere, nella maggior parte dei casi, valga
molto di più. Ed è noto come due Alfieri siano
quasi sempre più forti di due Cavalli. L’Alfiere
contro pedoni sarà più forte del Cavallo ed in
combinazione con pedoni sarà più forte con-
tro la Torre che non il Cavallo.
Alfiere e Torre sono pure più forti di Caval-
lo e Torre, ma Donna e Cavallo possono risul-
tare più forti di Donna ed Alfiere.
L’Alfiere spesso vale più di tre pedoni, ma
il Cavallo lo è raramente e può anche valere
meno di tre pedoni.
La Torre vale un Cavallo e due pedoni, op-
pure un Alfiere e due pedoni, ma, come abbia-
mo detto sopra, l’Alfiere è più forte del Caval-
lo contro la Torre.
Due Torri sono leggermente più forti della
Donna. Esse sono leggermente più deboli di
due Cavalli ed un Alfiere ed un poco più forti
di due Alfieri ed un Cavallo.
La forza del Cavallo diminuisce col dimi-
nuire del numero dei pezzi sulla scacchiera ed
aumenta, invece, la forza della Torre.
Il Re, che è un pezzo puramente di difesa
durante la fase centrale della partita, diviene
STRATEGIA GENERALE DELLE APERTURE 23

spesso offensivo quando non vi sono pi ù pezzi


sulla scacchiera e, talvolta, anche quando vi
sono ancora in giuoco uno o due pezzi minori.
La manovra del Re diventa di una impor-
tanza capitale, quando si giunge al finale.

6° - STRATEGIA GENERALE DELLE


APERTURE
La cosa principale è di sviluppare rapida-
mente i pezzi . Metteteli in giuoco al pi ù pre-
sto possibile.
Fin da principio due mosse, e 4 oppure di ,
aprono linee per la Donna e per un Alfiere. Per-
ciò, teoricamente, queste due mosse devono
essere le migliori, perché nessun'altra prima
mossa realizza tanto.
-
Esempio n° 17 Supponiamo di cominciare :
1. e4 e5 2 . Cf 3
Questa è insieme una mossa di attacco e di
sviluppo. Ora anche il nero può replicare con
ridentica mossa oppure giuocare :
2. . . . Cc8
Questa mossa, di sviluppo, nello stesso tem-
po difende il pedone di Re.
3. Cc3 Cf 6
Queste mosse sono di puro sviluppo.
4 . Ab5
E* generalmente consigliabile non far uscire
VAlfiere di Donna finché non sia uscito un Ca -
vallo e, preferibilmente, quello di Re.
24 STRATEGIA GENERALE DELLE APERTURE

L'Alfiere avrebbe anche potuto essere giuo-


cato in c4 , ma è consigliabile, quando è possi-
bile, combinare sviluppo ed attacco.
4. ... Ab4
II nero risponde nella stessa maniera, mi-
nacciando un possibile cambio di Alfiere per
Cavallo con successiva presa di Cavallo sul
pedone e 4 .

5. 0 0
Un modo indiretto di prevenire 5. ... AxC,
cambio che una maggiore esperienza o studio
dimostreranno essere dannoso. Nello stesso
tempo la Torre è portata in azione al centro,
un punto importantissimo.

5. . . . 0 0
Il nero segue la stessa linea di ragionamento.
6. d3 d6
Queste mosse hanno un duplice scopo, e
cioè : proteggere il pedone di Re ed aprire la
diagonale per lo sviluppo dell'Alfiere di Regina.
7. Ag5

«ai »mss*IL
mi
.
mi m i m i
Siili
mm!
mM1
VAY/À
mMm mWi
idi
i
m
11
mi

è 11
! È mm Si è li
* li
wm
f .3 wmmm "

Una mossa veramente piena di forza, che ci


porta nel bel mezzo della partita, poiché vi è
STRATEGIA GENERALE DELLE APERTURE 25

già in vista una combinazione per vincere ra-


pidamente con Cd5. Questo tratto rende im -
possibile al nero di continuare nel giuoco sim-
metrico. ( Vi è una lunga analisi che mostra
che il nero dovrebbe perdere se anche lui giuo-
casse Ag4 ) .
Il nero è ora forzato a giuocare 7 ... AxC,
come resperienza ha dimostrato, e così occor-
re notare tre punti.
Primo, il completo sviluppo dell’apertura ha
richiesto solo sette mosse. Queste arrivano a
dieci o dodici in alcuni casi eccezionali. Come
regola, otto dovrebbero essere sufficienti.
Secondo, il nero è stato costretto a cambia -
re un Alfiere per un Cavallo, ma in compenso
ha isolato il pedone a del bianco e doppiato
un pedone sulla colonna c. ( Questo fatto, in
un primo stadio della partita, è piuttosto un
vantaggio per il bianco, perché il pedone è dop -
piato verso il centro della scacchiera ) .
Terzo, il bianco con il cambio porta un pe-
done a controllare la casa d 4 , costringe il nero
sulla difensiva, come resperienza dimostrer à,
e così prende « l’iniziativa », vantaggio innega-
bile.
I prìncipi strategici sopra esposti sono gli
stessi per tutte le aperture, solo che la loro
applicazione tattica varia a seconda delle cir-
costanze.
Prima di procedere oltre, desidero insistere
sul seguente punto che lo studioso dovrebbe
mettersi bene in testa.
26 CONTROLLO DSL CENTRO

Prima d' aver completato lo sviluppo nes-


sun pezzo dovrebbe essere mosso pi ù di una
volta, a meno che ciò non si renda necessario
per guadagnare in materiale o per assicurarsi
libert à d' azione .
Il principiante farebbe bene a ricordarsi ciò,
così come tutto quello che è già stato detto :
cioè portare fuori il Cavallo prima dell' Alfiere .

7° - CONTROLLO DEL CENTRO


Le quattro case e4 , di , e5 , d 5 costituisco-
no le case centrali ed il controllo delle stesse
è chiamato « controllo del centro ». Il control -
lo del centro è di grande importanza. Nes-
sun attacco violento pu ò riuscire senza che si
abbia almeno il controllo di due di tali case
e, possibilmente, di tre. Più di una manovra,
neirapertura, ha per solo scopo di prendere
il controllo del centro, che assicura invariabil-
mente l’iniziativa . E’ sempre bene tenerlo pre-
sente, dal momento che ciò sarà spesso la ra-
gione di una serie di mosse che, diversamente,
non potrebbero essere ben comprese. Via via
che questo libro andr à avanti, mi soffermer ò
maggiormente su questi punti.
Ora dedicherò un po’ di tempo alle apertu-
re, prese a caso, e spiegher ò le mosse secondo
i princì pi generali. Lo studioso porter à la men-
te nella giusta direzione e, così , avrà meno dif -
ficolt à a trovare una via di uscita quando si
troverà di fronte ad una nuova e difficile si-
tuazione.
CONTROLLO DEL CENTRO 27

Esempio n° 18
Le4 e5 2 . Cf 3 d 6
Una mossa timida. Il nero assume subito
un’attitudine di difesa. Come principio il trat -
to è errato. Nelle aperture, ed ogni volta che
ciò sia possibile, si dovrebbero muovere i
pezzi a preferenza dei pedoni .
3. d 4
Il bianco assume subito riniziativa e lotta per
il controllo del centro in modo da avere spazio
sufficiente per lo spiegamento delle sue forze.
3. . . . Cd7
Il nero non vuole abbandonare il centro e
preferisce la mossa del testo a Cc6 che sareb-
be la casa naturale per questo Cavallo. Ma ,
come principio, il tratto è errato, perché bloc-
ca Fazione dell’Alfiere di Regina ed invece di
facilitare Fazione dei pezzi neri, tende piutto-
sto a rinchiuderli.
4 . Ac4 h 6
,

Il nero è costretto a pagare lo scotto per la


sua mossa precedente. Questo tratto da parte
del nero condanna di per sé qualsiasi forma
di apertura che lo renda necessario. Il bianco
minacciava Cg5 ed il nero non poteva impedir-
lo con 4. ... Ae7 a causa di 5. d 4 xe5, Cxe5 ( se
5. ... d 5 Xe5 ; 6 . Dd 5 ) ; 6. CxC, c!5 xC ; 7. Dh 5 ed
il bianco guadagna un pedone ed ha, inoltre,
una posizione perfettamente sicura.
5. Cc3 Cf 6 6. Ae 3 Ae7
7. De 2
Si noter à che il bianco non arrocca ancora .
La ragione sta nel fatto che egli vuole prima
28 CONTROLLO DEL CENTRO

spiegare le sue forze e con l’ ultima mossa vuo -


le forzare il nero a giuncare co per far posto
alla Donna poiché il bianco minaccia Tdl se-
guita da d4 xe5. Le altre possibili mosse del
nero lo obbligherebbero, in ultima analisi, a
giuocare e5 xd4 abbandonando così il centro
al bianco.
7. . . . c6 8 . Teli Dc7

9. 0 0
Con Quest’ ultimo tratto il bianco completa
il suo sviluppo mentre il nero è, evidentemente,
alquanto impedito.
Un semplice esame basta a dimostrare che
la posizione del bianco è esente da ogni attac-
co. Non vi sono punti deboli nella sua arma-
tura ed i suoi pezzi sono pronti per qualunque
manovra che egli voglia effettuare, per inizia-
re l’attacco alla posizione avversaria. Lo stu-
,

dioso dovrebbe studiare bene questo esempio.


Esso gli mostrer à che talvolta è conveniente
dilazionare l’arrocco.
Io ho dato le mosse come esse vengono alla
mia mente, senza seguire alcun manuale sulle
aperture. Se le mosse da me date sono o meno
in accordo con gli schemi modello, non so, ma
a questo punto del libro non è conveniente en-
trare in discussioni di semplice tecnica che lo
studioso sarà in grado di capire quando sar à
divenuto più competente.
Esempio n° 19
1. e 4 e5 2. Cf 3 d6
3. d 4 Ag4
CONTROLLO DEL CENTRO 29

Un tratto cattivo che viola uno dei princìpi


stabiliti secondo il quale prima di portare fuo-
ri gli Alfieri almeno un Cavallo dovrebbe es-
sere stato sviluppato, ed anche perché porta
al cambio dell’Alfiere per un Cavallo, il che è
generalmente cattivo nell’apertura, a meno
che non vi sia un qualche compenso.
4. d 4 Xe5 AxC
( 4. ... d 6 xe5 porta alla perdita di un pedone ) .
5. DxA d6 Xe5 6. Ac 4 Df 6
( se Cf 6 ; 7. Db3 guadagna un pedone ) .
7. Db3 ho 8. Cc3 e6
per impedire al bianco Cd5.

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Il nero non ha fuori pezzi eccetto la Donna
ed il bianco, con un Alfiere ed un Cavallo già
sviluppati, ha la possibilità di ottenere subito
un vantaggio giocando Cd5.
Lo studioso è lasciato libero di provare da
sé le varie varianti che derivano da una simile
posizione.
Questi esempi mostrano l’applicazione pra-
tica dei princì pi già enunciati. Lo studioso è
avvertito di giuocare i pezzi piuttosto dei pe-
30 TRAPPOLE

doni airinizio della partita, specialmente per


quanto riguarda il pedone in h 3 e quello in a3,
che sono mosse verso le quali sono comune-
mente portati i principianti.

8° - TRAPPOLE
Dar ò ora poche posizioni o trappole da evi-
tare nelhapertura e nelle quali ( la pratica ha
dimostrato ) spesso principianti sono caduti.

Esempio n° 20 -
ilTUMfSM
mm m tlimri
MWM M
%
wkv, É
m sm '

wwsdi 9.

Ili
Il bianco giuoca :
1. d4 xe5 Cxe5
Il nero avrebbe dovuto riprendere di pedone.
2. CxC AxD 3. A x f 7 Re7
4. Cd5 -f - matto
( noto come lo scaccomatto di Légal ) .
TRAPPOLE 31

Esempio n° 21 -
XOtM
ili Bini mm
WM V.
m wm mà. mk
* m m m
1 Mi

ssm m*
& mm mm
r
m
* mm m
m*
É55^

Il nero, avendo il tratto, dovrebbe giuocare


e6. Ma, supposto che giuochi invece Cf 6, si
avr à :
1. A X f 7 +
Anche Ce5 darebbe vantaggio al bianco ; la
minaccia è che se 1. ... AxD ; 2. Axf 7 -f e matto.
Né le cose migliorerebbero con 1. ... Ah 5, a
causa di Dx A ; infine ... Ae6 lascia il nero con
una posizione inferiore.
Ma il tratto bianco del testo assicura un im -
mediato vantaggio materiale ed il principian-
te non dovrebbe mai perdere un’occasione si-
mile a favore di un vantaggio speculativo nel-
la posizione.
1. . . . RxA 2. Ce5 + , Re muove
3. CxA
ed il bianco ha guadagnato un pedone, oltre ad
avere una posizione migliore.
Vi sono molti altri stratagemmi e trappole,
ed infatti esiste un libro in proposito, ma il
tipo suindicato è il più comune.
CAPITOLO 2°
Altri princì pi riguardanti il finale
Ora ritorneremo ai finali ed esporremo qual-
che altro principio, poi ancora al mezzo della
partita e finalmente ancora all’apertura, in mo-
do di progredire non solo gradualmente ma
anche omogeneamente. In questo modo le fon -
damenta sulle quali contiamo di costruire sa-
ranno ferme e salde.

9° - UN PRINCIPIO CARDINALE

» mm wé m a
m Hi Sé. ilimr
m
m il
A wm wé wm.
r#ài &
2 & #11 w '

Nella posizione indicata sopra il bianco


pu ò pattare giuocando M in base alla regola
generale, e cioè di avanzare il pedone che è
esente da opposizione. Ma supponiamo che
il bianco, sia perch é non conosce questo prin-
cipio sia perch é non ne apprezzi, in questo ca-
so, sufficientemente il valore della sua appli-
cazione, giuochi : l . a 4 .
UN PRINCIPIO CARDINALE 33

Allora il nero può vincere giuoeando 1. ... a5,


applicando uno dei princìpi cardinali dell’alta
strategia scacchistica unai unit à che ne trat -
tiene due. In questo caso un pedone verreb-
be a trattenere due pedoni avversari. Lo stu-
dioso non attribuirà mai troppa importanza a
questo principio ; esso è applicabile in vari
modi e costituisce una delle armi principali in
mano di un maestro.

-
Esempio n° 22 L’esempio dato sar à suffi-
ciente prova. Daremo alcune mosse della va-
riante principale.
1. a 4 a5 2. Rg2 Rf 5
( la migliore :
vedere il perché )
3. b 4 axh 4. a5 b3
( la migliore )
5. aS fo 2 6. a? bl = D
7. a8 ~ D De4 + 8. DxD RxD
Ciò porta ad una posizione vinta per il nero
e che costituisce uno dei finali classici di Re e
pedoni. Cercher ò di spiegare l’idea che ne è la
guida a coloro che non hanno familiarit à con
essi .
34 UN FINALE CLASSICO

10° - UN FINALE CLASSICO

w wawaam
wm m*mpgin ss
y/ m.

|
?
% m « Èli %ZÉ

m; y/W' PI
,L

« sews
.
fezp Cete

li H li
Esempio n° 23 - Nella seguente posizione la
migliore linea di difesa del bianco consiste nel
tenere il proprio pedone dove si trova in h2 .
Non appena il pedone avanza la vittoria del
nero diviene più facile. D'altra parte il piano
del nero ( supposto che il bianco non avanzi il
pedone ) , si può dividere in tre parti.
La prima parte sar à di portare il suo Re in
h3 , mantenendo al tempo stesso intatta la po-
sizione dei suoi pedoni ( questo è della massi-
ma importanza poich é per vincere è indispen-
sabile che alla fine il nero sia in grado di avan-
zare il suo pedone più arretrato di uno o due
passi a seconda della posizione del Re bianco ) .
1. Rg3 Re3 .Q !—,g?,
*v

0 »

( se 2. Rg 4, Kf 2 ; 3. h 4, g6 e vince )
..
2 . . R£4 3. Rf 2 Bg4
4 . Rg 2 Eh 4 5. Rgi Rh 3
La prima parte è compiuta.
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U N F I N A L E CLAELICO ViJ

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— Ji ii »
i iim nir n m I T I- -H mi ~ i * iti ~- * . .
. < J

La seconda parte sar à breve e consisterà nel-


ravanzare il pedone della colonna di Torre vi-
cino al Re.
6 . Rhl h 5 7 . Rei M
E così anche la seconda parte è ultimata.
«ir"»

il
NVJ /: r/;
i
WA
y

WMz WM WM &
' ////6
WM
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' / S/ // S/S.
II .

mé. Pii lAÌ IIP


WM
« W ééH WWMà PI i
m aapi m
MM '/'A

a *B il »a M/à

m m m m
W/M
mm
a
>K> ? 4 aafcniKft
^fB

La terza parte consister à nel regolare Favan-


zata del pedone di Cavallo in modo da giuoca-
re g3 quando il Re bianco si troverà in hi. E’
ora evidente quanto sia necessario il poter
muovere il pedone g di uno o due passi secon -
do la posizione del Re bianco, come abbiamo
già detto. In questo caso, siccome il tratto è
al bianco, il pedone g sar à fatto avanzare di
38 CONSEGUIMENTO DI UN PEDONE PASSATO

due passi poich é il Re bianco, a suo tempo,


sar à neirangolo ; ma se ora la mossa fosse al
nero il pedone g dovrebbe essere avanzato di
un passo solo perché il Re bianco si trova in gl .
8. Ehi g5 9. Rgl g4
10 . Ehi g3 11. hxg
( se Rgl allora ... g2 )

11 o .
,
g.
,
jL dk 12. Rgl g2
W
, / \

13. R£2 Rh 2
e vince.
E’ in questo modo analitico che lo studioso
deve cercare d’imparare. In tal modo egli al-
lener à la sua mente a seguire una logica nel
giudicare qualsiasi posizione. Questo esempio
costituisce un eccellente allenamento, poiché
è facile dividerlo in tre parti e spiegare il pun-
to principale di ciascuna di esse.
L’argomento di cui ci occuperemo ora sar à
la semplice opposizione, ma prima desidero
richiamare l’attenzione su due cose.

11. - CONSEGUIMENTO DI UN PEDONE


PASSATO

Quando si trovano tre o più pedoni opposti


l’ uno all’altro in una posizione simile a quella
di cui all’esempio n° 24, esiste sempre una pos-
sibilit à, per uno dei due giuocatori, di ottene-
re un pedone passato.

-
Esempio n° 24 Nella posizione di cui al dia-
gramma seguente, il modo di ottenere un pe-
done passato è di avanzare il pedone centrale :
TRIODO DI VEDERE QUALE PEDONE • «
• 37

UN
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w/’./syt wn
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'/ / Vs Av/A vy/v/7 4

Ifel— JPi
7y.77t Pp

l . I v:. li- il

1 . b6 a7 xb 6
( se c7 xb 6 allora 2 . a6 ) ,

2. c8 bxc 3. a6
e siccome in questo caso il pedone bianco è
più vicino per andare in ottava che non il
nero, il bianco vincerà. Ora se il tratto fosse
stato al nero questi poteva giuocare :
1 . . . . b6 2 . c 5 Xb 8 c7 Xb8
Non sarebbe consigliabile cercare di ottene-
re un pedone passato perché i pedoni bianchi
farebbero più presto ad andare a Donna.
3. axb axb
e la partita, se giuocata bene, dovrebbe esse-
re patta.
Lo studioso provi da sé.

12° - MODO DI VEDERE QUALE PEDONE


ARRIVERÀ’ PRIMA A PARE DONNA
Quando due pedoni sono liberi, o lo saran-
no, per andare a Donna, si può calcolare qua-
le pedone arriverà per primo.
38 MODO DI VEDERE QUALE PEDONE . • •

Esempio n° 25 - In questa posizione, chiun-


que abbia il tratto vince.
rr:
*f
§

m
HI
m É
mw
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mk
IH
n§ m
Ifp Si

Wm WM ÉÉI 2
WM WM WM W%
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WM
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Hi HIP
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'

. //* ////
*
^ j
*'

WM wmA_ w$. w wmw. |


WW / AA ZY i
WWW A. /A{A/ Z///WA W/à'IY' A,

La prima cosa è di trovare per mezzo di un


calcolo se il Re avversario pu ò giungere in tem-
po a fermare il pedone passato. Quando, come
in questo caso, ciò non è fattibile, bisogner à
calcolare quale pedone arriverà prima.
In questo caso il tempo impiegato è eguale,
ma il pedone che giunge per primo in ottava
e si cambia in Donna si trova in posizione tale
da catturare la Donna avversaria appena fatta.
Così :
1. a4 li5 2. a 5 li 4
3. b6 axb
Ora ha luogo un piccolo calcolo. Il bianco
può catturare il pedone, ma se lo fa, non co -
manderà, nel fare Donna, la casa dove il nero
deve cambiare in Donna il suo pedone.
Perciò, invece di prendere, giuoca :
4 . a6 h 3 5. a7 h 2
6. a8 = D e vince
Lo studioso farà bene a rendersi padrone di
vari finali semplici di tale specie, così potr à
L'OPPOSIZIONE 39

acquisire l’abitudine al calcolo ed essere, per-


ciò, capace di sapere con facilit à se pu ò o non
può arrivare primo. Devo anche ricordare che
un manuale non può, per sé stesso, insegnare
a giuncare. Può servire solo di guida, il resto
si deve imparare dall’esperienza.

13° - L’ OPPOSIZIONE
Quando si debbano muovere i Re ed un giuo-
catore è in grado forzatamente di portare il
proprio Re in una posizione simile a quella in-
dicata nel seguente diagramma, in modo che
il suo avversario sia costretto a muovere ed
a cedere il passo, il giuocatore che ottiene tale
vantaggio ha Vopposizione .

Esempio n° 26 - Supponiamo che nella posi-


zione di cui al diagramma, il bianco giuochi :
1. Rd 4.
Il nero ha ora la scelta o di opporsi al pas-
saggio del re bianco, giuncando Rd6, o se lo
preferisce pu ò passare col proprio Re rispon-
dendo Rf 5. Si noti che i Re sono direttamente
40 L'OPPOSIZIONE

opposti Timo all ’altro e che il numero delle


case che li dividono è dispari ; in questo caso
una.
L’ opposizione può assumere la prima forma
indicata qui sotto :

m m
w -M m m
.
m
Pii
m II Pi M
wm

m mm s m
» la ^ ÈÉÈLv /V / /,

che si pu ò chiamare « opposizione reale od


opposizione frontale ravvicinata » ; oppure può
assumere la seconda forma che si può chiama-
re « opposizione ravvicinata diagonale ».
Pu ò, infine, assumere ancora ima terza for-
ma, di cui al seguente diagramma, che si può
chiamare « opposizione ravvicinata laterale » :

s m
'////// /A •/////// A VA

si ri
%

m m m MM

'.
' j.ÙLi.'.' Z Wi

In pratica sono la stessa cosa. I Re sono


sempre su case dello stesso colore, fra di essi
L'OPPOSIZIONE 41

intercede soltanto una casa, ed il giuocatore


che ha mosso per ultimo ha Vopposizione.
Ora se lo studioso muover à ciascun Re fa-
cendolo arretrare rispettivamente nella mede-
sima linea frontale, diagonale o laterale, avre-
mo ciò che si chiama « opposizione lontana
frontale, diagonale e laterale, rispettivamente.
La questione dell’ opposizione è assai impor -
tante ed assume talvolta forme alquanto com-
plicate, le quali tutte possono essere risolte
matematicamente ; ma per il momento lo stu-
dioso deve prendere in considerazione soltan-
to le forme più semplici. ( Un esame di qual-
cuno degli esempi di finali di Re e pedoni già
dati mostrer à parecchi casi di opposizione
ravvicinata ).
In tutte le forme semplici di opposizione,
quando i Re si trovano su di una stessa linea
ed il numero delle case che li dividono è pari ,
il giuocatore che ha il trailo ha Vopposizione.

Esempio n° 27 - La posizione
di cui al dia-
gramma seguente mostra renorme valore del-
ropposizione. La posizione è semplicissima .
"

m
Ém ^ 'dtàwm
wjà '
iti
fm. wm WM !
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6» m éS
VA'/ /// /. '/ / / // //A
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WM & *
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1 mm « wm ma
m wà m m
i

m m m m .
42 L OPPOSIZIONE

Ben poco è rimasto sulla scacchiera, e la po-


sizione pu ò sembrare, per un principiante, as-
solutamente pari. Tuttavia non è così. Chiun-
que ha il tratto vince. Si noti che i Re stanno
direttamente runa di fronte airaltro e che il
numero delle case che li dividono è pari.
Vediamo ora il procedimento per vincere.
li modo giusto è di giuocare direttamente
in avanti . Così :
1. Re 2 Re 7 2 . Ee 3 Re 6
3. Re4 RfG
Il bianco pu ò ora scegliere.
O giuocare Rd5 e passare col suo Re, o giuo-
care Rf 4 ed impedire di passare al Re nero,
mantenendo così l’opposizione. Un semplice
calcolo mostra che il primo procedimento non
condurr à che ad una patta ; perciò il bianco
segue il secondo e giucca :
4. R £ 4 Rg6
( se 4 . ... Re 6 ; 5. Rg5 e vince ) ;

5. Re5 Rg7
Ora, facendo un semplice calcolo, si vedr à
che il bianco vince guadagnando il pedone ne-
ro in b5. In questa variante il procedimento
è stato relativamente semplice ; ma il nero ha
a disposizione altre linee di difesa pi ù difficili
da superare.
Cominciamo daccapo .
1. Re 2 Rd8
Ora se 2. Rd 3, Rd7 ; e se 2. Re3, Re7 ; ed il
nero ottiene, in ambedue i casi, l’opposizione.
Se i Re sono di fronte e il numero delle case
L'OPPOSIZIONE 43

interposte è dispari, il giocatore che si è mosso


ultimo ha l’opposizione ) .
Ora, per vincere, il Re bianco deve avanzare.
"

C’è solo un’altra casa in cui può andare, f 3 , e


questa è la mossa giusta. Perciò quando l’av-
versario fa una mossa d’attesa, avanzate la-
sciando fra i Re una linea.
Abbiamo quindi :
2 . Rf 3 Re7
Ora sarebbe cattiva mossa avanzare perché
in tal caso il nero guadagnerebbe l’opposizio-
ne portando il Re di fronte al nostro. E’ la vol-
ta del bianco di fare un tratto simile al primo
fatto dal nero, cioè :
3. Re3
che riconduce la posizione alla prima variante.
Lo studioso far à bene a familiarizzarsi nella
manovra del Re in tutti gli esempi di opposi-
zione. Ciò significa, talvolta, la vincita o la per-
dita di una partita.
Esempio n° 28 - La seguente posizione è una
prova eccellente del valore dell’opposizione
come mezzo di difesa.
44 L'OPPOSIZIONE

Con un pedone di meno ed apparentemente


con partita perduta, il bianco può tuttavia pat-
tare nel modo che segue :
1. Rhl!
La posizione dei pedoni non permette al
bianco di pattare mediante l’opposizione rav-
vicinata, perciò egli assume l’opposizione lon-
tana ; infatti se l . Rfl ( opposizione ravvicina-
ta ) segue Rd 2 ; 2. Rf 2, Rd3 ed il bianco non
può continuare a mantenere l’opposizione la-
terale a causa del suo pedone in /3.
D’altra parte dopo la mossa del testo, se :
1. . . . Rd 2 2. Rh 2 Ed3
3. Eh 3 Re 2 4. Rg2 Re 3
5. Rg3 Rd 4 6. Rg4
attaccando il pedone e forzando il nero a giuo-
care 6. ... Re3 ed allora egli può retrocedere
in g3 come già detto, pur mantenendo la posi-
zione.
Ritornando alla posizione originale , se :
1. Eh1 g4
Il bianco non giucca pxp, perché e 4 vince-
rebbe ; ma giucca invece :
2. Rg2 Rd 2
( se 2. ... g4 xf 3 + ; 3. Rxf 3, seguito da Re 4 pat-
tando ) ;
3. f 3 X g4
ed un semplice calcolo mostrerà che ambedue
i giuocatori vanno a donna e pattano.
Ora se lo studioso si prender à il disturbo
di rivedere gli esempi dei finali di Re e pedoni
che ho dato in questo libro, vedr à che in essi
VALORE RELATIVO DEL CAVALLO •• 45

la questione dell’opposizione è della massima


importanza come, d’altronde, lo è in quasi tutti
i finali di Re e pedoni, eccetto quei casi in cui
la stessa posizione dei pedoni assicura di per
se stessa la vittoria.

14° - VALORE RELATIVO DEL CAVALLO


E DELL’ ALFIERE
Prima di rivolgere la nostra attenzione a
questa questione è bene stabilire fin d’ora che
due Cavalli soli non possono mattare ma,
in certe circostanze, è possibile mattare se l’av -
versario ha uno o più pedoni.

Esempio n° 29 - Nella posizione illustrata


nel primo dei diagrammi che seguono :

*11 I T I
Bill
mm. pr#07 mm
L ! '
/ / // A g
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I p '//f
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ÉvsP//vf, 'py y./'ix
7 '/ /

sa siwmIHmmIHmw
mmvM'/
fa Wt
éóf / X / // /&
*
SSS m
SCS ÉSS
'
$.

li li 11 8 5%8
Y/7//' '. / ,

il bianco non può vincere quantunque il Re


nero sia ridotto in un angolo ; ma nella posi-
zione illustrata nel secondo diagramma, nella
quale il nero ha un pedone, il bianco vince con
o senza il tratto :
46 VALORE RELATIVO DEL CAVALLO .. .

Così :
1. Cg6 h 4
Il bianco non può prendere il pedone per-
ché il giuoco sarebbe patto come già sopra
spiegato.
2. Ce5 li3 3. Cc 6 h 2
4 . Cb5 h l = D 5. Gc7 + e matto
La ragione di questa particolarit à negli scac-
chi è evidente. Il bianco con i due Cavalli può
soltanto mettere in stallo il Re avversario , a
meno che questi non abbia un pedone da poter
muovere .
-
Esempio n° 30 Quantunque nella seguente
posizione il bianco abbia il vantaggio di un Al-
fiere e di un pedone, egli non può vincere.
VALORE RELATIVO DEL CAVALLO ... 47

E’ la più grande debolezza dell’ Alfiere quel-


la per cui quando il pedone di Torre va a
Donna in una casa di colore opposto a quello
dell’Alfiere ed il Re avversario sta di fronte
al pedone, l’Alfiere è assolutamente senza va -
lore alcuno.
Tutto ciò che il nero deve fare è di conti-
nuare a muovere il Re vicino alla casa d’an-
golo.

Esempio n° 31 - Nella posizione seguente il


bianco può vincere con o senza la mossa. Si
prenda la variante più difficile :
1. . . . Eh 2 2. Cg4 -b Rhl
3. Rfl g5 4. Ef 2 lì2
5. Ce3 g4- 6. Cfl g3 f '

1. Cxg3 scacco matto


Ora che abbiamo visto questi casi eccezio-
nali, possiamo analizzare i vari meriti ed il
valore relativo del Cavallo e deH’Alfiere.

WM
ÉS

m
mk
mwàmliasmtm
WM % '//£ MA y.

li
I
%
Im l i»
Si crede generalmente che fra i due il Ca-
vallo sia più forte e ciò perché esso, contra-
riamente all’Alfiere, pu ò comandare sia case
48 VALORE RELATIVO DEL CAVALLO ...

nere che bianche. Tuttavia non si tien conto


che il Cavallo, ad ogni mossa, ha la scelta di
un solo colore. Ci vuole molto più tempo a
portare un Cavallo da un’ala all’altra. Inoltre,
come è mostrato nel seguente esempio, ì’Alfie-
re può mettere in stallo il Cavallo, cosa che
questi non può fare.

Esempio n° 32 -
mm mmi l
m m m mmmà mt
mM

wm P
§ pi il
Uà Si

siili
%

Pi ù il giuocatore è debole tanto più ter-


ribile sar à per lui il Cavallo ma, man ma-
no che un giuocatore aumenta di forza, si
manifesta la forza superiore dell’Alfiere e
naturalmente vi sarà, o vi dovrebbe essere,
una diminuzione corrispondente circa la stima
sua nei riguardi del Cavallo. Per questo aspet-
to, come per molti altri, i Maestri d’oggi sono
più avanti di quelli della passata generazione.
Mentre, or non è molto, alcuni dei migliori fra
essi, come Pillsbury e Tchigorin, preferivano
-
il Cavallo all’ Alfiere, difficilmente vi è un Mae
stro di oggi che non sarebbe completamente
d’accordo con quanto sopra esposto.
VALORE RELATIVO BEL CAVALLO • * • 49

Esempio n° 33 - Il seguente è il solo caso in


cui il Cavallo è più forte deir Alfiere.

E’ quella che viene chiamata posizione di


blocco e tutti i pedoni sono da un lato della
scacchiera. ( Se vi fossero pedoni da ambo i
lati non vi sarebbe alcun vantaggio nell’avere
il Cavallo ) . In tale posizione il nero ha eccel-
lenti probabilità di vittoria. Naturalmente esi-
ste per il bianco una ragione di debolezza
extra, quella di avere i propri pedoni in case
dello stesso colore del proprio Alfiere. Questo
è un errore che viene commesso spesso dai
giuocatori. In un finale bisogna badare di ave-
re i propri pedoni in case di colore opposto a
quello del proprio Alfiere perché, in caso con-
trario, l’azione dell’ Alfiere ne verrebbe limita-
ta e per conseguenza diminuirebbe di forza
l’Alfiere stesso poiché spesso il valore di un
pezzo si commisura dal numero delle case che
esso comanda. A tal uopo richiamerò l’atten-
zione sul fatto che è generalmente preferibile
tenere i propri pedoni in case dello stesso co-
lore dell’Alfiere avversario, specialmente se si
50 VALORE RELATIVO DEL CAVALLO • •

tratta di pedoni pesanti e sostenuti dal Re.


Questi princìpi si potrebbero stabilire nel mo-
do seguente :
Quando l’ avversario ha un Alfiere , tenete i
vostri pedoni in case dello stesso colore del-
l’ Alfiere avversario. Nel caso che voi abbiate
un Alfiere , sia che l’ avversario ne abbia uno
o meno, tenete i vostri pedoni in case di colo-
re opposto a quello del vostro Alfiere.
Naturalmente tali princìpi debbono essere
talvolta modificati per adattarsi alle esigenze
del momento.

Esempio n° 34 e n° 35 - Nella prima delle po-


sizioni illustrate nei seguenti diagrammi, i pe-
doni si trovano da un lato della scacchiera e
non c’è vantaggio alcuno ad avere un Cavallo
od un Alfiere. Il giuoco deve essere certamen-
te patto.
r
- .
'y'','///

Il
MM WMIli? SI
SU fai
fll ppl è IP é
Hi - ^ m ni I fm1
PII
PSS
'
SI
SSP ,ss?
«
Wm SI IS ili

1 i i1
u il wm.
%

'/

Aggiungiamo ora ( seconda posizione ) tre


pedoni da ciascun lato alla suesposta posizio-
ne, in maniera che vi siano pedoni d’ambo i
lati della scacchiera.
VALORE RELATIVO DEL CAVALLO • • 51

Ora è preferibile avere un Alfiere, sebbene


la posizione, giuoc&ndo bene, dovrebbe finire
con una patta. Il vantaggio di avere l’ Alfiere
consiste tanto nella sua possibilità di agire a
lungo raggio e di comandare ambo i lati della
scacchiera, da una posizione centrale, quanto
nella possibilità di spostarsi rapidamente da
un lato all’altro.

Esempio n° 38 - Nella posizione di cui al dia-


gramma seguente

è senza dubbio vantaggioso avere l’ Alfiere


perché quantunque ciascun giuocatore abbia
lo stesso numero di pedoni , tal n u m e r o
52 VALORE RELATIVO DEL CAVALLO .. .

non è bilanciato da ciascun lato della scac-


chiera. Così il bianco ha tre pedoni contro
due dal lato di Re, mentre da quello di Don-
na è il nero che ne ha tre contro due .
Tuttavia, a giuoco corretto, la partita dovreb-
be finire patta, sebbene il bianco abbia qual-
che maggior probabilit à .

Esempio n° 37 - Abbiamo ora, nel diagram-


ma seguente

una posizione nella quale l’ avere un Alfie-


re costituisce un vantaggio decisivo, in quan-
to non solo vi sono tre pedoni da ambo i
lati della scacchiera, ma vi è un pedone pas-
sato ( 1ì 2 per il bianco ed a7 per il nero ) . Il nero
avrà molte difficoltà per poter pattare, sem-
prech é gli sia possibile, il che è dubbio.
VALORE RELATIVO DEL CAVALLO • * 53

Esempio n° 38 - Anche nella posizione di cui


al diagramma seguente, il nero difficilmente
potr à pattare.

mmmm
m
,m
m m wm

m m m m
.

m ss .
'/// a // /

m 11
Lo studioso dovrà esaminare attentamente
queste posizioni. Spero che i molti esempi dati
lo aiuteranno a comprendere, nel loro vero
valore, i pregi relativi del Cavallo e dell’Al-
fiere.
In quanto al metodo generale di procedere,
la cosa migliore sar à quella d’avere un mae-
stro o la pratica esperienza. In linea generica
dirò che il procedimento migliore in questi fi-
nali, come in tutti i finali simili, è : avanzata
del Re al centro della scacchiera o verso i pe-
doni passati o verso i pedoni suscettibili di es-
sere attaccati, e rapido avanzamento elei pe-
done o dei pedoni passati fino a che ciò sia
possibile senza comprometterne la sicurezza.
Sarebbe una follia il voler dare ima linea de-
terminata di giuoco. Ciascun finale è diverso
e richiede un trattamento diverso a seconda
di ciò che l’avversarlo si propone di fare.
Ciò che più conter à è il sapere prevedere,
mediante calcolo, la posizione futura.
54 MODO DI DARE IL MATTO CON CAVALLO . ..
-
15° MODO DI DARE IL AIATTO
CON CAVALLO ED ALFIERE
Prima di ritornare al mezzo della partita ed
alle aperture, vediamo come si deve fare per
mattare con Cavallo ed Alfiere e poi il modo
di vincere con la Donna contro la Torre.
Con Cavallo ed Alfiere si può mattare sol -
tanto negli angoli dello stesso colore dell’ Al-
fiere.

Esempio n° 39 - NelFesempio illustrato al


seguente diagramma

dobbiamo mattare in al oppure in h8. Il


finale può essere diviso in due parti. La pri-
ma parte consiste nello spingere il Re nero
neirultima fila. Si può cominciare, come si
fa generalmente in tutti i casi simili, con
l’avanzare il Re al centro della scacchiera.
1. Re2 Rd 7
Il nero, per rendere più difficile la manovra
del bianco, si dirige verso l’angolo di color
bianco.
MODO DI DARE IL MATTO CON CAVALLO . • • 55

2. Rd 3 Rc6 3. Af 4 Rd5
4. Ce2 Rc5 5. Cc3 Rb4
6. Rd 4 Ra5 7. Rc5 Ra6
8. Re6 Ra7 9. Cd5 Ra8
La prima parte è finita ; il Re nero si trova
nell'angolo di colore bianco.
y//>

m
|mm m m 55

w
rem
La seconda ed ultima parte consister à nello
spingere il Re nero da a8 in al oppure in h8,
per poter dare il matto.
In questa posizione al è la via più breve :
10. Cb6 + Ra7 11. Ac7 Ra6
12. Ab8 Ra5 13. Cd5 Ra 4
Il nero cerca di portarsi in hi col suo Re.
Il bianco ha due modi per impedirlo, uno me -
diante 14. Ae5, Rb3 ; 15. Ce3, e l'altro che ri -
porto nel testo, e che considero migliore per
lo studioso perché più metodico e più in ar -
monia con lo spirito di tutti questi finali, di
fare , cioè , uso del Re il più possibile .
14. Rc5 ! Rb3 15. Cb 4 Rc3
16. Af 4 Rb3 17. Ae5 Ra 4
18. Rc4 Ra5 19. Ac7 + Ra4
56 DONNA CONTRO TORRE

20. Cd3 Ra 3 21. Ab6 Ra 4


22. Cb 2 + Ra 3 23. Rc3 Ra2
24. Rc2 Ra3 25. Ac5 + Ra2
26. Cd3 Rai 27. Ab4 Ra 2
28. Ccl + Rai 29. Ac3 4
*
1
.

Come si vede il finale è piuttosto laborioso.


Vi sono due caratteristiche predominanti :
rinseguimento da vicino del Re, ed il control-
lo delle case di colore opposto a quello deir Al-
fiere mediante Fazione combinata del Cavallo
e del Re.
Lo studioso farebbe bene ad esercitarsi me-
todicamente in questo finale poiché dà un'idea
chiara della vera potenza dei pezzi e richiede
previsione esatta per poter dare il matto entro
le cinquanta mosse accordate dal regolamento.

16° - DONNA CONTRO TORRE


Questo è uno dei finali più difficili, senza
pedoni. Le risorse della difesa sono molte e,
se sono ben usate, soltanto un giuocatore mol -
to capace vincerà entro il limite delle cinquan -
ta mosse accordate dal regolamento. ( Il rego-
lamento dice che in qualsiasi momento potete
esigere che il vostro avversario vi dia il matto
in cinquanta mosse ). Tuttavia ogni qualvolta
si cambia un pezzo o si avanza un pedone, si
deve ricominciare il computo delle mosse.
-
Esempio n° 40 Questa è una delle posizioni
tipo che il Re può spesso creare. Ora il tratto
è al bianco.
DONNA CONTRO TORRE 57

Se il tratto fosse al nero, la cosa sarebbe


semplice, poiché dovrebbe allontanare la Tor-
re dal Re ( se ne cerchi la ragione ) e, quindi, la
Torre diverrebbe facilmente preda del bianco.

Wr
%

ìmwm
|
ì M éÉ1
1 YJ

1,

in É lÉi ìéH
Da quanto sopra si deduce che lo scopo prin-
cipale è di forzare la Torre nera ad allontanar -
si dal Re e che, allo scopo di fare ciò, dobbia-
mo arrivare alla posizione del diagramma, ma
con la mossa al nero.
Una volta che sappiamo quello che si deve
fare, il modo di procedere diviene più facile
a trovarsi.
Così :
1. De5 +
( non l . Da6 a causa di Tc7 + ; 2. Rb6, Tc6 + ;
3. RxT stallo )
1 . .. Ra8 o a7 2. Dal + Rb8
3. Da5
In poche mosse abbiamo raggiunto il nostro
.
scopo. La prima parte è ultimata Veniamo ora
alla seconda. La Torre può andare soltanto su
una casa bianca, altrimenti con il primo scac -
co di Donna sarà perduta.
58 DONNA CONTRO TORRE

Perciò :
3. ... Tb3 4. Deo + Ra8
( la migliore )
5. Dh8 + Ra7 6. Dg7 + Ra8
7. Dg8 + Tb8 8. Da 2 H h —
'/// y

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MB m m
A/M' A 9 A '//'
/ ////A W///A y////A

Esempio n° 41 - In variante all’esempio pre-


cedente, lo studioso dovrebbe trovare da sé il
modo per vincere se il nero giuoca 3. ... Tbl ;
4 . De5 + , Ra7.
Il procedimento è qui molto simile. Le cose
che il nero deve tenere presente sono di evi -
tare di interporre la Torre in b8, a causa dello
scacco matto immediato, e nello stesso tempo
evitare che il Re vada in a6 od in c8.

Esempio n° 42 - Esamineremo ora una posi-


zione più difficile.
Molti giuocatori rimarrebbero ingannati dal-
la posizione illustrata nel diagramma che se -
gue :
DONNA CONTRO TORRE 59

m m m m
//.

Y/A

m mm
m «ma w

-*
m SP m
r
ili
1 « *
//

* su
mm m
La mossa pi ù appariscente non è la migliore.
Supponiamo di cominciare così :
1. De5 -f Rf 8 2. Rg6 Td7
E' runica difesa ma, sfortunatamente, mol -
to efficace, che mette in imbarazzo il bianco
poiché questi non può giuocare 3. De6 a causa
di 3. ... Tg7 + ; 4. Rf 6, Tg6 + ; e patta.
Nemmeno può egli vincere rapidamente con
3. Dc5 + a causa di 3. ... Re8 ; 4. Rf 6, Td6 + so -
spingendo indietro il Re bianco.
Ora che abbiamo visto le difficoltà della si -
tuazione, torniamo un passo indietro. La mos-
sa migliore è :
1. Dg5 + Rh8
( se Rh7 ; 2. Dg6 + , Rh8 ; Rh 6 ! )
2. De5 + Rh7 3. Rg5 Ta7 !
( è ia migliore ) ( ancora la migliore )
se 3. ... Tg7 + ; 4. Rf 6 porta ad una posizione
simile a quelle degli esempi n° 40 e 41.
4. De4 + Rg8 5. Dc4 + Rh7
6. Rf 6 Tg7 7. Dh4 + Rg8
8. Dh5
ed abbiamo la posizione deiresempio n° 40 con
il tratto al nero.
60 DONNA CONTRO TORRE

Facciamo un altro passo indietro.


1. Dg5 + Rf 8 2. Dd8 + Rg7
3. Rg5 Tf 3
( il posto migliore per la Torre lontano dal Re ).
Se 3. ... Rh7 ; 4. Dd4, Tg7 + ; 5. Rf 6 porte-
rebbe a posizioni simili a quelle già viste.
4 . Dd4 + Rf 8 5. Rg6 ( anche con
5. Dd6 + , Rg7 ; 6. De5 + , Rf 8 ;
7. Rg6 si guadagnerebbe la Torre ; tuttavia la
mossa del testo vien riportata per dimostrare
la finezza di tali finali ) .
Il bianco minaccia, ora, di mattare in D8
5. . . . Tg3 r 6. Rf 6 Tf 3 +
7. Re6 Th 3
( il bianco minacciava matto in h8 ) ;

8 Df 4 -f
e la Torre è perduta.
Si noti, in questi esempi, che gli scacchi a
lunga portata lungo le diagonali sono stati
spesso la chiave di tutte le manovre vittoriose.
Si noti anche che la Regina ed il Re sono
tenuti, spesso, in linee diverse.
Lo studioso dovrebbe riandare, con molta
attenzione, su queste posizioni e considerare
tutte le possibilità che non sono state date nel
testo.
Egli dovrebbe, una volta di più, ritornare su
tutto quello che abbiamo trattato fin qui, pri -
ma di procedere oltre con il libro.
CAPITOLO 3°
Piani di vittoria nel mezzo della partita

Dar ò ora poche posizioni di vittoria tolte


dalle mie partite.
Ho scelto quelle che credo possano conside-
rarsi tipiche, cioè posizioni che possono facil-
mente verificarsi in forma alquanto simile. La
conoscenza di posizioni simili è di grande aiu-
to ; infatti non se ne conoscono mai abbastan-
za. Possono spesso servire al giuocatore per
trovare col minimo sforzo il tratto giusto, ohe
egli non sarebbe in grado di fare senza tali co-
gnizioni.

17° - ATTACCO SENZA L'AIUTO DI CAVALLI

Esempio n° 43 -

mm
mmmn ri
Hi !m
'///,&//, t '//Ai '//,
* '///,%'///, « '///////A

'////////,
H
%

samla m a
a a m mm i
62 ATTACCO SENZA l/ AIUTO DI CAVALLI

Il tratto è al nero e siccome ha un Cavallo


ed un pedone di meno deve, se può, cercare
di vincere rapidamente. Egli giuoca :

1. ... Td8 g8 ! ; 2. Tf 2
se DxD, Txp + ; Rhl , Ad5 e segue il matto in
poche mosse.
2. ... Txg2 +
3. Rfl Ac4 -f
4. Cx A Tgl + matto.

Esempio n° 44 -
. *,
ytJBj '

m f m' i mwm k
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m mWrnw
WB.
m m III
'

m,
m m m& t
im m m
IM B B
m 55

L'ultima mossa del Nero è stata pe3 giuo-


cata allo scopo di fermare la minaccia del
Bianco : Ta5, alla quale avrebbe risposto Df 4 4-
pattando per scacco perpetuo.
Il bianco ha, tuttavia, una mossa più forte
e matta in tre mosse come segue :
.
1 Txa7 + , D x T ;
2. Ta5 il Nero muove ed il Bianco matta alla
successiva.
ATTACCO SENZA i/ AIUTO DI CAVALLI 63

Esempio n° 45 -
mm
mm mm
7

m ém
m.m
y//

m
M m « «
m m
iti
Il Bianco ha una bella posizione, ma, tutta-
via, egli farà meglio a guadagnare del materia-
le, se può, prima che il Nero consolidi la sua
posizione difensiva.
Egli giuoca quindi :
l. TxC ! , g7 xT ; 2. Axh 6 + , Re7 ( se C X A ;
T x C ed il Nero è perduto ) ;
3. Dh7 + Re8 4. DxC + Rd7
5. Dh7 + De7 6. Af 8 DxD
7. T x D + Re8 8. T x T il Nero
abbandona
In questi pochi esempi l’attacco è stato fatto
da Torri ed Alfieri, in combinazione con la
Donna.
Non vi erano Cavalli per prendere parte al-
l’attacco. Daremo ora alcuni esempi nei quali
i Cavalli giuocano un ruolo preminente quale
forza di attacco.
64 ATTACCO CON CAVALLI • • «

18° - ATTACCO CON CAVALLI QUALE FORZA


PREDOMINANTE

Esempio n° 46 -
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Il Bianco ha due pedoni di meno ; deve quin-


di effettuare l’attacco. La partita continuò
così :
1. Cf 5 xg7, Cco.
Evidentemente un errore che rese più facile
la vittoria del Bianco, poiché egli prese sem -
plicemente la Torre col Cavallo e mantenne
l’attacco. Il Nero avrebbe dovuto giuncare
1. ... CxC. Allora sarebbe seguito : 2. Cf 6 + ,
Rg6 ; 3. CxAd7, f 6 ( la migliore ) ; 4. e5, Rf 7 ;
5. Cxf 6, Te7 ; 6. Ce4 ed il Nero dovrebbe per-
dere.

-
Esempio n° 47 Lo studioso dovrebbe esa -
minare attentamente la posizione qui di segui -
to, poiché il sacrificio dell’Alfiere, in tali situa -
zioni, è tipico ; e se ne presenta spesso l’occa-
sione.
VITTORIA PER MEZZO DI ATTACCO DIRETTO 65

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La partita continuò così :


i . Axh 7 + RxA 2. Cg5 + Rg6 ( lami-
giore )
Se 2. ... Rh 6 ; 3. Cxf 7 + guadagna la Donna, e
se 2. ... Rg8 ; 3. Dh5, con attacco irresistibile.
3. Dg4 f 5 4. Dg3 Rh 6
ed il Bianco finì per vincere.
( Vedi anche più avanti, all’esempio n° 50 ).

19° - VITTORIA PER MEZZO DI ATTACCO


INDIRETTO
Fino ad ora abbiamo riportato posizioni nel-
le quali l’attacco era di natura violenta e di -
retto contro la posizione del Re. Tuttavia si
fanno molto spesso, nel mezzo della partita,
attacchi contro una posizione o contro pezzi
e persino contro pedoni.
Il guadagno di un pedone, fra buoni giuoco-
tori di forza pari , significa spesso la vincita di
una partita.
E’ , quindi, di grande importanza lo studio
66 VITTORIA PER MEZZO DI ATTACCO DIRETTO

di tali posizioni. Diamo, qui di seguito, due


posizioni in cui l’attacco mira al guadagno di
un solo pedone come mezzo per vincere la
partita.
Esempio n° 48 - Il Nero ha, nella posizione
di cui al diagramma seguente, un pedone di
meno e non esiste un attacco violento e diret-
to contro il Re bianco.

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I pezzi del Nero sono, tuttavia, ben piazzati


e liberi di agire e, coordinando Fazione di tutti
i suoi pezzi, egli potrà presto non solo rigua-
dagnare il pedone ma ottenere anche il miglior
giuoco. Lo studioso dovrebbe considerare la
posizione molto accuratamente ed anche le
mosse susseguenti. E’ un ottimo esempio di
una buona coordinazione delle forze.
1. . . . Ta8 2. a4
La mossa migliore del Bianco era b3, alla
quale sarebbe seguito C x A ; D x C, Ta3 ed il
Nero in definitiva avrebbe guadagnato il pe-
done di Torre, mantenendo sempre un legge-
ro vantaggio di posizione. La mossa del testo
facilita le cose :
VITTORIA PER MEZZO DI ATTACCO DIRETTO 67

2. . . . CXA 3. DxC Dc4



4. Tfl di Te8 b8 —
Il Nero avrebbe potuto riguadagnare il pe -
done giuocando AxC, ma egli vede che si può
fare di meglio e perciò aumenta la pressione
contro il lato di Donna del Bianco. Egli minac-
cia ora, fra raltro, la mossa Txb2.
5. De3 Tb4
( minacciando di guadagnare la qualit à con
Ad 4 ) ;
6. Dg5 Ad 4 + 7. Rhl Ta8 b8 —
( questa mossa minaccia di guadagnare il Ca-
vallo e così forza il Bianco a cedere la qualità ) ;
8. TX A DxT 9. Tdl Dc4
ed ora il Nero riprenderà il pedone.
Esempio n° 49 - Un esame della posizione di
cui sotto mostrerà che la debolezza del Nero
consiste nella posizione esposta del suo Re e
nel fatto che la sua Torre a8 non è ancora en-
trata in giuoco.
Infatti se il tratto fosse al Nero, potremmo

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concludere che egli ha un giuoco migliore per


il fatto che ha tre pedoni contro due dal lato
68 VITTORIA PER MEZZO DI ATTACCO DIRETTO

di Donna, e che il suo Alfiere domina la gran-


de diagonale.
Tuttavia il tratto è al Bianco, e questi ha
due linee da seguire.
Il tratto evidente, Ac4, potrebbe essere ab -
2. b4 il Nero si troverebbe in difficoltà. —
bastanza buono, poiché dopo 1. Ac4, Ta8 d8 ;

Ma c'è un'altra mossa che sconvolge comple-


tamente la posizione del Nero e guadagna un
pedone, oltre ad ottenere la miglior posizione.
Tale mossa è Gd4 ! La partita continuò così :
1. Gd4 CXG 2. TX A Cb4
( non c'è nulla di meglio, poiché il Bianco mi-
nacciava Ac4 ) ;
3. Ac4 + Rh8 4. Te6 d3
5. Txd3
ed il Bianco ha un pedone in più e la posizione
migliore.
Queste posizioni sono state date con l'idea
di far conoscere allo studioso i vari tipi di
combinazione. Spero che serviranno anche a
sviluppare la sua immaginazione, qualità mol-
to necessaria in un buon giuocatore.
Lo studioso noterà che in tutte le posizioni
del mezzo della partita, quando se ne presen -
ta l’ occasione , tutti i pezzi vengono portati in
azione in massa se ciò è necessario; e che tutti
i pezzi coordinano la loro azione con precisio
ne simile a quella di una macchina.
-
Questo è almeno ciò che dovrebbe essere
la partita nel mezzo del giuoco, anche se non
è del tutto tale in questi esempi.
CAPITOLO 4°
Teoria generale

Prima di ritornare alla tecnica delle apertu-


re, sarà bene indugiare un tantino sulla teo-
ria generale, in modo da poter capire meglio
le aperture nella loro relazione col resto del
giuoco.

20° - L’ INIZIATIVA
Quando i pezzi sono messi sulla scacchiera
i giuocatori hanno la stessa posizione e lo stes-
so materiale. Il Bianco ha, tuttavia, il tratto
ed il tratto significa, in tal caso, « l’iniziativa »
e questa costituisce un vantaggio. Ora questo
vantaggio dev’essere mantenuto il più a lungo
possibile e si dovrebbe rinunciare ad esso sol-
tanto se si tratta di ottenere qualche altro van-
taggio sia materiale ohe di posizione.
Il Bianco, secondo i princìpi già esposti, svi-
luppa i suoi pezzi al più presto possibile ma,
ciò facendo, egli cerca pure d’impedire lo svi-
luppo dell’awersario applicando una pressio -
ne ovunque sia possibile.
Egli cerca prima di tutto di controllare il
centro e, se ciò non è possibile, di ottenere qual-
che vantaggio di posizione che gli render à pos -
sibile di continuare ad incalzare l’avversario.
70 ATTACCHI DIRETTI « IN MASSA »

Egli abbandoner à l’iniziativa quando otterr à,


in compenso, qualche vantaggio materiale ed
in condizioni favorevoli e tali da assicurarlo
che egli, a sua volta, sar à in grado di resiste-
re all’attacco dell’avversario ed infine, grazie
alla sua acquisita superiorità in materiale, ri-
prendere l’iniziativa che sola può dargli la vit-
toria. Quest’ultima asserzione è ovvia dal mo -
mento che, per poter vincere, bisogna che il
Re avversario venga messo in posizione tale
da essere attaccato senza che abbia via di
scampo. Una volta che i pezzi sono stati svi -
luppati bene, le posizioni che ne risultano pos -
sono variare di carattere. Può darsi che sia
pronto un attacco diretto contro il Re, o che
si tratti di migliorare una posizione già vantag-
giosa o, infine, che si possa guadagnare del
materiale perdendo però l’iniziativa per un
periodo più o meno lungo.

21° - ATTACCHI DIRETTI « IN MASSA »

Nel primo caso l’attacco deve essere condot -


to con forze sufficienti a garantire il successo.
In nessun caso si dovrà condurre « ad oltran -
za » un attacco diretto contro il Re se non esi -
ste la certezza assoluta che esso riuscirà ; poi-
ché il fallimento dell’attacco significa, in casi
simili, disastro.

-
Esempio n° 50 Un buon esempio di un at-
tacco diretto vittorioso contro il Re è indicato
nel diagramma seguente :
ATTACCHI DIRETTI « IN MASSA » 71

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In questa posizione il Bianco poteva giuocare


semplicemente Ac2 pur avendo la posizione
migliore, ma egli invece preferisce un attacco
immediato sul lato di Re, con la certezza che
l’attacco condurr à alla vincita della partita.
La partita continuò così :
12. Axh7 + RxA 13. Cg5 + Rg6
14. Dg4 f5
( la migliore ) e5 sarebbe stata immediatamen-
te fatale. Così : 14. ... e5 ; 15. Ce6 + , Rf 6 ; 16. f 4 !,
e4 ; 17. Dg5 + , Rxe6 ; 18. De5 + , Rd7 ; 19. Tfl
dl + , Cd3 ; 20. Cxe4, Rc6 ; ( se Re8, Cd6 + gua
—-
dagna la Donna ) ; 21. TXC, D x T ; 22. Tcl + ,
Rb6 ( se Rd7 matto in due ) ; 23. Dc7 + e matto
in cinque mosse.
15. Dg3 Rh 6 16. Dh 4 Rg6
17. Dh7 + Rf 6 18. e 4 Cg6
19. exf
21. Dh3
exf
Cg6- -f 4
20. Ta di Cd3
22. Dg3 Dc7


23. Tfl elCe2 +
( questa svista perde subito, ma la partita non
si poteva in alcun modo salvare, ad es. : 23 ...
Ae6 ; 24. T x A -f , C x T ; 25. Cd5 matto ).
72 ATTACCHI DIRETTI « IN MASSA »

24. TxC DxD 25. Ch7 + Rf 7


26. h 2 xD Th8 27. Cg5 + Rf 6
28. f 4 il nero
abbandona

-
Esempio n° 51 Un altro esempio di questa
specie. Nella posizione di cui al diagramma
qui di seguito :

la semplice mossa Cxe5 vincerebbe, ma il


Bianco guarda alle complicazioni ed alla
loro bellezza. Tale procedimento è assai ri-
schioso sino a che un'ampia esperienza del-
l’attuale giuoco magistrale non abbia svi-
luppato una abbastanza profonda conoscenza
in tutte le possibilità di una posizione. Questa
partita, che vinse il premio di bellezza a Pie-
troburgo nel 1914 , continuò così :
21. Ah 4 Dd7 22. CxA DxT
23. Dd8 + De8
( se Rf 7 ; 24. Cd 6 + , Re muove ; 25. matto ) ;
24 . Ae7 + Rf 7 25. Cd6 + Rg6
26. Ch 4 + Rh 5
( se 26. ... Rh 6 ; 27. Cd 6 — f 5 + , Rh5 ; 28. Cxg7 + ,
FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO 73


Rh6 ; 29. Ch 4 f 5 + , Rg6 ; 30. Dd6 + e matto al-
la seguente ) ;
27. CxD TxD 28. Cxg7 + Rh6

29. Cg7 f 5 -f Rh 5 30 . h 3 !
Il punto culminante della combinazione ini -
ziò con 21. Ah 4.
Il Bianco minaccia ancora il matto ed il mo-
do migliore per evitarlo è per il Nero di resti -
tuire tutto il materiale che ha guadagnato e
di rimanere con tre pedoni in meno. Lo stu -
dioso noterà che, negli esempi dati, l'attacco è
condotto con ogni pezzo disponibile e che spes-
so, come in alcune delle varianti indicate, è
rentrata in azione dell'ultimo pezzo a dispo-
sizione che finisce per sconvolgere il nemico.
Ciò dimostra il principio già enunciato :
Gli attacchi diretti e violenti contro il Re
debbono essere condotti in massa, con tutte
le forze, per assicurare il successo. La resisten-
za dev' essere vinta a qualunque costo ; Vattac-
co non può essere interrotto, perché ci ò signi -
ficherebbe la sconfitta .

22° - FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO


Mancando l'occasione per un attacco diret-
to, si deve cercare di aumentare qualsiasi de-
bolezza esistente nella posizione dell’avversa-
rio ; o, se non ve ne sono, si deve cercare di
crearne una o più. E' sempre un vantaggio mi-
nacciare qualcosa, ma tali minacce si debbono
mettere in effetto solo se c’è da guadagnare
qualcosa subito.
74 FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO

Poiché il tenere sospesa la minaccia obbli-


ga ravversario a provvedere nei riguardi del-
l’esecuzione della minaccia stessa ed a tenere
pronto del materiale per opporvisi ; così può
passargli inosservato più facilmente ( o non es-
sere in grado di pararlo ) un attacco in un altro
punto.
Ma una volta messa in esecuzione la minac -
cia, questa non esiste più ed il vostro avver -
sario può dedicare la sua attenzione ai suoi
piani.
Una delle manovre migliori, in questo tipo
di giuoco, è di fare una dimostrazione da un
lato in modo di attirare da quel lato le forze
dell’avversario ; quindi, grazie alla maggior
mobilità dei vostri pezzi, dirigere rapidamen -
te le vostre forze dall’altro lato ed aprirvi una
breccia prima che il vostro avversario abbia
avuto il tempo di portare le forze necessarie
alia difesa.
Un buon esempio di giuoco di posizione lo
si ha nella partita che segue.

-
Esempio n° 52 Giuocata al Torneo Magi-
-
strale Intemazionale dell’Avana 1913 ( Difesa
Francese ) Bianco - J.R. Capablanca Nero - -
R. Bianco :
1. e4 e6 2. d4 d5
3. Cc3 dxe 4. Cxe 4 Cd7
5. Cf 3 Cf 6 6. CXC CXC
7. Ce5
FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO 75

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Questa mossa mi fu indicata, per la prima


volta, dal bravo dilettante M. Ayala del Vene-
zuela.
Lo scopo è d’impedire lo sviluppo dell’Alfie -
re di Donna del Nero via b7, dopo b6, che è
lo sviluppo normale del Nero in questa varian -
te. Generalmente non è bene muovere due vol -
te lo stesso pezzo in apertura prima che siano
usciti gli altri pezzi ; la violazione di questo
principio è l’ unica obbiezione che si possa fare
a questa mossa che, altrimenti, è raccomanda -
bile sotto ogni punto di vista.
1. . . . Ad6 8. Df 3
( Ag5 sarebbe forse migliore ) .
La mossa del testo offre al Nero un’occasio-
ne di cui egli, tuttavia, non approfitta.
8. . . . c6
( c5 era il tratto giusto ) .
Avrebbe condotto a complicazioni in cui il
Nero avrebbe potuto trovare modo di difen -
dersi ; il Bianco avrebbe, per lo meno, avuto
un giuoco difficile.
76 FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO

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La mossa del testo non ha scopo e mette il


Nero in una posizione affatto difensiva. La mi-
naccia AxC seguita da Da5 + è facilmente pa-
rabile.
9. c 3 0 — 0 10 . Ag5 Ae7
Il fatto che il Mero è ora costretto a ritirare
l'Alfiere, dimostra che il piano di sviluppo del
Nero è difettoso. Egli ha perduto troppo tem-
po ed il Bianco porta i propri pezzi nella mi-
gliore posizione d'attacco senza trovare alcu-
na opposizione.
11. Ad 3 Ce8
L'alternativa era Cd 5.
Altrimenti il Bianco avrebbe giuocato Dh3,
ed il Nero sarebbe stato costretto a giuocare
g6 ( non h 6, a causa del sacrificio Axh6 ) , in-
debolendo seriamente l’ala di Re.
12. Dh 3 f 5.
Il Bianco non ha più l’attacco, ma ha obbli-
gato il Nero a crearsi una forte debolezza. Ora
tutto il piano del Bianco sarà di sfruttare tale
debolezza ( il pedone debole e6 ) . Lo studioso
FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO 77

può ora vedere come vengono applicati, in que-


sta partita, i princìpi da me esposti. Ogni mos-
sa è diretta a rendere insostenibile il pedone
debole di Re o ad approfittare dell’inattività
dei pezzi neri legati a difesa di esso, per mi-
gliorare la posizione del Bianco in altri punti.
13. AXA DXA —
14. 0 0 Tf 6

15. Tfl el Cd6 16. Te 2 Ad7
Finalmente l’Alfiere viene alla luce, non qua-
le pezzo d’attacco attivo, ma solo per fare stra-
da alla Torre.

17. Tal el Te8 18. c4 Cf 7
Una mossa molto abile che mira ad impedi-
re c5 e ad invogliare il Bianco a giuocare C x A,
seguito da Axp, che sarebbe cattiva come lo
dimostra la seguente variante :
19. CxA, DxC ; 20. AXf 5, Cg5 ; 21. Dg4, TX A ;
22. h 4, h 5 ; 23. D x T, p x D ; 24. TxTe8 + , Rh7 ;
25. h 4 xCg5, Dx d4.
In questi casi, accade sempre che, se ima li-
nea d’attacco è prematura, ve n’è un’altra ; e
ciò non è un’eccezione alla regola, come può
sembrare.

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wm m m.
78 FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO

19. d5 ! CXC
Apparentemente il tratto migliore per parare le
varie minacce del Bianco. La mossa c6 xd5
peggiorerebbe le cose, poiché l’Alfiere bianco
batterebbe, in definitiva, sul pedone debole di
Re via c4.
20. TxC g6 21. Dh 4 Rg7
22. Dd 4 c5
( forzata, poiché il Bianco minacciava dxe ed
anche Dxa7 ) .
23. Dc3 b6.
Dd6 era migliore ; ma il Nero vuol spingere
il Bianco a giuocare dxe pensando che, subi -
to dopo, egli riprenderebbe il pedone con buo -
na posizione. Ma le cose non stanno così, come
il Bianco dimostrer à rapidamente. Debbo ag
giungere che, in ogni caso, la posizione del
-
Nero è, secondo me, insostenibile, poiché tutti
-
i suoi pezzi sono legati alla difesa di un pedo
ne mentre quelli del Bianco hanno la massima
libertà d'azione.
24. dxe Ac8 25. Ae 2 !
Wm.
iffil
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La manovra decisiva e tempestiva.
FORZA DELL'ATTACCO MINACCIATO 79

Tutti i pezzi del Nero non servono più, dopo


che questo Alfiere si trover à in d5.
2 5. . . . A x e6 26. Af 3 Rf 7
27. Ad5 Dd6
E' ora evidente che tutti i pezzi Neri sono
legati e non resta, al Bianco, che trovare il
modo migliore e più rapido per forzare la vit-
toria. Il Bianco cercherà ora di spostare la sua
Donna in h 6 e poi avanzare il pedone h portan-
dolo in h 5 allo scopo di rompere la catena dei
pedoni neri che difendono il Re.
28. De3, Te7.
Se 28. ... f 4 ; 29. Dh3, h5 ; 30. Dh4, Te7 ; 31.Dg5,
Rg7 ; 32. h 4, Dd7 ; 33. g3, f xg ; 34. f 4, ed il Nero
sarà presto senza risorse, poiché deve segnare
il passo con i suoi pezzi, mentre il Bianco si
prepara a giuocare f 5 ed infine, al momento
giusto, TX A vincendo.
29. Dh6 Rg8 30. h 4 a6
31. h 5 f 4 32. hxg hxg
33. Tx A il Nero abbandona
Nel commentare il giuoco del Bianco, in que-
sta partita, il Dr. E. Lasker disse che, analiz-
zando profondamente il giuoco del Bianco, ci
si rende conto che non esiste un modo per ren-
derlo migliore.
Questo tipo di partita, apparentemente sem-
plice, è spesso di natura difficilissima. In talu-
ni casi è molto più diff ìcile raggiungere la per-
fezione di quanto non lo sia nelle partite così
dette di giuoco brillante, con attacco diretto
contro il Re, che implicano sacrifici di pezzi.
80 ABBANDONO DELL'INIZIATIVA

23° - ABBANDONO DELL' INIZIATIVA


Nel terzo caso, non c'è altro da fare, una
volta ottenuto un vantaggio di materiale, se
non sottoporsi per un po' di tempo all'attacco
deH'awersario e, una volta che sia stato re-
spinto, agire con tutte le forze e guadagnare
del materiale. Qui di seguito è riportato un
buon esempio di questo tipo di giuoco.
Esempio n° 53 - Partita giuocata nel Tomeo
Magistrale dell'Avana - 1913 ( Apertura Ruy-
-
Lopez ) Bianco - J .R. Capablanca Nero D. -
Janowski :
1. e4 e5 2. Cf 3 Cc6
3. Ab5 Cf 6
5. A x C + b x A 6. d 4

4. 0 0 d6
Ae7
7. Cc3
La mossa dxe era migliore, ma a quell’epo-
ca non avevo familiarità con quella variante
e, perciò, giuocai la mossa che mi sembrava
buona .
7 ... Cd7 8. dxe dxe
9. De 2 0 0 10 . Tdl AdG
11. Ag5 De8 12. Ch 4 g6
Il Nero offre la qualità per quadagnare tem-
po ed ottenere l'attacco.
Senza considerare se tale procedimento è o
meno giustificabile, è evidente che, per quanto
riguarda il Bianco, non c’è che ima cosa da
fare, cioè, guadagnare la qualità e poi prepa-
rarsi a resistere alla tempesta. Poi, passata la
tempesta, agire rapidamente con tutte le for-
ABBANDONO DELL’ INIZIATIVA 81

ze per trarre vantaggio dalla sua superiorità


in materiale.
13. Ah 6 Cc5 14 . Td 2 Tb8
15. Gdl Tb4
Per forzare il Bianco a giuocare c4 e creare
così un « foro » in d4 per il Cavallo nero. Tale
tattica superiore dimostra la mano di un mae-
stro,
16. c4 Ce6 17. AxT DxA
18. Ce3
( Cf 3 era migliore ) ,
18. . . . Cd4 19. Ddl c5
( per impedire al Bianco TxC che restituireb-
be la qualit à, ma guadagnando un pedone e
prendendo respiro ) .
20. b3 Tb8
( per giuocare Ab7 senza bloccare la sua Torre ) .
La manovra del nero per ottenere un van-
taggio di posizione è ammirevole in tutta la
partita e se perde è solo per il fatto che il sa-
crificio della qualit à, senza neppure un pedone
in cambio di essa, non poteva aver successo
contro un preciso giuoco difensivo.
82 ABBANDONO DELL'INIZIATIVA

21. Cf 3 f 5 22. exf gxf

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il!
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« « PAI
II «
7/ S\

*
La posizione comincia a sembrare veramen-
te pericolosa per il Bianco. In realtà rattaceo
del Nero si trova al massimo. Ben presto rag-
giungerà l’apice e poi il Bianco, che è ben pre-
parato, comincer à il suo contro attacco e, gra-
zie alla sua superiorità in materiale, otterr à un
vantaggio indiscutibile.
23. Cfl f 4 24. CXC c5 xC
25. Dh 5 Ab7 26. Tel c5
Il Nero non poteva giuocare Te8 a causa di
Txd4. Inoltre egli vuol essere pronto a giuoca-
re e4. Per il momento il Bianco non può giuo-
care con sicurezza TX e, ma si prepara a farlo
presto. Poi, restituendo la Torre per un Alfie-
re ed un pedone, egli sconvolgerà totalmente
Fattacco del Nero e ne uscirà con un pedone
in più . E’ su ciò che è basata tutta la manovra
difensiva del Bianco.
27. f 3 Te8 28. Td 2 e2 Te6—
ABBANDONO DELL'INIZIATIVA 83

Ora la Torre nera entra in giuoco, ma il


Bianco è preparato. E' ora tempo di restituire
la qualità.
29. Txe5 AxT 30. TX A Th6
31. De8 D+D 32. TxD + Rf 7
33. Te5 Tc6 34. Cd2
( Tf 5 + era forse migliore. La mossa del testo
non si dimostrò forte come speravo ).
34. . . . Rf 6 35. Td5 Te6
36. Ce4 4- Re7
( T x C perderebbe facilmente ) ;

37. Txc5 d3.


Bellissimo !
Il Bianco non può giuocare Tc7 + a causa
di Rd8 ; TxA, TxC e vince.
38. Rf 2 AxC 39. fxA Txe4
40. Td5 Te3
Il finale è molto difficile. A questo punto il
Bianco doveva mettere in busta la mossa se -
greta prima di sospendere la partita.
84 MESSA FUORI GIOCO DI PEZZI •••

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Txd3 T X c4
co • Th3 Txb4 44 .
TXh 7 -f Rf 6
45. Txa7 Rf 5 RfS 46.
Tb 2
47. Ta5 + RfS Ta 4 48.
Rg5
49. Txf 4 Txa 2 h4 + 50.
Rh5
51. Tf 5 + Rh6 g4 52.
il Nero
bandona
Non mi sono soffermato molto sull'ultimo
svolgimento della partita a causa della natu-
ra difficile di essa ed anche perché, per il mo-
mento, è in questione l'apertura ed il mezzo
pi ù che il finale, che sarà trattato separata-
mente.
24° -
MESSA FUORI GIUOCO DI PEZZI
DAL TEATRO DI GUERRA
Molto spesso, in una partita, un Maestro
giuoca solo per tagliare fuori dalla scena del
conflitto uno dei pezzi deiravversario. Spesso
vien messo completamente fuori giuoco un Al-
fiere od un Cavallo. In tali casi potremmo dire
che, da quel momento, la partita è vinta per-
ché a tutti gli effetti pratici vi sarà da una par-
te un pezzo di più che giuoca.
MESSA FUORI GIOCO DI PEZZI 85

Un’ ottima illustrazione è data dalla seguen-


te partita.
Esempio n° 54 - Giuocata al Tomeo Victory
di Hastings, 1919 ( Apertura dei quattro Caval-
li ) Bianco : W. Winter - Nero : J.R. Capablanca.
1. e 4 e5 2 . Cf 3 Cc 6
3. Cc3 Cf 6 4 . Ab5 Ab 4

5. 0 0 0 0— 6 . AxC
La variante di Niemzowitch che ho giuocata
con successo in più di una partita. Essa dà al
Bianco un giuoco molto solido. L’idea di Niem-
zowitch è che il Bianco potrà giuocare a tem-
po debito f 4 aprendo una linea alle sue Torri
il che, combinato con l’appostamento di un Ca-
vallo in f 5, dovrebbe essere sufficiente per vin-
cere. Egli pensa che se il Nero dovesse cerca-
re d’impedire al Bianco di andare in f 5, do-
vrebbe in qualche altro modo indebolire il suo
giuoco. Se ciò corrisponda o meno al vero, ri-
mane ancora da provare, ma secondo me il
tratto è perfettamente buono. D’altra parte il
Nero può sviluppare facilmente i suoi pezzi ;
ma si deve considerare che, in questa varian-
te, il Bianco non tenta d’impedire lo sviluppo
del Nero, ma soltanto di costruire una posizio-
ne che egli considera inespugnabile e dalla
quale egli può iniziare un attacco al momento
buono.
6. . . . d7 x A
( l’alternativa b7 xA dà al Bianco il miglior
giuoco, senza dubbio alcuno ) .
7. d 3, Ad6 8. Ag5
86 MESSA FUORI GIOCO DI PEZZI • • •

Questa mossa non è affatto in armonia con


.
la natura di questa variante Il piano strategi -
co generale del Bianco è di giuocare h3 e farla
seguire, a suo tempo, dalla spinta del pedone
g2 in g4 e dal salto del Cavallo c3 in f 5 via
e2 e g3, oppure via di ed e3. Poi, possibilmen -
te, il Cavallo f 3 sarebbe collegato con raltro
Cavallo portandolo in h4, h3 o e3, a seconda
deiropportunit à. Il Re Bianco rimane, talvol -
ta, in el , altra volta vien portato in g2, ma il
più delle volte in hi. Finalmente, il più delle
volte, si giuoca f 4, e quindi comincia il vero
attacco.
Talvolta si tratta di un attacco diretto con-
tro il Re, altra volta si giuoca per ottenere un
vantaggio di posizione nel finale, dopo cam-
biati la maggior parte dei pezzi.
8. . . . h6 9. Ah 4 c5

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WM m f ® pi
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Per impedire d4 e spingere il Bianco a giuo -


care Cd5 che sarebbe fatale. Il piano del Nero
è di giuocare g5 non appena lo permettano le
circostanze, per liberare la sua Regina ed il
Cavallo dall'inchiodatura dell'Alfiere.
MESSA FUORI GIOCO DI PEZZI • » • 87

10. Cd5. V,
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A

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4
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Al rr*

Il Bianco cade nella trappola. Soltanto la


mancanza di esperienza può giustificare tale
mossa . Il Bianco avrebbe dovuto considerare
che un giuocatore della mia esperienza e forza
non avrebbe mai potuto permettere una tale
mossa se essa fosse risultata buona.

Dopo questa mossa la partita è perduta per


il Bianco. Questi non può giuocare Cxg5 per-
ché CxC guadagnerebbe un pezzo.
Perciò deve giuocare Ag3, o prima di CxC
o dopo, con risultato disastroso in ambo i casi,
come si vedrà.
11. C x C + DxC 12 . x4g3 Ag 4
13. Iì 3 AXC 14. DxA DxD
15. g x D f 6
1
Im

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yi \ y

2
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V, A V
88 LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE * * «

Un semplice esame della situazione mostra


che il Bianco ha un Alfiere di meno, a tutti gli
effetti pratici. Egli pu ò liberarlo solo sacrifi-
cando un pedone e, forse, nemmeno così. Per
lo meno, oltre il pedone, perderebbe anche del
tempo. Il Nero dedica ora tutte le sue energie
al lato di Donna ed avendo praticamente un
Alfiere di più, il risultato non può essere dub-
bio. Il seguito della partita è riportato perché
lo studioso possa vedere come è semplice vin-
cere tale partita.
16. Rg 2 a5 17. a4 Rf 7
18. Thl Re6 19. h 4 Tf 8 b8
Non vi è necessità di rivolgere l’attenzione

al lato di Re, perché il Bianco non guadagna
nulla nel cambio dei pedoni e nell’apertura
della colonna h.
20. h 4 xg5 h 6 Xg5 21. b3 c6
22. Ta 2 b5 —
23. Th al c4
Se il Bianco prende il pedone offerto, il Nero
lo riguadagna subito con Tb4, dopo b5 xc4.
24. a 4 xb5 c4 xb3 25. c2 xb3 TXb5
26. Ta 4 Txb3 27. d 4 Tb5
28. Tc4 Tb 4 29. TXc6 Txd 4
il Bianco abbandona

25° - LE RAGIONI
DI UN GIUOCATORE
CRITICATE IN UNA PARTITA
Ora che ho riportato qualcuna delle mie par-
tite da me annotate, offro allo studioso una
bellissima partita giuocata dal Baronetto Geor-
ge Thomas, uno dei primi giuocatori dellTn-
LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE ••• 89

ghilterra, contro il Sig. F.F.L. Alexander, nel


Campionato del Club Scacchistico della Città
di Londra, neirinverno 1919-1920. Essa ha ima
caratteristica interessante per lo studioso, che,
cioè, il Bar. Thomas scrisse gentilmente le an-
notazioni alla partita per me ed a mia richie -
sta e con Fintesa che io avrei commentato tali
sue note nel modo da me ritenuto appropria -
to. Le annotazioni del Bar. Thomas sono po-
ste fra parentesi e così si distingueranno bene
dai miei commenti.
-
Esempio n° 55 Gambitto di Donna rifiutato.
Bianco : F.F.L. Alexander ; Nero : Sir G. Tho -
mas.
1. d 4 d5 2. Cf 3 Cf 6
3. c4 e6 4. Cc3 Cd7
5. Ag5 c6 6 . e3 Da5

HA «
Hit Sili
m ’
i e
wm
mm m éS “ wm

mm m
m m imm m
B é fS
I
( Uno degli scopi del metodo di difesa del
Nero è quello di attaccare in doppio il Cc3 del-
ravversario con Ce4, seguito da dxc. Ma 7. Cd 2
è probabilmente un mezzo efficace per far
fronte a tale minaccia ) . Vi sono, inoltre, due
buone ragioni per adottare questo metodo di
90 LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE • •

difesa ; in primo luogo che esso non è molto


usato come lo sono alcune delle altre difese e,
per conseguenza, non è conosciuto altrettan-
to bene, ed in secondo luogo che lascia il Nero
con due Alfieri contro Alfiere e Cavallo il che,
in linea generale, costituisce un vantaggio.
7. AxC CXA 8. £ 3 Ce 4
9. Db3 Ae7
Questo non è il posto logico per l’Alfiere che
avrebbe dovuto essere portato in d 6. Nell’aper-
tura, il tempo è di grande importanza, quindi
il giuocatore dovrebbe prestare molta cura al-
lo sviluppo ed accertarsi che i suoi pezzi siano
ben piazzati.
10. Àd3 C x O 11. b x C d x c
12. A X c 4 Af 6
( Non volevo che il Cavallo del Bianco venis-
se in e5, da dove non avrei potuto scacciarlo
senza indebolire il mio pedone di Re ) . Lo stes-
so risultato si poteva ottenere giuncando Ad6.
Incidentalmente ciò corrobora la mia prece-
dente affermazione che, cioè, l’Alfiere si dove-
va giuncare originariamente in d 6.

13. 0 0.

L’alternativa era e4 seguita da e5 e poi 0 0.
Il Bianco avrebbe, in tal modo, presa l’inizia-
tiva ma avrebbe indebolito molto la posizio-
ne dei suoi pedoni ed avrebbe potuto essere
costretto a rischiare tutto in un attacco vio-
lento contro il Re. Questo è un momento de-
cisivo nella partita ed è in simili posizioni che
il temperamento e lo stile del giuocatore deci-
dono deH’andamento della partita.
LE RAGIONI DI UN GIUOCATQRE • • • 91

13. . . . 0
15. d5.
—0 14 . e 4 e5

Si II mmk
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f f ©
§ A IfS fpff
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2 SÉ

Il il à il
« H &Um / Sia /'.- ,
'

( Il Bianco potrebbe giuocare Tfl — di , con-


servando la scelta di rompere più tardi il cen -
tro. Desideravo che gli avanzasse questo pedo-
ne perché vi è ora un buon posto per il mio
Alfiere in c5 ) . Con questa mossa il Bianco di-
mostra di non saper ben valutare la sua posi-
zione. Il suo unico vantaggio consisteva nel
fatto che l’Alfiere di Donna nero non era anco-
ra sviluppato. Perciò avrebbe dovuto fare un
piano per impedire a tale Alfiere di venire alla
luce e, se ciò non fosse stato possibile, allora
tentare di costringere il Nero ad indebolire la
posizione dei suoi pedoni per poter mettere in
giuoco FAlfiere c8. C’erano tre mosse da pren-
dere in considerazione : la ) a 4 per mantenere
l’Alfiere bianco nella posizione dominante che
esso ora occupa. Il Nero avrebbe risposto con
Dc7 ; 2a ) portare l’una o l’altra delle Torri in
di per minacciare 16. dxe , Axe ; 17. CxA ,
DxC ; 18. Axf 7 + . A ciò il Nero avrebbe rispo-
sto con 15. ... Ag4 ; 3a ) h 3 per impedire Ag4 e
giuocando poi una delle Torri in di , col segui -
92 LE RAGIONI DI UN GXUOC ÀTQRE • • «

to già detto, per forzare il Nero a giuocare b5


che indebolirebbe i pedoni neri dell’ala di Don-
na. Così giuocando h 3 il Bianco avrebbe rag-
giunto lo scopo desiderato. La mossa del testo
blocca l’azione dell’Alfiere bianco in c4 e faci-
lita lo sviluppo del Nero. D’ora in poi, il Bian-
co dovrà giuocare in difesa, e l’interesse della
partita verter à principalmente sul giuoco del
Nero e sul modo in cui effettuerà l’attacco.
15. . . . De7 16. Ad3
( Questa mossa sembra errata, perché rende
pi ù facile lo sviluppo dell’ala di Donna nera. Al
momento il Nero non può giuocare b6 a causa
della risposta pxp seguita da Ad5 ).
16 . . . b6 17. c4 Ab7

18. Tfl cl
( Con l’idea di giuocare Tbl e c5. Ma ciò non
fa che obbligare il Nero a portare il suo Alfie-
re in c5 cosa che egli, in ogni caso, avrebbe
fatto ) .
18. . . . Ae7 19. Tc2 Ac5
20. Db 2 f 6
( Probabilmente sarebbe stato meglio giuo-


care 20. ... Tf 8 e8, con l’idea di giuocare poi
f 5 ). Il giuoco del Nero è, qui, debole ; manca
di energia e sembra non esservi un piano d’at-
tacco ben definito. E’ vero che queste sono le
posizioni più difficili in una partita. In tali casi
un giuocatore deve concepire un piano di lar-
ghe vedute che prometta probabilità di suc-
cesso e che possa essere condotto a termine
con i mezzi a sua disposizione. Da un esame
LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE • •• 93

della situazione sembra che le migliori proba-


bilit à, per il Nero, siano d’ammassare le sue
forze per un attacco contro il centro del Bian-
co facendolo seguire da un attacco contro il
Re. Dovrebbe quindi giuocare Ta8 e8, minac-
ciando f 5. Qualora il Bianco fosse in grado di

combattere tale piano o, piuttosto, d’impedir-
lo, allora, una volta che il Nero avesse fissato
alcuni dei pezzi bianchi dal lato di Re, dovreb-
be spostare rapidamente il suo attacco suirala
di Donna del Bianco ed aprire una colonna al-
le sue Torri le quali, una volta entrate in azio-
ne, dovrebbero dare un vantaggio a causa del-
la grande potenza dei propri due Alfieri.
21. Tbl Ta 8 d8 — 22. a 4 Aa6
23. Tdl
( Il Bianco ha evidentemente perduto del tem -
po con i movimenti delle sue Torri ) .

23. . . . Tf 8 e8 24. Db3
( Per portare in giuoco la sua Donna dopo
Ch4 e Ae2 ) .
24. . . . Td6 25. Ch 4 g6
26. Ae2
m
m %m
« m m «i
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V .
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si
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yyy/ y

*
94 LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE • ••

26 . . . . cxd
( Pensai che ora fosse necessario fare que-
sto scambio, perché il Bianco minacciava di
giuocare il suo Alfiere in e6, via g4. Se egli
avesse ripreso col pedone c, avevo intenzione
di cambiare gli Alfieri e fare assegnamento sui
due pedoni contro uno dal lato di Donna. Non
mi aspettavo che riprendesse col pedone di Re,
il che mi sembrava Posponesse ad un attacco
violento sull’ala del suo Re ) . L’apprezzamento
del Nero credo sia qui errato. Se il Bianco
avesse ripreso col pedone c, come egli si aspet-
tava, il Nero avrebbe avuto una pessima posi-
zione dei suoi pedoni, poiché il Bianco avreb-
be avuto un pedone passato ben sostenuto sul
lato di Donna . L’unico vantaggio del Nero sa-
rebbe consistito nell’avere qui un Alfiere ben
postato contro un Cavallo in cattiva posizione,
e nel fatto che, in tali posizioni, l’Alfiere è mol-
to pi ù forte del Cavallo. Egli poteva, ed avreb-
be dovuto, impedire tutto ciò giuocando Ac8,
poiché, se il Bianco avesse allora risposto con
Dg3, egli poteva giuocare cxd ed il Bianco non
avrebbe potuto riprendere col pedone c a cau-
sa di A x f 2 + , guadagnando la qualit à.
27. exd e 4 28. g3 e3
Questo tratto non mi piace. Sarebbe stato
meglio tenerlo di riserva e giuocare f 5 facen-
dolo seguire, a tempo debito, da g5 ed f 4 , dopo
avere collocato la Donna a d7, f 7 oppure in
qualche altra casa, secondo che il caso lo ri -
chiedesse. La mossa del testo blocca l’azione
del potente Alfiere in c5 e rende la posizione
LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE » •• 95

del Bianco più sicura di quanto avrebbe dovu-


to essere. Il tratto costituisce, di per se stesso,
una forte mossa d’attacco, ma è isolato e non
vi è un seguito efficace. Tali avanzate si do-
vrebbero fare, di regola, quando possono esse-
re seguite da una azione concertata dei pezzi.
29. f 4 Ac8 30. Cf 3 Af 5
31. Tb 2 Te 4 32. Rg2 De8
33. Cgl g5
( Se ora 34. Af 3, g x f ; 3 5. A x T, A x A + con
attacco vincente ) .
34 . f 4 X g5 f 6 X g5 35. Tfl g 4
L’alternativa era Th6 . L’unica mossa del
Bianco sarebbe stata Rhl . La posizione è, ora,
evidentemente vinta per il Nero e non si tratta
che di trovare la via giusta. L’attacco finale è
condotto ora da Sir Thomas in modo irrepren-
sibile.
36. Ad 3 Tf 6 37. Ce 2 D£8

( Impedendo ancora A x T, per l’attacco co-


perto sulla Torre del Bianco, il quale, per-
ciò, protegge questa Torre ) . Se 38. Cf 4, e2 !
96 LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE •••

39. Cxe2, TxC + ; 40. TXT, Ae4 + ! ! ; 41. AXA


( la migliore ) , TxT ed il Bianco è perdu -
to. Se, tuttavia, al tratto del Bianco Cf 4, il
Nero Dh 6 ed il Bianco 39. Dc2, ho il pia-
cere di offrire ai lettori questa posizione co-
me bella e straordinaria vittoria del Nero, co-
minciando con 39. ... Dh 3 -b ! ! Lo studioso ne
trovi le varianti.

38. Tb2 bl Dh 6 39. Dc2
( Facendo un doppio attacco sulla Torre
che non si pu ò ancora prendere e preparan—
—-
dosi a difendere il pedone h2 ).
Se prendesse la Torre o l’Alfiere, il Bianco
prenderebbe matto in poche mosse.
3 9. . . . Dh 3 + 40. Rhl T x c4 ! !
nm
m
yy
W
mmmmmmmfit
.
mà f

mim mm
mm m.

m^ m m

40. ... Th 6 ; 41. Cgl , Dxg3 ; 42. Dg2. Per


( Se -
ciò il Nero cerca di allontanare la Donna dalla
difesa ).
Un tratto bellissimo, ed il modo migliore di
continuare l’attacco.
41. DxT. ( La difesa migliore era 41. TX A,
ma allora il Nero sarebbe restato con Donna
contro Torre e Cavallo ) .
LE RAGIONI DI UN GIUOCATORE #
• » 97

41. ... AxA. ( Non Th6 a causa di d6 + di sco-


perta ).
42. TXT. ( Se 42. DxA allora vince finalmen-
te col tratto Th6 ) .
42. . . . AxD 43. Cf 4 e 2 !

li li Hi '

H
1 p
III,
'// / m m
( La Donna non ha via di scampo, ma il Bian-
co non ha tempo di prenderla ) .
44. Tgl , Dfl. Il bianco abbandona. Un finale
bellissimo !
CAPITOLO 5°
Strategia del finale
Dobbiamo ora ritornare ai finali. La loro
importanza sar à ora evidente allo studioso
che si è preso il disturbo di studiare la mia
partita con Janowski ( Esempio n° 53 ) . Dopo
un’apertura tranquilla — una Ruy-Lopez
una delle sue normali varianti, il mio avver-
— in

sario rese interessante la partita offrendomi


la qualit à ; offerta che io accettai. Ne seguì una
lotta dura ed ardua, in cui io dovetti difender-
mi contro un pericolosissimo attacco reso pos-
sibile dalla manovra eccellente del mio avver-
sario. Finalmente, venne il momento in cui io
potei restituire il materiale e cambiare la mag-
gior parte dei pezzi ed arrivare, così, ad un fi-
nale in cui io mi trovavo in evidente vantaggio.
Ma tuttavia il finale non era semplice come
sembrava a prima vista ed in ultimo
a causa di una mossa, debole da parte mia
— forse

divenne difficilissimo, per me, trovare il modo
di vincere.
Se io fossi stato un giuocatore di finali de-
bole, la partita sarebbe finita patta e tutti i
miei sforzi precedenti sarebbero stati fatti inu-
tilmente. Disgraziatamente questo si verifica
molto spesso nella grande maggioranza dei
giuocatori ; essi sono deboli nei finali. Manche-
volezza, questa, che si verifica a volte anche
L'ATTACCO IMPROVVISO .•• 99

fra Maestri di primo grado. Potrei, per inci-


denza, far notare che tutti i campioni del mon-
do degli ultimi sessanta anni sono stati molto
forti nei finali : Morphy, Steinitz ed il Dr. Las-
ker non avevano chi li sorpassasse in questa
fase della partita mentre detenevano il titolo.

26° - L’ATTACCO IMPROVVISO DA UN


LATO DIVERSO
Ho detto sopra, quando trattai della teoria
generale, che a volte il modo di vincere consi-
ste nell’attaccare prima da un lato poi, am-
messo che si possieda una grande mobilit à dei
propri pezzi, trasferire rat-tacco rapidamente
da un lato all’altro, facendo irruzione prima
che l’avversario sia stato in grado di portare
forze sufficienti a resistere all’attacco.
Questo principio del mezzo della partita pu ò
essere applicato, talvolta, ai finali in modo al-
quanto simile.
Esempio n° 56 - Nella posizione di cui al
diagramma seguente, io, avendo il nero, giuo-
cai così :
100 L'ATTACCO IMPROVVISO • •

I Te 4 2. Te2 Ta 4
3. Ta 2 h5
L'idea è, come presto si vedrà, di giuocare
h 4 per fissare i pedoni bianchi del lato di Re
in vista di un piano futuro. E' evidente che il
Bianco vuol portare il suo Re in b3 per soste-
nere i suoi due pedoni isolati deboli e liberare
così le sue Torri. Il Nero, quindi, fa un piano
per dirigere al momento opportuno il suo at-
tacco sul lato di Re allo scopo di trarre qual-
che vantaggio dalla maggiore mobilit à delle
sue Torri.
4. Tdl Td5 a5—
per costringere la Torre a portarsi in al te-
nendo così legate ambedue le Torri bianche.

7. Re2

5. Tdl al h 4
Tg5
6. Rd2 Rg7

II Nero comincia a trasferire il suo attacco


dal lato di Re.
8. Tgl , un errore grave, che perde rapida-
mente.
Il Bianco avrebbe dovuto giuocare 8. Rb3

cui il Nero avrebbe risposto 8. ... Ta 4 a5 ; 9. f 3
ed il Nero avrebbe ottenuto un varco in g3 per
il suo Re il che, alla fine, avrebbe potuto dar-
gli la vittoria.
8. ... Tf 4. Ora il Re non può andare in b3 a
causa di Tb5 + .
9. Rd3 Tf 3 10. Re2
( se gxTf 3 Tg5 xTgl seguita da Tgl hi e
vince ) .

10. . . . Txh 3
ed il Nero vince dopo poche mosse.
L'ATTACCO IMPROVVISO . • » 101

-
Esempio n° 57 Un altro beiresempio, in cui
si vede il vantaggio costituito da una maggiore
mobilit à dei pezzi in un finale, è il seguente
tolto da una partita Capablanca - Kupchik
giuocata al Torneo Magistrale deir Avana nel
1913. Il commento completo della partita si
può vedere nel libro del Torneo.
L'unico vantaggio del Bianco, nella posizio-
ne sotto riportata, è che egli possiede la linea
aperta e che ha il tratto che gli assicurerà
riniziativa.

mm
I mmm
mm
mm
mrm
j i4«
IH

a n i
« m
mm mm
wm

C' è anche il leggero vantaggio di avere


uniti i suoi pedoni nell'ala di Donna, men-
tre il Nero ha un pedone isolato in a7. Il
modo di procedere è, come nel finale preceden-
te, di portare avanti le Torri, in maniera che
almeno una di esse possa dirigersi da un lato
all’altro della scacchiera ed impedire, così, alle
Torri nere di muoversi liberamente. Ciò che
questo significhi in linea generica è già stato
detto : significa tenere il nemico sotto pres -
sione ; obbligarlo a far uso dei suoi pezzi mag-
giori per difendere i pedoni. Se ha un punto
102 L'ATTACCO IMPROVVISO • • •

debole , cercare di renderlo ancora pi ù debole ,


oppure creare una debolezza in qualche altro
punto ; così la sua posizione croller à prima o
dopo. Se ha una debolezza e può liberarsene ,
tenete per certo che potete crearne un' altra in
un altro punto.
Dalla posizione del diagramma, la partita
continu ò così :

1. Te 4 Tf 8 e8
con lo scopo di ripetere la manovra del Bianco
ed anche per non permettergli il controllo del-
la linea aperta.

2. Tal ei Te 6 3. Tel — e3 Tc8 — e8
4. Rfl Rf 8
Il Nero vuol portare il suo Re al centro della
scacchiera per esser pi ù vicino a qualunque pun-
to che il Bianco si decida di attaccare. Il tratto
è per lo meno giustificato per la regola gene-
rale che nei finali il Re dovrebbe trovarsi al
centro della scacchiera. Dono tutto non fa che
.
A

seguire le orme del Bianco. D'altra parte è dif -


ficile suggerire qualcosa di meglio. Se 4. ... d5 ;
5. Tg4 + seguita da Re2, lascerebbe il Nero in
ima sgradevole posizione. Se 4. ... f 5 ; 5. Td 4 !,
TXT ? ; 6. fxT, Txe3 ; 7. Rf 2, Te7 ; 8. Ta 4 gua-
dagnando il pedone a7 il che, praticamente, la-
scerebbe il Bianco con un pedone passato in
più sull'ala di Donna, poich é i tre pedoni del
Nero dal lato di Re sarebbero tenuti dai due
del Bianco.
5. Re2 Re7 6. Ta 4 Ta8
Lo studioso noterà che con la stessa mano-
L'ATTACCO IMPROVVISO . . . 103

vra il Nero vien forzato in una posizione simi-


le a quella indicata nel finale precedente ,
7. Ta5 !
Questa mossa ha vari scopi. Fissa pratica-
mente tutti i pedoni Neri eccetto il pedone d
che è runico che può avanzare di due passi :
impedisce specialmente l'avanzata dei pedoni
£6 ed £7 del Nero e, nello stesso tempo, minac-
cia la spinta dei pedoni bianchi £3 e £2 in f 5
ed £ 4 rispettivamente. Con questa minaccia
forza praticamente il Nero a giuoeare d5 che
è proprio ciò che vuole il Bianco per ragioni
che diverranno presto evidenti.
7. . . . d 5 8. c4 ! Rd6
Forzata ; perché Tunica altra mossa per sal-
vare un pedone sarebbe stata dxc che avrebbe
lasciati isolati e deboli tutti i pedoni del Nero.
Se 8. ... d4 ; 9. Te4, Rd6 ; 10. b4 ! , Te5 ; ll . TaG
e la partita del Nero è senza speranza.
9. c5 + Rd 7 10. d 4 £5
Apparentemente molto forte perché obbli-
ga al cambio delle Torri a causa della minac-
cia Th 6 ; ma in realtà non conduce a nulla.
Migliori probabilità dava il tratto Tg8.
11. TXT £7 xT 12. £4
Fino ad ora il Bianco aveva giuncato bene,
ma quest’ ultimo tratto è debole. La continua-
zione giusta era Ta 6, in modo da costringere
il Nero ad abbandonare o il pedone a7 od il
pedone cG .
12. . . . Rc8 13. Ecl2
Di nuovo una mossa cattiva. La continuazio-
104 L'ATTACCO IMPROVVISO . . .

ne giusta era 13. Ta3 e se 13. ... Tb8 ; 14. b3,


Rb7 ; 15. b4, Ra8 ; 16. Tb3 con ottime probabi-
lit à di vittoria .

,
*is mli
a H ì ls ^ m
%
si i 1 i
m
.
13 .. Bb7.
Il Nero perde la sua unica probabilit à ; si
poteva ottenere la patta giuocando Tb8.
14. Ta3 Tg8 15. Th 3 Tg7
16. Re2 Ra6 17. Th6 Te7
18. Rd3 Rb7
Ritorna indietro col Re per sostenere il suo
pedone e6 e poter così utilizzare la sua Torre.
Tuttavia ciò non serve e solo il giuoco debole
del Bianco dà al Nero ulteriori probabilità di
pattare.
19. h 4 Re8 20. Th 5
Per impedire alla Torre nera il controllo della
colonna aperta.
2 0. . . . Rd7 21. Tg5 T£7
22. Rc3 Rc8
Il Nero deve tenere il suo Re sull'ala di Don-
na perché il Bianco minaccia di marciare col
suo Re verso a 6 via b4.
L'ATTACCO IMPROVVISO . • » 105

23. Rb4 Tf 6 24. Ra5 Rb7


25. a4 a6 26. h 5 Th 6
Non pu ò far altro che attendere. La mossa
del testo impedisce al Bianco di muovere la
sua Torre, ma ciò soltanto per una mossa.
27. b 4 Tf 6
L'unica mossa diversa era Ra7 ; allora il
Bianco poteva giuocare Tg7, oppure anche b5.

28. b5.
Questa è una mossa che dà al Nero la
possibilità di continuare la lotta . In que-
sto finale, come accade spesso alla maggior
parte dei giuocatori, il Bianco fa i tratti mi-
gliori ogni qualvolta la situazione è difficile
e richiede un accurato trattamento ; ma non
appena la situazione sembra divenire favore -
vole, egli abbandona i suoi sforzi e il risultato
non è tale da esserne orgogliosi. Il tratto giu-
sto era 28. Tg7.
28. . . . a6 xb5 29. a 4 xb5 Tf 8 !
30. Tg7 Ta8 + 31. Rb 4 c6 xb5
106 L'ATTACCO IMPROVVISO . • «

32 . Rxb5 T. ~ gCIO

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34 . T X lì7 HHW
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36 . Et: 1- JL v f.
T o J* ZJ

Il nero si lascia sfuggire la sua ultima pro-


babilità di pattare.
Infatti con 36. ... Tb 2 + , forzando il Re a por-
tarsi in c3 per evitare io scacco perpetuo, il
Nero avrebbe probabilmente pattato. Il letto-
re deve tener presente che il mio avversario
era allora molto giovane ed inesperto e meri-
ta, quindi, molta lode per la lotta da lui soste-
nuta.
37. Te7 TX £ 4
( Tb 2 + seguita da Th 2 dava maggiori proba-
bilit à )
38. il6 ! T x d 4 -f 39 . Rb5 Tdl
40 . h 7 Tbl 4- 41. Rc5 Tel +
42. Rd 4 Tdl + 4 3 . Ro5 Te 1
44 . Rf 6 45. Te8 + . '
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Tlil ?-
«

5


46 , h8 D T X D 4 7 . T X T Rb 6
48 . Rxe6 Ex e 6 49. X . b \ i- ) Re5 X J.

50 . Re5 il Nero abba radona


Questo finale mostra quanto sia facile fare
dei tratti deboli e come spesso, anche in par-
tite giuocate da Maestri, si commettano errori
o si perdano buone occasioni. Finché non vi
sia un grande vantaggio di forze, anche con
una buona posizione, un giocatore non può
permettersi, a prescindere dalla sua forza , di
distogliersi anche per un solo tratto.
PERICOLO DI UNA POSIZIONE SICURA 107

27° - PERICOLO DI UNA POSIZIONE


SICURA
Esempio n° 58 - Una buona prova di quanto
abbiamo detto sopra è data nel seguente fina-
le giuocato fra Marshall e Kupchik in una
delle loro due partite nello stesso Torneo ( Ava -
na 1913 ) .
E 5 evidente che Marshall ( il Bianco ) si tro-
va in grande difficolt à, nella posizione di cui
al seguente diagramma :

Non solo dovrà perdere un pedone, ma la


sua posizione è alquanto debole. Il meglio che
può sperare è di riuscire a fare una patta a
meno che non accada qualcosa di affatto ina-
spettato, come infatti avvenne . Non si pu ò
spiegare la perdita della partita da parte del
Nero, se non col fatto che egli si sentiva così
sicuro di aver il giuoco migliore con un pedo-
ne di più e con una posizione da lui conside-
rata sicura, che giuocò con trascuratezza e non
consider ò il pericolo realmente esistente.
Vediamo come ciò avvenne.
1. g4 T X a 2
108 PERICOLO DI UNA POSIZIONE SICURA

Gli errori cominciano. Questo è il primo. Il


Nero vede che può prendere un pedone senza
correre pericolo alcuno e non si sofferma a
pensare se non ci sia qualcosa di meglio. Il
tratto giusto era Tf 2 + . Se allora Rg3, Txa2.
Se invece il Bianco giuoca Re4, allora Te5 +
seguita da Txa2.
2. Tdl Ta4 +
Secondo errore e, questa volta, tanto serio
da perdere quasi la partita. Il tratto giusto era
f 5 per rompere i pedoni del Bianco e, al tem-
po stesso, lasciare posto per il Re nero che
si trova attualmente in pericolo, come presto
si vedrà.
3. Td4 Ta 4 a5 —
Terzo errore e, questa volta, fatale. Il tratto

migliore era Tg5 a5. Dopo la mossa del testo
non c'è più difesa. La partita del Nero è per-
duta. Ciò mostra che anche un finale apparen-
temente semplice deve essere giuocato con
molta cura ed attenzione. Da una posizione
praticamente vinta, il Nero si viene a trovare
con una partita perduta e ciò ha richiesto solo
tre mosse.

4 . Td 4 d8 Tg7
Se 4 . ... f 5 ; 5. Th8 + , Rg6 ; 6 . Tc8— g8 + , Rf 6 ;
7 . Txh6 + , Tg6 ; 8 . g5 + , Re7 ; 9 . Th6 Xg6, f 7 Xg6 ;
10. Tg7 + , Re8 ; ll . TXg6 e vince con facilità.
5. h4 h 5 6. Th8 + il Nero ab-
bandona
La ragione è evidente. Se 6 . ... Rg6 ; 7 . g4 x
h5 + , Txh5 ; 8. TxT, RxT ; 9 . Th 8 + , Rg 6 ;
10. h5 scacco matto.
FINALI CON TORRE E PEDONI 109

28° - FINALI CON TORRE E PEDONI


A quest’ora il lettore si sarà accorto che i
finali di due Torri e pedoni sono molto diffi -
cili e che lo stesso è vero per quanto riguar -
da i finali di una Torre e pedoni. I finali di
due Torri e pedoni non sono molto comuni,
ma quelli di una Torre e pedoni sono i finali
che più spesso si verificano sulla scacchiera.
Tuttavia, sebbene si verifichino spesso, pochi
se ne sono resi padroni assoluti. Essi sono
spesso di natura assai difficile e talvolta, pur
sembrando semplicissimi, sono in realtà assai
complicati. Ecco un esempio di una partita fra
Marshall e Rosenthal nel Tomeo di Campio-
nato del Circolo Scacchistico Manhattan del
1909-1910.

Esempio n° 59 - Nella posizione di cui al se-


guente diagramma :

mm m7.

ÈRI IH IH
m
mm /

m m m m m
7/

/
m M à i »S Wf
É

m
mm
Marshall poteva vincere semplicemente giuo-
cando Tc7 + , ma giuoco invece f 6 dando in
tal modo al Nero la possibilità di pattare.
Fortunatamente per lui il Nero non vide
110 FINALI CON TORRE E PEDONI

il tratto che pattava, giuoco male e perdet-


te. Se il Nero fosse stato all’altezza del mo-
mento avrebbe pattato con Td6.
1. f 6 Tdo !
Ora il Bianco ha due continuazioni : a ) f 7 op-
pure b ) Tc7 + .
Abbiamo quindi :
a ) 2. £ 7, Td8 ! ; 3. Th5 + , Rc4 ed il Bian-
co dovrebbe alla fine sacrificare la Torre per
il pedone nero.
b ) 2. Tc7 + , Rd 4 ! ; 3. £7, Tg6 + ! Un tratto
molto importante , poich é contro Tf 6, Te7
vince .
4 . Rfl T £6 5. Tb7 Rc3
ed il Bianco dovr à sacrificare la Torre per il
pedone o pattare per scacco perpetuo.
Se non ci fosse niente altro in questo finale,
non sarebbe di molto interessante, ma vi sono
altre caratteristiche molto interessanti.
Supponiamo ora che, dopo l . f 6, Td6 ; 2. f 7,
il Nero non vedesse che Td8 è l’ unico tratto
per pattare. Allora avremmo avuto la seguen-
te posizione :
FINALI CON TORRE E PEDONI 111

Ora ci sarebbero altre due mosse da pro-


vare : a ) ... Tg6 + , oppure b ) ... Tf 6.
Esaminiamole :
a ) 1. . . . Tg6 + 2. Rf 3 Tf 6 -f -
3. Re 3 Te6 -r
Se 3. ... b 3 ; Th 5 + e vince, perché se il Re
retrocede, allora Th6, e se il Re avanza allora
Th 4 + seguita da Tf 4 e vince.
4 . Bd3, Tf 6.
Se 4. ... Td6 + ; 5. Re 4 e vince
5. Th 5 + , Re muove ; 6. Th6 e vince.
b ) 1. . . . Tf 6 2. Tg7 ! Rc 4
( se ... b3 ; 3. Tg3 ed il Bianco o catturer à il
pedone oppure andr à con la Torre in f 3 con
finale vinto ) .
3. h 4 b3 4 . Tg4 Re muove
5. Tg3
ed il Bianco o catturer à il pedone o giuocher à
Tf 3, secondo le circostanze e ne uscir à con un
finale vinto.
Ora ritornando alla posizione indicata nei
diagramma a pagina 109, supponiamo che dopo
1. f 6, Td6 ; 2. Tc7 + , il Nero non si rendesse con-
to che Rd4 sarebbe il solo tratto per pattare
e che, per conseguenza, giuocasse invece Rb6.
Ne risulterebbe la seguente posizione :
112 FINALI CON TORRE E PEDONI

B
a a »
m
m «
m m m
il B® H
»i II
f

Il
Ora le continuazione migliore sarebbe :
1. £7 TgS -f - ( la 2. R£1 T£6
migliore )
3. Te7 Rc5 ( la migliore )
Il Bianco minacciava di dare scacco con la
torre in e6.
4. Re2 b3 ( la migliore )
Se 4. ... Rc4, tanto 5. h 4 che Re3 vincono ;
specialmente quest’ ultima mossa vincerebbe
facilmente.
5. Te3 b 2 ( la mi- 6. Tb3 TX £7
gliore )
7. Txb2 T i f i 8. Td 2 T X h 2
9. Re3
La posizione cui siamo giunti ( vedi diagram -
ma seguente ) :

W M m *ÌìÉÉÉ «2 wm
% mPPm m *

y HH m
iWmmm ^
m m m w m
u iB MB
UN FINALE DIFFICILE • • • 113

è vinta per il Bianco, perché vi sono due


file fra il Re nero ed il pedone dal quale il
Re è tagliato fuori ad opera della Torre, ed
inoltre il pedone può avanzare alla quarta
traversa prima che la Torre avversaria pos-
sa cominciare a dare scacco. Quest’ultima con-
dizione è importantissima perché se, invece
della posizione di cui al diagramma, la Torre
nera si trovasse in h8 ed il tratto fosse al Nero,
egli potrebbe pattare impedendo l’avanzata
del pedone, sia dando continuamente lo scac-
co sia giuocando al momento opportuno Tf 8.
Ora che abbiamo spiegato le ragioni per cui
questa posizione è vinta, lasciamo allo studio-
so il trovare la soluzione esatta.
Il fatto che da un finale apparentemente
semplice abbiamo potuto costruire parecchi
finali più insoliti e difficili, dovrebbe bastare
per imprimere nella mente dello studioso la
necessit à di conoscere profondamente tutte le
specie di finali e specialmente quelli di Torre
e pedoni.

29° - UN FINALE DIFFICILE :


DUE TORRI E DUE PEDONI
Seguendo la nostra opinione che, cioè, il mo-
do migliore per imparare i finali e le aperture
è quello di studiare le partite dei Maestri, ri-
portiamo due altri finali di due Torri e pedoni.
Questi finali, come abbiamo già detto, non
sono molto comuni e l’autore è fortunato di
114 UN FINALE DIFFICILE • * •

aver avuta l’occasione di averne giuocati pi ù


di quanto generalmente se ne dia il caso.
Confrontando e studiando accuratamente i
finali già spiegati ( esempi 56 e 57 ) con quelli
che riporteremo, lo studioso si può fare senza
dubbio un’idea del metodo da seguire in tali
casi. Il modo di procedere è alquanto simile
in tutti.

Esempio n° 60 - Da una partita Capablanca-


Kreymborg del Tomeo per il Campionato del -
lo Stato di New York del 1910.

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fa m fa !
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Il tratto è al Nero, il quale pensando che sa-


rebbe stato facile pattare in una simile posi-
zione e non giuocando egli che per la patta, si
content ò di fare un giuoco d’attesa. Tale con-
dotta dev’essere sempre criticata ; conduce
spesso al disastro.
Il miglior modo di difendersi in posizioni
simili , è quello di assumere Viniziativa e tene-
re Vavversario sulla difensiva.

1. . . . TaB e8
Il primo tratto è già errato. Con questa mos-
UN FINALE T> r
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1
r- xr n
jV -
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115

sa non si guadagna nulla. Il Nero doveva giuo-


care 1. ... a5 seguito da a 4, a meno che il Bian-
co non avesse giuocato b 3. Tale tratto avreb-
be bloccato l’ala di Donna. Dopo ci ò egli pote-
va decidere quale dimostrazione fare con le
sue Torri per tenere a bada le Torri avversarie.
2. Td 4.
Questa mossa impedisce non solo il tratto
£ 4 che il Nero aveva in mente di fare, ma mi-
naccia anche b3 seguito, dopo pxp -b , dall’at-
tacco con una o tutte e due le Torri, contro il
pedone a del Nero.
2. . . . Ti8
Probabilmente con l’idea di fare una dimo-
strazione dall’ala di Re giu ocandò Tg6 e Tg2.
3. b3 c4 xb3 - h 4 . a 2 x b3 Rf 7
5. Rd3
A questo punto si sarebbe dovuto giuocare
Tal per obbligare il Nero a difendere il pedo-
ne con Te7. Tuttavia il Bianco non vuole rive-
lare subito il suo piano e così mettere in allar-
me il Nero contro il pericolo della sua posi-
zione.
Perciò giuoca questo tratto che sembra miri
a rompere i pedoni Neri dell’ala di Donna.

Questo è un errore.
Il Nero non si accorge del pericolo insito nel-
la sua posizione.
Avrebbe dovuto giuocare g5, minacciando
Th8 e, facendo questa dimostrazione, contro
il pedone h del Bianco, fermare l’attacco del
116 UN FINALE DIFFICILE . ••

Bianco contro i suoi pedoni dell’ala di Donna,


attacco che ora si svilupperà.
7. Ta6 Tc7
Non poteva giuocare Rd6 perché il Bianco,
con c4, avrebbe guadagnato almeno un pedo-
ne. Ciò condanna di per sé l’ ultima mossa del
Nero Re6, la quale non ha fatto altro che ren-
dere la sua posizione precaria.

8. Td 4 a 4 g5
Forzata ora, ma è un po’ troppo tardi. Non

poteva giuocare 8. ... Tf 6 f 7 perché il Bianco,
giuocando £4, avrebbe paralizzato compieta-
mente il suo giuoco. Ora il Nero avverte final-
mente il pericolo e cerca di salvarsi con una
contro-dimostrazione dal lato di Re che, per ò,
avrebbe dovuto iniziare molto prima. Natural-
mente il Bianco non può giuocare Txa7 a cau-
sa di TxT seguita da Th6, riprendendo il pe-
done con vantaggio.
9 . h 4 g4
Il Nero si trova ora in posizione assai sgra-
devole. Se giuocasse 9. ... g5 xh 4 ; 10. Txh 4 lo
lascerebbe in una posizione molto imbaraz-
zante, poiché non potrebbe retrocedere col Re,
né potrebbe far molto con l’una o l’altra delle
sue Torri. Praticamente dovrebbe giuocare
10. ... h6, ai che il Bianco risponderebbe con
11. b 4 minacciando di guadagnare un pedone
con b5 oppure, se ciò non bastasse, potrebbe
giuocare Rd4 seguita, in fine, dall’entrata del
Re bianco in c5 oppure in e5.
10. Re2 g4 Xf 3 +
UN FINALE DIFFICILE • •• 117

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Di nuovo non può giuocare h5 perché f 4 pa-


ralizzerebbe il suo giuoco. L’avanzata del suo
pedone h renderebbe sicuro il pedone h del
Bianco e, per conseguenza, la sua Torre in f 6
dovrebbe ritirarsi in f 7 per difendere il suo pe-
done a. Ciò renderebbe impossibile l’andata
in d7 del Re nero a causa del pedone nero a7 ;
né potrebbe avanzare uno solo dei suoi pedoni.
D’altra parte il Bianco giuncherebbe b 4, mi-
nacciando di guadagnare un pedone con b5,
oppure potrebbe prima giuocare Rd4 e poi b5
al momento opportuno, qualora non vi fosse
nulla di meglio. Nel frattempo il Nero non po-
trebbe in realtà far altro che segnare il passo
con una delle sue Torri. Si confronti questo
sistema di imbottigliamento col finale di cui
all’esempio n° 57, e si vedr à che sono molto
simili fra loro.
11. R x f 3 Tf 6 f 7— 12. Re2
Probabilmente errata. La mossa giusta era
b4. Il tratto del testo dà al Nero buone pro-
babilità di pattare.
12. . . . Rd6 13. b 4 Tb7
113 UN FINALE DIFFICILE • * •

Ci ò non sarebbe potuto accadere se il Bian-


co avesse giuocato 12. b 4, perché avrebbe po-
tuto farlo seguire da b5 dopo il tratto del Nero
Rd6.
14. h 5. Questo tratto non è buono. Il tratto
f 4 offriva ottime probabilit à di vittoria forzata .
Se allora 14. ... Tg7 ; 15. h 5 , Tg 2 + ; 16. Rd 3 ,
Th 2 ; 17. Txa7, TxT ; 18. TxT, Txh5 ; 19. Ta6
con probabilit à di vittoria.
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14. . . . h 6
Ora il Nero si fa sfuggire l’ultima occasione.
Con f 4 si pattava. Se allora 15. e3 xf 4, TX

Tb7 e7 + ! ; 16. Rfl , Txf 4 ; 17. Txa7, Te3 !
15. fA Tg7 13. Rei3 Te7 e7 —
17. Tal TPo- 7 18. Ed4 JL Vi


19. Ta 6 a 2 Tb 7 g 7 — '


( Tg2 g 7 avrebbe offerto maggiore resistenza,
ma la posizione è perduta in ogni caso. Lascio
allo studioso il provarlo ) .
20. Rd3 ! TXT 21. TXT Te7
Nulla più serve. Se 21. ... Tgl ; 22. Ta 6, Tdl + ;
23. Rc2, Thl ; 24. b5, Txh5 ; 25. Txc6 + , Rd7 ;
26. Ta 6 ed il Bianco vince facilmente.
UN FINALE DIFFICILE ... 119

22. Tg2 Te6 23. Tg7 Te7


24 . Tg8 c5
Il Nero non sa che fare. Egli si accorge che
non può più a lungo difendere i suoi pedoni.
25. Tg6 + Te6 26. b4 xc5 + Rd7
27. Tg7 -f Re6 28. Txa7 Rxc5
29 . Tf 7 il Nero abbandona

-
Esempio n° 61 Da una partita Capablanca -
Janowski - Tomeo Nazionale di New York del
1913.
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La partita del Nero ha lo svantaggio del pe-
done raddoppiato nella colonna c, che inoltre
egli non può avanzare perché, non appena il
Nero giucca b6, il Bianco risponde con b4.
E’ su ciò che il Bianco costruisce i suoi piani.
1° Egli impedirà di avanzare ai pedoni neri
dell’ala di Donna ;
2° ) porterà poi il suo Re in e3 ;
3° ) al momento opportuno giuocherà d4
e finalmente e5 o g5 forzando così uno scam-
bio di pedoni ottenendo in tal modo un pedo-
ne passato sulla colonna di Re.
120 UN FINALE DIFFICILE • « •

Si vedrà che tale piano fu eseguito durante


il corso della partita e che il Bianco ottenne
in tal modo il vantaggio decisivo. Il giuoco era
basato sulla probabilità di ottenere un pedone
passato sulla colonna di Re, col quale il Bian-
co si riprometteva di vincere.
1. g4 preparandosi già a giuocare g5 quando
sarà tempo.
I . ... b6 il Nero intende giuocare c5, ma il
Bianco naturalmente glielo impedisce.
2. b4 ! , Rb7 ; questo Re dovrebbe portarsi
dal lato di Re dove il pericolo incombe.
3. Rf 2, b5 ; con lo scopo di giuocare Rb6 ed
a5, seguito da p X p ed avere, così, una colonna
aperta per le sue Torri e poter fare una contro-
dimostrazione sull’ala di Donna per fermare
l’avanzata del Bianco da quella parte. Tuttavia
il Bianco impedisce anche questo.
4. a4 ! , Td4 ; naturalmente se bxa, il Nero
si troverebbe con tutti i suoi pedoni dell’ala
di Donna disgregati ed isolati ed il Bianco po -
trebbe riguadagnare facilmente il pedone per -
duto giuocando una delle Torri sulla colonna a.
5. Tbl , Te5 ; il Nero vuol giuocare ancora c5,
ma siccome è facile prevedere che il Bianco
10 impedirà nuovamente, il tratto del testo co -
stituisce in realtà una grave perdita di tempo.
11 Nero dovrebbe portare immediatamente il
suo Re dall’altro lato.
6. Re3 Td7 7. a5
La prima parte del piano strategico del Bianco
UN FINALE DIFFICILE . • • 121

è, ora, compiuta. I pedoni neri dell'ala di Don-


na sono bloccati ad ogni effetto pratico.
7. ... Te6 ; se TxT allora g4 xT darebbe al
Bianco un centro formidabile. Tuttavia tale
mossa avrebbe costituito la miglior possibilità
per il Nero.

8. Tbl fi Td7 e7
10. TXg5
— 9. g5 f 6 xg5

Wà EHI IH W:
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1è=b mi

La seconda parte del piano strategico del


Bianco è, ora, finita.
Rimane da trovare se il vantaggio ottenuto
è sufficiente per vincere. Il Bianco ha, non solo
un pedone passato, ma il suo Re si trova in po
sizione dominante, al centro della scacchiera,
-
pronto a sostenere l'avanzata dei propri pedo -
ni o, se necessario, ad andare in c5, oppure
dirigersi verso il lato destro in caso di peri -
colo. Inoltre il Bianco comanda, con la sua
Torre, la colonna / aperta. Nell’insieme la po-
sizione del Bianco è superiore e le sue proba -
bilit à di vittoria sono eccellenti.

10. ... Th6 ; 11. Tg3, Th6 e6 per impedire d4.
Il Nero, inoltre, non vuol tenere la sua Tor -
122 UN FINALE DIFFICILE . « •

re davanti ai suoi due pedoni del lato di Re,


pedoni che egli può aver bisogno di utilizzare
in seguito.
12. h 4 g6 13. Tg5 h 6
Il Bianco minaccia h5 che, in definitiva, co-
stringerebbe il Nero a prendere, nel qual caso
il Bianco raddoppierebbe le sue Torri contro
il pedone isolato guadagnandolo, oppure bloc-
cherebbe affatto le Torri del Nero. Tuttavia
la mossa del testo non fa che aiutare il Bian-
co ; perciò il Nero non aveva di meglio che
tener duro ed attendere. Con 13. ... Te5 non si
avrebbe molto giovamento perché il Bianco
risponderebbe semplicemente con 14. Tf 8, Te8 ;
15. Tg5 xT e qualsiasi delle due Torri il Nero
prenda, il Bianco avrebbe un giuoco facile. Lo
studioso dovrebbe studiarsi bene queste va-
rianti.
14 . Tg4 Tg7 15. d4 Rc8
16. Tf 8 -f Rb7
Rd7 non gioverebbe molto ma, dal momen-
to che aveva fatta la mossa precedente, avreb-
be dovuto essere coerente e giuocare Rd7.
17. e5 g5 18. Re4 —
Te6 e7
19. h 4 xg5 h6 X g5 20. Tf 5 Rc8
21. Tg4 X g5Th7 22. Th5 Rd7
23. TXT TXT 24. Tf 8 Th 4 +
25. Rd3 Th3 -f 26. Rd 2 c5
27. b4 x c5 Ta 3 28. d5 il Nero ab-
bandona
In tutti questi finali la tattica che ha condot-
to alla vittoria è consistita unicamente nel te-
TORRE, ALFIERE E PEDONI . • • 123

nere le Torri avversarie legate alla difesa di


uno o più pedoni, lasciando la massima libertà
d’azione alle mie. Questo è un principio gene-
rale applicabile a tutti gli stadi di una partita.
In termini generici significa : mantenere per
sé la massima libert à d' azione e , nel tempo
stesso, limitare quella dell' avversario.
C’è un’altra cosa molto importante ed è che
il Bianco ha sempre avuto in mente un piano
strategico generale suscettibile d’essere esegui-
to con i mezzi a sua disposizione, mentre il
Nero spesso non aveva un piano ma muoveva
semplicemente secondo le necessit à del mo-
mento.
30° - TORRE, ALFIERE E PEDONI
CONTRO TORRE, CAVALLO E PEDONI
Esamineremo, ora, un finale di Torre, Alfiere
e pedoni contro Torre, Cavallo e pedoni, in cui
si vedrà che la Torre viene talvolta usata allo
stesso modo che nei finali già visti.
-
Esempio n° 62 Dalla prima partita del Cam-
pionato mondiale del 1907 Lasker-Marshall.
Nella posizione di cui al diagramma seguen-
te il tratto è al Nero :
124 TORRE, ALFIERE E PEDONI • ••

Per un principiante tale posizione può


sembrare patta, ma un giuocatore provetto
vedrà subito che il Nero ha grandi proba-
bilità di vincere non solo a causa dell’ini-
ziativa, ma anche per il fatto che il Bianco
ha Pala di Donna non sviluppata e perché l’Al-
fiere è, in tale posizione, più forte del Cavallo
( vedi sezione n° 4 ). Il Bianco avrà bisogno di
un certo tempo per portare la sua Torre ed il
suo Cavallo nella mischia ed il Nero può utiliz -
zare tale tempo per ottenere un qualche van-
taggio. Egli ha a disposizione due procedi-
menti.
Il più evidente, quello che adotterebbe la
maggior parte dei giuocatori, è di avanzare il
pedone c in c5 e c4 in collegamento con lo scac -
co dell'Alfiere in a6 e qualunque altra mossa
che si rendesse necessaria con la Torre. L'al-
tro procedimento ( quello scelto dal Nero ) è
più sottile e consiste nelPutilizzare la Torre
allo stesso modo di quello indicato nei finali
precedenti, obbligando il Bianco a difendere
sempre qualcosa, limitando l’azione del Caval -
lo o della Torre, pur mantenendo libertà di
azione alla sua Torre ed al suo Alfiere.
1. . . . Tb8
Obbligando il Bianco a giuocare b3 bloccan-
do, così, tale casa al Cavallo bianco.
2. b3, Tb5
Portando la Torre all'attacco dei pedoni del-
l'ala di Re in modo da costringere il Bianco a
portarsi da quella parte per difenderli e ren-
TORRE, ALFIERE E PEDONI • * • 125

dando così, indirettamente, più sicura la posi-


zione dei pedoni neri sull’ala di Donna.
3. c4 Th5 4. Rgl c5
Si noti che il raggio d’azione del Cavallo
bianco è assai limitato e che dopo Cd 2 i pedoni
del Bianco gli sono d’impedimento.
5. Cd2 R£7 6. Tfl +
Questo scacco non approda a nulla. Obbliga
solo il Re nero a recarsi dove infatti vuole an-
dare. Per conseguenza è una pessima mossa.
Subito a3 era la mossa migliore.
6. . . . Re7 7. a3 Th6
Preparandosi a spostare l’attacco sull’ ala di
Donna dove si trova in vantaggio di materiale
e di posizione.
8. h 4 Ta6
Si noti come queste manovre sono simili a
quelle viste nei precedenti finali.
9. Tal , Ag4. Paralizzando l’azione del Caval-
lo e bloccando tutta l’ala di Re.
10. Rf 2, Re6. Il Bianco non può rispondere
Cf 3, perché AxC seguito da Re5 guadagnereb -
be un pedone a causa dello scacco con Tf 6 che
non si può impedire.
11. a 4 Re5 12. Rg2 Tf 6
13. Tel d3 14. Tfl Rd4
Ora il Nero attacca i pedoni bianchi e tutto
finirà presto.
15. TXT g7 xT 16. Rf 2 c6
Soltanto per esautorare la mossa del Bianco,
il che lo costringerà, infine, a muovere o il Re
od il Cavallo.
126 TORRE, ALFIERE E PEDONI ...

17. a 5 a6 18. Cfl Rxe4


19. Rei Ae2 20. Cd2 + Re3
21. Cbl £5 22. Cd2 h5
23. Cbl R£3 24. Cc3 Rxg3
25. Ca 4 £4 26. Cxc5 £3
27. Ce 4 + R£4
Il modo più rapido per vincere. Il Bianco do
vrebbe abbandonare.
28. Cd6 c5 29. b4 cxb
30. c5 b3 31. Cc 4 Rg3
32. Ce3 b2
il Bianco abbandona
Un ottimo esempio da parte del Nero del
modo di condurre tale finale.
CAPITOLO 6°
Altre aperture e mezzi di partita

31° - ALCUNI PUNTI SALIENTI CIRCA I


PEDONI
Prima di ritornare alla discussione sulle
aperture e sulle posizioni del contro-partita, sa-
rebbe bene tener presente alcuni fatti riguar-
danti le posizioni dei pedoni, che serviranno
senza dubbio a comprendere certe mosse e tal -
volta anche lo scopo di certe varianti nelle
aperture e talune manovre nel centro della
partita.
Esempio n° 63 - Nella posizione di cui al dia-
gramma seguente :
wk mi W'

m m mmt
mmxm
%

H wMm vzm
m. m
fm %
%

abbiamo una pessima posizione dei pedoni


neri. Il pedone c7 è affatto arretrato ed
il Bianco potrebbe, valendosi della colonna
aperta, concentrare le sue f o r z e contro
questo punto debole. Vi è anche la casa c5
128 ALCUNI PUNTI SALIENTI CIRCA I PEDONI

che è controllata dal Bianco e dalla quale un


pezzo Bianco non potrebbe essere sloggiato
una volta appostatovisi ; per liberarsene il Ne -
ro dovrebbe cambiarlo, il che non è sempre
una cosa facile, e spesso, anche se possibile,
non sempre conveniente. Lo stesso vale per
quanto riguarda i pedoni neri e6, f 7 e g6 che
lasciano un « foro » in f 6. Simile posizione di
pedoni conduce invariabilmente al disastro e
si deve, quindi, evitare.

-
Esempio n° 64 Nella posizione illustrata nel
diagramma seguente :
ma m
m U///A
W///A ÉÉ
wm m
M IH «VA

p mm
y
A'/A

jB *
m m m mfm
i

H HI 111 Iti
si potrebbe dire che i pedoni centrali del Bian-
co si trovano in posizione d’attacco, mentre i
corrispondenti pedoni neri si trovano in posi-
zione di difesa. Tale formazione ha luogo nel -
la difesa francese.
In tali posizioni il Bianco tenta il più delle
volte di ottenere, mediante f 4 ed f 5, un attacco
violento contro il Re nero il quale è general-
mente arroccato dal lato di Re.
Per impedire ciò, ed anche per assumere la
iniziativa o per ottenere un vantaggio di mate -
ALCUNI PUNTI SALIENTI CIRCA I PEDONI 129

riale, il Nero fa una contro-dimostrazione con


c5 seguito da cxd ( quando il Bianco difende
il pedone c3 ) e concentrando i pezzi neri con -
tro il pedone bianco in d4.
Ciò si può, in sostanza, definire come un ben
determinato attacco contro il centro bianco
allo scopo di paralizzare rattacco diretto dei
Bianco contro il Re nero.
Si ricordi che airinizio di questo libro fu det-
to che il controllo del centro è condizione es-
senziale per un felice successo di attacchi con-
tro il Re .
Possiamo dire, in modo astratto, che due o
più pedoni sono più forti quando si trovano
nella stessa linea uno accanto all’altro. Così i
pedoni centrali sono più forti quando si trova-
no in e4 e d4 rispettivamente. La questione,
quindi, se si deve avanzare l’uno o l’altro alla
quinta casa, deve essere ben considerata. Lo
avanzamento di uno o l’altro di tali pedoni de-
termina spesso il corso ulteriore della partita.
Un’altra cosa da considerare è il caso di imo
o più pedoni passati quando sono isolati, sia
soli che in coppia. Possiamo dire che un pedo-
ne passato o è molto debole o molto forte e
che la sua debolezza o la sua forza aumenta
man mano che avanza ed è, al tempo stesso, in
relazione diretta col numero dei pezzi che so -
no sulla scacchiera. In riguardo a quest’ultima
asserzione si può dire, generalmente, che la
forza di un pedone passato aumenta col dimi-
nuire dei pezzi sulla scacchiera.
Tenendo ben presente tutto ciò, ritorniamo
130 ALCUNI SVILUPPI POSSIBILI . ••

alle aperture ed al mezzo di partita. Analizze-


remo accuratamente delle partite dall’inizio al-
la fine secondo i princìpi generali esposti. Dove
posso, farò uso delle partite da me giuocate,
non perché esse debbano meglio illustrare la
cosa, ma perché, conoscendole io profonda-
mente, sar ò in grado di spiegarle in modo più
autorevole di quanto potrei fare con le partite
di altri Maestri.

32° - ALCUNISVILUPPI POSSIBILI


DELLA RUY LOPEZ
Nella partita che segue si può facilmente ve-
dere come alcune delle varianti nelle aperture
e le manovre nel mezzo di partita siano spesso
basate su alcuni dei princìpi elementari già
spiegati.
Esempio n° 65
1 . e4 e5 2 . Cgl f 3 Cb8-
3 . Ab5 a6 4 . Aci4 Cf 6
5. 0 0 Cxe4 6 . d4 b5
7 . Ab3 d5 8. dxe Ae6
9 . c3 Ae7 10 . Tel Cc5
11 . Ac2 Ag4 12 . Cbl d 20 0
CO • Cb3 Ce6
Fin qui una molto nota variante della Ruy
Lopez. Infatti sono le mosse della partita Ja-
nowski-Lasker giuocata a Parigi nel 1912.
14. Dd3 g6
Supponiamo che la partita continuasse e che
il Bianco in un modo o nell’altro giuocando al
momento opportuno Cd4 obbligasse al cambio
ALCUNI SVILUPPI POSSIBILI . . . 131

dei Cavalli e che poscia anche gli Alfieri fosse-


ro cambiati e che si sia così giunti alla posi-
zione indicata nel seguente diagramma.
( Io ottenni una tale posizione e in modo
molto simile, in una partita giuocata a Lodz
in Polonia. Giuocavo col Bianco contro un
gruppo di giuncatoli in consultazione, capeg-
giati da Saiwe ).

tap
wm mwm Iɧ JL
Wm.
wm
m m
i l SII
fm
%
wm
%
WA

m
m i m
V////
mm WM
fra! |
4mkÀ S lg WM
r8*
W/A

Ora abbiamo qui la questione del pedone ar -


retrato c7 che non potrà in modo alcuno avan-
zare in c5. Tale posizione si può dire perduta
teoricamente e, praticamente, un giuocatore
di prima forza vincerebbe avendo il Bianco.
( Se mi si perdonerà il riferimento, dirò che
vinsi la partita cui ho fatto sopra menzione ).
Dopo poche mosse la posizione può risultare
come segue :
»Mm mvw,
li VA %

HtL i
mm * m *t* m Ék
u n
A

Wà Pi P#
m m wm m
132 ALCUNI SVILUPPI POSSIBILI . • •

Si può dire che i pezzi del Nero sono blocca-


ti . Se il Bianco giuoca Dc3, il Nero dovrà ri -
spondere con Dd 7, altrimenti perde un pedone,
e se il Bianco ritorna in a3 con la Donna, il
Nero dovrà ritornare in b7 con la sua Donna
o dovrà perdere un pedone. Così il Nero può
manovrare soltanto secondo la direttiva del
Bianco, ed in tali condizioni quest'ultimo può
facilmente avanzare con i suoi pedoni f 4 e g4
finché il Nero sarà costretto ad impedire f 5
giuocando egli f 5 e, finalmente, la posizione di
cui al diagramma qui appresso :

"fi H * i*s

miwm il
B m m uWM wjM.
^
.

Esempio n° 66 - In tale situazione la partita


potrebbe continuare così :
1. g4 xf 5 g6 Xf 5 2. Df 3 Dd7
Il Bianco minacciava di guadagnare un pe -
done con Dxd5 ed il Nero non poteva giuoca -
re 2. ...Tf 8 a causa di 3. Txc6 che guadagnereb-
be almeno un pedone.
—-
3. Tc5 c2 Tg6 4. Tg2 Rh8
5. Tel gl Tc8 g8
7. TXT

TXT
6. Dh5
8. RXT
TXT
Dg7 +
9. Rh 2 Dg6 10. DxD hxD
11. b4, ed il Bianco vince.
ALCUNI SVILUPPI POSSIBILI • • • 133

Supponiamo ora che nella posizione di cui


alFultimo diagramma, il tratto fosse al Nero
e ch’egli giuocasse Tf 8. Il Bianco difendereb-
be semplicemente il suo pedone / con una mos -
sa come, ad esempio, Df 3, minacciando Txc6,
e poi porterebbe il suo Re in g3 ed al momen-
to opportuno irromperebbe come abbiamo vi -
sto nel caso precedente. Il Bianco potrebbe
ottenere la seguente posizione :

m
.

mm wrm
*
V
V

Ì mB. IÉé Ì I fi I llÉi


's/AÈ.

* i 11 i Hi
%
* m2

HI«1
55

m
Wà WM m
m m
m w VA u m
VVVVV

Il Nero sarebbe ora costretto a giuocare Tc8


ed il Bianco, allora, potrebbe giuocare Dc2 fa-
cendola seguire da Rf 3 forzando così il Nero
a giuocare pxp, il che darebbe un forte van-
taggio al Bianco.
Un esame accurato di tutte queste posizioni
rivela, oltre il vantaggio della libertà di mano-
vra da parte del Bianco, l’enorme forza del pe-
done e5 e che è la posizione dominante di tale
pedone, ed il fatto che è libero di avanzare una
volta cambiati tutti i pezzi, che costituisce il
pernio di tutte le manovre del Bianco.
Ho riportato appositamente le posizioni sen-
za trascrivere le mosse che hanno condotto ad
esse, affinché lo studioso si abitui a costruire
134 L INFLUENZA DI UN « FORO »

col pensiero le possibili posizioni che possono


scaturire da una qualsiasi posizione data. Così
egli imparerà a fare dei piani strategici e si
metterà sulla strada per divenire un Maestro.
Lo studioso può trarre da ciò un beneficio
enorme.
33° - L’ INFLUENZA DI UN « FORO »
L’influenza di un così detto « foro » in una
partita è già stata illustrata nella mia partita
contro Bianco ( esempio n° 52 ) dove è stata
dimostrata l’influenza esercitata dai vari pez-
zi collocati nel foro creatosi in e5.
Esempio n° 67 - Allo scopo di illustrare am
cora questo punto, darò ora una partita giuo-
cata all’Avana, Tomeo Magistrale Internazio-
nale del 1913 ( Gambitto di Donna rifiutato )
Bianco : D. Janowski ; Nero : A. Kupchik.
1. d4 d5 2. c4 e6
3. Ce3 Cf 6 4. Ag5 Ae7
5. e3 Cb8 d 7
7. Ax c4 Cb6
— 6. Ad3 d5 xc4

L’idea è naturalmente di portare un Cavallo


in d5, ma siccome è l’altro Cavallo che vi sarà
portato, questa manovra non sembra logica.
Il Cavallo in b6 non fa che impedire lo svilup-
po dell’Alfiere di Donna del Nero. Il seguito

normale 0 0, seguito da c5, è più ragionevole.
( Per una bella illustrazione della condotta del
Bianco in questa variante si veda la partita
fra Janowski e Rubinstein giuocata a S. Pietro-
burgo nel Torneo del 1914.
L INFLUENZA DI UN « FORO » 135

8. Ad3, ( 8. Ab3 ha qualche punto in suo fa-


vore in questa posizione nella quale la cosa
pi ù importante è la possibilità di avanzare il

pedone di Re subito dopo 8. ... Cf 6 d5 ; 9. Ax A,
DXA ).

10. Cf 3

8. . . . Cf 6 d5 9. AxA DxA

Se l’Alfiere del Bianco si trovasse in b3, egli


potrebbe ora giuocare e4 come è indicato nella
precedente nota, mossa che egli non può fare,
nell'attuale posizione, a causa di Cf 4 che mi -
naccia non solo il pedone g2, ma anche Cx A + ;
e siccome in questa apertura non si dovrebbe
mai cambiare l’Alfiere di Re del Bianco, a me -
no che non sussista ima buona ragione, il Bian-
co non può giuocare senza suo danno e4.

1 0. . . . 0 0
12. Tel
11.0 0 Ad7 —
m
7,
I
a w*
«* I 9P
fl
%


m.HH «m
m ^Hi

H
mmmmm ,
m mm
Mjmmm
Il Bianco è perfettamente sviluppato ed ora
minaccia di guadagnare un pedone nel modo
seguente : CxC, C x C ; e4 seguito da Txc7.
12. . . . c6
Il fatto che il Nero è praticamente costretto
136 L INFLUENZA DI UN « FORO »

a fare questa mossa, al fine di evitare la perdi-


ta di un pedone, è di per sé una ragione suf -
ficiente per condannare tutto il sistema di svi-
luppo del Nero. Infatti egli giucca Ad7, ed ora
deve intralciare l’azione del suo Alfiere che di-
venta così , per un po’ di tempo, di nessuna ef -
ficienza . Infatti è difficile vedere come questo
Alfiere possa attaccare qualcosa. Inoltre, si ve-
de facilmente come il Bianco apposterà presto
i suoi due Cavalli in e5 e c5 rispettivamente e
che il Nero non potrà sloggiarli senza indebo-
lire seriamente il suo giuoco, sempreché possa
farlo. Da tutte queste ragioni si pu ò dedurre
che il Nero avrebbe probabilmente fatto me-
glio a giuocare CxC liberandosi in tal modo
di uno dei due Cavalli del Bianco, prima di
assiumere una posizione di difesa. In tali casi,
meno pezzi ci sono sulla scacchiera e più c’è
la probabilità di salvarsi.
13. Ce 4 f 5
Ciò praticamente equivale ad un suicidio,
poiché si crea un foro in e5 per il Cavallo bian-
co dal quale sarà praticamente impossibile far-
lo sloggiare. Se il Nero aveva l’intenzione di
fare tale mossa, doveva farla prima, allorché
ci sarebbe stato almeno uno scopo nell’impedi-
re al Cavallo bianco di portarsi in c5.
14. Cc5 Ae8 15. Ce5
L INFLUENZA DI UN « FORO » 137

i
mM <$& Pm
in
»8 8 Hi

m
m m
v
m
mm
8 «
mm
Y//// /A
m mm
WM

« WM. Vi,
7

£— yy KK, a'/

mmmmt
7// //,
^
a

La posizione dei Cavalli del Bianco, special -


mente del Cavallo in e5, potrebbe definirsi
ideale, e basta un’ occhiata per vedere come es -
si dominino la posizione. D’ora innanzi si trat -
ter à solo di vedere come il Bianco trarrà bene
f ìcio da una tale vantaggiosa posizione.
-
15. . . . Tb8
Questo tratto è senza scopo, a meno non sia
stato fatto per essere seguito da Cd7. Siccome
ciò non avviene, avrebbe potuto andare con la
Torre in c8, come farà in seguito.
16. Tel Tf 6 17. Df 3 Th6
18. Dg3 Tc8
Il Bianco minacciava di guadagnare la qua-
lità giuocando Cf 7 oppure Cg4.
19. f 3 Tc7 20. a3 Rh8
21. h3
Tutte queste precauzioni sono forse inutili ;
ma il Bianco vede che ha tutto il tempo di pre-
parare il suo attacco e prima di cominciare
vuol premunirsi contro ogni eventualità.
21. . . . g5 22. e 4 f 4
23. Df 2 Ce3
138 L INFLUENZA DI UN « FORO »

Avrebbe fatto meglio a giuocare Cf 6 e ten-


tare in seguito di disfarsi dei Cavalli del Bian-
co mediante il tratto Cd7.
mm
m
mn i m mi
mtmm«»1
»
v/vM.
1
mvm& m m
$
m
%
m
24. TxC
Con questo sacrificio di Torre per Cavallo
e pedone il Bianco ottiene una posizione pre -
dominante.
24. ... f xT ; 25. Dxp, Cc8 ; ( 25. ... Cd7 era mi-
gliore per disfarsi di imo dei due Cavalli Bian-
chi ) . Tuttavia ci sono, in risposta a tale mossa,
molte buone risposte e, fra le altre, la se-
guente :
Cc5 xd7, AxC ; Dxg 5, DXD ; C f 7 + , R g 7 ;
C x D e con due pedoni per la qualità e la posi-
zione favorevole, il Bianco non dovrebbe dura-
re fatica a vincere.
26. Cg4 Tg6 27. e5 Tg7
28. Ac4 Af 7
Tutte queste mosse sono forzate e, come si
vede facilmente, esse bloccano sempre più la
posizione del Nero. Le manovre del Bianco dal
tratto 24° in poi sono altamente istruttive.
29. Cf 6 Cb6
L INFLUENZA DI UN « FORO » 139

Questo Cavallo vagante non ha servito a nul-


la in tutta la partita.

32. Dd2

30. Cc5 e4 h 6
Tg6
31. h 4 Od5
33. h 4 xg5 Df 8
( se h 6 xg5 ; Rf 2 ed il Nero è senza risorse ) .
34. f 4 Ce7 35. g4 h6 Xg5
36. f 4 xg5 il Nero abbandona
Non c’è nulla da fare. Se ... Ag8 ; Dh 2, Rg7 ;
Axe6.
Lo studioso osserverà che per tutta la parti-
ta il Bianco ha avuto il controllo delle case
nere, principalmente quelle e5 e c5.
D’ora innanzi e fino alla fine del libro ripor
terò una raccolta di partite mie, tanto perdute
-
che vinte, e scelte in modo da servire come
illustrazione dei princìpi generali esposti nel-
le pagine che precedono.
PARTE II

PARTITE ILLUSTRATIVE
PARTITA la - Gambitto di Donna rifiutato
Bianco Nero
F. J. Marshall J. R. Capablanca
1. d4 d5 2. e4 e6
3. Gc3 Cf 6 4. Ag5 Ae7
5. e3 Ce4
Avevo già giuocato questa difesa due volte
nel match con buoni risultati e, sebbene per-
dessi questa partita, la giuocai fino all'ultima
partita della gara, quando poi cambiai tattica.
La ragione era dovuta al fatto che non cono
scevo le diverse varianti di questa apertura
-
e che sapevo che il Dr. E. Lasker aveva vinto,
nel 1907, contro lo stesso Marshall adottando
tale sistema di difesa. Pensai che se il Dr. La-
sker l’aveva giuocata così spesso, doveva es
sere buona. Lo scopo è di cambiare un paio
-
di pezzi ed al tempo stesso di creare una po-
sizione piena di possibilità e con buone proba-
bilità di successo una volta arrivati al finale.
Come principio generale dovrebbe essere erra -
to perché lo stesso Cavallo vien mosso tre vol -
te nella fase di apertura quantunque implichi
il cambio di due pezzi. In realtà la difficoltà
in questa variante, come in quasi tutte le va-
142 PARTITA la

rianti del Gambitto di Donna, risiede nel lento


sviluppo dell'Alfiere nero di Donna. Tuttavia è
ancora da decidere se questa variante può o
non può essere giuocata ; ma ciò non è scopo
di questo libro. Posso aggiungere che al mo-
mento attuale la mia preferenza è per un si-
stema di sviluppo diverso, ma non è improba-
bile che, qualche volta, io abbia a ritornare su
questa variante.
6. AxA DxA 7. Ad3
( c4 xd5 è preferibile per ragioni che vedremo
presto ) .
7. . . . CxC 8. b 2 xC Cd7
( d5 x c4 sarebbe ora un modo migliore di svi-
luppare il giuoco. L'idea è che dopo 8. ... d5 xc4 ;
9. Axc4, b6 ; seguito da Ab7, darebbe all’Alfie-
re nero una posizione dominante. Per questa
variante si veda la undicesima partita del Tor-
neo ) .

9. Cf 3 0 0
( 9. ... d5 xc4 ; 10. Axc4, b6 non sarebbe miglio -
re perché Ab5 impedirebbe Ab7 a causa di
Ce5 ).
10. c4 xd5 e6 xd5 11. Db3 Cf 6
12. a4 c5
Giuocata con l’intenzione di ottenere la mag -
gioranza di pedoni dal lato di Donna. Tuttavia
è dubbio che questa mossa sia buona, perché
lascia in certo qual modo disgregati i pedoni
neri deU’ala di Donna. Era meglio giuocare c6.
13. Da3 b6
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 143
zz
ISSI
Ili
a
Wm
VA
V/ .

1 SS

V///A

1 1
É!

*
i
m m
-
1fi A Pi
.
v// yyyy

IH
7////V//A %VS&Zt
wm. à
mm «
Questo tratto espone il nero ad un ulteriore
attacco con a5 senza alcun compenso in cam -
bio. Se dovessi giuocare oggi una simile posi -
zione, giuocherei semplicemente : 13. ... Te8.
Poi, dopo 14. Dxc5, seguirebbe DxD e credo
che il Nero riguadagnerebbe il pedone. Se, in -
vece, il Bianco giuocasse 14. pxp, allora Ag4
darebbe al Nero un giuoco eccellente.
14. a5 Ab7 15. 0 0 Dc7 —

16 . Tfl hi Cd7

wrm
mmx* m i
m B B
af lmm . m
.

B li HI
B mmm
f
m m mm m .

La posizione del Nero era cattiva e, forse,


perduta in ogni caso, ma Tultima mossa peg -
giora le cose. Sta di fatto che non vidi affatto
la risposta del Bianco Af 5. Non mi passò nep-
pure per la mente che esistesse tale minaccia.
144 PARTITA 2a


Il tratto migliore del Nero era 16. ... Tf 8 b8.
Se si perde con questo tratto, allora qualsiasi
altra mossa perderebbe pure.

17. Af 5 Tf 8 c8
Di male in peggio. L'unica speranza era co -
stituita da Cf 6.
18. AxC DxA 19. a6 Ac6
20. d4 xc5 b6 xc5 —
21. Dxc5 Ta8 b8
La partita era perduta : una mossa valeva
l’altra.
22. TXT TXT 23. Ce5 Df 5
24 f 4 Tb6 25. DxTl Abbandona
Naturalmente se 25. Cx A , Tbl -f avrebbe
pattato. Il tratto del testo è grazioso e rapido.
Una partita ben giuocata da parte di Marshall.

PARTITA 2a - Gambitto di Donna rifiutato


( San Sebastiano, 1911 )

Bianco Nero
A. K. Rubinstein J. R. Capablanca
1. d 4 d5 2. Cf 3 c5
CO OTf e6 4. c4 xd5 e6 xd5
5. Cc3 Cc6 6. g3 Ae6
( 6. ... Cf 6 è in tratto normale in questa va -
riante ). Lo sviluppo del Bianco fu introdotto
per la prima volta da Schlechter ed elaborato
in seguito da Rubinstein. Mira all'isolamento
del pedone di Donna del Nero, contro il quale
vengono concentrati gradualmente i pezzi del
Bianco. Nel fare il tratto del testo cercavo di
evitare la via solitamente battuta. Trattandosi
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 145

di una mossa di sviluppo non vi dovrebbe es


sere prevenzione alcuna contro di essa se si
-
eccettua che i Cavalli dovrebbero uscire prima
degli Alfieri.
7. Ag2 Ae7 —
8. 0 0 Tc3
Proseguendo nell’idea di cambiare il corso
normale della variante, ma con cattivo esito.
In teoria il tratto non dovrebbe esser buono
poiché il Cavallo nero di Re non è ancora svi-
luppato. Non conosceva ancora rattacco basa -
to su ... Cg5 e il cambio dell'Alfiere in e6. Qui
si doveva giuocare o Cf 6 o h6 per impedire
sia Ag5 che Cg5.


mmM BMì II»ì
*m & u %

Wmi m mm
m Hmmm
sa WMMw \H .

9. d.4 xc5 Axc5 10. Cg5 Cf 6


11. CxAe6 f 7 x C 12. Ah3 De7
13. Ag5 —
01 0
Questo è un errore. Il tratto giusto era

Tc8 d3 per togliere la Torre dalla linea del-
PAlfiere in h3, e per sostenere al tempo stesso
il pedone di Donna. Contro la mossa del testo
il Bianco fa una bellissima combinazione che
io avevo visto ma che credevo si potesse sven-
tare.
146 PARTITA 2a

14. AxC DxA


Io avevo considerato g7 xA, che sembrava
darmi ima partita giuocabile, ma io credevo
errata la combinazione del Bianco e perciò gli
permisi di attuarla, a mio scapito.

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15. Cxd5 ! Dh6 16. Rg2 !

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„ ÌllÉÌ "H§

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Questa è la mossa che io non avevo conside-
rata. Io pensai che Rubinstein avrebbe dovuto
giuocare Ag2 per cui avevo in mente la seguen -
te combinazione : 16. Ag2, Ce5 ! ; 17. Cf 4 ( se
17. Tel , DxT ! ! , DxD, Axf 2 + e vince ) Cg4 ;
18. h3 ( se 18. Ch3, Axp -f guadagnando la qua -
lità ) Cxf 2 ; 19. TxC, AxT + ; 20. RXA, g5 ed
il Nero dovrebbe vincere. E1 curioso che mi
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 147

sia passata inosservata la combinazione. E’


stato ammesso che io non avevo preveduto il
tratto 17° del Bianco Del .

16. . . . Tc8 d8
Dopo Fultimo tratto del Bianco non c'era
nulla da fare per me se non sottomettermi al-
rinevitabile.
17. Del ! pxC 18. DxA Dx 2
19. Db5 Cd4 20. Dd3 DxD
21. pxD Tf 8 e8 — 22. Ag4
Questo tratto dà al Nero delle possibilità. Il
Bianco avrebbe dovuto giuocare 22. Tfl el . —
Se, allora, 22. ... Cc2, il seguito sarebbe stato :
23. TXT + , TXT ; 24. Tcl , Te2 ; 25. Rfl , Cd4 ( se
Td 2 ; Ae6 + , Rf 8 ; A X d5 e vince ) ; 26. Tc8 4- ,
Rf 7 ; 27. Tc7 + , Te7 ; 28. Tc5 e vince.
22. • • • Td6 —
23. Tfl el TXT
24. TXT TbS 25. Te5 T X b2
26. T X d5 Ce8 27. Ae6 + Rf 8
28. Tf 5 + Re8 29. Af 7 + Rd7
30. Ac4 a6
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m mVA
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Un tratto cattivo che toglie al Nero ogni le-
gittima possibilità di pattare. Si doveva giuo -
148 PARTITA 2a

care : 30. ... Rd6 e se 31. Tb5 allora 31. ... TxT ;
32. AxT, Cd 4 seguito dal tratto b5 ed il Bianco
avrebbe durato molta fatica a pattare a causa
della posizione dominante del Cavallo nero in
d4 in collegamento col pedone in più sull’ala
di Donna e la posizione non buona del Re bian-
co ( Se ne indaghi il perché ) .
31. Tf 7 + Rd8 32. Txg7 b5
33. Ag8 a5 34. Txh7 a4
35. h 4 b4 36. Th6 + Rc5
37. Th5 + Rb 6 38. Ad5
Con queste ultime tre mosse, il Bianco dà
ancora delle possibilità al Nero. Anche prima
deirultimo tratto, ... Ac4 avrebbe vinto con re -
lativa facilit à, ma il tratto del testo è un vero
errore di cui, fortunatamente per il Bianco, il
Nero non approfitta.

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38. . . . b 3
Txa2 avrebbe reso praticamente impossibi-
le la vittoria del Bianco. La migliore continua-
zione del Bianco sarebbe stata allora : 39. Ac4,
Tc2 ; 40. Tb5 + , Rc7 ; 41. Ag8, a3 ; 42. h 5 , a 2 ;
43. Axa2, T x A ; e qualora esista per il Bianco
un modo di vincere, esso è difficilissimo a tro-
DIFESA IRREGOLARE 149

vare, poiché contro 44. h6, Ta6 offre eccellenti


possibilit à di pattare.
39. axb a3 40. AxC Txb3
( se 40. ... a 2 ; 41. Tb5 + , Ra6 ; 42. Tb8, ecc. ) ;
41. Ad5 a2 42. Th 6 + il Nero
abbandona
Come finale, questa è un’esibizione piuttosto
triste per due Maestri. La caratteristica princi-
pale è costituita dalla bella combinazione di
Rubinstein che ha inizio col tratto 14. AxC.

PARTITA 3a - Difesa irregolare


( Avana, 1913 )

Bianco Nero
D. Janowski J . R. Capablanca
1. d4 Cf 6 2. Cf 3 d6
3. Ag5 Cd7 4. e3 e5
5. Cc3 c6 6. Ad3 Ae7
7. De2

Da5
9. Tfl di Ag4

8. 0 0 Cf 8

Il Nero, finalmente, sta per compiere il suo


sviluppo. L’idea di questa apertura irregolare
è di lasciare il Bianco alle sue proprie risorse.
All’epoca in cui la partita fu giuocata, il siste-
ma difensivo non era conosciuto come le for-
me regolari delle aperture di pedone di Donna.
Resta ancora da provare se tale sistema difen -
sivo è buono. La caratteristica in suo favore è
che mantiene intatto il centro senza creare al-
cuna debolezza particolare e che dà molte oc-
casioni per fare manovre profonde e nascoste.
Il suo lato negativo è che il Nero impiega trop-
150 PARTITA 3a

po tempo a completare lo sviluppo. E’ natura-


le supporre che il Bianco impiegherà tale tem-
po per preparare un attacco ben concepito o
che approfitti del proprio sviluppo per impe-
dire lo sviluppo completo del Nero ; oppure,
in mancanza di ciò, per ottenere qualche van-
taggio materiale.
10. h3 Ah5 11. dxe dxe
12. Ce4 CXC

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Un errore assai grave. Avevo considerato
rarroccamento, che era il tratto giusto, ma
cambiai idea perché temevo che il Bianco ot
tenesse una posizione vantaggiosa per il fi-
-
nale giuocando : 13. AXC, g X A ; 14. Cg3, Ag6 ;
15. Cf 5.
13. AxA RXA 14. AXC Ag6
Questo tratto non è buono. Il tratto natu-
rale era Cg6 per portare in giuoco tutti i pezzi
neri. Subito AxC era anche buona perché
avrebbe diminuita la pressione contro il pedo-
ne e del Nero ed, al tempo stesso, avrebbe sem-
plificato il giuoco. Si vede qui come la non os-
servanza delle ragioni logiche ed elementari,
che governano ogni data posizione, metta spes
so un giuncato re nei guai.
-
DIFESA IRREGOLARE 151

Senza dubbio ero influenzato, nella scelta


delle mosse, dalla minaccia Af 5, che era un
tratto molto forte.
15. Dc4 Ce6 16. b4 Dc7
17. AXA h 7 xA 18. De4 Rf 6

19. Td3
( h 4 seguito da g4 era forse un modo più ener -
gico di continuare l’attacco ). Il punto debole
del Nero è il pedone e5 che egli è costretto a
difendere col Re. La mossa del testo mira a
raddoppiare le Torri con lo scopo di portarne
una in d6 sostenuta da un pedone in c5. Il Nero
potrebbe impedire ciò solo giuocando c5, il
che creerebbe un « foro » in d5, oppure giuo -
cando b6, il che obbligherebbe la Donna nera
a difesa del pedone c e del pedone e che essa
già difende.
Il Nero, tuttavia, può difendersi contro tut-
to ciò offrendo il cambio delle Torri che di-
strugge il piano del Bianco. Per tale ragione
h4 sembra il modo migliore di continuare l’at-
tacco.

19. • • • Ta8 d8 20. Tal — di g5
152 PARTITA 3a

per preparare g6 che renderebbe sicura la po -


sizione del Nero. Disgraziatamente per il Nero,
egli non eseguì il suo piano originale.
21. c4 TXT
( g6 avrebbe lasciato il Nero con giuoco so-
lido ) .
22. TXT Td8
Un errore molto serio che perde un pedone. Il
tratto giusto era g6 che avrebbe dato un buon
giuoco al Nero. Infatti la posizione del Re nero
sarebbe vantaggiosa qualora si giungesse ad
un finale semplificato.
23. TXT CxT 24. h 4

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Così si guadagna un pedone, come si vedrà


presto. Il Nero non può rispondere 24. ... Ce6
perché il Bianco guadagnerebbe il Cavallo con
25. p x p + , C x p ; 26. Dh 4.
24. . . . pxp 25. D x p + Re6
26. Dg4 + Rf 6 27. Dg5 + Re6
28. Dxp Dd6 29. c5 Dd5
30. e4 ! Ddl -f 31. Rh 2 f 6
32. Dg4 + Re7 33. Cxp DXD
DIFESA FRANCESE 153

34. CxD Ce6 35. e5 pxp


36. Cxp Cd4
La partita proseguì ancora per poche mosse
e poi, non essendovi modo alcuno per impedire
l’avanzata dei due pedoni passati del Bianco,
il Nero abbandonò.

PARTITA 4a - Difesa francese


( S. Pietroburgo, 1913 )

Bianco Nero
J . R. Capablanca E. A. Snosko-Borovski
1. d4 e6 2. e4 d5
3. Cc3 Cf 6 4. Ag5 Ab4
Questo tratto costituisce la variante Me Cut-
cheon. Ha per scopo di togliere al Bianco l’ini
ziativa. Invece di difendersi, il Nero fa una
-
contro-dimostrazione sull’ala di Donna. Ciò
conduce a giuochi molto interessanti.
5. exd
All’epoca in cui fu giuocata questa partita,
era in voga 5. e5 ; ma io consideravo allora, co-
me anche ora, superiore il tratto del testo.
5. . . . Dxp
Questo tratto è considerato migliore di e X d.
Ha per scopo, come già detto, di togliere l’ini-
ziativa al Bianco, disgregando l’ala di Donna
del Bianco. Il Bianco ha, tuttavia, una com -
pensazione nella rottura dell’ala di Re del Ne
ro. Si può stabilire anzi come principio delle
-
aperture che la rottura del lato di Re è più im-
portante di quella del lato di Donna.
154 PARTITA 4a

6. AxC AxC -b 7. pbxA gxA


8. Cf 3 b6
Il piano del Nero, in questa variante, è di
collocare il suo Alfiere sulla diagonale lunga in
modo da poter fare in seguito, unitamente al-
l’azione delle sue Torri lungo la colonna g, un
attacco violento contro il Re Bianco. Ci si at -
tende, naturalmente, che il Bianco arrocchi dal
lato di Re a causa della condizione disgregata
dei suoi pedoni di Donna.
9. Dd2 Ab7 10 . Ae2 Cd7
11. c4 Df 5 — —
12. 0 0 0
Un’idea originale che credo sia stata giuoea-
ta per la prima volta in una analoga posizione
in una partita contro il Sig. W. Penn Shipley
di Filadelfia. La mia idea è che, non essendovi
più l’ Alfiere nero e visto che i pezzi del Nero
sono stati sviluppati in vista di un attacco sul-
l’ala di Re, il Nero non potrà trarre vantaggio
dalla posizione apparentemente non protetta
del Re bianco. Si devono considerare due pos-
sibilità :
1° ) se il Nero arrocca dal lato di Donna,
come poi avviene, è evidente che non c’ è da
temere un attacco ;
2° se il Nero arrocca dal lato di Re, il Bian-
co comincerà per primo l’attacco approfittan-
do della non buona posizione della Donna nera.
Oltre poi alle possibilità d’attacco date dalla
mossa del testo, il Bianco con un tratto mette
il suo Re al sicuro e porta in giuoco una delle
sue Torri. Così egli guadagna parecchie mos-
se, « tempi », come sono chiamati, che gli ser-
DIFESA FRANCESE 155

viranno a sviluppare qualsiasi piano egli desi-


deri fare.
— —
12. . . . 0 0 0
14. g3 Da5
13. De3 Th8 g8

Un errore senza alcun dubbio. Il Nero non
ha previsto la bella risposta del Bianco, ma
un esame accurato mostrerà che il Bianco ha
già una posizione migliore.
15. Td3 ! Rb8 16. Thl di Df 5 —
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Y/
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17. Ch 4
Questo tratto è stato criticato perché mette
il Cavallo fuori giuoco per alcune mosse. Ma
obbligando il Nero a giuoeare Dg5, il Bianco
guadagna un tempo importantissimo con il
tratto f 4 che non solo rafforza e consolida la
posizione, ma caccia la Regina mettendola, per
il momento, fuori giuoco. La Regina vale cer-
tamente più del Cavallo, per tacere del tempo
guadagnato, e della libert à d'azione così otte-
nuta per i pezzi bianchi più importanti.
17. . . . Dg5 18. f 4 Dg7
19. Af 3
156 PARTITA 4a

In tali posizioni è, generalmente, molto van-


taggioso liberarsi deir Alfiere nero che control-
la a6 e c6 che formano « fori » a disposizione
per i pezzi del Bianco. In posizioni simili l’Al -
fiere ha una grande forza difensiva ; da qui il
vantaggio di liberarsene.
19
21. c5 c6

Tg8 e8 20. AxA RxA

( il Bianco minacciava c6 + ) .
22. Cf 3 Df 8
Per impedire al Cavallo di portarsi in d6 via
d2 ed e4 o c4. E’ evidente che il Bianco ha un
grande vantaggio di posizione.

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'/////, V/A&/A '///////A V/////A

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WM il « »

23. Cd2 ?
Avevo considerato Tb3, che era il tratto giu -
sto, ma vi rinunciai perché mi sembrava ri -
chiedesse troppo tempo e pensando che in tale
posizione doveva esserci un modo più rapido
per vincere.
23. . . . pxp 24. Cc4
( Ce4 o Cb3 avrebbe portato ad un finale fa
vorevole al Bianco ) .
-
DIFESA FRANCESE 157

24. . . . Cb6 25. Ca5 + Ra8


26. dxc Cd5 27. Dd4 Tc8

Se Tb8 ; 28. Cxc, Tb8 c8 ; 29. Cxa e vince.

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28. c4
Il tratto giusto era Cc4. Ma io stavo cercan -
do la « combinazione bella » e credetti che il
pedone, che in seguito avrei avuto in d6, mi
avrebbe data la vittoria.
Il Nero merita molta lode per il modo in cui
condusse questa difesa estremamente diffici-
le. Egli avrebbe potuto sbagliare un'infinità di
volte, e invece dal tratto 22° in poi egli fece
sempre i tratti migliori.
28 . . . e5 ! 29. Dgl e4
30. c4 xC exT 31. d6 Te2
32. d7 Tc2 + 33. Rbl Tb8 +
34. Cb3 De7
158 PARTITA 4a

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M
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il MSB a
35. Txd3
La posizione è assai interessante . Credo
di aver perduto qui la mia ultima possibilità
di vincere la partita e, se ciò è vero, ciò giusti-
ficherebbe il mio giudizio quando, al tratto
28°, giuocai c4. Lo studioso può vedere ciò che
avverrebbe se il Bianco giuocasse Dd 4 ! subi-
to. Ho provato le seguenti varianti :
35. Dd4, Txh 2 ( naturalmente se 35. ... Txc5,
D8 = D vince ) ; 36. Dxd3 ! , Td8 ; 37. Da6, Rb8
la migliore ( se 37 .... De 4 + ; 38. Rai , Rb 8 ;
39. Tbl e vince ) ; 38. Dxc6 ed il Bianco ottie-
ne per lo meno la patta.
35. . . . Te2 36. Dd4 Td8
37. Da4 De4 38. Da6 Rb8
Non vi è nulla da fare contro questa sempli-
ce mossa, poiché il Bianco non può giuocare
Cd4 a causa di Dhl + e matto alla seguente.
39. Rei Txd7 40. Gd4 Tel +
( il Bianco abbandona ) .
Una lotta molto interessante.
RUY LOPEZ 159

PARTITA 5a - Ruy Lopez


( S. Pietroburgo, 1914 )

Bianco Nero
Dr. E. Lasker J . R. Capablanca
1. e4 e5 2. Cf 3 Cc6
3. Ab5 a6 4 . AxC
Lo scopo di questa mossa è di giungere pre-
sto al mezzo della partita senza le Donne, in
cui il Bianco ha quattro pedoni contro tre dal
lato di Re ; mentre la superiorità in pedoni del
Nero sull’ala di Regina è, in certo qual modo,
bilanciata dal fatto che imo dei suoi pedoni è
doppiato. D’altra parte il Nero ha il vantaggio
di rimanere con i due Alfieri mentre il Bianco
ne ha uno solo.
4. . . . d7 xA 5. d4 e5 xd4
6. Dxp DxD 7. CxD Ad6
L’idea del Nero è di arroccare dal lato di Re.
Il suo ragionamento è che il Re dovrebbe ri-
manere dalla parte più debole per opporsi, in
seguito, all’avanzata dei pedoni bianchi. Teo-
ricamente c’è molto da dire in favore di tale
ragionamento, ma sarebbe piuttosto difficile
lo stabilire se ciò costituisca in pratica il siste-
ma migliore. Lo studioso deve osservare che
se ora si cambiassero tutti i pezzi, il Bianco
avrebbe praticamente un pedone di più ed
avrebbe, quindi, un finale vinto.
8. Cc3 Ce7
Una forma ottima di sviluppo. In qualsiasi
altro modo il Cavallo nero non potrebbe otte -
160 PARTITA 5a

nere uno sviluppo altrettanto rapido quanto


buono. In questa variante la casa e7 è la po
sizione naturale del Cavallo nero sia perché
-
non ostruisce i pedoni neri ed anche, in certe
eventualità, per portarsi in g6. Vi è anche la
possibilità che tale Cavallo si porti in d4 via
c6 dopo la spinta c5.

9. 0 0 0— 0 10. f 4
Considerai, e considero ancora adesso, de -
bole tale tratto. Rende debole il pedone e4, a
meno che non avanzi in e5, ed inoltre dà al
Nero la possibilità di inchiodare il Cavallo
con Ac5.
10. ... Te8 ; la migliore. Minaccia Ac5 ; Ae3,
Cd5. Impedisce anche Ae3 a causa di Cd5 o
Ac5.
11. Cb3, f 6 ; preparando b6 seguita da c5 e
Ab7 in collegamento con Cg6 il che mettereb -
be il Bianco in grandi difficoltà per difendersi
dall'attacco combinato contro i due pedoni
centrali.
12. f 5

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m .mm mm %

É
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H & Im
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tfrrrrrf ?
BIS
RUY LOPEZ 161

Si è asserito erroneamente che questo tratto


vince la partita, ma io non desidererei di più
che avere di nuovo una simile posizione.
Erano necessari parecchi ulteriori errori da
parte mia per giungere ad una posizione per -
duta.

i
Hi
ilfill
* »mm &
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VA

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VA
'// / m&A

12. . . . b6 13. Af 4
13. .. . Ab7
Giuocata contro il mio stesso concetto. La
mossa giusta era AxA.
Il Dott. Lasker dà la seguente variante :

— —
13. ... AxA ; 14. TX A, c 5 ; 15. Tal di , Ab 7 ;
16. Tf 2, Ta8 d 8 ; 17. T X T , T X T ; 18. Td 2 ,
T x T ; 19. CXT ed asserisce che il Bianco sta
meglio. Ma, come Niemzovitch indicò subito
dopo la partita, la mossa 16. ... Ta8 d8, data
nella variante di Lasker, non costituisce la


mossa migliore. Se 16. ... Ta c8 ! il Bianco
avrebbe molta difficoltà per pattare, giacché
non si vede come il Bianco possa efficacemen -
te impedire al Nero di giuocare Cc6 seguito
da Ce5, minacciando Cc4. E qualora il Bianco
tentasse di opporsi a questa manovra ritirando
il Cavallo dalla casa b3, allora il Cavallo nero
162 PARTITA 5a

può andare in d4 ed il pedone bianco in e4 di-


verrebbe oggetto di attacco. Tuttavia, ripren-
dendo la variante del Dr. Lasker, qualunque
possa essere il vantaggio, questo scompare su-
bito se il Nero giuoca 19. ... Cc6, minacciando
Cb4 ed anche Cd4 nessuna delle quali si può
impedire. Se il Bianco risponde 20. Cd5 il Nero
può almeno pattare rispondendo Cd4. Infatti,
dopo 19. ... Cc6, il Nero minaccia molte case
ed è difficile vedere come il Bianco possa im-
pedire di perdere imo o più pedoni.
14. AXA ex A 15. Cd4
E’ un fatto curioso, ma pur vero, che io non
vidi questa mossa quando giuocai 13. ... Ab7,
altrimenti avrei giuocato il tratto giusto che
era 13. ... AxA .

15. . . . Ta8 d8
La partita è ancora lungi dall'essere perdu-
ta, poiché contro l’entrata del Cavallo, il Nero
pu ò giuocare, più tardi, c5 seguita da d5.
16. Ce6 Td7
77/
P
« «
WM.
17. Tal di
ss mm. m

tmm&m m
mmmmm
m m mm m m
&m m r n m
I

m ififiiR
Stavo ora per giuocare c 5 per farlo seguire
da d5 che, pensavo, mi avrebbe assicurata la
RUY LOPEZ 163

patta, quando ad un tratto divenni ambizioso


e pensai che potevo giuocare la mossa del te-
sto, 17 ... Cc8 ed in seguito sacrificare la qualità
per il Cavallo e6, guadagnando un pedone per
la qualità ed indebolendo sempre più il pedone
e4 del Bianco.
Avevo intenzione di realizzare questo piano
o prima o dopo aver giuocato g5, a seconda
delle circostanze. Facciamone ora ranalisi :
17 ... c5. Se 18. Cd5, AxC ; 19. pxA, b5, ed una
analisi attenta mostrerà che il Nero non ha
nulla da temere. Il piano del Nero sarà, in
questo caso, di portare il suo Cavallo in e5 via
c8, b6 e c4 o d7. Oppure 17 ... c5 ; 18. Tf 2, d5 ;
19. exd, Axp ; 20. CXA ( la migliore poiché se

Tf 2 d2, AxC con vantaggio del Nero ), T x C ;
21. TxT, C x T e non c’è ima buona ragione per
cui il Nero debba perdere.
17. . . . Cc8 18. Tf 2 b5

21. a3
— Aa8

19. Tf 2 d2 Td7 «7 29. b4 R£7

Cambiando una seconda volta il mio piano


originale e, questa volta, senza alcuna ragio -
ne. Se avessi giuocato T x C ; f 5 x T -f , T x e6
come intendevo fare quando retrocessi col Ca-
vallo in c8, dubito molto che il Bianco avrebbe
potuto vincere ; ciò, per lo meno, sarebbe stato
estremamente difficile.
22. Rf 2 Ta7 23. g4 h6
24. Td3 a5 25. h4 a5 x b4

26. a3 xb4 Ta7 e7
Questa mossa non ha scopo alcuno. Il Nero,
pur avendo un giuoco inferiore, si dibatte in
164 PARTITA 5a

cerca di una mossa. Sarebbe stato meglio giuo-


care Ta3 per mantenere il possesso della co-
lonna e, al tempo stesso, minacciare di uscire
col Cavallo in b6 e c4.
27. Rf 3 Tg8 28. Rf 4 g6
Ancora una mossa cattiva. Le due ultime
mosse del Bianco erano deboli, dal momento
che il Re bianco, qui, non fa nulla. Egli avreb-
be dovuto giuocare la sua Torre in g3 alla 27a
mossa. Il Nero avrebbe dovuto giuocare, ora,
g5 -K Perduta questa occasione, il Bianco ha
via libera e finisce la partita in modo perfet-
to mentre il Nero diventa, ad ogni mossa, sem-
pre più impotente. La partita non ha bisogno
di ulteriori commenti, eccetto che il mio giuo -
co fu caratterizzato, per tutta la partita, da
una assoluta irresolutezza. Una volta fatto un
piano, lo si deve, se possibile, condurre a ter-
mine. Per quanto riguarda il giuoco del Bian-
co, considero deboli le sue 10a e 12a mosse ;
dopo di che egli giuocò bene fino al tratto 27°
che fu un tratto cattivo come lo fu il tratto
28°. Il rimanente del suo giuoco fu buono ; pro-
babilmente perfetto.
29. Tg3 g5+ 30. Rf 3 Cb6
31. hxg hxg 32. Th 3 Td7
33. Rg3 !
35. e5
Re8
d6 xe5 36. Ce4

34. Tdl -hi Ab7
Cd5

37. Ce6 c5 Ac8
39. Th 7 Tf 8
38. CxT
40. Tal
AxC
Rd8
41. Ta8 + Ac8 42. Cc5 il Nero ab-
bandona
DIFESA FRANCESE 165

PARTITA 6a - Difesa francese ( 1916 )


Bianco Nero
O. Chajes J. R. Capablanca
1. e4 e6 2. d4 d5
3. Oc3 Cf 6 4. Ag5 Ab4
Di tutte le varianti della difesa francese que-
sta è quella che preferisco, perché dà al Nero
maggiori probabilità di prendere l’iniziativa.
5. e5.
Quantunque io consideri 5. pxp il tratto mi-
gliore, c’è molto da dire a favore di questa
mossa, ma non della variante, nel suo com-
plesso, che il Bianco adott ò in questa partita.
5. . . . h6 6. Ad 2 AxC
7. b 2 xA Ce4 8. Dg4 Rf 8
L’alternativa g6 lascia molto debole il lato
di Re Nero. Il Bianco, giuocando h 4, obblighe-
rebbe il Nero a giuocare h5 e, in seguito, l’Al-
fiere bianco minacoerebbe, andando in d3, il
pedone debole g6. Col tratto del testo il Nero
rinuncia all’arroccamento, ma guadagna tem-
po per un attacco contro il centro del Bianco
e contro l’ala di Donna.
9. Acl c5
Minacciando Da5 e fermando, in tal modo,
la minaccia Aa3 del Bianco. Ciò dimostra che
l’ultimo tratto del Bianco fu una completa per-
dita di tempo e che non fece che indebolire la
sua posizione.
10. Ad3 Da5 11. Ce2 c5 xd 4

12. 0 0 d4 xc3
14. Dxe 4 Cc6
13. AXC d5 xA
166 PARTITA 6a

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Il Nero è uscito daH’apertura con un pedo-


ne di vantaggio. Tuttavia il suo sviluppo ne ha
sofferto alquanto e vi sono Alfieri di colore
diverso, in modo che non si può ancora dire
che il Nero abbia una partita vinta ; ma egli
ha certamente la posizione migliore, perché
oltre ad avere un pedone di più, egli minaccia
il pedone e5 del Bianco, che deve essere dife-
so e ciò gli darà la possibilit à di collocare il
suo Cavallo in d5 via e7. Quando il Cavallo
nero sarà collocato in d5, l’Alfiere sarà svilup-
pato in c6, via d7, non appena se ne presente-
rà la possibilit à, ed allora sarà il Nero ad ave-
re l’iniziativa e potrà, quindi, decidere l’anda-
mento della partita.
15. Tdl .
Per impedire Ce7 cui il Bianco rispondereb-
be con Cxc3 o, meglio ancora, con Aa3. Il trat-
to è, tuttavia, errato strategicamente, poiché
piazzando i suoi pezzi sull’ala di Donna, il
Bianco perde ogni probabilità che poteva ave-
re di eseguire un determinato attacco sull’ala
di Re prima che il Nero sia del tutto preparato
a sostenerlo.
DIFESA FRANCESE 167

15. . . . g6 16. f 4 Rg7


17. Ae3
Sarebbe stato meglio giuocare a4 per poter
giuocare Aa3. L'Alfiere del Bianco starebbe
meglio sulla diagonale aperta che non in e3
dove opera unicamente in difesa.
17 . . . Ce7 18. Af 2 Cd5
Il Cavallo paralizza completamente l’attac-
co perché domina tutta la posizione e non c'è
modo di farlo sloggiare. Al riparo di esso il
Nero può tranquillamente sviluppare i suoi
pezzi. Si pu ò dire che ora la partita è strategi-
camente vinta per il Nero.
19. Td3 Ad7
21. Tg3 Rh7
20. Cd4 Ta8 c8
22. h 4 Th8 g8
——
23. h5 Db4
Allo scopo d’inchiodare il Cavallo e tenersi
pronto a retrocedere con la Donna in e7 od
in f 8 ed impedire, al tempo stesso, Tal bl .
In realtà tutte queste precauzioni non sono

necessarie, poiché l'attacco del Bianco non ha
consistenza. Il Nero avrebbe dovuto lasciar da
parte tutte queste cautele e giuocare, ora, Da4
per farla seguire da f 5, come farà in seguito
ma in circostanze meno favorevoli.
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168 PARTITA 6a

24. Th 3 f 5
Questo non costituisce il tratto migliore, co-
me il Bianco presto dimostrerà. Df 8 avrebbe
evitato tutto, ma il Nero vuol prendere l’ini -
ziativa subito e si mette in complicazioni.
Tuttavia il tratto del testo non è perdente,
come presto si vedrà.
25. e5 xp en passant, C x f 6 ; 26. h5 xg6 + ,
Txg6 ; ( vedi la posizione risultante, nel se-
guente diagramma )

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27. Txh 6 + ( questo tratto guadagna la Don-
na ), R x T ; 28. Cf 5 + , e6 xC ; 29. DxD.
La posizione ( vedi secondo diagramma ) è
oltremodo interessante :

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DIFESA FRANCESE 169

Credevo che sarebbe stato possibile fare un


attacco tale contro il Re bianco da costringer-
lo a non resistere molto a lungo, ma mi sba-
gliai, a meno che non fosse stato possibile at-
tuarlo giuocando prima Ac6, forzando il Bian-
co a giuocare g3 e giuocando, allora, Rh5. Se-
guii un piano simile ma perdetti un tempo im-

portantissimo giuocando Tc8 g8, che diede
tempo al Bianco di giuocare Tdl. Tuttavia so-
no convinto che Ac6 subito, era il tratto giusto.
Il Bianco sarebbe forzato a giuocare g3 ed il
Nero risponderebbe con Rh5, come già detto,
e che sembra il tratto migliore ( il piano è na-
turalmente di giuocare Th8 seguito da Rg4
minacciando il matto, o da qualche altro trat-
to a seconda delle circostanze. In certi casi,
naturalmente, sarebbe meglio giuocar prima
Rg4 ) oppure Ce4 che gli darebbe almeno la
patta.
Vi sono così tante possibilità in questa posi-
zione che sarebbe impossibile riportarle tutte.
Varrebbe la pena che il lettore analizzasse be-
ne le linee di giuoco suindicate.

29. . . . Tc8 g8
Come già detto, Ac6 era la mossa migliore.
30. g3 Ac6 31. Tdl Rh5
Il piano, come spiegato sopra, è di portarsi
col Re in g4 al momento opportuno e di mi-
nacciare il matto in hi , ma ora è troppo tardi
perché la Torre bianca è arrivata in tempo per
impedire tale manovra.
Perciò, invece del tratto del testo, il Nero
170 PARTITA 6a

avrebbe dovuto giuocare Ce4 che gli avrebbe


data almeno la patta. Dopo i tratti del testo la
bilancia si è capovolta. E’ ora il Bianco ad ave-
re il vantaggio ed il Nero deve lottare per ve-
dere di pattare.
32. Td6 Ae 4
Il tratto migliore era ancora Ce4 e, proba-
bilmente, l’ultima possibilit à che aveva il Nero
di pattare contro il miglior giuoco del Bianco.
33. Dxc3, Cd5 ; 34. TXT, RxT ( 34. ... CxD ;
35. TXT, Cxp non era migliore ).
35. De5 Rf 7 36. c4 Te8
37. Db2 Cf 6 38. Ad4 Th8
39. Db5 Thl + 40. Rf 2 a6
41. Db6 Th 2 -b 42. Rei Cd7
43. Dd6 Ac6 44. g4 f 5 xg4
45. f 5 Thl + 46. Rd 2 Re8
47. f 6 Th7 48. De6 + Rf 8
49. Ae3 Tf 7 50. Ah 6 + Rg8
La maggior parte dei giuocatori si meravi-
glieranno, come fecero gli spettatori, perché
io abbandonai. La ragione è che, mentre sape-
vo che la partita era perduta, speravo nella
seguente variante che Chajes per poco non
giuocò : 51. Dxg4 + , Rh7 ; 52. Dh5, Txf 6 ; 53.
Ag5 + , Rg7 ; 54. A x T + , R x A ; e mentre il Bian-
co ha una partita vinta, non è affatto facile
realizzare la vittoria . Se il lettore non lo crede,
prenda egli i bianchi contro un Maestro e ve-
da ciò che accade. Il mio avversario, che de-
cise di non correr alee, giuocò 51. Ag7 vincen-
do, infine, nel modo qui sotto indicato.
RUY LOPEZ 171

51. Ag7 g3 52. Re 2 g2


53. Rf 2 Cf 8 54. Dg4 Cd7
55. Rgl a5 56. a 4 Axa4
57. Dh 3 Txf 6 58. AxT Cx A
59. Dxg2 + Rf 8 60. Dxb7
e dopo poche mosse il Nero abbandonò.
Una bellissima partita da parte di Chajes
dalla mossa 25a in poi, perché mentre il Nero
pur avendo ima posizione migliore perdette
molte occasioni, il Bianco non se ne lasciò
sfuggire alcuna.

PARTITA 7a - Ruy Lopez


( San Sebastiano, 1911 )

Bianco Nero
J . R. Capablanca A. Bum
1. e4 e5 2. Cf 3 Cc6
3. Ab5 a6 4. Aa4 Cf 6
5. d 3
Questo è uno sviluppo molto solido che io
usavo molto a quell’epoca non conoscendo an-
cora le molteplici varianti dell'apertura.
5. . . . d6 6. c3 Ae7
In questa variante c'è l'alternativa di giuo-
care questo Alfiere in g7 dopo g6.

7. Cbl d 2 0 0
9. Ac2 d5
— 8. Cfl
10. De2
b5
d5 xe4
11. d3 X e4 Ac5
Evidentemente per far posto alla Donna in
e7, ma credo che tale mossa non sia consiglia-
bile a questo punto. Ae6 è una mossa più na-
172 PARTITA 7a

turale ed efficace : sviluppa un pezzo e minac-


cia Ac4, che si dovr à impedire.
12. Ag5 Ae6
Ora questo tratto non è più così efficace, per-
ché l’Alfiere di Donna del Bianco è uscito ed
in Cavallo, andando in e3 per difendere la casa
c4, non blocca più rAlfiere di Donna bianco.
13. Ce3 Te8 14 . 0 0 De7
Questo tratto non è buono. Già la partita

del Nero non era buona. Probabilmente egli
non aveva altra scelta che quella di pren-
dere il Cavallo con l’Alfiere prima di fare la
mossa del testo.

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15. Cd5, A x C ; 16. e x A , C b 8 ; per portare


questo Cavallo in d7 per difendere l’altro Ca -
vallo ed anche il suo pedone e5. Tuttavia il
Bianco non gli dà il tempo di far ciò e, valen-
dosi della sua posizione superiore, è in grado
di guadagnare un pedone.
17. a4 b4
Dal momento che non aveva modo di impe -
dire la perdita di un pedone, il Nero avrebbe
dovuto cederlo dove si trovava e giuocare
RUY LOPEZ 173

Cb8 — d7 per rendere ù solida la sua posizio-


pi
ne. La mossa del testo non solo un pe- perde
done, ma lascia molto indebolito il giuoco del
Nero.
18. c3 xb4 À Xb 4 19. AxC DxA
20. De4 Ad6 21. DXH7 + Rf 8

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Con un pedone di più e tutti i suoi pezzi


pronti ad entrare in azione, mentre il Nero è
ancora indietro di sviluppo, non rimane al
Bianco che sfruttare il vantaggio prima che il
Nero possa uscire con i suoi pezzi, nel qual
caso, sfruttando la colonna aperta h, il Nero
potrebbe essere in grado di iniziare un forte
attacco al Re bianco.
Il Bianco, colla mossa che segue, elimina
ogni pericolo.
22. Ch 4 Dh 6
Praticamente forzata. Il Nero non poteva
giuocare g6 a causa di Axg6 ed il Bianco
avrebbe minacciato, frattanto, Dh8 -f seguito
da Cf 5 + e da Dxg7.
23. DxD g7 xD 24. Cf 5 h5
25. Adi Cd7 26. Axh5 Cf 6
174 PARTITA 8a

27. Ae 2
29. Ac4
Cx d5

Tf 8 d8 30. h 4
-
28. Tfl ~ dl Cf 4
a5
Il Nero deve perdere tempo per salvare il
suo pedone a.
31. g3 Ce6 32. AxC f 7 xA
33. Ce3 Td8 b8— 34. Cc4 Re7
Il Nero combatte ima battaglia perduta. Egli
ha, praticamente, due pedoni di meno e quelli
che ha sono isolati e debbono essere difesi da
pezzi.

35. Tal cl Ta7
Il Bianco minacciava C x A seguita da Tc7 + .
36. Tel Rf 6 37. Te 4 Tb4
38. g4 Ta6
( se Txa4 ; CxA guadagnando un pezzo ) .

39. Tc3 Ac5 40. T£3 + Rg7


41. b3 Ad4 42. Rg2 Ta8
43. g5 Ta6 44. h5 TxC
45. b3 xT Tc6 46. g6 il Nero ab-
bandona

PARTITA 8 a - Partita del Centro


( Berlino, 1913 )

Bianco Nero
J. Mieses J . R. Capablanca
1. e4 e5 2. d4 exd
3. Dxd Cc6 4. De3 Cf 6
5. Cc3 Ab4 6. Ad 2 0 0 —

7. 0 0 Te8
In questa posizione si giuoca spesso d6, in-
vece della mossa del testo, allo scopo di svi -
PARTITA DEL CENTRO 175

luppare l’Alfiere c8. La mia idea era di eser -


citare una pressione sufficiente sul pedone e4
per poterlo catturare e guadagnare così un van-
taggio materiale che, almeno, avrebbe compen-
sato qualsiasi altro leggero vantaggio di posi-
zione da parte del Bianco. Il piano credo sia
del tutto fattibile. Le difficoltà in cui mi tro-
vai in seguito furono il frutto di una fallace
esecuzione del piano stesso.
8. Dg3 Cxe4 9. CxC TxC
10 . Af 4 Df 6
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La minaccia del Bianco di riguadagnare il


pedone era unicamente con ridea di guadagna-
re tempo per sviluppare i suoi pezzi. Il Nero
avrebbe potuto giuocare d6 aprendo la via al
suo Alfiere c8 al che sarebbe seguito ll. Ad3,
Te8 ; 12. Cf 3, ed il Bianco avrebbe presto sfer-
rato un violento attacco contro il Re nero. Con
la mossa del testo il Nero mira ad assumere
riniziativa, in conformità ai princìpi esposti in
questo libro.
11. Ch3
( se 11. Axc7, d 6 ; ed il Bianco avrebbe il suo
176 PARTITA 8a

Alfiere completamente tagliato fuori e soltan-


to a scapito della posizione potrebbe metter-
lo ancora in giuoco. La mossa del testo mira
ad ottenere un rapido sviluppo per conservare
l’iniziativa ).
11. . .. d6
Questa mossa è ora non soltanto di svilup-
po, ma minaccia anche di guadagnare un pez-
zo con AxG.
12. Ad3 Cd 4
Questo tratto complica la partita senza ne-
cessit à alcuna. Te8 era una mossa semplice e
perfettamente sicura.
13. Ae3 Ag4

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Questa mossa costituisce un grave errore.
La posizione era molto interessante e sebbene
apparentemente pericolosa per il Nero, non lo
era in realtà. Il tratto giusto era 13. 13. ... Tg4,
cui avrebbe potuto seguire 14. A xC, TX A ;
15. c3, Axc3 ; 16. b2 xA, Tg4 ; 17 De3 ( la mi . -
gliore ), Dxc3 + ; 18. A c 2 , D x D ; 1 9. f 2 x D,
T x g2 ed il Nero ha il miglior giuoco con 4 pe -
PARTITA DEL CENTRO 177

doni per un Cavallo, oltre al fatto che tutti i


pedoni Bianchi sono isolati.
14. Cg5 !, TxA ( la migliore ) ;

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15. DxA ! Ce2 + 16. AXC TxA
17. Ce4 ! TXC 18. DxT Dg5 +
19. f 4 Db5 20. c3 Ac5

21. Thl el De6 22. Td5
( 22. DxD avrebbe conferito al Bianco un
vantaggio decisivo, sufficiente per vincere
con giuoco corretto. Tuttavia Mieses teme -
va le difficoltà di un finale in cui, pur
avendo la qualità, aveva un pedone in me -
no. Preferì conservare la Donna e mantene -
re l’attacco. A prima vista, ed anche dopo ma-
tura riflessione, sembra che non si possa fare
obbiezione alcuna a tale piano del Bianco, ma
in realtà non è così. Da questo momento la
partita migliorerà gradatamente in favore del
Nero finché il Bianco, pur con la qualità, do-
vrà perdere.
22. . . . Dd7 23. f 5 c6
24. Td2 d5
178 PARTITA 8a

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Il mio piano è assai semplice. Esso consiste-


rà nel portare il mio Alfiere in f 6. Poi cerche-
rò di paralizzare l’attacco del Bianco contro il
mio Re, giuocando h 6 e gli impedirò di giuo-
care g5. Una volta che il mio Re sarà al sicuro
da ogni attacco, comincerò ad avanzare i miei
pedoni dell’ala di Donna dove ne ho quattro
contro tre, e tale vantaggio, unitamente al-
l’enorme potenza di attacco del mio Alfiere in
f 6, dovrà almeno assicurarmi la parità.
25. Df 3
27. Dh5
Ae7
h6
26. Td 2 e 2 Af 6
28. g4 Rh7 !

Per impedire h 4 cui seguirebbe g6, guada-
gnando la Donna. Si può, ora, vedere come il
mio Re sia al sicuro da ogni attacco. Il Bianco
dovrà ritirare la sua Donna via h3 ed il Nero
potrà impiegare il tempo per iniziare l’avanza-
ta sull’ala di Donna.
29. Rbl Td8 30. Tdl c5
Si noti che il Bianco, neH’assumere la dife-
sa, ha collocato le sue Torri in modo corretto,
dal punto di vista della strategia. Esse sono
ambedue su case bianche al sicuro da ogni at-
tacco dell’Alfiere nero.
PARTITA DEL CENTRO 179

30. Dh 3 Da4
Questo tratto guadagna tempo, attaccando
la Torre e fissando per il momento la Donna
bianca in h 3 a causa del pedone in g4. Inoltre
la Donna, ora che bisogna iniziare l'attacco,
deve trovarsi nel centro della lotta. Il Bianco
è, per il momento, in prevalenza di forze e,
quindi, il Nero deve utilizzare tutto ciò che ha
a disposizione se vuol vincere.

32. Te2 d2, De4 + ; 33. Rai , b5 ; minaccian
do b4 che aprirebbe la diagonale aH’Alfiere in
-
f 6 ed assicurerebbe, inoltre, un pedone pas-
sato.
34. Dg2, Da4 ; difendendo indirettamente il
pedone d5 che il Bianco non può prendere a
causa di DxTdl + .
35. Rbl b4
L'attacco aumento di forza. La posizione è,
ora, molto interessante ed assai difficile. E '
dubbio che esista una difesa valida contro il
giuoco del Nero. Le varianti sono numerose e
difficili.

36. c3 xb4 Dxp


180 PARTITA 8a

Il Nero ha ora un pedone passato ed il suo


Alfiere esercita una forte pressione. Il Bianco
non può ora giuocare 37. Txd5 a causa di
37. ... TXT ; 38. TXT, Axb2, ed il Bianco non
può prendere l’Alfiere a causa di De4 + che
guadagnerebbe la Torre, lasciando il Nero con
un pedone passato.
37. a3 Da4 ! 38. Txd5 Tb8

41. Dd6

39. Tdl d2 c4
c3
40. Dg3 Tb3

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Anche 41. ... Axb2 vincerebbe, il che dimo-


stra che la partita del Bianco è irremissibil-
mente perduta. Tuttavia, in casi simili, non è
la mossa più bella che si deve giuocare, ma
bensì quella più efficace, quella cioè che ob-
bliga il vostro avversario ad abbandonare pri-
ma.
42. Tc2 c3 xb2 43. Td3 De4
44. Tdl Tc3
il Bianco abbandona
Il Bianco, naturalmente, dovrebbe giuocare
Dd 2 ed il Nero giocherebbe, allora, Txa3.
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 181

PARTITA 9a - Gambitto di Donna rifiutato


( Berlino, 1913 )

Bianco Nero
J. R. Capablanca R. Teichmann
1. d 4 d5 2. Cf 3 Cf 6
3. c4 e6 4 . Ag5 Ae7
5. Cc3 Cd7
7. Tel b6
6. e3 —
0 0
8. c4 X d4 e6 X d5
9. Ab5
Una mia invenzione, credo. La giuocai lì per
lì, tanto per cambiare randamento normale
della partita. L'Alfiere si porta generalmente
in d3 oppure in a6, dopo Da 4. Il tratto del testo
è nell'ordine di sviluppo ordinario e, siccome
non viola nessun principio, non può essere cat-
tivo.
9. . ..
11. Aa 4
Ab7
Tc8

10. 0 0 a6
12. De 2 c5
13. d4 xc5 Cxc5

( se b6 xc5 ; 14. Tfl di ed il Bianco giuoche-
rebbe per guadagnare imo dei pedoni centrali
del Nero ).
Lo svantaggio della mossa del testo è che
lascia isolato il pedone di Donna del Nero e,
quindi, soggetto ad essere attaccato.

14. Tfl di CxA
L'alternativa sarebbe stata 14. ... b5 ; 15. Ac2,

b4 ; 16. Ca4, Cc5 e4.
15. CXC b5 16. TXT DxT
17. Oc3 Dc4
Il Nero tende al cambio delle Donne per ri-
manere con i due Alfieri per il finale ma, in
182 PARTITA 9a

questa posizione, tale linea di giuoco costitui-


sce un errore, perché l’Alfiere in b7 è inattivo
e non può entrare in giuoco a meno che il Ne-
ro non abbandoni il suo pedone isolato, attual-
mente in d5, che il Nero deve difendere.
18. Cd4.
Naturalmente, non Td4 a causa di DxD ;
C x D, Tc8 ; e non ci sarebbe un modo buono
per impedire Tc2.
18. . . . DXD 19. Cc3 xD !
Si noti la coordinazione delle mosse dei Ca-
valli. Essi vengono manovrati a catena, per
così dire, allo scopo di mantenere uno di essi
o in d 4 o pronto ad andarvi. Ora il Bianco mi-
naccia di occupare la colonna aperta e, perciò,
obbliga il Nero a fare la mossa che segue.
19. ... Tc8

Lo studioso esamini attentamente questa po-


sizione. Sembra non esservi alcun pericolo
particolare, ma tuttavia, come il Bianco dimo-
strer à, il Nero può dirsi perduto. Se la partita
non è proprio perduta del tutto, la difesa è per
lo meno di natura estremamente difficile.
GAMBUTO DI DONNA RIFIUTATO 183

Devo confessare che, per parte mia, non vedo


una difesa adeguata alla prossima mossa del
Bianco.
20. Cf 5 ! Rf 8
Se 20. ... Ad8 ; 21. Cd6, Tc7 ; 22. CxA, TxC ;
23. AxCf 6, Ax A ; 24. Txd5, Tc7 ; 25. Td2 ed il
Bianco con un pedone di più.
.
Se 20. . . TAlfiere nero muove andando in un
qualsiasi posto, allora AxC raddoppiando il
pedone / ed isolando tutti i pedoni neri del lato
di Donna.
21. CXA, RxC ; 22. Cd 4 , g 6 ; praticamente
forzata, perché il Bianco minacciava Cf 5 + . Si
noti che il Cavallo nero è inchiodato in modo
tale, che solo cedendo il pedone h o abbando-
nando la linea con la Torre ( il che sarebbe di -
sastroso perché il Bianco se ne impadronireb-
be subito ) il Nero pu ò trovare qualche sol -
lievo.
23. f 3 ! h6

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Il Nero non pu ò far altro che segnare il pas-


so con la sua Torre lungo la colonna aperta
giacché, allontanandosene, il Bianco l’occupe -
184 PARTITA 9a

rebbe subito. Il Bianco, d’altra parte, minac-


cia di portarsi col suo Re in e5 via Rf 2, Rg3,
Rf 4 dopo aver, naturalmente, preparata la
strada. Quindi la miglior cosa per il Nero era
di cedere un pedone, come nel testo, per poter
liberare il suo Cavallo.
24. Axh 6 Cd7 25. h 4 Ce5
26. Af 4 Ce6
Il Nero cambia i Cavalli per rimanere con
gli Alfieri di colore diverso, il che gli offre la
possibilità migliore per pattare.
27. CxC, RxC ( 27. ... f 7 x C sarebbe peggiore
perché il Bianco sarebbe in grado di colloca -
re il suo Alfiere in e5.
28. Td 2 Th 3

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Il Nero vuol forzare Ag3. Sarebbe cattivo


giuocare g2-g3 a causa di d5-d4, che mettereb-
be in giuoco TAlfiere nero, anche se il Bianco
può rispondere e3-e4. La mossa del testo tut -
tavia è debole, come presto si vedr à. La miglior
cosa per il Nero era di giuocare g5 facendolo
seguire da a5 e da Aa6. Il Bianco, frattanto,
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 185

poteva giuocare g4 ed h5 ottenendo un pedone


passato che, giuocando bene, dovrebbe dare la
vittoria.
29. Tc2 Tc8 30. TXT AxT
Vi sono ora Alfieri di colore diverso, ma tut-
tavia il Bianco ha ima partita facile a vincersi.
31. Rf 2 d4
IF li J

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Praticamente forzata, altrimenti il Re bian-


co si porterebbe in d4 e poi in c5 e catturereb-
be i pedoni neri delFala di Donna. Qualora il
Nero tentasse di opporsi a ciò, piazzando il
suo Re in c6, allora il Re bianco entrerebbe
sul lato di Re nero attraverso e5 e vincerebbe
altrettanto facilmente.
32. e3 xd4 Rd5 33. Re3 Ae6
34. Rd3 Rc6 35. a3 Af 5 +
36. Re3 Ae6 37. Ah 6
E’ meglio non aver premura a giuocare g4
a causa di f 5, perché, quantunque il Bianco
vinca in ogni caso, ciò richiederebbe troppo
tempo.
Ora il Re bianco minaccia di andare in f 4,
dopo aver piazzato il suo Alfiere in g7 dove
186 PARTITA 10a

non solo proteggerebbe il pedone di Donna in


d4 ma, indirettamente, anche il pedone in b2.
37. ... Rd5 ; 38. Ag7, il Nero abbandona.
Lo studioso si sarà reso conto, ormai, del-
renorme importanza di giuocare bene ogni
specie di finale. In questa partita il Bianco ten
-
deva, praticamente fin dairinizio, all’isolamen -
to del pedone di Donna del Nero. Ottenuto ciò
egli cercò e, fortunatamente, ottenne un altro
vantaggio di posizione altrove ; vantaggio che
si tradusse nel vantaggio materiale di un pe -
done. Poi, giuocando con precisione il finale,
riuscì gradatamente a riportare la vittoria.

PARTITA 10 a - Difesa Petroff


( S. Pietroburgo, 1914 )

Bianco Nero
J. R. Capablanca F. J. Marshall
1. e4 e5 2. Cf 3 Cf 6
3. Cxe5 d6 4. Cf 3 Cxe4
5. De2 De7 6. d 3 Cf 6
7. Ag5
Giuocata da Morphy. Mossa bellissima. La
idea è che se il Nero dovesse cambiare le Don-
ne si troverebbe una mossa indietro nello svi -
luppo ed avrebbe, quindi, un giuoco inceppato,
se il Bianco giuoca bene.
7. . . . Ae6
Marshall credeva allora che questa fosse la
DIFESA PETROFF 187

mossa migliore e, per conseguenza, la giuoco


a preferenza di DxD + .
8. Cc3 h6 9. AxC DxA
10. d4 Ae7 11. Db5 + Cd7
12. Ad3 !

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E’ ora tempo di esaminare il risultato del-
l’apertura. Da parte del Bianco troviamo i pez-
zi minori ben piazzati e la Donna sviluppata,
è vero, in ima posizione un po’ strana, ma che
non può essere attaccata e che, anzi, attacca
un pedone. Il Bianco è anche pronto ad arroc-
care.
La posizione del Bianco è esente da pericoli
ed i suoi pezzi possono manovrare facilmente.
Da parte del Nero, la prima cosa che si nota
è che egli ha conservato i due Alfieri il che, sen-
za dubbi, costituisce un vantaggio ; ma, d’altra
parte, troviamo i suoi pezzi ammucchiati un
po’ troppo e la Donna in pericolo d’essere at-
toccata e senza che abbia una buona casa in cui
andare. L’Alfiere in e7 non ha libert à e, inol-
tre, blocca la Donna che, a sua volta, blocca
l’Alfiere. Inoltre il Nero non può arroccare
188 PARTITA 10a

sull’ala di Re perché D x b7, Tb8 ; De4 minaccia


matto guadagnando un pedone. Né può arroc-
care dal lato di Donna perché Da5 lo mette-
rebbe in pericolo imminente poiché egli non
può giuocare a6 a causa di A x a6 ; né può giuo-
care Rb8 a causa di Cb5.
Possiamo, quindi, concludere che l’apertura
è in favore del Bianco.
12. . . . g5
Per far posto alla Donna, minacciando an-
che g4.

13. h3, 0 0 ; abbandonando un pedone nel
tentativo di liberare il suo giuoco ed assume-
re l’iniziativa. Era difficile, per il Nero, trova-
re una mossa, perché il Bianco minacciava Ce 4
e, qualora il Nero fosse andato con la Donna
in g7, allora d5, Af 5 ; Cxd6 + seguita da AxA.
14. Dxb7 Ta8 b8
16. b3 c5
— 15. De4 Dg7

Per rompere il centro bianco e portare il suo


Cavallo in c5 e porre, così, le fondamenta per
un violento attacco contro il Re bianco.
Il piano, tuttavia, non riesce, come accade
sempre in casi simili, perché il Nero è indie-
tro di sviluppo e, per conseguenza, i suoi pezzi
non sono ben piazzati.

17. 0 0 c5 xd4 18. Cd5 !
Una mossa semplice che distrugge comple-
tamente il piano del Nero. Il Nero non avr à,
ora, un’azione combinata dei suoi pezzi e sic-
come tutti i suoi pedoni sono deboli, li per-
der à presto o tardi, come si vedrà.
DIFESA PETROFF 189

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18. . . . Ad8 19. Ac4 Cc5


20. Dxd4 DxD
Il fatto che il Nero debba cambiare le Don-
ne mentre ha un pedone di meno, sta ad indi-
care che la partita del Nero è, ormai, perduta.
21. CxD AxC 22. AxA Af 6

23. Tal di AxC
Il Cavallo era troppo minaccioso ; ma il fi-
nale che ora ha luogo è uno di quelli in cui
FAlfiere è più forte del Cavallo. La partita non
ha più interesse. Il Nero fu in grado di lotta -
re fino alla sessantesima mossa a causa di qual-
che mossa debole da parte del Bianco.
Il seguito delle mosse viene riportato solo
per formalità.
24. TX A Rg7 25. Ac4 Tb6
26. Tel Rf 6 27. f 4 Ce6
28. f 4 xg5 h 6 xg5 29. Tfl + Re7
30. Tg4 Tg8 31. Tf 5 Tc6
32. h 4 —
Tg8 c8
34. AXC f 7 X A
33. h 4 xg5 Tc5
35. TXT TXT
36. g6 Ef 8 37. Tc4 Ta5
38. a4 Rg7 39. Tc6 Td5
190 PARTITA lla

40. Tc7 + Rxg6 41. Txa7 Tdl +


42. Rh2 d5 43. a5 Tfl
44. Tc7 Tal 45. b4 Ta4
46. c3 d4 47. Tc6 d4 x c3
48. Txc3 Txb4 49. Ta3 Tb7
50. a6 Ta7 51. Ta5 Rf 6
52. g4 Re7 53. Rg3 Rd6
54. Rf 4 Rc7 55. Re5 Rd7
56. g5 Re7 57. g6 Rf 8
58. Rxe6 Re8 59. g7 TXg7
60. a7 Tg6 + 61. Rf 5 il Nero ab-
bandona

PARTITA lla - Ruy Lopez


( S. Pietroburgo, 1914 )

Bianco Nero
J. R. Capablanca D. Janowski
1. e4 e5 2. Cf 3 Oc6
3. Ab5 a6 4 . AxC dxA
5. Cc3
Giuocai questa mossa dopo averla discussa
in parecchie occasioni con Alechin. Questi la
considerava allora superiore a d4, che viene
usato generalmente. Egli stesso la giuoco nel
Tomeo in una delle sue partite contro il Dr. E.
Lasker ed ottenne un giuoco superiore pur per-
dendo la partita per una svista.
5. ... Ac5 ; ( f 6 è, probabilmente, la mossa mi-
gliore in questa posizione. Il tratto del testo
non mi piace ) .
6. d 3 Ag4 7. Ae3 AxA
RUY LOPEZ 191

Questo tratto apre la colonna / per il Bian-


co e rinforza il suo centro, ma il Nero non vo-
leva muovere due volte il suo Alfiere.
8. f 2 x A De7 — — —
9. 0 0 0 0 0
Giuoco ardito, tipico di Janowski.
10. Del Ch6

Il problema del Bianco è ora di avanzare il


suo pedone b2 fino in b5 al più presto possi-
bile. Se egli gioca subito b4, il Nero non fa al-
tro che catturarlo. Se egli giuoca prima a3 e
poi b4 dovrà ancora proteggere il suo pedone
b prima di continuare e giuocare a4 e b5. Sta
di fatto che il Bianco ha giuocato una mossa
piuttosto insolita ma la migliore, date le cir-
costanze, poiché, dopo di essa, poteva giuoca-
re subito b4 e poi a 4 e b5.
11. Tbl ! f 6 12. b4 Cf 7
13. a4 AxC
Il Nero semplifica sperando di alleggerire
rattacco del Bianco che dovrà, praticamente,
condursi con i soli pezzi principali sulla scac-
chiera. Può anche averlo fatto allo scopo di
giuocare Cg5 e Ce6.
192 PARTITA lla

14 . . . . TX A
La presa di pedone avrebbe data la possibi-
lit à di un contrattacco.
14. . . . b 6
Forzata, per impedire la rottura dei suoi pe-
doni di Donna. L’ unica alternativa sarebbe sta-
ta b5 che sembra cattiva.
15. b5 c6 xb5 16. a 4 xb5 a5
17. Cd5 Dc5 18. c4

Il Cavallo Bianco esplica, ora, una azione


dominante. Dietro di esso il Bianco potrà pre -
parare un attacco, a cominciare con d4 per
cacciare la Donna nera e permettergli, così, di
giuocare c5. C’è solo una cosa cui bisogna sta -
re attenti ed è d’impedire al Nero di sacrifica-
re la Torre per Cavallo e pedone.
18. . . . Cg5 19. Tf 2 Ce6
20. Dc3 Td7
Se il Bianco avesse giuocato Tfl alla mossa
19a, invece di Tf 2, il Nero potrebbe ora giuoca-
re, invece del tratto del testo, TxC ; e 4 xT,
Dxe3 + seguito da Cc5, con giuoco vincente.
21. Tdl Rb7
DIFESA FRANCESE 193

Sarebbe stato meglio giuocare Rd8. La mos-


sa del testo perde molto rapidamente.
22. d4 Dd6 23. Tc2 e5 xd4
24. e3 X d 4 Cf 4 25. c5 CXC
26. e4 xC Dxd5 27. c6 + Rb8
28. c6 xT Dxd7 29. d5 Te8
30. d6 c7 xd 6 31. Dc6 il Nero ab-
bandona

PARTITA 12a - Difesa francese


( New York, 1918 )

Bianco Nero
J. R. Capablanca O. Chajes
1. e4 e6 2. d4 d5
3. Cc3 Cf 6 4. Ad3
Questo tratto non è il più preferito, ma co-
stituisce una mossa di sviluppo del tutto na-
turale e, per conseguenza, non può essere cat-
tivo.
4. . . . d5 xe4
Invece della mossa del testo si giuoca, qui,
generalmente c5.
5. Cxe 4 Cb8 d7— 6. CXC + CxC
7. Cf 3 Ae7

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194 PARTITA 12a

8. De2
Giuocata per impedire b6 seguita da Ab7 che
costituisce la forma normale di sviluppo del
Nero, in questa variante. Se il Nero giuoca
ora 8. ... b6 ; 9. Ab5 + , Ad7 ; 10. Ce5 ed il Bian-
co acquista un notevole vantaggio nella posi-
zione.

8. . . . 0 0 9. Ag5 h 6
Naturalmente il Nero non poteva giocare
g6 a causa di AxC seguita da De4.
10. AxC AxA 11. De4 g6
Così si indebolisce l’ala di Re del Nero. La
mossa giusta era Te8.
12. h 4 e5

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Il Nero dà un pedone per uscire presto col
suo Alfiere di Donna, ma poiché non ottiene
in compenso nulla, la mossa è cattiva. Avreb-
be dovuto giuocare Dd5. Si sarebbe potuto
avere : 13. Df 4, Ag7 ; 14. Dxc7, Axd4 ; 15. CxA,
——
D x C ; 16.0 0 0, con considerevole vantag-
gio di posizione per il Bianco. La mossa del
testo può considerarsi una leggera forma di
suicidio.
DIFESA FRANCESE 195

13. d4 Xc5 Af 5 14. Df 4 AXA


— —
15. 0 0 0 Ag7 16. TX A De7
17. Dc4
Per impedire alla Donna nera di entrare in
giuoco.


17. .. . Ta8 d8 —
18. Thl di
Un piano migliore sarebbe stato di giuocare
Tel minacciando e6.
1 8. . . . T X T 19. T X T Te8
20. c3 c6
Naturalmente se ... Axe5 ; C x A, D x C ; Te3.
Il Nero, pur con un pedone di meno, lotta du-
ramente.
21. Te3.
Dopo l'ultima mossa del Nero, il pedone
deve essere difeso perché, dopo A x e5 ; C x A,
D x C ; Te3, il Nero potrebbe giuocare Db8 di-
fendendo la Torre.
21. . . . c5 22. Rc2 b6
23. a4
Il piano del Bianco è di stabilizzare l'ala di
Donna per poter manovrare liberamente sul -
l'altro lato, dove è superiore di forze.
23. . . . Dd7 24. Td3 Dc8
25. De4 De6 26. Td5 Rf 8
27. c4 Rg8
196 PARTITA 12a

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Il Nero sa di trovarsi, ora, in ottima posizio-


ne difensiva e, perciò, attende che il Bianco
faccia vedere in che modo intende fare brec-
cia. Egli vede, naturalmente, che il Cavallo
bianco intralcia l’avanzata del pedone f 2 che
non può essere spinto in f 4 per difendere, o
meglio, sostenere il pedone e5.
28. b3 Rf 8 29. Rd3 Rg8
30. Td6 Dc8 31. Td5 De6
32. g4 Rf 8 33. Df 4 Rg8
34. De4 Rf 8

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Il Nero insiste nell’attendere gli sviluppi del



giuoco. Vede che se h 4 h5, g6 xh 5 ; g4 xh5 la
Donna nera va in h 3 ed il Bianco dovrà supe -
DIFESA FRANCESE 197

rare serie difficoltà. In questa situazione il


Bianco decide che l’ unico procedimento è di
portare il suo Re in g3, in modo da difendere
le case h3 e g4 dove la Donna nera potrebbe
diventare pericolosa.
35. Re2 Rg8 36. Rfl Rf 8
47. Rg2 Rg8 38. Rg3 Rf 8
Ora che ha completato la sua marcia col Re,
il Bianco è pronto ad avanzare, come dal dia-
gramma seguente :
mmm
m m mtm
m mm
mmvm & m
y/A

m
mm
A
m m m % %
m

39. h5, g6 xh 5 ( a 39. ... g5 seguirebbe Df 5 con


giuoco vincente ) .
40. g4 Xh5 De7
A Rg8 il Bianco risponderebbe con Dg4 for-
zando praticamente il cambio delle Donne, do-
po di che il Bianco avrebbe un finale facile poi-
ché il Nero non può, in tale posizione essere
pericoloso.
41. Df 5 Rg8
Al Nero sfugge l’importanza della mossa
Td7. La difesa migliore del Nero era Td8 con-
tro cui il Bianco poteva o avanzare il Re o
giuocare il Cavallo in h 4 minacciando Cg6 + .
198 PARTITA 13a

42. Td7 Axe5 -f


Questa mossa perde un pezzo, ma la posi-
zione del Nero era senza risorse.
43. Rg4 Df 6 44. CxA Dg7 +
45. Rf 4 il Nero abbandona
L'interesse di questa partita risiede princi -
palmente nell’apertura e nella marcia del Re
bianco durante il finale. E’ un esempio di come
il Re può diventare un pezzo importante anche
quando vi sono le Regine sulla scacchiera.

PARTITA 13a - Ruy Lopez


( New York, 1918 )

Bianco Nero
.
J S. Morrison J. R. Capablanea
1. e4 e5 2. Cf 3 Cc6
3. Ab5 d6 4. Ce3 Ad7
5. d4 e5 x d4 6. Cxd4 g6
In questa forma di difesa della Ruy Lopez
credo che sia di somma importanza lo sviluppo
dell’Alfiere di Re in g7. In tale posizione l’Al-
fiere esercita una forte pressione lungo la gran-
de diagonale. Al tempo stesso la posizione del-
l’Alfiere e dei pedoni davanti al Re, quando
avrà arroccato, è molto forte difensivamente.
Perciò possiamo dire che, in questa forma di
sviluppo, l’Alfiere esercita la sua massima for-
za. ( Si paragoni questa nota con quella alla
partita Capablanca-Bum giocata a S. Sebastia-
-
no Partita 7a ) .
7. Cf 3 Agl 8. Ag5 Cf 6
RUY LOPEZ 199

Naturalmente non Ce7 a causa di Cd5. L’al -


ternativa sarebbe stata di giuocare f 6, seguita
da Ce7, ma in questa posizione è preferibile
avere il Cavallo in 16 .
9. Dd 2 h 6 10 . Ah 4
Un errore di apprezzamento. Il Bianco vuol
tenere inchiodato il Cavallo in f 6, ma era più
importante impedire al Nero d’arroccare subi-
to cosa che si poteva ottenere con Af 4.

10. . . . 0 0 0 0 0 — —
Una mossa ardita ; ma ancora un errore di
apprezzamento, a meno che non intendesse
giuocare per vincere o per perdere, non curan -
dosi della propria sicurezza. L’Alfiere nero in
g7 diventa un potentissimo pezzo d’attacco. La
disposizione strategica dei pezzi neri è ora
molto superiore a quella dei pezzi bianchi e,
quindi, sar à il Nero che assumerà l’iniziativa.
11. . . . Te8 12. Thl el —
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Il Bianco voleva mantenere la sua Torre di
Donna in di , sulla colonna aperta, e portare
quindi l’altra Torre al centro per difendere il
200 PARTITA 13a

suo pedone e , che il Nero minacciava di guada-


gnare con g5 seguito da Cxe4.
12. ...g5 !
Ora che la Torre di Re è al centro, il Nero
può tranquillamente avanzare, poiché il Bian -
co per attaccare dalla parte del Re dovrebbe
spostare le sue Torri, cosa che non può fare
finché il Nero mantiene la pressione al centro.
13. Ag3 Ch 5
Scoprendo razione deirAlfiere in g7 ed al

tempo stesso impedendo e 4 e5 cui seguirebbe
Ch5 xAg3 ; pxC, Cxe5 eoe. guadagnando un
pedone.
14. Cd5 a 6
Il Nero scaccia rAlfiere in modo da schio -
dare i suoi pezzi e poter così manovrare libe-
ramente.
15. Ad3 Ae6 ; preparando la carica.
I pezzi del Nero cominciano a premere con-
tro la posizione del Re bianco.
16. c3.
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Con rultima mossa il Bianco non solo bloc-


ca razione dell'Alfiere in g7 del Nero, ma mira
RUY LOPEZ 201

anche a piazzare il proprio Alfiere in bl e la


sua Regina in c2 e poi ad avanzare il suo pe -
done e per dare scacco in h7.
16. . . . f 5 !
Iniziando un attacco qui non vi è una buona
risposta e che ha per scopo ultimo o il gua -
dagno dell’Alfiere bianco in g3 o di mettere
tale Alfiere fuori giuoco. ( Si confronti questa
partita con quella giuncata ad Hastings fra
Winter e Capablanca ) .
17. h 4 f 4
L’Alfiere è, ora, fuori giuoco. Il Bianco, na -
turalmente, contrattacca violentemente la po -
sizione apparentemente esposta dal Re nero e,
con ottimo apprezzamento, offre anche l’Al -
fiere.

18. h 4 xg5 ! h 6 xg5


Prendere l’Alfiere sarebbe pericoloso, se non
affatto cattivo, mentre con la mossa del testo
si ottiene lo scopo ; quello, cioè, di tenere fuori
giuoco l’Alfiere bianco.
19. Thl Af 7 20. Rbl
202 PARTITA 13a

Questa mossa fa perdere del tempo ; dal mo-


mento che il Bianco, prima o dopo, dovr à riti-
rare il suo Alfiere in h 2, avrebbe potuto farlo
subito. E’ dubbio, tuttavia, se a questo punto il
Bianco possa salvare la partita.
.
20. . . Ce5 ; 21. CxC, TxC ; era difficile deci-
dere quale via prendere. Io presi di Torre allo
scopo di averla pronta per un possibile attacco
contro il Re bianco.
22. Ah 2, Cf 6.
Ora che rAlfiere bianco è stato fatto retro-
cedere, il Nero vuole disfarsi del Cavallo bian-
co postato in d5, che blocca l’attacco dell’Al-
fiere nero in f 7. Si può dire che il Cavallo in
d5 è la chiave della difesa del Bianco.

23. g3.
Il Bianco lotta non solo per fare posto al suo
Alfiere, ma anche per rompere la catena dei
pedoni neri onde poter contrattaccare. L’alter -
nativa sarebbe stata 23. CXC + , D x C ; ed il
Nero avrebbe minacciato Ta5 ed anche De6.
Lo studioso noterà che Tinconveniente del Ne-
ro consiste nel fatto ch’egli giuoca con una
Torre di meno, la Torre a8. E’ questo fatto
RUY LOPEZ 203

che permette al Bianco di resistere pi ù a lungo.


23. . . . Cxe 4 24. AxC TX A
25. g3 x £ 4 c 6

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mmm m&
26 . Ce 3
L’alternativa era Cb4, ma in tutti i casi il
Bianco non poteva resistere all’attacco. Lascio
al lettore il compito di provare, perché le va -
rianti sono così numerose da portare via trop-
po spazio.
26. ... Da 5 ; 27. c4, DxD ; 28. TXD, g5 Xf 4 ; 29.
Cg4, Ag6 ; obbligando il Re ad andare nell’an -
golo.
30. Rai Ta8— -e8
Finalmente questa Torre entra in giuoco e
ben presto tutto sar à finito.
31. a 3, ( se Txd6, Tel + ; Tdl , Te8 e2 ). —
31. . . . Tel + 32. TXT TxT -f
33. Ra 2 Af 7 34 . Rb3 d5
che è il modo pi ù rapido per terminare.
35. Axf 4 d5 xc4 + 36 . Rb 4 c3
37. b 2 xc3 Te 4 + 38. c 4 TXC4 +
204 PARTITA 14a

39. Ra5 TX A 40. Td8 + Rh 7


41. Td7 Ae6
il Bianco abbandona .
Una partita molto vivace.

PARTITA 14a - Gambitto di Donna rifiutato


( New York, 1918 )

Bianco Nero
F. J . Marshall J. R. Capablanca
1. d4 d5 2. Cf 3 Cf 6
3. c4
5. Ag5 Ae7
e6 4. Cc3
6. e3
Cb8 d7
0— 0

7. Tel c6
Questo è uno dei più antichi sistemi di dife-
sa contro il gambitto di Donna. Lo avevo giuo-
cato prima, nello stesso Torneo, contro Kostic,
e Marshall senza dubbio si aspettava questa
difesa. Talvolta cambio i miei sistemi di dife-
sa ; d’altra parte quando durante un torneo un
sistema mi ha dato buoni risultati, lo giuoco
sempre.
8. Dc2 d5 xc4 9. Axc4 Cd5
10. AXA DxA
12. D x C b 6

11. 0 0 CXC

La chiave di tale sistema di difesa. Avendo


semplificato il giuoco, mediante ima serie di
cambi, il Nero svilupperà ora il suo Alfiere di
Donna lungo la grande diagonale, senza aver
creato debolezze apparenti. Il buon sviluppo
dell’ Alfiere di Donna del Nero è il problema
più grande nel gambitto di Donna .
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 205

13. e4 Ab7 14. Tl — el — d8


Tf 8

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Ora si può dire che lo sviluppo è completo,


da ambo le parti. L'apertura è ultimata ed ini-
zia il mezzo della partita. Il Bianco, come av-
viene per lo più, ha guadagnato il centro. Il
Nero è trincerato nelle sue prime tre file e, se
gli sar à dato il tempo, piazzer à la sua Torre a8
in c8 ed il suo Cavallo in f 6 ed, infine, giuoche-
rà c5 per rompere il centro bianco e dare li-
bert à d'azione all'alfiere nero piazzato in b7.
In questa partita il Bianco anticipa tale pia-
no del Nero, iniziando un'avanzata al centro
che, se ben analizzata, non è in realtà che un
attacco contro il pedone e del Nero.
15. d5 Ce5 !
Contro Kostic, in una partita precedente, io
avevo giuocato Cf 8. Fu trascuratezza da parte
mia, ma Marshall credette in modo diverso,
altrimenti non avrebbe giuocato questa varian-
te perché, se avesse analizzata questa mossa,
credo, avrebbe capito che il Nero ottiene un
giuoco eccellente. Il Nero minaccia ora non
solo cxd, ma anche Cxe seguito da cxd. La
206 PARTITA 14a

posizione è molto interessante e piena di pos-


sibilit à.

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16. d5 xe6 Cxe 6 17. AxC DxA


giuocata sotto l’impressione che il Bianco do -
vesse perdere tempo nel difendere il suo pedo-
ne a2 e, così, avrei potuto giuocare c5 ottenen-
do un giuoco superiore. Ma, si vedrà, il mio
avversario teneva in serbo per me una picco-
la sorpresa.
18. Cd4 ! De5 !

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Naturalmente, se 18. ... Dxa 2 ; 19. Tal gua -
dagnerebbe la Donna. Il tratto del testo è, pro -
babilmente, runico soddisfacente in questa
posizione. La mossa ovvia sarebbe stata Dd7
GAMBUTO DI DONNA RIFIUTATO 207

per difendere il pedone c6, ed allora si avreb-


be avuto 19. C f 5 , f 6 ; 20. Dg 3 ( minacciando
— —
Tel di ) , Rh8 ; 21. Tel di , Df 7 ; 22. h 4, con
un tremendo vantaggio di posizione.
La mossa del testo assicura al Nero per lo
meno un giuoco pari, come si vedr à.
19. C x c6 D X D 20 . T x D Td 2
21. Tbl
Un grave errore di apprezzamento. Il Bian-
co è sotto l’impressione di avere un giuoco mi-
gliore, avendo un pedone di più ; ma non è così.
La forte posizione della Torre nera in d 2 com-
pensa pienamente il Nero per il pedone di me-
no. Inoltre, Alfiere e Torri sono più forti di
Cavallo e Torri e, come abbiamo già detto,
l’Alfiere è superiore al Cavallo, quando esisto-
no pedoni d’ambo i lati della scacchiera.
Incidentalmente, questo finale sta a dimo-
strare la grande forza dell’Alfiere.
La migliore probabilit à, per il Bianco, era
di contentarsi subito della patta così : 21.Ce7 + ,
Rf 8 ; 22. Tc7, Te8 ( non A x e4 perché f 3 avreb -
be dato giuoco migliore al Bianco ) ; 23. TX A
( la migliore ; non Cg6 + a causa di f 7 x C segui-
ta da T x e 4 ) T x C ; 24. Tb8 + , Te8 ; 25. TXT,
RxT e, giuocando bene, il Bianco deve pattare.
E’ curioso che, quantunque con un pedone
in pi ù, il Bianco sia quello dei due che è sem-
pre in pericolo. E’ soltanto ora, dopo aver visto
questa analisi, che si può apprezzare la forza
della mossa 18a del Nero, De5.
21. ... Te8.
208 PARTITA 14a

Con questa forte mossa il Nero inizia un as-


salto, contro il centro bianco, che sarà presto
diretto contro lo stesso Re.
Il Bianco teme di giuocare f 3 a causa di f 5.
22. e5, g5 ; per impedire f 4.
Il Cavallo bianco è praticamente inchiodato,
temendo il Bianco di muoverlo a causa di
Txe5.

23. h 4.
Questo è il seguito alla mossa precedente. Il
Bianco spera di disunire i pedoni neri renden-
doli, in tal modo, deboli.
23. ... g5 xh4.
Sebbene raddoppiato ed isolato, questo pe-
done esercita una pressione enorme. Il Nero
minaccia, ora, Te6, seguita da Tg6 ed h3 e, poi,
h 2 al momento giusto.
24. Tel .
Il Bianco non può più attendere una morte
lenta. Egli vede dei pericoli ovunque e vuole
scansarli abbandonando i pedoni dell’ala di
Donna, aspettandosi di aver più fortuna in se
guito, prendendo l’iniziativa sull’ala di Re.
-
GAMBITTO DI DONNA RIFIUTATO 209

24. ... Te6 ! ; molto meglio che prendere pe-


doni.
Ciò obbliga il Bianco a difendere il suo Ca-
vallo con la Torre in el a causa della minac-
cia Tg6.

25. Tel cl, Rg7 ; preparando Tg6.
La partita si deciderà sull’ ala di Re e sar à
il pedone isolato a dare il colpo finale.
26. b4, b5 ; per impedire al Bianco la spinta
b5 che difenderebbe il Cavallo liberando le
Torri bianche.
27. a3 Tg6 28. Rfl Ta 2

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Si noti la posizione dei pezzi. Il Bianco non


può muovere nulla senza incorrere in qualche
perdita. La sua migliore probabilità era di
giuncare 29. e6, ma ciò avrebbe soltanto allun-
gata la partita che è, in ogni caso, perduta.
29. Rgl h 3 30. g3 a6
forzando ancora il Bianco a muovere e perde -
re, così, qualcosa poiché tutti i suoi pezzi sono
legati.
210 PARTITA 14a

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A
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31. G 6 X X G6
Nemmeno ora il Bianco può muovere il Ca-
vallo a causa di h 2 + ; Rxh 2, Th 6 + ; Rgl,
Thl + + .
32. g4, Th 6 ; 33. f 3, ( se 33. g5, h 2 + ; 34. Rhl,
TxC ; 35. TXT, Txf 2 e vince facilmente.
33. • • • Tdo
35. Cf 5 + Rf 6
34. Ce7 Td6 d 2
36. Ch 4 Rg5

37. Cf 5 Tg2 + 38. Rfl h 2
39. f 4 + Rxf 4 40. il Bianco
abbandona
Un finale che merita di essere studiato bene.
Finito di stampare nel febbraio 1973
per i tipi del
Poligrafico Artioli - Modena
I FONDAMENTI
DEGLI SCACCHI

Esposizione semplice, chiara e con -


cisa di tutti gli elementi essenziali
per vincere una partita a scacchi .
Nella seconda parte vengono ripor -
tate alcune partite, selezionate ap-
positamente per illustrare i prin -
cipii generali esposti nelle pagine
precedenti .

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