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Tesi Maristella 1
Tesi Maristella 1
Fossano
Fossano 2020
Introduzione
1
CAPITOLO I
1 MARIANNA GENSABELLA FURNARI , Vedere la disabilità. Per una prospettiva umanistica, 24.
2
è lento ha catturato Ares, il più veloce fra gli Dei che abitano l’Olimpo.
Dagli esegeti dell’antichità il lento prende il veloce è diventato
proverbiale. Gli dei greci sono accomunati all’umano. Efesto è
accomunato nella disabilità, nel lavoro e nel sudore. La disabilità non
compromette il valore di un individuo.
3
gesto era ritenuto buono, sia per il bimbo che non aveva ricevuto fin
dall’inizio quanto necessario per la vita, sia per la città stessa.
Aristotele3 , delineando nel settimo libro della Politica la propria pilteia, o
costituzione ben temperata, affermava: “Quanto all’esposizione e
all’allevamento dei piccoli nati sia legge di non allevare nessun bambino
deforme, mentre le disposizioni consacrate dal costume impongono di non
esporre nessuno a causa dell’elevato numero dei figli; si deve però fissare
un limite alla procreazione e se alcune coppie sono feconde oltre tale
limite bisogna procurare l’aborto prima che nel feto siano sviluppate la
sensibilità e la vita, perché è la sensibilità e la vita che determinano la
consapevolezza e la non consapevolezza dell’atto”.4 Il filosofo si sofferma
anche sull’eta’, i requisiti della coppia e perfino la stagione ottimale per la
procreazione (ideale la stagione dei venti da nord); indugia poi sul
comportamento e la cura del corpo delle donne incinte (dieta equilibrata,
moto quotidiano accompagnato da visite di culto agli altari di Artemide e
Ilizia, dee preposte alla nascita) e, rinviando ad altra opera
sull’allevamento del bambino, delinea l’alimentazione piu’ indicata per i
piccini, sconsigliando l’uso di vino, di fasce troppo costrittive per i neonati
(diversamente da Platone che ne proponeva l’uso sino ai tre anni).
3 MARIANNA GENSABELLA FURNARI, Vedere la disabilità. Per una prospettiva umanistica, 46.
4 ARISTOTELE, Opere, 258-259.
4
3. Nascere diversi nell’antica Roma.
5
Romani e ciò si evince dalla terminologia utilizzata dalle fonti: monstrum,
sotentum, portentum,prodigium.
6
deliciae (amoruccio) e cicaro (cocco).7 Questi strani rapporti con esseri
destinati a non crescere mai, caricature di bambini, quasi succedanei di
figli, sono stati spiegati come un modo perverso e incestuoso di esercitare
la paternità.
Il nano è presente nella domus imperiale, spesso molto vicino al princeps e
addentrato negli affari di stato.
Domiziano per tutta la durata dei combattimenti gladiatori si teneva ai piedi un puerulus
coccinatus, “un nano dalla veste scarlatta”, dalla testa piccola e mostruosa, a cui dover
dar conto persino degli incarichi che affidava. Il colore rosso della veste, indica che il
puerulus godeva di un certo prestigio all’interno della corte.8
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4. La cura dell’infirmitas nel Cristianesimo antico
8
forme diverse (ciechi, paralitici, zoppi). La guarigione è connessa al
perdono delle colpe ed al cammino di conversione.
La concezione del Cristo medico dell’anima e del corpo, e il suo invito a
continuare la sua opera di carità portava all’accoglimento del malato, fosse
egli affetto da disabilità fisica o mentale o sociale nella sua totalità e
interezza.
Massimo il Confessore (662d.C.) dice: « La carità non può essere divisa in
carità verso Dio e carità verso il prossimo »: la carità è unica, tutta intera, è
dovuta a Dio ma unisce gli uomini gli uni agli altri. L’azione della perfetta
carità verso Dio, e la sua evidente dimostrazione, risiedono in una sincera
disposizione di volontaria benevolenza nei confronti del prossimo, perché,
dice il divino apostolo Giovanni, « colui che non ama il fratello che vede,
non può amare Dio che non vede ».9
9
1. CAPITOLO II
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E’ possibile cambiare lo sguardo della società? Nella corrente mentalità il
disabile è una persona da aiutare. C’è bisogno di liberarsi dalla tirannia
della normalità. Non si tratta di avere compassione ma di riconoscere
l’unicità di ogni essere umano voluto da Dio e prezioso ai Suoi occhi. Il
portatore di handicap, figlio di Dio è membro attivo del Suo corpo.
Spesso abbiamo nel profondo del nostro essere paure nascoste che
governano più o meno consciamente le nostre azioni e i nostri pensieri,
abbiamo blocchi che ci impediscono di amare alcuni per attaccarci ad altri.
La vita cristiana è una continua crescita nell’amore e ciò implica di
accettare continua potatura da parte di Dio, potatura che ci porta a
purificare i nostri sistemi di difesa perché il nostro cuore sia docile allo
Spirito Santo e all’amore divino.
11
2. I disabili e i totalitarismi
pesanti e inutili 12
.
Con l’avvento di Hitler al potere si passerà dalla teoria alla pratica. Grazie
all’opera di Henry Friedlander The origin of Nazi genocide: from
Euthanasia to the Final Solution 13
possiamo ricostruire le tappe attraverso
le quali è stata portata avanti l’eliminazione dei disabili, degli Ebrei e degli
zingari. L’autore ricostruisce una delle più orrende tragedie del Novecento
11 E.DE CRISTOFARO, C. SALETTI (a cura di) , Precursori dello sterminio, binding e Hoche all’origine dell’eutanasia dei
malati di mente in Germania.
12 L. SCARAFFIA , «Se la vita è indegna di essere vissuta» .
13 H. FRIEDLANDER, The Origins of Nazi Genocide: From Euthanasia to theFinal Solution.
12
e dimostra come l’eutanasia dei disabili e dei malati di mente fornì il
modello all’assassinio di massa degli Ebrei: i centri nei quali i disabili
venivano eliminati con il sistema delle camere a gas divennero
successivamente i campi di sterminio.
All’indomani dell’ascesa di Hitler al potere una legge del 1933, Legge
sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie,
prevedeva la sterilizzazione forzata di persone affette da malattie ereditarie
(i documenti ufficiali parlano di 375000 persone tra Tedeschi e Austriaci).
Nel 1935 la legge per la salvaguardia ereditaria del popolo tedesco
legalizzava l’aborto nel caso in cui uno dei due genitori fosse sospettato di
essere portatore di malattie ereditarie. Il Reich propagandava , attraverso
manifesti, opuscoli e filmati, quanto costasse allo stato una persona affetta
da disabilità. Si evidenziava il grande peso economico che la comunità
tedesca era condannata a sopportare. Furono istituiti centri di consulenza
per la protezione del patrimonio genetico della razza . Nel 1939 una legge
obbligava i reparti di ostetricia degli ospedali e le levatrici ad informare i
medici dei centri di consulenza della nascita di bambini con malformazioni
o malattie psichiche e o fisiche. I medici informati convocavano i genitori
dei disabili e, magnificando i progressi della medicina tedesca, li
inducevano al ricovero dei propri figli in centri specializzati, cliniche che
in realtà provvedevano alla soppressione di quei neonati. Tale sorte
spettava spesso anche a fanciulli ebrei, indipendentemente dalle loro
condizioni psico-fisiche e perfino a ragazzi ariani ritenuti disadattati.
Sul finire del 1939 vennero inviati agli ospedali psichiatrici questionari che
intendevano censire le capacità lavorative dei ricoverati al fine di eliminare
13
i soggetti improduttivi . Le schede frettolosamente compilate portarono a
morte parecchie migliaia di ricoverati. I malati venivano portati, con
grandi pullman dai finestrini oscurati, in centri di eliminazione con camere
a gas camuffate da docce e i cadaveri venivano eliminati in forni
crematori. l’operazione detta Aktion T4 era segretissima ma a volte
qualcosa trapelava e suscitava le proteste dei settori sia della Chiesa
protestante che di quella cattolica, ma tali proteste non potevano essere di
impedimento alla tristissima e tragica operazione.
Il fascismo non presenta inizialmente connotazione razzista e per tutto il
corso degli anni Venti non si intravvede svolta anti-semitica.
Successivamente il colonialismo cominciò ad alimentare il razzismo con il
divieto delle unioni miste introdotta dalla legislazione italiana. La svolta
decisiva avviene nel 1938 con l’imitazione del potere alleato tedesco,
frutto della logica del totalitarismo che vede l’idea della razza pura con
l’emarginazione e l’eliminazione del diverso. La collaborazione con i
nazisti vede l’invio nei campi di concentramento di cittadini italiani di
origine ebraica. Con la sconfitta del nazi-fascismo si mette fine alla
persecuzione anti-ebraica e alla purificazione della razza attraverso
l’eliminazione di portatori di malattie ereditarie e dei disabili.
Nella Russia sovietica, a partire dal 1919, all’interno del sistema
concentrazionario, non è stato ancora accertato se siano esistiti campi di
lavoro per i disabili ma all’interno della grande massa di cittadini inviati
nei campi di lavoro vi sono un gran numero di ribelli asociali e un
considerevole numero di disabili, i primi a soccombere nell’impossibile
vita dei campi. Nella costruzione del socialismo non c’è posto per il
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disabile. Nella logica dei totalitarismi non c’è posto per il “diverso”. Il
progetto di una società perfetta prevede l’emarginazione, l’occultamento e
l’eliminazione del disabile. E’ doveroso ricordare sempre alle giovani
generazioni quanta ingiusta e grande sofferenza hanno vissuto “gli ultimi”
durante quel terribile periodo di storia.
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CAPITOLO III
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aver abbracciato una visione dell' umanità che considera le differenze nelle
abilità funzionali come un elemento proprio della diversità umana.
Ha sostenuto la teologia una comprensione delle persone con disabilità
come destinatarie e bisognose di cura o piuttosto una visione che parte da
una sostanziale uguaglianza?
La disabilità è vista come una conseguenza della caduta dell' uomo eo
come qualcosa che è parte della vita umana così come è stata creata?
Molte Chiese, Università e College non riescono a garantire pari accesso ai
disabili; tali condizioni possono influenzare la teologia, dal momento che
importanti prospettive rischiano di essere trascurate o negate.
Una visione teologica cristiana dell' umanità considera il genere umano
come socialmente, culturalmente, storicamente e biologicamente parte
della creazione. Questo ha importanza per capire la disabilità. Il punto
fondamentale non è che gli esseri umani dovrebbero essere in salute, forti
e indipendenti, ma, piuttosto, dovrebbero essere in grado di vivere ed
essere definiti attraverso le loro interazioni con gli altri e nella mutua
dipendenza.
La disabilità, la malattia cronica, il disordine mentale, psichico e fisico,
appartengono alla vita umana così come è stata creata.
Il disagio e l' inabilità funzionale provocano qualche volta un malessere
che può essere curato o alleviato. In altri casi bisogna conviverci.
Una visione teologica dell' umanità che vede gli individui in una mutua
relazione possiede implicazioni sia etiche che politiche; comprendere gli
umani come esseri vulnerabili e dipendenti può avere implicazioni per un'
interpretazione della disabilità come condizione fondamentale della vita
17
umana. La disabilità ha sempre fatto parte della vita umana ed è stata
interpretata in modi diversi in diverse culture e periodi storici.
Alcuni modelli recenti sulla disabilità sono spesso descritti sia come
modello medico, in cui la disabilità è vista come un problema di natura
medica e individuale, sia come modello sociale, che sottolinea le cause
sociali e politiche della disabilità.
In generale il termine disabilità riguarda sia le esperienze individuali che le
condizioni che si vengono a creare nell' interazione dell' individuo con il
proprio ambiente, condizioni che possono condurre alla disabilità.
Questa si rivela nelle situazioni concrete e nelle relazioni tra le persone e il
loro ambiente sociale: intervengono sia fattori legati strettamente
all’individuo che aspetti legati alla struttura dell’ambiente in cui essi
vivono. L’essere umano è considerato come entità comprendente corpo
fisico e mente. Barriere architettoniche e altri impedimenti influenzano
questi due aspetti.
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2. Disabilità come segno della solidarietà di Cristo con noi
19
Cristo, nel divenire un concreto essere umano con tutti i suoi limiti e le sue
menomazioni, si è fatto solidale con tutti.
La disabilità è veramente un segno di quanto sia profonda la solidarietà di
Cristo con la condizione umana. Cristo, nel divenire un essere umano con
tutti i suoi limiti e con quello più significativo che è la morte, si fa solidale
con tutti, indipendentemente da quale forma di umanità essi vivano,
comprese le loro menomazioni e limitazioni. Diventando uno di noi Cristo
è diventato tutti noi.
Ogni uomo che ha la fortuna di vivere a lungo fa esperienza di qualche
menomazione. La solidarietà di Cristo è per tutti.
C'è da chiedersi cosa la disabilità dice di Dio. Nell' affrontare la disabilità
c'è bisogno di riscoprirne il valore teologico.
Non è sufficiente chinarsi sulla marginalità seppure in modo generoso. La
disabilità non è un problema da affrontare. E' necessario domandarsi quale
messaggio di Dio ci sia nella fragilità, abbandonando le idee di
competenza, intelligenza e bellezza che molti hanno solamente in testa.
La menomazione dimostra che Cristo si è fatto carico dei limiti umani.
Cristo che opera le guarigioni assume le menomazioni degli altri nella vita
divina e ritorna dai morti conservando le sue ferite nel suo Corpo risorto.
La menomazione appare dunque come una caratteristica della debolezza
umana attraverso la quale può risplendere la potenza di Dio e ci rivela che
siamo fatti per la comunione con Dio.
20
Gesù si è avvicinato spesso e soprattutto alle persone ultime (non solo
peccatori ma persone malate e con disabilità) oltrepassando frontiere
sociali e religiose per incontrare coloro che erano ai margini della società.
Un aspetto essenziale di intendere l' uomo a somiglianza di Dio consiste
nella sua capacità di prendersi cura del creato, degli altri esseri viventi e in
modo particolare dell' essere umano. Nei confronti dell' uomo significa
riconoscere la debolezza e la vulnerabilità dell' altro.
Alla domanda di Caino « Sono forse custode di mio fratello? » 16, la
risposta è « Si! ».
16 Gen, 4,9.
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3. Il valore della vita e la dignità della persone
22
materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato.»19
L’esistenza di ogni individuo fin dalle sue origini è nel disegno di Dio.
La madre dei sette fratelli (2Mc 7,22-23) professa la sua fede in Dio,
principio e garanzia della vita e fondamento della speranza della nuova
vita oltre la morte : « Non so come siete apparsi nel mio seno; non io vi ho
dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi.
Senza dubbio il Creatore dell’Universo, che ha plasmato all’origine
l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi
restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi
preoccupati di voi stessi ».20
La vita è spesso segnata dalla malattia e dalla sofferenza e il suo declino dà
tristezza e a volte dà disperazione ma il credente sa che la sua vita sta nelle
mani di Dio. Anche nel momento della malattia l’uomo è chiamato a
vivere lo stesso affidamento al Signore e a rimuovere la sua fondamentale
fiducia in Lui che guarisce tutte le malattie.
« Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice » (Sm 116
[115,10])21; « Signore Dio mio a te ho gridato e mi hai guarito. Signore mi
hai fatto risalire dagli inferi, mi hai dato vita perché non scendessi nella
tomba » (Sm 30 [29], 3-4).22
Le guarigioni operate da Gesù ci dicono quanto Dio abbia a cuore anche la
vita corporale dell’uomo. Oggi la nostra società ci presenta uno spettacolo
allarmante: ogni giorno sentiamo notizie di attentati alla vita che vanno
dall’abbandono di neonati, suicidi, omicidi, massacri di innocenti, guerre.
19 Gm, 1,5.
20 2Mc, 7,22-23.
21 Sm 116 [115,10].
22 Sm 30 [29], 3-4.
23
In nome del progresso si fa ricorso all’aborto, alla selezione embrionale,
all’eutanasia. La nostra epoca da un lato sembra voler affermare una
sensibilità attenta a voler riconoscere il valore della dignità umana, in
effetti poi c’è una tragica negazione di quanto proclamato.
Nella nostra società sembra non esserci posto per il concepito non
desiderato, per il più debole, per colui che non realizza il modello di vita
ideale, per chi è anziano ed è visto come ingombro al ritmo frenetico nella
corsa al raggiungimento di una vita tranquilla e felice. Gli esclusi sono un
gran numero maggiore rispetto a chi detiene potere e ricchezza. Nel
tentativo di dominare nascita e morte l’uomo chiuso nello stretto orizzonte
della sua fisicità non coglie più il Trascendente, del suo Esistere come
uomo. La vita non è più vista come splendido dono di Dio da custodire e
venerare. Il corpo diventa complesso di organi, fusioni di energie da usare
secondo criteri di godibilità ed efficienza.
Benedetto XVI in occasione della giornata della Pace del 2007 ci ha
invitati a soffermarci sul valore dell’individuo e sulla sua dignità. Egli
parla di una dignità trascendente. Ciò che noi siamo non è determinato
solo da fattori di ordine naturale, biologico o sociale, ma anche in
relazione al vincolo misterioso che ci lega al creatore. L’uomo non
discende solo da Adamo, ma anzitutto da Cristo, primo uomo nel disegno
divino.
Papa Francesco dice che quando l’uomo perde il proprio fondamento
divino la sua intera esistenza comincia a svanire, a diluirsi, a diventare
insignificante, scompare ciò che rende l’uomo unico e irripetibile nonché
tutto quello che fa della sua dignità un bene inviolabile e un uomo
24
insignificante sarà nient’altro che una pedina sulla scacchiera, un semplice
meccanismo nella catena di montaggio. Egli non sarà più trascendente, ma
soltanto più uno fra i tanti. La concezione efficientistica della nostra
società porta ad una guerra dei potenti contro i più deboli. La vita che
richiede più accoglienza, amore e cura diventa un problema. Chi con il suo
handicap, la sua malattia e la vecchiaia mette in discussione il benessere di
chi è sano ed efficiente diventa un peso. Giovanni Paolo II, nella sua
lettera enciclica Evangelium Vitae23 parla di congiura contro la vita.
Questa congiura non riguarda solo i rapporti in molti ambiti del quotidiano
ma anche quello fra i popoli e gli stati. Attentati alla vita sono portati
avanti dalle varie tecniche di riproduzione artificiale, diagnosi prenatale
che possono essere occasione per procurare l’aborto. nell’opinione
pubblica nasce l’idea di accogliere la vita solo in determinate occasioni
rifiutando l’handicap. La vita umana viene ridotta a materiale biologico di
cui poter liberamente disporre. In nome del progresso si segue una cultura
di morte che arriva persino a negare l’alimentazione a bambini nati con
gravi handicap. E’ come voler toglier e,la sofferenza, inevitabile peso
dell’esistenza umana e fattore di possibile crescita personale, che va a
disturbare il perseguimento della qualità di vita. I potenti della terra
avvertono come un incubo lo sviluppo della terra, temono che i popoli più
prolifici e poveri rappresentino una minaccia per il loro paese e invece di
risolvere i problemi nel rispetto della dignità delle persone preferiscono
promuovere la pianificazione delle nascite. L’uomo contemporaneo, nel
contesto sociale dominato dal secolarismo, vive spesso come se Dio non
25
esistesse. L’eclissi del senso di Dio porta all’eclissi del senso dell’uomo,
della sua dignità e della sua vita.
Il Concilio Vaticano II ci rammenta : «La creatura senza il creatore
svanisce...anzi l’oblio di Dio priva di luce la creatura stessa ». 24 L’uomo
non riesce più a percepirsi come misteriosamente altro rispetto alle diverse
creature terrene; egli si considera come uno dei tanti esseri viventi, non
coglie più il carattere trascendente del vivere come uomo. La vita diventa
una cosa che egli pensa di dominare e manipolare. Si arriva così al
materialismo pratico, all’individualismo, all’utilitarismo e all’edonismo.
Viviamo in una società dove c’è ricerca di efficienza e di elitismo. Si ha
paura di perdere i benefici sociali, le relazioni, il posto di lavoro, di essere
sottratti dal mondo degli esseri viventi. Tutto ciò che ci ricorda la nostra
umanità, la nostra fragilità risveglia in noi paure nascoste. L’essere umano
è programmato si per nascere, vivere e crescere ma anche per declinare.
Ci spaventa forse la nostra mortalità ? Si fa fatica ad accogliere ed
accettare le proprie fragilità, si fa fatica insomma a vivere umanamente.
Il grande desiderio di Gesù è stato l' umiltà. Quel che fa male a Dio sono i
potenti che sciacciano i deboli. Gesù non cerca di creare una società
normale ma un corpo dove ciascun individuo trova posto.
« Vi do un comandamento nuovo: di amarvi gli uni gli altri. Come io ho
amato voi, così voi amatevi gli uni gli altri ! Da questo conosceranno tutti
che siete miei discepoli; se avrete amore gli uni per gli altri ».25
Il Concilio Vaticano II ricorda a tutti i credenti: «Chiunque segue Cristo, l'
uomo perfetto, si fa lui pure più uomo ».26
24 Gaudium et spes, 36.
25 Gv 13, 34-35.
26 Gaudium et spes, 41.
26
Per raggiungere una piena maturità umana è necessario il raggiungimento
della maturità di fede poiché la fede svolge una funzione essenziale in
ordine alla ricerca del senso della vita.
Essere umani è accogliere pienamente se stessi per aprirsi e donarsi agli
altri. Accogliere la persona diversa implica un cambiamento, l'
accettazione delle proprie fragilità. Essere vulnerabili è la condizione degli
esseri umani e quindi non è possibile sentirci estranei e relegare la
vulnerabilità solo ad una determinata categoria di persone.
27
CAPITOLO IV
28
La scuola deve essere la prima comunità accogliente nella quale tutti gli
alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possono realizzare
esperienze di crescita individuale e sociale.
La scuola ha il compito di aiutare ogni alunno della classe a sentirsi parte
integrante del gruppo, di insegnare a condividere le proprie esperienze con
gli altri, collaborando senza pregiudizi. I compiti possono essere diversi
ma assolutamente importanti come in un' orchestra in cui ognuno, pur
suonando uno strumento diverso, contribuisce alla buona esecuzione del
brano musicale.
E' necessario distinguere l' inclusione dall' inserimento e dall' integrazione.
L' inserimento riconosce il diritto delle persone con disabilità ad avere un
posto nella società, ma si limita spesso a inserirle in luoghi speciali (classi,
istituti...).
L' integrazione prevede che le persone disabili vengano tutelate sulla base
di un intervento speciale (vedi insegnanti di sostegno) e non è il pieno
riconoscimento della dignità della persona.
L' inclusione, invece, vede il disabile cittadino a pieno titolo, titolare di
diritti come tutti gli altri. I disabili non sono più ospiti della società ma
parte vera. Comprendere il senso dell' inclusione per le persone disabili
significa rispettare le diversità umane.
Partendo dal presupposto che Dio educa il suo popolo (e la Scrittura e’ un
esempio di un cammino educativo che Dio fa percorrere a ciascuno dei
suoi figli), si comprende il compito educativo che la Chiesa stessa assume
come traspare anche dalle indicazioni conciliari:
29
Ogni uomo ha il dovere di tener fermo il concetto della persona umana integrale, in
cui eccellono i valori dell’ intelligenza, della coscienza, della fraternita’, che sono in
Dio creatore e sono stati mirabilmente sanati ed elevati in Cristo.27
30
2. Inserimento dei disabili nella Chiesa cattolica con riferimenti ad alcuni
documenti del Magistero.
Ancora oggi tra le persone con disabilità e chi ne è privo esiste una
trasparente, quasi invisibile barriera. Per abbattere tale barriera è
necessario adottare un nuovo umanesimo in cui la vulnerabilità è cifra
essenziale dell' umano, umanesimo che includa realmente le persone con
disabilità come cittadini al pari degli altri in una società giusta e non solo
come persone capaci di suscitare emozioni.
L' inclusione del disabile non è solo sfida sociale bensì un diritto-dovere
connaturato con la logica della fede.
Riconoscendo la persona disabile come parte di sé, la Chiesa accoglie una
provocazione costante che dilata e concretizza il messaggio di Cristo.
Il richiamo ai valori evangelici è presente in tutti i documenti magisteriali.
In questi ultimi anni la Chiesa ha maturato nuova consapevolezza nell'
elaborazione di un cammino di inclusione della persona disabile concepito
come un rapporto di interdisciplinarietà tra teologia, scienze pedagogiche,
catechesi e pastorale liturgica.
Il Magistero della Chiesa ha avuto negli ultimi anni un ruolo significativo
sul piano teoretico; ne è un esempio l' enciclica Evangelium Vitae, 30ma
esso non può essere disgiunto dall' azione pratica, quotidiana del vissuto,
dell' impegno, della catechesi.
31
E' necessario preparare operatori capaci di far accettare all' interno della
comunità la ricchezza che i diversamente abili rappresentano come valore,
lezione di vita che può venire dal cammino fatto accanto e insieme a loro.
La Quarta Scheda del Comitato Per La Giornata Giubilare Della
Comunità Con Le Persone Con Disabilità 31
afferma nella premessa che:
«ogni battezzato, per il fatto stesso del Battesimo, possiede il diritto di
ricevere dalla Chiesa un insegnamento e una formazione che gli
permettono di raggiungere una vera vita cristiana ».32
La Chiesa è chiamata a formare la Comunità cristiana, a superare la
mentalità efficientistica ed emarginante della società secolarizzata e ad
affermare la dignità di ogni vita umana sin dal seno materno.
Anche le persone disabili vanno considerate parte attiva per la
realizzazione del progetto di salvezza affidato dal Signore alla Chiesa.
Ognuno, con la sua voce, con l' offerta di se stesso loda il Padre in Gesù
per mezzo dello Spirito. Anche le persone con disabilità, sia fisiche che
psichiche, sono capaci di tale culto di lode e il Padre non rifiuta la lode di
questi figli prediletti.
Tutti hanno posto nella comunità e ognuno deve trovare o essere aiutato a
trovare il proprio.
L' umanità della persona con disabilità avvicina al mistero di Colui che
volontariamente e liberamente ha scelto di essere vittima della violenza,
del rifiuto, dell' isolamento, dell' esclusione, dell' abbandono, del
tradimento psicologico, affettivo, emotivo e sociale dell' essere rifiutato
31 Quarta scheda del Comitato Per La Giornata Giubilare della Comunità Con Le Persone Con Disabilità.
32 Catechesi tradendae, 14.
32
dagli uomini, ma sostenuto da Dio (cfr Ps 41), in un disegno di salvezza a
vantaggio di tutti.
La pastorale per i disabili e la loro accoglienza nella vita della comunità ha
fatto molto, ma il cammino è ancora lungo. Molto rimane ancora da fare
circa il loro inserimento nella vita comunitaria e, in particolare, nell'
ammissione ai Sacramenti. E' triste constatare che in alcuni casi rimangono
dubbi, resistenze e perfino rifiuti.
Il rifiuto spesso è giustificato dicendo : «Tanto non capisce !», oppure
«Non ne ha bisogno !».
La piena inclusione delle persone con disabilità nella vita della Chiesa è
sancita nel documento”33, pubblicato dall' Ufficio catechistico nazionale
nel 2004.
33
CONCLUSIONE
Per superare l' invisibile steccato che separa abili e disabili c'è bisogno di
una svolta antropologica. Si tratta di ridimensionare l' odierno
individualismo, l' ideale dell' individuo libero, autonomo, indipendente,
onnipotente, capace di progetti che per essere realizzati vanno spesso a
scapito dei più deboli.
Si tratta di mettere in evidenza il limite, la finitezza umana, il bisogno dell'
altro, della dipendenza dalla comunità.
Siamo tutti disabili in un modo o nell' altro e alcuni sono più disabili di
altri. La disabilità non è uno sbaglio della natura ma un palesarsi più acuto
di quella generale e costante esposizione al dolore, alla malattia, alla
sofferenza psico-fisica, all' invecchiamento, alla finitudine, alla morte da
cui nessuno è preservato.
La persona affetta dall' handicap ci mette di fronte alle nostre paure
provate davanti alla fragilità.
34 JULIA KRISTEVA e JEAN VANIER, Il loro sguardo buca le nostre ombre, 187.
34
Queste parole che Jean Vanier rivolge a Julia Kristeva mi fanno ripensare
al mio lungo periodo lavorativo con i disabili. Il mio cammino insieme a
loro è stato una vita di relazione fatta sì di sofferenza ma soprattutto di
gioia nella condivisione di piccoli grandi successi.
Insieme non abbiamo portato al mondo conoscenze scientifiche ma
abbiamo condiviso un periodo di vita dove i nostri cuori si sono
reciprocamente aperti, Ho celebrato insieme a loro un grande tratto di vita
e grazie a loro ho trovato un senso alla mia esistenza.
35
Bibliografia
• Testi principali
36
• Letteratura secondaria
37
Documenti magisteriali
38
Indice generale
2. I disabili e i totalitarismi.......................................................................................................13
2. Inserimento dei disabili nella Chiesa cattolica con riferimenti ad alcuni documenti del
Magistero..................................................................................................................................31
39