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Il cristianesimo e la pedagogia cristiana: SAN TOMMASO (influenza il pensiero del medioevo) E

SANT’AGOSTINO.

I due racchiudono un arco di tempo di 7 secoli. Il cristianesimo apportò un grande cambiamento


durante l’impero romano; è il riscatto delle classi più disagiate come gli schiavi. Da questa
ideologia discende anche Manzoni (800), da qui nasce la Scolastica moderna. Il cristianesimo
sottolinea l’importanza dell’individuo in famiglia.
L’educazione è attuata mediante esempi (le parabole contenute nei vangeli). È un’educazione
trasversale. È nelle comunità religiose che si attua la prima educazione cristiana. Sant’Agostino,
dopo aver lasciato la sua terra natia (attuale Algeria), abbraccia, il manicheismo e viene in Italia, e
segue Sant’Ambrogio, suo maestro, e si converte al cristianesimo. La famiglia è la cellula della
società.
Il cristianesimo si appropria del pensiero dei grandi classici come Platone (Sant’Agostino
soprattutto si rivolge a Plotino e Porfilio) e Aristotele. I problemi iniziarono quando i giovani
cristiani, crescendo, frequentavano anche scuole pagane. Il contrasto di risolto proprio con la
filosofia di Platone applicandola al cristianesimo, dove il concetto di verità si intreccia con la figura
di Dio.
Discorso delle beatitudini di Matteo: Gesù esplicita il “discorso della montagna”; egli sale sul
monte con i discepoli e “insegna” loro. È ciò che fa anche la pedagogia cristiana. “Beati quelli che..
”(lettura delle beatitudini) “Voi siete sole…. Voi siete luce….” Un concetto importante
dell’educazione cristiana e ripresa da Sant’Agostino è l’importanza della famiglia (intesa come
roccia, fondamenta della vita dell’uomo). A 30 anni Sant’Agostino si convertì al cristianesimo
grazie a Sant’Ambrogio. Scrisse una infinità di opere, le due principali sono il “DE MAGISTRO”
(389/90 d.C sottoforma di dialogo) e “DE CATECHIZANTIS RUDIBUS” (le regole morali e liturgiche
della catechesi).
DE MAGISTRO: punto focale è l’interiorità. Il maestro, inteso, non è solo colui che insegna ma che
ci fa comprendere il nostro io, tramite la via in Dio=Dio è verità, Dio è il maestro interiore, colui
che mette in relazione fede e ragione.
Petrarca esalta la figura di Sant’Agostino, Dante invece è propenso per San Tommaso. Petrarca
supera i propri conflitti grazie alla filosofia di Sant’Agostino.
“LE CONFESSIONI” di Sant’Agostino è la prima opera autobiografica in assoluto. Per Sant’Agostino:
“implica che nella sua ricerca l’uomo deve trascendere le cose del bene” (l’uomo possiede un sé la
verità).
Opera in 3 libri, tematica centrale “rapporto tra Dio e l’uomo”, in particolare di come l’uomo per
conoscere Dio non possa ricorrere alla sola ragione ma ha bisogno della fede che si ottiene con la
grazia divina.
Si diversifica da Platone in quanto con Sant’Agostino si parla di fede, con Platone no.
Nel “De magistro” Sant’Agostino si sofferma sulla figura del maestro. Quell’ultimo aveva il compito
di incoraggiare i propri allievi, tirando il meglio ed eliminando (modernità, ripresa nell’800) la
timidezza. Nel “DE CATECHIZANTIS RUDIBUS” parla di BENESSERE DELL’ALLIEVO riconoscere e
rispettare gli allievi, assecondare i loro ritmi di apprendimento, individuale. l dialogo è necessario,
sia terreno che divino.
San Tommaso fu educato a Monte Cassino. Iscritto all’università di Napoli, si trasferisce in Francia
dove viene influenzato dall’Aristotelismo e dal Platonismo.
Sull’etica San Tommaso si associa ad Aristotele. (DAL LIBRO) “Il carattere metafisico e psicologico
dell’uomo come essere intellettuale è contenuto essenziale dell’indagine di San Tommaso,
attraverso l’attività di Dio l’uomo riceve l’intelletto agente che agisce sull’immaginazione derivante
dalla conoscenza sensibile che la rende intellegibile”.
L’apprendimento deve procedere attraverso una scoperta che è il modo più perfetto di acquisire
conoscenza. Perché è un segno che colui che apprende è dotato della capacità di acquisire
conoscenza.
Visto che l’insegnante conosce tutta la scienza in modo esplicita la può insegnare meglio di quanto
l’allievo possa apprendere da solo. Ragion per cui è meglio acquisire per un allievo conoscenza
attraverso l’istruzione. Infatti colui che insegna non è causa della verità ma della conoscenza della
verità in chi apprende perché le preposizioni che insegna sono vere prima che siamo conosciute.

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